Allegato B
Seduta n. 44 del 28/9/2006


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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta in Commissione:

STRADELLA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
è stata data notizia dai responsabili aziendali della Jefferson Smurfit circa la programmazione della chiusura dello stabilimento di Novi Ligure (ex Vosa);
tale decisione giunge improvvisa ed inaspettata dal punto di vista produttivo;
detto provvedimento determinerebbe una situazione occupazionale ed economica critica per l'area novese -:
quali iniziative intenda adottare per salvaguardare i livelli occupazionali e se non ritenga opportuno istituire un tavolo di confronto con le parti al fine di scongiurare la chiusura dello stabilimento di Novi Ligure (ex Vosa).
(5-00240)

BORDO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
con decreto ministeriale n. 55/02/2002 del 23 dicembre 2002 l'allora Ministero delle Attività Produttive rilasciò alla Mirant Italia srl l'autorizzazione unica, ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge n. 7 del 2002, convertito nella legge 7 febbraio 2002, n. 55, alla costruzione e all'esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica a ciclo combinato della potenza di circa 400 MW, da ubicare in località Masseria Ratino dell'agro del Comune di San Severo, in provincia di Foggia;
contro la costruzione della centrale la popolazione ha subito espresso dissenso ed avversità, mobilitandosi attraverso le organizzazioni ambientaliste, come la Legambiente ed il WWF, nelle loro articolazioni locali e nazionali, i sindacati e le categorie produttive, le associazioni artigianali e agricole più rappresentative, Agenda 21 locale, le istituzioni, dando vita


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ad un movimento vero e proprio denominato «rete no centrale» al quale hanno via via aderito le amministrazioni dei comuni dell'area interessata (oltre a San Severo, anche Apricena, Torremaggiore, San Paolo Civitate, San Nicandro Garganico), la Diocesi di San Severo e l'Azienda Sanitaria Locale;
la stessa Amministrazione Provinciale di Foggia si è opposta a questa iniziativa calata dall'alto senza tener conto delle politiche di governo del territorio, esprimendo posizione non favorevole in sede di conferenza dei servizi e proponendo ricorso prima al TAR e poi al Consiglio di Stato;
durante il lungo contenzioso, inoltre, il Comune di San Severo ha investito della questione la Regione Puglia, che ha inteso costituire un tavolo tecnico allargato a tutti i soggetti interessati, per esaminare l'intera problematica;
il lavoro del tavolo tecnico ha fatto emergere, per quanto consta all'interrogante, oltre alla mancata ottemperanza alle prescrizioni contenute nella stessa autorizzazione da parte della Mirant, anche un vizio fondamentale nella procedura prima non rilevato, vale a dire la mancanza del fondamentale atto di assenso del governo regionale, avendo il Ministero considerato quale atto di intesa con la regione Puglia ai sensi dell'articolo 1 - comma 2 - del decreto-legge 7 febbraio 2002, n. 7, una semplice nota del dirigente regionale, vale a dire senza che l'intesa venisse integrata, come avrebbe dovuto essere, da una esplicita e formale delibera della Giunta Regionale;
ciò ha indotto il Governo regionale pugliese a chiedere al Ministero, con la delibera di Giunta Regionale n. 1004 del 12 luglio 2006, la revoca del decreto ministeriale autorizzativo della centrale e la riconvocazione della conferenza dei servizi per l'esame delle problematiche connesse, con l'intento, soprattutto, di conoscere il progetto definitivo dell'opera, mai prodotto dalla ditta autorizzata;
nel mese di luglio di quest'anno, nonostante tale situazione complessa, la ditta Enplus srl di Belluno, qualificatasi come titolare dell'autorizzazione alla costruzione della centrale, comunicava al Prefetto di Foggia di voler avviare i lavori preliminari;
a tale intendimento si sono fortemente opposte le comunità dell'Alto Tavoliere e la Giunta Comunale di San Severo, che si è addirittura insediata con un camper nel sito destinato all'impianto;
inoltre, essendo nel frattempo entrato in vigore il Piano di Assetto Idrogeologico della Puglia, che ha ricompreso il sito della centrale tra le aree a rischio idrogeologico, il Comune ha emesso un'ordinanza di sospensione dell'avvio dei lavori, ordinanza ritirata solo a seguito della convocazione delle parti presso il Ministero dello Sviluppo in data 2 agosto 2006;
in quella sede, al cui incontro il sottoscritto interrogante ha presenziato, venne concordato un supplemento di istruttoria per verificare le osservazioni contenute nella memoria prodotta dal Sindaco di San Severo e quelle esposte dalla Regione Puglia, dall'Autorità di Bacino Regionale, dalla Provincia di Foggia e dal Sottosegretario all'Ambiente;
per quanto è dato sapere, in risposta alle questioni richieste dal Ministero le varie amministrazioni si sono così pronunciate:
a) la competente Soprintendenza Archeologica di Taranto ha richiesto ulteriori indagini geofisiche sui siti interessati nei territori di San Severo, Lucera e Pietra Montecorvino, dichiarando espressamente nella nota prot. n. 11263 in data 16 agosto 2006 che «il parere di competenza rimane sospeso in attesa che vengano effettuati gli ulteriori accertamenti sulle preesistenze archeologiche»;
b) l'Autorità di Bacino regionale, con nota prot. n. 5123 in data 23 agosto 2006, ha evidenziato testualmente la necessità di disporre «di uno studio di compatibilità idrologica ed idraulica a


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monte e a valle dell'area interessata» assieme al progetto definitivo della centrale, imprescindibili al fine delle «valutazioni tecniche necessarie e propedeutiche al rilascio del proprio parere di compatibilità», concludendo che a quella data non risultava alcuna richiesta, né documentazione tecnica da parte della società Enplus relativa alla centrale di San Severo;
c) l'Assessore Regionale pugliese all'Assetto del Territorio, con nota prot. n. 1146 del 2 settembre 2006, ribadiva la necessità di un intervento di revoca in autotutela della Direzione Generale per l'Energia del Ministero dello Sviluppo Economico, «con particolare riferimento ai vizi di legittimità relativi all'intesa Stato-Regione» che importano «l'inidoneità a produrre effetti dal punto di vista urbanistico ed edilizio della autorizzazione unica di cui al decreto 20 dicembre 2002, n. 55/02/2002», oltre alla richiesta di conoscere il progetto definitivo dell'opera;
in aggiunta a queste che, effettivamente, appaiono all'interrogante questioni di rilievo fondamentale e comunque ostative all'inizio di qualsiasi opera intesa alla realizzazione dell'impianto, appare quantomeno singolare che la ditta Enplus srl di Belluno abbia ottenuto dalla Direzione Generale ministeriale la voltura dell'autorizzazione unica relativa alla centrale soltanto in data 6 settembre 2006, a seguito di istanza apposita avanzata in data 24 agosto 2006, che coincide - e qui è la singolarità - con la data in cui il Comune di San Severo, con nota fax n. 439/Gab, metteva in rilievo l'assenza di un formale atto ministeriale che attribuiva alla Enplus e non più alla Mirant la titolarità dell'autorizzazione;
la centrale a turbogas di San Severo, oltre a trovare una forte e fondata ostilità da parte delle popolazioni locali e delle istituzioni comunali, provinciali e regionali, non sembra potersi realizzare allo stato attuale, viste le carenze sotto il profilo della mancata ottemperanza alle prescrizioni contenute nell'autorizzazione. Non da meno, e questa è la questione più delicata e controversa, preoccupa la palese mancata valutazione delle esigenze manifestate dal governo regionale, che vede incrinati fortemente i suoi poteri di pianificazione del territorio, sia nel campo energetico, in una regione che già contribuisce in maniera molto rilevante alla produzione di energia (già oggi ben oltre il proprio fabbisogno), sia nel campo delle azioni di sviluppo e promozione delle risorse territoriali, che addirittura vengono compromesse da scelte calate dall'alto che vanificano finanche gli investimenti dei fondi comunitari in agricoltura -:
quali iniziative si intendano assumere in merito alla centrale;
se si ritenga da parte del ministero dello sviluppo economico, di accogliere l'istanza avanzata dal governo regionale della Puglia con la quale si chiede di riesaminare la procedura autorizzativa della centrale.
(5-00249)