Martedì 1o agosto 2006. - Presidenza del presidente Paolo DEL MESE. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Mario Lettieri.
La seduta comincia alle 14.05.
7-00032 Leo e Bono: Annullamento dell'iscrizione a ruolo di somme dovute per i tributi sospesi a seguito del sisma che ha colpito nel 1990 le province di Siracusa, Ragusa e Catania.
(Discussione e conclusione - Approvazione di un nuovo testo).
La Commissione inizia la discussione della risoluzione.
Nicola BONO (AN) ringrazia preliminarmente il Presidente per la disponibilità ad inserire tempestivamente all'ordine del giorno la risoluzione, la quale affronta la questione, grave e sconcertante, dell'iscrizione a ruolo, da parte dell'Amministrazione finanziaria, dei tributi sospesi per effetto dei provvedimenti agevolativi legati al sisma che colpì nel 1990 le province di Siracusa, Ragusa e Catania, con riferimento alle imposte relative agli anni 1990, 1991 e 1992.
Dopo avere ricordato di avere già sollevato la medesima questione quale cofirmatario dell'interrogazione a risposta immediata n. 5-00048, svolta nella seduta della Commissione Finanze del 5 luglio 2005, sottolinea come la risposta fornita dal Governo fosse stata in quella occasione deludente, ribadendo quindi l'assoluta urgenza di provvedere in merito, poiché
l'Agenzia delle Entrate sta procedendo ad una massiccia emissione di ruoli per l'esazione dei suddetti tributi, senza operare alcuna distinzione tra i contribuenti inadempienti e quelli che hanno invece proceduto al versamento delle imposte dovute.
Stigmatizza, in particolare, il comportamento dell'Agenzia delle Entrate, la quale, pur disponendo di tutti gli strumenti necessari per accertare la posizione di tutti contribuenti, costringe ingiustamente costoro ad effettuare ricerche onerose e non dovute per reperire le prove documentali dell'avvenuto assolvimento dei tributi medesimi, operando in tal modo una sorta di inversione dell'onere della prova che fa gravare sui contribuenti medesimi le inefficienza dell'Amministrazione finanziaria.
Osserva inoltre come tale situazione risulti ancor più ingiusta alla luce dell'agevolazione introdotta dalla legge finanziaria del 2003, la quale ha consentito ai contribuenti delle province di Siracusa, Ragusa e Catania che non lo avessero ancora fatto, di estinguere le obbligazioni tributarie relative agli anni 1990, 1991 e 1992 versando solamente il 10 per cento delle imposte originariamente dovute, sottolineando come l'emissione indiscriminata delle cartelle esattoriali finisca per danneggiare in particolar modo i contribuenti più scrupolosi che, avendo precedentemente assolto le proprie obbligazioni tributarie, non si sono avvalsi della suddetta agevolazione, ponendoli ora nella condizione di dover pagare una seconda volta.
Ritiene quindi che il comportamento dell'Amministrazione finanziaria non solo violi i più elementari principi di garanzia sanciti dallo Statuto dei contribuente, ma si ponga anche in contrasto con la sentenza della Corte costituzionale n. 280 del 2005, la quale ha ribadito il principio secondo il quale la notifica delle cartelle esattoriali deve avvenire entro precisi termini di decadenza, evidenziando come, nel caso di specie, tali termini siano ampiamente scaduti, giacché l'Agenzia delle Entrate avrebbe dovuto emettere i ruoli in questione entro e non oltre il 2003.
Auspica quindi la sollecita approvazione della risoluzione, che considera di fondamentale importanza al fine di assicurare che l'operato dell'Amministrazione sia sempre improntato al principio di correttezza, evitando di riversare sui contribuenti le proprie disfunzioni ed inefficienze, e rimuovendo la situazione di grave ingiustizia sopra descritta.
In tale contesto sottolinea come la sospensione delle cartelle illegittimamente emesse non comporterà alcun effetto negativo sul bilancio della Stato, anche in quanto ben difficilmente l'Amministrazione finanziaria potrebbe effettivamente incassare tali somme.
Ringrazia quindi i deputati Borghesi, Burtone e Reina, i quali hanno sottoscritto la risoluzione.
Il sottosegretario Mario LETTIERI rileva come la questione sollevata dalla risoluzione, concernente l'attività di ripresa della riscossione, da parte dell'Agenzia delle entrate, dei tributi sospesi a seguito del sisma del 1990 che ha colpito le province di Catania, Siracusa e Ragusa, sia già stata oggetto di discussione in occasione dello svolgimento, presso la Commissione Finanze, dell'interrogazione a risposta immediata n. 5-00048.
Per quanto riguarda il merito della risoluzione, l'Agenzia delle entrate ha fatto presente che la predetta attività di ripresa della riscossione è stata oggetto di reiterati provvedimenti di sospensione dei termini di versamento e di disciplina dei versamenti rateali, nonché di specifiche previsioni agevolative recate dall'articolo 9, comma 17, della legge n. 289 del 2002, consistenti nella possibilità di estinguere gli obblighi relativi alle imposte degli anni 1990, 1991 e 1992, versando il 10 per cento degli importi originariamente dovuti.
La complessità di tale quadro normativo ha imposto all'Amministrazione finanziaria un'onerosa attività di ricostruzione delle posizioni fiscali interessate e dei versamenti effettuati, anche parzialmente, nel corso degli anni, che è stata prevalentemente effettuata sulla base delle informazioni disponibili nel Sistema informativo
dell'Anagrafe tributaria. A tale riguardo l'Agenzia delle entrate ha evidenziato che le modalità di versamento delle somme dovute dai contribuenti sono state frequentemente modificate ed affinate, anche per garantire la migliore qualità delle informazioni trasmesse dal sistema bancario, postale e dai concessionari della riscossione, giungendosi, da ultimo, all'istituzione del modello F24, che assicura un livello particolarmente affidabile di acquisizione delle informazioni.
In tale contesto, al fine di evitare la notifica di cartelle di pagamento nei confronti dei contribuenti interessati dal predetto sisma del 1990, l'Agenzia ha fatto precedere la produzione delle cartelle stesse dall'inoltro di una comunicazione ai contribuenti, recante l'enunciazione dei motivi della richiesta tributaria, assicurando altresì l'assistenza degli uffici dell'Agenzia per tutte le informazioni necessarie e per l'attività di sgravio delle somme iscritte a ruolo, anche in ossequio ai principi dello Statuto del contribuente.
Contestualmente, sono stati emanati tre comunicati stampa (in data 21 febbraio 2006, 3 aprile 2006 e 11 aprile 2006) con i quali sono stati indicati i recapiti telefonici di tutti gli uffici dell'Agenzia interessati, precisando che specifiche postazioni erano dedicate all'assistenza ai contribuenti.
L'Agenzia delle entrate ha inoltre segnalato che le posizioni dei contribuenti interessati sono state desunte dai dati trasmessi dagli intermediari della riscossione, e che non può escludersi l'eventualità che alcuni versamenti non siano stati considerati dagli uffici a causa di possibili carenze delle informazioni pervenute.
Proprio in considerazione di tali ipotesi, è stata prevista la possibilità di sospendere l'efficacia degli atti emanati, in tutti i casi in cui si ritenga opportuna un'ulteriore verifica, in applicazione dell'articolo 2-quater del decreto-legge n. 564 del 1994, che consente l'esercizio di tale potere in tutti i casi in cui gli atti appaiano illegittimi o infondati. In tale contesto i dirigenti degli uffici operativi, coordinati dalla Direzione regionale delle entrate della Sicilia, stanno già operando in questo senso.
La Direzione regionale ha altresì concordato con i competenti concessionari della riscossione un piano di graduale notifica delle cartelle, con priorità per quelle posizioni non interessate da alcun versamento rinvenuto nelle banche dati e per le quali non sia stata presentata alcuna istanza di autotutela, ovvero non siano stati rinvenuti versamenti presso il sistema bancario. L'Agenzia delle entrate si è comunque impegnata, al fine di ridurre i disagi dei contribuenti, ad esperire tutte le azioni necessarie a rintracciare eventuali versamenti effettuati non risultanti, attivandosi, su indicazione del contribuente, anche presso il sistema bancario.
Ritiene dunque di poter affermare che sono già in atto misure adeguate a correggere prontamente eventuali errori, sollevando i contribuenti da eventuali addebiti impropri.
Per quanto riguarda l'asserita assenza di termini di decadenza per la notifica delle cartelle esattoriali, l'Agenzia delle entrate ha precisato che, ai sensi dell'articolo 138 della legge n. 388 del 2000, i soggetti colpiti dal sisma del 1990 potevano versare le somme dovute fino ad un massimo di 12 rate semestrali, la prima versata entro il 15 dicembre 2002 e l'ultima entro il 15 giugno 2008. Il comma 3 del citato articolo 138 stabilisce che le somme non versate entro detti termini sono recuperate mediante iscrizione a ruolo, entro il 31 dicembre dell'anno successivo alla scadenza dell'ultima rata.
Inoltre, l'articolo 9, comma 17, della legge n. 289 del 2002, consentiva ai soggetti interessati di definire in maniera automatica la propria posizione versando, entro il 16 aprile 2004, l'intero ammontare dovuto, diminuito al 10 per cento; qualora gli importi da versare complessivamente avessero superato la somma di 5.000 euro, si sarebbe potuto versare l'eccedenza in un massimo di otto rate semestrali, con ultima scadenza in data 16 aprile 2008. Anche in questo caso, il mancato versamento
della prima rata comporta l'iscrizione al ruolo di quanto originariamente dovuto.
Alla luce del predetto quadro normativo, gli uffici competenti hanno dunque provveduto, in assenza di motivi ostativi alla discussione, all'iscrizione al ruolo delle somme dovute, nei confronti dei contribuenti che non abbiano regolarizzato la loro posizione.
Esprime quindi una valutazione complessivamente positiva sulla risoluzione, invitando tuttavia il deputato Bono a riformularne il testo, sopprimendo il secondo periodo della premessa, modificando il terzo e il quinto periodo della stessa premessa, nonché apportando talune modifiche all'impegno dell'atto di indirizzo.
Nicola BONO (AN) accoglie i suggerimenti del sottosegretario, riformulando conseguentemente la risoluzione (vedi allegato).
Paolo DEL MESE, presidente, condivide il contenuto della risoluzione, come riformulata, che dichiara di sottoscrivere.
La Commissione approva la risoluzione, come riformulata, che assume il n. 8-00007.
La seduta termina alle 14.25.
Martedì 1o agosto 2006. - Presidenza del presidente Paolo DEL MESE.
La seduta comincia alle 14.25.
Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2005.
C. 1253 Governo.
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2006.
C. 1254 Governo.
Tabella n. 1: stato di previsione dell'entrata per l'anno 2006.
Tabella n. 2: stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2006.
(limitatamente alle parti di competenza).
(Parere alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).
La Commissione inizia l'esame dei provvedimenti in titolo.
Alberto FLUVI (Ulivo), relatore, rileva come la Commissione sia chiamata ad esaminare congiuntamente, per le parti di propria competenza, il disegno di legge C. 1253, recante il Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2005, ed il disegno di legge C. 1254, recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2006, relativamente alla Tabella n. 1, Stato di previsione dell'entrata, ed alla Tabella n. 2, Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, limitatamente alle parti di competenza, ai fini della predisposizione di relazioni alla V Commissione Bilancio.
Il Rendiconto generale dello Stato riflette l'andamento dell'economia del Paese nel 2005. A fronte di una crescita sostenuta dell'economia mondiale, l'area Euro ha registrato un tasso di crescita pari all'1,3 per cento, mentre in Italia la crescita del nel 2005 è risultata nulla. L'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è risultato pari al 4,1 per cento del PIL, l'avanzo primario è sceso allo 0,4 per cento del prodotto, il debito pubblico (106,4 per cento) è tornato a crescere.
Come è noto, il Rendiconto generale dello Stato è lo strumento attraverso il quale il Governo, alla chiusura del ciclo di gestione della finanza pubblica (anno finanziario), adempie all'obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria.
Esso è costituito dal conto del bilancio e dal conto del patrimonio. L'esposizione dettagliata delle risultanze della gestione è fornita dal conto del bilancio, che risulta costituito dal conto consuntivo dell'entrata e, per la parte di spesa, dal conto consuntivo relativo a ciascun Ministero.
Passando ad esaminare il contenuto del disegno di legge C.1253, rileva come l'articolo 1 disponga l'approvazione del rendiconto generale delle amministrazioni dello Stato e dei rendiconti delle amministrazioni e delle aziende autonome secondo le risultanze indicate negli articoli successivi.
Gli articoli da 2 a 5 espongono i risultati complessivi relativi alle amministrazioni dello Stato per l'esercizio finanziario 2005.
L'articolo 2 espone i risultati delle entrate: totale degli accertamenti di entrata: 627.413 milioni di euro;
totale dei residui attivi alla fine dell'esercizio 2005: 151.248 milioni di euro; totale delle somme versate: 599.124 milioni di euro.
L'articolo 3 espone i risultati delle spese: totale degli impegni di spesa: 635.556 milioni di euro;
totale dei residui passivi alla fine dell'esercizio 2005: 119.138 milioni di euro; totale dei pagamenti: 626.598 milioni di euro.
L'articolo 4 espone il risultato della gestione di competenza, pari a un disavanzo di 8.143 milioni di euro, derivante dalla differenza tra il totale di tutte le entrate accertate e il totale di tutte le spese impegnate.
L'articolo 5 espone la situazione finanziaria del conto del Tesoro, che evidenzia, al 31 dicembre 2005, un disavanzo di 292.603 milioni di euro, derivante dal disavanzo della gestione di competenza relativo all'esercizio 2005, sommato al disavanzo del conto del Tesoro al 31 dicembre 2004. Quest'ultimo dato viene calcolato in base alla rideterminazione, nel corso della gestione 2005, dei residui attivi e dei residui passivi lasciati dall'esercizio 2004.
L'articolo 6 reca l'approvazione dell'allegato previsto dall'articolo 9 della legge n. 468 del 1978, contenente l'elenco dei decreti del Presidente della Repubblica, adottati su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, con i quali sono stati effettuati, nel corso dell'esercizio 2005, i prelevamenti dal «Fondo di riserva per le spese impreviste». Il totale dei prelevamenti effettuati dal Fondo risulta pari a circa 275 milioni di euro in termini di competenza e a 240 milioni in termini di cassa.
Con l'articolo 7 viene proposta la sanatoria per le eccedenze di impegni e di pagamenti risultate in sede di consuntivo, rispettivamente sul conto della competenza, sul conto dei residui e sul conto della cassa.
Le eccedenze sono state complessivamente pari a 740 milioni di euro in conto competenza, a 2,5 milioni di euro in conto residui e a 799 milioni di euro in conto cassa.
Nell'ambito delle eccedenze di maggiore consistenza in conto competenza, segnala, in quanto attinente agli ambiti di competenza della Commissione Finanze, un'eccedenza pari a 263,2 milioni di euro relativamente all'UPB 1.4.2, Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato - «Lotterie nazionali».
L'articolo 8 espone la situazione del patrimonio dello Stato (conto generale del patrimonio) al 31 dicembre 2005, da cui risultano attività per un totale di 599.547 milioni di euro e passività per un totale di 1.953.594 milioni di euro.
Gli articoli da 9 a 18 espongono i dati relativi ai conti consuntivi delle aziende e amministrazioni autonome (Istituto agronomico per l'Oltremare, Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, Archivi notarili, Fondo edifici di culto), indicando per ciascuna il totale delle entrate e il totale delle spese.
In merito ai saldi del bilancio dello Stato registrati a consuntivo nel 2005, sia per competenza che per cassa, posti a confronto con le previsioni iniziali di bilancio e con quelle definitive, rileva come il saldo netto da finanziare del bilancio
dello Stato per il 2005, per quanto riguarda la gestione di competenza, risulti pari a 35.209 milioni di euro (al lordo delle regolazioni debitorie e contabili), con un peggioramento di 14.053 milioni di euro rispetto al saldo registrato nel 2004 (-66,4 per cento), ma con un netto miglioramento rispetto alle previsioni iniziali e a quelle definitive (-23.236 milioni).
Al netto delle regolazioni contabili e debitorie, pari a 4.637 milioni di euro, il saldo netto da finanziare nel 2005 assume un valore pari a 30.572 milioni di euro (peggiore di 14.892 milioni di euro rispetto a quello registrato nel 2004).
Il valore del saldo netto da finanziare, come determinato dai risultati di gestione, rientra nel limite massimo di 50.000 milioni di euro, fissato, al netto delle regolazioni debitorie (pari a 7.494 milioni di euro), dalla legge finanziaria per il 2005 (legge n. 311 del 2004).
Il saldo corrente (risparmio pubblico) nel 2005 si è mantenuto positivo, risultando pari a 1.509 milioni di euro, anche se notevolmente ridimensionato rispetto all'anno precedente, in cui il saldo era stato pari a 15.217 milioni di euro. Il risparmio pubblico registra comunque un netto miglioramento rispetto sia alle previsioni iniziali sia a quelle definitive (+28.526 milioni di euro) che ne indicavano un valore negativo.
L'avanzo primario di bilancio è risultato pari a 35.461 milioni di euro, riducendosi di 4.348 milioni di euro rispetto a quello registrato nel 2004 (39.809 milioni di euro). Il risultato è stato tuttavia migliore delle previsioni.
Il ricorso al mercato si è attestato a 203.523 milioni di euro, con un miglioramento di 10.561 milioni di euro rispetto al 2004. Il risultato è migliore anche rispetto alle previsioni (-56.406 milioni di euro rispetto alle previsioni definitive).
Il valore del ricorso al mercato, nei risultati di gestione, risulta inferiore al limite massimo di 245.000 milioni di euro, fissato dalla legge finanziaria per il 2005 (legge n. 311 del 2004).
In generale, i saldi del bilancio dello Stato hanno registrato un peggioramento rispetto ai risultati dell'anno precedente, ma un miglioramento rispetto alle previsioni iniziali e definitive.
Sottolinea come anche per quanto riguarda i saldi di cassa nel 2005 i risultati appaiono peggiori rispetto a quelli dell'esercizio 2004.
In particolare, il saldo netto da finanziare è risultato pari a 48.836 milioni di euro, con un peggioramento di oltre 15.249 milioni di euro rispetto al risultato raggiunto l'anno precedente (33.587 milioni).
Al netto delle regolazioni debitorie e contabili, pari a 3.532 milioni di euro, il saldo netto da finanziare è risultato pari a 45.305 milioni. Rispetto all'anno precedente, in cui si evidenziava un saldo netto da finanziare in termini di cassa pari a 34.036 milioni di euro, si registra pertanto un peggioramento di 11.268 milioni di euro.
Il risparmio pubblico manifesta un valore negativo di 16.414 milioni di euro, che segna un peggioramento pari a 15.811 milioni di euro rispetto al corrispondente valore del 2004, anno in cui il risparmio pubblico si presentava con un valore negativo di soli 603 milioni di euro.
Anche l'avanzo primario, che si attesta, al lordo delle regolazioni debitorie, a 21.416 milioni di euro, risulta inferiore di 5.918 milioni di euro rispetto al risultato raggiunto nell'esercizio finanziario precedente.
Il ricorso al mercato ammonta a 222,9 miliardi di euro, denotando un lieve peggioramento (di 5,5 miliardi di euro) rispetto al dato del 2004.
Analogamente a quanto si è rilevato per la competenza, anche i saldi di cassa risultanti a consuntivo si presentano significativamente migliori delle previsioni, sia iniziali sia definitive.
In particolare, rispetto alle previsioni definitive di cassa, il saldo netto da finanziare risultante a consuntivo manifesta un miglioramento di 37.205 milioni di euro. Analogamente, il risparmio pubblico mostra un miglioramento di 29.736 milioni e il ricorso al mercato un miglioramento di 73.880 milioni di euro.
Per ciò che attiene alla gestione di competenza relativa all'esercizio finanziario 2005, evidenzia come l'entità complessiva degli accertamenti di entrata (comprensivi delle entrate per accensione di prestiti) sia risultata, nel 2005, pari a 627.413 milioni di euro. L'incidenza del totale delle entrate rispetto al PIL è pari al 44,2 per cento.
Gli impegni di spesa assunti nel 2005 ammontano complessivamente (incluse le spese per rimborso prestiti) a 635.556 milioni di euro e rappresentano il 44,8 per cento del PIL.
Il saldo netto da finanziare registrato nel 2005, pari a 35.209 milioni di euro, corrisponde alla differenza tra un ammontare complessivo degli accertamenti di entrata finali di 432.034 milioni di euro (30,5 per cento del PIL) e un ammontare complessivo degli impegni di spesa finali di 467.243 milioni di euro, pari al 33 per cento del PIL.
Rispetto al consuntivo 2004, rileva un incremento dell'entità complessiva degli accertamenti relativi alle entrate finali nella misura di complessivi 5.265 milioni di euro, sostanzialmente riconducibile all'aumento degli accertamenti relativi alle entrate extratributarie (+8.390 milioni di euro).
Anche gli impegni per spese finali assunti complessivamente nel 2005 palesano, rispetto all'anno precedente, un aumento di 19.318 milioni di euro, dovuto essenzialmente all'incremento degli impegni relativi a spese di parte corrente di oltre 19.800 milioni di euro.
In linea generale, pertanto, come già accadeva negli anni precedenti, i risultati esposti nel rendiconto 2005 segnano un rilevante scostamento rispetto ai dati previsionali, per quanto concerne sia le entrate, sia le spese.
In diversi casi, tra i quali si segnala quello relativo alle spese correnti, il divario si accentua se i risultati sono confrontati con le previsioni definitive, anziché con quelle iniziali.
Per quanto riguarda specificamente il settore delle entrate, evidenzia come il valore complessivo degli accertamenti di entrata nell'anno 2005 sia risultato pari a 627.413 milioni di euro.
In particolare, gli accertamenti relativi a entrate tributarie sono risultati pari a 377.854 milioni di euro, evidenziando un decremento di 2.209 milioni di euro rispetto al 2004.
Dal confronto tra i risultati e le previsioni emerge che le entrate tributarie accertate sono risultate superiori di 2.818 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali, ma inferiori di 3.577 milioni di euro rispetto alle previsioni definitive.
Gli accertamenti per entrate extratributarie, pari a 44.105 milioni di euro, hanno registrato, rispetto all'esercizio 2004, un incremento di 8.390 milioni di euro. Rispetto alle previsioni definitive, stimate in 29.421 milioni, l'incremento di queste entrate risulta pari a 14.684 milioni di euro.
Gli accertamenti per entrate derivanti da alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti, pari a 10.075 milioni di euro, sono invece risultati in diminuzione rispetto al 2004 per 917 milioni di euro.
Nell'ambito delle entrate tributarie, il decremento degli accertamenti rispetto al 2004 ha interessato, in particolare, le imposte sul patrimonio e sul reddito, che hanno registrato, rispetto al 2004, una diminuzione di 2.105 milioni di euro, raggiungendo una somma pari a 191.970 milioni di euro. Le tasse e imposte sugli affari hanno invece fatto registrare accertamenti pari a 139.118 milioni di euro (+1.272 milioni rispetto al 2004).
Gli accertamenti concernenti la categoria del lotto, lotterie e altre attività di gioco manifestano un decremento, rispetto al 2004, di 3.425 milioni di euro, raggiungendo l'importo di 10.192 milioni di euro.
Per quanto concerne le principali imposte, sottolinea come gli accertamenti relativi all'IRPEF risultino aumentati da 134.108 milioni a 139.283 milioni di euro (+5.175 milioni di euro); per l'IRPEG / IRES rileva un incremento da 30.374 a 36.305 milioni di euro (+ 5.931 milioni di euro).
Gli accertamenti relativi all'IVA sono risultati pari a 114.925 milioni di euro, a fronte di 107.113 milioni di euro di accertamenti relativi all'esercizio 2004 (+7.812 milioni di euro).
Nell'esercizio 2005 risultano invece drasticamente diminuite le entrate da condoni e sanatorie, rispetto al 2004, con accertamenti per complessivi 851 milioni di euro (582 milioni per le imposte dirette e di 269 milioni per quelle indirette), a fronte di 8.830 milioni di euro nel 2003.
Analizzando la gestione di competenza, per la parte corrente, osserva come, a fronte di dotazioni per 261.289 milioni di euro, sono stati impegnati 245.686 milioni (pari al 94 per cento); per il conto capitale, rispetto alla dotazione di 26.127 milioni, gli impegni ammontano a 25.438 milioni (pari al 97,3 per cento); per il rimborso prestiti, dei 201.468 milioni disponibili ne sono stati impegnati 168.297. Complessivamente sono stati quindi impegnati 439.421 milioni a fronte di stanziamenti per 488.885 milioni (89,9 per cento).
Per la gestione di cassa, a fronte di 505.487 milioni di autorizzazioni definitive globali, sono stati effettuati pagamenti per 433.895 milioni (85,8 per cento), di cui 236.182 milioni su 265.578 milioni di autorizzazioni di pagamento per la parte corrente, 23.712 milioni su 29.232 milioni di autorizzazioni di pagamento per il conto capitale, e 174.001 milioni su 210.677 milioni di autorizzazioni di pagamento per il rimborso prestiti.
I residui al 1o gennaio 2005, stimati inizialmente in 57.290 milioni (di cui 17.793 milioni relativi alla parte corrente, 30.243 milioni al conto capitale e 9 milioni al rimborso prestiti) sono stati rideterminati, per effetto delle variazioni intervenute in corso d'anno, in 56.355 milioni, di cui 17.378 relativi alla parte corrente, 29.723 al conto capitale e 9.254 al rimborso prestiti.
I residui accertati al 31 dicembre 2005 sono risultati pari a 55.717 milioni di euro. Per quanto riguarda i residui di nuova formazione, dal conto consuntivo risulta che nell'esercizio 2005 si sono determinati residui per un ammontare complessivo di 27.879 milioni, di cui 15.906 milioni relativi a residui per spese di conto corrente, 8.716 milioni relativi a residui per spese in conto capitale e 3.258 milioni relativi al rimborso prestiti.
Con specifico riferimento all'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, ricorda come il nuovo assetto organizzativo dell'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, contenuto nel regolamento di organizzazione emanato con decreto del Presidente della Repubblica n. 385 del 2003, sia divenuto operativo a partire dal 12 settembre 2005.
Con riferimento al settore dei giochi, nel 2005 l'A.A.M.S. ha avviato un percorso pluriennale che condurrà ad un adeguato bilanciamento del portafoglio dei giuochi nel suo complesso.
Per quanto riguarda l'esercizio finanziario 2005, le entrate accertate per l'A.A.M.S., in conto competenza, comprese quelle delle gestioni speciali e autonome, ammontano complessivamente a 9.406,8 milioni di euro (a fronte di previsioni definitive stimate in 11.606 milioni di euro). In particolare, le entrate delle gestioni speciali sono pari a 8.795,2 milioni, mentre le entrate proprie dell'Amministrazione ammontano a 230 milioni.
Le entrate proprie sono così articolate: 75,5 milioni da concessioni, rivendite e ricevitorie; 37,4 milioni dalla concessione della rete telematica; 98 milioni quale rimborso delle spese per la gestione del lotto, lotterie e bingo; 19 milioni da proventi diversi e canoni per l'estrazione del sale.
Le entrate derivanti da giuochi e scommesse risultano così suddivise: 218,5 milioni per le manifestazioni sportive organizzate dal CONI; 111,1 milioni per le scommesse diverse da quelle ippiche; 301,6 milioni per le scommesse ippiche organizzate dall'UNIRE.
Sul lato della spesa segnala lo stanziamento in competenza di 52,7 milioni (di cui 48,5 impegnati) relativo alle spese per lo sviluppo e la pubblicità dei giochi.
Relativamente al versamento all'erario della quota di prelievo spettante sui concorsi pronostici connessi a manifestazioni
sportive e scommesse diverse da quelle ippiche, a fronte di uno stanziamento di bilancio di 210 milioni, ne sono stati impegnati soltanto 118, con economie per 92 milioni.
Le gestioni speciali iscritte nel bilancio dell'Amministrazione comprendono quella del Dopolavoro, quella per il servizio delle Lotterie nazionali, quella per il servizio delle Lotterie ad estrazione istantanea, quella del servizio del Lotto e quella del Servizio Bingo.
Le entrate delle gestioni speciali sono riferite per 54,9 milioni alle lotterie nazionali tradizionali, per 1.493 milioni alle lotterie istantanee, e per 372 milioni al Bingo. Al riguardo si è registrato rispetto all'esercizio precedente un forte incremento delle lotterie istantanee (+965 milioni, pari ad un aumento del 183 per cento).
Il Tesoro ha assegnato 6.873 milioni per la gestione del Servizio Lotto. I proventi del Lotto sono stati versati direttamente sul capitolo 1801 dell'entrata del bilancio dello Stato dal concessionario Lottomatica.
Relativamente alle spese delle gestioni speciali segnala, in particolare, 1.083 milioni per l'organizzazione, la propaganda, la distribuzione, la vendita e il pagamento dei premi dei biglietti delle lotterie nazionali a estrazione istantanea, cui si aggiungono 409 milioni quale quota da versare all'erario a valere su tali utili di gestione.
Le spese per la gestione del giuoco del lotto ammontano a 6.873 milioni, mentre le spese di organizzazione e controllo del giuoco del Bingo ammontano a 59 milioni, cui vanno aggiunti 313 milioni relativi al versamento all'erario della relativa quota di prelievo.
Il bilancio dell'A.A.M.S ha determinato nel 2005 un avanzo finanziario di gestione di 106, 3 milioni di euro.
Per quanto riguarda il Conto generale del patrimonio, ricorda come tale documento contabile sia distinto in distinto in due Sezioni, comprendendo: le attività e le passività finanziarie e patrimoniali con le relative variazioni prodottesi durante l'esercizio di riferimento, nonché la dimostrazione dei vari punti di concordanza tra la contabilità del bilancio e quella patrimoniale.
La Sezione I contiene la classificazione patrimoniale degli elementi attivi e passivi, definiti in modo che possano raccordarsi con il sistema di contabilità nazionale SEC 95.
Le attività si distinguono in tre categorie di primo livello: attività finanziarie (attività economiche comprendenti i mezzi di pagamento, gli strumenti finanziari e le attività economiche aventi natura simile agli strumenti finanziari); attività non finanziarie prodotte (attività economiche ottenute quale prodotto dei processi di produzione. Esse comprendono beni materiali e immateriali prodotti, beni mobili di valore culturale, biblioteche e archivi); attività non finanziarie non prodotte (attività economiche non ottenute tramite processi di produzione. Esse comprendono beni materiali quali terreni, giacimenti, risorse biologiche non coltivate).
Per quanto concerne le passività, è prevista un'unica voce di primo livello che comprende tanto i debiti a breve termine che quelli a medio-lungo termine, nonché le riserve tecniche dei fondi di pensione, le anticipazioni passive e altri conti passivi.
La Sezione II del conto del patrimonio illustra gli elementi di raccordo tra i dati patrimoniali e quelli del bilancio, mostrando l'incidenza dei risultati della gestione di bilancio sulle componenti patrimoniali attive e passive. La struttura della Sezione II tiene conto, in particolare, dell'articolazione del bilancio dello Stato per unità previsionali di base e della classificazione delle spese per funzioni-obiettivo, corrispondenti, al livello di maggior dettaglio, con le missioni istituzionali perseguite da ciascuna amministrazione.
A seguito dell'istituzione della società Patrimonio dello Stato S.p.A., che ha il compito di valorizzare, gestire ed alienare il patrimonio dello Stato, al Conto del patrimonio è allegato il conto consuntivo, economico e patrimoniale della suddetta società (le cui azioni sono interamente possedute dal Ministero dell'economia e
delle finanze) nonché il conto consolidato della gestione del bilancio statale e della stessa società.
In merito ai risultati generali della gestione patrimoniale per l'esercizio finanziario 2005, il totale delle attività ammonta a 599.547 milioni di euro, di cui: 494.547 milioni di euro di attività finanziarie (con un aumento di 61.981 milioni di euro rispetto al 2004); 102.305 milioni di euro di attività non finanziarie prodotte, che comprendono beni materiali e immateriali prodotti, beni mobili di valore culturale, biblioteche e archivi (+6.004 milioni di euro rispetto al 2004); 2.695 milioni di euro di attività non finanziarie non prodotte, che comprendono terreni, giacimenti e risorse biologiche non coltivate (-402 milioni di euro rispetto al 2004).
Il totale delle passività ammonta invece a 1.953.595 milioni di euro e si riferisce interamente a passività di natura finanziaria. Rispetto alla chiusura dell'esercizio 2004 l'entità delle passività finanziarie ha registrato un incremento di 82.798 milioni di euro.
Dai risultati generali della gestione patrimoniale emerge pertanto una eccedenza passiva di 1.354.047 milioni di euro, con un peggioramento, rispetto alla situazione patrimoniale a fine 2004 di 15.213 milioni di euro, derivante da un aumento delle attività per 67.584 milioni di euro e da un più consistente aumento delle passività per 82.798 milioni di euro.
In tale contesto ricorda altresì come il Rendiconto generale dello Stato sia trasmesso, ai sensi dell'articolo 23 della legge n. 468 del 1978, alla Corte dei conti per il giudizio di parificazione.
La Corte dei conti, a sezioni riunite, con decisione del 28 giugno 2005 ha disposto la parificazione del rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2005, dichiarando regolare il conto del bilancio e i conti allegati per l'esercizio 2005, con alcune esclusioni.
In particolare, per quanto attiene agli aspetti di competenza della Commissione Finanze, sono stati esclusi dal giudizio di regolarità, per quanto riguarda il conto dell'entrata, le risultanze del capitolo 1262, che ha registrato minori entrate per 5.185 milioni di euro a causa dell'abrogazione dell'obbligo di versamento da parte delle banche entro il penultimo giorno lavorativo dell'anno dell'1,5 per cento di alcune somme riscosse; è venuta conseguentemente a mancare la copertura della spesa del capitolo 3932 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze.
In tale contesto normativo la Corte dei conti ha osservato che l'abrogazione delle disposizioni sopra richiamate del decreto - legge n. 341 del 2003, facendo venire meno le anticipazioni previste per il dicembre 2005, rende prive di fonti di finanziamento le spese del capitolo n. 3932 dello stato di previsione del Ministero dell'economia, comportando un peggioramento del saldo netto da finanziare di oltre 5 miliardi di euro.
In proposito, rileva come, nel disegno di legge di rendiconto, il capitolo 3932 registri una spesa di 5.183.871.909,55 euro, mentre il capitolo 1262, a fronte di una previsione iniziale di incasso di 5.184.765.703, abbia registrato un «riscosso» di soli 2.055.203,61 euro, con conseguenti minori entrate per 5.182.710.499,39 euro.
La Corte dei conti ha conseguentemente escluso le risultanze del capitolo n. 1262 dello Stato di previsione dell'entrata dal giudizio di regolarità sul rendiconto.
Per quanto concerne il conto della spesa sono state escluse dal giudizio di regolarità talune eccedenze di spesa rispetto agli stanziamenti di bilancio, verificatesi nel Ministero dell'economia, con riferimento, tra l'altro, all'Agenzia delle entrate ed all'Agenzia del territorio, nonché nell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato.
Tali eccedenze sono oggetto di specifica sanatoria legislativa ad opera dell'articolo 7 del disegno di legge.
La Corte dei conti ha dichiarato altresì la regolarità del conto del patrimonio per l'esercizio 2004 e dei conti delle amministrazioni ed aziende autonomi ad esso allegati, rilevando tuttavia come la mancata
iscrizione nel conto del fondo di dotazione relativo all'Agenzia del demanio non consente di disporre di adeguati elementi informativi in ordine all'attendibilità delle attività finanziarie iscritte nel conto stesso, e come il «Conto consolidato della gestione statale e della Patrimonio dello Stato S.p.A.», essendo privo dei riferimenti metodologici e dei criteri di calcolo, nonché dell'esposizione analitica degli impieghi dei beni trasferiti dallo Stato alla Patrimonio dello Stato S.p.A. e dei risultati conseguiti, non soddisfi le esigenze di trasparenza delle risultanze della gestione patrimoniale.
L'accrescimento delle attività non finanziarie non prodotte di 1.227 milioni di euro è riconducibile pressoché interamente all'aumento dei terreni registrati nel conto del patrimonio (+1.193 milioni di euro).
L'aumento delle passività finanziarie è dovuto per 28.558 milioni di euro alle passività finanziarie di breve termine e per 26.370 milioni di euro a quelle di medio-lungo termine.
Passando ad esaminare il disegno di legge C. 1254, recante l'assestamento di bilancio per l'esercizio 2006, ricorda come tale strumento sia previsto per consentire un aggiornamento, a metà esercizio, degli stanziamenti del bilancio dello Stato, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto al 31 dicembre precedente.
Con il disegno di legge di assestamento le previsioni di bilancio sono adeguate in relazione: per quanto riguarda le entrate, all'eventuale revisione delle stime del gettito; per quanto riguarda le spese aventi carattere discrezionale, ad esigenze sopravvenute; per quanto riguarda la determinazione delle autorizzazioni di pagamento (in termini di cassa), alla consistenza dei residui accertati in sede di rendiconto dell'esercizio precedente.
Per quanto attiene alle previsioni di entrata, poiché esse sono il frutto di una valutazione di carattere tecnico, eventuali modifiche possono essere determinate dall'evoluzione della base imponibile e dagli effetti derivanti dall'applicazione della normativa vigente.
In riferimento alle variazioni di spesa, la legge di assestamento presenta il medesimo vincolo che sussiste per il bilancio di previsione, cioè il rispetto della legislazione sostanziale vigente: non possono pertanto essere modificati, in sede di assestamento, gli stanziamenti di spesa direttamente determinati da norme vigenti.
L'articolo 1 del disegno di legge dispone l'approvazione delle variazioni, sia in termini di cassa sia in termini di competenze, alle previsioni del bilancio dello Stato per il 2006 (approvato con la legge n. 267 del 2005), indicate nelle annesse tabelle, riferite allo stato di previsione dell'entrata, agli stati di previsione della spesa dei singoli ministeri e ai bilanci delle amministrazioni autonome.
In allegato al disegno di legge è invece descritta, a fini conoscitivi, sia per lo stato di previsione dell'entrata che per gli stati di previsione della spesa, l'evoluzione, in termini di competenza e di cassa, delle singole poste di bilancio, per effetto sia delle variazioni apportate in forza di atti amministrativi fino al 31 maggio, sia delle variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento medesimo.
Le variazioni al bilancio disposte con atto amministrativo nel periodo gennaio-maggio derivano dall'applicazione di nuovi provvedimenti legislativi intervenuti successivamente all'approvazione del bilancio medesimo (per le quali il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le conseguenti variazioni) oppure dall'applicazione di procedure previste dalla normativa contabile.
La maggior parte delle variazioni apportate con atto amministrativo non ha effetto sui saldi (variazioni compensative)perché si tratta o dello spostamento di somme tra capitoli di spesa, oppure di modifiche dell'entrata e della spesa aventi la stessa entità ma segno contrario. Tali variazioni compensative dipendono: dall'utilizzo dei fondi speciali recanti gli accantonamenti di parte corrente e in conto
capitale destinati alla copertura di provvedimenti legislativi da approvare nel corso dell'esercizio finanziario; dai prelievi dal fondo di riserva per le spese obbligatorie e d'ordine (compresi i prelievi necessari alla reiscrizione dei residui passivi perenti di conto corrente) e dal fondo di riserva per le spese impreviste, nonché dal fondo di riserva per l'integrazione delle autorizzazioni di cassa e dal fondo di riserva per l'integrazione delle autorizzazioni di spesa delle leggi permanenti di natura corrente inserite nella Tabella C della legge finanziaria; dalla reiscrizione dei residui passivi perenti di conto capitale; dalla riassegnazione ai capitoli di spesa di somme affluite all'entrata nei primi cinque mesi dell'anno in corso.
Tra le variazioni delle dotazioni di bilancio apportate con atti amministrativi hanno invece natura non compensativa, e incidono quindi sui saldi di bilancio: le riassegnazioni ai capitoli di spesa di somme affluite in entrata nell'ultimo bimestre (periodo 1o novembre-31 dicembre) dell'anno precedente; gli slittamenti di copertura, vale a dire l'utilizzo di quote dei fondi speciali stanziate nel bilancio di previsione per l'esercizio precedente e non utilizzate entro il termine di tale esercizio; il trasporto all'esercizio in corso di titoli di spesa rimasti insoluti alla chiusura dell'esercizio precedente, con la conseguente integrazione delle autorizzazioni di cassa.
L'articolo 2 del disegno di legge si riferisce allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze.
In particolare, il comma 1 aumenta il limite massimo di emissione di titoli pubblici, stabilito nella legge di bilancio per il 2006 (legge n. 267 del 2005), da 60.000 milioni di euro a 66.500 milioni di euro.
Il comma 2, novellando l'articolo 2, comma 7, della legge di bilancio per il 2006 aumenta da 900 milioni di euro a 1.070 milioni di euro la dotazione del Fondo di riserva per le spese obbligatorie e d'ordine, e riduce da 600 milioni a 430 milioni di euro la dotazione del Fondo per le spese impreviste.
L'articolo 3 dispone l'approvazione dell'allegato 1 del disegno di legge, nel quale sono contenute le modifiche all'elenco delle unità previsionali di base individuate nel bilancio di previsione per il 2006.
Si ricorda in tale contesto che il decreto-legge n. 181 del 2006 ha apportato rilevanti modifiche all'articolazione dei Ministeri, alla cui attuazione si provvederà con successivi provvedimenti, che comporterà effetti anche sulla struttura del bilancio dello Stato.
Segnala al riguardo come, nel corso dell'esame del decreto - legge presso l'Assemblea della Camera, il Governo abbia accolto l'ordine del giorno Duilio ed altri n. 129, contenente l'impegno a procedere all'adeguamento dell'articolazione del bilancio dello Stato in relazione al riassetto delle amministrazioni in un'unica sede, possibilmente in occasione dell'esame del disegno di legge di assestamento per l'anno in corso, eventualmente mediante la trasmissione di una nota di variazione dello stesso, in modo da consentire al Parlamento una valutazione compiuta del complesso delle modifiche che saranno apportate.
La relazione al disegno di legge di assestamento evidenzia, sulla base delle previsioni assestate poste a confronto con le previsioni iniziali, un peggioramento del saldo netto da finanziare e degli altri saldi di bilancio, sia in termini di competenza, sia in termini di cassa.
Ricorda a questo proposito che il disegno di legge di assestamento, in quanto precedentemente presentato alla Camera, non tiene in considerazione gli effetti il decreto-legge n. 223 del 2006, recante disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale, attualmente all'esame del Senato, il quale dispone, all'articolo 25, tra le misure di contenimento della spesa, l'accantonamento e l'indisponibilità di quote di stanziamento di unità previsionali di base del bilancio dello Stato 2006 specificamente indicate, relative principalmente a consumi
intermedi, per il successivo versamento all'entrata dello Stato (entro il 30 novembre 2006).
Per quanto riguarda i saldi di competenza, le previsioni assestate per il 2006, risultanti delle variazioni apportate per atto amministrativo fino al 31 maggio scorso e da quelle proposte con il disegno di legge di assestamento in esame, determinano, rispetto alle previsioni iniziali di bilancio, un aumento del saldo netto da finanziare, al netto delle regolazioni debitorie e contabili, da 36.664 milioni di euro a 38.464 milioni di euro, con un peggioramento di circa 1.800 milioni di euro.
Tale peggioramento è da porre in relazione all'andamento delle spese finali, soprattutto delle spese correnti primarie, che registrano un incremento solo parzialmente bilanciato dal miglioramento delle previsioni relative alle entrate finali.
In particolare, le entrate finali, come determinate sulla base delle previsioni assestate, registrano un aumento di circa 2.200 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali di bilancio (394.311 milioni di euro), risultando pari a 396.521 milioni di euro.
Le spese finali, sulla base delle previsioni assestate, ammontano a 434.985 milioni di euro a fronte di una previsione iniziale di 430.975 milioni di euro, con un incremento di 4.010 milioni di euro.
Al lordo delle regolazioni debitorie, pari a 8.341 milioni di euro, il saldo netto da finanziare si attesta intorno a 46.804 milioni di euro, a fronte di una previsione iniziale di 43.741 milioni di euro.
La legge finanziaria per il 2006 (articolo 1, comma 1, della legge n. 266 del 2005) ha fissato per il 2006 il limite massimo del saldo netto da finanziare in termini di competenza in 41.000 milioni di euro, al netto di 7.077 milioni di euro per regolazioni debitorie. Il valore del saldo netto da finanziare che si determina sulla base delle previsioni assestate rientra quindi nel limite massimo stabilito dalla legge finanziaria per il 2006.
In corrispondenza con l'evoluzione del saldo netto da finanziare, le previsioni assestate evidenziano anche un peggioramento, rispetto alle previsioni iniziali, del saldo corrente (risparmio pubblico) e del saldo primario (differenza tra entrate finali e spese finali al netto della spesa per interessi).
In particolare, il saldo corrente passa dalla previsione iniziale di un valore negativo pari a 6.377 milioni di euro ad una previsione assestata pari a un valore negativo di 7.859 milioni di euro, con un peggioramento di 1.482 milioni di euro.
Rispetto alle previsioni iniziali, l'avanzo primario si riduce da 34.736 milioni di euro a 33.229 milioni di euro (-1.506 milioni di euro).
Anche il ricorso al mercato (che risulta dalla differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, incluse quelle relative al rimborso di prestiti), evidenzia un peggioramento di 2.929 milioni di euro, da 232.666 a 235.595 milioni (il dato comprende anche le regolazioni debitorie).
A questo proposito si ricorda che l'articolo 1, comma 1, della legge finanziaria per il 2006 (legge n. 266 del 2005) ha fissato il livello massimo del ricorso al mercato in 244.000 milioni di euro (compreso l'indebitamento all'estero per un importo non superiore a 2.000 milioni).
Anche il valore del ricorso al mercato che si determina sulla base delle previsioni assestate risulta dunque nel limite massimo stabilito dalla legge finanziaria per il 2006, diversamente da quanto avvenuto nei due anni precedenti.
In modo analogo all'evoluzione registrata in termini di competenza, anche in termini di cassa le previsioni assestate evidenziano un'incidenza negativa sui saldi di bilancio (calcolatial netto delle regolazioni debitorie, contabili e dei rimborsi IVA).
Il saldo netto da finanziare in termini di cassa, al netto delle regolazioni debitorie e contabili (pari a 8.341 milioni di euro), si attesta a 67.598 milioni di euro, con un aumento di 2.060 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali (65.538 milioni di euro).
Il saldo corrente (risparmio pubblico) di cassa mostra un leggero miglioramento,
passando da un valore negativo iniziale di 31.616 milioni di euro a un valore negativo di 30.589.
Il saldo primario, che nelle previsioni iniziali era pari a 5.861 milioni di euro, nelle previsioni assestate viene stimato in 4.142 milioni di euro, con una riduzione di 1.719 milioni.
Il ricorso al mercato in termini di cassa, che nel bilancio di previsione era quantificato in 261.539 milioni di euro, sale, nelle previsioni assestate, a 266.175 milioni di euro (al lordo delle regolazioni debitorie), con un peggioramento di circa 4.636 milioni di euro.
Per quanto riguarda lo stato di previsione dell'entrata, il disegno di legge di assestamento dispone una variazione complessiva in aumento di 5.060,5 milioni in termini di competenza e di 6.767,1 milioni in termini di autorizzazioni di cassa.
A tale riguardo ricorda come la nota preliminare allo stato di previsione dell'entrata avverta, che, alla data di presentazione del disegno di legge di assestamento (30 giugno 2006), «non tutti gli elementi necessari per una quantificazione puntuale del gettito dell'esercizio finanziario 2005 sono al momento conosciuti; in particolare non sono ancora noti i dati concernenti l'autoliquidazione delle imposte sui redditi, considerato che i versamenti a saldo ed in acconto (prima rata) relativi ai redditi possono essere effettuati fino al 20 giugno e, dopo tale data, entro i 30 giorni successivi, maggiorando le somme da versare nella misura dello 0,40 per cento. Quanto esposto induce a ritenere possibile, in via successiva, la presentazione di apposito emendamento qualora gli andamenti ipotizzati ai fini del bilancio di previsione 2006 non siano in linea con quelli effettivi, allorquando saranno disponibili i suddetti dati.»
La nota preliminare specifica, invece, che nel disegno di legge di assestamento «viene incluso nelle previsioni l'incremento di gettito, pari a 2.000 milioni di euro, correlato alla revisione delle stime operata con la recente due diligence sulla finanza pubblica.»
Infatti, la variazione complessiva di 5.060,5 milioni in competenza è riferita per 2.000 milioni alle entrate tributarie, per 131,6 milioni alle entrate extratributarie e per circa 2.929 milioni quale accensione di prestiti.
Per quanto riguarda le entrate tributarie, esse hanno registrato un incremento pari a 2.000 milioni. In particolare, nell'ultimo Bollettino delle entrate tributarie, diffuso a giugno 2006 dal Dipartimento delle politiche fiscali, il Ministero dell'economia e delle finanze ha reso noto che nel periodo gennaio-maggio 2006 le entrate tributarie dello Stato, calcolate secondo il criterio della competenza, vale a dire in termini di accertamenti, sono risultate pari a 133.004 milioni di euro, con un aumento dell'8,7 per cento rispetto alle entrate accertate nel corrispondente periodo dell'anno precedente.
Il gettito delle imposte dirette nel periodo gennaio-maggio 2006 si è attestato a 64.010 milioni di euro, registrando un aumento dell'10,2 per cento rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente.
In particolare, l'IRPEF ha determinato entrate per 55.550 milioni di euro.
Il gettito dell'imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze è praticamente raddoppiato, con un incremento di 663 milioni (+95 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2005), così come risulta aumentato di 1.090 milioni il gettito da ritenute su interessi (+44,4 per cento) .
Il gettito delle imposte indirette, pari complessivamente a 68.994 milioni di euro, ha registrato un aumento del 7,4 per cento (+4.741 milioni di euro). In particolare, tra le principali imposte indirette, il gettito relativo all'IVA, nei primi cinque mesi del 2006, è risultato pari a 41.305 milioni di euro, con un incremento del 9,4 per cento rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, mentre le imposte di fabbricazione sugli olî minerali sono risultate stabili rispetto al precedente periodo.
Per quanto riguarda le entrate extratributarie, le variazioni in aumento riguardano: 106,3 milioni quale avanzo di gestione
dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (UPB 6.2.1, cap. 2954); 27,3 milioni quali proventi derivanti dai servizi a pagamento resi dal personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (UPB 15.2.3, cap. 2447); 59.700 euro di ritenuta sulle somme pagate per i contributi concessi alle imprese navali ai sensi della legge n. 234/1989 (UPB 19.2.1, cap. 2168).
Le variazioni in diminuzione riguardano: 920.205 euro dei contributi annui degli iscritti nel ruolo dei revisori dei conti e quote da versare dagli aspiranti alla nomina (UPB 10.2.3, cap. 3525); 1,2 milioni dei versamenti a carico del soggetto committente per il progetto di opere di competenza statale, pari allo o,5 per cento del valore dell'opera da realizzare, da utilizzare esclusivamente per le spese attinenti la valutazione ambientale (UPB 34.2.1, cap. 2592 - 7).
Sul fronte dei giochi, mentre si è registrata una riduzione dei proventi del giuoco del lotto (-10,7 per cento) e delle altre attività di gioco (-3,3 per cento), risultano incrementati del 57,2 per cento i proventi da apparecchi e congegni di gioco (+277 milioni).
All'atto della presentazione del disegno di legge di bilancio per il 2006, la consistenza dei residui presunti al 1o gennaio 2006 era valutata in 3.034 milioni di euro, di cui 172 di parte corrente, 2.857 in conto capitale e 5 per il rimborso prestiti.
Nei primi cinque mesi dell'esercizio 2006 l'amministrazione ha provveduto, con atto amministrativo, a variare alcune appostazioni di bilancio, sia per gli stanziamenti di competenza che per le autorizzazioni di cassa, in conformità di procedure contabili previste dalla legislazione vigente.
In particolare, le variazioni per atto amministrativo hanno determinato una riduzione complessiva della dotazione di competenza pari a 1.321 milioni (di cui 1.124 di parte corrente e 198 milioni di conto capitale) e un aumento delle autorizzazioni di cassa per 172 milioni (ad una riduzione di parte corrente di 4.013 milioni si contrappone un aumento di 2.776 milioni delle autorizzazioni di conto capitale e di 172 milioni del rimborso prestiti).
Con il rendiconto 2005 è stata accertata la consistenza effettiva dei residui passivi del Ministero dell'economia e delle finanze al 1o gennaio 2006, che ammontano a 55.606 milioni di euro, con un incremento di 52.572 milioni rispetto al dato di previsione (3.034 milioni di euro).
In particolare, i residui di conto corrente risultano pari a 21.636 milioni (rispetto ai 172 milioni stimati), i residui di conto capitale a 30.647 milioni (rispetto ai 2.857 milioni stimati) e i residui relativi a rimborso prestiti a 3.323 milioni (rispetto ai 5 milioni stimati).
Oltre alla rideterminazione dei residui conseguente all'accertamento del rendiconto 2005, con il disegno di legge di assestamento del bilancio 2006 vengono proposte ulteriori variazioni, oggetto di deliberazione parlamentare.
Le variazioni relative alla competenza determinano incrementi complessivi per 1,6 miliardi, riferiti sostanzialmente alla parte corrente.
Le variazioni di cassa adeguano le autorizzazioni di spesa alle variazioni proposte per la competenza e alla consistenza dei residui accertata in via definitiva con il rendiconto 2005, in base al quale, come detto, il loro ammontare è risultato superiore di 52,6 miliardi rispetto alla stima effettuata con la presentazione del disegno di legge di bilancio per il 2006.
Le variazioni di cassa determinano un incremento complessivo di 1,6 miliardi, anch'essi riferibili alla parte corrente.
Si riserva quindi di formulare compiute proposte di relazione all'esito del dibattito.
Paolo DEL MESE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia ad altra seduta il seguito dell'esame congiunto.
La seduta termina alle 14.40.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.40 alle 14.45.