Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 83 del 6/12/2006
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(Chiusura dell'aeroporto di Catania-Fontanarossa - n. 3-00456)

PRESIDENTE. Il deputato Reina ha facoltà di illustrare l'interrogazione Oliva n. 3-00456 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 2), di cui è cofirmatario.

GIUSEPPE MARIA REINA. Signor Presidente, l'ossessivo perdurare della chiusura altalenante dell'aeroporto di Catania-Fontanarossa che, lo ricordiamo, nella classifica italiana degli aeroporti è il quinto, determinata dalla preoccupazione che deriva dalla presenza in atmosfera di un fascio di polveri laviche, non solo procura insostenibili danni all'utenza e all'economia, ma presenta anche caratteristiche strane e misteriose.
Infatti, i vulcanologi della sezione catanese dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia sostengono che dal 27 novembre non ci sono condizioni di pericolo. Pertanto, rimane per tutti incredibile il fatto che, dal 27 novembre ad oggi, questo aeroporto rimanga chiuso, senza capire sulla base di quali elementi scientifici.


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Chiediamo che, in attesa che vengano accertati tali elementi, si possa almeno distaccare presso la base navale di Sigonella il flusso aereo che non viene consentito a carico dell'aeroporto di Catania.

PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha facoltà di rispondere.

VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, l'Ente nazionale per l'aviazione civile agisce, come lei sa, come unica autorità di regolazione tecnica, di certificazione e di vigilanza in questo settore. Tale ente ha emanato circolari anche rispetto alla situazione dell'aeroporto di Catania-Fontanarossa, sulla base di regole e standard di sicurezza internazionali. Tali circolari prescrivono procedure e raccomandazioni per la gestione delle operazioni di volo in presenza di nubi di cenere vulcanica. Questa circolare è trasparente, perché è disponibile sul sito Internet dello stesso ente.
Sulla base di tali disposizioni, che non hanno carattere locale - lo voglio ribadire -, per quanto riguarda l'aeroporto in questione, l'ENAC ha assunto la determinazione della chiusura dello scalo insieme all'ENAV e all'Aeronautica militare, che cura il servizio meteo-radar, nonché all'Istituto di geofisica e vulcanologia, che controlla e riferisce la situazione sotto l'aspetto geofisico e fornisce notizie certe sull'evoluzione della nube.
Riguardo alle questioni poste sul trasferimento, stabile e permanente, del traffico aereo di Catania - anche se non mi pareva questa la sua considerazione - sullo scalo di Sigonella, ci sono due motivi ostativi. Da una parte, si tratta di uno scalo che ha lo status militare e che è interessato da un intenso traffico militare. Dall'altra parte, su di esso opera la Marina militare degli Stati Uniti. Un eventuale trasferimento del traffico civile è ipotizzabile soltanto a seguito di preventiva programmazione di misure e situazioni particolari, come, ad esempio, è già avvenuto nel caso di chiusura temporanea dell'aeroporto di Fontanarossa.
Contrariamente a quanto si è letto sulla stampa, la stessa Marina militare americana ha adottato le medesime procedure cautelative assunte per l'aeroporto di Catania-Fontanarossa, prevedendo anch'essa l'interruzione dell'attività durante le ore serali.
Infine, voglio segnalarle che recenti intese fra ENAC e Dipartimento per la protezione civile faranno sì che, a breve, sarà convocata una conferenza di servizi proprio riguardo a tale questione.
La conferenza di servizi, che vedrà la partecipazione di tutti i settori interessati, potrà affinare le procedure attualmente presenti di apertura dello scalo di Fontanarossa durante la fase eruttiva dell'Etna, consentendo, ad esempio, una protrazione dell'apertura dell'aeroporto fino alle ore 20. Pertanto, vedremo le risultanze dopo l'annunciata conferenza di servizi.

PRESIDENTE. Il deputato Reina ha facoltà di replicare.

GIUSEPPE MARIA REINA. Signor Presidente, signor ministro, la ringrazio, ma mi ritengo parzialmente soddisfatto per la sua risposta. Il testo della circolare ENAC è stato contraddetto dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che lo ha ritenuto, per quanto attiene alle indicazioni del monitoraggio sulla cenere lavica, estremamente lacunoso. Sono documenti che posso immediatamente consegnare agli uffici.
Ciò che mi preoccupa è che proprio il direttore dell'Istituto di Catania ha espressamente dichiarato che, dopo il 27 novembre, non si sono registrate anomalie nel comportamento del vulcano. Qualcuno avrà ritenuto opportuno, in via precauzionale, chiudere l'aeroporto.
Senza considerare le ripercussioni sull'indotto dal punto di vista economico, ricordo che la società di gestione dell'aeroporto ha perso, fino ad oggi, 600 mila euro. Ricordo inoltre che sono a rischio molti posti di lavoro e che, malgrado tutto, nell'epoca moderna in cui viviamo, non vi


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è ancora una vera e propria sperimentazione scientifica che possa dirci con esattezza se la quantità di cenere lavica prodotta dall'Etna e la tipologia della stessa possano costituire realmente un pericolo per la navigazione.
La base di Sigonella è stata già utilizzata tra il 2002 e il 2003, come ricordava lo stesso ministro Chiti. Avanziamo questa richiesta, ma solo come ultima alternativa, perché già è un enorme disagio spingere fin qui i passeggeri.
Del resto, non capisco come si abbiano notizie differenti. Sappiamo che a Sigonella i voli si svolgono regolarmente e non comprendo come, durante la notte, possano determinarsi particolari fasci di cenere lavica sull'aeroporto di Catania e non, ad esempio, su Sigonella.
Per queste ragioni, invitiamo il Governo ad adoperarsi al più presto affinché l'aeroporto possa riattivarsi completamente.

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