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La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 3.14.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mariani. Ne ha facoltà.
RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, vorrei svolgere qualche considerazione sull'articolo 3, in quanto ritengo che tale articolo rappresenti il cuore del provvedimento in esame. In questi giorni, abbiamo sentito diverse riflessioni da parte del centrodestra alle quali appare necessario controbattere.
Tale articolo, infatti, cita - vista la situazione emergenziale della quale nessuno può ignorare l'evidenza e la gravità - alcuni dei provvedimenti che il commissario potrà attuare sin dall'avvio della nuova impostazione commissariale, che riguarda l'immediata ridefinizione dei contratti relativi al servizio di smaltimento dei rifiuti. Si tratta di uno degli aspetti più delicati.
Il nostro Governo ha espressamente stabilito nell'articolo 3 che tale affidamento sia rivisto - alla luce della normativa e soprattutto per la tutela della salute dei cittadini campani - nell'ottica dell'utilizzazione delle più moderne tecnologie (dallo stoccaggio all'uso dei termovalorizzatori) nell'intero settore dello smaltimento dei rifiuti.
Ieri, nel corso del dibattito, sono emerse anche importanti contraddizioni in ordine al ruolo del commissario e al conferimento allo stesso di poteri straordinari, anche in considerazione della sua funzione nell'ambito della Protezione civile e, nello stesso tempo, in ordine al ruolo degli enti locali. Ci siamo sentiti dire che gli enti locali devono essere esclusi da questa discussione, avendo dimostrato una incapacità di governo, mentre qualcuno ha affermato che sarebbe giusto concordare con tali enti anche alcune politiche.
Riteniamo che il decreto-legge in esame abbia rappresentato, in questo senso, un segnale molto forte di coinvolgimento degli enti locali campani e della stessa regione. Crediamo sia necessario utilizzare un provvedimento di carattere emergenziale ma, nello stesso tempo, troviamo molto utile che si faccia riferimento anche ad una maggiore responsabilizzazione della regione e degli enti locali.
Il fatto che l'articolo 3, al comma 1-ter, preveda il coinvolgimento, insieme al commissario delegato, della regione Campania, del Ministero dell'ambiente, delle province e degli enti locali, riguardo all'aggiornamento del piano regionale dei rifiuti, rappresenta a nostro avviso uno strumento che consente al commissario di risollevare una questione che era rimasta a livello locale.
L'aspetto dell'aggiornamento è stato criticato, individuandolo come una sorta di ibrido che, in effetti, non consentirà al Governo centrale di risolvere in un anno una questione che dura ormai da 13 anni.
Noi riteniamo molto giusta questa scelta e crediamo sia corretto coinvolgere anche gli enti locali, insieme al commissario, nella ricostruzione ed aggiornamento di un piano moderno che, oggi, può avvalersi dell'esperienza maturata in tante parti del territorio nazionale. Mi riferisco ai territori in cui sono state adottate politiche relative alla raccolta differenziata - vi sono esempi virtuosi non solo nel nord Italia ma anche in alcuni comuni, che citeremo, della stessa Campania - e a quelli in cui si è fatto ricorso alle più moderne tecnologie nel campo della termovalorizzazione che garantiscono la salute e la sicurezza dei cittadini. Questo
sistema, nel suo complesso, darà un risultato importante per la regione Campania, quanto al ciclo complessivo della gestione dei rifiuti. Crediamo che, senza demagogia ma con la volontà di tutti, ci sia la possibilità di costruire un periodo nuovo per quel territorio.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, ho notizia del fatto che alcune Commissioni e alcuni presidenti di Commissione, insieme ad altri colleghi, in questo momento stanno ricevendo alcune delegazioni. È spiacevole dirlo, signor Presidente, ma credo che questo tipo di incontri debbano avere luogo in momenti non coincidenti con quelli in cui si svolgono le sedute dell'Assemblea, dato che la fattispecie corrisponde, sostanzialmente, a quella in cui si incorre allorquando una Commissione continui la propria attività mentre è in corso la seduta dell'Assemblea. La pregherei, se possibile, di provvedere, se non a sconvocare questi incontri, a garantire la presenza dei colleghi alle attività dell'Assemblea di questa mattina.
PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, abbiamo accertato che non sono attualmente in corso i lavori di alcuna Commissione, neppure delle Commissioni bicamerali. Perciò, quanto di competenza della Presidenza è stato assolto. Se qualche presidente di Commissione si sta intrattenendo in qualche incontro, è evidente che non possiamo fare alcunché.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nel preannunciare il voto contrario del gruppo di Italia dei Valori sull'emendamento Dussin 3.14, approfitto dell'occasione per svolgere qualche ragionamento che ci sta a cuore. In generale, non tutto il contenuto di questo decreto-legge ci soddisfa. Anche da parte nostra, infatti, ci sono alcune riserve. Noi siamo per principio contrari all'idea dei commissariamenti delle regioni per emergenze di questo tipo perché, in genere, si scopre che le situazioni emergenziali finiscono per durare nel tempo. Ciò è avvenuto per il problema dei rifiuti in Campania, ma anche in occasione di emergenze rifiuti che si sono verificate in altre regioni. Provengo dalla provincia di Verona che, al momento, sta vivendo un'emergenza relativamente ai rifiuti. Quando ho ricoperto, dieci anni fa, la carica di presidente della medesima provincia, ho constatato come le emergenze possano verificarsi anche in modo del tutto inatteso. Avevamo realizzato un ottimo piano per lo smaltimento dei rifiuti che avrebbe dovuto garantire l'autosufficienza di tutta la provincia attraverso la riduzione del numero di discariche. All'epoca, ve ne erano tre e avrebbero dovuto ridursi ad una soltanto, perché sarebbe dovuto entrare in funzione un termovalorizzatore in grado, da solo, di smaltire il 50 per cento dei rifiuti prodotti nella provincia. Ebbene, quel piano è andato avanti ma, a un certo punto, si è scoperto che il termovalorizzatore non era assolutamente in grado di smaltire la quantità di rifiuti prevista per problematiche di natura tecnica, essendo stato progettato molti anni prima.
Purtroppo, nel nostro paese, dal momento in cui ci si immagina di costruire un impianto di questo tipo al momento in cui si riesce a realizzarlo, passano decenni durante i quali cambiano anche le condizioni, e il contesto, che permettono a questi impianti di funzionare. Nella fattispecie, l'impianto era stato pensato per lo smaltimento del rifiuto tal quale, anziché per uno smaltimento selezionato della sola parte secca dei rifiuti stessi. Quando è arrivato il momento di entrare a regime, si è scoperto che non era in grado, essendo un impianto di cogenerazione di energia elettrica, di corrispondere ai bisogni per i quali era stato costruito: nel frattempo, si è passati alla raccolta differenziata e si è deciso di porre in essere impianti di separazione
secco-umido in modo da smaltire in discarica soltanto una parte del rifiuto.
Ebbene, nel momento in cui le due discariche rimaste in funzione non sono state in grado di continuare nella loro attività, visto che in una di esse è stato scoperto in modo inaspettato un livello di percolato di 19 metri, dopo che per tantissimi anni era rimasto intorno al metro o al metro e mezzo (fatto che ha portato al sequestro di quella discarica), ci si è trovati di fronte ad un problema di assoluta emergenza, perché l'unica discarica ancora funzionante non era più in grado di smaltire la quantità di rifiuti presenti in provincia.
È iniziata, pertanto, la ricerca di soluzioni alternative, che, inevitabilmente, comportano anche in questo caso non un utilizzo di aree o di discariche situate al di fuori della regione Veneto ma una soluzione all'interno, che genererà costi molto più rilevanti per i cittadini della provincia di Verona. È evidente che bisognerebbe, se vogliamo che il problema rifiuti venga risolto su tutto il territorio nazionale, che a pagare le conseguenze fossero i cittadini che dovrebbero, nel caso in cui gli amministratori non siano in grado di risolvere il problema, sopportarne gli oneri.
In ogni caso, il gruppo Italia dei Valori voterà, come ho già detto all'inizio del mio intervento, contro l'emendamento all'esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. È la stessa cosa che l'intervento venga fatto da me o da un altro: vale la pena però intervenire anche perché penso che - e la ringrazio, Presidente - la collega Mariani, che è brava e che stimo molto per il suo lavoro in Commissione, e con la quale voglio proprio dialogare visto che ha colto l'occasione di sostenere perlomeno l'iniziativa dell'emendamento in esame anche se poi non lo voterà (il fatto che sia intervenuta era per prendere tempo, come fa del resto il capogruppo del suo gruppo in Commissione), abbia colto l'importanza che la Giunta regionale voglia e debba partecipare alle decisioni che devono essere prese.
La collega è intervenuta sull'emendamento in esame e ha parlato di partecipazione. Mi sembra che siamo d'accordo sulla necessità della partecipazione, ma anche sul fatto che il commissario in questa fase possa decidere l'insieme delle iniziative volte a superare l'emergenza e anche in modo rapido.
Vi è ancora un'altra considerazione da fare. Alla sinistra è molto caro il fatto della partecipazione: sappiamo però che con tale motivazione le amministrazioni, da una parte e dall'altra, si sono sempre bloccate e non hanno dato soluzione ad un piano, in particolare, per l'aspetto della scelta dei siti o dell'impiantistica che dovrebbe trattare tutto l'insieme dei rifiuti in quella regione.
Una volta convenuto sul concetto della partecipazione e sul discorso della comunicazione, che abbiamo evidenziato con alcuni emendamenti (anche se respinti dalla maggioranza) ci sentiamo di confermare le proposte esclusivamente di merito da noi presentate in aula in questi giorni.
Collega Mariani, c'è anche un altro discorso che dovremmo affrontare con i tuoi colleghi della maggioranza: abbiamo visto il lavoro svolto dal presidente della regione, e non insistiamo su questo, ma dovremmo anche parlare del lavoro svolto dal sindaco di Napoli. Si tratta di un lavoro sicuramente non sufficiente, come non è sufficiente il lavoro del suo assessore. La provincia di Napoli racchiude la maggioranza dei cittadini della Campania: 3,6 milioni su 6 milioni. Bisogna denunciare anche questo aspetto, come ha fatto la Gabanelli nella sua trasmissione Report: è inutile dire che non è vero, basta rivedere quella puntata. Dobbiamo denunciare anche il modo di operare del sindacato (oltre 2 mila persone) in Campania, in modo particolare nel comune di Napoli. Credo che ciò non sia in sintonia con il tuo modo di pensare, collega Mariani, e con il modo di pensare degli amministratori della tua regione.
Ritengo sia il caso che voi andiate a commissariare a livello di partito i vostri esponenti in Campania, e lo stesso dovrebbe fare la Margherita. Infatti, gli amministratori stanno dimostrando estrema incapacità e stanno creando un danno d'immagine a voi ed un danno erariale a tutto il paese.
Credo si debba prendere spunto dalla tua volontà, collega Mariani, e dalla tua convinzione che parte da esempi di altre regioni, e mi pare che gli esempi buoni per la Campania siano veramente pochissimi (forse si potranno contare sulle dita di una mano). Bisogna, dunque, prendere esempio da altre regioni e portare questa informazione all'intero paese. Il presidente della regione ed il sindaco di Napoli hanno creato un danno d'immagine alla Campania e all'Italia tutta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cacciari. Ne ha facoltà.
PAOLO CACCIARI. Signor Presidente, signor sottosegretario, vorrei approfittare della disponibilità dei colleghi Dussin e Paolo Russo per accettare il dialogo da loro propostoci con la maratona oratoria a cui costringono l'Assemblea da un paio di giorni. Credo che le proposte emendative presentate dai due colleghi siano più o meno di tre tipi. Una serie di emendamenti da loro presentati sono di tipo provocatorio: servono a farci perdere tempo ed a sottoporre la maggioranza ad un confronto muscolare. In tali emendamenti - mi consentano - vi sono alcuni accenti inaccettabili sul piano politico-culturale nei riguardi della popolazione della Campania, e della popolazione meridionale in generale, che sarebbe incapace di avere stili e comportamenti di vita civili adeguati a quelli delle città del nord.
Di questo tipo di discorsi, io mi rifiuto persino...
GUIDO DUSSIN. Sempre di amministratori ho parlato, mai di Campania!
PAOLO CACCIARI. Degli amministratori parlerò dopo!
GUIDO DUSSIN. Solo di amministratori abbiamo parlato!
PAOLO CACCIARI. Quest'aurea sul discorso...
GUIDO DUSSIN. Abbiamo parlato solo di amministratori!
PAOLO CACCIARI. Dussin, ascoltami! Da questo punto di vista ci sono stati anche accenni che considero assolutamente insopportabili!
Un'altra serie di emendamenti sono stati definiti, dal collega Paolo Russo, persino lessicali, cioè di miglioramento della qualità giuridica del testo e, quindi, di perfezionamento della norma. Ritengo del tutto accettabile questa tipologia di osservazioni e desidero svolgere alcune riflessioni su cui richiamo l'attenzione sia della Presidenza sia del rappresentante del Governo.
Da parte mia, e credo anche da parte di tutta la maggioranza, vi è una certa insofferenza e insoddisfazione sul dibattito in corso. Questa tipologia di emendamenti segnalano un problema reale che deve affrontare l'Assemblea. La Presidenza e il Governo debbono, quindi, adoperarsi affinché in futuro si eviti all'Assemblea questa sofferenza. L'Assemblea si è, infatti, trovata stretta da una duplice esigenza. Da una parte, l'esigenza di dare risposte urgenti ad un'emergenza che anche l'opposizione credo non neghi: i rifiuti abbandonati per strada e l'assenza di sistemi di smaltimento degli stessi che hanno richiesto addirittura la mobilitazione della protezione civile ad intervenire sul territorio. Dall'altra, l'esigenza-dovere del legislatore di «sfornare» un testo il più possibile perfetto e ragionato. Queste due esigenze si sono scontrate in Assemblea. La maggioranza - io dico responsabilmente - ha scelto di schierarsi a favore di un interesse predominante - l'interesse generale - al fine di dare risposte al problema dei rifiuti, definito da Bertolaso, sociale e sanitario, della regione Campania.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.
ELIAS VACCA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, segnalo innanzitutto che il richiamo rivolto poc'anzi dall'onorevole Dussin è, per la verità, echeggiato nel corso del lavoro svolto ieri dall'Assemblea relativamente alla conversione del presente decreto-legge.
In generale, l'emergenza rifiuti è uno di quei problemi sui quali si misura il livello di coesione del paese. Si tratta, infatti, di uno di quegli argomenti sui quali bisogna scongiurare quella sindrome, spesso richiamata sugli organi di stampa, riassunta nella massima not in my back yard (non nel mio cortile). Quello dell'emergenza rifiuti è un problema che sollecita complessivamente il paese ad un senso di responsabilità collettivo tale per cui le questioni non possono essere gestite e risolte unicamente nel territorio che vive l'emergenza. A tale proposito, recentemente nella mia regione, la Sardegna, si è scatenata una forte polemica in merito alla possibilità che una parte dei rifiuti della regione Campania potessero essere trasportati e stoccati in Sardegna.
Naturalmente, le attuali forze di opposizione non hanno mancato l'occasione per scatenare una canea contro il governatore Soru, che si sarebbe reso responsabile di un atto che, al contrario, ritengo di assoluta responsabilità, cioè, quello di fornire, in un momento di particolare emergenza per un'altra regione del nostro paese, la possibilità di contribuire a risolvere il problema piuttosto che di respingerlo sul presupposto che non riguardava direttamente la nostra regione.
Il problema era quello di trasformare una quantità, tutto sommato minima, di rifiuti della quale la regione Campania è attualmente invasa, cosa che non avrebbe sicuramente comportato alcun disagio all'ecosistema dell'isola nella quale vivo.
Detto ciò, e fatta questa premessa - e mi dispiace che il collega presentatore dell'emendamento non sia al momento presente in aula - vorrei far rilevare, nell'esprimere il voto negativo del gruppo dei Comunisti Italiani sull'emendamento Dussin 3.14, come sia di tutta evidenza (almeno così appare) che qualora l'emendamento Dussin 3.14 fosse accolto, lo stesso si porrebbe in termini preclusivi rispetto al successivo Dussin 3.15.
Secondo la proposta emendativa del collega Dussin - leggo - al comma 2, si dovrebbe, dopo le parole «ambientali e sanitarie» aggiungere «previa deliberazione della giunta regionale». Rilevo però che l'emendamento Dussin 3.15 prevede, dopo le parole ambientali e sanitarie, che si aggiunga «previo parere del ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare».
Mi pare di poter dire che, delle due, l'una: o il presentatore ha scarsissima fiducia nella possibilità che il primo emendamento venga accolto e, quindi, prevede già che, non essendo accolto questo emendamento, l'integrazione debba essere data dal parere del ministro dell'ambiente o, diversamente, qualora l'emendamento Dussin 3.14 dovesse essere, contrariamente a quanto i Comunisti Italiani auspicano, accolto, risulta altrettanto evidente che l'emendamento Dussin 3.15 non potrebbe essere connesso al corpo del testo.
GUIDO DUSSIN. Se sei d'accordo, la prima!
ELIAS VACCA. Si tratta di una mia osservazione di tecnica normativa che, ovviamente, non attiene al merito. Sul merito del problema, invece, vorrei sottolineare un aspetto. Tutto l'impianto del comma 2 è teso a prevedere una misura d'urgenza e straordinarietà (del resto, la stessa istituzione del commissario depone nel senso dell'urgenza e della straordinarietà).
Allora, prevedere che un'autorità commissariale - leggo direttamente dalla formulazione del comma 2 - individua in termini di somma urgenza - quindi, neppure in termini di semplice urgenza, bensì di somma urgenza - una soluzione, ma poi gravare l'attività del commissario e della deliberazione della giunta regionale e, o, alternativamente, del previo parere del ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, significa dire due cose che sono tecnicamente, logicamente e normativamente incompatibili. In altre parole,
laddove si parla di somma urgenza è evidente che si saltano dei passaggi. Reintrodurre questi passaggi attraverso l'emendamento significa implicitamente riconoscere che somma urgenza non c'è.
L'altro argomento, invece, riguarda la garanzia che, come Comunisti Italiani non può che trovarci soddisfatti nella formulazione introdotta nella proposta di conversione. Infatti, anche in presenza di una gestione commissariale e di requisiti di somma urgenza, viene mantenuta la garanzia a salvaguardia dell'affidabilità dei soggetti in ordine sia alla regolare ed efficace gestione del servizio, sia all'estraneità di tali soggetti alle associazioni di tipo mafioso (perché viene fatta salva la normativa antimafia).
Noi siamo per l'impianto contenuto nel comma 2, nella proposta di modificazione contenuta nel fascicolo principale e voteremo contro l'emendamento Dussin 3.14.
SALVATORE MARGIOTTA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SALVATORE MARGIOTTA, Relatore. Signor Presidente, approfitto dell'esame nel merito dell'emendamento Dussin 3.14 per ribadire quanto ho già detto in sede di replica.
Il decreto-legge sottoposto alla nostra approvazione rappresenta un punto di equilibrio molto pregevole tra differenti esigenze: quella di avere un commissario delegato con piena autorevolezza e pieni poteri, in grado di gestire situazioni di emergenza e quella di avere il coinvolgimento degli enti locali.
Molti degli emendamenti presentati sono contraddittori da questo punto di vista: da un lato, si cerca di indebolire la figura del Commissario; dall'altro, si cerca quasi di farne un'autorità capace di governare i processi in completa solitudine. Nel caso di specie, aggiungere nel comma 2 dell'articolo 3, come propone il collega Dussin, le parole «previa deliberazione della Giunta regionale» comporterebbe - è di tutta evidenza - un indebolimento della funzione del Commissario che, a sua volta, potrebbe determinare l'incapacità di tale soggetto di gestire i fenomeni di emergenza e di urgenza.
Ecco perché, su quello in esame come su tutti gli altri emendamenti presentati, il parere del relatore è stato contrario.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, prima di procedere alla votazione, vorrei chiederle di disporre il controllo delle tessere da parte dei Segretari di Presidenza.
PRESIDENTE. Prego i deputati Segretari di procedere al controllo delle tessere di votazione (I deputati Segretari ottemperano all'invito del Presidente)... Mi pare che il controllo sia stato effettuato. Vigilerò anch'io con particolare attenzione, per corrispondere alla sollecitazione dell'onorevole Volontè. A questo punto, credo possiamo procedere.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 3.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 245
Maggioranza 123
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 228
Sono in missione settantacinque deputati).
Prendo atto che il deputato Balducci non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 3.15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, quando è intervenuto sul precedente emendamento, il collega Vacca ha osservato che i due emendamenti 3.14 e 3.15, da me presentati, sono antitetici. Per la verità, il collega sembrava più favorevole al primo, che comunque non ha sostenuto con il voto. Ciò dimostra la bontà e la coerenza dell'intervento del collega: la sua dichiarazione di voto era prevalentemente ostruzionistica, dal momento che c'era il rischio che mancasse il numero legale.
Prendo atto che da buoni parlamentari della Repubblica anche i deputati dell'estrema sinistra intervengono solo quando serve recuperare un po' di tempo (Commenti del deputato Boato). Sì, caro collega Boato, d'altronde tutto il mondo è paese e credo che la pensiamo quasi tutti allo stesso modo. Ciò che dispiace è il fatto che non vi siano forze o singoli parlamentari che possano intervenire per rompere alcuni meccanismi.
Per quanto riguarda il successivo emendamento, preavviso i colleghi dell'Italia dei Valori (che spero facciano una considerazione, visto che ieri ci hanno manifestato un'apertura confidenziale nella quale ammettevano la bontà dell'emendamento 3.4), che dopo l'emendamento in esame vi sarà il mio emendamento 3.16, che a mio avviso vale la pena considerare. Se si hanno veramente dei grandi valori bisognerebbe perlomeno esporsi e definire la bontà di alcune questioni, come ad esempio la gara con procedura ristretta a cinque concorrenti.
Tornando al mio emendamento 3.15, non mi sta bene ciò che ho sentito poco fa, vi sono stati alcuni interventi insopportabili e politicamente e culturalmente inaccettabili: si è parlato dei campani, ma noi non interessa parlare dei campani. Da parte mia ho voluto evidenziare in modo specifico e molto forte in questa Assemblea, motivando e presentando dati oggettivi, riscontrabili in Commissione tra i dati riportati dai commissari, l'incapacità di governo di quella regione. Riconosco che altri assessori dello stesso colore in altre regioni si sanno comportare molto meglio. Qui siamo proprio nella situazione peggiore d'Italia per quanto riguarda la gestione dei rifiuti. La cosa che più mi dispiace è che non vi sia un'autocritica costruttiva in grado di favorire queste realtà amministrative, anche attraverso degli atti di indirizzo o normativi che possano portare ad una soluzione specie sulla individuazione e sulla collocazione dei siti.
Sono altresì convinto che se vi fosse la volontà bisognerebbe favorire l'amministrazione della regione Campania individuando con questo piano promosso dal commissario in modo molto celere il piano regionale smaltimento rifiuti e i piani d'ambito provinciali o di aree omogenee, individuate sulla scorta delle aree delle attuali province.
Credo che, se voi riuscite a fornire un aiuto con questo provvedimento, o anche con un altro, potrete far risparmiare soldi anche ai cittadini del nord. Noi non possiamo non stigmatizzare questo fatto. È di tutta evidenza che questi provvedimenti costano, che li pagano tutti i cittadini. Noi che siamo eletti al nord non possiamo non denunciare questi aspetti, caro Cacciari. Tu potrai dire che facciamo un'operazione di bandiera, ma è vero che noi paghiamo anche per conto di altri cittadini e credo che, per quanto riguarda in particolare il settore dei rifiuti, non sia corretto né giusto. Questa è la grande verità (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. In questi pochi minuti di autostruzionismo che avete fatto è venuto fuori il vero volto di questo provvedimento.
Tutti voi avete affermato che il provvedimento in oggetto non è completamente «digeribile», avete riferito che si tratta di una costrizione derivante da chissà quale azione e che, nel merito, avreste avuto il piacere di approfondire alcune questioni che abbiamo posto, talune, come ha detto appropriatamente il collega Cacciari, di carattere lessicale (tra l'altro, di tipo strumentale), ma gran parte di merito.
Emerge un disagio, una difficoltà derivante da una volontà - immagino estranea a quest'aula - di produrre un risultato normativo di basso profilo. Sin qui poco male, poiché questa norma si sommerebbe alle tante norme che si stanno producendo con dubbia ingegneria normativa. Tuttavia, state giocando con una regione con sei milioni di abitanti ai quali va il nostro rispetto. Non crediamo che quei cittadini campani non siano capaci di governare questo fenomeno. Anzi, in quelle realtà, vi sono amministrazioni illuminate, devo dire sia di sinistra che di destra; ma, quando arriveremo all'articolo riguardante la raccolta differenziata, mi permetterò di suggerirvi anche i dati scomposti per sindaci, offrendovi la possibilità di valutare le appartenenze politiche dei sindaci e i risultati sulla raccolta differenziata. Vi accorgerete come, bontà nostra, i sindaci del centrodestra facciano più raccolta differenziata; persino in questo sono più bravi!
Sarete costretti a misurarsi anche questo e sarà imbarazzante, ma lo avete già espresso ieri con un voto chiaro, inequivocabile: quando avete bocciato la regione Campania, definendola, di fatto, incapace di governare questo fenomeno, avete espresso un giudizio, devo dire il vero, condivisibile rispetto alle capacità gestionali e politiche di quella regione, ma avete iniziato ad analizzare anche l'attività dei singoli comuni e avete cominciato a riflettere sulla città di Napoli.
L'Udeur, in queste ore, chiede, a Napoli, la testa del management dell'ASIA. L'ASIA a Napoli non è l'Asia, con un accento diverso, ma è l'azienda municipalizzata, lottizzata, per governare il sistema dei rifiuti in città. È la straordinaria azienda che ha raggiunto performance importanti sul fronte della raccolta differenziata: nel 2004 il 6 per cento, nel 2005 il 5 per cento! Ora, ci aspettiamo che questo trend continui, per raggiungere, immagino, risultati da men che prefisso telefonico!
L'Udeur, dunque, in queste ore, ha chiesto quella testa, e mentre il povero Bertolaso si occupa di emergenza, si sta celebrando l'ennesima pantomima di un'azione consueta di tipo partitocratico, capace di mettere le mani su questa azienda, nel disperato tentativo di fare altre clientele, altre gestioni! Nulla a che vedere con le performance positive di raccolte in questo settore!
Avete espresso un giudizio critico e severo nei confronti della regione Campania. A mano a mano, cominciate ad esprimerlo anche nei confronti delle grandi città. Il risultato però deve essere il seguente: avendo misurato quest'assoluta incapacità, dovete affidare al commissario Bertolaso la gestione in senso monocratico, unico, non con improbabili intese.
Per queste ragioni, esprimeremo un voto favorevole sull'emendamento in oggetto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Mi appello ancora al senso di responsabilità di ogni collega, a destra e a sinistra, perché vedo un paesaggio di tessere disseminate, al quale non corrisponde un paesaggio di teste, ossia di persone presenti...
Invito i Segretari a collaborare con il Presidente e tutti voi alla massima responsabilità. Ognuno voti per sé. Non costringete la Presidenza a procedere nuovamente alla verifica della disseminazione delle tessere, che è davvero eccessiva.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 3.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 423
Votanti 422
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 231).
Prendo atto che i deputati Buontempo, Cogodi e Dato non sono riusciti ad esprimere
il proprio voto. Prendo atto altresì che il dispositivo di voto del deputato Germanà non ha funzionato e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 3.16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Il mio emendamento 3.16 è un emendamento di sostanza ed è molto importante, soprattutto per chi crede nella trasparenza delle gare pubbliche e per chi è convinto che, anche in una fase di emergenza, superato il problema igienico-sanitario verificatosi in questo breve periodo e che, tuttalpiù, sarà risolto definitivamente, da parte del commissario, entro dicembre, si debba iniziare ad assumere comportamenti, sempre da parte del commissario, consoni al nostro ordinamento e, soprattutto, coerenti con una questione morale, che deve essere perseguita nel nostro paese.
Ciò viene facilitato anche attraverso questo emendamento, che vuole sostituire le parole: «anche mediante affidamenti diretti a soggetti» con le seguenti: «mediante gara con procedura ristretta, invitando un numero di cinque concorrenti, anche». Penso che, seppure non siano cinque, i concorrenti potrebbero essere almeno tre, ma perlomeno ci sia una gara e un confronto!
Questo elemento darebbe certezza e sicurezza, a tutti quanti noi, che le cose avvengono in modo regolare e costituirebbe anche un'ulteriore iniezione di fiducia nei confronti del commissario, qualora intervenisse con una gara.
Siete tutti quanti, o gran parte di voi, contrari all'idea del commissariamento, ma, se lasciamo al commissario anche il potere di affidare direttamente tali attività, lascia il tempo che trova, dopo 13 anni di commissariamento, questa scelta.
Se, perlomeno, ci impegnassimo in una manifestazione a livello di Commissione e di gruppi politici, perlomeno quelli più sensibili in questo senso, faremmo un atto onesto verso nei stessi, nei confronti dell'Aula e di tutto il paese.
La questione degli affidamenti si verifica anche nei comuni nei momenti di emergenza, perché, di solito, per queste cose, si predispone un piano e ci si affida a iniziative, che sono anche programmate.
Non possiamo pensare che in quattordici mesi non ci sia nulla di programmato. Faccio degli esempi. Il piano di smaltimento della neve da parte di un comune, che è un evento eccezionale, si programma di anno in anno.
Qui abbiamo quattordici mesi di tempo e, fino al 31 dicembre del prossimo anno, si procederà attraverso affidamenti diretti. Mi pare un po' troppo. Non riesco a capire come facciano a sostenere tale soluzione i gruppi che sono convinti che il commissariamento significhi una limitazione dei principi della democrazia. La questione è importante e i gruppi della maggioranza dovrebbero affrontarla, pur con le formule che desiderano. Ma, perlomeno, essa dovrebbe essere individuata, e dovrebbe essere stigmatizzato l'operare con questo provvedimento che compie scelte errate. Mi riferisco alla scelta di conferire al commissario un potere infinito per un tempo molto lungo. Con questo provvedimento si sottrae al commissario quell'immagine che potrebbe ritagliarsi, sempre nell'ambito dell'emergenza, svolgendo una gara con tre o cinque ditte in modo molto veloce e riuscendo, comunque, a fronteggiare la situazione.
Il commissario non ha bisogno di questo tipo di forza e di questi muscoli per sentirsi tale e per potere operare! Qualsiasi amministratore locale, così come il sindaco, di fronte a situazioni di emergenza opera allo stesso modo, utilizzando i «muscoli» giusti, quelli della democrazia, e non i muscoli di remota storia.
Ebbene, occorre riflettere, perché ci troviamo in una situazione particolare e con questo provvedimento si crea un precedente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo velocemente per ribadire
quanto già detto dal collega Dussin e per svolgere due brevi osservazioni aggiuntive. In Campania non siamo di fronte a uno tsunami, per cui c'è bisogno di intervenire immediatamente. La gara ristretta richiede tempi brevissimi, congrui rispetto ad una emergenza che dura da 13 anni. Quindi, ci sembra il minimo che si possa fare.
Peraltro, dietro la negazione della gara ristretta vi è un ragionamento abbastanza subdolo, ossia vi è il pensiero che anche la gara ristretta sia controllabile dalla camorra. Se questa è la vera motivazione, non ci siamo. Se così fosse, vorrebbe dire che in Campania non si può indire alcuna gara.
La gara ristretta è una procedura veloce, semplice ed attivabile in tempi brevissimi. Se non vogliamo indirla, significa ammettere in maniera drammatica che in Campania non c'è un minimo di Stato di diritto né uno Stato di legalità e non ce lo possiamo permettere!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, vorrei ripetere un concetto espresso anche ieri. L'articolo 3 del provvedimento mi sembra la norma più inquietante di questo decreto-legge. È un articolo che la dice lunga sulla vera volontà del Governo Prodi di pervenire ad una soluzione equa e giusta del problema dei rifiuti in Campania.
Mi sconcertano alcune considerazioni. Innanzitutto, viene annullata la procedura di gara indetta dal commissario di Governo per l'emergenza rifiuti nella regione Campania con propria ordinanza n. 281 del 2 agosto 2006. Questa Assemblea vota, ma non conosce i motivi per i quali viene annullata una gara indetta qualche mese fa e che ci potrebbe far guadagnare del tempo per intervenire immediatamente sul problema.
Poi, nella scelta ad libitum del commissario si fa riferimento a tecnologie avanzate immediatamente disponibili. Anche questa frase, accentuata dal corsivo con il quale è scritta nel testo, induce ad alcune riflessioni problematiche. Cosa significa ciò? Sono già pronte ditte che dispongono di queste tecnologie avanzate? Vi sono altre ditte che hanno tecnologie avanzate, ma non hanno predisposto la loro disponibilità immediata?
Amici della sinistra, siamo veramente di fronte ad una normativa inquietante, anche perché in modo inusitato si inserisce nel testo di una legge una modalità di affidamento dei lavori. Voglio rivolgere un consiglio al dottor Bertolaso. Non vorrei che la sua persona, caro dottor Bertolaso, venga usata come paravento per azioni oscure e pericolose. È vero che a Napoli c'è un problema nelle indagini sulla questione dei rifiuti. L'ho detto anche nei giorni scorsi. Ci sono ben 40 procedimenti penali e ben 18 magistrati impegnati, ma sinora si è avuto soltanto il rinvio a giudizio di Facchi per problemi marginali. È vero che la Corte dei conti ha presentato una relazione bomba già dal 2001, ma fino ad oggi, dagli ovattati uffici che stanno dalle parti di Santa Lucia, non è pervenuta altra comunicazione a chi di dovere, né agli interessati, né a qualunque ente istituzionalmente interessato alla vicenda. Noi sollecitiamo che questo avvenga al più presto. Però il dottor Bertolaso stia attento perché, a mio parere, gli equilibri esistenti all'interno della magistratura ed anche le atmosfere all'interno del palazzo di giustizia possono cambiare.
Questo provvedimento predispone una serie di interventi ai limiti della legalità, che soprattutto offrendo la procedura normale delle gare, così com'è codificata non solo a livello nazionale, ma anche europeo. Noi staremo attenti su questa vicenda e svolgeremo quindi tutte le procedure di controllo possibili ad un gruppo di opposizione, che però tiene a cuore la legalità, la moralità e la risoluzione dei problemi nell'ambito della regione Campania.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. D'ora in poi fornirò in ogni intervento un caso specifico di spreco. Così cominceremo a ragionare di questioni che vi appassionano di più. La prima cosa che viene in mente sono gli impianti di CDR, di presunto CDR, e la qualità del CDR prodotto.
In Campania sono stati realizzati sette impianti di CDR, di presunto CDR; ogni qualvolta parlerò di CDR, immaginate che mi riferisco al presunto CDR. Ebbene, questi impianti sono costati poco meno di 100 milioni di euro, cioè 200 miliardi...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Paolo Russo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. È gioco facile per chi sta all'opposizione richiamare i partiti ai loro principi; lo farei anch'io. Vorrei però solo ricordare che Italia dei Valori anche in Commissione ha presentato delle proposte emendative che andavano in quel senso prospettato, ma è inutile che ci nascondiamo dietro un dito. Mi richiamo alla dichiarazione, che il collega Misiti ha fatto in quest'aula, lunedì, quando ha detto che i tempi impongono necessariamente di respingere queste proposte emendative, perché altrimenti il decreto-legge rischia di non essere convertito in legge.
Voglio dire, allora, che possiamo anche fare questi richiami, ma potrei farne uno al partito dell'onorevole Dussin, che oggi chiede a questa maggioranza di applicare la riforma costituzionale che per cinque anni ha osteggiato in modo così totale.
Per questo motivo, con il senso di responsabilità di chi è maggioranza di Governo, voteremo contro questa proposta emendativa.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti... Chiedo scusa, colleghi, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, avevo segnalato l'intenzione di prendere la parola già dianzi, ma evidentemente non sono stato visto; domando venia per il contrattempo.
Intervengo anche per sottoscrivere l'emendamento, che ha il pregio di allargare la platea delle imprese che devono essere consultate per la partecipazione e per l'affidamento. Ciò ha, invero, un doppio risvolto positivo: il primo consiste naturalmente nell'aumentare il numero di persone che partecipano alla gara per l'affidamento, il che riveste importanza ai fini di dare una regola maggiore ed un limite al potere di colui il quale provvede all'affidamento.
PRESIDENTE. Deve concludere...
GIANCARLO LAURINI. Un secondo aspetto tecnico che ritengo positivo consiste nell'avere un numero maggiore di interessati al corretto andamento della procedura di affidamento i quali, in sede giudiziaria, siano legittimati a far valere i propri interessi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 3.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Ognuno voti per sé!
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 448
Maggioranza 225
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 249).
Prendo atto che i deputati Buontempo e Cogodi non sono riusciti ad esprimere il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 3.18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, con questo emendamento si vuole sopprimere l'espressione «l'eventuale smaltimento» poiché occorre garantire «lo smaltimento» delle ecoballe all'interno del territorio della regione Campania. Evidenziamo tale necessità sia per una questione morale sia, anche, per una questione economica.
Caro Borghesi, da buon ex leghista (allora!) oggi, forse, sei saltato sul cavallo dell'Italia dei Valori convinto di trovare tutti quei valori che cercavi; però, devi riconoscere che trovi difficoltà, per lo meno ad esprimerti sulla questione da me posta. Non ti avevo chiesto il voto, se hai ascoltato il mio intervento. Il tuo buon collega Misiti è persona molto più corretta da questo punto di vista e, quando deve sollevare una questione in Commissione, me la rappresenta, e ci troviamo d'accordo...
PRESIDENTE. Onorevole Dussin, si rivolga alla Presidenza; parli con il Presidente!
GUIDO DUSSIN. Stavo parlando solo con lei, Presidente.
PRESIDENTE. No, no, con me non stava parlando, in questo momento.
GUIDO DUSSIN. Allora, stavo sbagliando, ma le voglio tanto bene, Presidente, mi creda!
Prendo atto che lei, questa mattina, mi sta conducendo ad una giusta partecipazione. Mi ha portato anche al voto; quindi, la ringrazio.
PRESIDENTE. Sono molto interessato alle questioni che pone; quindi, continui a rivolgersi a me. Grazie.
GUIDO DUSSIN. Le riferirei molto volentieri in ordine ad esse; poi, considerato che è molto interessato alle mie questioni, parleremo anche della «sua» sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. A tale riguardo, infatti, avremo molto da dire.
Ma mi lasci terminare il mio ragionamento sulla questione dei valori. Ebbene, a tale proposito, si può quantomeno osservare che una gara sarebbe più corretta, che non siamo d'accordo sul commissariamento tout court e che, infine, procedere tramite gara sarebbe giusto anche in periodo di commissariamento.
Di riconoscere ciò, almeno questo ti chiedo, caro collega Borghesi, pur rivolgendomi al Presidente. Hai testé riconosciuto che avevi sbagliato nella scelta dell'impianto di termovalorizzazione a Verona, impianto che oggi hanno sostituito. Ho capito che, allora, provvedevi allo smaltimento attraverso i termovalorizzatori, generando anche un'antipatia nei confronti di tali impianti da te scelti, Borghesi, in quanto, non consoni, producevano diossina e, comunque, non smaltivano, non incenerivano e non bruciavano i rifiuti.
Noi non abbiamo problemi ad intervenire; tuttavia, quando solleviamo una questione, essa non può essere travisata in una richiesta di voto! Abbiamo chiesto solamente una dichiarazione nei confronti di gare ad evidenza pubblica alle quali partecipino almeno tre o cinque concorrenti. Credo, infatti, che si tratti della richiesta minima che dovremmo rivolgere ad un partito capitanato da un ex magistrato!
Mi affido alla vostra bontà anche per quanto riguarda l'emendamento in esame. Occorre garantire lo smaltimento di cinque milioni di ecoballe: si tratta di balle di rifiuti di pseudo CDR accatastate in Campania. Dove dovremmo trasportarle: forse a Verona?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, ci eravamo fermati a 100 milioni di euro: tanto sono costati, infatti, i sette impianti per la produzione di CDR. Per quanto riguarda il funzionamento di tali impianti,
va rilevato che a nessuno di essi viene conferita una frazione proveniente dalla raccolta differenziata dei rifiuti. Pertanto, tutti i rifiuti trasportati presso questi impianti sono sostanzialmente indifferenziati, ed addirittura vi sono anche quelli ingombranti!
Gli impianti in questione, inoltre, non presentano alcun profilo di efficienza in nessuna parte del trattamento, tanto da non garantire, dal punto di vista merceologico, una differenza tra le tre frazioni risultanti dallo stesso trattamento. In buona sostanza, la FOS, la parte sovvallo e la parte CDR vengono ritenute, dal punto di vista merceologico, più o meno equivalenti.
Ciò significa, quindi, che sono stati investiti 100 milioni di euro per compiere un lavoro che al cittadino campano costa due volte. Infatti, costa la prima volta per l'investimento per la realizzazione dell'impianto, e costa la seconda volta per il conferimento ad esso dei rifiuti. Il risultato finale è la produzione di tre frazioni sostanzialmente uguali, le quali, successivamente, devono essere ulteriormente trattate per essere in qualche modo smaltite!
Tale operazione è costata 100 milioni di euro e costa, più o meno, 80 euro a tonnellata anche ora! Questa malagestione è talmente evidente che si è stati costretti a tentare di non definire più CDR ciò che sarebbe dovuto essere combustibile da rifiuti.
Vorrei evidenziare che ciò è stato compiuto in due fasi. In un primo momento, infatti, quando ci si era accorti che l'impresa affidataria non riusciva a mantenere gli standard ed i parametri per produrre il CDR, si «donò» a tale impresa l'opportunità di produrre non più combustibile da rifiuti, ma una cosa largamente inferiore dal punto di vista qualitativo. Successivamente, per evitare di incorrere in responsabilità penalmente rilevanti, nello stoccaggio di questo presunto CDR vennero addirittura declassificati gli impianti.
Per tale ragione, quindi, si affermò che era vero che erano stati investiti 100 milioni di euro (pari a 200 miliardi di vecchie lire), ma essi non erano più serviti per costruire sette impianti di produzione del CDR moderni, tecnologicamente avanzati ed all'avanguardia dal punto di vista delle capacità tecniche e delle soluzioni individuate. Ormai, infatti, erano diventati sette separatori meccanici e trituratori di rifiuti! Questo significa che, in quella regione, abbiamo costruito sette capannoni attraverso l'azione commissariale, affidata a chi era responsabile di questa incapacità gestionale. In quello straordinario periodo d'oro, quando sembrava che ogni cosa che si toccava diventasse oro - immagino che era tutt'altro che d'oro -, si sono costruiti sette capannoni con impianti di triturazione, per la modica cifra di 200 miliardi di vecchie lire.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Vorrei ricordare al collega Borghesi che, nella scorsa legislatura, il gruppo della Lega Nord Padania ha votato contro tutti i provvedimenti di commissariamento e che qui non ci sono né voltagabbana, né transfughi, né pentiti, come, invece, mi risulta ce ne siano nelle file dell'Italia dei Valori. Quindi, rivolga ai suoi colleghi le lezioni di etica e di morale politica o se le tenga per sé. Quanto abbiamo detto in passato, lo ripetiamo, tale e quale, oggi e non mi risulta che succeda la stessa cosa, sia per quanto riguarda l'onorevole Borghesi, sia per quanto riguarda il partito dell'Italia dei Valori. Dunque, caro Borghesi, sturati le orecchie, ti richiamo ad un po' di coerenza...
PRESIDENTE. Onorevole Caparini, ha esaurito il suo tempo. Invito anche lei a rivolgersi alla Presidenza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. La maratona oratoria della maggioranza, svolta per mezz'ora questa mattina, finalmente, ci ha fatto capire che essa non ha compreso nulla di
questo decreto-legge e che, come ho già avuto modo di dire ieri, si tratta di un provvedimento che essa deve portare avanti, in maniera silente e per disciplina di partito, senza alcuna possibilità di modifica. Ha, altresì, dimostrato, lapalissianamente, che tutte le osservazioni dell'opposizione sono fondate. L'onorevole Vacca elogia Soru, quando rende disponibile la Sardegna ad accogliere rifiuti della Campania. Ma, caro onorevole, Soru ha messo la tassa di soggiorno, per ricevere rifiuti in Sardegna? Credo che le cose non collimino assolutamente. L'onorevole Cacciari ci riporta alla serietà lessicale, ma, qui ci sono 5 milioni di balle, con 350 mila camion da smaltire e un inquinamento del suolo campano che non ha precedenti. L'altro giorno, in una relazione, ho avuto modo di dire che, in Campania, le malattie infettive per l'infanzia sono il doppio rispetto alla media nazionale. Ci troviamo in una situazione di altissimo degrado che dimostra come, per tredici anni, le amministrazioni pubbliche non abbiano saputo gestire le problematiche connesse al sistema dei rifiuti. Andrebbero commissariati la Iervolino a Napoli, che ha dimostrato la sua incapacità, così come Bassolino, alla regione. Questi sono i problemi: 22 mila dipendenti, assunti e pagati, tutte le mattine, timbrano il cartellino e non sanno cosa fare; 1 miliardo di euro per lo smaltimento e, poi, nell'articolo 4, ci venite a parlare della tracciabilità degli assegni anche per la raccolta differenziata. Dovremmo andare ad acquistare degli oggetti con scritto «made in Campania» dalla raccolta differenziata?
Non ci riuscirete e non ci riusciremo mai!
Al collega Borghesi voglio ricordare che dopo l'autoparco c'è la «rumenta-parco» del suo leader della Campania. Per questo non si possono annunciare valori e poi non applicarli per disciplina di partito.
Allora, ha ragione il collega quando afferma che ci sono 40 procedure penali aperte e nessuna a buon fine. Ciò vuol dire che si lascia tutto indifferentemente al caso, si lascia tutto in mano a chi vogliamo che gestisca i rifiuti in Campania. Infatti, non accettando gli emendamenti sullo stoccaggio provvisorio e sul rifiuto non trattato, avete dimostrato che tali operazioni vengono lasciate in mano ad associazioni camorristiche.
Per tale motivo, da uomo di sinistra, vi dico che questo non è un provvedimento di sinistra, ma un decreto vergognoso fatto da chi non è in grado di gestire un territorio; al di là degli errori lessicali, è la sostanza che manca! Il commissario straordinario deve avere pieni poteri e non è possibile che, come previsto nel comma 3-bis, per giungere alla fine di una gara di appalto si debba prendere in considerazione il parere del commissario delegato, del consiglio dei nove, della regione Campania, del presidente della Consulta, delle province, dei comuni interessati, della Protezione civile, di tutte le amministrazioni dello Stato e degli enti pubblici. Così, le gare d'appalto rimangono in mano alla camorra!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto contrario del mio gruppo sull'emendamento in esame e, poiché si è innestata una polemica personale, vorrei ricordare al collega della Lega che, quando nel 1996 ero iscritto alla Lega Nord, Umberto Bossi girava le piazze d'Italia definendo Berlusconi il mafioso di Arcore ed inneggiando all'azione di Antonio di Pietro. Dunque, la coerenza manca a qualcun altro, non certo a me (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 3.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 448
Votanti 447
Astenuti 1
Maggioranza 224
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 246).
Prendo atto che i deputati Cogodi e D'Agrò non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 3.19.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, nel testo originario presentato dal Governo era già previsto lo smaltimento dei rifiuti campani nelle sole cave dismesse della regione Campania.
Con il presente emendamento si intende ripristinare tale testo, al fine di evitare diverse interpretazioni e circoscrivendo la norma alla regione Campania. Il nostro emendamento ha questa finalità, tende ad assicurare, cioè, che l'attività del commissario e, successivamente, i futuri piani di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania raggiungano lo scopo, perlomeno, di ripristinare una situazione già esistente in altre regioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, non è vero che in ogni mio intervento rilevo l'esistenza di uno spreco. Se volessi riportare l'esistenza di uno spreco in ogni mio intervento, non riusciremmo a concludere l'esame di questo provvedimento neppure nelle prossime settimane. Perciò, è vero l'esatto contrario (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). Cercherò di «condensare» gli sprechi, cercherò di evitare di dilungarmi su quelli di importo inferiore a 500 mila euro e di evidenziare soltanto quelli di importo superiore a 500 mila euro.
Stavamo parlando dei CDR. Il presunto CDR di cui sopra dovrebbe avere un valore in sé. Per quale motivo, infatti, si realizza, il combustibile da rifiuto? Perché in sé ha un valore, essendo necessaria, successivamente, la sua termovalorizzazione. L'obiettivo del sistema è quello di produrre CDR che abbia un valore e che risulti utile successivamente. Il povero cittadino campano è stato turlupinato dalla gestione commissariale perché si realizzava un CDR che non era in effetti tale, ovviamente utilizzando le stesse risorse impiegate in ogni altra parte del mondo. Quindi, questo elemento, questo combustibile che avrebbe dovuto produrre energia, cioè un bene vantaggioso dal punto di vista ambientale e anche dal punto di vista economico, non era nelle condizioni di produrre energia. Anzi, se si volesse termovalorizzare la balla, una dei cinque milioni di balle, bisognerebbe aggiungervi un additivo, cioè aggiungervi altra energia, altre risorse, per tentare di produrre energia. Insomma, un pasticcio che non è soltanto un disastro ambientale! È una specie di imbroglio che provoca non solo un disagio dal punto vista ambientale ma anche un grave danno dal punto di vista economico. Gli svantaggiati, i truffati sono gli italiani, come categoria generale, che hanno dovuto investire continuamente in questa emergenza, e lo sono, soprattutto, i cittadini campani, le cui energie e le cui risorse sono state investite, prima, in impianti che non producono CDR, poi, in una lavorazione che non produce CDR. Infine, al danno si è aggiunta la beffa perché, ad oggi, ci sono 5 milioni di «ecoballe», disseminate in 500 siti della Campania, che, così come sono, costano - ce lo ha detto il direttore Bertolaso - circa cinque milioni di euro al mese, perché bisogna pagare l'affitto e la manutenzione di quelle aree, il monitoraggio delle stesse balle e, periodicamente, anche gli interventi di urgenza, perché si incendiano facilmente.
Insomma, da una straordinaria condizione di opportunità e di vantaggio per i cittadini campani, attraverso quella gestione emergenziale, si è prodotto uno
straordinario risultato che, se lo spreco si fosse limitato a quella stagione, sarebbe poco male (si investono tanti soldi per clientele politiche, elettorali, per gestioni, talvolta anche per malaffare: transeat...); ma la vera questione è che, oltre a quel periodo, ancora oggi continuiamo a pagare il disagio anche economico di quel disastro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Salutiamo i ragazzi e gli allievi della scuola media Fabio Besta di Bologna (Applausi) e, insieme, gli allievi dell'Università della Terza Età di Ascoli Piceno, presenti in tribuna (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 3.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 450
Votanti 449
Astenuti 1
Maggioranza 225
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 249).
Prendo atto che il deputato D'Agrò non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 3.40.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.
MATTEO BRIGANDÌ. Umberto Bossi mi manca molto, perché non è in quest'aula. Sarebbe opportuno prima di nominarlo e di nominare quello che ha fatto forse informarsi. Nella Lega vi era solo una persona, che non è più leghista - la prego di riferirlo all'onorevole Borghesi -, che aveva inneggiato a Di Pietro e forse per questo non è più leghista; ed è andato via senza tradire, a differenza dell'onorevole Borghesi. La prego di riferirglierlo.
Bossi è sempre stato garantista e non pentito, quindi non ha mai detto una parola a favore del pubblico ministero Di Pietro; per intenderci, il pubblico ministero Di Pietro è quello che ha fatto morire sette persone in carcere, per le quali non vi è stato processo e che non hanno potuto dimostrare in quella sede la propria innocenza. Non si è mai occupato - ovviamente sarebbe facile dirlo - di Mercedes, di 100 milioni in prestito, ma soprattutto...
PRESIDENTE. Veniamo all'argomento, onorevole Brigandì!
MATTEO BRIGANDÌ. Presidente, lei non ha interrotto chi ha parlato di queste cose, quindi non può interrompere me che sto rispondendo su di esse. La prego di riferire questi fatti - mi sto rivolgendo a lei - all'onorevole Borghesi!
Quindi, volevo dire che, a proposito di coerenza, ricordo perfettamente cosa diceva il pubblico ministero Di Pietro dei politici quando gli chiedevano se intendesse entrare in politica, e affermava che in politica non ci sarebbe mai entrato, perché non si sarebbe mai messo con quella masnada di delinquenti: e adesso lo vediamo ministro! Una persona che non ha mai fatto politica in vita sua e come primo incarico ha avuto quello di ministro dei lavori pubblici!
Concludo, Presidente, dichiarando il voto favorevole all'emendamento Dussin 3.40 e la prego di riferire all'onorevole Borghesi che è più bello che intelligente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, devo ribadire che sull'articolo 3
grava una sindrome da rigetto di gara d'appalto. A questo punto ho voluto rileggere i nomi degli esponenti del Governo che hanno presentato il disegno di legge in esame per cercare di capire da quale fonte ed attraverso quali percorsi ideali si sia pervenuti alla presentazione al Parlamento dell'articolo 3. In prima persona, vi è Romano Prodi: forse egli ricorda i tempi dell'IRI, quando si procedeva ad affidamenti diretti, al di là di gare di appalto codificate dalla legge di allora. Vi sono, poi, il ministro Padoa Schioppa, che probabilmente di queste cose non si intende, ed il ministro Pecoraro Scanio, che ha fatto molte battaglie nel corso della sua vita politica contro gli affidamenti diretti. Ho letto molte dichiarazioni del ministro Pecoraro Scanio e mi meraviglia che egli abbia potuto ora apporre la sua firma in calce a questo disegno di legge. Poi, vi è il ministro dell'interno Amato, il «dottor sottile», che probabilmente di queste cose si intende.
Per quanto riguarda il comma 1 dell'articolo 3, siamo di fronte all'appalto complessivo dello smaltimento dei rifiuti; in questo caso, invece, siamo di fronte a singole iniziative per singole cave o per singoli siti usati come discarica. È proprio necessario procedere ad un affidamento diretto? Non si può, in maniera rapida, fare una gara, che si espleti nel giro di pochissimi giorni, e scegliere attraverso un istituto normale e codificato dalla legge esistente il soggetto affidatario? Già ci sono le società affidatarie e, quindi, si deve procedere ad affidamenti diretti al di là delle società affidatarie mediante gara.
Amici della sinistra, credo veramente che l'articolo 3 sia qualcosa di destruente per la morale di questo Parlamento e della Repubblica. Voi non potete con leggerezza e superficialità approvare tale articolo e respingere tutti i nostri emendamenti perché lascereste l'uscio aperto al malaffare in una regione che di malaffare, purtroppo, se ne intende.
Per quanto riguarda l'emendamento in esame, desidero dire che è bene aggiungere le parole «della regione Campania» perché non vorrei che si andasse a portare un finanziamento in cave allocate fuori della regione Campania. Limitiamo strettamente l'iniziativa alla regione Campania.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pedica. Ne ha facoltà.
STEFANO PEDICA. Vorrei fare una piccola riflessione con gli amici della Lega: è inutile personalizzare il problema; cerchiamo di risolvere l'emergenza rifiuti; credo che questa giornata si rivolga solo a tale pensiero. L'Italia dei Valori non si è dedicata solo al giustizialismo, ma stando sul territorio stiamo facendo come voi: poniamo attenzione ai cittadini ed ai problemi della regione Campania. Pertanto, vi invito, insieme al mio gruppo, a stemperare il clima creatosi che ritengo poco consono al problema che stiamo affrontando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, c'è da meravigliarsi come il Governo, a fronte delle soluzioni ambientaliste da esso propugnate, che prevedono che le cave dismesse siano recuperate con appositi progetti di ambientalizzazione a verde, prospetti invece di trasformare tali cave in discariche. A tale proposito, desidero citare, a titolo di esempio, quanto è avvenuto nella provincia di Treviso dove una cava, l'ex Le Bandie, ospiterà il prossimo anno i mondiali di ciclocross. Colgo questa occasione per invitare lei, Presidente, e tutti i colleghi a questa manifestazione che si svolgerà, lo ripeto, in quella che una volta era una cava. Quello appena citato, a mio avviso, è un esempio di come si effettui il ripristino di una cava - premiato, fra l'altro, dalla Comunità europea - attraverso la piantumazione di milioni di alberi, la realizzazione di una piscina, di un impianto di canottaggio, di un ristorante, di un albergo, di un museo ciclistico, di percorsi naturalistici, di una pista di cross, di parcheggi, di aree fitness e centro benessere. Colleghi, si tratta di una
grande opportunità per tutti. Lo ricordo, la manifestazione si svolgerà a gennaio 2008.
PRESIDENTE. Grazie per l'invito.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, credo che la previsione contenuta nell'emendamento Dussin 3.40 di inserire nel testo della norma le parole «della regione Campania» sia utile al fine di non creare difficoltà al commissario nello smaltire le balle. Ricordo che nella vicenda che ha interessato Bagnoli, ad esempio, ogni qual volta si tentava di allontanare i rifiuti prodotti in quell'area scattavano prontamente le legittime proteste delle popolazioni dei territori destinatari. La collega Francescato può confermarlo, dato che su questo aspetto è molto più esperta di me. Conseguentemente, allontanare i rifiuti da un territorio non solo non funziona, ma non produce risultati e finisce solo per allarmare inutilmente le popolazioni di quei luoghi. Pertanto, siccome si sente dire che sarebbero state individuate delle cave nel Lazio, sarebbe utile dare una rassicurazione ai cittadini della parte bassa del Lazio in merito al fatto che i rifiuti della regione Campania non continuino a «girare».
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 3.40, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 446
Votanti 444
Astenuti 2
Maggioranza 223
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 248).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 3.20.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, con questo mio emendamento si chiede di sopprimere al comma 2 le parole: «o già poste sotto sequestro con provvedimento dell'autorità giudiziaria previa revoca del provvedimento di sequestro da parte della medesima autorità». Con l'emendamento precedente si cercava di evitare di utilizzare, almeno, le cave poste sotto sequestro, con questo si vuole evitare che la revoca del provvedimento di sequestro si possa trasformare in un condono dell'attività illecita di smaltimento dei rifiuti, visto che ora si utilizza tale forma di smaltimento (le cave dismesse).
Ritengo che il mio emendamento 3.20 dia l'opportunità ulteriore di condurre i comportamenti che si tengono nella regione Campania in un alveo consono ai comportamenti che si assumono in Italia (di cave poste sotto sequestro non è che ce ne siano tante in altre regioni; in questo caso, infatti, ci troviamo di fronte ad una situazione molto particolare). Non solo, ma credo che esso consentirebbe un univoco comportamento per le cave, soprattutto per quelle sottoposte a sequestro. Se esso sarà approvato si riuscirebbe, pertanto, a ripristinare una situazione di normalità a livello nazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Perché vi ho riferito dello spreco sugli impianti di CDR? Perché proprio con questo articolo, così fatto, il bravo direttore Bertolaso è posto, dalla norma, nella condizione di non potere riaggiornare il piano. Mi spiego meglio: è evidente che può farlo, ma non ci riuscirà, perché sarà costretto ad una concertazione, ad un'intesa, ad un bailamme infinito; sarà costretto a dover richiedere continuamente permessi e autorizzazioni a quelle figure politiche sul
cui capo pende la grave responsabilità dell'incapacità nella gestione di questo settore. Ciò diventa impraticabile, obiettivamente difficile, se non impossibile.
Se non si riaggiorna il piano, non si possono ridestinare quegli impianti di CDR che, come abbiamo visto, non producono CDR bensì un danno secco, netto e diretto alle tasche dei cittadini campani. A questi impianti viene portato il rifiuto, sostanzialmente indifferenziato, sulla base di quale presupposto? Per quale ragione vengono trattati questi rifiuti che, successivamente, devono essere ritrattati? Per quale ragione un comune è costretto a portare lì i rifiuti pagando poco meno di cento euro a tonnellata? Nessuno può cambiare questo percorso se non si fa un nuovo piano; tuttavia, avete creato le condizioni per impedire che tale piano si possa fare, quindi, avete generato le condizioni per lasciare tutto ciò com'era. Ora, escludo che vi sia malafede (vi è, piuttosto, l'interesse che passi il provvedimento), tuttavia, perché deve passare un provvedimento che non serve? Riflettete: perché deve passare un provvedimento dannoso, che serve soltanto a non far nulla? In realtà, così com'è, il provvedimento serve ad eliminare la parte emergenziale, a togliere il rifiuto per strada ma questo, a prescindere dal vostro provvedimento, Bertolaso lo sta già facendo e lo ha già fatto con i poteri che gli derivano dal decreto-legge (ma anche con i poteri che gli derivano da una ordinanza della Presidenza del Consiglio). Tutto questo può essere fatto e, probabilmente, anche meglio. Peraltro, il direttore Bertolaso riferisce di non avere mai utilizzato i poteri derivanti da questo decreto-legge, che sono tutt'altra cosa rispetto a quelli che gli deriveranno in seguito all'applicazione del provvedimento in esame. Infatti, nel testo originario, inizialmente, non erano previsti l'intesa e il concerto, né la necessità della continua processione che il povero Bertolaso dovrà fare presso tutte le case che contano della politica o della mala politica campana. Tutto questo non c'era: voi lo avete inserito al Senato, con il risultato disastroso che questa processione o non ci potrà essere o, se ci sarà, non produrrà il risultato di poter modificare il piano!
Non modificando il piano state alimentando quei perversi impianti di CDR che drenano tante risorse ogni mese e che a nulla servono, se non a mettere le mani - in questo siete bravi - nelle tasche dei cittadini campani. Inoltre, lo fate nel modo peggiore, utilizzando l'emergenza rifiuti e le necessità di quei cittadini: dite che siamo in emergenza e poi gli mettete le mani nelle tasche!
Dite la verità: dite che non volete che si esca dall'emergenza, perché c'è anche chi ci guadagna! Misurate questo decreto così composto e vedete chi ci guadagna!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, vorrei solamente invitarla a riferire all'onorevole Brigandì la mia condivisione del suo intervento (ovviamente, nel contenuto come nella sostanza) e per rassicurarlo sul fatto che in Italia ci sono dei comuni che hanno rimosso il cartello con la scritta «comune denuclearizzato» apponendone uno con su scritto: comune «de-dipietrizzato», perché il nucleare fa bene mentre l'altro fa molto male.
PRESIDENTE. Prego i colleghi di attenersi all'argomento e di non continuare una discussione che è stata felicemente chiusa qualche minuto fa.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianco. Ne ha facoltà.
GERARDO BIANCO. Signor Presidente, desidero manifestare un sentimento, perché il dibattito in corso, che sto seguendo con molta attenzione, suscita anche emozioni: il mio è un sentimento di ammirazione per il collega Paolo Russo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale), il quale sta trattando con determinazione - potrei perfino dire con soavità - un argomento che non è proprio di quelli più entusiasmanti. Lo fa in modo suadente, e molte
delle sue argomentazioni, come quelle del collega Dussin, sono, secondo me, ragionevoli.
GERARDO BIANCO. Ho già spiegato a Paolo Russo cosa sia la vera filosofia (non posso ripeterlo in questa sede, ma lui sa). Ebbene, il provvedimento in esame è un po' come quella vera filosofia che ho spiegato a Paolo Russo. Non tutto si capisce nel testo in discussione - questo è chiaro -, ma credo che la ragione vera ad esso sottesa sia quella dell'urgenza, quella di dover fare presto, quella di non poter ripetere.
Alcune delle argomentazioni che sono state addotte sono giuste e molto ragionevoli. Ad esempio, ho letto il testo di emendamenti presentati dalla Lega che mi sembrano anche azzeccati. Tuttavia, credo che occorra fare presto. Allora, consegnate le vostre proposte a futura memoria, anche perché, secondo il modello invalso nella nostra legislazione, rifacciamo a novembre quello che abbiamo già fatto ad ottobre. Quindi, da questo punto di vista, dovremo sicuramente tornare sull'argomento.
Allora, consentitemi, colleghi, di rivolgervi un invito: facciamo presto, perché anche quello di ridurre i tempi è un modo per far funzionare il Parlamento. Le argomentazioni forti sono state già espresse, e ritardare non giova. Vediamo come vanno le cose. In seguito, sulla scorta dei risultati che otterremo, e tenendo conto anche di quello che avete detto, potremo anche rivedere le scelte e gli orientamenti.
La situazione non è semplice, ma drammatica. Ho cominciato scherzando, ma Napoli è sommersa dai rifiuti e la questione non può essere risolta in pochissimo tempo. Credo che dovremmo renderci conto della serietà della questione ed affrontarla con apertura. Al collega Paolo Russo faccio notare che molti dei suoi emendamenti non potrebbero comunque risolvere il problema. Quindi, adesso, lasci fare al Governo! Poi vedremo come risistemare la situazione, ma chiudiamo la partita, perché credo non giovi tirarla per le lunghe: non giova né al Governo, né al Parlamento e neppure, ovviamente, a Napoli. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 3.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione Bilancio ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 467
Maggioranza 234
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 253).
Prendo atto che il deputato Cogodi non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 3.21.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, prima di intervenire nel merito dell'emendamento, desidero dare una doverosa risposta al collega Gerardo Bianco.
Noi stiamo ponendo questioni che riguardano il merito del provvedimento e stiamo facendo proposte, giuste o sbagliate che siano, per evidenziare come la Campania e Napoli, in particolare, siano stati sommersi dai rifiuti, in una maniera che, dal nostro punto di vista, avendo riguardo al nostro comportamento amministrativo (anche politico, ma mi riferisco soprattutto al nostro comportamento nelle realtà in cui siamo amministratori locali o, comunque, rappresentanti del territorio), è assolutamente anomali (a livello amministrativo, noi ci comportiamo diversamente).
Per arrivare a quanto il collega Gerardo Bianco propone, essere cioè ragionevoli e concedere al commissario l'opportunità di intervenire sin da subito sull'emergenza, ci vuole anche un dialogo in quest'aula. Se noi avanziamo delle proposte, che almeno si sottolinei che queste sono ragionevoli! Vedo che gli interventi della maggioranza sono stati puramente dilatori, svolti al solo scopo di evitare la mancanza del numero legale o per rimarcare questioni strettamente personali che riguardano problemi di dieci anni fa.
Penso che il Comitato dei nove, il relatore ed il Governo possano alzarsi una volta tanto e perdere quella decina di minuti, che comunque perderemmo, per interloquire ed evidenziare. Non chiediamo di cambiare tout court le vostre intenzioni di voto, però di fronte a questioni particolari - ed io ne avevo segnalata una sostanziale, già approvata in Commissione bilancio attraverso l'emendamento 3.4, riguardante le gare d'appalto, una questione fondamentale e morale, che attiene al nostro modo di legiferare - un impegno da parte vostra dovrebbe essere garantito.
Nel merito del mio emendamento 3.21, che si occupa delle discariche e del ripristino paesaggistico dell'area, noi vogliamo sostituire le parole «anche al fine della loro ricomposizione morfologica» con le seguenti: «A tal fine presenta un apposito piano alla competente soprintendenza per i beni paesaggistici e architettonici». Queste sono di solito le questioni sollevate dai comitati, alimentati da aree ambientaliste, al TAR.
Stiamo avanzando richieste che dovrebbero essere condivise, perlomeno nel contenuto. Se poi la condivisione non si verificherà con il voto non ce ne faremo una ragione, ma perlomeno nel contenuto il Governo dovrebbe tenerne conto sotto altra formula. D'altronde il commissario ha già un mandato del Governo, passato per quest'aula solo ed esclusivamente per conferire una specie di delega, ma sarà il Presidente del Consiglio a dare ampi poteri e ampi finanziamenti al commissario. Questo decreto conta per un 50 per cento, il resto lo fa il potere esecutivo, che da un lato si avvale del commissario, dall'altro vuole delle garanzie con la partecipazione di una Consulta, una finta democrazia che ha come unica funzione quella di selezionare soggettivamente i siti più propri; ma se parliamo di cave e discariche dovremmo sceglierle in modo oggettivo e penso che su questo dovrebbero essere d'accordo con me il collega Gerardo Bianco e tanti altri colleghi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, pochi minuti fa l'onorevole Gerardo Bianco ha ammonito l'opposizione, in particolar modo l'onorevole Paolo Russo e l'onorevole Dussin, invitandola a moderare la durata e la frequenza dei suoi interventi. In verità, nella dichiarazione dell'onorevole Bianco vi sono probabilmente tutte le contraddizioni di questo decreto-legge, luci ed ombre, perché l'onorevole Bianco da una parte dice che nel decreto vi sono dei punti oscuri e dall'altra spinge a far presto, come quando si affida, per esempio, ad una ditta un appalto che potrebbe essere assegnato ad un'altra attraverso una regolare gara.
Vorrei far notare come l'intervento dell'onorevole Bianco sia datato e come l'opposizione faccia bene a calcare la mano, a richiamare la maggioranza a prestare attenzione ai veri problemi di questo decreto-legge, affinché non si speri che, nell'attuazione pratica del provvedimento, gli organi delegati riusciranno a cancellare gli errori che saranno presenti nella legge. Tali errori, purtroppo, che saranno centuplicati dalla pratica attuazione delle disposizioni, non saranno né emendati né migliorati. Quindi, bene fa l'opposizione a calcare la mano sulle modifiche che andrebbero apportate al testo, perché rimanga perlomeno una traccia della via vera che un Parlamento all'altezza dei problemi della Campania dovrebbe indicare con un provvedimento legislativo.
E veniamo all'emendamento Dussin 3.21, anch'esso molto appropriato. Quando
vedo una cava che ferisce una montagna o una collina, devo dire la verità, il cuore mi si stringe. Dunque, credo sia positivo poter utilizzare le cave come discariche provvisorie per poi ricomporle dopo il loro utilizzo.
Vorrei allargare il discorso a tutte le cave, ma approvando la modifica di cui all'emendamento in esame, che prevede la presentazione alla competente soprintendenza per i beni paesaggistici e architettonici di un apposito piano che definisca la tipologia della ricomposizione morfologica. Infatti, mi dispiacerebbe molto che la ricomposizione negasse l'integrazione ambientale circostante. È necessario, dunque, formulare un piano in tal senso.
Pregherei la maggioranza di concordare, una volta tanto, su questo emendamento riguardante un problema marginale, ma culturalmente assai importate: metteremmo nelle mani di un piano la ricomposizione ambientale di un territorio che, per vari aspetti e per vari motivi, è stato più volte devastato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, abbiamo sentito i richiami al buonsenso e gli inviti a stemperare i toni. Credo che l'emendamento dell'onorevole Dussin arrivi al momento giusto e sia di puro buon senso. Esso prevede la ricomposizione morfologica delle cave dismesse (si introduce un obbligo) ed il ripristino paesaggistico dell'area tramite un apposito piano da presentare alla competente soprintendenza per i beni paesaggistici e architettonici.
Credo che l'emendamento in oggetto sia volto al rispetto dell'ambiente e alla tutela del paesaggio, del territorio e delle località nelle quali sono collocate le cave. A nostro avviso, l'emendamento è accoglibile, ma probabilmente, non lo sarà. Non riusciamo a capire la commistione presente in queste zone campane, per cui provvedimenti di questo tipo non possano essere accettati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, intervengo per ringraziare l'onorevole Bianco per il suo garbo e la sua cortesia nel fare un richiamo che, ovviamente, è condiviso, anche sul piano della sensibilità offerta a quest'Assemblea. È un richiamo che lascia trasparire tutto l'imbarazzo del centrosinistra rispetto ad un testo scritto male, rielaborato peggio, blindato per ragioni non del tutto chiare e che peraltro manifesta nell'assunzione di responsabilità da parte del Governo - non potrebbe essere diversamente - una completa autoreferenzialità rispetto all'iniziativa posta in essere.
Il senso della nostra battaglia parlamentare è proprio questo, ossia non solo di indicare dove si sbaglia - sarebbe troppo facile sparare nel mucchio della questione rifiuti in Campania! -, individuando questioni specifiche, ma anche di offrire proposte emendative migliorative.
In questo senso va il lavoro parlamentare che ci stiamo permettendo di svolgere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 3.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 466
Maggioranza 234
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 257).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Dussin 3.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Intervengo velocemente su questo articolo aggiuntivo, perché ad una prima lettura può sembrare punitivo ma, in realtà, esso riguarda il federalismo e quindi anche la responsabilità che sta dietro al principio federale.
Di fatto, lo Stato anticipa le risorse, anche dal punto di vista della competenza, perché fa intervenire il commissario, che rende possibile delle semplificazioni, risolvendo problemi che negli anni non si è riusciti a risolvere. Quindi, sono previsti l'intervento del commissario, dal punto di vista operativo, e l'anticipo di una quota cospicua di risorse da parte dello Stato. Queste risorse, però, devono essere restituite «spalmandole» negli anni. Meglio di così - verrebbe da dire - si muore! Infatti, dalle nostre parti le bonifiche vengono fatte d'ufficio, ma non con l'aiuto operativo dello Stato e neanche con l'anticipo di risorse finanziarie.
Si offre così una grande opportunità alla Campania, tenendo conto della difficoltà in cui si trova. Tuttavia, la mancata previsione di una forma di restituzione delle risorse fa cadere il principio che sta alla base del federalismo, ossia il principio di responsabilità. Se forniamo le risorse senza prevedere che, negli anni, esse vengano restituite, non diamo mai il segnale che l'emergenza debba finire, non diamo mai il segnale che la responsabilità è in capo all'amministrazione e agli amministratori locali.
I cittadini non possono permettersi il lusso di avere amministratori locali incapaci di gestire la situazione. È questo il problema che la Campania sta vivendo da anni e che si è acuito, indipendentemente dalle forze politiche al governo, raggiungendo l'apice in questi ultimi anni.
Pertanto, riteniamo non solo opportuna, ma anche necessaria questa modalità di rientro delle risorse, perché questo è il vero federalismo. Se non si arriverà mai a capire e ad interiorizzare questo concetto, mai avremo in questo Stato il ritorno ad una situazione finanziaria decente, con l'azzeramento del debito pubblico. Il debito pubblico sarà azzerato se e solo se le singole amministrazioni locali saranno in grado di gestire in maniera corretta le proprie risorse.
Riteniamo sia questa la base del concetto di federalismo fiscale e non si può che dire di sì ad una proposta del genere (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, si è parlato degli sprechi e a questo proposito vorrei sollecitare una riflessione sugli sprechi a danno dei campani. Mi riferisco a quegli sprechi che sembrano aver rappresentato un vantaggio per i campani; in realtà, avranno rappresentato un vantaggio per qualche campano, ma mai per i campani.
Le risorse destinate alle attività di gestione delle acque e delle bonifiche, per un importo pari a 190 milioni di euro, sono state distratte, utilizzate, stornate, trasferite (non so quale espressione vada utilizzata, poiché non sono un tecnico); diciamo che esse sono state trasferite per la gestione emergenziale dei rifiuti.
Non ragioniamo sul risultato prodotto per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti: lo percepite tutti. Personalmente, vorrei ragionare sul disastro procurato sull'altro versante. Ciò significa che, rispetto ai 400 siti inquinati della Campania e individuati - bontà sua ! - dalla regione Campania, non si può avviare non tanto un'attività di bonifica, quanto una benché minima attività di normale monitoraggio ambientale. Infatti, quei 190 milioni di euro (sempre per me che sono incapace di fare i conti, parliamo, più o meno, di 400 miliardi di vecchie lire) sono stati utilizzati, male utilizzati o utilizzati con una gestione errata per l'emergenza rifiuti.
Il risultato per i cittadini campani è che non hanno ottenuto una performance significativa sul piano di una raccolta, una
gestione e uno smaltimento civili dei rifiuti; dall'altra parte, sono state sottratte risolte importanti (400 miliardi di lire!) per una ordinata gestione del ciclo delle acque e per un'attività ordinaria sul fronte delle bonifiche. Ciò con il risultato paradossale che quella regione non solo è in emergenza sul fronte dei rifiuti, ma è al collasso sul fronte della gestione delle acque e dell'attività di bonifica. Non bastano questi 190 milioni di euro; non sono bastati e non basteranno!
Quando giungeremo ad esaminare il capitolo delle risorse, ci spiegherete la finanza creativa della vostra gestione. Mi aspetto una risposta su come sia possibile organizzare nozze con i fichi secchi. Mi aspetto una fantastica e fantasiosa azione, che consentirà di spiegare in quale modo si pagheranno i 2.400 lavoratori (al riguardo, durante l'esame della proposta emendativa successiva saremo più puntuali) assunti a tempo determinato e, in modo sciagurato, trasformati in lavoratori a tempo indeterminato. Essi sono stati destinati alla raccolta differenziata, ma mai hanno svolto funzioni in questo senso. Anzi, accusano i sistemi di gestione, in modo particolare il commissariato, di creare loro un danno derivante dal fatto che, dovendo stare in servizio sei ore e non avendo nulla da fare, sono costretti a giocare a carte; talvolta perdono, e ciò comporta per loro un danno!
Per gli sprechi non bastano 190 milioni di euro. Ci sono altri 50 milioni di euro: ma ne parleremo nel corso dell'esame della successiva proposta emendativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, mi sento di intervenire per ritornare a parlare di questo articolo aggiuntivo, come ha fatto in precedenza il mio collega Garavaglia, perché lo stesso è finalizzato a rendere immediato ed effettivo il meccanismo di riduzione dei trasferimenti erariali in relazione alle situazioni debitorie pregresse.
Considerato infatti che i comuni hanno continuato ad operare con ritardi ed inerzie nell'accertamento delle situazioni debitorie pregresse, si ritiene necessario procedere immediatamente alla definizione di un piano di rientro, al massimo quadriennale, delle situazioni debitorie certificate. Questo piano dovrà operare attraverso progressive riduzioni dei trasferimenti erariali ai comuni fino a totale copertura dell'intero debito.
A me pare che sia una questione di onestà. Come aveva già evidenziato molto chiaramente prima il collega Garavaglia, è bene intervenire nel merito di queste importanti proposte emendative, per sottolineare questi aspetti, perché parlando «nel mucchio» si rischia di non far capire questi concetti, che invece sono fondamentali.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Dussin 3.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 462
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 258).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 4.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fasolino. Ne ha facoltà.
GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, anche l'articolo 4 del decreto-legge presenta pecche notevoli, sia dal punto di vista normativo sia dal punto di vista operativo. Infatti, laddove nel comma 1
dell'articolo 4 si dice che il commissario delegato verifica il raggiungimento dell'obiettivo minimo di raccolta differenziata pari al 35 per cento dei rifiuti urbani prodotti e definisce un programma per il raggiungimento di almeno il 50 per cento, il Governo non ha compreso che la raccolta differenziata presenta minimi e massimi diversi a seconda delle aree geografiche, della tipologia economica, del tipo di prodotto residuale dall'attività industriale, agricola, umana e sociale nella sua interezza. Quindi il comma a mio avviso va riscritto completamente, e l'emendamento Dussin 4.1 presenta una via d'uscita per rendere credibile quello che incredibilmente, in maniera ignorante - scusate se sono forte nella mia dizione -, il Governo ci propone. Eppure nel Governo ci sono fior di ambientalisti, i quali sanno benissimo che a Brescia esiste un minimo di raccolta differenziata da raggiungere e a Catania ce n'è un altro ancora, mentre l'ottimale a Roma è diverso da quello di Napoli.
Come si fa a formulare un testo così fuori regola e così inadempiente rispetto a quello che la cultura sull'argomento ha reso noto a tutti, agli enti locali e al Parlamento?
Mi permetto di invitare nuovamente questa maggioranza a stare attenta e chiedo che su questo aspetto, apparentemente marginale, si dia, una volta tanto, ragione all'opposizione, perché ciò consentirebbe di migliorare un testo che grida vendetta da tutte le parti, soprattutto nei confronti di coloro che fanno i soloni dell'ambientalismo e poi, quando vanno a formulare provvedimenti legislativi di questa importanza, cadono in strafalcioni di così rilevante sostanza!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Questo emendamento, che va ad incunearsi nell'articolo 4 (recante misure per la raccolta differenziata), in un'altra situazione potrebbe essere condiviso da chiunque.
Con questo decreto stabiliamo per legge che i rifiuti verranno raccolti in modo differenziato in misura pari almeno al «35 per cento dei rifiuti urbani prodotti» e che il commissario delegato «definisce un programma per il raggiungimento di almeno il 50 per cento». Ecco, mi pare che il commissario possa avere tanti meriti e tanta buona volontà nel perseguire la sua azione da ora sino al 31 dicembre del prossimo anno; però, francamente, imporre che dal 6 per cento attuale si passi al 35 e quindi al 50 per cento mi pare equivalga a porre un obiettivo inverosimile.
Il nostro emendamento, al riguardo, va invece nella direzione di ricondurre gradualmente verso la normalità, attraverso il coinvolgimento dei comuni e delle amministrazioni locali, la situazione negativa verificatisi in Campania. Mi pare sia ampiamente una proposta di buon senso, che intende così responsabilizzare i comuni in ordine all'attuazione della normativa vigente sulla raccolta differenziata dei rifiuti. Questo dovrebbe essere un po' lo spirito, anziché imporre il raggiungimento di percentuali che poi saranno inevitabilmente disattese.
Cosa, dunque, diremo il 31 dicembre del prossimo anno, quando non saranno stati raggiunti gli obiettivi e dovremo quindi finanziare un altro commissariamento? Noi dobbiamo piuttosto tendere a perseguire l'obiettivo proprio dell'emendamento in esame, che intende responsabilizzare questi comuni ed operare il coinvolgimento di nuovi soggetti nel settore.
Si rischia, peraltro, di produrre nuove sovrapposizioni di competenze, che certamente non favoriscono l'adozione di interventi tempestivi ed efficaci. Dunque, come possiamo noi, oggi, stabilire l'obiettivo di una percentuale del 35 per cento di raccolta differenziata laddove siamo in una situazione emergenziale nella quale riuscire a risolvere il problema igienico-sanitario già rappresenterebbe un risultato importante? Sarebbe più utile, invece, stabilire la filiera futura provvedendo, quindi, alla programmazione; sapere quali saranno
gli impianti di trattamento o di stoccaggio o di incenerimento sarebbe sicuramente molto più importante.
È pertanto opportuno garantire che competenza e responsabilità siano ripristinate in capo ai soggetti territoriali competenti ovvero a quei comuni a cui in questo momento stiamo dando un contributo con il commissario, ma a cui abbiamo anche sottratto i poteri di compartecipazione, che costituiscono un elemento fondamentale nella gestione di questo settore.
Se riteniamo di poter effettuare una raccolta separata perché l'abbiamo stabilito per legge, senza alcun piano di comunicazione, senza le strutture che poi possano dividere questi rifiuti e raccoglierli in aree omogenee, per prodotti omogenei e con tecnologia adeguata e appropriata - se non avanzata, perlomeno consona al momento, al periodo ed alle capacità conoscitive che abbiamo nel settore tecnologico -, non possiamo imporre per legge anche una percentuale che poi sicuramente non verrà rispettata. Ciò, come si direbbe in questi territori, rappresenta solamente un escamotage per «tirare innanzi» fino a quando il commissario decadrà...
PRESIDENTE. Deve concludere...
GUIDO DUSSIN. Così, durante tale periodo, si sarà creata un'attesa salvifica in modo che, attraverso questo auspicio del raggiungimento del 50 per cento, noi ci saremo sentiti con la coscienza a posto. No, cari colleghi della sinistra, la percentuale del 50 per cento di raccolta differenziata, nella provincia di Treviso, è stata, sì, raggiunta ma con difficoltà; ci abbiamo impiegato molti anni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Quello in esame è l'articolo-cabaret; per legge, in condizioni emergenziali, e senza fissare un limite di tempo - senza precisare se l'obiettivo debba essere raggiunto nei primi tre mesi, nel primo anno, nel primo decennio -, si individua l'obbligo di conseguire la percentuale di raccolta differenziata del 35 per cento, in una regione nella quale la città di Napoli, come abbiamo osservato, si attesta tra il 4 ed il 5 per cento e nella quale tutti i centri urbani superiori ai 50 mila abitanti si attestano al di sotto dell'8 per cento.
Nessuna amministrazione pubblica che guida i comuni superiori ai 50 mila abitanti di questa regione, infine, ha considerato prioritaria la raccolta differenziata dei rifiuti...
PRESIDENTE. La prego di concludere!
PAOLO RUSSO. ...nella propria agenda politica. Mi pare, obiettivamente, una previsione degna più del cabaret che non di un Parlamento!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 4.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 452
Votanti 451
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 253).
Avverto che passeremo ora all'esame di cinque emendamenti che costituiscono una serie a scalare, come definita dall'articolo 85, comma 8, del regolamento. Come da prassi, procederemo alla votazione del primo di essi, di uno mediano e dell'ultimo.
Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 4.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Colleghi, come ho precedentemente affermato, l'articolo 4 è un articolo-cabaret perché, così come è attualmente formulato, costituisce obiettivamente una dichiarazione di intenti o una speranza vana! In altri termini, è un tentativo di gettare il cuore oltre l'ostacolo, sapendo che nemmeno il cuore riuscirà ad oltrepassare tale ostacolo ed avendo, altresì, la consapevolezza assoluta che si tratta soltanto di un numero; probabilmente, esso serve a placare le sensibilità ambientaliste di talune aree della maggioranza.
Quelle stesse sensibilità, tuttavia, sanno bene che si tratta di un valore teso ad essere utilizzato soltanto dal punto di vista del marketing, ma che non sussiste, ovviamente, alcuna condizione strutturale che consenta di conseguire tale risultato.
Facendo un passo indietro sugli sprechi, colleghi, vorrei ricordare che, per quanto riguarda la raccolta differenziata, sono stati effettuati investimenti da parte del commissario straordinario per l'emergenza rifiuti. Onde evitare confusioni, desidero precisare che, quando parlo del commissario e degli sprechi da questi compiuti, non mi riferisco mai all'attività di commissariamento di Catenacci, che devo riconoscere aver effettuato una consistente riduzione della spesa, tentando anche di qualificare la stessa. Pertanto, in questo caso mi riferisco al commissario immediatamente precedente.
Come stavo dicendo, a favore della raccolta differenziata sono state investite un po' di risorse finanziarie. Voi immaginate sia stato investito qualche milione di euro? Pensate siano stati spesi 2, 10, 15, 50, 100, 150 o 200 milioni di euro? Ebbene, vorrei rappresentare che sono stati investiti 450 milioni di euro solamente per effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti! Ribadisco: sono stati spesi 400 milioni di euro solo per la raccolta differenziata, con il risultato che è sotto gli occhi di tutti!
Voi sapete bene, infatti, quali sono i risultati in tale ambito. Da una parte, sono stati acquistati un po' di mezzi ed essi sono stati affidati ad aziende compiacenti, talvolta pubbliche. Tali mezzi sono stati persi, si sono rotti, non vengono utilizzati e, talvolta, sono destinati ad altri usi; qualche volta, vengono perfino utilizzati da imprese private per lo svolgimento di servizi privati!
Le risorse finanziarie in questione, inoltre, sono servite per assumere 2.316 lavoratori. Tali assunzioni hanno generato un disastro straordinario dal punto di vista delle sensibilità ambientali, poiché si è capito che, grazie ai rifiuti, si può praticare una politica «da ammortizzatori sociali»!
In quella regione, infatti, si è lasciato intendere e si è voluto far capire che i rifiuti e la parola magica «raccolta differenziata» possono servire non a governare un processo virtuoso di ciclo integrato dei rifiuti stessi, ma all'esatto contrario! La raccolta differenziata, secondo questa impostazione, può rappresentare una «vacca da mungere» per ottenere risultati su tutt'altri fronti!
Si tratta del fronte, come dire, delle sensibilità clientelari? È quello delle esigenze privatistiche? È il fronte dell'interesse elettorale?
Insomma, si è lasciato intendere che non importava nulla della raccolta differenziata e che l'interesse per quella parola magica, peraltro, culturalmente sbagliata, era bassissimo, in quanto ciò che contava era farsi i fatti propri. E tali fatti sono costati almeno 400 milioni di euro, ovvero 800 miliardi di vecchie lire, che sono stati utilizzati per la raccolta differenziata in Campania. Non sono bravo a capire dove siano andati a finire quei soldi ed offro a voi il dilemma invitandovi a ragionare su questo punto. Le cifre che vi illustro sono sempre certificate e, se guardate bene, vedrete che si tratta di numeri che vanno sommati a quelli che, in precedenza, ho ricordato, relativi alle risorse già spese. Voi pretendete di continuare con un metodo dirigista e di produrre, in Campania, un risultato emergenziale del 35 per cento,
in un tempo incerto. Per questa ragione, vi invito a votare a favore del mio emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 4.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 453
Maggioranza 227
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 255).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 4.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Fare raccolta differenziata è sbagliato culturalmente e, dal punto di vista ideologico, è un danno per i cittadini, perché essa è costruita, sulla base di numeri e percentuali, dalle sensibilità politiche, che nulla hanno a che vedere con le esigenze imprenditoriali, e a prescindere dall'utilizzo.
Invece di fare raccolta differenziata, bisognerebbe intraprendere un'azione programmatica seria. Per fare questo, occorre procedere ad un piano, per la cui predisposizione ci vorrebbe un commissario con le mani libere. Voi, però, avete costretto il commissario a non avere le mani libere. Il povero commissario, così, sarà costretto ancora ad attenersi ai numeri, senza un piano di riuso differenziato, senza una raccolta differenziata. Per realizzare un piano di riuso differenziato bisognerebbe cominciare a consultare le aziende campane che lavorano la plastica e che sono costrette a comprarla nell'est europeo. Sarebbe necessario studiare questo sistema e comprendere di quali plastiche si ha bisogno, in modo tale da utilizzare la miniera delle famiglie campane, come una miniera che produce, non tanto ciò che si raccoglie in modo differenziato, ma ciò che può essere utilmente riutilizzato, in modo da sostenersi autonomamente sul mercato. Ripeto, quindi, che per fare questo, occorre un piano con il coinvolgimento delle imprese operanti nei settori della carta, della plastica, del vetro e dell'alluminio.
Il provvedimento, così come è redatto, è capovolto; voi dite: effettuiamo una raccolta differenziata di valore elevatissimo a prescindere, in una situazione che, ovviamente, non è nelle condizioni di realizzarla, e, poi, dopo, si vedrà. La verità che emerge è il tentativo di mondarsi l'anima, tentando di ammantarsi di un ambientalismo moderno e ritrovandosi su posizioni vetuste di una raccolta differenziata che, così com'è concepita, non si fa più da nessuna parte.
Utilizziamo lo straordinario ritardo di quella regione come un valore aggiunto.
Utilizziamo questo ritardo per realizzare un riuso intelligente, capace di autosostenersi sul mercato. Facciamo un'operazione del genere! Ma per fare ciò occorrerebbe una norma diversa, dando fiducia al commissario straordinario e trovando gli strumenti necessari per consentire a quest'ultimo di incentivare la raccolta differenziata.
La raccolta differenziata è uno di quei dogmi, è uno di quei manicheismi, è una di quelle esasperazioni che stanno producendo il disastro in quella regione. Da una parte, si dice «no» ai termovalorizzatori - comportamento propriamente ideologico -, dall'altra, ci si vuole basare esclusivamente sui termovalorizzatori - comportamento altrettanto ideologico - e poi c'è chi crede che la raccolta differenziata da sola possa risolvere il problema.
La verità è che occorrerebbe mettere in campo un progetto serio, capace di alimentare le filiere del riuso, utilizzando le migliori tecnologie e consentendo a quella regione di valorizzare i propri prodotti attraverso il sistema produttivo della regione stessa e non abbandonando le
aziende che paradossalmente, da una parte, sono costrette a misurare i propri disagi sulle condizioni di gestione del ciclo dei rifiuti e, dall'altra, sono costrette ad acquistare i prodotti all'estero, ad un costo ovviamente maggiorato, perché il grande patrimonio delle nostre famiglie non è offerto alla loro disponibilità. Per questa ragione, mi pregerei se votaste a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, non siamo d'accordo con quanto precedentemente affermato dal collega Russo. La raccolta differenziata va realizzata ed incentivata, da noi è operativa, all'incirca, per il 60 per cento, ed è giusto così.
Semmai, si può ragionare in termini di razionalizzazione della raccolta differenziata, semmai, può essere utile semplificarla, evitando complicazioni inutili. Ad esempio, nelle realtà del nord, dove la raccolta differenziata funziona bene, non si arriva a fare una differenziazione totale, ma si distingue tra frazione secca e frazione umida. Già togliendo la frazione umida dei rifiuti dalla raccolta differenziata si ottiene un doppio beneficio. Da un lato, tutta la frazione secca può essere poi tranquillamente differenziata in maniera meccanizzata, evitando problemi anche per le singole famiglie e creando posti di lavoro. Dall'altro, in tal modo, si produce un ottimo beneficio anche per l'ambiente. Infatti, togliendo dai rifiuti la frazione umida, facciamo sì che nei termovalorizzatori non si debbano raggiungere temperature troppo elevate, evitando il rischio di emissioni di diossina nell'atmosfera.
Pertanto, se cominciassimo a parlare seriamente di raccolta differenziata e di trattamento dei rifiuti, probabilmente eviteremmo di perdere tempo producendo un qualcosa che sia frutto di buonsenso. Occorre incentivare la raccolta differenziata, affinché quest'ultima sia realizzata nel modo migliore, ad esempio attraverso una semplice divisione tra frazione secca e frazione umida dei rifiuti.
Signor Presidente, mi scuso per essere intervenuto ulteriormente. Tuttavia, questo punto deve essere chiarito in maniera definitiva e gradirei che anche qualche rappresentante della maggioranza intervenisse al riguardo. Altrimenti, rischiamo di svolgere un dibattito senza senso anche quando esaminiamo argomenti seri come questo che merita, a mio avviso, un minimo approfondimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.
VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, intervengo sul secondo degli emendamenti a scalare che stiamo esaminando, tendenti a proporre, nel contesto del nuovo sistema previsto da questo decreto-legge, il raggiungimento dell'obiettivo di uno standard minimo di raccolta differenziata. Non ho ascoltato l'intervento dell'onorevole Paolo Russo, ma credo che non abbia potuto contestare, in qualche modo, l'efficienza e l'efficacia di questo tipo di raccolta. Forse, ha voluto ricordare l'esperienza maturata in Campania in questi anni. Infatti, nonostante le grandi risorse finanziarie impegnate e nonostante le grandi quantità di mezzi e di risorse umane di cui i consorzi dispongono, le uniche punte di eccellenza si registrano in alcuni comuni virtuosi che, in questi anni, hanno fatto da apripista rispetto ad una mentalità e ad una cultura dell'approccio al rifiuto in termini virtuosi. Per tutti, cito quello che, in Campania, è il primo comune da questo punto di vista, cioè il comune di Mercato San Severino, per anni gestito da una amministrazione di centrodestra e da un sindaco di Alleanza Nazionale. Ciò dimostra che in materia di politica ambientale si può mantenere uno standard di efficienza quando le amministrazioni si impegnano in maniera concreta rispetto agli obiettivi che intendono raggiungere. L'esperienza di questi anni ha messo il legislatore, al Senato, nelle condizioni di confermare l'obiettivo già previsto
all'interno del decreto Ronchi di oltre dieci anni fa: la raccolta differenziata, cioè, come minimo, dovrebbe raggiungere il 35 per cento della complessiva raccolta di rifiuti solidi urbani. Se la Campania raggiungesse tale obiettivo nei tempi previsti dal decreto-legge in esame sarebbe un fatto eccezionale. Abbiamo molti dubbi al riguardo perché la situazione è di particolare emergenza e qualsiasi sistema si voglia attuare può essere adottato in maniera virtuosa unicamente quando si è superata l'emergenza. Come si può attuare una raccolta differenziata, che può funzionare in maniera massiccia unicamente con la raccolta «porta a porta», se abbiamo a che fare con montagne di rifiuti in mezzo alle strade? Come si può attuare una raccolta differenziata se non diamo alla cittadinanza altra alternativa, se non quella di abbandonare i sacchetti di rifiuti per la strada? Non si effettua nemmeno la raccolta differenziata dei rifiuti che, separati dai cittadini nelle loro case, sono destinati alle speciali «campane» che si trovano per le strade. La popolazione, così, non è incentivata in alcun modo ad effettuare la raccolta differenziata. Ma c'è di più: anche gli impianti che dovrebbero adattare il rifiuto umido sono stati chiusi, in questi mesi, e anche una parte importante della filiera della raccolta differenziata non può essere attuata. Il collega Paolo Russo, che ha presentato questi emendamenti a scalare, non credo abbia espresso un dissenso di fondo sulla necessità della raccolta differenziata. È chiaro che per superare l'emergenza attuale e rimuovere l'immondizia abbandonata nelle strade non si può pensare ad un metodo più veloce se non la raccolta del rifiuto tal quale e la sua destinazione a qualunque altro utilizzo, impianti di CDR o discariche.
Abbiamo letto nei giorni scorsi (visto che si riaprono le discariche) che la necessità in questo momento, per avviare - e concludo, Presidente - un percorso virtuoso per la raccolta differenziata, è quella di superare l'emergenza dell'immondizia in strada: senza questo dato nulla sarà possibile!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 4.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 465
Maggioranza 233
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 268).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 4.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Intervengo per ribadire un concetto, non dal punto di visto terminologico, ma sostanziale.
Noi possiamo anche chiamarla «raccolta differenziata», se ciò è più gradevole, e mi risulta che vi siano dei comuni che hanno una performance elevatissima in ogni parte d'Italia. Il problema è che non è questo ciò che serve: non serve raccogliere in modo differenziato, serve riutilizzare ciò che si raccoglie in modo differenziato, altrimenti vi è un doppio danno perché per raccogliere in modo differenziato attiviamo energie.
A tale proposito, vi sono studi molto interessanti sui costi ambientali della raccolta differenziata e su quanto costa ad una famiglia dal punto di vista energetico raccogliere in modo differenziato: prendere le lattine, metterle da una parte, mettere la macchina in moto, andare alla campana, mettere dentro la campana quelle lattine, aspettare l'arrivo del camion che solleva la campana. Vi sono studi approfonditi che spiegano come, se questo percorso non viene intimamente legato al riuso (di qualità), tutto questo diventa non solo inutile, ma anche ambientalmente dannoso.
Anche agli amici della Lega, che sono attenti e bravi colleghi parlamentari, ma anche ottimi amministratori, dico che è evidente che la raccolta differenziata va alimentata quando a valle vi è il riuso; però, quando non vi è il riuso o quando ve ne è uno scarso, viene a generarsi la sensazione, peraltro più che tale, che ciò che si raccoglie in modo differenziato viene indifferenziatamente riposto talvolta in discarica, talvolta negli impianti di CDR, talvolta addirittura nei termovalorizzatori: è questo il tema!
Non vorrei urtare la sensibilità di tutti i colleghi parlamentari eletti dalla Toscana in su, ma ho il dovere di rilevare come le performance delle regioni virtuose sulla raccolta differenziata sono pagate dai cittadini del sud, perché il meccanismo del CONAI, che premia giustamente le realtà e le amministrazioni che fanno la raccolta differenziata (il sistema del CONAI si alimenta con l'incremento di spesa da parte di tutto il paese) va a riversarsi soltanto sulle regioni virtuose. In realtà, i cittadini del Mezzogiorno, complici le amministrazioni locali incapaci e inefficienti (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo), non solo non hanno un buon servigio dal punto di vista dell'etica ambientale, ma ottengono anche un altro straordinario risultato, quello di finanziare la raccolta differenziata del nord.
Ecco perché su questo argomento credo che non servano numeri e numeretti standardizzati, ma che serva una riflessione che questo Parlamento avrebbe potuto fare solo se fossimo stati liberi di affrontare nel merito le questioni, se avessimo voluto affrontare l'emergenza rifiuti in Campania con il desiderio di risolverla, se avessimo voluto offrire soluzioni concrete al direttore Bertolaso, non obbligandolo con le «manette» a non operare, per non poter mettere in campo una propria iniziativa, essendo limitato dalle incapacità gestionali di quella regione.
È singolare che i colleghi parlamentari che meglio conoscono quelle incapacità gestionali, quell'inefficienza, quella vergogna, quella malagestione scalpitino particolarmente. Dovrebbero essere proprio quei parlamentari a vergognarsi di quella gestione regionale e contribuire, in questa sede, ad un più moderno testo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.
MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, siamo francamente allibiti dopo aver avere sentito queste parole. Veniamo da realtà in cui i giovani cominciano alle elementari ad imparare a fare la raccolta differenziata. Gli insegnanti, le scuole, i comuni spiegano come fare la raccolta differenziata, e sono lustri che ciò viene fatto: vengo dal Trentino e tale attività viene svolta da lustri. Le nostre massaie sotto il lavandino hanno il secchio della plastica, il secchio dell'umido e quello della carta per la raccolta differenziata.
Non abbiamo avuto bisogno di 900 milioni in tredici anni per portare avanti la raccolta differenziata. Sentire oggi, con questi emendamenti, che bisogna addirittura ridurla rispetto a quanto previsto dal provvedimento ci pare francamente fuori da ogni logica. Al nord, dove viene fatta la raccolta differenziata, non ci sono i rifiuti per strada, non ci sono problematiche ed emergenze così gravi come quella di cui stiamo discutendo. Ripudiare la raccolta differenziata in questo modo vorrebbe dire, da parte nostra, rivedere vent'anni di politiche a favore dei rifiuti e dell'ambiente: certamente non possiamo accettarlo. Probabilmente, siamo di fronte a due realtà completamente diverse, e questo emendamento non fa altro che suffragare tale tesi perché, francamente, un'ipotesi di questo tipo ci pare inconcepibile (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 4.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 449
Votanti 445
Astenuti 4
Maggioranza 223
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 258).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Adolfo 4.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, questo emendamento, per quanto stringato, riproduce la questione già illustrata dall'onorevole Paolo Russo con i suoi precedenti emendamenti. L'articolo in esame, che riguarda le misure per la raccolta differenziata, mostra in maniera molto chiara quanto questo provvedimento e le misure in esso contenute siano assolutamente insufficienti ad affrontare la situazione in Campania. Questo provvedimento non tiene conto in maniera concreta e seria delle condizioni in cui si trova la regione tanto da predisporre una risposta efficace e compiuta.
Tale articolo parla in maniera poco trasparente e poco onesta dei passi da muovere, ed indica un percorso non realizzabile. Vorrebbe dare un'impronta di serietà e correttezza ma, in realtà, ritengo che raggiungerà l'obiettivo esattamente contrario. Infatti, ben conoscendo la condizione nella quale versa la regione Campania, non è possibile, non è credibile, non è accettabile scrivere che il commissario delegato debba procedere ad una verifica del numero delle amministrazioni che riescono a raggiungere la percentuale del 35 per cento di raccolta differenziata e, poi, parametrare gli interventi successivi per stabilire la data entro la quale si dovrà raggiungere il 50 per cento della raccolta differenziata.
È pura fantasia! È chiaro che ci saremmo aspettati qualcosa di più realistico. È, infatti, evidente che, se ci approssima al realismo, si riesce ad intravedere un barlume di serietà nell'intervento normativo di cui si discute. Questo, invece, manca.
Riguardo a tutte le ipotesi sanzionatorie (per quanto teoricamente condivisibili) da introdurre in un sistema a regime, abbiamo tentato, con questo emendamento, di contenerle in una logica anche di mantenimento delle strutture amministrative locali, già esageratamente vessate dalle misure introdotte con la finanziaria, prevedendo una correzione del termine di irrogazione della sanzione (posticipandolo in relazione a fatti futuri), alle amministrazioni che non dovessero rispettare, a far data dal momento della verifica in avanti, i parametri stabiliti per legge o quelli che con questo provvedimento saranno definiti per il prossimo futuro.
Credo, comunque, che non riusciremo a dare la risposta urgente e immediata della quale abbiamo bisogno. Ritengo che anche i colleghi della maggioranza, che votano senza ascoltare quello che stiamo dicendo qui ormai da qualche giorno, farebbero bene, almeno per dimostrare un minimo di sensibilità, a sfogliare le pagine dei quotidiani di questi giorni relativamente alla vicenda regione Campania, da cui si evince che la situazione è sempre più drammatica, che gli interventi del commissario delegato, per quanto comprensibili, non riescono assolutamente ad approssimare, in maniera anche minima, un'ipotesi risolutiva, e che si assiste ancora a situazioni di tensione sociale perché non si riesce a far convergere le amministrazioni su decisioni comuni e scompaiono, inoltre, sempre di più, le realtà territoriali nelle quali individuare i siti per sviluppare, anche in questa fase emergenziale, le diverse fasi del ciclo dei rifiuti.
In conclusione, invito l'Assemblea a votare a favore dell'emendamento Adolfo 4.8 al fine di offrire un contributo a queste amministrazioni locali che, per quanto inadempienti, in ogni caso si ritrovano coinvolte in un circuito complessivo che ha penalizzato anche la buona volontà, ove mai ci fosse stata (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nespoli. Ne ha facoltà.
VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, l'emendamento Adolfo 4.8 pone in evidenza una norma contenuta in questo decreto-legge che, vista la situazione data, appare paradossale. In pratica, si debbono penalizzare quelle amministrazioni che non hanno effettuato la raccolta differenziata dei rifiuti, attraverso la nomina di commissari ad acta. Se fossimo seri, inseriremmo in questo provvedimento una norma per commissariare Bassolino, il quale non ha fatto nulla. Bassolino non ha fatto nulla, così come le amministrazioni locali! Ma, al di là della battuta, se non si ripristina, come dicevo prima, una situazione di normalità, ma quale miracolo si può fare per attivare una raccolta differenziata normale e plausibile che possa consentire di raggiungere questi obiettivi?
Serve poi qualcuno che conosca il sistema delle autonomie locali. Mi chiedo, infatti, che senso abbia nominare un commissario ad acta relativamente ad un'amministrazione comunale che non ha fatto nulla. Si tratta di quella stessa amministrazione comunale che in questi anni non ha potuto indire le gare di appalto del servizio di smaltimento dei rifiuti perché il commissario straordinario non l'ha autorizzata. È quella stessa amministrazione comunale che in questi anni non ha potuto attivare il servizio di raccolta differenziata perché il commissario straordinario l'ha avocato a sé attraverso i consorzi che non l'hanno svolta. È quella stessa amministrazione comunale che non ha potuto effettuare la raccolta differenziata in questi mesi perché i mezzi che erano stati promessi, comprati dal commissario delegato, non sono mai arrivati.
Di che stiamo parlando? Noi ipotizziamo le sanzioni rispetto ad atteggiamenti passati non prevedendo tempi e modalità.
Se quelle amministrazioni, domani, dopo che il commissario delegato avrà stabilito un piano per arrivare agli obiettivi che si prefigge - sia il 30, il 35, il 40, il 45 o il 50 per cento di raccolta differenziata - entro un tempo ragionevole, con i mezzi, le risorse umane e i finanziamenti a disposizione, dovessero risultare inadempienti, non si potrà semplicemente nominare il commissario ad acta per porre rimedio alla suddetta inadempienza, essendo state messe a disposizione di quelle amministrazioni mezzi e strutture. Ma tutto questo non è indicato. Si tratta di una norma vessatoria che ci piacerebbe vedere come sarà poi messa in pratica. Se, infatti, la norma vuole essere il classico pannicello caldo, tanto per affermare che si ha lo strumento per far fare la raccolta differenziata, ciò non è comunque vero perché, alla base, non c'è la scelta per poterla praticare, né c'è un programma serio per poter convogliare gli sforzi delle amministrazioni comunali, né c'è una filiera che viene messa in campo attraverso questo provvedimento.
Vi chiediamo, perlomeno, buonsenso - l'emendamento va in questa direzione - e di accettare questo emendamento, posticipando (a quando sarà realizzato un piano che preveda la raccolta differenziata e fissati i termini della medesima), ogni decisione circa le amministrazioni che non rispettino questa procedura, che potranno pure essere commissariate.
Quindi, si tratta di un emendamento di buon senso e vi prego, in questo caso come in tanti altri dove abbiamo affrontato le questioni nel merito, di dimostrare un'attenzione più responsabile (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. È evidente che, così come è stato redatto questo articolo non potrà raggiungere alcun risultato sul fronte della raccolta differenziata.
PAOLO RUSSO. Soprattutto, non potrà raggiungere alcun risultato anche sul
piano delle misure speciali da adottare nei confronti di quei comuni che non fanno raccolta differenziata. Che significa: «...adottando le opportune misure sostitutive anche mediante la nomina di commissari ad acta»?
Quando? In quanto tempo si misura la performance di raccolta differenziata? In quanti mesi si deve provare che c'è un'inversione di tendenza? Qual è il grado di raccolta differenziata raggiunta che può dimostrare che vi è efficienza di risultato? Qual è il parametro che verrà misurato per consentire di valutare appropriatamente un risultato positivo? Qual è la misura che viene adottata nei confronti dei comuni che fanno già raccolta differenziata? Quale la premialità si pone a vantaggio dei comuni che fanno raccolta differenziata, peraltro, da anni, pagando un conto salato? Quali sono gli strumenti che vengono offerti avendo una certezza di tempi, di modi, di strumenti operativi, di percorso?
La verità è che, continuamente, con azioni superfetanti si tenta di costringere, limitare, indicare, indirizzare, rendere particolarmente rigorosa, l'azione del commissario.
In realtà, la si rende rigida, non rigorosa: a quel commissario straordinario, a quel governatore di un fenomeno che è unico nella sua specificità mondiale, a quel «governatore» che è stato chiamato a definire una vicenda che, finora, ha visto sconfitti autorevoli esponenti della politica campana, si pongono limiti, costrizioni, vincoli e si danno strumentazioni inadatte per quanto attiene alla sua possibilità di muoversi sul piano dell'elaborazione di un modello operativo diverso.
Pertanto, mi sembra che l'emendamento di cui è cofirmataria la collega Mazzoni tenti di semplificare la norma, di renderla più cogente, più attuale, più utilizzabile. Per questa ragione, credo si tratti di un emendamento di buon senso, ispirato ad equilibrio e ragionevolezza, da cogliere nella sua essenza.
Avevo lasciato in sospeso il tema degli sprechi, degli sperperi. Eravamo arrivati a 200 milioni di euro (400 miliardi di vecchie lire), risorse inizialmente destinate al sistema delle acque e delle bonifiche, a cui si aggiungevano 50 milioni di euro provenienti da risorse proprie della regione Campania. Si tratta di 50 milioni di euro che sono stati sottratti a servizi essenziali della regione Campania per essere utilizzati per l'emergenza rifiuti. Ma non basta: la regione Campania ha anche investito, con risultati modesti, circa 26 milioni di euro dei fondi POR.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PAOLO RUSSO. Ora capisco per quale ragione non si realizzino strade e non si costruiscano infrastrutture: i soldi servivano per la gestione emergenziale dei rifiuti; ma il risultato è sotto gli occhi di tutti!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, innanzitutto, chiedo di cambiare il voto da me espresso nelle ultime due votazioni: ho votato a favore, ma intendevo votare contro.
Esprimerò un voto convintamente contrario anche sull'emendamento in esame, di cui è cofirmataria la collega dell'UDC. Non c'è dubbio, infatti, che in Campania ci siano state inadempienze, carenze, sperpero di denaro pubblico, collusione fra trattamento dei rifiuti e malavita organizzata. È altrettanto vero, però, che...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
TEODORO BUONTEMPO. ...per tentare - concludo, signor Presidente - di porre fine a questa situazione, da qualche parte bisogna pure cominciare.
Allora, se il testo stabilisce che viene nominato un commissario ad acta nei comuni che non hanno adempiuto, a me pare che la disposizione in parola sia giusta e morale. Stabilire, come propone l'emendamento...
PRESIDENTE. Deve concludere.
TEODORO BUONTEMPO. Ha ragione, signor Presidente.
Voterò contro l'emendamento Adolfo 4.8 e chiederò la parola nel prosieguo.
PRESIDENTE. Naturalmente, la Presidenza prende atto di ciò che lei ha dichiarato relativamente ai voti espressi sui due precedenti emendamenti, ma il voto espresso, ovviamente, non può essere cambiato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, il tema della raccolta differenziata è importante e particolare. Al riguardo, abbiamo ascoltato tesi contrastanti: da alcuni, essa è esaltata come una panacea; da altri, invece, si manifestano gravi perplessità. In ogni caso, il tema è in continuo sviluppo e le soluzioni si vanno via via prospettando e perfezionando in varie parti d'Italia.
Mi sembra che l'emendamento in esame, che propone di sostituire al passato prossimo «hanno rispettato» il congiuntivo presente «rispettino», nella misura in cui proietta l'attenzione, lo studio e l'intervento del commissario ad acta nel futuro, introduca un elemento positivo e, pertanto, vada sottoscritto ed approvato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Adolfo 4.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 428
Maggioranza 215
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 241).
Prendo atto che i deputati Volontè e Cogodi non sono riusciti a votare. Prendo atto, altresì, che il deputato Farinone non è riuscito votare ed avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 4.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Signor Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole del gruppo di Alleanza Nazionale su questo emendamento, che, come i precedenti, pone un problema importante che mi pare quest'Assemblea non voglia recepire: la raccolta differenziata. Sono ormai tre giorni che stiamo discutendo in aula e noi abbiamo denunciato come in Campania non vi sia in realtà un piano di gestione rifiuti, per cui diventa quasi impossibile prevedere con l'articolo in esame una raccolta differenziata che in questi momenti non può essere realizzata. Tant'è che per quanto riguarda i mesi precedenti, anche sotto il governo Bassolino, sappiamo solo che sono stati sperperati moltissimi fondi stanziati dall'allora ministro dell'ambiente Matteoli per una raccolta differenziata che non è mai avvenuta perché non poteva avvenire, viste le condizioni in cui versava la Campania e visto il disastro procurato nel corso di tredici anni di commissariamento sotto un'amministrazione di un unico colore politico. Regione, provincia e comune sono state tutte irresponsabili.
Io credo che questo Governo, rispetto al decreto-legge presentato e a questo articolo (come ai precedenti), sia sordo e cieco: sordo perché non ascolta l'appello che noi stiamo lanciando in questi giorni in aula per risolvere responsabilmente il problema; cieco perché continua ad andare avanti senza manifestare la propria disponibilità a modificare un decreto-legge che dovrebbe essere più snello, cercando di porre l'attenzione sul vero problema che affligge oggi la Campania ed i napoletani. A me dispiace che dai banchi del centrosinistra si levino addirittura delle
grida durante i nostri interventi, perché vorrebbero votare questo decreto, fermarci e tornare a casa. Ebbene, chiedo ai deputati campani del centrosinistra che conoscono bene questa difficoltà: perché non avete il coraggio di togliervi il bavaglio partitico e politico su questo importante problema e dire la vostra? Perché non cercate responsabilmente e trasversalmente - in quanto il problema interessa tutta la Campania e interessa soprattutto chi (oggi, qui in aula), ha «gestito» il problema dei rifiuti in Campania - una soluzione diversa?
Vedo invece che si continua ad essere sordi e si continua a parlare di qualcosa che non c'è. Si intende risolvere il problema con un decreto-legge che addirittura imbriglia e non riesce a porre l'attenzione su un problema serio. Come diceva prima la collega Mazzoni, basta leggere i giornali o girare per le strade di Napoli per rendersi conto di quello che in realtà sta avvenendo.
Credo che con questo articolo stiamo addirittura commissariando il commissario, perché mentre in un primo momento affidiamo tutto alla Protezione civile, successivamente creiamo una serie di strutture, sottostrutture, commissari e vicecommissari che non riusciranno a risolvere il problema. Ma una cosa faranno (e la faranno benissimo), perché in questo sono stati bravi anche coloro che hanno gestito la regione Campania: sperpereranno i fondi che eventualmente il Ministero metterà a disposizione della regione. Il danno e la beffa saranno completi e saranno a carico, purtroppo, dei cittadini campani. Noi vogliamo risolvere il problema delle balle, mentre voi venite a raccontarci in continuazione delle «balle», come state facendo con questo decreto, anche quando fissate la data al 31 dicembre 2007 per il ritiro dei poteri commissariali e quindi per il ritorno alla gestione ordinaria. Siamo fortemente convinti che anche questa data sia una «balla», perché anche in quella circostanza non farete altro che prorogare i termini. Il fatto che il ministro dell'ambiente, un ministro campano, che sa quanto sia difficile la situazione oggi in Campania, non sia presente la dice lunga e ci fa comprendere tutta l'irresponsabilità del centrosinistra. Il centrosinistra, così come governa nella regione Campania, continua a governare anche a livello nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buontempo.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, nel rispetto delle opinioni degli altri colleghi, non vorrei che passasse il messaggio che si è contro la raccolta differenziata.
Mi pare evidente che è meglio il 50 per cento rispetto al 25 per cento, e che è meglio il 60 per cento rispetto al 35 per cento, ma in una realtà nella quale la raccolta differenziata non si fa, da qualche parte bisogna pur cominciare!
La raccolta differenziata significa una minore occupazione dello spazio all'interno delle discariche. Per le grandi città italiane che hanno l'emergenza discariche la raccolta differenziata significa disporre di tali spazi per un numero maggiore di anni prima dell'esaurimento ed avere la possibilità di riciclare i rifiuti. Senza la raccolta differenziata sarà sempre impossibile ricavare dal trattamento dei rifiuti prodotti riutilizzabili.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, credo che quella dei colleghi Paolo Russo e Fasolino sia una proposta condivisibile. Prevedere incentivi economici nei confronti di chi lavora bene, con la collaborazione dei cittadini, sui quali ricadono questi benefici economici, è la strada da seguire.
In tal senso, ho presentato un ordine del giorno nel quale si impegna il Governo ad adoperarsi affinché nei vari disegni di legge che saranno sottoposti all'esame del Parlamento si prenda un'iniziativa di questo
tipo complessivamente e non solo con riferimento alla regione Campania. Infatti, se dobbiamo seguire il criterio della meritocrazia, è giusto avviare interventi di questo tipo e prevedere penalizzazioni nei confronti di coloro che non si adeguano in maniera adeguata e che non dimostrano senso civico necessario per gestire al meglio una situazione difficile e complessa come la raccolta differenziata e lo smaltimento dei rifiuti.
È giusto, dunque, che siano previsti incentivi economici e che siano premiati il merito e l'impegno dei cittadini anche tramite gli sgravi rispetto alla TARSU, vale a dire la tassa da pagare per far fronte alle spese per lo smaltimento dei rifiuti.
È altresì giusto tenere in considerazione il dato storico da cui si parte per compiere un'analisi complessiva sul lavoro che è stato svolto e gli standard della raccolta, perché una cosa è separare il vetro dalla carta o dal ferro, un'altra è compiere una raccolta più complessa che prevede la separazione del secco dall'umido. In questo modo, i cittadini sono impegnati in una differenziazione dei rifiuti che comporta l'utilizzo di diversi contenitori, che spesso possono disturbare nelle abitazioni - questo è vero -, ma che sono necessari per compiere in modo serio la raccolta differenziata. Dunque, lo spirito di quest'emendamento sicuramente è condivisibile e suona come un riconoscimento dell'impegno dei cittadini.
Non so se il sottosegretario abbia avuto modo di leggere il mio ordine del giorno che va in questa direzione, ma ritengo che un Governo debba lanciare un chiaro segnale al riguardo. Se si chiede collaborazione ai cittadini, è giusto che il Governo preveda un riconoscimento per tale collaborazione. Infatti, le problematiche ambientali che vengono risolte attuando la raccolta differenziata seria riguardano l'intero paese e, quindi, dovrebbero essere tenute in adeguata considerazione non solo a livello centrale, ma anche dalle amministrazioni periferiche dello Stato.
Tra l'altro, se non c'è un intervento normativo a livello centrale che stanzi fondi, ben difficilmente i comuni possono applicare la riduzione della TARSU.
Quindi, è giusto che sia previsto questo premio per gli enti più virtuosi e gli amministratori di tali enti e, soprattutto, per i cittadini, perché su di loro ricade tale beneficio.
Credo che un emendamento siffatto non possa che essere accolto, perchè testimonia, in modo pragmatico e concreto, la filosofia che deve essere perseguita quando si vuole affrontare un problema simile, per raggiungere risultati certi e la piena collaborazione dei cittadini. Tale emendamento va condiviso perché costituisce la strada giusta da seguire, come hanno fatto già altre amministrazioni, che magari hanno attuato questi interventi perché hanno ricevuto benefici economici dovuti ai risparmi ottenuti autonomamente nella gestione dello smaltimento dei rifiuti e che, quindi, decidono da sole di ridurre l'importo della TARSU.
Però, se ci fosse un aiuto anche da parte del Governo, con fondi ad hoc, si avrebbe un doppio vantaggio e, quindi, un doppio stimolo per i cittadini a fare al meglio la raccolta differenziata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, rispondo all'appello del collega Buontempo, il quale faceva emergere il dubbio che noi siamo contrari alla raccolta differenziata. Vogliamo chiarire che la nostra posizione è a favore di quanto la legge prescrive e che consideriamo assolutamente negativo il bassissimo livello di adeguamento alla normativa nazionale che verifichiamo in Campania.
Con gli emendamenti dei quali abbiamo discusso prima e anche con questo emendamento, stiamo cercando, come ho provato a spiegare, di rendere sano, di buon senso e realistico questo provvedimento.
Non so quanti abbiano realmente letto il testo di questo decreto-legge, ma vorrei
ricordare che al comma 1 dell'articolo 4 si afferma che il commissario delegato, sentita la struttura, verifica il raggiungimento dell'obiettivo minimo di raccolta differenziata, pari al 35 per cento. Quindi, c'è un passaggio di verifica - lo devo dire - di cui già tutti conosciamo l'esito. Lo sappiamo perfettamente, perché sono ben 13 anni che si discute di questo argomento e che si fanno studi; sono oltre dieci anni che la Commissione d'inchiesta sull'ecomafia lavora su questi temi, indagando e pubblicando le relazioni. Sappiamo che in Campania la percentuale di raccolta differenziata oscilla, come risulta dalle diverse relazioni, dal 4 all'8 per cento.
Un supplemento di verifica va sempre bene, ma non credo che ci possa portare a realizzare questa percentuale, che è molto al di sopra di quella attuale. Già sappiamo, quindi, sin d'ora, che la percentuale valutata nel 35 per cento non è stata raggiunta e non sarà raggiunta in Campania.
Al termine di questa verifica, come previsto dal comma 1, il commissario procederà, eventualmente, a commissariare le amministrazioni inadempienti. Ha detto bene il collega Nespoli: bisognerebbe partire dal commissariamento del presidente della regione, che, purtroppo e con dispiacere di noi tutti, è già inadempiente e che, quindi, potrebbe essere uno dei soggetti commissariati. Dopo di che, in maniera altrettanto automatica, potremmo prevedere nella legge che si debba procedere al commissariamento di tutte le amministrazioni della Campania, salvo qualche rara, rarissima eccezione.
L'emendamento Paolo Russo 4.9 cerca di introdurre un elemento di concretezza, parametrando l'individuazione dei privilegi e delle penalità agli standard accertati attualmente e, quindi, valutando gli incrementi per verificare la capacità di crescita e di miglioramento che le amministrazioni dimostrano.
Credo che questo intervento possa essere utile, perché è inutile prenderci in giro con questo tipo di formulazione. Questo articolo non potrà essere messo in pratica ed attuato.
Non possiamo commissariare tutte le amministrazioni della Campania, per quanto - lo stiamo dicendo - forse, lo meriterebbero! È chiaro che è insano anche pensarlo. Allora, credo sarebbe saggio introdurre questo tipo di indicazione.
Non mi piace l'idea dell'ordine del giorno e non mi piace che ci rassegniamo a non operare da legislatori in maniera corretta. Ma anch'io vorrei rivolgere un appello al Governo, affinché si convinca ad accettare un eventuale ordine del giorno che indichi questa strada, affinché le attività che consegniamo al commissario vengano attuate solo in relazione ad una verifica parametrata sugli standard attuali, come suggerisce il collega Paolo Russo nel suo emendamento.
In ogni caso, se l'emendamento in esame non dovesse essere ritirato, preannuncio il nostro voto favorevole sullo stesso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, non vorrei introdurre un altro elemento polemico. Vorrei, però, riflettere su un ulteriore dato. Ovviamente, escludo sia questa l'intenzione di chi oggi sta votando; ma l'intenzione di chi oggi sta votando sarà utilizzata in altre sedi: nelle autorevoli sedi della politica campana.
Volete vedere che saranno nominati un po' di «amici» commissari? Volete vedere che la prossima sarà la stagione degli amici commissari lottizzati? Volete vedere che il prossimo tavolo della politica della maggioranza campana si occuperà della spartizione non più delle ASL, ma dei commissari? Volete vedere che, dopo l'aggressione alla ASIA, toccherà alla gestione dei commissari per la raccolta differenziata? Volete vedere, collega Buontempo, che dietro questa nobile vicenda, che deve essere ascritta ad una delle pagine più nobili di questo Parlamento, caratterizzata dalla ricerca di un risultato e di una buona performance sul piano della raccolta differenziata (voi la definite così, ma
io penso al «riutilizzo differenziato»), dietro questo manto misericordioso di sensibilità ambientalista, si nasconde in Campania un'altra ondata di gestione di clientele? Volete vedere che per i cittadini campani vi sarà, oltre il danno, anche la beffa? Essi vedranno piombare nei propri comuni uomini dalle grandi esperienze, immagino talvolta politiche, talvolta di gestione clientelare, talvolta dal punto di vista dell'appartenenza politica, talvolta delle tessere politiche.
Volete vedere che in Campania l'ambaradan della raccolta differenziata finirà con la nomina di qualche commissario, ripartita accontentando partiti e partitini, per compensare le nomine negli ATO, nei consorzi, nei sistemi di gestione della sanità, nelle trenta società partecipate della regione Campania? Volete vedere che andrà a finire così? Temo di sì; temo che accadrà esattamente questo!
L'emendamento che ho presentato è teso, invece, a fare una cosa concreta: aiutiamo le amministrazioni concretamente, sul piano tariffario. Mi riferisco alle amministrazioni che già attuano la raccolta differenziata. Consideriamo il valore di chi oggi, in una condizione emergenziale, raggiunge buone performance sulla raccolta differenziata. Utilizziamo strumenti di penalizzazione per quei comuni che non fanno la raccolta differenziata.
Utilizziamo strumenti di penalizzazione per così dire a saldo zero, a saldo uguale. Misuriamo le penalizzazioni e con esse utilizziamo gli incentivi per chi fa la raccolta differenziata. Questo potrebbe essere un modo concreto, tangibile, serio, sereno, severo e fuori dalle logiche partitocratriche per mettere in campo una politica seria sul piano delle sensibilità ambientaliste, senza coinvolgere i partiti, le gestioni, i commissari e quant'altro! Senza coinvolgere l'atteggiamento negativo, la parte critica, la parte che ha distrutto la regione Campania su questo fronte!
Approviamo dunque questo emendamento con lo spirito di chi vuole premiare quelle amministrazioni che fanno raccolta differenziata e penalizzare invece quelle amministrazioni che la raccolta differenziata non solo non la fanno, ma non hanno intenzione di farla.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, vorrei capire da dove provenga la decisione di proseguire i nostri lavori fino alle 14 (Commenti)... Certamente noi non possiamo essere in qualche modo, ironicamente, tacciati di voler - come del resto mi sembra nessuno voglia fare in quest'aula - perdere tempo (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Colleghi, lasciate parlare l'onorevole Volontè!
LUCA VOLONTÈ. Non riesco a identificare chi è, altrimenti avrei qualche risposta adatta alla situazione...!
Questa mattina - noi eravamo in aula - abbiamo visto che si è cominciato a votare alle 10,50. Ora sono le 13,30. Mi sembra che si intenda proseguire i nostri lavori fino alle 14. Tuttavia, poiché alle 14 sono convocate molte Commissioni, ritengo che le persone che «abitano» in questo palazzo abbiano anche il diritto di fermarsi a prendere qualcosa in più di un bicchiere d'acqua! Non capisco pertanto quale sia la fretta di utilizzare anche questa mezz'ora, dalle 13,30 alle 14.
Aggiungo, Presidente, che le Commissioni sono convocate alcune per la sede referente, alcune per le interrogazioni a risposta immediata - questo capita in molte Commissioni convocate alle 14 -, altre per audizioni informali, in cui ci saranno, immagino, più persone, e non una sola! Immaginare quindi che si possano riprendere i lavori in Assemblea, dopo aver svolto tutta questa attività in Commissione, alle 15, mi sembra altrettanto originale.
Aggiungo infine che siamo convocati per la Conferenza dei presidenti di gruppo
tra le 15 e le 15,30. Se la cortesia della Presidenza volesse tenere conto del bisogno umano di potersi fermare qualche minuto (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...
Voi avete come mito gli stakanovisti, un mito che deriva da una certa cultura e da una certa storia, noi invece abbiamo il mito degli artigiani medievali, che si fermavano a mangiare con calma! Allora Presidente, al di là di queste ironie che vengono dalla sua parte politica, forse una razionalità nei nostri lavori, visto il prosieguo e l'andamento dei lavori in questi giorni, non penso sia fuori luogo, anche perché consentirebbe ai singoli deputati e all'Assemblea nel suo complesso di operare con più ragionevolezza e con più serenità anche nel prosieguo dei lavori parlamentari.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non è che noi non abbiamo notato ed anche apprezzato da parte dei colleghi dell'UDC un comportamento ancora una volta diverso da quello che legittimamente mettono in campo altre opposizioni (Commenti dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)). Non a caso l'UDC è presente quando altri decidono di uscire. Non a caso l'UDC fa degli interventi mirati su alcuni argomenti. Noi questo lo rispettiamo, però sappiamo perfettamente che abbiamo un vincolo, che è rappresentato dalla data di scadenza per la conversione in legge di questo decreto, l'8 dicembre. Sappiamo che è da martedì che siamo alle prese con votazioni e con interventi continui da parte di colleghi di Forza Italia e della Lega, che legittimamente stanno portando avanti la loro iniziativa.
ANTONIO LEONE. Stamattina avete parlato per un'ora!
ROBERTO GIACHETTI. Vorrei anche spiegare al collega Leone che, se ce lo consente, magari anche la maggioranza ogni tanto ha il diritto, all'interno di questo Parlamento e di quest'aula, di esprimere le proprie posizioni. Spesso e volentieri sono proprio i colleghi dell'opposizione che chiedono alla maggioranza di intervenire. Credo che nell'economia di questo dibattito gli interventi della maggioranza siano stati assolutamente irrilevanti, rispetto agli interventi dell'opposizione.
Nessuno può suggerirci quando intervenire nel dibattito; lo facciamo in maniera precisa, sul merito e in alcuni momenti nei quali pensiamo sia utile chiarire taluni aspetti.
Detto tutto ciò, è altrettanto evidente che in quanto maggioranza abbiamo la responsabilità di garantire la conversione in legge di questo decreto-legge; faccio osservare al collega Volontè che, se avessimo potuto realizzare i desiderata intercorsi tra i vari gruppi nei giorni scorsi per esaurire l'esame del provvedimento entro questa settimana, probabilmente avremmo potuto darci anche orari diversi. Chiaramente, dato il tempo che rimane, tutti devono compiere uno sforzo; per quanto ci riguarda, siamo dell'idea che si debba continuare l'esame fino alle ore 14 per poi riprendere alle 15 e così proseguire nei nostri lavori. Mi dispiace.
LUCA VOLONTÈ. Sconvocate le Commissioni!
ROBERTO GIACHETTI. So perfettamente che, nell'economia dei lavori, l'umanità è possibile quando vi è collaborazione, onorevole Volontè; quando non c'è, evidentemente si deve proseguire con gli orari fissati.
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Raccomanderei ai colleghi che intervengono di essere concisi.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, ritenevo che il collega Giachetti
volesse ringraziare tutti i gruppi di minoranza perché, grazie a noi, si è consentito il raggiungimento del numero legale in quest'aula; altrimenti, i lavori sarebbero già finiti (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)! Quindi, abbiate almeno l'umiltà di ringraziare chi, con la sua presenza, sta consentendo il prosieguo del dibattito.
Una voce: Vergogna!
TEODORO BUONTEMPO. Secondo elemento: questa maggioranza comincia a costare troppo al cittadino italiano dato che una seduta convocata questa mattina alle ore 9 è iniziata alle 11 perché voi non avevate i deputati presenti in aula. Questa è la verità (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)!
Una voce: Vergogna!
TEODORO BUONTEMPO. Dalle 11 alle 13,30, siamo rimasti in quest'aula a compiere il nostro dovere: non consentiamo né a Giachetti né a chicchessia di stilare pagelle sui gruppi dell'opposizione, su chi sia più bravo e compiacente, su chi sia più duro e su chi più faccia l'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)! È nella libertà di ciascun gruppo, libertà che ci prendiamo.
Detto ciò, Presidente, i lavori dell'Assemblea devono avere un percorso certo; non è possibile un simile andamento dei lavori. La questione riguarda i deputati della maggioranza e dell'opposizione; peraltro, se solo si verificano sul resoconto le presenze in aula di chi vi parla e degli altri colleghi, risulta chiaro che noi siamo abituati a fare il nostro dovere sempre e comunque. Tuttavia, i lavori delle Commissioni e dell'Assemblea, decisi dalla Conferenza dei capigruppo, non possono proseguire in tal modo; poi, nel caso di specie, proseguiamo pure nel corso della serata o della notte o fino a quando anche voi stessi sarete costretti a fare nuovamente ostruzionismo.
Perfino i vostri deputati, infatti, non ne possono più di questi provvedimenti portati all'esame dell'Assemblea a scatola chiusa. Non siamo stati eletti dal popolo per fare le comparse nei dibattiti in quest'aula!
Quindi, caro Presidente, essendo passate le 13,30, ritengo che i nostri lavori si debbano sospendere con questo voto, a meno che lei non voglia sconvocare da subito tutte le Commissioni convocate per oggi pomeriggio. Se vuole, votiamo ancora un altro emendamento, ma poi si sospenda la seduta.
Vogliamo avere orari certi; per il resto, non vi sono problemi di sorta. Però, e concludo, avete sbagliato a non ringraziarci; saremo più attenti a non consentirvi di raggiungere il numero legale, considerato che siete, oltretutto, arroganti ed irriconoscenti (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Presidente, intervengo solo per porre in rilievo un paio di aspetti di ciò che sta accadendo. È innegabile quanto testé si è osservato; al riguardo, inviterei il collega Giachetti a prendere visione dei tabulati delle votazioni effettuate da stamattina fino ad ora per verificare se si sarebbe raggiunto o meno il numero legale senza la partecipazione al voto della Casa della libertà. Avrebbe qualche sorpresa, una volta che prendesse visione dei tabulati!
Del resto, ictu oculi, basta guardare: al di là della moltiplicazione dei pani - operata dal gruppo dei Comunisti Italiani e da qualche altro collega -, il centrosinistra assolutamente non è in grado di raggiunge il numero legale. Se poi il collega Giachetti vuole che diciamo nome e cognome di quanti votano doppio o se vuole che non votiamo, ce lo dica pure, assumendo, come osservava il collega Buontempo, un atteggiamento da arrogante. Mi sembra, però, che non sia questo il modo in cui i gruppi di maggioranza e di opposizione dovrebbero intrattenere i loro rapporti in questa Assemblea.
La verità è che la richiesta avanzata dal collega Volontè è stata originata da un'altra questione, che il collega Giachetti conosce benissimo. Ricordo, infatti, che l'allora deputato Boccia (adesso componente del Senato) si alzava sistematicamente per chiedere quanto meno contezza, o certezza, circa gli orari di svolgimento dei lavori parlamentari. È solamente questo ciò che ha chiesto il collega Volontè!
Noi siamo presenti in Assemblea dalle 9,30 di questa mattina; prima di votare, abbiamo atteso i 20 minuti del preavviso e la maggioranza, finalmente, ha voluto intervenire in quest'aula sul provvedimento. Ricordo, infatti, che i deputati della maggioranza, giustamente, hanno parlato per un'ora per chiarire le loro posizioni!
Poi, finalmente sono iniziate le votazioni e si sta andando avanti non stancamente, ma sulla scorta di un principio che ritengo essenziale, poiché sta alla base del nostro atteggiamento. Non stiamo assumendo un atteggiamento ostruzionistico, poiché gli interventi dei colleghi del gruppo della Lega Nord Padania, dell'UDC, di Alleanza Nazionale e di Forza Italia riguardano il merito del provvedimento.
La verità è che il decreto-legge all'esame della Camera è blindato: non si è voluto cambiare una virgola neanche quando le proposte emendative erano buone; altrimenti, questo provvedimento sarebbe stato già approvato! Noi vi avevamo proposto di approvarlo velocemente - naturalmente, in cambio della garanzia, da parte della maggioranza e del Governo, dell'approvazione di qualche emendamento presentato dall'opposizione - e, così facendo, il Senato avrebbe convertito definitivamente il decreto!
Noi vi garantiamo che, comunque, il decreto-legge in esame non decadrà; tuttavia, vorrei rilevare che non si può procedere così, alla rinfusa, senza stabilire se vi sarà una sospensione alle 13,30, alle 14 o alle 15, se termineremo i nostri lavori questa sera o se non riprenderemo l'esame del provvedimento. Non si capisce nulla, perché la maggioranza non è in grado di stabilire una linea, né tantomeno può dettare alla Presidenza l'orario di conclusione dei lavori!
Glielo dico, signor Presidente, con tutta la stima che nutro nei suoi confronti. Il collega Giachetti non può decidere se dobbiamo sospendere l'esame del provvedimento alle 13,30 o alle 14! Da che mondo è mondo, infatti, se la seduta è cominciata alle 9,30, l'orario di interruzione dei lavori dell'Assemblea - preciso che non sto chiedendo di concludere l'esame del provvedimento questa mattina - sono le ore 13,30!
Riprenderemo i nostri lavori alle 15, come è sempre stato e proseguiremo l'esame del decreto-legge. Vedremo se si riuscirà a concluderne l'esame questa sera, altrimenti continueremo i nostri lavori nelle giornate di domani, di sabato e di domenica; in altre parole, utilizzeremo il tempo che sarà necessario!
Noi garantiremo la nostra presenza e non ci sottrarremo alle nostre responsabilità; tuttavia, vogliamo che alle 13,30 si aggiornino i lavori per riprenderli alle 15, perché c'è bisogno che l'attività dell'Assemblea venga regolamentata in questo modo e non in base alle esigenze della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. I colleghi sanno che, secondo il calendario predisposto dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, sono previste votazioni anche nella parte pomeridiana della seduta odierna e, eventualmente, nella giornata di domani, venerdì 1o dicembre. I colleghi comprendono, inoltre, che ci troviamo in una fase abbastanza arretrata dell'esame del provvedimento.
La Presidenza, come è giusto che sia, deve contemperare due diritti e due esigenze: quella dell'opposizione, ovviamente, di criticare e financo contrastare i provvedimenti presentati dal Governo e dalla maggioranza, e quella della stessa maggioranza di veder esaminati, ed eventualmente approvati, i propri progetti legislativi.
Noi ci troviamo in questa condizione e non possiamo affermare, quindi, che ci si può permettere di non considerare il fattore tempo. La discussione che si è svolta sull'ordine dei lavori ci ha portato via un altro quarto d'ora; si è trattato di un dibattito assolutamente legittimo e svolto secondo il regolamento, tuttavia siamo giunti a questa situazione e le 13,30 sono state già superate.
Propongo pertanto, non per svolgere una discussione astratta sull'orario, ma, per tenere conto del lavoro svolto nella trattazione del provvedimento, di esaminare ancora le proposte emendative concernenti i commi 2 e 3 dell'articolo 4 del decreto-legge, poiché si tratta di tre votazioni, oltre a quella che adesso ci accingiamo ad effettuare. Successivamente, potremmo sospendere i nostri lavori per riprenderli alle ore 15.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Ci sono le sedute delle Commissioni!
PRESIDENTE. Procederemo quindi, dal momento che sono esaurite le dichiarazioni di voto, alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 4.9.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 4.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 410
Maggioranza 206
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 231).
Prendo atto che il deputato Cogodi non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dussin 4.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.
GUIDO DUSSIN. Visto l'orario e dato che lei, signor Presidente, ha detto che si prosegue nell'esame degli emendamenti riferiti al comma 2 e al comma 3, ritiro i miei due emendamenti 4.10 e 4.11.
PRESIDENTE. Sta bene. Onorevole Paolo Russo, ritira anche il suo emendamento 4.12?
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, mi scusi, era chiara la mia proposta? Altrimenti, intervengo e proseguiamo...
PRESIDENTE. Onorevole Dussin, la sua proposta è chiarissima. Lei ritira i suoi emendamenti 4.10 e 4.11, ma non può ritirare l'emendamento che ha, come primo firmatario, un altro collega. Chiedo, quindi, al collega Paolo Russo se ritira il suo emendamento 4.12.
PAOLO RUSSO. No, signor Presidente, non lo ritiro.
GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, mi scusi, vorrei capire meglio dalla Presidenza come proseguono i nostri lavori.
PRESIDENTE. La Presidenza ha già detto che si sarebbe passati all'esame degli emendamenti riferiti ai commi 2 e 3, per poi sospendere la seduta. Quindi, onorevole Dussin, conferma il ritiro dei suoi emendamenti?
GUIDO DUSSIN. Sì, certamente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Russo 4.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. La proposta della Presidenza di proseguire con questo emendamento è singolare, perché, con soli due interventi, si andrà ben oltre le ore 14. È
singolare, perché così sembra una concessione ed è ovvio che, rispetto ad essa, vi deve essere un elemento che condiziona, riducendo l'orario fissato e non superandolo. Non c'è problema, se lei ritiene che questa sia la soluzione. I colleghi sanno perché siamo qui, ovvero perché abbiamo avuto il brillante suggerimento di approfondire questo emendamento oltre le ore 14 (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PIETRO SQUEGLIA. Ma dai!
LALLA TRUPIA. Basta!
PRESIDENTE. Prosegua, onorevole Russo.
PAOLO RUSSO. No, Presidente, non posso proseguire (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). Non posso, perché sento ciurmaglia...
PRESIDENTE. Lei prosegua, onorevole. Non siamo oltre le ore 14.
PAOLO RUSSO. Presidente, io proseguo, ma lei deve garantire che quest'Assemblea sia corretta nei miei confronti.
PRESIDENTE. Assolutamente, onorevole, nei suoi confronti, come di qualunque deputato che prenda la parola.
PAOLO RUSSO. Allora, lo faccia (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, fate proseguire l'onorevole Russo.
PAOLO RUSSO. Capisco il nervosismo di qualche collega, quando si tratta di ragionare dell'inefficienza della regione Campania (Commenti del deputato Borghesi).
PRESIDENTE. Prosegua pure!
PAOLO RUSSO. Presidente, onestamente è difficile proseguire (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Onorevole Russo, succede a tutti di intervenire con un po' di brusio. La prego di continuare. Il tempo sta scorrendo.
PAOLO RUSSO. Escludo che il tempo trascorra e venga computato quando non sono posto nella condizione di intervenire (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).
GIOVANNI CARBONELLA. Vai avanti!
PRESIDENTE. Lei è nella condizione di intervenire e i colleghi sono pregati di fare silenzio.
PAOLO RUSSO. Dicevo che capisco il nervosismo dei colleghi, quando si tratta di ragionare sulle inefficienze della regione Campania ed anche l'imbarazzo, quando occorre ragionare, ad esempio, di una vicenda che si chiama PAN, una vicenda marginale di qualche decina di milioni di euro buttati dalla finestra dal precedente commissario straordinario, il presidente della regione, che creò un call center ambientale che servì per sistemare un po' di lavoratori che adesso stanno scioperando perché quella straordinaria idea è poi franata, non ha trovato mercato. In tale iniziativa sono state tuttavia investite risorse pubbliche, del commissariato straordinario, risorse che servivano per gestire l'emergenza rifiuti.
A pieno regime questo call center ambientale riceveva due o tre telefonate al giorno. Abbiamo fatto un rapido calcolo: ogni telefonata è costata al cittadino italiano più o meno 160 mila euro. Capisco l'imbarazzo e comprendo anche il disagio nel dover ragionare di tali vicende, nel dover discutere di vicende che gettano un'ombra «sinistra» (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo) sul sistema gestionale di quella regione, e non solo nel settore dei rifiuti. Capisco l'imbarazzo per una vicenda che ha del paradossale: 10
milioni di euro! Un'idea straordinaria quella di costituire un call center ambientale per infilarci un po' di amici. Poco male se poi la struttura non funziona e si sono buttati 20 miliardi di lire di cittadini campani e italiani!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Saglia. Ne ha facoltà.
STEFANO SAGLIA. Innanzitutto, intendo sottoscrivere il presente emendamento, in quanto ritengo sia assolutamente fuori luogo che, all'interno del decreto-legge in esame, si sia inserito questo comma che sostanzialmente impone la stipula di un accordo di programma tra il commissario delegato e il CONAI, per raggiungere l'obiettivo del 60 per cento del recupero per quanto attiene agli imballaggi e che tale operazione debba avvenire con risorse del consorzio. L'esperienza del CONAI è sicuramente di eccellenza, ha infatti consentito di raggiungere il suddetto obiettivo consentendo di conferire la restante parte dei rifiuti alla termovalorizzazione. Che il commissario voglia stipulare un accordo di programma con il consorzio potrebbe costituire un fatto positivo, ma ciò non dovrebbe essere imposto per legge. Infatti, quando si prevede che questo accordo dovrà determinare un intervento del consorzio con proprie risorse, si rischia di fatto di provocare un incremento del prelievo fiscale. Il consorzio viene finanziato con il contributo ambientale delle imprese che lo costituiscono: dunque, se fosse coinvolto non attraverso un libero rapporto, ma con la coercizione di una legge, vi sarebbe necessariamente un aumento dei costi che il consorzio deve sopportare e quindi un rischio di incremento del prelievo fiscale. Questo è l'ennesimo comma, l'ennesimo passaggio del decreto-legge in esame che ha natura propagandistica: si vuole affermare che si farà la raccolta differenziata, si pongono obiettivi assolutamente irraggiungibili nei tempi previsti dal provvedimento e si trasforma Bertolaso in una sorta di «Superman». Crediamo sia giusto, quindi, sopprimere questo comma perché sia poi rinviata alla libera concertazione tra il commissario delegato e il consorzio la possibilità di stipulare accordi, fermo restando che il consorzio già intrattiene un rapporto con 6 mila 800 comuni del nostro paese, attraverso l'ANCI e attraverso appositi protocolli d'intesa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo per un chiarimento. Al di là degli apprezzamenti dell'onorevole Giachetti sulla nostra presenza in quest'aula che, peraltro, è un fatto normale, avevo formulato una richiesta esplicita. Forse mi è sfuggita la sua risposta, signor Presidente. Le avevo chiesto, nel caso in cui condividesse l'idea di conciliare - lei ha utilizzato questo termine - l'esigenza che deriva dalla scadenza del decreto-legge il prossimo 8 dicembre (quindi, non parliamo di domani) con le esigenze dell'opposizione, se ritenesse opportuno ritardare l'inizio delle sedute delle Commissioni parlamentari, in alcune delle quali è previsto lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, oppure concedere alle stesse più tempo per lavorare. In molte Commissioni sono all'ordine del giorno anche audizioni - per le quali è prevista la partecipazione di diverse personalità - che dovrebbero svolgersi, al termine della sede referente, in meno di trenta minuti. Mi sembra che su tale argomento, signor Presidente, lei non abbia fatto alcun cenno. Allora, soltanto per una questione di cortesia, personale ma anche parlamentare, sarebbe utile avere qualche indicazione. Sono le 13,55 e la seduta sarà sospesa, sicuramente, dopo le 14. Perciò, ognuno di noi deve sapere se dovrà percorrere la strada di Stakanov oppure quella di un italiano che si voglia impegnare in Parlamento.
PRESIDENTE. Dal momento che la Presidenza si era orientata in base non ad
un orario ma all'esame di alcuni emendamenti, ero in attesa di capire a che ora la seduta potesse essere sospesa. Abbiamo ripreso l'esame degli emendamenti alle 13,40 e stiamo per passare ai voti. Quindi, abbiamo impiegato un quarto d'ora. A questo punto, possiamo andare incontro alla richiesta formulata dall'onorevole Volontè, stabilendo che, esaurito l'esame di questo emendamento, per il quale è previsto ancora un intervento per dichiarazione di voto a titolo personale, e la relativa votazione, si sospenderà la seduta fino alle ore 15,30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Taglialatela. Ne ha facoltà.
MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Presidente, i colleghi non si rendono conto del fatto che l'esigenza di convertire in legge il decreto-legge in esame a scatola chiusa, impedendone qualsiasi modifica, è esattamente una delle ragioni che hanno determinato, nel passato, le situazioni di emergenza nelle quali oggi ci troviamo per quanto riguarda la regione Campania.
MARCELLO TAGLIALATELA. Impedire qualsiasi correzione e respingere ogni proposta emendativa rappresenta il peggior servizio che si possa rendere ai cittadini che reclamano, da tempo, una soluzione ai problemi. Non vale il richiamo alla scadenza del decreto-legge, perché penso che la soluzione sia costituita non dal medesimo decreto-legge, in quanto tale, ma dal suo contenuto. Ebbene, questo provvedimento, mentre interviene per risolvere le vicende, per altri versi le cristallizza, le congela e, quindi, le ripropone. Ritengo che questo aspetto sia significativo e ritengo utile che, a prescindere dalla scadenza dell'8 dicembre prossimo, questa Assemblea possa svolgere una funzione migliore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Russo 4.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 312
Votanti 311
Astenuti 1
Maggioranza 156
Hanno votato sì 71
Hanno votato no 240).
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15,30.
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