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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione del Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, iniziata il 14 giugno 2007. Al termine dell'audizione avevamo previsto, dopo l'intervento del Governatore, di proseguire con gli interventi e le risposte di merito del capo del Servizio antiriciclaggio dell'Ufficio italiano cambi, dottor Renato Righetti, e del capo del Servizio concorrenza, normativa e affari generali della Banca d'Italia, dottor Giovanni Castaldi. Abbiamo, invece, un problema imprevisto al momento della convocazione; sono infatti all'ordine del giorno della Camera le dimissioni dell'onorevole Previti, una materia molto delicata. I lavori riprendono alle 15 e, in base al regolamento della Camera, nonostante alcuni interventi previsti, si possono chiedere le votazioni in qualunque momento; dunque, a garanzia dei deputati di qualunque partito, di qualunque schieramento e di qualunque opinione, ritengo che sia essenziale la nostra presenza in Assemblea.
Se siamo d'accordo - scusandomi con il Governatore Draghi, ma il fatto non era previsto fino alla sospensione dei lavori delle 13.45 - potremmo utilizzare comunque il tempo a disposizione per ascoltare il Governatore, rinviando alla ripresa dopo la pausa estiva l'audizione dei dottori Righetti e Castaldi per gli approfondimenti di merito su tutte le questioni poste dai commissari: non possiamo fare altrimenti. Il Governatore svolgerà un intervento già programmato, mentre le risposte di merito ai problemi tecnici saranno fornite dai due responsabili dell'Ufficio italiano cambi e del Servizio concorrenza.
Prima di dare la parola ai colleghi Vizzini e Garraffa, che non avevano potuto formulare domande nella precedente seduta, vorrei porre una questione al Governatore. Noi, dottor Draghi, siamo «reduci» da tre missioni in tre territori molto delicati: in Sicilia a Palermo, in Calabria a Reggio Calabria e a Gioia Tauro e, proprio ieri, a Napoli. Ovunque è emerso come centrale il tema dell'economia, quello del rapporto tra finanza legale e finanza criminale e comunque quello delle grandi operazioni di riciclaggio. Ormai è questo il cuore delle denunce che si levano dai territori, delle inchieste e anche della messa a fuoco della nuova natura delle organizzazioni criminali. Siamo di fronte non più a normali mafie, bensì ad organizzazioni criminali in grado di misurarsi con le opportunità di tutti i tipi che la globalizzazione e i processi di finanziarizzazione su scala globale offrono.
Questo è il grande allarme che abbiamo constatato, che riguarda la trasparenza del
sistema delle imprese e del sistema finanziario, ma che riguarda in modo centrale il ruolo delle banche, sia nel loro operare sul territorio, sia nella loro funzione su scala nazionale e globale. Di conseguenza, consideriamo il rapporto avviato con lei in questo periodo di attività della Commissione solo un inizio, perché su questi temi martelleremo e chiederemo alla Banca d'Italia risposte che non siano solo ecumeniche e generiche, ma anche interventi su singoli territori laddove con l'attività di inchiesta della nostra Commissione rileveremo un problema drammatico della presenza, della natura e della trasparenza delle banche sul territorio. Non è una minaccia, è proprio il compito che noi dobbiamo svolgere e credo che sia nell'interesse del sistema bancario acquisire questo come un terreno - me lo faccia dire così - in alcuni territori di autoriforma del sistema bancario, perché di questo si tratta.
CARLO VIZZINI. Presidente, cercherò di essere più breve possibile, chiedendole di far pubblicare in calce al resoconto stenografico della seduta odierna le mie osservazioni e domande nella loro completezza.
PRESIDENTE. Sta bene. La presidenza lo autorizza sulla base dei criteri costantemente seguiti.
CARLO VIZZINI. Mi scuso per non aver assistito alla seduta precedente, dovuta a una concomitante visita del Capo dello Stato alla città di Palermo che ha richiesto la mia presenza.
Sulla base della relazione, che ho in parte ascoltato e in parte letto, vorrei chiedere al Governatore se non ritenga che uno dei problemi principali sia quello di definire normativamente il concetto di «operazione sospetta» attraverso il ricorso a degli «indicatori di anomalie finanziare», rimessi non, come avviene ora, alla mera discrezionalità del singolo operatore, ma ad un provvedimento interministeriale di concerto del Ministro dell'economia con il Ministro della giustizia.
Non ritiene che sia utile pensare di introdurre nel nostro ordinamento giuridico un esplicito obbligo di segnalazione di operazioni sospette la cui violazione dovrebbe essere penalmente rilevante, al pari di come avviene per il Sanitario, sul quale incombe l'obbligo di referto ex articolo 331 del codice di procedura penale? Si può pensare all'istituzione di un articolo 331-bis che riguardi l'obbligo, penalmente rilevante, di fare le comunicazioni sospette?
Ancora, mentre sono assolutamente d'accordo sul limite all'uso del contante, invece dell'uso della moneta elettronica e delle carte di pagamento, sulle operazioni sospette «minori», resta l'aspetto più inquietante del «fenomeno macroeconomico»: money transfer, trasferimenti anomali, trasferimenti sulla fiducia, operazioni telematiche, conti transitori via Internet e così via. Su questo auspichiamo che Bankitalia, per quanto di sua competenza, si adoperi per stringere sinergie operative con gli operatori finanziari esteri per accordarsi sulle piattaforme programmatiche e d'intervento.
Da ultimo, vorrei chiedere al Governatore se non ritenga che la potestà di accertamento delle mancate segnalazioni delle operazioni sospette e la formulazione delle proposte di sanzioni, incentrate su un organo interno dell'UIC (la Financial intelligence unit - FIU) possano configurare l'ipotesi del conflitto del controllore organo del sistema controllato.
COSTANTINO GARRAFFA. Con riguardo alla concorrenza sleale, è evidente che le imprese mafiose o a partecipazione mafiosa creano concorrenza sleale. Capita che vi siano imprenditori che, pur avendo tre conti correnti in tre banche diverse, abbiano una sofferenza con un conto corrente; nel momento in cui si presenta tale sofferenza, immediatamente scatta la centrale dei rischi, che avverte anche le altre due banche. Ma anche l'usuraio ha i suoi conti correnti. Rispetto al funzionamento anomalo di un conto corrente finora non ci sono state segnalazioni; raramente accade che ci sia un preposto di banca di un paese sperduto della Sicilia o del meridione
che indichi alla centrale dei rischi il funzionamento anomalo di un conto corrente di un usuraio che praticamente non fa altro che, con un basso reddito, far passare da quel conto i suoi movimenti. Non sarebbe opportuno avviare un sistema con un release nei software bancari che avverta direttamente dell'uso anomalo, evitando al preposto questo tipo di incombenza?
Altra vicenda riguarda la vendita dei crediti di banche a società che poi si occupano del recupero crediti: ciò avviene molto spesso a basso costo. È opportuno ed è possibile che la stessa offerta venga fatta all'imprenditore o al debitore della banca stessa?
MARIO DRAGHI, Governatore della Banca d'Italia. Prima di iniziare l'intervento vorrei esprimere al presidente e a tutta la Commissione il mio apprezzamento per la scorsa audizione. Di quanto ha detto oggi il presidente condivido tutto: è l'inizio di un rapporto e sono molto grato a nome della Banca d'Italia per l'azione di stimolo che riuscite e riuscirete a portare avanti. Spero solo di rispondere in maniera adeguata e, se non fosse così, vi sarei grato per le carenze che vorrete rilevare. Ora farò questo prosieguo d'intervento e poi, alle domande rivolte oggi e a quelle poste la volta scorsa, risponderanno i dottori Righetti e Castaldi in un'altra occasione.
Nel giugno scorso ho rappresentato a questa Commissione le valutazioni della Banca d'Italia sulla validità della normativa antiriciclaggio, sottolineandone aspetti positivi e criticità. Con riguardo allo schema di decreto legislativo di recepimento della 3a direttiva all'epoca posto in consultazione dal Ministero dell'economia, espressi perplessità sull'attribuzione al Ministro di «poteri di alta vigilanza e di indirizzo» su tutte le autorità e le amministrazioni coinvolte nell'attività di prevenzione del riciclaggio e di finanziamento del terrorismo; valutai anche criticamente che il Ministro potesse avvalersi del comitato di sicurezza finanziaria (CSF), estendendo in tal modo al riciclaggio gli stessi penetranti poteri eccezionalmente e temporaneamente attribuiti a tale comitato per fronteggiare l'emergenza della lotta al terrorismo internazionale; richiamai l'attenzione sulla circostanza che le soluzioni prospettate si ponevano in contraddizione con l'autonomia e l'indipendenza riconosciuta alle Unità di informazione finanziaria (UIF) dalla normativa internazionale; sottolineai il contrasto con il disegno di legge governativo n. 1366/Senato che, nell'ambito del riordino delle autorità indipendenti, disciplinava la stessa materia in modo aderente ai principi della legislazione interna e internazionale.
Ebbene, lo scorso venerdì il Consiglio dei Ministri ha approvato, in prima lettura, un nuovo schema di decreto legislativo, riformulato grazie al contributo di un'apposita commissione di studio insediata presso il Ministero dell'economia, presieduta dal sottosegretario Lettieri e coordinata dal procuratore Vigna.
Nel nuovo testo l'apparato di controllo antiriciclaggio presenta un'articolazione chiara, rispettosa delle reciproche autonomie degli organi coinvolti. Le soluzioni proposte sono sostanzialmente in linea con quelle prospettate nel disegno di legge governativo, che - come ebbi a dire - la Banca d'Italia condivide ed auspica vengano quanto prima realizzate. È previsto che l'Ufficio italiano cambi sia incorporato nella Banca d'Italia, conseguendosi in tal modo un importante obiettivo di semplificazione organizzativa e di rafforzamento delle strutture antiriciclaggio, agevolmente realizzabile grazie alla natura dei rapporti che legano le due istituzioni; è garantito il rispetto degli standard internazionali di autonomia e indipendenza delle funzioni attribuite all'UIF; è assicurata all'intera compagine del personale dell'Ufficio cambi la piena tutela delle condizioni contrattuali e professionali.
Il Ministro è responsabile delle politiche generali di prevenzione; promuove la collaborazione tra le numerose autorità coinvolte nella lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo; cura i rapporti con alcuni organismi internazionali. Agli uffici del Ministero sono confermati
gli attuali poteri di controllo e sanzionatori in materia di limitazioni all'utilizzo del contante.
I poteri spettanti in materia di antiriciclaggio al comitato di sicurezza finanziaria (CSF) sono opportunamente differenziati da quelli, di tipo inquisitorio, ad esso attribuiti per l'azione di contrasto al terrorismo.
Lo schema di decreto prevede la liquidazione dell'Ufficio italiano dei cambi e il trasferimento alla Banca d'Italia di tutte le funzioni proprie dell'Ufficio (antiriciclaggio, usura, intermediari finanziari) o ad esso delegate (gestione delle riserve, statistiche sulla bilancia dei pagamenti e sulla posizione patrimoniale verso l'estero), previa emanazione di un provvedimento della Banca d'Italia che avoca a sé i compiti attualmente svolti dall'UIC in qualità di ente strumentale.
In linea con il quadro di riferimento internazionale, nell'Unità di informazione finanziaria (UIF) - da istituire presso la Banca d'Italia, preservandone l'autonomia e l'indipendenza operative - sono accentrati i compiti in materia di segnalazioni di operazioni sospette. Si tratta, in particolare, delle attività di approfondimento delle segnalazioni, analisi statistica dei flussi finanziari, collegamento con i corrispondenti organismi esteri e con le autorità nazionali, verifica dei casi di omessa segnalazione. All'Unità di informazione finanziaria è inoltre attribuito il compito di proporre indicatori di anomalia per l'individuazione delle operazioni sospette che, quando riferiti a intermediari sottoposti a vigilanza, verrebbero emanati con provvedimento della Banca d'Italia, d'intesa con le altre autorità di vigilanza di settore.
Mi sembra che il quadro delle prerogative attribuite all'Unità di informazione finanziaria vada delineandosi in modo coerente con le funzioni che gli organismi della specie sono chiamati a svolgere dalla normativa internazionale.
La direttiva da recepire e i principi di delega rafforzano il ruolo delle autorità di vigilanza, prendendo atto della convergenza di intenti tra i controlli di settore e quelli orientati alla prevenzione del riciclaggio. In coerenza con tali indirizzi, lo schema di decreto attribuisce alla Banca d'Italia più estese facoltà normative in svariate materie (modalità di verifica della clientela, organizzazione e controlli interni, registrazione delle operazioni) e compiti di controllo cartolari e ispettivi sul rispetto degli obblighi previsti. Nelle medesime materie la Banca d'Italia è chiamata anche a sanzionare le violazioni ascrivibili agli intermediari vigilati.
Nel delineato assetto di competenze assumerà crescente rilevanza la verifica, nell'ambito dell'attività di vigilanza, del rispetto delle norme e delle regole di comportamento imposte agli intermediari; ciò sia per prevenire i rischi operativi, legali e reputazionali, sia per tutelare la trasparenza verso i clienti. Le stesse finalità della vigilanza impongono la correttezza dei comportamenti e l'osservanza della normativa a tutela dell'integrità del sistema finanziario.
Ho dato disposizioni per un utilizzo più diffuso e flessibile delle ispezioni di vigilanza nell'azione di contrasto del riciclaggio dei capitali illeciti e dell'usura. Presso la direzione generale dei soggetti vigilati, verranno effettuati accertamenti mirati a valutare l'adeguatezza organizzativa e procedurale. Presso gli insediamenti territoriali degli intermediari, saranno disposti accessi di breve durata, focalizzati sui comportamenti concretamente tenuti dagli operatori; verranno utilizzati i metodi già efficacemente sperimentati nelle verifiche di trasparenza delle condizioni contrattuali; sarà migliorata l'analisi di conformità alle norme ordinariamente condotta nell'ambito di ispezioni a carattere generale.
Il complesso degli accertamenti pianificati consentirà di sensibilizzare i soggetti vigilati, invitandoli, ove necessario, a migliorare le procedure interne e le politiche di formazione del personale, con effetti rilevanti sull'operatività degli stabilimenti insediati nelle zone a più elevato rischio criminale.
In materia di antiriciclaggio, le verifiche prenderanno in esame le iniziative assunte dagli intermediari per acquisire un'adeguata conoscenza della clientela,
predisporre idonee procedure di controllo, alimentare correttamente l'archivio unico informatico e rispettare le prescrizioni per la segnalazione delle operazioni sospette.
In tema di prevenzione dell'usura, saranno effettuati controlli a campione delle operazioni e verranno valutate le misure adottate dai soggetti vigilati per prevenire eventuali superamenti, anche involontari, delle soglie previste dalla legge.
Proprio la scorsa settimana è stato sottoscritto un «protocollo d'intesa», previsto dalla legge sul risparmio, che consentirà alla Banca d'Italia di avvalersi della collaborazione della Guardia di finanza, aumentando il numero e l'efficacia degli accertamenti.
Il rafforzamento dei controlli sui soggetti che si interpongono nella concessione di finanziamenti (mediatori e agenti) è senz'altro un fattore importante per l'azione di contrasto dell'usura. Un altro disegno di legge governativo ha recentemente proposto una riforma della disciplina dei soggetti che svolgono professionalmente attività di distribuzione di finanziamenti per conto di banche o altri intermediari.
Attraverso più elevati requisiti di professionalità e controlli più stringenti il disegno di legge si propone di estromettere dal mercato i soggetti che, per caratteristiche personali o per struttura organizzativa, non sono in grado di assicurare adeguati livelli di tutela ai consumatori.
Per i mediatori creditizi - che, in assenza di legami contrattuali con intermediari vigilati, sono più esposti al rischio di coinvolgimento in situazioni di illegalità - è previsto l'obbligo di assumere la forma di società di capitali e di dotarsi di un capitale minimo. Sono requisiti che dovrebbero contribuire a qualificare la figura professionale del mediatore, rendendola più indipendente anche dal punto di vista economico e patrimoniale.
Il disegno di legge si propone anche di responsabilizzare gli intermediari finanziari sotto il profilo dell'adeguatezza dei propri canali distributivi; l'attenzione della banca al cliente e alla propria reputazione, deve essere massima quando il contatto con il cliente avviene mediante collaboratori esterni. Ne dovrebbe conseguire la dismissione di rapporti con soggetti privi dei requisiti.
Il medesimo disegno di legge anticipa i principali contenuti della nuova direttiva sul credito al consumo, che sarà esaminata dal Parlamento in autunno. Si tratta di una regolamentazione volta ad accrescere la tutela del consumatore, attraverso forme di trasparenza e assistenza; a favorire l'attribuzione di nuovi diritti (per esempio, il diritto di recesso); a stimolare la competitività tra intermediari operanti in diversi Paesi.
Ho recentemente segnalato come l'innovazione finanziaria, la flessibilità della normativa e le crescenti spinte concorrenziali hanno moltiplicato le forme di finanziamento disponibili, specialmente per l'acquisto di abitazioni, e agevolato l'accesso al credito al consumo. Ho altresì richiamato l'attenzione degli operatori sulla circostanza che i tassi di interesse praticati per questi prestiti sono ancora più elevati rispetto alla media di quelli corrisposti nell'area dell'euro.
I dati raccolti nell'ambito della rilevazione dei tassi effettuata ai sensi della legge sull'usura indicano che gli interessi addebitati dalle finanziarie sono molto più elevati di quelli praticati dal sistema bancario; particolarmente onerose si rivelano le operazioni di cessione del quinto.
L'acquisizione di intermediari meridionali da parte di banche del nord d'Italia aveva fatto temere possibili effetti negativi sulla disponibilità e sul costo dei servizi bancari alle famiglie e alle imprese del Mezzogiorno. L'esperienza degli ultimi anni ha attenuato tali timori.
Permane un divario territoriale nel costo dei prestiti alle imprese che, negli anni recenti, ha comunque mostrato una tendenza alla flessione, seppure con oscillazioni. Tale divario è peraltro influenzato dal diverso grado di rischio e dalla diversa composizione dimensionale e settoriale del sistema produttivo del Mezzogiorno. La qualità del credito bancario nel Mezzogiorno ha mostrato, negli ultimi mesi, segni di deterioramento. L'aumento dei
crediti inesigibili nelle regioni meridionali ha riguardato sia le famiglie consumatrici sia le imprese, soprattutto quelle operanti nel settore dell'edilizia e dei servizi.
Lascerei ora la parola, se è il caso, al dottor Righetti e al dottor Castaldi.
PRESIDENTE. La ringrazio, Governatore. È chiaro che la sua era solo un'introduzione alle comunicazioni del dottor Righetti e del dottor Castaldi, ma non possiamo aprire i lavori ora in quanto siamo condizionati dagli impegni dell'Assemblea.
GIOVANNI PISTORIO. Signor presidente, sarebbe particolarmente rilevante, anche come precondizione di una sofferenza del sistema economico e sociale nel Mezzogiorno, disporre di dati un po' più analitici. Sarebbe utile avere una statistica più attenta a questo specifico aspetto di sofferenza del nostro sistema sociale.
MARIO DRAGHI, Governatore della Banca d'Italia. Certamente.
PRESIDENTE. Credo che nel corso dell'audizione dei dottori Righetti e Castaldi, che pensiamo di poter svolgere alla ripresa dei lavori, nel mese di settembre, si procederà con l'approfondimento e l'acquisizione di tutti gli ulteriori materiali che ci serviranno per valutare complessivamente sia le questioni da noi poste, sia le richieste dei senatori Vizzini, Garraffa e Pistorio, sia gli ulteriori dati informativi che ci potranno fornire.
ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Mi scusi, Governatore, si è parlato del decreto legislativo approvato nell'ultimo Consiglio dei Ministri, che dovrebbe essere - non ho ancora approfondito, quindi la mia è una domanda interlocutoria - in relazione agli obblighi antiriciclaggio, o meglio all'esclusione dagli obblighi antiriciclaggio delle holding. Secondo lei il decreto garantisce sicurezza o può essere un punto delicato cui alcuni malintenzionati si possono agganciare, utilizzando proprio le holding per raggirare le norme di controllo?
PRESIDENTE. Anche la senatrice Calipari riceverà risposta in sede di audizione a settembre, perché purtroppo stanno per iniziare i lavori alla Camera e dobbiamo essere presenti in aula: a causa dell'interesse mediatico che gravita intorno alla questione in discussione in Assemblea, non possiamo fare altrimenti.
Ringrazio i nostri ospiti, scusandomi per questo contrattempo.
Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 14,55.
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