Allegato B
Seduta n. 184 del 5/7/2007


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TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

SAGLIA e DELBONO. - Al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la società Valerio Catullo spa è attualmente autorizzata alla occupazione e all'uso dei beni demaniali insiti sul sedime dell'aeroporto di Brescia Montichiari e a detenerli temporaneamente per la esecuzione degli interventi previsti nel piano di investimenti periodicamente autorizzato dall'Enac;
la Catullo spa ha provveduto ad affidare alla società G. D'Annunzio il servizio di handling sul medesimo aeroporto di Brescia Montichiari e risulta che la stessa D'Annunzio sia subconcessionaria della Catullo per la gestione di aree commerciali senza alcun atto di approvazione dell'Enac;


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l'attività passeggeri dell'aeroporto è però, nei fatti, sostanzialmente paralizzata, in considerazione del fatto che è rimasto operativo un solo volo di linea passeggeri molto parziale compensato dallo sviluppo del traffico «all cargo» e postale;
da tempo gli enti locali sollecitano la Catullo spa a presentare un piano di sviluppo del sedime monteclarense concordato con gli enti locali senza ottenere alcuna risposta soddisfacente;
gli enti locali hanno manifestato più volte la disponibilità ad accollarsi la maggioranza della D'Annunzio acquisendo le quote dalla Catullo -:
se risulta al Ministero che la società Catullo SpA abbia richiesto una concessione quarantennale per l'esercizio della attività aeroportuale sia per il sedime di Brescia Montichiari che per quello di Verona Villafranca;
se il Ministero ritenga di sospendere la procedura di assegnazione in attesa delle autonome iniziative che gli enti locali bresciani vorranno operare al fine di mantenere la concessione per il sito di Brescia Montichiari su un soggetto terzo rispetto alla Catullo SpA in considerazione del forte interesse della comunità bresciana per la partecipazione diretta e maggioritaria alla gestione di un bene integralmente insito sul proprio territorio.
(5-01240)

Interrogazioni a risposta scritta:

FABRIS. - Al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
come recentemente denunciato da alcuni organi di stampa, in particolare da Il giornale di Vicenza del 23 giugno 2007, nella provincia di Vicenza i tempi di espletamento degli esami per il conseguimento della patente di guida sono più lunghi che in tutto il resto della regione, arrivando a tempi di attesa di ben 5 mesi tra il superamento della prova di teoria e la prova pratica;
ciò dipende principalmente dalla carenza di esaminatori in carico alla Motorizzazione civile di Vicenza, che si trova sotto organico del 50 per cento rispetto a quanto stabilito dal Ministero dei trasporti, a seguito del pensionamento di due su cinque degli esaminatori in essa operanti, di cui si prevede la sostituzione solo a fine anno;
in conseguenza di questa situazione, tra maggio e luglio 2007 su 765 sessioni d'esame richieste ne sono state soddisfatte solo 303, cioè meno della metà, sulla base di un'assegnazione mensile di permessi fatta dalla Motorizzazione stessa, mentre gli altri candidati vengono messi in lista d'attesa;
onde evitare simili ritardi e tutti i disagi che ne derivano, tra cui non ultimo il rischio che scada il foglio rosa, i cui costi di rinnovo ammontano a ben cento euro, i più avveduti hanno deciso di sostenere gli esami in altre province, principalmente Treviso e Padova, dove la situazione è decisamente migliore;
le autoscuole vicentine hanno già sollevato il problema davanti alle competenti autorità, segnalando il danno non solo economico, ma anche di immagine che a loro deriva dalla situazione appena descritta, essendo costrette, se non a respingere dei clienti, quanto meno ad effettuare pause forzate per cause a loro non imputabili;
nonostante non vi sia alcun dubbio che il personale della Motorizzazione di Vicenza stia facendo tutto il possibile per rispondere alle istanze delle autoscuole della provincia, questo stato di cose non è più sostenibile, per cui si ritiene necessario un intervento urgente del Ministro dei trasporti che ponga fine alla situazione descritta -:
quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda assumere, alla luce di quanto descritto nella presente interrogazione,


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al fine di colmare in tempi rapidi la carenza di organico della Motorizzazione civile di Vicenza, eventualmente anche in via provvisoria fino al definitivo reintegro previsto per la fine dell'anno.
(4-04262)

D'ALIA. - Al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
le problematiche relative all'attraversamento pedonale dello Stretto di Messina non hanno trovato soluzione né in sede nazionale né in sede locale per la nota carenza di vettori dovuta sia alla riduzione delle corse da parte degli armatori privati sia a Rete Ferroviaria Italiana;
tali problematiche si aggravano di giorno in giorno a causa del ridimensionamento delle attività di Rete Ferroviaria Italiana che utilizza impropriamente lo strumento dei contratti di lavoro a tempo determinato alimentando sacche di precariato sempre più esasperate;
come è noto, R.F.I. continua a ridurre la sua presenza nell'area dello Stretto e non ha, peraltro, ancora provveduto alla sostituzione del mezzo veloce Segesta protagonista dell'ultima grave tragedia che ha coinvolto parecchi pendolarie;
sembrerebbe che la vertenza dei lavoratori marittimi dello Stretto di Messina, che mediante le loro organizzazioni sindacali avevano proposto la possibilità di diversificare le tabelle di armamento in base alla tipologia di nave, è stata di recente respinta dal Ministero dei trasporti;
in particolare, il Ministro Bianchi avrebbe proposto l'assunzione di sessanta precari, e tabelle di armamento con sette membri di equipaggio a nave, con il limite di trasporto di quaranta passeggeri;
tale decisione in sostanza non farebbe altro che estendere al settore pubblico le disposizioni già adottate dal maggiore gruppo privato sulla rotta commerciale Tremestieri-Villa San Giovanni;
sembrerebbe che, anche a parere delle organizzazioni sindacali, tale decisione non farebbe altro che accrescere ulteriormente i disagi dei pendolari dello Stretto, creando nella RFI circa cento esuberi, in cambio dei quali il Ministro assicurerebbe l'assunzione di circa sessanta precari, con un taglio di quaranta posti di lavoro;
sembrerebbe che, nei mesi di aprile e maggio di quest'anno, alcuni imprenditori privati rappresentanti della società Diesel Power Solution s.r.l. abbiano avuto alcuni incontri con il capo-segreteria del Ministro dei trasporti al quale sarebbe stato proposto un piano di attraversamento dell'area dello Stretto di Messina, mediante aliscafi da e verso Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, peraltro con a bordo sei membri di equipaggio;
in tali incontri sarebbe stato dettagliato il piano di attraversamento, che prevede, tra l'altro, anche l'assunzione, previa selezione, dei precari RFI, quantificati in circa venti unità;
gli stessi imprenditori avrebbero proposto la gestione dei battelli veloci RFI, Selinunte e Tindari, con la presa in carico del relativo personale dipendente e facendosi carico di tutta la relativa manutenzione ordinaria e straordinaria;
a tutt'oggi il Ministero non ha preso in alcuna considerazione tali proposte di incremento dell'occupazione e quindi dei servizi di attraversamento nello Stretto di Messina presenti nel summenzionato piano industriale;
sembrerebbe che il Ministro dei Ttasporti, invece di dare riscontro a tale proposta, ha ritenuto di dover verificare, mediante dei quesiti ad una società concorrente, la Siremar Spa, il prezzo della cessione nonché le condizioni dei mezzi acquisiti dalla Diesel Power Solution s.r.l., società proponente del nuovo servizio di trasporto sullo Stretto;
la Siremar s.p.a., la cui inefficienza nel servizio di trasporto pubblico è a tutti nota, come peraltro dimostrato da una


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recentissima inchiesta del settimanale L'Espresso, avrebbe addirittura dichiarato di aver venduto alla predetta società dei mezzi inidonei allo svolgimento dei servizi di trasporto perché vetusti;
è grave che per danneggiare un concorrente, e per favorire gli attuali imprenditori che operano in regime di monopolio nello Stretto di Messina, la predetta società abbia dichiarato l'inidoneità di mezzi (peraltro riammodernati a norma) che hanno lo stesso numero di anni, a volte anche meno, di mezzi di sua proprietà che ancora oggi scorazzano per i nostri mari (si pensi agli aliscafi Giorgione e Masaccio o alla motonave Diomedea della Tirrenia che fa la tratta Ortona-Tremiti) -:
quali siano le ragioni che hanno indotto il Ministro dei trasporti a non prendere in alcuna considerazione il piano industriale proposto dalla predetta società avvalendosi per l'interrogante di pretestuose, inconferenti ed arbitrarie procedure per l'esame della proposta avanzata dal predetto gruppo privato;
per quali motivi il Ministro interrogato abbia chiesto chiarimenti su una operazione finanziaria fra soggetti privati alla Siremar s.p.a. società concorrente;
se tale intromissione in atti privati non sia espressione di un pregiudizio contrario all'ingresso nel mercato di un concorrente ulteriore in una situazione di sostanziale monopolio;
se identica richiesta di informazioni, in violazione delle norme in materia di privacy, sia stata effettuata per altre operazioni finanziarie di acquisto e/o vendita navi condotte da altri armatori che operano nell'ambito dello Stretto di Messina;
se il Ministro interrogato abbia mai chiesto ad altri imprenditori pubblici o privati che operano nello Stretto di Messina atti di provenienza, stato strutturale dei mezzi, manutenzioni periodiche effettuate, rotte di navigazione in funzione delle tratte, tabelle di armamento, tariffe applicate, stato della sicurezza a bordo, servizio proposto all'utenza, stato amministrativo delle concessioni degli approdi, con particolare riguardo all'approdo di Tremestieri, percentuale degli utili conseguiti in ragione dei costi di esercizio, contributi di ogni natura anche fiscale concessi a società amatoriali, contributi di Stato alla rottamazione dei traghetti della navigazione locale, idoneità dei mezzi acquistati e opportunità economica di operazioni di permuta da parte di soggetti privati a capitale pubblico e ciò al fine di garantire la sicurezza e l'efficienza del servizio di trasporto nello Stretto di Messina.
(4-04269)

FITTO, LEONE, LAZZARI, VITALI, SANZA, DI CAGNO ABBRESCIA, FRANZOSO, LICASTRO SCARDINO, CARLUCCI e MAZZARACCHIO. - Al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
si apprende da notizie di stampa del 3 luglio 2007 e in particolare da una intervista rilasciata dall'Amministratore Unico di Aeroporti di Puglia, Ing. Domenico Di Paola, che gli aeroporti di Bari e Brindisi rischiano di perdere lo status di «aeroporti internazionali»;
sempre nella stessa intervista, l'Ing. Di Paola dichiara che «è in corso nell'ambito della legge delega del Governo per la riforma del trasporto aereo, in applicazione della normativa comunitaria, una classificazione degli aeroporti». E l'Ing. Di Paola aggiunge: «Cosa significhi non è dato sapere ma c'è già molta preoccupazione» -:
se corrisponda al vero che gli aeroporti di Bari e Brindisi rischiano di perdere lo status di «aeroporti internazionali»;
cosa intenda il Governo prevedere, nella riforma del trasporto aereo, relativamente ai due scali pugliesi di cui sopra;
cosa preveda per i due scali di cui sopra la classificazione degli aeroporti in applicazione della normativa comunitaria;
in base a quali criteri vengano classificati gli aeroporti, quali siano i motivi, e


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di chi le eventuali responsabilità, per cui quelli di Bari e Brindisi rischino il declassamento;
quali misure urgenti il ministro interrogato intenda mettere in atto per evitare il declassamento degli scali di Bari e Brindisi, posto che proprio lo stesso ministro in una recente intervista sul quotidiano Italia Oggi ha definito gli scali pugliesi fiore all'occhiello del sistema aeroportuale italiano.
(4-04275)