su tale materia sono state presentate presso la Camera dei Deputati due proposte di legge di cui è iniziato l'esame in Commissione lavoro in sede referente e si sono svolte alcune audizioni informali -:
Risposta. - Si risponde su delega della Presidenza del Consiglio dei ministri.
L'INPS ha precisato, poi, che i compensi corrisposti ai medici di cui trattasi, previsti dall'articolo 12 del sopra richiamato decreto ministeriale 12 ottobre 2000, sono quelli della tariffa minima nazionale prevista per i liberi professionisti, quali sono gli interessati in argomento, in caso di visita a domicilio del malato, dalla Tabella A del decreto del Presidente della Repubblica 7 febbraio 1992 e successive modificazioni.
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato spa ha riferito che nel quadro degli interventi di raddoppio della linea Adriatica tra le stazioni di Ortona e Casalbordino è stata attivata una variante di tracciato che esclude alcune stazioni collocate
sulla linea storica soppressa - S. Vito-Lanciano, Fossacesia, Torino di Sangro-Paglieta - e sulla nuova tratta è stata realizzata una sola stazione in territorio del comune di Fossacesia.
beneficio non di personale, in quanto di fatto con solo tre impiegati gestiva il «movimento fondi» a livello nazionale, ma economico contando su una significativa riduzione del costo del servizio, allora di complessivi 75 milioni di euro, affidandone l'esecuzione prima a Securipost S.p.A. e successivamente a Poste Tutela S.p.A;
Risposta. - Si ritiene anzitutto opportuno precisare che a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni il Governo, pur avendo una potestà di vigilanza sull'attività della società Poste Italiane - nei termini indicati nel contratto di programma 2003-2005 (Gazzetta Ufficiale n. 129 del 4 giugno 2004), non ha la possibilità d'intervenire nella gestione aziendale che, com'è noto, rientra nelle competenze degli organi statutari della medesima società la quale, pertanto, organizza secondo le logiche imprenditoriali ritenute più opportune le risorse di cui dispone al fine di raggiungere il duplice obiettivo di assicurare condizioni di operatività compatibili con una gestione economicamente equilibrata, nonché di garantire un efficiente servizio all'utenza.
con una condotta connotata da lealtà e trasparenza verso clienti e fornitori.
aggiuntive intese a favorirne l'inserimento scolastico;
Risposta. - Va premesso, innanzitutto, che da notizie acquisite tramite la Prefettura di Salerno, il comune di San Pietro al Tanagro, risulta aver provveduto - in ossequio alla normativa vigente - ad approvare un piano di sostegno ai portatori di handicap che, tuttavia, la regione Campania non ha ritenuto di finanziare, secondo quanto deciso con delibera n. 32 del 2000.
la guardia zoofila Passannanti avrebbe dichiarato, in merito ai presunti affari che si consumano nella gestione dei canili privati, quanto segue: «La deficienza di strutture pubbliche ha alimentato la crescita di quelle private. Per mantenere 20 mila randagi nei 74 canili della Campania (quasi tutti a gestione privata) i comuni spendono circa 30 milioni di euro l'anno, calcolando la diaria media giornaliera per cane (2,5 euro), i costi dell'accalappiamento (fino a 50 euro) e le varie spese sanitarie. Così si spiega il caso Cicerale e la difficoltà delle adozioni.»;
Risposta. - Con riferimento all'atto parlamentare in esame, si precisa che il ministero della salute non aveva conoscenza della situazione esposta dall'interrogante.
Risposta. - Si fa presente che con legge n. 26 del 1o marzo 2005, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 50 del 2 marzo 2005, il termine per la messa in sicurezza degli edifici scolastici è stato prorogato al 30 giugno 2006.
giugno 2006 - e che, peraltro, si aggiungono a quelle già erogate in precedenza per analoghe finalità ed ammontanti a circa altri 5.700 miliardi di vecchie lire.
a dieci anni, che l'intero periodo soggetto all'assicurazione obbligatoria INAIL contro le malattie professionali derivanti dall'esposizione all'amianto, fosse moltiplicato per il coefficiente 1,5, successivamente ridotto all'1,25 dall'articolo 47, comma 1, del decreto-legge n. 269, del 30 settembre 2003, come modificato in sede di conversione dalla legge n. 326 del 24 novembre 2003;
rischio cui è sottoposta questa categoria di lavoratori -:
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame l'INAIL ha comunicato quanto segue.
promuova un tentativo di mediazione fra la Banca Mondiale ed il governo del Ciad al fine di consentire l'effettiva erogazione del prestito di 124 milioni di dollari, indispensabile per assicurare l'avvio di un percorso finalizzato al benessere delle popolazioni del Ciad, il cui sottosviluppo esige una costante attenzione da parte dei Paesi dell'Occidente.
Risposta. - Su sollecitazione della Banca mondiale, il Governo del Ciad aveva aderito alla proposta di istituire un Comitato di gestione dei proventi petroliferi derivanti dall'attivazione dell'oleodotto Doba-Kribi. Il meccanismo di ripartizione di tali proventi prevedeva l'attribuzione di un'aliquota al bilancio dello Stato, l'allocazione di un'ulteriore aliquota per la realizzazione di progetti interessanti le popolazioni dell'area in cui sono situati i pozzi petroliferi e, infine, l'accantonamento di una terza aliquota in un fondo destinato alle generazioni future.
la dottoressa Ruth Santus ha scritto al quotidiano Il Foglio: «Lo so che dovrei continuare a lottare, ma ho due figli e uno è troppo piccolo. Hanno vinto gli autonomi, io lascio. Non ho più parlato con la stampa e non lo farò più. Ho paura? Si, certo. Ho paura»;
se il rettore dell'università di Torino, ove si verificano tali ignominie razziste, fosse o meno informato di quel che stava accadendo;
Risposta. - Nel rispondere all'atto di sindacato ispettivo in esame, si deve preliminarmente precisare che il ministero ha già riferito al Senato in merito agli episodi verificatisi all'Università di Torino ed in altre università italiane in occasione della discussione sulla mozione n. 1-00339 presentata dal senatore Compagna nel corso della quale sono stati discussi ed approfonditi molti aspetti della questione.
inviare alla conferenza dei rettori per invitarli a vigilare e ad intervenire al fine di mettere fine a tali episodi eliminandoli realmente dalle Università del nostro Paese.
a parere degli interroganti, l'articolo 25 citato contrasta palesemente con lo spirito e i principi contenuti nei Trattati dell'Unione europea, sottoscritti dal nostro Paese -:
Risposta. - In relazione alle problematiche cui si fa riferimento nell'atto ispettivo in esame, si fa presente che le esigenze che scaturiscono dalla costante estensione delle relazioni fra i cittadini dei vari Stati stanno evidenziando la necessità di una lingua veicolare che consenta di rendere realmente possibile l'interazione fra culture e lingue diverse. In tale quadro non c'è dubbio che l'inglese sia ormai da tutti individuato come il mezzo di comunicazione adottato con assoluta prevalenza. La disposizione inserita nel decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226 mira proprio a rendere coerente l'impianto riformatore con il quadro esterno di riferimento. Essa tuttavia non può essere letta nell'ottica di una precostituita volontà di eliminare dal tessuto ordinamentale lo studio di una seconda lingua comunitaria.
dall'inglese rappresenta un obbligo inderogabile (liceo linguistico) e che in altre alla seconda lingua comunitaria era già stata conferita la caratterizzazione di insegnamento opzionale (liceo classico). Tutto ciò in coerenza con gli specifici obiettivi formativi delle singole tipologie liceali.
Risposta. - Da notizie acquisite tramite la prefettura di Piacenza risulta che il Comune di Ziano Piacentino, con delibera di consiglio comunale n. 31 del 7 giugno 1964 aveva approvato l'elenco delle strade comunali e di quelle private soggette a servitù pubblica ricadenti nel territorio comunale. Tra le strade pubbliche risultava iscritta la via denominata Strada della Chiesa, in frazione di Vicobarone, che conduce alla Chiesa della frazione.
della sospensione ora disposta ovvero alla definitiva cancellazione».
Risposta. - La tessera sanitaria (TS) riporta sul frontespizio tutti i dati di identificazione personale, compreso il codice fiscale, e, sul retro, le informazioni della Tessera europea di assicurazione malattia che consente al cittadino di ottenere le prestazioni sanitarie nei Paesi dell'Unione europea.
finanze nella attività di informazione alla cittadinanza, effettuata nell'imminenza della prima emissione delle tessere sanitarie nella regione (luglio 2005), provvedendo, inoltre, a predisporre autonomamente specifiche pubblicazioni, con le quali sono state illustrate le funzionalità e le modalità di utilizzo della tessera.
ultimo in virtù del decreto legislativo n. 300 del 1999, non intenda procedere ad un'ispezione che faccia luce sui fatti sopra evidenziati, anche in previsione dell'eventuale applicazione dell'articolo 88 del regio decreto 31 agosto 1933, n. 1592.
Risposta. - Si fa riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame con il quale l'interrogante contesta al rettore dell'università di Bologna una serie di comportamenti giudicati inusuali e privi di quella sobrietà istituzionale che dovrebbe caratterizzare chi ricopre la posizione di massimo rappresentante dell'Università e chiede di esprimere in merito ad essi una valutazione sulla possibilità che questi costituiscano i necessari presupposti perché venga applicato dell'articolo 88 del Regio decreto n. 1592 del 1933.
25 maggio 1999 presso le Istituzioni scolastiche statali;
Risposta. - Si risponde alla interrogazione parlamentare indicata in oggetto con la quale l'interrogante chiede iniziative per il trasferimento di apposite risorse dall'Amministrazione scolastica al comune di Palermo al fine di rendere possibile al succitato ente locale il riassorbimento del personale ATA, già appartenente all'ente medesimo, che, transitato nei ruoli dello Stato in virtù della legge n. 124 del 1999 ora viene restituito all'ente territoriale dal Centro servizi amministrativi di Palermo, a seguito di sentenze in tal senso emesse dal Giudice del lavoro.
Risposta. - Com'è noto, le disposizioni in materia sanitaria per i cittadini stranieri sono contenute negli articoli 34 e 35 del decreto legislativo n. 286 del 1998.
Si tratta di soggetti comunque legittimamente presenti sul territorio nazionale ovvero non espellibili.
normative vigenti in materia di immigrazione e secondo le procedure definite dalla programmazione regionale e locale».
Risposta. - In riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, si comuni- cano i seguenti elementi di risposta forniti dall'Anas Spa.
quali barriere acustiche, pavimentazioni stradali fonoassorbenti eccetera e per individuare le soluzioni capaci di non peggiorare i parametri esistenti.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, si precisa che il Comando carabinieri per la tutela della salute (NAS) di Firenze, a seguito di un esposto presentato il 2 dicembre 2005 da alcuni genitori di alunni della scuola elementare «De Amicis» di Sesto Fiorentino (Firenze), relativo ad episodi di salmonellosi alimentare verificatisi nel corso del novembre 2005, ha eseguito nella stessa giornata un'ispezione igienico-sanitaria presso il centro di cottura «Qualità e Servizi S.p.A.» di Cadenzano (Firenze); tale centro preparava i pasti per la scuola citata e per altri istituti scolastici nella provincia di Firenze.
dell'Autorità giudiziaria, l'eliminazione degli inconvenienti riscontrati in precedenza.
arriva la risposta: «Non lo so. Non lo so. Mi pare che sia abbastanza... come dire?: evidente»;
Risposta. - L'onorevole Saverio Zavettieri ex assessore alla pubblica istruzione della regione Calabria, già deputato al Parlamento eletto nelle liste del P.S.I., ha subito un attentato, ad opera di ignoti che il 22 febbraio 2004 alle ore 20,30 circa, esplodevano un colpo di arma da fuoco verso la vetrata della sua abitazione di Bova Marina.
Una delle principali caratteristiche e la sua grande capacità di adattarsi ai processi evolutivi della società globalizzata, mantenendo, nel contempo, il suo assetto arcaico e il ferreo controllo delle aree di origine, basato su intimidazioni, estorsioni e intromissioni nei più importanti settori economici e politico-amministrativi.
In particolare l'Arma dei carabinieri ha già inviato, come del resto la Polizia, un numero cospicuo di uomini della Cio, la Compagnia interventi operativi, tutti provenienti dall'esterno e uomini che fanno capo al Reparto Cacciatori, anche questi dotati di particolare mobilità.
luglio del 2004, e poi implementato nel corso del 2005. Tali interventi hanno già premesso di raggiungere risultati significativi. In particolare, dal 1o agosto 2004 al 31 ottobre 2005 sono state identificate 432.106 persone e controllati 248.078 veicoli; arrestate 4.785 persone e denunciate 36.979.
quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di salvaguardare l'insegnamento paritario di due lingue comunitarie al fine di consentire un pluralismo dell'offerta formativa nella piena applicazione del dettato del IV obiettivo del Libro bianco su istruzione e formazione della UE.
Risposta. - In merito alle questioni prospettate nell'atto di sindacato ispettivo cui si risponde, si fa presente che le esigenze che scaturiscono dalla costante estensione delle relazioni fra i cittadini dei vari Stati stanno evidenziando la necessità di una lingua veicolare che consenta di rendere realmente possibile l'interazione fra culture e lingue diverse. In tale quadro non c'è dubbio che l'inglese sia ormai da tutti individuato come il mezzo di comunicazione adottato con assoluta prevalenza. La disposizione inserita nel decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226 mira proprio a rendere coerente l'impianto riformatore con il quadro esterno di riferimento. Essa tuttavia non può essere letta nell'ottica di una precostituita volontà di eliminare dal tessuto ordinamentale lo studio di una seconda lingua comunitaria.
ma sostanzialmente - secondo l'interrogante - perché, nella qualità di responsabile provinciale del sindacato «Gilda degli Insegnanti», ha assunto la difesa dei docenti dell'Istituto Tecnico «Vallauri», sospesi dal servizio;
Risposta. - La particolare complessità delle vicende rappresentate nelle interrogazioni parlamentari indicate in oggetto -
vicende che si inseriscono in un quadro di situazioni e di avvenimenti particolarmente complesso e controverso, come prova il numero di esposti, diffide, rimostranze e denunce che da alcuni anni vedono coinvolti il dirigente scolastico menzionato nelle interrogazioni stesse e numerosi operatori scolastici dell'Istituto tecnico industriale «Vallauri» di Reggio Calabria - consente di rispondere soltanto adesso, congiuntamente, ai suddetti atti di sindacato ispettivo.
Tale stato di cose ha compromesso irrimediabilmente il rapporto fiduciario sotteso al contratto tra l'Amministrazione scolastica ed il dirigente in argomento, ed ha creato le condizioni per il recesso per giusta causa.
cose. Per esempio, può leggersi i motivi per i quali il Psi è stato fatto fuori dalla Giunta provinciale di Reggio nel 2002, pur avendo contribuito in maniera decisiva alla vittoria della Cdl. Nessuno può convincersi del fatto che gli altri partiti hanno scelto la rappresentanza elettiva se non per penalizzare o mettere fuori gioco il partito. Il polo delle libertà della provincia di Reggio, il giorno dopo le elezioni, è uscito con un documento col quale nei fatti lanciava una sfida a Chiaravalloti (Presidente della Giunta) e alla Giunta regionale. Da domani dovete fare i conti con noi: questo è stato e diceva quel documento»;
predominio praticando le peggiori forme estorsive a danno degli imprenditori;
evidenziano lo stesso coraggio di Luigi Taiani e dei suoi familiari;
Risposta. - Le questioni sollevate dall'interrogante riguardano episodi intimidatori avvenuti nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza a danno di imprenditori e amministratori locali.
secondo le previsioni degli Accordi di programma quadro ed utilizzando tutte le possibili sinergie derivanti dal Programma operativo regionale.
è devastante, il condizionamento delle attività economiche è opprimente.
L'attività di questa task force si rivolgerà anche al controllo degli appalti pubblici e dei cantieri. Molta importanza viene attribuita alla confisca dei beni che potrà sempre essere disposta in caso di condanna per reati di tipo mafioso in base all'articolo 12 della legge 501 del 1994;
A testimonianza dell'impegno che il Governo, le forze dell'ordine e la magistratura stanno profondendo incessantemente nella lotta alla 'ndrangheta, si ricorda la positiva conclusione della complessa operazione antimafia denominata «operazione Harem», eseguita dall'Arma dei carabinieri e dalle polizie di diversi Paesi stranieri, coordinata dalla Procura nazionale antimafia e dalla Procura distrettuale di Catanzaro, in collaborazione con la magistratura albanese. L'attività investigativa ha inferto un duro colpo ad un'organizzazione italo-albanese dedita alla tratta degli esseri umani ed al traffico internazionale di stupefacenti e armi, facendo registrare 80 arresti ed il sequestro di notevoli quantitativi di droga operati in Calabria ed in altre regioni italiane, nonché in Albania, Kosovo, Ucraina e Germania.
Risposta. - Effettivamente, nel territorio comunale di San Giovanni in Fiore (Cosenza) si sono verificati nel decorso mese di luglio 2005 - specie durante l'orario notturno - alcuni incendi di natura dolosa che hanno interessato immobili ed esercizi commerciali.
la situazione della sicurezza nel centro silano, al fine di sviluppare, sulla base degli elementi raccolti, l'attività di prevenzione.
Gli utili vengono poi reinvestiti nel Nord o nel Centro Italia e, in maggior misura, all'estero, nelle più svariate attività, ivi comprese quelle di intermediazione finanziaria sull'Est europeo.
di Finanza). L'attività di questa task force si rivolgerà anche al controllo degli appalti pubblici e dei cantieri. Molta importanza viene attribuita alla confisca dei beni che potrà sempre essere disposta in caso di condanna per reati di tipo mafioso in base all'articolo 12 della legge n. 501 del 1994.
L'attività investigativa ha inferto un duro colpo ad un'organizzazione italo-albanese dedita alla tratta degli esseri umani ed al traffico internazionale di stupefacenti e armi, facendo registrare 80 arresti ed il sequestro di notevoli quantitativi di droga operati in Calabria ed in altre regioni italiane, nonché in Albania, Kosovo, Ucraina e Germania.
Risposta. - Attraverso l'atto di sindacato ispettivo in esame l'interrogante contesta la legittimità della formulazione data al decreto ministeriale 3 maggio 2005 con il quale sono state definite le modalità, i contenuti e le date per lo svolgimento delle prove scritte e gli esami di ammissione ai corsi di specializzazione per l'insegnamento secondario 2005-2006 senza prevedere nulla in merito alla riserva dei posti per i lavoratori disabili, violando i diritti previsti dalla legge n. 68/1999. Al riguardo si precisa quanto segue.
abili fornendo agli stessi, nel rispetto dell'articolo 20 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, gli ausili necessari e garantendo la fruizione di tempi aggiuntivi, eventualmente individuati in relazione allo specifico handicap.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, la regione Emilia Romagna ha comunicato che sono attualmente in attività 12 imprese che producono acque minerali provenienti da 19 fonti/sorgenti, così articolate in relazione alle singole province:
I nomi delle 19 fonti, alle quali, con provvedimento del Ministero della salute, sono state riconosciute le caratteristiche di proprietà terapeutiche, danno origine alla denominazione dell'acqua minerale; così come inserita nel circuito di distribuzione commerciale; le 12 imprese di produzione, attualmente in attività, producono e commercializzano complessivamente 19 acque minerali, con denominazione diversa, secondo le rispettive sorgenti di provenienza.
quanto è costato il personale in riferimento agli anni di cui sopra.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, si riporta qui di seguito il prospetto relativo al numero dei dipendenti del Fondo agenti spedizionieri e corrieri-FASC, in servizio negli anni 2001 e 2004, nonché la spesa totale sostenuta per il personale negli stessi anni:
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, si riporta qui di seguito il prospetto relativo al numero dei dipendenti dell'IPSEMA-Istituto di previdenza per il settore marittimo, in servizio negli anni 2001 e 2004, nonché la spesa totale sostenuta per il personale negli stessi anni:
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, si comunica quanto segue.
dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione indicata in esame, si fa presente quanto segue.
se il ministero del lavoro esercita una qualsiasi «sorveglianza»;
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, si comunica quanto segue.
Risposta. - In relazione all'interrogazione parlamentare in esame, la regione Lazio ha comunicato che sono vigenti 36 concessioni minerarie per lo sfruttamento delle acque minerali.
Il controllo delle condizioni igienico sanitarie delle acque, il rilascio delle autorizzazioni sanitarie e la sicurezza degli impianti termali e di imbottigliamento delle acque minerali, sono demandati al Dipartimento sociale - Direzione regionale programmazione sanitaria e tutela della salute che si avvale delle Aziende sanitarie locali, competenti per territorio, per i necessari controlli.
Risposta. - In relazione all'interrogazione parlamentare in esame, la regione Umbria, tramite la prefettura di Perugia - ufficio territoriale del Governo, ha segnalato la presenza, sul proprio territorio, di numerose sorgenti idrominerali e di acque di tipo oligo-minerale e medio-minerale.
concessionaria Sanpellegrino S.p.A., concessione Tione, acqua minerale Sorgente Tione;
Risposta. - Si ritiene opportuno precisare, preliminarmente, che non si è a conoscenza dei parametri in base ai quali sono stati espressi i giudizi formulati dalla rivista Que Choisir, né quali siano stati gli specifici prodotti esaminati.
ed alla corretta informazione che deve essere fornita ai cittadini; l'aggiornamento e la revisione normativa che ha caratterizzato il settore in esame in questi ultimi anni è la conferma dell'impegno istituzionale alla tutela della salute e del benessere del consumatore.
Monsignor Cosma Shi Enxiang, diocesi di Yixian, Hebei, ha 83 anni è stato arrestato il 13 aprile 2001, in prigione per 30 anni;
quali iniziative ritenga di dover adottare presso il governo cinese affinché sia garantita la libertà di culto.
Risposta. - In merito a quanto rappresentato dall'Onorevole interrogante nei presenti atti parlamentari, si sottolinea che il tema del rispetto dei diritti umani, e della libertà religiosa in particolare, forma da tempo oggetto di costante attenzione da parte del Governo italiano e dell'Unione europea.
i passi necessari (come la ratifica del Patto dei diritti civili e politici delle Nazioni unite) per favorire un processo di normalizzazione con l'occidente.
Risposta. - Con gli atti di sindacato ispettivo in esame l'onorevole Perrotta denuncia alcune sedicenti istituzioni universitarie poste sotto inchiesta e spesso condannate dall'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato e chiede se la «libera Università internazionale G. W. Leibniz», la «Libera privata Università di diritto internazionale» dell'Isfoa, Istituto superiore di finanza ed organizzazione aziendale ed il «Cetus» - Centro di tecnologia universitaria straniera - rientrino tra queste e se si siano avvalse del contributo statale previsto dall'articolo 3 della legge n. 243 del 1991.
utilizzare le denominazioni di «Università», «Ateneo», «Politecnico», ai sensi dell'articolo 10 del decreto-legge 1o ottobre 1973 n. 580, convertito nella legge 30 novembre 1973, n. 766 e che, in forza dell'articolo 2 della legge 14 gennaio 1999, n. 4 che disciplina specificamente le filiazioni in Italia di università straniere, l'università, qualora autorizzata all'attività in Italia, ha l'obbligo di svolgere nel nostro Paese esclusivamente «parte» dei corsi già istituiti presso la sede straniera e solo per studenti iscritti all'università madre.
escavati qualora gli inerti ricavati fossero destinati alla costruzione di opere infrastrutturali e per tale motivo gli interventi potrebbero venire richiesti e accordati per pubblica utilità;
«Centro Padane SpA» - la società proponente, che insieme ad altre due richiedenti ha risposto al bando per la costruzione dell'opera dalla stessa ditta proposta - ha un capitale derivante da amministrazioni pubbliche (le provincia di Cremona e quella di Mantova, che vedono sedere alla presidenza dello stesso Cda il presidente della provincia di Cremona) e quindi i finanziamenti per la costruzione sono pressoché interamente pubblici mentre l'opera non è nemmeno sorretta dagli studi, commissionati dalla stessa proponente, riguardanti i flussi di traffico necessari, attuali e futuri, a giustificarne la costruzione;
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo in esame, si forniscono gli elementi di risposta trasmessi da ANAS Spa.
soltanto i fabbisogni delle opere straordinarie che hanno un progetto esecutivo già approvato. Ne consegue che i volumi per il TIBRE non sono prelevabili dagli ATE (ambiti estrattivi) esistenti e devono essere ricercati all'esterno degli stessi. L'ambito 1 della provincia di Mantova individuato rientra, tuttavia, in un'area indicata come giacimento nel Piano cave di Mantova e quindi potenzialmente idoneo all'estrazione di inerti e di conseguenza non in contrasto con la pianificazione territoriale.
priori, a tutela della salute dei cittadini, nuove installazioni in zone, come quella in questione, già colpite da un alto livello di inquinamento elettromagnetico.
Risposta. - L'interrogazione parlamentare in esame, alla quale si risponde entro i limiti di competenza del Ministero della salute, segnala l'installazione da parte della Rete ferroviaria italiana s.p.a. di un'antenna GSM-R in un'area situata nel centro abitato di Marcellina, frazione di Santa Maria del Cedro (Cosenza), zona ad alta densità abitativa e attraversata dalla linea ferrata.
alcun effetto negativo sulla salute. Sono comunque state identificate alcune lacune nelle conoscenze che richiedono ulteriori ricerche per giungere a una migliore valutazione dei rischi».
se siano state date garanzie da questo stato, dirette ad evitare acquisto di armi che come in passato hanno portato a veri e propri genocidi;
Risposta. - Il 5 gennaio 2006 è divenuta operativa la decisione adottata il 21 dicembre 2005 dal Consiglio Esecutivo del Fondo Monetario Internazionale (FMI) di cancellare il 100 per cento del debito di 19 Paesi poveri, ai sensi della Multilateral Debt, Relief Iniziative (MDRI) lanciata dal Vertice G8 di Gleaneagles. L'importo complessivo deliberato dal FMI nell'ambito della suddetta iniziativa è pari a circa USD 3,3 miliardi.
L'inosservanza di tali impegni - verificata attraverso vari meccanismi, tra cui le deliberazioni delle Organizzazioni internazionali e le valutazioni sulla congruità delle spese militari - può portare alla sospensione dell'Accordo bilaterale e in casi più gravi alla sua denuncia.
Risposta. - Il 5 gennaio 2006 è divenuta operativa la decisione adottata il 21 dicembre 2005 dal Consiglio esecutivo del Fondo monetario internazionale (FMI) di cancellare il 100 per cento del debito di 19 Paesi
poveri, ai sensi della Multilateral Debt Relief iniziative (MDRI) lanciata dal Vertice G8 di Gleaneagles. L'importo complessivo deliberato dal FMI nell'ambito della suddetta iniziativa è pari a circa USD 3,3 miliardi.
Risposta. - Il 5 gennaio 2006 è divenuta operativa la decisione adottata il 21 dicembre 2005 dal Consiglio Esecutivo dei Fondo Monetario Internazionale (FMI) di cancellare il 100 per cento del debito di 19 Paesi poveri, ai sensi della Multilateral Debt Relief Iniziative (MDRI) lanciata dal Vertice G8 di Gleaneagles. L'importo complessivo deliberato dal FMI nell'ambito della suddetta iniziativa è pari a circa USD 3,3 miliardi.
ma richiede che i Paesi eleggibili debbano impegnarsi riguardo una buona gestione macroeconomica, una soddisfacente attuazione della strategia di lotta contro la povertà, una attenta verifica della gestione della spesa pubblica affiché la stessa non abbia a subire deterioramenti dopo il completion point.
L'inosservanza di tali impegni - verificata attraverso vari meccanismi, tra cui le deliberazioni delle Organizzazioni internazionali e le valutazioni sulla congruità delle spese militari - può portare alla sospensione dell'Accordo bilaterale e in casi più gravi alla sua denuncia.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, si precisa che il nichel, normalmente presente nelle
acque potabili a concentrazioni inferiori a 20 µg/l talvolta è presente naturalmente nelle acque da destinare al consumo umano, con concentrazioni che possono raggiungere qualche centinaio di microgrammi per litro.
Si precisa che, ai sensi del comma, 11 del suddetto articolo 13, spetta alle autorità regionali informare in modo tempestivo ed adeguato la popolazione della deroga applicata e delle relative condizioni.
per gli automobilisti è impossibile accedere alla statale senza infrangere il Codice della Strada; infatti l'uso indiscriminato della linea continua ha imprigionato interi quartieri;
Risposta. - In riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, si comunicano i seguenti elementi di risposta forniti dall'ANAS Spa.
dirottati dai campi profughi e dagli ospedali civili per essere smerciati sul mercato nero;
Risposta. - Il cittadino croato Simic Djuro ha presentato in data 2 febbraio 2000 istanza volta al riconoscimento dello status di rifugiato presso la Questura di Trieste.
legge 31 gennaio 2005, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 marzo 2005, n. 43, fino ad esaurimento delle graduatorie stesse, e, per la parte residua, all'indizione del corso-concorso di cui all'articolo 1-sexies del citato decreto-legge n. 7 del 2005, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 43 del 2005;
Risposta. - Con riferimento alle questioni prospettate nell'atto di sindacato ispettivo cui si risponde, si fa presente che questo Ministero ha attivato le operazioni propedeutiche all'emanazione del bando di concorso riservato previsto dall'articolo 1-sexies della legge n. 43/2005 e dall'articolo 3-bis della legge n. 168/2005 - ed in particolare, la richiesta di autorizzazione al Ministero della funzione pubblica, ai sensi dell'articolo 39 della legge n. 449 del 1997, e la individuazione dei posti disponibili per l'anno scolastico 2006-2007 - in tempo utile affinché il bando possa essere pubblicato entro il prossimo mese di marzo 2006.
Risposta. - Come ricordato dall'interrogante, nella serata del 28 novembre 2005, a Padova, un gruppo di circa 40 giovani, appartenenti ai movimenti politici «Forza Nuova» e «Azione Giovani-Alleanza Nazionale», ha presenziato, nella zona riservata
al pubblico, alla seduta del consiglio comunale di quella città, concernente la discussione in merito all'interpellanza cui fa riferimento l'interrogante.
Risposta. - Con l'atto di sindacato ispettivo in esame gli interroganti pongono la questione della sede preposta allo svolgimento degli esami dei corsi di laurea a distanza e chiedono l'adozione di opportune iniziative per consentire anche ai cittadini italiani non residenti di affrontare più agilmente il percorso universitario potendo volgere gli esami, come avviene in altri
Paesi, anche membri dell'Unione europea, in via telematica presso ambasciate e consolati.
Risposta. - Con l'interrogazione parlamentare in esame, gli interroganti nel riportare alcuni fatti verificatisi presso l'Università di Pavia che avrebbero violato le norme sullo svolgimento della campagna elettorale referendaria hanno chiesto al Ministro di procedere al loro accertamento ed alla eventuale adozione delle opportune iniziative in merito.
Rettore dell'università i necessari chiarimenti su quanto avvenuto.
e dei pericoli che essa comporta (incidenti, eccetera), che dell'inquinamento atmosferico e sonoro.
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato spa e per quanto riguarda la momentanea soppressione del collegamento Agrigento-Milano, ha precisato che dalla metà dello scorso mese di ottobre Trenitalia ha avviato un programma di riqualificazione straordinaria di oltre 500 carrozze della media e lunga percorrenza.
oltre 32 chilometri. I tratti Lascari-Cefalù Ogliastrillo (5,7 chilometri) Cefalù Ogliastrillo-Castelbono (circa 12 chilometri sono previsti prevalentemente in galleria. L'attività negoziale per l'appalto delle opere della tratta Fiumetorto-Cefalù (Ogliastrillo) si è conclusa lo scorso settembre con l'aggiudicazione dell'appalto al contraente generale; la consegna delle prestazioni è avvenuta in data 11 ottobre 2005. Per quanto riguarda la tratta Cefalù (Ogliastrillo)-Castelbuono è imminente l'avvio dell'attività negoziale. Il costo del raddoppio per la tratta Fiumetorto-Cefalù-Castelbuono ammonta a 990 milioni di euro, interamente finanziati. L'attivazione del raddoppio Fiumetorto-Cefalù (Ogliastrillo) è programmata entro il 2010; entro il 2012 è prevista l'attivazione della tratta successiva Cefalù (Ogliastrillo)-Castelbuono. Tratta Castelbuono-Patti: la realizzazione del doppio binario fra Castelbuono e Patti, per un'estesa di circa 86 chilometri, è compresa nel 1o programma delle infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale», previsto dalla legge n. 443/01. RFI ha finanziato autonomamente lo studio di fattibilità, anticipando le risorse che perverranno dalla Legge Obiettivo. Tale studio, che è stato completato e trasmesso al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti per la necessarie approvazioni, si prevede che il costo dell'intervento ammonti a 3.905 milioni di euro; interamente da finanziare.
Linea Palermo-Agrigento. La velocizzazione della linea Palermo-Agrigento (il progetto definitivo è stato approvato dalla Conferenza di servizi conclusasi nel mese di settembre 2004) rientra nell'Accordo di programma quadro (APQ) per il trasporto ferroviario siciliano sottoscritto da Rete ferroviaria italiana spa con la regione Sicilia.
Linea Palermo-Caltanissetta. Nell'agosto 2003 hanno avuto inizio i lavori di adeguamento tecnologico della galleria Marianapoli che saranno ultimati entro il corrente anno.
Nel tratto di linea Valledolmo-Caltanissetta Xirbi sono stati pressoché completati gli interventi per la sostituzione dei deviatoi e per il rinnovo dell'armamento della linea ferroviaria.
Raddoppio della linea Messina-Catania. L'intervento prevede il raddoppio in variante del tratto di circa 42 chilometri tra le stazioni di Fiumefreddo e Giampilieri, la realizzazione delle stazioni di Fiumefreddo e di Sant'Alessio-Santa Teresa e di quattro nuove fermate (Alcantara, Taormina, Nizza-Alì e Itala-Scaletta), oltre al riassetto della stazione di Letojanni, nella quale si attesteranno i treni metropolitani a servizio del futuro collegamento aeroporto di Catania Fontanarossa-Taormina. Nel mese di maggio il CIPE ha approvato con prescrizioni il progetto preliminare dell'intervento ed è in fase di avvio la progettazione definitiva.
Linea Catania-Siracusa. La linea si sviluppa per 87 chilometri, e presenta due tratti a doppio binario: il primo, prevalentemente in affiancamento al tracciato esistente, di circa 5 chilomteri, tra Catania Acquicella e Bicocca e un secondo, di circa 7 chilometri in variante, tra Targia e Siracusa; quest'ultimo è stato attivato all'esercizio nel marzo 2001. Per il potenziamento della relazione sono stati sviluppati i seguenti interventi: Velocizzazione della relazione Catania-Siracusa: il progetto prevede la velocizzazione della tratta a semplice binario tra Bicocca e Targia, dell'estesa di circa 69 chilometri, attraverso la realizzazione della variante «Galleria Valsavoia», a semplice binario, tra Bicocca e Lentini diramazione, gli interventi di stabilizzazione della sede ferroviaria e la soppressione di tutti i passaggi a livello esistenti. Nelle stazioni di Lentini, Brucoli e Augusta è prevista la sistemazione dei marciapiedi, dei sottopassi, delle pensiline, e l'eliminazione delle barriere architettoniche. La finalità principale dell'intervento è quella di elevare il livello delle prestazioni della linea, onde consentire un miglioramento complessivo sui tempi di percorrenza medi. È in corso l'istruttoria sul progetto preliminare da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Il costo dell'intero intervento ammonta a 76 milioni di euro, interamente da finanziare, l'ultimazione è programmata per il 4o trimestre del 2011.
nel gennaio 2004 ed è stato inviato ai competenti Ministeri. Il tempo previsto per portare a termine la progettazione definitiva è di 16 mesi; quello stimato per la realizzazione degli interventi è di 6 anni, oltre ai tempi necessari per l'affidamento e l'esecuzione delle progettazioni e relative approvazioni. I costi di prima approssimazione dell'intervento sono stimati in 2.050 milioni di euro.
attualmente programmato entro giugno 2011, il completamento dei lavori relativi all'interramento della Stazione di Catania Centrale entro gennaio 2017.
Studi di fattibilità - Delibera 85/2002. La delibera del CIPE n. 85 del 29 settembre 2002 ha ampliato il piano di priorità degli investimenti di RFI con la richiesta di sviluppare lo studio di fattibilità di sette interventi nel Mezzogiorno. Tra questi due riguardano la rete siciliana.
Tecnologie. Linea Messina-Siracusa. A gennaio 2004 hanno avuto inizio i lavori per realizzare la tecnologia di base, 11 nuovi ACEI e nuovi impianti di telecomunicazione, sul tratto di linea Giampilieri-Siracusa. A marzo sono stati avviati i cantieri per realizzare, a Siracusa, il Polo manutentivo «Pantanelli».
Nell'ottobre 2003 sono stati invece avviati i lavori per l'accorpamento dei sistemi per il controllo cetralizzato del traffico (CTC) dal Posto centrale di Siracusa. I lavori si concluderanno nel mese di aprile 2006.
Sistema di controllo della marcia del treno (SCMT). Anche su alcune linee della rete siciliana, quelle di livello nazionale, è in fase di realizzazione il nuovo attrezzaggio con il sistema di controllo marcia treno (SCMT), il più avanzato sistema di assistenza per la condotta dei treni. Attualmente sono in corso le sperimentazioni del sistema da parte di nuove imprese fornitrici sulla linea Messina-Catania-Siracusa. Il programma prevede l'attrezzaggio anche della linea Palermo-Messina entro il 2007. L'investimento complessivo previsto per la Sicilia è pari a oltre 37 milioni di euro.
Sistema di comando e controllo della circolazione (SCC). Le due principali linee siciliane (Palermo-Messina e Messina-Siracusa) e il nodo di Palermo saranno potenziate con il sistema di comando e controllo (SCC) della circolazione, il più avanzato sistema di gestione integrata della circolazione in campo ferroviario italiano, con posto centrale da installare a Palermo. La consegna dell'appalto è avvenuta nel novembre 2004.
Sistema GSM-R. Anche sulla rete siciliana è in corso di installazione il sistema di trasmissione mobile dati e voce GSM-R, che trasmette in tutta Europa su frequenza a 900 MHz, riservata alle aziende ferroviarie.
Installazione barriere antirumore. In Sicilia il piano di risanamento acustico, predisposto da Rete ferroviaria italiana spa per l'abbattimento del rumore prodotto dal passaggio dei treni, prevede la realizzazione di 256 tratti di barriere fono-assorbeenti per uno sviluppo complessivo di circa 150 chilometri. Il costo è stimato in circa 256 milioni di euro.
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo in esame, riguardanti l'inquinamento acustico aereo sulla città di Napoli, l'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC) cui sono state richieste informazioni, fa presente che il 3 marzo 2003 si è svolta una prima riunione con cui furono avviate una serie di iniziative riguardanti l'operatività dell'aeroporto di Capodichino, iniziative in base alle quali furono concordati i seguenti provvedimenti: ricognizione degli ostacoli che forano la superficie di decollo per pista 24 (decolli verso la città di Napoli) ed illuminazione degli stessi a cura del gestore aeroportuale, con l'attivazione di una procedura di monitoraggio e controllo sull'efficienza di tali sistemi di illuminazione; installazione della radioassistenza DME ed attivazione della procedura di decollo strumentale dalla citata pista 24; installazione dell'apparato ILS (instrumental Landing System), strumentazione funzionale per l'atterraggio guidato di precisione per pista 6.
inerente le restrizioni operative per gli atterraggi per pista 06 ed i decolli da pista 24 in orario notturno; rendere operativa la nuova procedura di decollo strumentale da pista 24, disassata di 14o rispetto alla precedente.
rispetto della procedura antirumore pari al 70 per cento. Della restante percentuale del 30 per cento corrispondente a n. 101 voli in assoluto, di mancato rispetto di tale procedura, comprendente voli sia militari che commerciali, il 23 per cento degli stessi non ha interessato il sorvolo della zona collinare della città di Napoli, poiché gli aerei viravano a sinistra prima di Castel Sant'Elmo.
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato spa ha riferito di aver avviato un programma di riqualificazione straordinaria di oltre 500 carrozze della media e lunga percorrenza.
clientela del programma di soppressione e decurtazione attraverso i canali di comunicazione istituzionale sito Internet call center biglietterie agenzie di viaggio eccetera; rilascio di un bonus a tutti i clienti che utilizzino un bus sostitutivo in luogo dei treni soppressi o decurtati con uno sconto pari al 30 per cento del prezzo del biglietto in possesso valido per l'acquisto di un altro titolo di viaggio; facoltà di accesso ai treni Intercity notte senza pagamento di supplemento concessa a tutti i viaggiatori che nel periodo a cavallo delle festività di Ognissanti si sono trovati in possesso dei titoli di viaggio per i treni espressi notte soppressi; ricollocazione dei clienti prenotati sui treni soppressi su altri treni delle medesime relazione e su tipologie di servizio superiori fino a disponibilità.
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo in esame, sono stati richiesti elementi di risposta all'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC) il quale fa presente che dalle verifiche effettuate dal vettore Alitalia, risulta che il volo AZ 2290 da Roma Fiumicino a Bergamo Orio al Serio delle ore 9.00 del 5 luglio 2005 è stato cancellato a causa dell'indisponibilità di aeromobili M80 della flotta Alitalia, per problemi di natura tecnica.
con trasporto di superficie dall'aeroporto di Linate a quello di Orio al Serio.
artificiale del lattante e l'uso abituale di cibi industriali non sono equivalenti, in termini di salute, all'allattamento al seno esclusivo per i primi sei mesi e prolungato fino al secondo anno di vita e oltre, insieme al consumo di cibi locali e freschi.
Risposta. - Con riferimento a quanto segnalato dall'interrogante si precisa che il Ministero della Salute ha già provveduto a richiedere alcune modifiche inerenti l'opuscolo «Tommasino allo scoperta dei nuovi sapori», fra le quali sono comprese l'indicazione dell'inizio dello svezzamento dopo il sesto mese di età e l'eliminazione di qualsiasi riferimento della superiorità dei prodotti specifici per l'infanzia rispetto alle preparazioni domestiche.
se non si ritenga di dover adottare iniziative affinché anche la sindrome Fibromialgica sia riconosciuta come patologia potenzialmente invalidante.
Risposta. - Con riferimento al quesito posto dall'interrogante, si precisa che il Ministero della salute, attento alle segnalazioni pervenute da alcune associazioni di malati, ha avviato, da tempo, una ricerca di informazioni e documentazione scientifica, allo scopo di verificare la possibilità di riconoscere, nel rispetto delle norme vigenti, la fibromialgia quale malattia rara o cronica.
i libri di testo, devono essere forniti in formato accessibile agli studenti disabili;
Risposta. - Si risponde, anche a nome del Ministro per le innovazioni e le tecnologie, alla interrogazione parlamentare indicata in oggetto con la quale l'interrogante chiede iniziative atte a superare i ritardi registrati nell'applicazione della legge n. 4 del 9 gennaio 2004 - recante disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici - al fine di garantire, dall'anno scolastico 2006-2007, agli allievi disabili strumenti didattici e libri di testo accessibili mediante l'impiego di tecnologie, secondo quanto previsto dall'articolo 5 della legge medesima.
è infatti più soggetto a riproduzioni e duplicazioni non autorizzate.
dopo oltre diciotto anni di precariato nelle liste dell'Istituto nazionale di previdenza sociale e dopo molti anni dall'approvazione e dalla piena operatività delle liste speciali, i medici titolari di incarico fiduciario INPS, che in Italia sono circa 2.000, non hanno ancora ottenuto il riconoscimento di una posizione giuridica che permetta loro di poter svolgere la loro professione con adeguata retribuzione e con adeguata assistenza previdenziale e pensionistica;
si tratta di medici che hanno rapporti di lavoro che non li configurano come dipendenti ma, ai sensi della normativa vigente, in «regime di libera professione e al di fuori di qualsiasi vincolo gerarchico» con retribuzione a prestazione, ossia con onerario concordato tra l'INPS e le organizzazioni sindacali sulla base di un tariffario nazionale;
la loro posizione atipica non consente loro di svolgere qualsiasi altra attività lavorativa, anche di collaborazione con altro datore pubblico o privato, con la conseguenza che il medico che presta la propria attività presso l'INPS non può esercitare la libera professione e, di contro, è retribuito a prestazione, con l'obbligo di reperibilità e disponibilità nei giorni feriali e festivi;
ai sensi dell'articolo 7 del Decreto Ministeriale 12 ottobre 2000 il carico di lavoro dei medici fiscali non può superare le 21 visite di controllo settimanali per ciascun medico e nel caso di visite effettuate al di fuori del centro abitato è previsto un piccolo rimborso per spese di trasporto;
inoltre, a tali medici non è garantito alcun trattamento integrativo ma devono sopportare una serie di costi aggiuntivi quali l'assicurazione per infortuni sul lavoro, l'assicurazione per responsabilità civile verso terzi lesi durante l'espletamento della prestazione e la contribuzione pensionistica;
anche dal punto di vista giuridico i medici di controllo sono svantaggiati rispetto ai colleghi di altre strutture pubbliche in quanto i primi non godono di alcuna progressione di carriera e di alcun riconoscimento professionale, mentre gli altri sono qualificati con il grado di «aiuto» dopo cinque anni di attività;
in caso di concorsi e graduatone i medici fiscali non hanno diritto ad alcun punteggio nonostante si tratti di lavoro precario;
quali iniziative intenda adottare affinché, dopo molti anni di precariato, sia assicurato ai medici fiscali dell'INPS un adeguato trattamento economico e tutte quelle garanzie giuridiche e pensionistiche già previste per i medici del Servizio sanitario nazionale.
(4-11861)
Con riferimento all'interrogazione in esame, l'Istituto nazionale della previdenza sociale ha comunicato quanto segue,
I medici della cui collaborazione si avvale l'INPS, nell'effettuare le visite di controllo sullo stato di salute dei lavoratori, così come previsto dall'articolo 5, comma 12 e seguenti del decreto-legge 12 settembre 1983, n. 463, convertito, con modificazioni, nella legge 11 novembre 1983, n. 638, non costituiscono personale dell'Istituto, a differenza dei medici inseriti nel Ruolo medico legale dell'Istituto, che vengono assunti a seguito di concorso pubblico per titoli ed esami e per i quali è richiesta la specializzazione in medicina-legale.
Le modalità per lo svolgimento del suddetto servizio sono regolate dal decreto ministeriale emanato in data 12 ottobre 2000 dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministero della salute, sentito il consiglio di amministrazione dell'INPS e la FNOMCeO (Federazione nazionale ordini medici chirurghi e odontoiatri).
I cosiddetti medici «di lista» vengono, invece, scelti su libera domanda dell'interessato e, sulla base dei titoli presentai, si costituisce il punteggio attribuito ai singoli medici e, conseguentemente, la graduatoria.
Pertanto per l'iscrizione nelle suddette liste non è richiesto il possesso di alcun diploma di specializzazione post-universitaria che, qualora posseduto, rappresenta solo un titolo di precedenza e non di accesso.
Tra i medici fiscali e l'INPS si viene ad instaurare solo un rapporto di tipo libero professionale, non assimilabile al lavoro dipendente. Dopo l'affidamento dell'incarico le modalità di svolgimento dello stesso devono rispettare le direttive impartite dall'istituto.
Il controllo e la verifica, invece, da parte dei dirigenti medico-legali dell'Ente, riguardano gli effetti - in termini di prestazioni economiche erogate dall'istituto - che tali visite di controllo comportano. Sono esclusi, invece, i controlli gerarchici fra medici dipendenti dell'istituto e medici di controllo, non avendo questi ultimi vincoli di subordinazione.
Relativamente a quanto rappresentato nell'interrogazione in esame, circa l'impossibilità di svolgimento, da parte dei medici, di altra attività lavorativa, si precisa che l'articolo 5 del decreto ministeriale 12 ottobre 2000 limita, in sostanza, l'incompatibilità alle sole posizioni non compatibili per specifiche norme di legge, regolamentari o di contratto di lavoro.
Di conseguenza i rapporti di collaborazione con strutture pubbliche o private sono in linea di massima compatibili con l'attività di medico di controllo, sempre che, ovviamente, le norme che regolano i predetti rapporti, in particolare quelli con le strutture pubbliche, non ne prevedano l'incompatibilità.
Per quanto riguarda il numero di visite giornaliere, va detto che l'istituto non può garantire al medico un numero minimo di visite giornaliere, potendosi infatti verificare sia il caso di 0 visite, sia il caso di un numero di visite pari a quelle dei certificati validi pervenuti.
Il massimo di visite al giorno è, invece, non solo utile ma doveroso per garantire al malato una visita professionalmente accurata.
Si fa presente che il carico di lavoro di 21 visite di controllo non è un limite «invalicabile», ma è stabilito in linea di massima e può «subire oscillazioni in più o in meno al variare delle esigenze quotidiane dell'Ente» (commi 1 e 2, articolo 7, decreto ministeriale 18 aprile 1996).
È evidente pertanto che ogni eventuale variazione delle tariffe suddette avrebbe immediati riflessi sui compensi di cui trattasi.
In merito, altresì, alla questione che l'INPS non si obbliga a garantire la permanenza dell'incarico per ogni sanitario impiegato, si precisa che nel momento di affidamento dell'incarico, si stipula tra FINPS ed il medico di lista un accordo patrimoniale in cui il medico di lista non si obbliga a permanere nell'incarico, rimanendo libero di revocare in ogni momento la propria disponibilità.
Tutto ciò, malgrado comporti un indubbio disagio organizzativo per l'istituto, non viene da quest'ultimo in alcun modo sanzionato.
Per quanto riguarda la possibilità dì attribuire ai medici di controllo incarichi di natura sanitaria svolti dall'INPS in un rapporto di lavoro assimilabile a quello in vigore nel settore della medicina dei servizi del SSN, si precisa che trattasi di compiti attribuiti ai soli medici dipendenti dell'Ente, inseriti nel Ruolo medico legale, assunti in genere soltanto attraverso concorsi pubblici, per la partecipazione ai quali è richiesta la specializzazione in medicina legale.
Quanto ai punteggi per i concorsi e le graduatorie, cui si fa riferimento nell'interrogazione in oggetto, si rappresenta che trattasi di materia che non rientra nella competenza dell'Ente (in genere si tratta di ASL o comunque di SSN che bandisce i relativi concorsi).
Inoltre, l'INPS con circolare n. 120 dei 6 agosto 2004, ha riaccentrato le competenze mediche al Centro medico legale accogliendo quindi anche le giuste istanze dei medici di lista che avevano sollevato la necessità di confrontarsi con i colleghi e non con gli amministrativi.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
la ferrovia adriatica, nella tratta abruzzese, annovera le stazioni di Fossacesia e di Torino di Sangro/Paglieta;
in seguito ai lavori di arretramento della linea ferroviaria è stata realizzata una nuova stazione ferroviaria in sostituzione delle due sopra ricordate;
il comune di Paglieta, con delibera del Consiglio Comunale n. 10 del 27 marzo 2002, ha espresso voti alla Direzione generale delle Ferrovie dello Stato affinché mantenesse nella denominazione della nuova stazione ferroviaria l'indicazione di tutti i comuni intestatari delle due stazioni soppresse, o, in alternativa di denominare la nuova stazione «Val di Sangro», in analogia con quanto accade per il casello autostradale della A14;
è ormai prossima l'apertura della nuova stazione senza che la direzione generale delle Ferrovie dello Stato abbia fatto conoscere le proprie determinazioni in merito -:
se intenda intervenire presso la direzione generale delle Ferrovie dello Stato perché sia soddisfatta la richiesta del comune di Paglieta e, conseguentemente, attribuita alla nuova stazione ferroviaria la denominazione di stazione di «Fossacesia-Torino di Sangro/Paglieta», o in subordine, stazione di «Val di Sangro».
(4-18327)
I comuni su cui insistevano le stazioni dimesse sono stati interessati per scegliere una denominazione che soddisfacesse le rispettive attese senza tuttavia pervenire ad una soluzione.
La società ferroviaria ha quindi ritenuto di utilizzare per la nuova stazione la denominazione di Fossacesia-Torino di Sangro; stazione che è entrata in servizio il 27 novembre 2005.
Tuttavia, Ferrovie dello Stato ha manifestato la propria disponibilità a valutare eventuali modifiche di nomi che per opportunità non possono tuttavia rappresentare una sequenza di indicazioni geografiche difficilmente collocabili.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Federico Bricolo.
il ministero del tesoro, d'intesa con la Banca d'Italia e con la collaborazione dell'Associazione bancaria italiana, ha autorizzato nel 1992 l'Amministrazione P.T. al movimento dei fondi, da e per gli uffici nonché alla tenuta dei rapporti con la Tesoreria Provinciale dello Stato limitatamente alle anticipazioni ed ai versamenti di danaro o titoli equipollenti, tramite il circuito bancario avendo così finalmente la possibilità di controllare i flussi finanziari dalla operatività dell'allora Amministrazione P.T.;
a tale riguardo venne presentata da parte dell'ex Amministrazione P.T. la propria copiosa ma complessa certificazione contabile dei flussi finanziari così come deriva dalla documentazione della incrociata contabilità generale dello Stato e speciale P.T. a cui Poste Italiane deve ancora attenersi;
tenuto conto delle difficoltà di controllo rapido e conciso, il ministero del tesoro richiese la costituzione di appositi comitati provinciali formati da propri funzionari, da quelli dipendenti da Poste e da funzionari della Banca d'Italia;
ma per una rapida ed efficiente rilevazione dei dati contabili l'accertamento degli oneri indiretti, nonché la disaggregazione dei flussi per distinte voci di pagamento ed introito, si ritenne necessario «monitorare» sovvenzioni e versamenti in modo da controllare per ciascun giorno e per ciascun ufficio postale il «perché» ed il «quantum» della movimentazione dei fondi;
al fine di controllare ed agevolare l'operatività del servizio e la trasmissione di tali informazioni statistiche richieste, gli Istituti di Credito si avvalsero in un servizio denominato «DATAPOST». La procedura era utilizzata per la richiesta di movimenti di fondi sia da parte degli uffici postali sia dalle agenzie bancarie, creando delle considerevoli economie nel servizio ed assoluti e costanti controlli di sicurezza;
il tutto nel rispetto delle procedure in essere per i servizi di movimenti a denaro;
scopo del servizio DATAPOST era anche un costante e continuo monitoraggio sui lavori movimentati, non solo per evitare la presenza di smagliature nell'affidamento dei servizi ai vari vettori ma soprattutto prevenire l'insorgenza anomalie gestionali nel movimento fondi;
l'uso di tale procedura, oltre a migliorare considerevolmente la trasmissione di tutte le informazioni relative al servizio, ha portato notevoli benefici sia sulla qualità del servizio reso sia sugli indispensabili controlli di sicurezza, permettendo di fatto alle banche di continuare ad offrire il servizio alle Poste, anche quando divennero Società per Azioni, a costi estremamente contenuti;
nell'anno 2000 Poste Italiane decise di svolgere in proprio tale servizio, ritenendo di poter avere un considerevole
i fatti, come ben documentato nella relazione della Corte dei conti sulla gestione finanziaria delle Poste Italiane S.p.A. per l'esercizio finanziario 2003, hanno dimostrato che i risultati ottenuti sono stati ben lontani dalle aspettative e gravi anomalie ed irregolarità sono subentrate in una gestione che si era contraddistinta negli anni per l'assoluta trasparenza dell'operato, la progressiva e costante ampia riduzione dei costi, la disponibilità in tempo reale di tutte quelle informazioni utili per una corretta gestione dei flussi monetari e vitali per una adeguata strutturazione dei servizi ispettivi e di sicurezza -:
se non ritenga di adottare iniziative presso Poste Italiane spa affinché sia valutata la possibilità di utilizzare, nella gestione dei valori, il servizio DATAPOST anche tornando ad una collaborazione con quegli Istituti di Credito che hanno dimostrato una fattiva collaborazione con Poste Italiane nell'ambito del movimento fondi.
(4-16592)
L'attività di vigilanza attribuita al ministero delle comunicazioni quale Autorità di regolamentazione del settore postale dal decreto legislativo n. 261 del 1999 - di recepimento della direttiva 97/67/CE - è volta a verificare il rispetto, da parte della società Poste, degli obblighi connessi all'espletamento del servizio universale, come specificato dall'articolo 3 del citato decreto legislativo.
Con riferimento ai servizi di bancoposta, si pone in evidenza che, a seguito del decreto del Presidente della Repubblica 14 marzo 2001, n. 144, la vigilanza di tale settore esula dalla competenza di questo dicastero.
Tuttavia, allo scopo di poter disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato dall'interrogante, si è provveduto ad interessare la società Poste Italiane la quale, in merito al movimento fondi della stessa società ha comunicato quanto segue.
L'Azienda, grazie alla disponibilità di software e tecnologie d'avanguardia svolge in tempo reale e con alto grado di precisione, il monitoraggio delle operazioni di movimentazione di fondi e valori riguardanti tutti gli uffici postali del territorio.
Secondo quanto riferito, Poste Italiane, nel corso del 2005, nonostante l'incremento dei ricavi aziendali e dei prodotti offerti, è riuscita ad ottenere una diminuzione del movimentato (intorno al 4 per cento a fine 2005).
La concessionaria ha, inoltre, precisato che, nonostante i fattori sopramenzionati e l'imposizione da parte delle Prefetture di numerose e sempre più gravose misure di sicurezza, i costi del movimento fondi sono rimasti pressoché inalterati.
Quanto alle criticità connesse alla gestione finanziaria in esame, la società Poste Italiane ha, infine, reso noto che nessuna anomalia o irregolarità è presente nella gestione del servizio in parola che anzi è contraddistinta dall'osservanza di tutte le norme, che caratterizzano la buona amministrazione,
Il Ministro delle comunicazioni: Mario Landolfi.
i conuigi R.F., nato a Teggiano(Salerno) il 12 luglio 1958, eV.F., nata a Sant'Arsenio(Salerno) il 13 aprile 1959 entrambi residenti in San Pietro al Tanagro (Salerno) sono i genitori di R.A. nato a Polla (Salerno) il 27 luglio 1991, minore portatore di handicap «sindrome degli spasmi infantili secondaria», detta sindrome di West, diagnosticata presso la clinica pediatrica dell'Università di Siena il 24 luglio 1992;
il minore R.A. veniva riconosciuto invalido civile al 100 per cento dalla competente commissione medica dell'A.S.L. di Polla (Salerno) con verbale redatto il 13 novembre 1997;
il minore, giunto in età scolastica, per la frequenza dei regolari corsi di studio, veniva condotto presso le strutture scolastiche del comune di San Pietro al Tanagro (Salerno) dove, pur essendoci la presenza di un insegnante di sostegno, mancava totalmente l'unità per l'assistenza fisica ai portatori di handicap non deambulanti;
alle continue e reiterate richieste avanzate dalla competente Direzione didattica di Teggiano (Salerno), tese ad ottemperare all'obbligo di istituire la predetta unità per l'assistenza fisica ai portatori di handicap, il sindaco pro tempore del comune di San Pietro al Tanagro Enrico Zambrotti, rispondeva che l'inottemperanza era dovuta alla mancata concessione di fondi da parte della regione Campania;
l'impossibilità di provvedere a proprie spese per condurre il figlio a scuola e l'inadeguatezza delle strutture scolastiche ad ospitare il minore affetto dal grave handicap imponevano, ai coniugi R-V il ritiro dalla scuola del figlio R.A. a partire dal settembre del 2000;
l'amministrazione comunale e assistente sociale adivano il tribunale dei minori di Salerno imputando ai coniugi R-V l'inosservanza dell'obbligo di istruzione elementare a favore del figlio A (Proc. Pen. Nr. 2335/2000 R.G.N.R. del 16 dicembre 2000);
il tribunale dei minori di Salerno, letti gli atti, ravvisato che non vi erano i presupposti per interventi di competenza, procedeva all'archiviazione ed alla trasmissione degli atti alla competente procura della Repubblica presso il tribunale di Sala Consilina (Salerno);
la procura della Repubblica presso il tribunale di Sala Consilina (Salerno), a seguito delle indagini preliminari, con atto n. 1246/2001 R.G, rinviava a giudizio il dottor Enrico Zambrotti imputato «del delitto previsto e punito dagli articoli 81 cvp. E 328 1 comma codice penale, perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, in qualità di sindaco del comune di San Pietro al Tanagro (Salerno), indebitamente, senza addurre alcuna valida giustificazione, rifiutava un atto del suo ufficio che per ragioni di sicurezza pubblica e di sanità doveva essere compiuto senza ritardo e in particolare, sebbene la Direzione Didattica Statale del comune di Teggiano avesse chiesto con istanze datate rispettivamente 9 gennaio 1998, 5 settembre 1998, 19 settembre 1999, 17 agosto 2000 e 23 agosto 2001, quindi in prossimità dell'inizio dell'anno scolastico, di assegnare con urgenza, ai sensi dell'articolo 13 della legge n. 104 del 1992, un'unità di personale per l'assistenza fisica dell'alunno R.A. portatore di grave handicap, al fine di consentirgli di frequentare la scuola senza alcun pericolo per sé o per altri, non vi ottemperava, rispondendo alle istanze in modo evasivo. In San Pietro al Tanagro fino al 23 agosto 2001;
il minore R.A. ancora oggi, viene privato del beneficio di concrete misure
i coniugi R.-V. continuano a versare in una situazione di impossibilità economica per fronteggiare, in proprio, alle troppo onerose spese;
l'amministrazione comunale continua e persevera nell'inottemperanza sopra esposta ai sensi della legge 104 del 1992 -:
se i fatti esposti in premessa corrispondano al vero e, in caso affermativo, quali iniziative di propria competenza si intendano adottare affinché il diritto allo studio del minore sia reso effettivo.
(4-13209)
Con specifico riferimento al caso richiamato dall'interrogante, si comunica che, nell'anno scolastico in corso (2005-2006), il citato ente locale ha messo a disposizione delle scuole n. 4 operatori del servizio civile, allo scopo di provvedere all'assistenza degli alunni portatori di handicap - tra cui l'alunno al quale si riferisce l'interrogazione cui si risponde.
Lo stesso comune ha precisato che, con delibera di giunta municipale n. 122/2005, è stato rifinanziato il progetto di educazione psicomotoria e che, con apposita delibera del Consiglio di Circolo di Teggiano del 27 ottobre 2005, è stato, altresì, concesso a tali fini l'uso dell'aula del plesso scolastico.
Con nota del 2 novembre 2005 indirizzata ai genitori dell'alunno ricordato dall'interrogante, alcune volontarie del servizio civile hanno, inoltre, dato la loro disponibilità al fine di eliminare ogni situazione di isolamento ed emarginazione, per il disbrigo di attività di segretariato sociale negli orari dagli stessi richiesti.
Si soggiunge, infine, che la citata amministrazione comunale interessata dalla prefettura di Salerno, ha assicurato di voler continuare ad adoperarsi per la risoluzione del problema sollevato dall'interrogante.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
in attuazione della legge 14 agosto 1991, n. 281, recante «Legge quadro in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo» i comuni e i servizi veterinari delle aziende sanitarie locali sono tenuti a garantire che i cani vagabondi vengano affidati ad apposite strutture di ricovero e a vigilare sul loro stato di salute e benessere;
così come si evince dall'articolo pubblicato sul quotidiano di Salerno La città in data 13 febbraio 2005, il canile di Cicerale in provincia di Salerno, ospita un numero di cani decisamente superiore a quanto consentito e cioè pari a duemila unità;
le guardie zoofile della regione Campania, signor Sergio Passannanti e signor Vincenzo Sorrentino hanno effettuato un monitoraggio sulle associazioni protezionistiche e sui canili, elaborando i dati delle Asl;
nel corso del predetto monitoraggio, effettuato per conto della regione Campania, è emerso che «il canile di Cicerale è il caso più grave, ha il primato in Italia per sovraffollamento. La capienza limiti di una struttura è di 300 esemplari. Cicerale sembra un carcere: ne ha registrati duemila grazie a convenzioni con ben 100 comuni di Salernitano, una rete enorme...»;
la guardia zoofila Passannanti avrebbe osservato inoltre «...è curioso, peraltro, che il predetto canile sia gestito dal fratello del direttore dell'ASL...»;
secondo quanto si evince da un esposto datato 25 maggio 2005 e presentato dal gestore volontario e di fatto del canile di Cicerale, signora Angela Caputo, sembrerebbe che sia stato richiesto un controllo anche attraverso i competenti nuclei dei NAS, volto a verificare le condizioni igienico sanitarie del canile di Cicerale e volto a motivare la ferma determinazione del sindaco del comune di S. Marina e della Comunità Montana del Bussento, con sede in Torre Orsaia, a trasferire 200 cani nel predetto canile previa corresponsione di 30 mila euro, ogni trimestre;
secondo quanto si evince dal predetto esposto «...tale determinazione appare ancora più strana ove si consideri che da tempo è stata ultimata la struttura del nuovo rifugio per cani proprio in Torre Orsaia, ove possono essere comodamente alloggiati detti animali con notevole vantaggio economico per i comuni della Comunità Montana, non tenuti più al pagamento della retta al canile di Cicerale...»;
inoltre il comune di S. Marina e la Comunità Montana del Bussento «...mentre da un lato emettono provvedimenti per trasferire i cani a Cicerale, dall'altro non provvedono a trasmettere alle autorità competenti, ed in particolare alla ASL, gli atti e le relazioni tecniche necessarie perché quest'ultimo ente possa rilasciare il nulla-osta sanitario di sua competenza che consentirebbe, in tempi rapidi, il trasferimento...»;
da quanto si evince dall'esposto il sindaco del comune di S. Marina avrebbe chiesto alla Comunità Montana di procedere all'immediato trasferimento dei cani, mentre sono in corso i prelievi su tutti i cani del rifugio di Policastro per accertare eventuali malattie dei cani stessi (alcuni dei quali già risultati ammalati), accertamento questo assolutamente necessario (e richiesto dall'ASL) per operare il trasferimento dei cani da un canile all'altro...;
il titolare del canile di Cicerale, venuto a Sapri per catturare una cagna con i cuccioli (cosa espressamente vietata e contestatagli dalla guardia zoofila di Sapri, signora Paparella Rosa) avrebbe pubblicamente minacciato che avrebbe cercato di prendere la cagna con i cuccioli e che sarebbe andato a Policastro a caricare tutti i cani del rifugio...;
è stato chiesto inoltre un controllo, da parte della ASL SA 3, volto ad appurare la possibilità di ospitare altri 200 cani, oltre i duemila già esistenti -:
se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
se non ritengano, ferma restando la competenza in materia delle regioni e degli enti locali, e a fronte dell'inerzia degli stessi, che ricorrano i presupposti perché sia disposta un'ispezione dei NAS presso il canile citato in premessa.
(4-19341)
Poiché sono state evidenziate gravi irregolarità igienico-sanitarie, si è provveduto, in data 20 gennaio 2006, a richiedere ai carabinieri Nas di Salerno un sopralluogo presso il canile del comune di Cicerale (Salerno), allo scopo di accertare l'esistenza dei fatti lamentati e di eventuali altre infrazioni.
Il ministero della salute si riserva di fornire successive notizie sugli esiti dell'ispezione.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.
la legge n. 626 del 1994, nel recepire la relativa direttiva europea, fissò le norme in materia sicurezza dell'ambiente di lavoro, indicando i termini entro i quali i datori di lavori dovevano adeguare le strutture al dettato normativo;
in ordine alle strutture scolastiche tali termini sono stati prorogati, con diversi interventi legislativi, in un primo momento al 31 dicembre 1999, e successivamente, al 31 dicembre 2004;
a tale ultima data mancano poco più di due mesi, e a quanto risulta allo scrivente sono ancora numerosi gli edifici scolastici che ancora non sono stati adeguati alle norme materia di sicurezza degli ambienti di lavoro;
questa situazione è dovuta soprattutto alla carenza di risorse in capo alle amministrazioni competenti;
il mancato adeguamento comporta l'insorgere di gravi responsabilità in capo agli amministratori competenti -:
quale sia, in base ai dati in possesso del Governo, il livello di adeguamento delle strutture scolastiche di ogni ordine e grado alle normative previste dal decreto legislativo n. 626 del 1994, in materia di sicurezza degli ambienti di lavoro;
se non ritengano di adottare iniziative normative volte a prevedere una ulteriore proroga dei termini di adeguamento delle strutture;
quali iniziative, anche di natura normativa intendano adottare al fine di permettere alle amministrazioni pubbliche interessate di reperire le risorse finanziarie necessarie per procedere alla regolarizzazione.
(4-11449)
Si precisa che questa amministrazione, ai sensi della vigente normativa, non partecipa direttamente all'attivazione di opere di edilizia scolastica, in quanto la relativa programmazione è riservata alle regioni e la loro concreta attuazione (realizzazione, fornitura, manutenzione ordinaria e straordinaria, adeguamento e messa a norma e sicurezza) ai singoli enti locali, comuni e province, puntualmente obbligati.
Anche la vigilanza in merito alla effettiva assunzione delle opportune misure previste dalla normativa in materia di sicurezza fa capo ad altri organismi quali le aziende sanitarie locali, i vigili del fuoco e altri uffici tecnici a ciò istituzionalmente preposti ed inoltre, fanno sempre capo agli enti locali le attività, e le connesse responsabilità, collegate all'adottabilità dei necessari provvedimenti contingibili ed urgenti, ove le circostanze obiettive lo dovessero richiedere.
Alla soluzione di problematiche strutturali, comunque, questa amministrazione ha spesso fattivamente contribuito, ad adiuvandum, attraverso l'attribuzione di appositi finanziamenti, sotto forma di mutui accendibili presso la Cassa depositi e prestiti con totale ammortamento a carico dello Stato.
Ai sensi dell'articolo 4 della legge 11 gennaio 1996, n. 23 sono stati distribuiti nel pregresso sessennio circa 3.000 miliardi delle vecchie lire (prioritariamente per l'adeguamento e messa a norma delle strutture scolastiche, ed inoltre, con decreto del 30 ottobre 2003, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 11 novembre 2003, n. 262, è stato assegnato l'equivalente di circa 900 miliardi di vecchie lire.
Somme queste, che, in virtù degli indirizzi previsti nei singoli decreti di riferimento, sono state essenzialmente dedicate all'adeguamento ed alla messa a norma degli edifici scolastici favorendo così la concreta applicazione, da parte dei competenti enti locali, della disposizione della legge 1o marzo 2005, n. 26 - che prevede il completamento di tali attività entro il 30
È quindi cura costante del ministero, nell'ambito delle proprie competenze attribuzioni e possibilità, perseguire, anche tramite le proprie articolazioni sul territorio, l'adozione di soluzioni ed iniziative che - nel rispetto delle primarie esigenze di salute e sicurezza dell'utenza del servizio scolastico, garantiscano, comunque, la migliore, possibile, fruizione del diritto-dovere all'istruzione da parte dell'utenza medesima. Si ricorda che con la legge 27 dicembre 2002, n. 289, è stato previsto l'inserimento, nell'ambito del programma delle infrastrutture strategiche contemplato dalla legge 21 dicembre 2001, n. 443, di un apposito «piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, con particolare riferimento a quelli insistenti nelle zone soggette a rischio sismico, predisposto di concerto con il ministero delle infrastrutture, da sottoporre al Cipe, sentita la Conferenza unificata, per la necessaria copertura finanziaria.
Tale piano è stato predisposto e prevede, per i primi interventi al riguardo, un notevole impegno finanziario, pari a 4.000 milioni di euro ed al fine di favorirne concretamente l'avvio, su iniziativa del ministero, la legge 24 dicembre 2003, n. 350 (legge finanziaria 2004) ha riservato ad esso una somma non inferiore al 10 per cento delle risorse destinate complessivamente all'attivazione del programma delle infrastrutture strategiche nel quale lo stesso piano s'inserisce.
A seguito di ciò è stato definito un primo piano stralcio di circa 194 milioni di euro, per 738 interventi, formulato dalle competenti regioni sulla base delle richieste dei rispettivi Enti locali, già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'11 agosto 2005, mentre a breve si procederà alla predisposizione di un secondo piano stralcio, per un importo complessivo di circa 280 milioni di euro, nel quale andranno inseriti, secondo un ordine di priorità decrescente, ulteriori interventi da effettuare.
Per favorire la progettazione esecutiva da parte degli enti locali delle opere comprese nel su indicato piano, è stata prevista anche la riserva del 30 per cento del fondo di rotazione costituito presso la Cassa depositi e prestiti.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
l'articolo 47 della legge 326/03 ha esteso i benefici in oggetto anche a quei lavoratori non iscritti all'INAIL, per i quali concorrono le condizioni di esposizione all'amianto;
in precedenza, l'articolo 13 della legge n. 257 del 1992 aveva già determinato dei benefici per i lavoratori esposti all'amianto, escludendo però i Vigili del Fuoco, in quanto non inclusi nel sistema assicurativo dell'INAIL;
alla categoria dei Vigili del Fuoco non è attualmente riconosciuto il fattore specifico del rischio dell'esposizione dell'amianto; ciò nonostante ad un Vigile del Fuoco di Trieste, scomparso in seguito a mesotelioma pleurico asbesto correlato, la patologia è stata riconosciuta come dipendente da cause correlate alle attività espletate dai Vigili del Fuoco (giudizio della Commissione Medica Ospedaliera di Padova con Verbale Modd. AB n. 144 del 19 settembre 2001; e decreto ministeriale n. 383 del Ministero dell'Interno, Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, div. pers. II sez. II posiz. n. 019277-6, atto assunto in carico presso il Comando Provinciale di Trieste con prot. 8444/p il 24 giugno 2002);
l'articolo 13, comma 8, della legge n. 257 del 27 marzo 1992, «Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto», prevedeva, per i lavoratori esposti all'amianto per un periodo superiore
la particolare tipologia dell'esposizione all'amianto dei Vigili del Fuoco non viene contemplata dal decreto ministeriale 27 ottobre 2004, per cui la modulistica prevista per la richiesta d'accesso ai benefici previdenziali pone difficoltà interpretative sia alla compilazione del curriculum da parte dell'Amministrazione d'appartenenza, e all'INAIL in fase istruttoria;
le tipologie d'esposizione dei Vigili del fuoco all'amianto si possono distinguere in tre settori:
1) utilizzo di dispositivi di protezione individuale ed attrezzature tecniche di o con contenuto d'amianto, le cui ultime dismissioni sono del 2002 come da documentazione dei Comandi Provinciali;
2) interventi presso edifici o strutture con presenza di amianto o manufatti con contenuto di amianto. È proprio quando i Vigili del Fuoco operano al seguito di incendi, dissesti statici, danni o erosioni dovuti ad agenti atmosferici che le fibre contenute in questi elementi sono libere nell'aria manifestando il maggior pericolo. L'amianto, inoltre, per quanto ormai bandito da ogni impiego, è e sarà ancora presente per lungo tempo, principalmente nelle coibentazioni che interessano tetti e tettoie, intonaco delle mura, pannelli termoisolanti, canne fumarie, tubature, vagoni ferroviari ed altro;
3) esposizione del personale portuale ai materiali contenenti amianto, in quanto le motobarche del C.N.VV.F. oltre alle dotazioni di soccorso usuali, evidenziano la presenza di materiali coibentanti con percentuali di fibre d'amianto coi quali in particolare il personale specialista è venuto a contatto;
la situazione di rischio dei Vigili del Fuoco correlata all'amianto è nota a livello parlamentare, in quanto si registrano, l'ordine del giorno del Senato n. 9/1826/24 del 17 dicembre 2002, presentato durante la discussione del disegno di legge finanziaria per l'anno 2003, che prevedeva di «individuare gli interventi idonei affinché ai lavoratori del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco si riconosca l'esposizione all'amianto ai fini previdenziali»; la risoluzione approvata dalla XI Commissione lavoro pubblico e privato dalla Camera dei deputati in data 15 ottobre 2003 (risoluzione in Commissione 7-00318), riguardante la concessione di benefici pensionistici in favore del personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco esposto all'amianto per motivi di servizio; la proposta di legge n. 5596 di «Concessione di benefici previdenziali al personale del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco esposto all'amianto» presentata il 4 febbraio 2005;
il problema dell'amianto ha rimarcato inoltre la grave lacuna nel sistema assistenziale dei Vigili del Fuoco sprovvisti di una qualsiasi forma di assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, rimanendo l'unica categoria che operi con seri fattori di rischio ad esserne priva, come si evince anche dal punto 2 della Circolare INAIL 90/2004;
ogni anno aumenta, tra i Vigili del Fuoco in pensione (a conferma delle previsioni degli oncologi che vedono nel 2015 il picco delle malattie degenerative correlate all'amianto), il numero dei portatori di malattie correlate all'esposizione all'amianto, che hanno già provocato diversi decessi, e anche in tempi recenti a Trieste sono scomparsi due Vigili del Fuoco a seguito di patologie con comprovata connessione all'esposizione all'amianto, riproponendo il problema del
se il Ministro non ritenga opportuno promuovere un ampio tavolo di confronto con le rappresentanze del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco al fine di conoscere lo stato di preoccupazione e raccogliere le legittime richieste del benemerito Corpo in relazione al rischio amianto;
se il Ministro non intenda farsi promotore dell'iniziativa di istituire una tabella delle malattie professionali specifiche per i Vigili dei Fuoco, che a tutt'oggi non esiste, inserendovi le gravi patologie tumorali derivanti dall'amianto, per superare un'ingiustizia palese nei confronti di quei Vigili del Fuoco che, dopo aver speso una vita al soccorso dei cittadini e che si trovano abbandonati nel momento del bisogno e della malattia.
(4-17322)
Il personale del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco addetto alla estinzione degli incendi non rientra nel campo di applicazione della tutela infortunistica di cui al testo unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica n. 1124 del 1965 (articolo 1, punto 22) e, conseguentemente, ad esso si applicano, ai fini dell'ottenimento dei benefici previdenziali per l'esposizione all'amianto, le disposizioni previste, per i lavoratori non assicurati INAIL, dal decreto interministeriale del 27 ottobre 2004.
Tale decreto individua, tra l'altro, all'articolo 2, comma 2, un elenco di specifiche attività lavorative comportanti esposizione all'amianto.
In linea generale, secondo quanto comunicato dall'Istituto, le tipologie di esposizione dei Vigili del fuoco descritte nell'interrogazione in parola, potrebbero rientrare nelle attività indicate al citato articolo 2, comma 2, di cui al predetto decreto.
Pertanto, qualora vengano prodotti in tal senso curricula conformi all'allegato n. 2 del decreto, l'INAIL procederà ad effettuare le relative attività istruttorie.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
la Banca Mondiale ha «congelato» il prestito di 124 milioni di dollari concesso tre anni or sono al Ciad;
la decisione deriva dall'approvazione, da parte del governo del Ciad, di una legge che abolisce il «Fondo per le generazioni future»;
il Ciad avrebbe dovuto accantonare, con il controllo di alcune Ong accreditate dalla Banca Mondiale, il 10 per cento dei proventi dell'oleodotto Ciad-Camerun progettato nel 2002 da tre grandi multinazionali, le americane Exxor Mobil e Chevron e l'indonesiana Petronas;
il Presidente del Ciad ha lamentato l'atteggiamento coloniale della Banca Mondiale mentre il Ministro degli esteri ha dichiarato che «i proventi del petrolio vanno usati per lo stato sociale dei giovani di oggi invece che messi da parte per il futuro. La base per lo sviluppo delle prossime generazioni è che quelle di oggi siano fortificate. Scegliere è un nostro diritto visto che il petrolio appartiene solo al popolo ciadiano (cfr. l'Indipendente di martedì 17 gennaio 2006, pagina 3);
la Banca Mondiale, diretta da Paul Wolfowitz sembra non voler recedere;
è importante favorire una mediazione, anche tenuto conto della sostanziale ragionevolezza del pensiero del governo ciadiano, attesa la rilevanza della erogazione del prestito di 124 milioni di dollari per il progresso economico di una Nazione che si annovera fra le più povere del continente africano -:
se non ritenga opportuno che il nostro Paese, di concerto con l'Unione europea,
(4-19575)
La legge approvata dal Parlamento ciadiano, su iniziativa del Governo, di soppressione di tale fondo ha, come noto, provocato l'immediata reazione della Banca Mondiale, che ha deciso di congelare i pagamenti sui progetti IDA in corso nel Ciad, per un valore di circa 124 milioni di dollari, nonché di sospendere la concessione di nuovi aiuti (sia a credito che a dono) alle Autorità di N'Djamena.
L'approvazione del contestato provvedimento di legge è stata motivata dal Presidente Deby con la necessità di far fronte alla difficile situazione economica e sociale della popolazione, di recente aggravatasi in seguito al massiccio afflusso di profughi sudanesi in Ciad, determinato dalle note vicende del Darfour. Anche se tale motivazione non manca di un certo grado di plausibilità, taluni osservatori non escludono che la decisione di Deby possa ricollegarsi alle accresciute esigenze di cassa, determinate dalla necessità di destinare maggiori risorse al potenziamento delle Forze armate, in un momento caratterizzato da ripetute diserzioni in seno alle medesime e dai gravi incidenti di frontiera con il Sudan, che hanno indotto nei giorni scorsi lo stesso Deby a dichiarare che il Ciad si considera in stato di belligeranza con il suo vicino orientale.
Nel sottolineare, la temporaneità della decisione adottata dalla Banca Mondiale e la disponibilità manifestata dal suo Presidente di mantenere aperto un canale di dialogo con le Autorità ciadiane si rileva come la stessa si era adoperata per scongiurare l'approvazione della predetta legge, sottolineando come quest'ultima venisse a svuotare di un elemento significativo un meccanismo di ripartizione dei proventi petroliferi che, a suo tempo, era stato additato come un modello per tutti i paesi produttori di petrolio.
Si ritiene opportuno promuovere di concerto con l'Unione europea, come prospettato peraltro anche dall'Onorevole interrogante, un tentativo di mediazione fra la Banca Mondiale ed il governo del Ciad, al fine di consentire l'effettiva erogazione del prestito di 124 milioni di dollari, richiedendo ulteriori garanzie affinché tali fondi vengano realmente finalizzati al benessere delle popolazioni del Ciad.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
è rimbalzata in Israele, com'era inevitabile che accadesse, la notizia della triste vicenda toccata alla dottoressa Daniela Ruth Santus, docente alla Facoltà di Lingue presso l'Università degli Studi di Torino, oggetto di contestazioni intollerabili, ad avviso dell'interrogante, da parte di autonomi di sinistra;
come ampiamente riportato dalle agenzie di stampa e sulla base di quanto dichiarato dalla docente al quotidiano Il Foglio, il clima, all'Università di Torino, è tale da aver indotto la dottoressa Daniela Ruth Santus a lasciare l'insegnamento nel capoluogo piemontese per le intimidazioni subite;
la dottoressa Ruth Santus ha narrato la giornata caratterizzata da un clima di intolleranza, tipica di soggetti definibili, ad avviso dell'interrogante, come «nazisti di sinistra»: manifesti di protesta contro la «Santus sionista», vera e propria violenza privata di tale sorta dei «nazisti» contro la docente all'uscita del palazzo sede dell'università, minacce di morte allucinanti, la vigliaccheria vomitevole dei colleghi docenti («non uno, tra i miei colleghi, era in aula o in presidenza a dire che la libertà di insegnamento è fuori discussione, che la libertà di parola è un bene assoluto da non potersi mettere neanche in discussione. Non uno tra i miei colleghi mi ha teso la mano, non uno tra i miei colleghi ha strappato uno dei manifesti con il mio nome»);
la tolleranza di tali «nazisti di sinistra» all'interno di una università prestigiosa come quella di Torino è, ad avviso dell'interrogante una colpa imperdonabile e la cosiddetta autonomia non può essere reinterpretata come garanzia di impunità assoluta contro l'espressione del più trucido antisemitismo, in danno di una donna, di una madre, di una docente;
l'impotenza assoluta delle autorità accademiche (leggasi quel che è stato fatto e detto dal preside della facoltà) impongono una riflessione, atteso che non possono essere violate le norme del codice penale e le norme penali speciali in tema di razzismo senza che alcuno subisca le giuste conseguenze del proprio operato;
la notizia è stata ripresa anche da giornali israeliani, atteso che è emerso, dalla dichiarazione di altro universitario ebreo, che molti giovani ebrei che frequentano l'Università torinese nascondono laloro origine proprio per evitare conseguenze pregiudizievoli sul piano fisico e sul piano della libertà intellettuale -:
di quali informazioni il Ministro disponga sui fatti descritti ed in particolare se taluno sia stato denunciato per tali fatti, anche dai docenti presenti al momento della commissione degli stessi e se non intenda adottare iniziative di sensibilizzazione idonee ad estirpare l'antisemitismo da tutte le università italiane.
(4-19926)
dopo la vicenda di cui è stata vittima e protagonista la professoressa Daniela Ruth Santus, docente ebrea sottoposta a pressioni vergognose da soggetti definibili, ad avviso degli interroganti, come «nazisti rossi» che all'università di Torino esprimono un antisemitismo mascherato da atteggiamento antisraeliano. All'attenzione dei giornali e delle agenzie di stampa (cfr. Agenzia Ansa dell'8 maggio 2005 ore 18,19) è balzata la rivelazione dello studente ebreo Amit Peer, cittadino israeliano iscritto all'Università del capoluogo piemontese, che ha rilasciato al quotidiano Maariv di Tel Aviv una dichiarazione nella quale afferma di conoscere personalmente compagni di studio che preferiscono celare la propria identità, o far credere che il proprio cognome non sia ebreo, proprio al fine di non subire vessazioni dagli antisemiti di sinistra;
la circostanza, se rispondente a verità, sarebbe di una gravità inaudita e dovrebbe indurre il ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ad accertare se il rettore, fosse informato di questo stato di cose e se abbia sentito il dovere di riferire alle autorità -:
se risulti al Governo che rispondano al vero le dichiarazioni rilasciate dallo studente israeliano Amit Peer al quotidiano di Tel Aviv Maariv circa il clima assolutamente invivibile all'interno dell'Ateneo torinese per gli studenti ebrei;
se risultano segnalazioni relative a fatti dalla sconcertante gravità come quelli segnalati da Amit Peer, tra cui la necessità per gli studenti ebrei, di celare la propria identità per evitare le aggressioni di tale sorta di «nazisti rossi».
(4-19927)
Per quanto riguarda la ricostruzione dei fatti avvenuti presso l'università di Torino, effettuata sulla base degli elementi istruttori forniti dal rettore dell'Università e dal prefetto di Torino, si precisa quanto segue.
Informato dell'accaduto il Rettore di Torino ha riferito di aver emanato un documento in cui ricorda che l'Università non è luogo per esercizi di violenza, ma di pensiero e di confronto di idee, mentre il Consiglio di facoltà ha espresso solidarietà alla professoressa Santus e ha fatto proprie le considerazioni del rettore. Anche il Senato accademico ha condannato e stigmatizzato il comportamento degli studenti.
Dagli studenti contestatori, chiamati ad un incontro tra il Preside, la professoressa Santus e gli studenti del corso, sono state date ampie assicurazioni sulla volontà pacifica della contestazione che, hanno affermato, non riveste carattere antisemita, ma di opposizione alla politica del Governo israeliano.
Inoltre, il Preside della facoltà di medicina, veterinaria, a supporto dell'esistenza di una tradizione di amicizia e di stima da parte di giovani israeliani che decidono di seguire gli studi all'estero, ha dichiarato che gli studenti israeliani che frequentano la facoltà non hanno mai avuto problemi di convivenza nell'Ateneo e di non aver mai assistito ad altre manifestazioni di antisemitismo.
D'altronde lo stesso studente che aveva rilasciato alla stampa dichiarazioni in tal senso ne ha poi ridimensionato la portata precisando che, in realtà, esse erano riferite essenzialmente all'episodio di contestazione della professoressa Santus.
Inoltre, la professoressa Santus ha espresso apprezzamento per la presa di posizione dell'Ateneo a favore della libertà di insegnamento, della libertà di parola di ospiti di qualsiasi nazionalità, israeliani compresi.
In data 16 maggio, infine, presso l'Ateneo torinese si è tenuto un incontro cui hanno partecipato il presidente della comunità ebraica di Torino e gli assessori della cultura del comune e della provincia, con l'intento di fare il punto sugli episodi di intolleranza attribuiti all'Ateneo.
A tale riguardo, il rettore ha ribadito che l'università di Torino si è sempre impegnata contro ogni forma di intolleranza e si propone come luogo privilegiato del dialogo e del confronto libero delle idee.
Il dottor Maurizio Piperno, presidente della comunità ebraica di Torino ha dichiarato di non aver avuto finora segnalazioni da parte di studenti ebrei torinesi circa loro paure a farsi identificare come ebrei né nelle scuole né nell'università.
Sia le dichiarazioni di Amit Peer che i fatti avvenuti nell'ambito della vicenda della professoressa Santos, debitamente segnalati, secondo quanto comunicato dal prefetto di Torino, all'autorità giudiziaria, sia quanto verificatisi in precedenza in altri Atenei hanno stimolato il dibattito sulla questione e sono stati l'occasione non solo per il mondo accademico italiano ma anche per il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per fare il punto sulle iniziative esistenti e per promuoverne di nuove, come risulta dalla discussione avvenuta in Senato.
Inoltre occorre sottolineare che, in aggiunta alle doverose manifestazioni di solidarietà e di condanna dei fatti avvenuti, rivolte all'ambasciatore israeliano, è stato predisposto dal Ministro un comunicato da
Quest'ultima, accogliendo positivamente tale invito ha prontamente approvato, in assemblea, il 19 maggio, una mozione di condanna degli episodi verificatisi dichiarando espressamente di voler intervenire con un impegno attivo e costante al fine di prevenirli ed eliminarli.
Peraltro, il mondo accademico aveva già dato autonomamente un forte segno di risposta a quanto avvenuto aderendo in maniera massiccia all'appello contenuto nel documento promosso dal presidente dell'unione delle comunità ebraiche italiane Amos Luzatto e da David Meghnagi dell'università di Roma Tre.
La consapevolezza manifestata da parte del mondo accademico del rischio di degenerazione e di potenziale allargamento di simili accadimenti, che potrebbero rappresentare un segnale della mancanza di rispetto nei confronti di culture diverse, costituisce sicuramente una garanzia perché si possa evitare che essi degradino in qualcosa di più grave e in comportamenti di devianza dei giovani sempre più pericolosi.
Appare chiaro che la comunità accademica e le singole università sono consapevoli della necessità di non sottovalutare né ignorare questi episodi, ma di considerarli come campanelli di allarme che devono far comprendere l'importanza di mantenere vivo nei giovani, che non hanno vissuto la tragedia della guerra, il ricordo delle sofferenze di un popolo dovute alle leggi razziali e ai campi di sterminio, affinché prendano atto dell'immane tragedia che ha colpito il popolo ebraico.
Al fine di partecipare ancora più attivamente a questo impegno assunto delle università è stato quindi organizzato un incontro con i rettori, la Crui, il Cun e l'ambasciatore di Israele in Italia nel quale si è cercato di ribadire l'importanza di un impegno attivo da parte delle università nel prevenire questi episodi da realizzarsi promuovendo una cultura diversa all'interno del mondo universitario, fatta di maggiore reciproco dialogo, comprensione, rispetto per le storie, le tradizioni, le religioni diverse dalla nostra.
In tale occasione sono state poi concordate, con soddisfazione dell'ambasciatore d'Israele, e quindi del Governo israeliano, nuove iniziative che intendono rendere più concreto l'intervento di sensibilizzazione precedentemente avviato.
Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Letizia Moratti.
nell'articolo 25 del decreto legislativo del 17 ottobre 2005 si legge che «Al fine di offrire agli studenti l'opportunità di conseguire un livello di apprendimento della lingua inglese analogo a quello della lingua italiana è data facoltà, nella scuola secondaria di primo grado, alle famiglie che ne facciano richiesta, di utilizzare, per l'apprendimento della predetta lingua, anche il monte ore dedicato alla seconda lingua comunitaria. Tale scelta è effettuata al primo anno della scuola secondaria di primo grado e si intende confermata per l'intero corso della scuola secondaria di primo grado ed anche per i percorsi del secondo ciclo di istruzione e formazione.»;
secondo gli interroganti tale decreto surrettiziamente consente il potenziamento delle ore di insegnamento di lingua inglese a danno di altre lingue comunitarie previste negli ordinamenti;
l'obiettivo di conseguire «un livello di apprendimento della lingua inglese analogo a quello della lingua italiana», pur comprensibile, non è attuabile aggiungendo una sola ora di insegnamento all'orario previsto negli ordinamenti;
con tale decreto viene meno il multilinguismo nella cultura italiana previsto dagli ordinamenti;
se non intenda, ed in caso contrario, per quali motivi, venire incontro all'esigenza di famiglie francofone o di lingua madre diversa dall'italiano residenti nel nostro Paese che, per il rispetto della non discriminazione devono poter accedere - per garantire ai loro figli il mantenimento del legame con le loro origini e la loro cultura - all'apprendimento di una lingua diversa dall'inglese, in istituzioni pubbliche e non solo private;
come intenda risolvere il problema di un eventuale soprannumero di docenti di lingua comunitaria diversa dall'inglese che sicuramente verranno coinvolti in una contrazione d'orario con il rischio di perdere la cattedra;
se intenda chiarire quale vantaggio culturale può avere questo privilegio, scarsamente motivato, accordato all'insegnamento della lingua inglese.
(4-17447)
Occorre infatti considerare che concentrare le ore dedicate allo studio della seconda lingua sull'inglese non è un obbligo ma soltanto una facoltà, sicché coloro che ritengano più utile una preparazione di bilinguismo per loro prospettive di vita possono tranquillamente continuare a farlo. Ed infatti i quadri orari dell'insegnamento delle lingue straniere nel primo e nel secondo ciclo d'istruzione, contenuti nell'allegato D del decreto legislativo n. 226, contengono l'individuazione delle ore dedicate all'insegnamento di una seconda lingua.
La struttura interna dei quadri orari nei quali sono previste anche attività opzionali consente di coltivare lo studio di una seconda lingua comunitaria anche a coloro che avessero optato per l'inglese, in via assorbente, nell'ambito della quota obbligatoria dei curricoli.
Le direttive europee non sono contraddette in quanto l'articolazione sopra descritta non elimina alcuna delle opportunità formative sostenute in sede comunitaria. Per converso accentua il carattere di una riforma degli ordinamenti che vuole essere attenta alle istanze e alle esigenze degli alunni, basandosi su principi di flessibilità che consentono ampi margini per una loro presenza attiva nella costruzione di un percorso formativo personalizzato. È evidente che si tratta dell'aspetto primario da prendere in considerazione in qualsiasi progetto di riforma.
La stessa struttura del decreto legislativo n. 226 del 2005 evidenzia come l'apprendimento di due lingue comunitarie rappresenti l'opzione prioritaria data la particolare importanza della conoscenza di almeno due lingue europee, oltre la propria, ai fini di un pieno esercizio della cittadinanza europea, come del resto illustrato dall'interrogante, con il quale pienamente si concorda.
La diversa scelta di concentrare lo studio obbligatorio sulla lingua inglese rappresenta pertanto una facoltà residuale, che le stesse scuole avranno cura di illustrare negli esatti termini, così da orientare efficacemente le scelte delle famiglie e degli studenti, evitando che si formino soprannumerari.
In ogni modo la norma di cui trattasi avrà effetto dall'anno scolastico 2007/2008.
Si fa presente, inoltre, che in alcune tipologie liceali lo studio di lingue diverse
Si precisa, infine, che il secondo comma dell'articolo 25 ha recepito la proposta in tal senso formulata nei pareri della Commissione Istruzione del Senato della Repubblica in data 28 settembre 2005 e della Commissione Cultura della Camera dei deputati in data 11 ottobre 2005.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
da tempo vengono frapposti ostacoli alle persone che si debbono recare alla Chiesa di Vicobarone (nel comune di Ziano Piacentino, in provincia di Piacenza) e che utilizzano una strada di uso pubblico, compresa nell'elenco delle vie di uso pubblico fin dall'Ottocento;
come più volte emerso dal quotidiano La Cronaca di Piacenza, sia il parroco sia i parrocchiani trovano problemi per d'accesso alla Chiesa e che la situazione reca turbativa all'ordine pubblico -:
quali iniziative intenda assumere per porre rimedio a una situazione che non pare ulteriormente tollerabile.
(4-19276)
Nel 1993, i nuovi proprietari del castello adiacente alla chiesa contestavano al comune, a differenza dei precedenti proprietari, che la strada fosse di uso pubblico.
Nel tempo, sulla questione, si sono intrecciate una serie di vicende processuali.
Con sentenza n. 17 del 1999, il Giudice di pace di Borgonovo Val Tidone a conclusione di procedimento civile promosso dai proprietari del castello contro il comune di Ziano, ha, tra l'altro, respinto la domanda riconvenzionale del comune stesso diretta a far dichiarare la strada della Chiesa di uso pubblico o quanto meno soggetta a pubblico transito.
Attualmente è pendente presso il Tribunale di Piacenza una causa civile promossa da un gruppo di abitanti di Vicobarone, costituitosi in comitato, contro i proprietari del castello, volta a far accertare l'uso pubblico della strada: ricorso nel quale il Comune di Ziano si è costituito ad adiuvandum.
Nelle more della decisione della causa dinanzi il Tribunale di Piacenza - che dovrebbe trattare la questione nel mese di giugno 2006 - il consiglio comunale di Ziano, con delibera del 25 luglio 2005, ha disposto la sospensione dell'iscrizione della strada della Chiesa dall'elenco delle strade pubbliche, al fine di «ottemperare al dispositivo della sentenza del Giudice di Pace di Borgonovo Val Tidone n. 17/1999».
Con la delibera del luglio 2005 l'amministrazione comunale ha precisato che «la sospensione ha carattere meramente cautelativo e non pregiudica i diritti di eventuali terzi controinteressati in quanto è principio fermo nella giurisprudenza quello secondo cui l'inclusione o meno di una strada privata nell'elenco delle strade comunali non è sufficiente da solo a determinarne l'appartenenza o meno al demanio comunale, stante la natura dichiarativa e non costitutiva di detto elenco». Nella parte dispositiva della delibera stessa, il comune ha dato atto altresì che «il presente provvedimento ha validità temporale limitata e circoscritta all'esito del giudizio pendente dinanzi al Tribunale di Piacenza volto ad accertare l'uso pubblico della Strada della Chiesa, al termine del quale, a seconda che in sentenza sia o non sia accertata l'esistenza di tale uso, si provvederà alla revoca
Allo stato, gli abitanti della zona (per lo più persone anziane) continuano a percorrere la strada in questione per accedere alla Chiesa, nella considerazione che esiste una sola strada alternativa di accesso che si presenta scoscesa e pericolosa. Ciò provoca il risentimento dei proprietari del castello che, come ricordato anche dall'interrogante adottano, di frequente, comportamenti poco tolleranti.
Si comunica che, tenuto conto della situazione, in occasione di funzioni religiose o altre iniziative di rilievo, viene esercitata dalle Forze dell'ordine una vigilanza discreta per evitare problemi ricollegabili all'ordine e alla sicurezza pubblica.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
con la distribuzione delle nuove tessere sanitarie si sono verificati diversi inconvenienti, in particolare nel territorio della regione Veneto, in quanto molti presidi sanitari pubblici non hanno accettato le nuove tessere sanitarie per erogare prestazioni, in quanto tali tessere sono prive di dati di identificazione personale; viene quindi richiesta anche la vecchia tessera sanitaria, mentre non si ritiene sufficiente neanche la presentazione della carta d'identità assieme alla nuova tessera -:
se sia a conoscenza di tali inconvenienti che penalizzano i cittadini utenti del servizio sanitario nazionale e se non ritenga assolutamente indispensabile porvi riparo al fine di rendere più agevole l'accesso dei cittadini alle prestazioni sanitarie pubbliche.
(4-17332)
In fase di disegno del layout, è stato previsto uno spazio (sul fronte, nell'angolo in basso a destra) riservato a contenere l'indicazione del medico curante e dell'eventuale esenzione, secondo autonome decisioni delle autorità regionali.
Tale scelta, nel rispetto delle autonomie istituzionali, consente alle regioni di utilizzare la tessera sanitaria in modo sostitutivo alla tessera sanitaria regionale o di mantenere separate le due tessere per i cittadini residenti nel proprio territorio.
La tessera sanitaria, prevista dall'articolo 50 della legge 24 novembre 2003, n. 326, nell'ambito del progetto di monitoraggio della spesa sanitaria, viene prodotta e direttamente distribuita ai cittadini dalla «Sogei», per conto dell'Agenzia delle entrate.
Le regioni forniscono i dati anagrafici della popolazione, assistita dal medico della medicina generale o dal pediatra di libera scelta; tali dati vengono allineati con quelli dell'Anagrafe tributaria dell'Agenzia delle entrate, al fine della validazione del codice fiscale, assunto come parametro univoco per l'identificazione degli assistiti e la distribuzione delle tessere.
Le regioni comunicano alla suddetta Agenzia i dati relativi alle anagrafi degli erogatori (farmacie territoriali e presidi di specialistica ambulatoriale) e dei medici prescrittori, quelli relativi alle esenzioni della popolazione assistita ed altri elementi conoscitivi, necessari per la realizzazione, a livello nazionale, delle «basi-dati» finalizzate al monitoraggio della spesa.
Per quanto riguarda le disfunzioni segnalate dagli interroganti, il Presidente della regione del Veneto ha precisato che sono state avviate iniziative di comunicazione e formazione a favore delle Aziende sanitarie locali, già a partire dal mese di novembre 2004, anche al fine di programmare gli interventi di adeguamento dell'organizzazione e dei sistemi informativi.
L'amministrazione regionale ha, inoltre, affiancato il ministero dell'economia e delle
La regione ha sottolineato che, così come configurata, la tessera sanitaria, pur consentendo di identificare in modo certo l'assistito attraverso il codice fiscale, non riporta altre informazioni necessarie, quali l'identificativo del medico curante e le eventuali esenzioni dell'utente; essa non può, pertanto, integralmente sostituire la precedente tessera sanitaria regionale, completa, peraltro, di tali informazioni, necessarie per l'organizzazione dei servizi.
Questa precisazione è stata oggetto di ripetute segnalazioni alle strutture erogatrici e alla cittadinanza, mediante comunicati stampa e note informative.
Non risultano, comunque, pervenute indicazioni di particolare criticità sia nell'accesso ai servizi, da parte degli utenti, sia nell'adozione del nuovo strumento da parte dei servizi; è stato, inoltre, ribadito l'impegno di monitorare costantemente le fasi attuative del progetto, in modo da soddisfare l'esigenza di agevolare la cittadinanza nella fruizione dei servizi sanitari, conformemente all'indirizzo adottato dalla Regione nei confronti dei propri assistiti.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Domenico Zinzi.
recenti notizie di stampa hanno riportato le dichiarazioni del Rettore dell'Università di Bologna nei confronti del Ministro Moratti che, a giudizio dell'interpellante, sono del tutto inusuali e prive della sobrietà istituzionale che dovrebbe caratterizzare il massimo rappresentante dell'Università;
a parte le considerazioni sulla presenza del Rettore a manifestazioni politiche di protesta e alle affermazioni, a giudizio dell'interrogante, non vere e gravemente denigratorie dell'operato del Governo e dei contenuti della legge di riforma, l'interrogante rileva che a fronte dello scandalo suscitato a Bologna dalla gestione pericolosamente disinvolta dei concorsi di medicina - vicenda sulla quale la procura ha aperto un'inchiesta, il Rettore avrebbe sollevato dubbi sul fatto che potrebbero aver influito alcune posizioni da lui stesso prese contro la riforma scolastica del Ministro Moratti -:
se ritenga che ricorrano i presupposti per l'applicazione dell'articolo 88 del regio decreto 31 agosto 1933, n. 1592.
(4-19909)
la facoltà di medicina e chirurgia di Bologna è al centro di un'inchiesta aperta dalla Procura che vede indagati tra gli altri il capo del dipartimento di medicina interna e gastroenterologia del policlinico Sant'Orsola di Bologna;
l'inchiesta ha ad oggetto la sperimentazione di farmaci, i rapporti tra medici e industria farmaceutica, le donazioni fatte da queste ultime ad associazioni di ricerca, la distrazione di denaro pubblico da parte dei medici per esigenze personali, nonché il filone dei concorsi;
in merito a quest'ultimo aspetto, sarebbero emerse sulla stampa alcune dichiarazioni relative al fatto che i concorsi della facoltà di Bologna e di altre università italiane d'Italia sarebbero condizionati dall'esterno;
risulta incomprensibile all'interpellante l'atteggiamento adottato dal Rettore dell'università di Bologna che ha preferito criticare il Ministro invece di attivare una seria indagine interna e una sospensione cautelare delle rispettive responsabilità dirigenziali dei dirigenti coinvolti -:
se, in virtù dei poteri tutt'ora riconosciuti al Ministero dell'Università da
(4-19910)
Al fine di poter esprimere le opportune valutazioni sui fatti riportati sono stati richiesti al rettore i necessari chiarimenti.
Questi ha prontamente inviato le proprie considerazioni ed ha fornito ampia documentazione, rappresentata soprattutto da articoli di stampa.
Sulla base dei predetti elementi il rettore ha affermato di avere criticato il disegno di legge sullo stato giuridico, soprattutto in relazione all'abolizione, in prospettiva, del ruolo dei ricercatori, ritenendo la norma la causa di un'ulteriore estensione del precariato universitario.
Ha precisato, inoltre, di aver sostenuto questa tesi sia all'interno della Conferenza dei rettori, che nella propria università ed in tutti gli ambienti nei quali era stato invitato a parlare e di averlo fatto anche direttamente con lo stesso Ministro Moratti, in un dibattito radiotelefonico, svoltosi il giorno 26 ottobre 2005.
Ha confermato altresì la propria partecipazione ad un corteo cittadino di protesta promosso dai ricercatori, nel contempo ha categoricamente affermato, fornendo un'ampia documentazione relativa agli articoli di stampa che hanno riportato le sue dichiarazioni, di non aver mai usato, in nessuna di queste occasioni, espressioni irriguardose o poco consone alla dignità della carica ricoperta nella quale, in tempi molto recenti, è stato riconfermato dal Corpo Accademico di Bologna.
Il rettore ha, poi, smentito nel modo più categorico che il nome del Ministro sia mai stato fatto in relazione alla inchiesta in corso per presunti illeciti commessi in alcuni ambienti dell'ospedale S. Orsola-Malpighi definendo, anzi, testualmente, tale possibilità da considerarsi «ampiamente al di là della soglia del ridicolo».
Le dichiarazioni sulla stampa che sembravano riferirsi al Ministro avrebbero avuto origine, in realtà, da un errore commesso dalla giornalista nel riportare il contenuto di una intervista telefonica svoltasi il 16 ottobre 2005, poi pubblicata sul Resto del Carlino del giorno successivo e ad esse ha fatto seguito un'immediata smentita, pubblicata il 18 ottobre, trasmessa, poi, il giorno successivo sia, direttamente, al Ministro che al Procuratore Capo della Repubblica di Bologna, dottor Enrico De Nicola.
In relazione a quanto sopra riportato il Ministero deve fare presente di non ritenere che si possano rinvenire i presupposti per l'applicazione dell'articolo 88 del regio decreto 31 agosto 1933 n. 1592, in merito alla vicenda in esame della quale, peraltro, non è venuto direttamente a conoscenza attraverso segnalazioni di organi istituzionali, ma a seguito del presente atto di sindacato ispettivo e di articoli di stampa, che, ovviamente, non possono costituire presupposti idonei per avviare le necessarie procedure per un procedimento disciplinare.
Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Letizia Moratti.
con l'articolo 8, comma 2, della legge n. 124/1999 e con il susseguente decreto ministeriale attuativo n. 184/1999 si è disposto il trasferimento allo Stato del Personale A.T.A. (Ausiliario, Tecnico, Amministrativo) degli Enti Locali in servizio al
in attuazione al precedente comma, con Decreti collettivi del Provveditore agli Studi di Palermo e determinazioni dirigenziali dell'Amministrazione Comunale, si è disposto il trasferimento nei ruoli statali di tale personale ATA con contestuale cancellazione dai ruoli comunali;
gran parte del personale trasferito alle Istituzioni scolastiche statali ha fatto ricorso dinnanzi al Giudice del Lavoro, chiedendo l'accertamento del diritto alla riassunzione presso il Comune;
molte sentenze da parte del Giudice del Lavoro continuano a sancire il rientro di tale personale;
il Provveditore agli Studi di Palermo, con stupefacente e secondo gli interroganti inopportuna velocità, ha già emesso i provvedimenti di restituzione - in forza delle sentenze -, senza attendere il parere dell'Avvocatura di Stato, sulla bontà dell'interpretazione della sentenza del Giudice del Lavoro;
è, pertanto, urgente trovare una soluzione che renda possibile al Comune di Palermo il riassorbimento di tale personale chiudendo così una vertenza che si trascina da cinque anni -:
come intenda procedere per l'immediata «revoca» dei provvedimenti di trasferimento disposti dal Provveditore agli Studi di Palermo;
quali iniziative intenda assumere per un rapido trasferimento delle risorse finanziarie dal Ministero al Comune di Palermo, che solo così potrebbe ottemperare a quanto disposto dal Giudice del Lavoro.
(4-17431)
Al riguardo si fa presente che i provvedimenti di rientro nell'ente locale di appartenenza del personale ausiliario, transitato nei ruoli dello Stato in applicazione della legge n. 124 del 1999, sono stati disposti dal dirigente del Centro servizi amministrativi di Palermo in quanto, alla data dell'11 ottobre 2005, erano state pronunciate n. 10 sentenze (di primo grado e di appello), immediatamente esecutive, che imponevano al Comune di Palermo di riassumere n. 64 esecutori scolastici ed alla Provincia di Palermo di riassumerne n. 32.
L'amministrazione provinciale ha provveduto ad inquadrare regolarmente non soltanto i n. 32 esecutori, ai quali si riferivano le su indicate sentenze, ma anche ulteriori n. 5 esecutori per i quali era intervenuta nel frattempo la pubblicazione di analoghe sentenze.
Il comune di Palermo non ha adottato lo stesso comportamento a fronte dei provvedimenti emessi dal dirigente del Centro servizi amministrativi di Palermo, affermando che tali sentenze non erano state ancora notificate all'ente.
La questione è stata oggetto di esame presso il dipartimento della Funzione pubblica, ove si è convenuto di sospendere temporaneamente la restituzione del personale interessato all'ente locale.
Sono attualmente in corso contatti con il comune in quanto il numero delle sentenze è nel contempo aumentato - gli ex collaboratori scolastici interessati hanno raggiunto le n. 135 unità - e ulteriori attese comprometterebbero, la funzionalità della scuola.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
la legge regionale 4105 pubblicata sul bollettino ufficiale della Regione Toscana ridisegna il sistema locale della sanità assegnando a tutti gli immigrati presenti in forma clandestina in Toscana un tesserino sanitario che consente l'accesso e quindi l'utilizzo delle strutture mediche ospedaliere toscane. In altre parole, gli immigrati clandestini vengono di fatto equiparati agli immigrati con regolare permesso di soggiorno, oltre ai cittadini italiani;
si tratta ad avviso dell'interrogante, di una palese violazione delle disposizioni vigenti in Italia in materia di immigrazione (reato di permanenza in clandestinità, L. 271/04). Il conferimento del tesserino comporta infatti una schedatura degli immigrati clandestini presenti nella regione da parte delle autorità che invece, secondo la legge, dovrebbero provvedere alla loro espulsione -:
se al Ministro risulti vera la circostanza;
quali iniziative, alla luce di quanto esposto, intenda conseguentemente assumere.
(4-13990)
In particolare, l'articolo 34 individua le categorie di cittadini regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale che hanno l'obbligo o la facoltà di iscriversi al Servizio sanitario nazionale, nonché le categorie che sono tenute ad assicurarsi contro il rischio di malattie, infortuni o maternità.
L'articolo 35, invece, stabilisce il principio secondo il quale, per le prestazioni sanitarie erogate a favore di stranieri non iscritti al servizio sanitario nazionale devono essere corrisposte le tariffe determinate dalle regioni e dalle province autonome.
In ogni caso, tuttavia, anche ai cittadini stranieri che non sono in regola con le norme sull'ingresso ed il soggiorno nel nostro Paese, sono assicurate presso i presidi pubblici ed in quelli accreditati, le cure sanitarie urgenti o comunque ritenute essenziali, ancorché continuative.
Ciò premesso si precisa che la legge regionale 24 febbraio 2005, n. 41 integra il sistema normativo statale.
In particolare l'articolo 5, primo comma della predetta legge, contiene la previsione che «hanno diritto ad accedere agli interventi e ai servizi dei sistema integrato tutte le persone residenti in Toscana».
In linea generale, quindi, la norma fa riferimento ad uno stato, la residenza anagrafica, che presuppone il possesso di un titolo per la regolare presenza nel territorio nazionale.
Verrebbe data attuazione, secondo la legislatura regionale al principio della cosiddetta «cittadinanza di residenza» escludendo distinzioni tra le persone sulla base delle nazionalità.
Nel secondo comma, peraltro, la fruizione dei servizi è estesa anche alle persone «comunque presenti» nel territorio della Regione purché rientranti nelle seguenti tipologie:
le donne straniere in stato di gravidanza e nei sei mesi successivi al parto;
gli stranieri con permesso umanitario di cui all'articolo 18 del DLGS 286/98;
gli stranieri con permesso di soggiorno di cui all'articolo 41 dello stesso DLGS 286/98;
i richiedenti asilo ed i rifugiati di cui al decreto-legge 13/89;
i minori di qualsiasi nazionalità e comunque presenti nel territorio della regione.
Infine, il comma 4 dell'articolo 5 sancisce che «tutte le persone dimoranti nel territorio della regione Toscana hanno diritto agli interventi di prima assistenza alle condizioni e con i limiti previsti dalle
In questo caso la quantificazione e la determinazione della qualità dei livelli «di prima assistenza» sarebbe rimessa alla programmazione regionale e locale, in particolare al piano integrato sociale regionale e ai piani sociali di zona, che dovranno determinare le condizioni, i limiti e le procedure da attivare per tali interventi.
Si ritiene, in conclusione, che l'attuazione delle disposizioni in questione non possa che avvenire entro i limiti delle norme statali vigenti anche in materia di immigrazione, secondo il richiamo formulato nel citato comma 4.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Giampiero D'Alia.
è in fase realizzativa la terza corsia autostradale nel tratto Firenze Sud-Incisa Valdarno;
aldilà di ogni giudizio di merito rispetto ad un'opera i cui effetti benefici sarebbero stati più compiutamente raggiunti tramite la realizzazione della bretella Barberino M. Incisa Valdarno che avrebbe effettivamente decongestionato il traffico nell'area fiorentina, si registrano particolari preoccupazioni tra i cittadini della frazione di Antella in comune di Bagno a Ripoli stante la collocazione del centro di tale abitato a poche centinaia di metri dalla sede autostradale che verrà allargata;
in particolare, si temono ulteriori cause di inquinamento acustico ed atmosferico tramite polveri sottili e benzene;
con molto senso di responsabilità i suddetti cittadini - tramite una petizione - hanno indicato una serie di proposte finalizzate a «risarcire» i decennali disagi subiti dalla popolazione e dal paesaggio dell'Antella;
tali misure proposte concernono una nuova galleria prospiciente l'ospedale di Ponte a Niccheri, la possibilità di allargamento delle corsie non dalla parte delle abitazioni, l'uso di asfalti fonoassorbenti, un permanente monitoraggio dell'inquinamento ambientale -:
se non valuti urgente ed opportuno intervenire perché sia verificata congiuntamente la fattibilità tecnica e finanziaria di tale proposta;
quali iniziative si intendano comunqueadottare per garantire ai cittadini dell'Antella misure che ne tutelino la salute e la qualità della vita.
(4-17319)
Il progetto di adeguamento a tre corsie del tratto tra Firenze sud ed Incisa rientra nel piano di potenziamento dell'autostrada A1 ed è previsto nella Convenzione del 1997 tra Società Autostrade ed Anas, la quale non comprende, invece, la bretella tra Barberino di Mugello ed Incisa Valdarno.
Nello scorso mese di luglio, è stata avviata dalla società concessionaria la procedura di V.I.A. con la pubblicazione del progetto definitivo e dello Studio di impatto ambientale.
Il progetto è stato presentato al ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, ai Comuni interessati ed agli altri enti locali. Esso tiene conto dell'impatto dell'opera sui vari settori dell'ambiente come rumore, atmosfera, acque superficiali e profonde, assetto del territorio, flora e fauna, per ciascuno dei quali sono stati effettuati precisi e completi rilievi.
L'Anas informa che, sulla base di tali dati, attraverso studi e modelli di simulazione, è stato individuato l'impatto del futuro intervento per poter identificare e progettare le opere di mitigazione ambientale
Pertanto, il progetto definitivo contiene tutti gli interventi di tutela della salute e della qualità della vita dei cittadini, compatibilmente alla presenza limitrofa di una infrastruttura autostradale.
La società stradale fa conoscere che è previsto che il tracciato in vicinanza dell'ospedale cui si fa riferimento nell'interrogazione sia adeguato migliorando la sicurezza della tratta e predisponendo ogni misura atta a ridurre gli effetti ambientali. Così sono state inserite adeguate barriere acustiche e opere di inserimento naturalistico ed è stata migliorata notevolmente la viabilità a servizio dell'ospedale mantenendo i preesistenti stalli del parcheggio attinente allo stesso.
L'Anas fa presente, infine, che altre soluzione tecniche, come la proposta galleria, sono di fatto non percorribili per questioni di carattere tecnico ed ambientale.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
si sono registrati contemporaneamente molteplici casi di salmonellosi tra i bambini delle scuole elementari e materie di Sesto Fiorentino;
è evidente il rapporto tra tali casi e il sistema di refezione scolastico la cui azienda fornitrice è stata visitata dal locale reparto competente dei NAS;
secondo l'interrogante il comune di Sesto Fiorentino non ha provveduto ad informare tempestivamente cittadini circa la gravità della situazione in atto -:
quali risultanze abbia dato l'ispezione dei NAS e quali iniziative urgenti si intendano assumere in merito.
(4-18768)
Nel corso delle verifiche sono state riscontrate gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali, segnalate al sindaco, il quale, con ordinanza del 3 dicembre 2005, ha disposto la chiusura temporanea dell'attività, con obbligo di eliminare gli inconvenienti riscontrati nel termine massimo di 10 giorni. Con successiva ordinanza del 3 dicembre 2005, revocava il precedente provvedimento a seguito di una relazione della Asl n. 10 di Firenze, che certificava l'avvenuta eliminazione di tali inconvenienti.
Il citato Nas, in data 9 dicembre 2005, procedeva ad una nuova ispezione, a seguito dell'esposto presentato dal padre, di un alunno della scuola di Campi Bisenzio, ricoverato il 14 novembre 2005 presso l'ospedale «G. Gaslini» di Genova, poiché risultato positivo alla salmonella.
L'ulteriore ispezione dei Nas, motivata anche da alcune segnalazioni della stazione carabinieri di Sesto Fiorentino relative a 30 casi di salmonellosi nelle scuole dell'obbligo del circondario, accertava gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali e, pertanto, si procedeva al sequestro penale del centro suddetto.
In data 12 dicembre 2005, la procura della Repubblica di Prato, su istanza presentata dalla Società citata, ha autorizzato l'intervento di due ditte specializzate in adeguamenti e ristrutturazioni edili ed in sanificazione e derattizzazione degli ambienti.
Il 15 dicembre 2005 il Nas di Firenze ha proceduto al dissequestro del centro di cottura, dopo aver verificato, su disposizione
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Domenico Zinzi.
l'onorevole Saverio Zavettieri, attualmente assessore alla cultura nella giunta regionale di centrodestra della Calabria, ha rilasciato un ampia intervista al periodico calabrese CalabriaNews;
in tale intervista Zavettieri sostiene che l'attentato a colpi di fucile da lui subito il 22 febbraio 2004 aveva l'obiettivo di ucciderlo, e spiega: «È la valutazione anche degli inquirenti che hanno aperto un fascicolo per tentato omicidio»;
l'onorevole Zavettieri ritiene che il motivo scatenante dell'agguato vada ricercato nella sua attività di assessore regionale della Calabria;
alla domanda del giornalista su chi aveva interesse ad ammazzarlo l'onorevole Zavettieri risponde: «Provi a rileggersi i cambiamenti che ci sono stati, le evoluzioni della giunta, le questioni interne alla maggioranza, i rapporti...» e dopo una pausa aggiunge: «Si rilegga tante cose. Per esempio può leggersi i motivi per i quali il Psi è stato fatto fuori dalla giunta provinciale di Reggio nel 2002 pur avendo contribuito in maniera decisiva alla vittoria della Cdl. Nessuno può convincersi del fatto che gli altri partiti hanno scelto la rappresentanza elettiva se non per penalizzare o mettere fuori gioco il partito. Il Polo delle libertà della provincia di Reggio, il giorno dopo le elezioni, è uscito con un documento col quale nei fatti lanciava una sfida a Chiaravalloti e alla giunta regionale. Da domani dovete fare i conti con noi: questo è stato e diceva quel documento»;
alla domanda del giornalista per verificare se avesse capito bene: «fucilate dall'interno della maggioranza per il lavoro di assessore? Nel Polo a voi socialisti non tutti vi amano?», l'onorevole Zavettieri risponde: «Nelle maggioranze di solito non si hanno tanti amici. Non è che nel Polo non mi amino... A me non mi amano né nel Polo né nel centrosinistra. Ma c'è questo dato: io ho assunto una dimensione, come dire?, rilevante, che supera le dimensioni del mio partito. Ho avuto un ruolo che ha sconfinato e sono visto, e sono stato visto, come una sorta di braccio politico di Chiaravalloti. Uno con un partito da nulla, con un solo consigliere regionale che, secondo alcuni, determina o condiziona le scelte della Regione. Cosa non vera. Quindi, c'è questo ruolo politico che dava fastidio. Poi c'è stata una evoluzione... perché poi io a ottobre dell'anno scorso, ottobre del 2003, sono stato sfiduciato. C'è stata una fase di polemica, di attacchi... monogruppi, poi gruppi maggiori... praticamente... dopo di che tutto a un tratto tutti i gruppi della maggioranza, grandi e piccoli, con i rispettivi partiti, chiedono la mia destituzione dalla giunta sulla base di un presupposto strumentale secondo il quale io volevo costruire un progetto di autonomia»;
alla nuova interruzione del giornalista, «insomma, lei non ha riscontri ma pensa che qualcuno dall'interno della maggioranza...», l'onorevole Zavettieri dice: «Non dall'interno» e subito aggiunge: «Voglio dire che ci fossero interessi politici rispetto al mio ruolo eccessivo, ridondante che avevo assunto dentro la maggioranza». Per poi insistere sul punto: «Bisogna vedere all'interno degli schieramenti che interessi si muovono. Bisogna stare attenti anche ai travasi, ai trasferimenti. Per finire il mio ragionamento: a novembre non sono stato cacciato dalla giunta, anche se lo hanno chiesto tutti quanti. I grandi hanno fatto un documento ma Chiaravalloti (il Presidente della giunta regionale calabrese, ndr) ha resistito. Era il novembre del 2003. Nel febbraio 2004, vengono a farmi l'attentato»; e che, alla nuova interruzione «non sono riusciti a cacciarla con le carte e ci hanno provato a fucilate?»,
infine che dopo queste considerazioni l'onorevole Zavettieri precisa: «Mi chiedo: com'è che nessuno ha parlato di questa cosa? Quasi una congiura del silenzio»;
ad avviso dell'interrogante le affermazioni contenute nell'intervista rilasciata dall'onorevole Zavettieri sono gravi e inquietanti -:
di quali elementi il Governo disponga su quello che viene presentato come un intreccio politico istituzionale e criminale dentro il quale possono maturare le condizioni per un tentato omicidio;
se ritenga infine che siano state adottate tutte le misure necessarie e di carattere preventivo, per impedire il ripetersi di attentati ed agguati all'onorevole Zavettieri e ad altri amministratori egualmente esposti.
(4-11498)
L'onorevole Zavettieri riportava una lieve escoriazione all'orecchio sinistro, per la quale non ricorreva alle cure sanitarie, mentre un suo collaboratore veniva ferito alla regione occipitale.
La Procura distrettuale antimafia presso il tribunale di Reggio Calabria instaurava immediatamente procedimento penale, a tutt'oggi nella fase delle indagini.
Si comunica, altresì, che l'episodio è stato più volte oggetto di esame in diverse riunioni tecniche di coordinamento delle forze dell'ordine tenutesi sia nell'immediatezza dell'episodio che successivamente. In tale sede è stata raccomandata massima attenzione da parte delle forze di polizia, sia nell'espletamento delle indagini sia nell'attuazione delle misure di protezione personali tempestivamente adottate.
Occorre rilevare, peraltro, che l'intera regione Calabria è stata interessata, ormai da tempo, da una recrudescenza del fenomeno degli atti intimidatori ai danni di titolari di funzioni pubbliche, spesso connessi a tentativi di condizionamento della vita politica ed amministrativa.
Di fronte all'aggravarsi delle intimidazioni e degli attentati, nel luglio dell'anno scorso è stato inviato in Calabria il vice capo della polizia e direttore centrale della polizia criminale, prefetto Luigi De Sena, che, dopo un ampio giro di consultazioni, conclusosi a Catanzaro con una apposita Conferenza regionale, ha messo a punto un complesso piano di interventi per potenziare il sistema di sicurezza nella regione.
Tali interventi sono stati pianificati su tre livelli: rafforzamento del controllo del territorio, attività informativa e investigativa e coinvolgimento delle istituzioni locali nei progetti integrati territoriali anche attraverso la realizzazione di progetti tecnologici, per elevare gli standard di sicurezza, e di programmi di formazione per la diffusione della legalità.
Quest'ultimo aspetto guarda a risultati di più lunga maturazione sul terreno della coesione sociale, di quella presa di coscienza collettiva che resta la condizione indispensabile per la sconfitta della 'ndrangheta da parte dello Stato, delle istituzioni locali e di tutti i calabresi onesti.
Il 27 ottobre 2005, inoltre, sono stati delegati al prefetto di Reggio Calabria i poteri per l'accesso alla Asl di Locri.
Il successivo 28 ottobre il Consiglio dei ministri ha affidato al prefetto De Sena, l'incarico di prefetto di Reggio Calabria, anche al fine di coordinare tutte le attività di sicurezza pubblica e di contrasto alla criminalità organizzata a livello regionale.
Il Consiglio dei ministri ha, altresì, approvato il piano di interventi straordinari per la Calabria, che si sviluppa su sei linee di intervento.
Com'è noto la 'ndrangheta è oggi la più radicata, la più potente e la più aggressiva delle organizzazioni criminali italiane.
Forti di questa consolidata presenza sul territorio di origine dove hanno accumulato il capitale iniziale, molte delle vecchie leadership hanno sviluppato le proprie attività criminali anche in altre aree italiane, europee e di oltre oceano, dedicandosi all'imprenditoria illegale o paralegale e utilizzando tecniche e procedure sofisticate dell'economia e della finanza globale.
Tra le attività illecite la più praticata e redditizia è il traffico della droga: i clan più potenti della 'ndrangheta si sono ormai imposti nelle piazze internazionali fino a controllare grandi flussi di importazione della cocaina dal Sud America in Europa.
Essa ha così assunto un ruolo strategico assunto negli affari illegali calabresi, nazionali e transnazionali, intrecciando progressivamente i suoi interessi con quelli di gruppi narcos sudamericani, spagnoli, olandesi, albanesi, eccetera.
Gli utili vengono poi reinvestiti nel Nord o nel Centro Italia e, in maggior misura, all'estero, nelle più svariate attività, ivi comprese quelle di intermediazione finanziaria sull'Est europeo.
La gestione delle attività minori sul territorio calabrese è delegata ai nuclei gregari, che si contendono le posizioni di preminenza e cercano di entrare nei circuiti più potenti. L'impatto sulla convivenza civile è devastante, il condizionamento delle attività economiche è opprimente.
Questa forma di criminalità organizzata non è più, dunque, un problema solamente calabrese. La dimensione dei suoi insediamenti e la sua proiezione internazionale ne fanno un grave problema per la sicurezza di tutto il Paese.
Forte del suo «familismo amorale» che, da un lato, la rende particolarmente coesa e, dall'altro, la contrappone alla società civile e allo stato di diritto, la 'Ndrangheta è insieme, per sua stessa natura, fenomeno criminale e forza eversiva.
Di fronte a questo quadro, il rilancio delle attività di prevenzione e contrasto, ha prodotto risultati oggettivi che dimostrano che in Calabria lo Stato c'è e continuerà a impegnarsi attraverso la costante presenza delle forze dell'ordine, che con professionalità e senso del dovere hanno realizzato importanti risultati.
La questione però non è solo un fatto limitato alla sicurezza ma coinvolge anche l'aspetto socio culturale della Calabria.
Al riguardo l'amministrazione dell'interno ha cercato di farsi carico anche di questi aspetti pur rimanendo, come è naturale, nell'ambito delle proprie missioni istituzionali.
Si segnala, in particolare, il Piano operativo nazionale per la sicurezza del mezzogiorno, le cui attività direttamente sono funzionali allo sviluppo e all'occupazione e rappresentano, a tutt'oggi, un esempio unico di utilizzazione di fondi europei a favore del comparto sicurezza. Tanto è vero che se ne profila la ripetizione in altri Paesi europei.
La realizzazione di questi progetti interessa massicciamente la Calabria, così come, su un altro piano, la interessano gli ingenti stanziamenti decisi dal Cipe un anno fa, quando furono destinati alle regioni dell'«Obiettivo 1» 288 milioni di euro per interventi multidisciplinari sulla sicurezza e si accelerò il programma di infrastrutture strategiche che destina una frazione rilevante delle risorse disponibili al monitoraggio degli appalti e dei cantieri.
La sicurezza è così finalmente entrata nell'ambito degli interventi straordinari per il Mezzogiorno.
Ritornando alle linee di intervento, si segnalano, in estrema sintesi, i punti salienti:
la prima linea riguarda la intensificazione dei dispositivi di sorveglianza e di controllo del territorio calabrese. A questo scopo sono state già inviate in Calabria aliquote importanti di personale altamente specializzato della polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri e della guardia di finanza.
A sua volta, la guardia di finanza sta realizzando una serie di interventi con l'impiego di specialisti Atpi, cioè antiterrorismo e pronto intervento, e di uomini del gruppo specializzato Scico. A questi ultimi sono affidati compiti particolari per il controllo dei patrimoni, degli appalti, delle operazioni sospette e degli arricchimenti sospetti.
In tutti questi casi viene impiegato personale in grandissima parte proveniente dall'esterno, non soggetto ad alcun condizionamento di carattere locale;
la seconda linea di intervento è rivolta a rafforzare tutte le attività informative e investigative con specifico riferimento all'applicazione di misure di prevenzione personale e patrimoniale, con l'obiettivo di aggredire le ricchezze illecitamente costituite. A questo fine è stata anche inviata in Calabria una squadra di investigatori della Dia che potrà operare con speciali poteri di accesso e di accertamento presso banche ed altri istituti di intermediazione finanziaria. Recentemente si è insediato a Reggio Calabria il nuovo procuratore antimafia che ha già preso contatti con il direttore della Dia e i massimi responsabili del Ros (carabinieri), dello Sco (polizia), dello Scico (guardia di finanza). L'attività di questa task force si rivolgerà anche al controllo degli appalti pubblici e dei cantieri. Molta importanza viene attribuita alla confisca dei beni che potrà sempre essere disposta in caso di condanna per reati di tipo mafioso in base all'articolo 12 della legge 501 del 1994;
la terza linea di intervento è rivolta a sorvegliare tutte le operazioni antidroga che in Calabria, in Italia o in altre parti del mondo, vedono coinvolti esponenti o complici della 'ndrangheta. A questo fine sono state anche adottate decisioni per potenziare i collegamenti con le polizie straniere e specialmente con le Agenzie investigative antidroga degli Stati Uniti;
la quarta linea riguarda le misure rivolte a promuovere il massimo di sinergie tra le procure e gli altri uffici giudiziari;
con la quinta linea di intervento si è deciso di potenziare e orientare le forze dei servizi di informazione sul territorio calabrese;
la sesta linea di intervento mira da un lato alla tutela degli amministratori calabresi che sono oggetto di intimidazioni violente e sistematiche, dall'altro a mettere sotto controllo le amministrazioni sospette, invece, di collusioni con la mafia o di inquinamento mafioso.
Ciò consentirà di adottare le misure necessarie, prima tra tutte lo scioglimento straordinario delle amministrazioni che risultino inquinate.
Ad oggi risultano sciolti 12 comuni per infiltrazione mafiosa. Per cinque di essi è ancora in corso la gestione commissariale, mentre sono stati annullati in sede giurisdizionale 3 provvedimenti di scioglimento.
Sono stati altresì adottati 6 provvedimenti di proroga della gestione commissariale.
Si sottolinea che le linee di azione del piano convergono tutte verso un solo obiettivo: l'affrancamento delle comunità locali e dei singoli cittadini dalla presenza criminale. Per raggiungerlo, serve la reazione di tutti a partire dai pubblici poteri: politica, magistratura e amministrazione. Il Ministero dell'Interno e le forze dell'ordine lo stanno già facendo e continueranno a farlo con crescente impegno di uomini e mezzi.
A conferma della particolare e continua attenzione dello Stato alla regione Calabria si è tenuta il 9 dicembre 2005 a Reggio Calabria la Conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza, presieduta dal Ministro dell'interno, onorevole Pisanu, e dedicata, in particolare, agli aspetti attuativi del piano di interventi straordinari in corso.
Durante la conferenza sono stati anche analizzati e approfonditi i risultati del già citato «Programma Calabria», avviato nel
Tra questi, sono stati tratti in arresto 37 latitanti di notevole spessore criminale, di cui quattro inseriti nel «Programma speciale di ricerca dei 30 latitanti più pericolosi» (l'ultimo dei quali, Vincenzo Iamonte, catturato il 30 luglio scorso), 5 inseriti nell,«Opuscolo dei 500» e 28 altri pericolosi latitanti. Sono state disarticolate: 23 associazioni di tipo mafioso, con la denuncia di 363 persone 99 associazioni per delinquere, con la denuncia di 1.271 persone; 15 associazioni finalizzate al traffico di sostanze stupefacenti, con la denuncia di 414 persone. Inoltre, in tutte le Province, si sono svolti incontri con i rappresentanti istituzionali e del tessuto produttivo in tema di estorsioni e di atti intimidatori nei confronti di pubblici amministratori ed imprenditori.
In tale settore, l'attività di contrasto svolta dalle forze di polizia ha consentito di individuare i responsabili di 250 episodi estorsivi sui 392 denunciati con la segnalazione all'autorità giudiziaria di 528 persone.
Sono stati, altresì, irrogati 718 avvisi orali ed è stata proposta l'applicazione di 377 misure di prevenzione personali (dati aggiornati al 30 settembre 2005) e 19 patrimoniali (dato aggiornato al 6 dicembre 2005).
A testimonianza dell'impegno che il Governo, le forze dell'ordine e la magistratura stanno profondendo incessantemente nella lotta alla 'ndrangheta, si ricorda la positiva conclusione della complessa operazione antimafia denominata «operazione Harem», eseguita dall'Arma dei carabinieri e dalle polizie di diversi paesi stranieri, coordinata dalla Procura nazionale antimafia e dalla Procura distrettuale di Catanzaro, in collaborazione con la magistratura albanese. L'attività investigativa ha inferto un duro colpo ad un'organizzazione italo-albanese dedita alla tratta degli esseri umani ed al traffico internazionale di stupefacenti e armi, facendo registrare 80 arresti ed il sequestro di notevoli quantitativi di droga operati in Calabria ed in altre regioni italiane, nonché in Albania, Kosovo, Ucraina e Germania.
Si segnalano, inoltre, altre importanti operazioni: quella che ha portato nei giorni scorsi alla cattura del pericoloso latitante Roberto Morano, uno dei responsabili della strage di Soriano Calabro, quella brillantemente conclusa il 10 gennaio scorso dall'Arma dei Carabinieri in provincia di Reggio Calabria ai danni della cosca Iamonte e, da ultimo quella del 27 gennaio, condotta dalla squadra mobile di Reggio Calabria, con il coordinamento della direzione centrale per i servizi antidroga, con la quale è stato sgominato un traffico internazionale di droga gestito dalla 'ndrangheta calabrese con i Paesi dell'America Latina.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Michele Saponara.
il raggiungimento del bilinguismo rappresenta un processo molto impegnativo che richiede risorse e impegno rispetto a quelle poche contemplate nel decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 4 novembre 2005;
il dettato del IV obiettivo generale del Libro Bianco su istruzione e formazione insegnare e apprendere del 1995 dichiara che la conoscenza di due lingue comunitarie è oramai una condizione indispensabile per permettere ai cittadini UE di beneficiare delle opportunità professionali e personali offerte dal grande mercato interno;
non si intende accettare uno scenario che conferisce monopolio assoluta di lingua dominante all'inglese impoverendo di fatto l'offerta formativa di altre lingue altrettanto importanti -:
(4-18093)
Occorre infatti considerare che concentrare le ore dedicate allo studio della seconda lingua sull'inglese non è un obbligo ma soltanto una facoltà, sicché coloro che ritengano più utile una preparazione di bilinguismo per loro prospettive di vita possono tranquillamente continuare a farlo. Ed infatti i quadri orari dell'insegnamento delle lingue straniere nel primo e nel secondo ciclo d'istruzione, contenuti nell'allegato D del decreto legislativo n. 226, contengono l'individuazione delle ore dedicate all'insegnamento di una seconda lingua.
La struttura interna dei quadri orari nei quali sono previste anche attività opzionali consente di coltivare lo studio di una seconda lingua comunitaria anche a coloro che avessero optato per l'inglese, in via assorbente, nell'ambito della quota obbligatoria dei curricoli.
Le direttive europee non sono contraddette in quanto l'articolazione sopra descritta non elimina alcuna delle opportunità formative sostenute in sede comunitaria. Per converso accentua il carattere di una riforma degli ordinamenti che vuole essere attenta alle istanze e alle esigenze degli alunni, basandosi su principi di flessibilità che consentono ampi margini per una loro presenza attiva nella costruzione di un percorso formativo personalizzato. È evidente che si tratta dell'aspetto primario da prendere in considerazione in qualsiasi progetto di riforma.
La stessa struttura del decreto legislativo n. 226 del 2005 evidenzia come l'apprendimento di due lingue comunitarie rappresenti l'opzione prioritaria data la particolare importanza della conoscenza di almeno due lingue europee, oltre la propria, ai fini di un pieno esercizio della cittadinanza europea, come del resto illustrato dall'Onorevole interrogante, con il quale pienamente si concorda.
La diversa scelta di concentrare lo studio obbligatorio sulla lingua inglese rappresenta pertanto una facoltà residuale, che le stesse scuole avranno cura di illustrare negli esatti termini, così da orientare efficacemente le scelte delle famiglie e degli studenti, evitando che si formino soprannumerari.
In ogni modo la norma di cui trattasi avrà effetto dall'anno scolastico 2007/2008.
Si fa presente, inoltre, che in alcune tipologie liceali lo studio di lingue diverse dall'inglese rappresenta un obbligo inderogabile (liceo linguistico) e che in altre alla seconda lingua comunitaria era già stata conferita la caratterizzazione di insegnamento opzionale (liceo classico). Tutto ciò in coerenza con gli specifici obiettivi formativi delle singole tipologie liceali.
Si precisa, infine, che il secondo comma dell'articolo 25 ha recepito la proposta in tal senso formulata nei pareri della Commissione Istruzione del Senato della Repubblica in data 28 settembre 2005 e della Commissione Cultura della Camera dei deputati in data 11 ottobre 2005.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
nell'Istituto Tecnico Industriale Statale «G. Vallauri» di Reggio Calabria, da tempo, il dirigente scolastico, professor Carmelo Gatto, sta emanando sistematicamente, sanzioni disciplinari e sospensioni cautelari nei confronti di più docenti;
il citato dirigente scolastico è stato rinviato a giudizio dal GUP del Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Penale II - in data 24 maggio 2004, per abuso d'ufficio ed è stato denunziato ed indagato per falso, calunnia e diffamazione, reati tutti addebitabili alla sua funzione di dirigente;
esistono registrazioni foniche e testimonianze, già depositate presso l'Autorità Giudiziaria, relative a probabili alterazioni di atti pubblici per punire un docente;
in data 21 maggio 2004, con nota prot. 152/ris, il medesimo dirigente ha richiesto la destituzione del professor Francesco Scordamaglia, validissimo e serio docente di matematica con contratto a tempo indeterminato presso il Liceo Scientifico Statale «Leonardo Da Vinci» di Reggio Calabria, formalmente per aver tenuto un comportamento lesivo delle funzioni e dignità del suddetto dirigente scolastico, ma sostanzialmente - secondo l'interrogante - perché, nella qualità di responsabile provinciale del sindacato «Gilda degli Insegnanti», ha assunto la difesa dei docenti dell'Istituto Tecnico «Vallauri», sospesi da servizio;
ad opinione dell'interrogante, il direttore scolastico regionale, dottor Ugo Panetta, come sempre, manca di iniziativa nell'assumere i provvedimenti del caso -:
se non ritenga, necessario ed urgente, di dovere avviare una adeguata, oculata e trasparente visita ispettiva per accertare la situazione, le relative responsabilità ed i conseguenti provvedimenti.
(4-10289)
in data 22 giugno 2004 l'interrogante ha presentato l'atto ispettivo n. 4-10289 con il quale veniva chiesta una urgente visita ispettiva per accertare la pesante situazione e le relative responsabilità esistente presso l'Istituto Tecnico Industriale Statale «G. Vallauri» di Reggio Calabria;
purtroppo, ad oggi, nel mentre la situazione nell'Istituto si è aggravata, né l'Amministrazione centrale né quella scolastica regionale hanno dato alcun segnale;
subito dopo la presentazione del citato atto ispettivo, il dirigente dell'Istituto in questione ha diramato una pubblica autodifesa che, in parte, invade la prerogativa parlamentare dell'interrogante;
il dirigente dell'Istituto «Vallari», così come già indicato nella precedente interrogazione, è stato rinviato a giudizio per abuso d'ufficio ed è stato denunziato ed indagato per falso, calunnia e diffamazione, reati tutti addebitabili alla sua funzione di dirigente;
il dirigente in questione ha adottato provvedimenti punitivi per presunte irregolarità di comportamento dei docenti;
ha predisposto la sospensione cautelare dal servizio di alcuni docenti, architettando quella che appare all'interrogante un'artificiosa e ripetuta sequenza di provvedimenti sanzionatori;
esistono registrazioni foniche e testimonianze, già depositate presso l'Autorità Giudiziaria, relative a probabili alterazioni di atti pubblici per punire un docente;
in data 21 maggio 2004, con nota prot. 152/ris, il medesimo dirigente ha richiesto la destituzione del professor Francesco Scordamaglia, validissimo e serio docente di matematica con contratto a tempo indeterminato presso il Liceo Scientifico Statale «Leonardo Da Vinci» di Reggio Calabria, formalmente per aver tenuto un comportamento lesivo delle funzioni e dignità del suddetto dirigente scolastico,
dopo aver nominato il professore Antonio Surace Presidente della Commissione per lo svolgimento delle prove selettive per la formazione di un gruppo di stagisti, a distanza di soli due mesi, lo ha licenziato, senza preavviso, per incapacità professionale sulla base del parere espresso dal Comitato di valutazione del servizio;
ha licenziato, senza alcun preavviso, il professor Roberto Scaramuzzino per assenze ingiustificate, pur in presenza della riammissione in servizio dello stesso da parte del Giudice del Lavoro di Reggio Calabria che aveva ritenuto illegittimo il provvedimento di sospensione precedentemente assunto da parte del dirigente scolastico;
ha licenziato, senza alcun preavviso, il professor Felice Iatì per «completo ed incondizionato disinteresse alla prosecuzione del servizio», pur in presenza del reintegro in servizio da parte del Giudice del Lavoro di Reggio Calabria che aveva ritenuto illegittimo il provvedimento di licenziamento già precedentemente assunto dal dirigente scolastico;
all'interrogante appare davvero grave che un dirigente scolastico possa continuare a creare indisturbato lo stato di disagio ai singoli docenti, alle rispettive famiglie e all'intero Istituto;
ancora una volta l'interrogante è costretta a registrare l'assoluta mancanza di intervento da parte del direttore scolastico calabrese, che non ha adottato i provvedimenti del caso -:
se non ritenga urgente ed improcrastinabile accertare la veridicità dell'allarmante situazione descritta;
se non ritenga, in caso di accertata responsabilità del dirigente scolastico, disporre l'immediata destituzione dello stesso, ai sensi dell'articolo 31, comma 2, del CCNL della Dirigenza Scolastica e dell'articolo 498, comma 1, lettere a), b), f) del decreto-legge n. 297 del 1994.
(4-10572)
l'interrogante con atti ispettivi n. 4-10289 del 22 giugno 2004 e 4-10572 del 22 luglio 2004 ha sollecitato una richiesta di visita ispettiva per accertare le responsabilità del dirigente scolastico, professor Carmelo Gatto, dell'Istituto Tecnico Industriale Statale «G. Vallari» di Reggio Calabria;
il dirigente in questione si è reso responsabile di emanare sistematicamente sanzioni disciplinari e sospensioni cautelari nei confronti di più docenti di quell'Istituto;
lo stesso dirigente scolastico si è reso responsabile del licenziamento, senza alcun preavviso, di un professore pur in presenza della riammissione in servizio disposta da parte del Giudice del Lavoro di Reggio Calabria, il quale aveva ritenuto illegittimo il provvedimento di sospensione;
nel dicembre dello scorso anno il professore Carmelo Gatto, dirigente dell'Istituto Tecnico «Vallari» di Reggio Calabria è stato condannato ad un anno e sei mesi di reclusione e all'interdizione temporanea dai pubblici uffici perché ritenuto responsabile del reato di abuso d'ufficio -:
se non ritenga doveroso disporre l'immediata destituzione del dirigente scolastico in questione, ai sensi dell'articolo 31, comma 2, del CCNL della Dirigenza Scolastica e dell'articolo 498, comma 1, lettere A), B), F) del decreto-legge n. 297 del 1994.
(4-12649)
In relazione a quanto sopra l'amministrazione disponeva, dal febbraio al giugno del 2002, tre accertamenti ispettivi, i primi due ad iniziativa rispettivamente dell'ex provveditore agli Studi di Reggio Calabria e della direzione generale regionale della Calabria ed il terzo a cura del ministero - direzione generale per le relazioni internazionali.
Una ulteriore indagine veniva disposta dal Dipartimento per l'istruzione di questo ministero, nel febbraio del 2005, a mezzo di un Collegio ispettivo incaricato di far luce sui numerosi provvedimenti adottati dal dirigente in parola nei confronti di alcuni docenti (provvedimenti che avevano determinato nell'ambiente scolastico tensioni, conflittualità, reazioni da parte degli interessati e di organizzazioni sindacali, azioni giudiziarie, interrogazioni parlamentari).
Il Collegio ispettivo, a conclusione dell'incarico, forniva un quadro puntuale e aggiornato della situazione di disagio creatasi nell'istituto e proponeva l'adozione di interventi volti a ricondurre la gestione della scuola in un quadro di normalità e di corretto funzionamento.
È comunque opportuno precisare che, per una completa valutazione del complesso intreccio di questioni contenziose che chiamano in causa il dirigente in questione e per trarre definitive conclusioni di merito, occorre attendere la definizione di alcune vicende ancora all'esame dell'Autorità giudiziaria.
Attualmente solo per uno dei casi a cui fa riferimento l'interrogante - sospensione cautelare adottata dal dirigente di cui trattasi nei confronti di un docente del suddetto Istituto - è intervenuto il primo grado di giudizio con una condanna del dirigente medesimo, per abuso d'ufficio, a un anno e sei mesi, con pagamento delle spese processuali, risarcimento del danno nei confronti della costituita parte civile e pubblicazione della sentenza nella Gazzetta del Sud (sentenza del tribunale di Reggio Calabria n. 1298/2004 del 14 dicembre 2004).
Va altresì evidenziato che, a partire dal corrente anno scolastico, nella conduzione dell'Istituto «Vallauri» è subentrato altro dirigente. Infatti, il competente direttore generale regionale, in sede di rinnovo degli incarichi ai dirigenti scolastici per scadenza contrattuale, ha proceduto alla redistribuzione tra le varie sedi delle funzioni dirigenziali, avvalendosi delle previsioni del vigente Contratto collettivo nazionale di lavoro, in pieno accordo con le organizzazioni sindacali e nell'ottica di una più efficace ed efficiente utilizzazione delle risorse professionali.
Nell'ambito di tale operazione il dirigente scolastico in questione è stato assegnato all'Istituto Tecnico Commerciale «R. Piria» di Reggio Calabria, di livello e importanza pari all'Istituto «Vallauri».
Avverso tale provvedimento l'interessato ha proposto ricorso presso il Tribunale di Reggio Calabria - sezione lavoro - contestandone la legittimità e chiedendo la sospensione cautelare ex articolo 700 del Codice di procedura civile. Il tribunale ha rigettato l'istanza di sospensiva (Ordinanza del 19 ottobre 2005) non ritenendo sussistenti né il «fumus boni iuris», né il «periculum in mora» e dichiarando l'assenza di alcun pregiudizio per la sfera giuridica del ricorrente. Nelle more della citata decisione l'interessato si è rifiutato di lasciare l'istituto «Vallauri», continuandovi a svolgere la sua attività (fino al 22 novembre 2005); né si è presentato, nonostante ripetute, formali convocazioni, presso gli uffici amministrativi per la stipula del nuovo contratto. Inoltre ha determinato gravi pregiudizi allo svolgimento del servizio scolastico nell'Istituto «Vallauri», ostacolando la dirigente subentrante, nei confronti della quale ha tenuto un comportamento di gravità tale da richiedere l'intervento delle forze dell'ordine.
Pertanto il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale ha adottato, in data 6 dicembre 2005, un provvedimento di recesso unilaterale ex articolo 31 del Ccnl relativo al personale dell'Area V della dirigenza scolastica.
Avverso tale provvedimento l'interessato ha proposto ricorso al Giudice del Lavoro (Tribunale di Reggio Calabria) il 12 dicembre 2005. L'udienza di comparizione delle parti è stata fissata il 7 aprile 2006.
In relazione a quanto sopra esposto, si ritiene che i provvedimenti adottati dall'Amministrazione siano rispondenti alla finalità di ristabilire serenità nella gestione dell'Istituto «Vallauri» e nell'ambito dei rapporti tra le componenti scolastiche della citata istituzione.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
in data 8 novembre 2004 i sette consiglieri comunali di opposizione del Comune di Bisignano (Cosenza) hanno comunicato la loro sospensione dalle funzioni a causa dell'escalation, registrabile negli ultimi mesi, di fenomeni delinquenziali e intimidatori nei confronti di cittadini, operatori economici e consiglieri comunali del luogo;
negli ultimi mesi, infatti, si sono registrati atti intimidatori con incendi di case, di esercizi commerciali, di autovetture e con l'invio di lettere contenenti specifiche minacce;
agli inizi del corrente mese di novembre sono state incendiate due autovetture del consigliere Sandro Tullio Vilardi; nel rogo è andata distrutta una terza autovettura di proprietà di un condomino del consigliere stesso ed altre due auto sono state danneggiate dalle fiamme;
nei mesi scorsi è stata incendiata l'auto del consigliere Francesco Fucile, è stata fatta recapitare una lettera minatoria al consigliere Umile Bisignano e altri consiglieri comunali hanno subito intimidazioni e minacce -:
quali urgenti iniziative intenda assumere al fine di garantire l'incolumità di tutti i locali amministratori e consiglieri comunali, nonché legalità e sicurezza per tutti i cittadini di Bisignano.
(4-11779)
alla fine dello scorso mese di ottobre 2004 l'onorevole Saverio Zavettieri, assessore regionale alla cultura della Calabria, ha rilasciato un'ampia e, ad avviso dell'interrogante, preoccupante intervista pubblicata dal periodico Calabria News;
in tale intervista l'onorevole Zavettieri, nel ricordare l'attentato contro la sua persona, compiuto nella notte tra il 22 e il 23 febbraio 2004 a Bova Marina (Reggio Calabria), ha dichiarato che lo stesso potrebbe avere avuto una matrice politica da ricercare nella sua attività di assessore regionale;
ha infatti dichiarato: «Ho fatto la disamina e per esclusione non avendo intravisto alcun elemento che potesse provare una reazione violenta ho concluso che l'attentato era rivolto a Zavettieri in quanto assessore regionale. Per il lavoro e il ruolo che aveva in questa compagine regionale. Questa è la mia conclusione. Non contraddetta. Dopo di che, uno delimita il campo delle indagini»;
alla domanda del giornalista su chi aveva interesse ad ammazzarlo l'onorevole Zavettieri ha risposto: «Provi a rileggersi i cambiamenti che ci sono stati, le evoluzioni della Giunta, le questioni interne alla maggioranza, i rapporti... Si rilegga tante
alla domanda del giornalista per verificare se avesse capito bene: «fucilate dall'interno della maggioranza per il lavoro di assessore? Nel Polo a voi socialisti non tutti vi amano?», l'onorevole Zavettieri ha risposto: «Nelle maggioranze di solito non si hanno tanti amici. Non è che nel Polo non mi amino... A me non mi amano né nel Polo, né nel centrosinistra. Ma c'è questo dato: io ho assunto una dimensione, come dire?, rilevante che supera le dimensioni del mio partito. Ho avuto un ruolo che ha sconfinato e sono visto, e sono stato visto, come una sorta di braccio politico di Chiaravalloti. Uno con un partito da nulla, con un solo consigliere regionale che, secondo alcuni, determina o condiziona le scelte della Regione. Cosa non vera. Quindi, c'è questo ruolo politico che dava fastidio. Poi c'è stata una evoluzione... perché poi io ad ottobre del 2003 sono stato sfiduciato. C'è stata una fase di polemica, di attacchi... monogruppi, poi gruppi maggiori. Dopodiché tutto ad un tratto tutti i gruppi della maggioranza, grandi e piccoli, con i rispettivi partiti, chiedono la mia destituzione dalla Giunta sulla base di un presupposto strumentale secondo il quale io volevo costruire un progetto di autonomia»;
all'interruzione del giornalista che gli evidenziava la gravità delle dichiarazioni rilasciate, l'onorevole Zavettieri risponde: «Lei mi ha chiesto quel che ho detto ai Magistrati»;
alla nuova interruzione del giornalista: «insomma, lei non ha riscontri ma pensa che qualcuno dall'interno della maggioranza...», l'onorevole Zavettieri risponde: «Non dall'interno», precisa: «Voglio dire che ci fossero interessi politici rispetto al mio ruolo eccessivo, ridondante che avevo assunto dentro la maggioranza». E prosegue: «Bisogna vedere all'interno degli schieramenti che interessi si muovono. Bisogna stare attenti anche ai travasi, ai trasferimenti. Per finire il mio ragionamento: A novembre non sono stato cacciato dalla Giunta, anche se me lo hanno chiesto tutti quanti. I grandi hanno fatto un documento, ma Chiaravalloti (Presidente della Giunta regionale) ha resistito. Era il novembre del 2003. Nel febbraio 2004 vengono a farmi l'attentato»;
a questo punto al commento esplicito dell'intervistatore: «Non sono riusciti a cacciarla con le carte e ci hanno provato a fucilate?», Zavettieri risponde: «Non lo so. Mi pare che sia abbastanza, come dire?, evidente» -:
se risulti al Governo che le indagini sull'attentato all'assessore regionale calabrese, onorevole Saverio Zavettieri siano concluse;
se sulla base degli elementi conoscitivi di cui dispone il Governo sia possibile individuare l'esistenza di un intreccio politico-istituzionale e criminale in cui inserire il citato attentato.
(4-11781)
l'area ex Sir di Lametia Terme (Catanzaro) sta diventando sempre più localizzatrice di importanti attività produttive e fonte, quindi, di occupazione;
il tutto, naturalmente, viene «oculatamente vigilato» dalle locali cosche della 'ndrangheta, le quali, giorno dopo giorno, aumentano la loro arroganza ed il loro
il 17 febbraio 2005 un grave attentato incendiario, ha compromesso i locali, i macchinari di produzione, le merci tutte, e, quindi tutta l'intera attività dell'azienda SILANPEPE di Luigi Taiani, sita, appunto, nella zona ex Sir di Lametia Terme (Catanzaro);
l'imprenditore Tafani, con tutta la sua famiglia, ha, con onore deciso, da sempre, di opporsi ad ogni forma di compromesso con la criminalità organizzata; i primi atti intimidatori contro la SILANPEPE, tutti sempre regolarmente denunziati, risalgono al 1985;
gli atti intimidatori sono stati seguiti da richieste anonime di natura estorsiva e minacce;
gli attentati sono avvenuti nel 1988, nel 1990, nel 1992 e nel 1996, in seguito a tre gravissimi atti, avvenuti in una sola settimana, la sede aziendale della SILANPEPE è stata trasferita in altra località del territorio lamentino, dove l'imprenditore si è avvalso di un servizio di vigilanza privata;
nel maggio 1997 è stata incendiata l'autovettura di proprietà dell'imprenditore Taiani sotto la sua abitazione, con danni rilevanti ad altre quattro autovetture parcheggiate vicine e alla stessa struttura dell'edificio;
nel 2002, dopo la decisione di trasferire la sede aziendale della SILANPEPE nell'area industriale della ex Sir, nel mentre stavano per iniziare i lavori, per la nuova sede, nel cortile dell'abitazione del padre dell'imprenditore Taiani, è stata data alle fiamme un'altra autovettura di proprietà dei suoi familiari, ed a distanza di soli cinque giorni è stata incendiata una autovettura aziendale;
nell'ottobre del 2003, dopo pochi giorni dall'avvenuto trasferimento aziendale, successivamente ad anonime richieste estorsive, sempre regolarmente denunziate agli organi inquirenti, ignoti hanno tentato di dare fuoco alla nuova sede aziendale della SILANPEPE, ma l'intervento della vigilanza privata è riuscito fortunatamente a limitare i danni;
nel marzo del 2004, dopo un inutile tentativo di scasso all'ingresso principale dell'azienda, è stato lasciato un biglietto recanti gravi e precise minacce con richiamo alle denunzie sporte dall'imprenditore Taiani e contenente anche la richiesta di un ingente somma di danaro;
nel maggio 2004, è stato posto, sempre nel sito aziendale della SILANPEPE, un ordigno, fortunatamente rimasto inesploso;
nel dicembre 2004 all'apertura matutina dell'azienda, è stata rinvenuta di fronte alla porta d'accesso, una tanica di benzina;
il 17 febbraio 2005 l'ultimo grave episodio così come sopra già esposto e nella serata dello scorso 1 marzo 2005 ignoti hanno introdotto un pericoloso ordigno esplosivo nel giardino dell'abitazione del padre di Luigi Taiani, anche questo fortunatamente inesploso a causa delle forti piogge;
da quanto su elencato appare chiara la preoccupante esposizione dell'imprenditore Taiani e di tutti i suoi familiari, i quali sono costretti a vivere con la costante insidia per l'incolumità personale, pur di proseguire l'attività aziendale la cui chiusura porterebbe alla disoccupazione anche di decine di lavoratori;
all'interrogante appare davvero grave che, dopo anni di costanti denunzie, gli organi inquirenti non siano ancora riusciti ad individuare i responsabili di questi vili attentati perpetrati ai danni dell'azienda SILANPEPE di Lametia Terme;
la mancanza dell'individuazione dei responsabili con la conseguente garanzia dell'impunità aumenta l'arroganza delle cosche malavitose;
risultano pochissimi, direi pressoché inesistenti, gli imprenditori lametini che
desta viva preoccupazione la mancanza di tutela nei confronti del Taiani;
gli impuniti fatti delittuosi perpetrati contro Taiani e la sua azienda senza dubbio scoraggiano l'inserimento di altre aziende in un territorio che offre grandi potenzialità economiche -:
se non ritengano necessario ed urgente avviare ogni iniziativa utile a garantire la sicurezza dell'imprenditore Luigi Taiani e quella dei suoi familiari;
quali iniziative urgenti intendano attuare al fine di creare le condizioni di sicurezza per le aree produttive del territorio lamentino.
(4-13400)
Per quanto riguarda in particolare l'attentato subito ad opera di ignoti il 22 febbraio 2004 dall'onorevole Saverio Zavettieri, ex assessore alla pubblica istruzione della Regione Calabria, ricordato nell'interrogazione n. 4-11781, si precisa che la Procura distrettuale antimafia presso il tribunale di Reggio Calabria ha instaurato immediatamente un procedimento penale, a tutt'oggi nella fase delle indagini.
Si comunica, altresì, che l'episodio è stato più volte oggetto di esame in diverse riunioni tecniche di coordinamento delle forze dell'ordine tenutesi sia nell'immediatezza dell'episodio che successivamente. In tale sede è stata raccomandata massima attenzione da parte delle forze di polizia, sia nell'espletamento delle indagini sia nell'attuazione delle misure di protezione personali tempestivamente adottate.
Relativamente agli atti delittuosi richiamati nell'interrogazione n. 4-13400 si segnala che la famiglia proprietaria dell'azienda «Silanpepe s.a.s.» di Lametia Terme (Catanzaro), già bersaglio in passato di diversi atti intimidatori, nei primi mesi del 2005 è stata vittima di tre ulteriori episodi criminosi, l'ultimo dei quali il 1o marzo 2005 quando un ordigno esplosivo è stato rinvenuto all'interno del cortile dell'abitazione di uno dei titolari.
Dopo complesse indagini, gli organi di polizia hanno inoltrato un dettagliato rapporto alla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro a carico di esponenti della criminalità organizzata lametina, alcuni dei quali ritenuti responsabili di diverse azioni delittuose ai danni della ditta.
La procura della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro ha comunicato che in ordine ai fatti segnalati nel documento parlamentare è stato iscritto un procedimento penale e gli atti sono coperti da segreto istruttorio.
Il Comitato provinciale per l'Ordine e la sicurezza pubblica, ha più volte posto all'ordine del giorno dei propri lavori la sicurezza dell'azienda e l'incolumità fisica del titolare e dei suoi familiari, tanto che il prefetto di Catanzaro ha da tempo disposto l'intensificazione delle misure di prevenzione e vigilanza a favore delle strutture aziendali e delle persone minacciate.
Si soggiunge che la possibilità di un'estensione all'ex area Sir di Lametia Terme delle attività di controllo tecnologico del territorio, da realizzarsi nell'ambito del Programma Operativo Nazionale «Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno d'Italia», è stata già presa in esame dal ministero dell'interno, d'intesa con Confindustria.
Tuttavia, la Commissione europea ha ritenuto non praticabili interventi pubblici in tecnologie di sicurezza passiva su aree industriali, in quanto potrebbero configurarsi come un indebito aiuto alle imprese, idoneo a turbare il principio di concorrenza.
Pertanto, in armonia con i regolamenti comunitari, è stata deliberata l'implementazione del controllo tecnologico del territorio, da attuarsi su aree esclusivamente pubbliche anche attraverso progetti di videosorveglianza. I conseguenti progetti, per i quali sono state riservate risorse adeguate, saranno realizzati anche in Calabria, in sintonia con le esigenze locali rappresentate dai prefetti e dall'amministrazione regionale,
Per quanto riguarda infine gli episodi delittuosi a danno di amministratori locali, verificatisi a Bisignano (Cosenza) e ricordati nell'interrogazione n. 4-11779 si precisa che l'esito delle indagini, tuttora in corso e condotte dai militari della locale Stazione e dagli organi operativi della Compagnia di Rende, è stato riferito all'autorità giudiziaria.
In via generale, si sottolinea che la questione calabrese è seguita con molta attenzione dal ministero dell'interno ed è stata oggetto di numerosi incontri con parlamentari di tutte le parti politiche, con amministratori locali, con qualificati esponenti del mondo economico e del lavoro al fine di trovare ed attuare una strategia comune di intervento.
Di fronte all'aggravarsi delle intimidazioni e degli attentati, nel luglio dell'anno scorso è stato inviato in Calabria il Vice Capo della polizia e direttore centrale della polizia criminale, prefetto Luigi De Sena, che, dopo un ampio giro di consultazioni, conclusosi a Catanzaro con una apposita Conferenza regionale, ha messo a punto un complesso piano di interventi per potenziare il sistema di sicurezza nella Regione.
Tali interventi sono stati pianificati su tre livelli: rafforzamento del controllo del territorio, attività informativa e investigativa e coinvolgimento delle istituzioni locali nei Progetti integrati territoriali, anche attraverso la realizzazione di progetti tecnologici, per elevare gli standard di sicurezza, e di programmi di formazione per la diffusione della legalità.
Quest'ultimo aspetto guarda a risultati di più lunga maturazione sul terreno della coesione sociale, di quella presa di coscienza collettiva che resta la condizione indispensabile per la sconfitta della 'ndrangheta da parte dello Stato, delle istituzioni locali e di tutti i calabresi onesti.
Il 27 ottobre 2005, inoltre, sono stati delegati al prefetto di Reggio Calabria i poteri per l'accesso alla Asl di Locri.
Il successivo 28 ottobre il Consiglio dei ministri ha affidato al prefetto De Sena, l'incarico di prefetto di Reggio Calabria, anche al fine di coordinare tutte le attività di sicurezza pubblica e di contrasto alla criminalità organizzata a livello regionale.
Il Consiglio dei ministri ha, altresì, approvato il piano di interventi straordinari per la Calabria, che si sviluppa su sei linee di intervento.
Com'è noto la 'ndrangheta è oggi la più radicata, la più potente e la più aggressiva delle organizzazioni criminali italiane.
Una delle principali caratteristiche è la sua grande capacità di adattarsi ai processi evolutivi della società globalizzata, mantenendo, nel contempo, il suo assetto arcaico e il ferreo controllo delle aree di origine, basato su intimidazioni, estorsioni e intromissioni nei più importanti settori economici e politico-amministrativi.
Forti di questa consolidata presenza sul territorio di origine dove hanno accumulato il capitale iniziale, molte delle vecchie leadership hanno sviluppato le proprie attività criminali anche in altre aree italiane, europee e di oltre oceano, dedicandosi all'imprenditoria illegale o paralegale e utilizzando tecniche e procedure sofisticate dell'economia e della finanza globale.
Tra le attività illecite la più praticata e redditizia è il traffico della droga: i clan più potenti della 'ndrangheta si sono ormai imposti nelle piazze internazionali fino a controllare grandi flussi di importazione della cocaina dal Sud America in Europa.
Essa ha così assunto un ruolo strategico assunto negli affari illegali calabresi, nazionali e transnazionali, intrecciando progressivamente i suoi interessi con quelli di gruppi narcos sudamericani, spagnoli, olandesi, albanesi, eccetera.
Gli utili vengono poi reinvestiti nel Nord o nel Centro Italia e, in maggior misura, all'estero, nelle più svariate attività, ivi comprese quelle di intermediazione finanziaria sull'Est europeo.
La gestione delle attività minori sul territorio calabrese è delegata ai nuclei gregari, che si contendono le posizioni di preminenza e cercano di entrare nei circuiti più potenti. L'impatto sulla convivenza civile
Questa forma di criminalità organizzata non è più, dunque, un problema solamente calabrese. La dimensione dei suoi insediamenti e la sua proiezione internazionale ne fanno un grave problema per la sicurezza di tutto il Paese.
Forte del suo «familismo amorale» che, da un lato, la rende particolarmente coesa e, dall'altro, la contrappone alla società civile e allo stato di diritto, la `Ndrangheta è insieme, per sua stessa natura, fenomeno criminale e forza eversiva.
Di fronte a questo quadro, il rilancio delle attività di prevenzione e contrasto, ha prodotto risultati oggettivi che dimostrano che in Calabria lo Stato c'é e continuerà a impegnarsi attraverso la costante presenza delle forze dell'ordine, che con professionalità e senso del dovere hanno realizzato importanti risultati.
La questione però non è solo un fatto limitato alla sicurezza ma coinvolge anche l'aspetto socio culturale della Calabria.
Al riguardo l'amministrazione dell'interno ha cercato di farsi carico anche di questi aspetti pur rimanendo, come è naturale, nell'ambito delle proprie missioni istituzionali.
Si segnala, in particolare, il Piano operativo nazionale per la Sicurezza del mezzogiorno, le cui attività direttamente sono funzionali allo sviluppo e all'occupazione e rappresentano, a tutt'oggi, un esempio unico di utilizzazione di fondi europei a favore del comparto sicurezza. Tanto è vero che se ne profila la ripetizione in altri Paesi europei.
La realizzazione di questi progetti interessa massicciamente la Calabria, così come, su un altro piano, la interessano gli ingenti stanziamenti decisi dal C.I.P.E. un anno fa, quando furono destinati alle regioni dell'«Obiettivo 1» 288 milioni di euro per interventi multidisciplinari sulla sicurezza e si accelerò il programma di infrastrutture strategiche che destina una frazione rilevante delle risorse disponibili al monitoraggio degli appalti e dei cantieri.
La sicurezza è così finalmente entrata nell'ambito degli interventi straordinari per il Mezzogiorno.
Ritornando alle linee di intervento, si segnalano, in estrema sintesi, i punti salienti:
la prima linea riguarda la intensificazione dei dispositivi di sorveglianza e di controllo del territorio calabrese. A questo scopo sono state già inviate in Calabria aliquote importanti di personale altamente specializzato della polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza.
In particolare l'Arma dei carabinieri ha già inviato, come del resto la Polizia, un numero cospicuo di uomini della Cio, la Compagnia interventi operativi, tutti provenienti dall'esterno e uomini che fanno capo al Reparto Cacciatori, anche questi dotati di particolare mobilità.
A sua volta, la Guardia di finanza sta realizzando una serie di interventi con l'impiego di specialisti Atpi, cioè antiterrorismo e pronto intervento, e di uomini del gruppo specializzato Scico. A questi ultimi sono affidati compiti particolari per il controllo dei patrimoni, degli appalti, delle operazioni sospette e degli arricchimenti sospetti.
In tutti questi casi viene impiegato personale in grandissima parte proveniente dall'esterno, non soggetto ad alcun condizionamento di carattere locale;
la seconda linea di intervento è rivolta a rafforzare tutte le attività informative e investigative con specifico riferimento all'applicazione di misure di prevenzione personale e patrimoniale, con l'obiettivo di aggredire le ricchezze illecitamente costituite. A questo fine è stata anche inviata in Calabria una squadra di investigatori della DIA che potrà operare con speciali poteri di accesso e di accertamento presso banche ed altri istituti di intermediazione finanziaria. Recentemente si è insediato a Reggio Calabria il nuovo Procuratore antimafia che ha già preso contatti con il Direttore della Dia e i massimi responsabili del Ros (Carabinieri), dello Sco (Polizia), dello Scico (Guardia di Finanza).
la terza linea di intervento è rivolta a sorvegliare tutte le operazioni antidroga che in Calabria, in Italia o in altre parti del mondo, vedono coinvolti esponenti o complici della 'ndrangheta. A questo fine sono state anche adottate decisioni per potenziare i collegamenti con le polizie straniere e specialmente con le Agenzie investigative antidroga degli Stati Uniti;
la quarta linea riguarda le misure rivolte a promuovere il massimo di sinergie tra le Procure e gli altri uffici giudiziari;
con la quinta linea di intervento si è deciso di potenziare e orientare le forze dei servizi di informazione sul territorio calabrese;
la sesta linea di intervento mira da un lato alla tutela degli amministratori calabresi che sono oggetto di intimidazioni violente e sistematiche, dall'altro a mettere sotto controllo le amministrazioni sospette, invece, di collusioni con la mafia o di inquinamento mafioso. Ciò consentirà di adottare le misure necessarie, prima tra tutte lo scioglimento straordinario delle amministrazioni che risultino inquinate.
Ad oggi risultano sciolti 12 comuni per infiltrazione mafiosa. Per cinque di essi è ancora in corso la gestione commissariale, mentre sono stati annullati in sede giurisdizionale 3 provvedimenti di scioglimento.
Sono stati altresì adottati 6 provvedimenti di proroga della gestione commissariale.
Si sottolinea che le linee di azione del piano convergono tutte verso un solo obiettivo: l'affrancamento delle comunità locali e dei singoli cittadini dalla presenza criminale. Per raggiungerlo, serve la reazione di tutti a partire dai pubblici poteri: politica, magistratura e amministrazione. Il ministero dell'interno e le forze dell'ordine lo stanno già facendo e continueranno a farlo con crescente impegno di uomini e mezzi.
A conferma della particolare e continua attenzione dello Stato alla Regione Calabria si è tenuta il 9 dicembre 2005 a Reggio Calabria la Conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza, presieduta dal Ministro dell'interno, onorevole Pisanu, e dedicata, in particolare, agli aspetti attuativi del piano di interventi straordinari in corso.
Durante la conferenza sono stati anche analizzati e approfonditi i risultati del già citato «Programma Calabria», avviato nel luglio del 2004, e poi implementato nel corso del 2005. Tali interventi hanno già premesso di raggiungere risultati significativi. In particolare, dal 1o agosto 2004 al 31 ottobre 2005 sono state identificate 432.106 persone e controllati 248.078 veicoli arrestate 4.785 persone e denunciate 36.979.
Tra questi, sono stati tratti in arresto 37 latitanti di notevole spessore criminale, di cui quattro inseriti nel «Programma speciale di ricerca dei 30 latitanti più pericolosi» (l'ultimo dei quali, Vincenzo Iamonte, catturato il 30 luglio scorso), 5 inseriti nell'«Opuscolo dei 500» e 28 altri pericolosi latitanti. Sono state disarticolate: 23 associazioni di tipo mafioso, con la denuncia di 363 persone: 99 associazioni per delinquere, con la denuncia di 1.271 persone; 15 associazioni finalizzate al traffico di sostanze stupefacenti, con la denuncia di 414 persone. Inoltre, in tutte le province, si sono svolti incontri con i rappresentanti istituzionali e del tessuto produttivo in tema di estorsioni e di atti intimidatori nei confronti di pubblici amministratori ed imprenditori.
In tale settore, l'attività di contrasto svolta dalle Forze di polizia ha consentito di individuare i responsabili di 250 episodi estorsivi sui 392 denunciati con la segnalazione all'Autorità giudiziaria di 528 persone.
Sono stati, altresì, irrogati 718 avvisi orali ed è stata proposta l'applicazione di 377 misure di prevenzione personali (dati aggiornati al 30 settembre 2005) e 19 patrimoniali (dato aggiornato al 6 dicembre 2005).
Si segnalano, inoltre, altre importanti operazioni quella che ha portato nei giorni scorsi alla cattura del pericoloso latitante Roberto Morano, uno dei responsabili della strage di Soriano Calabro, quella brillantemente conclusa il 10 gennaio scorso dall'Arma dei Carabinieri in provincia di Reggio Calabria ai danni della cosca Iamonte e, da ultimo quella del 27 gennaio, condotta dalla squadra mobile di Reggio Calabria, con il coordinamento della Direzione centrale per i servizi antidroga, con la quale è stato sgominato un traffico internazionale di droga gestito dalla 'ndrangheta calabrese con i Paesi dell'America Latina.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Michele Saponara.
da alcuni mesi nel comune di San Giovanni in Fiore (Cosenza) si verifica una escalation di atti intimidatori nei confronti di commercianti, imprenditori, liberi professionisti, semplici cittadini;
tali atti hanno determinato una comprensibile e giustificata preoccupazione nella comunità che intravede il pericolo di un insediamento di forze criminali in un comune e in un'area interna finora estranea al fenomeno della criminalità organizzata;
il territorio di San Giovanni in Fiore, per la sua collocazione lungo l'asse stradale Cosenza-Crotone, costituisce un'area di particolare interesse per la criminalità organizzata pronta ad intercettare la manovalanza della microcriminalità per offrire coperture ed aprire spazi per il controllo di nuovi territori;
per questo è necessario che lo Stato assuma misure adeguate ed efficaci per contrastare e sconfiggere i tentativi prima richiamati, chiaramente indirizzati al controllo del territorio, delle attività economiche e all'esercizio del racket;
è necessario in primo luogo rafforzare i presidi di sicurezza attraverso il potenziamento di uomini e mezzi delle forze dell'ordine anche al fine di garantire un servizio nell'arco delle 24 ore (h 24), così come assicurare alla giustizia gli artefici degli atti intimidatori -:
quali iniziative intenda assumere per:
a) garantire un clima di tranquillità e di sicurezza alla comunità locale, agli operatori economici e commerciali;
b) rafforzare i presidi preposti alla sicurezza e alla tutela della convivenza civile in una città e in un territorio importante della Calabria;
c) stroncare i fenomeni criminali prima richiamati.
(4-16342)
La questione ha formato oggetto di un'apposita riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica tenutasi in data 25 luglio 2005 con la partecipazione del sindaco del comune, nel corso della quale è stata analizzata attentamente
Nella circostanza è emerso che gli accertamenti svolti dalla locale stazione dei Carabinieri - il cui organico, peraltro, pari a 18 unità, risulta adeguato alle effettive esigenze operative - hanno portato a sviluppi positivi. È stata, infatti, deferita in stato di libertà alla competente Autorità giudiziaria una persona per i reati di incendio doloso e minacce.
Sono stati, altresì, rimodellati i servizi di vigilanza privilegiando soprattutto l'arco temporale serale e notturno e rivolte sollecitazioni al sindaco del comune per un maggiore coinvolgimento degli operatori della Polizia municipale nei servizi di controllo del territorio, con l'obiettivo di sviluppare ulteriormente, sul piano operativo, ogni utile forma di collaborazione con le Forze di polizia localmente presenti per accrescere il senso di sicurezza dei cittadini.
Occorre rilevare, peraltro, che l'intera regione Calabria è stata interessata, ormai da tempo, da una recrudescenza del fenomeno degli atti intimidatori ai danni di titolari di funzioni pubbliche, spesso connessi a tentativi di condizionamento della vita politica ed amministrativa.
Di fronte all'aggravarsi delle intimidazioni e degli attentati, nel luglio dell'anno scorso è stato inviato in Calabria il Vice Capo della Polizia e Direttore centrale della Polizia criminale, prefetto Luigi De Sena, che, dopo un ampio giro di consultazioni, conclusosi a Catanzaro con una apposita Conferenza regionale, ha messo a punto un complesso piano di interventi per potenziare il sistema di sicurezza nella regione.
Tali interventi sono stati pianificati su tre livelli: rafforzamento del controllo del territorio, attività informativa e investigativa e coinvolgimento delle istituzioni locali nei Progetti integrati territoriali, anche attraverso la realizzazione di progetti tecnologici, per elevare gli standard di sicurezza, e di programmi di formazione per la diffusione della legalità.
Quest'ultimo aspetto guarda a risultati di più lunga maturazione sul terreno della coesione sociale, di quella presa di coscienza collettiva che resta la condizione indispensabile per la sconfitta della 'ndrangheta da parte dello Stato, delle istituzioni locali e di tutti i calabresi onesti.
Il 27 ottobre 2005, inoltre, sono stati delegati al prefetto di Reggio Calabria i poteri per l'accesso alla ASL di Locri.
Il successivo 28 ottobre 2005 il Consiglio dei ministri ha affidato al prefetto De Seria, l'incarico di prefetto di Reggio Calabria, anche al fine di coordinare tutte le attività di sicurezza pubblica e di contrasto alla criminalità organizzata a livello regionale.
Il Consiglio dei ministri ha, altresì, approvato il piano di interventi straordinari per la Calabria, che si sviluppa su sei linee di intervento.
Com'è noto la 'ndrangheta è oggi la più radicata, la più potente e la più aggressiva delle organizzazioni criminali italiane.
Una delle principali caratteristiche è la sua grande capacità di adattarsi ai processi evolutivi della società globalizzata, mantenendo, nel contempo, il suo assetto arcaico e il ferreo controllo delle aree di origine, basato su intimidazioni, estorsioni e intromissioni nei più importanti settori economici e politico-amministrativi.
Forti di questa consolidata presenza sul territorio di origine dove hanno accumulato il capitale iniziale, molte delle vecchie leadership hanno sviluppato le proprie attività criminali anche in altre aree italiane, europee e di oltre oceano, dedicandosi all'imprenditoria illegale o paralegale e utilizzando tecniche e procedure sofisticate dell'economia e della finanza globale.
Tra le attività illecite la più praticata e redditizia è il traffico della droga: i clan più potenti della 'ndrangheta si sono ormai imposti nelle piazze internazionali fino a controllare grandi flussi di importazione della cocaina dal Sud America in Europa.
Essa ha così assunto un ruolo strategico assunto negli affari illegali calabresi, nazionali e transnazionali, intrecciando progressivamente i suoi interessi con quelli di gruppi narcos sudamericani, spagnoli, olandesi, albanesi, eccetera.
La gestione delle attività minori sul territorio calabrese è delegata ai nuclei gregari, che si contendono le posizioni di preminenza e cercano di entrare nei circuiti più potenti. L'impatto sulla convivenza civile è devastante, il condizionamento delle attività economiche è opprimente.
Questa forma di criminalità organizzata non è più, dunque, un problema solamente calabrese. La dimensione dei suoi insediamenti e la sua proiezione internazionale ne fanno un grave problema per la sicurezza di tutto il Paese.
Forte del suo «familismo amorale» che, da un lato, la rende particolarmente coesa e, dall'altro, la contrappone alla società civile e allo stato di diritto, la 'ndrangheta è insieme, per sua stessa natura, fenomeno criminale e forza eversiva.
Di fronte a questo quadro, il rilancio delle attività di prevenzione e contrasto, ha prodotto risultati oggettivi che dimostrano che in Calabria lo Stato c'è e continuerà a impegnarsi attraverso la costante presenza delle Forze dell'ordine, che con professionalità e senso del dovere hanno realizzato importanti risultati.
La questione però non è solo un fatto limitato alla sicurezza ma coinvolge anche l'aspetto socio culturale della Calabria.
Al riguardo l'amministrazione dell'interno ha cercato di farsi carico anche di questi aspetti pur rimanendo, come è naturale, nell'ambito delle proprie missioni istituzionali.
Si segnala, in particolare, il Piano operativo nazionale per la sicurezza del mezzogiorno, le cui attività direttamente sono funzionali allo sviluppo e all'occupazione e rappresentano, a tutt'oggi, un esempio unico di utilizzazione di fondi europei a favore del comparto sicurezza. Tanto è vero che se ne profila la ripetizione in altri Paesi europei.
La realizzazione di questi progetti interessa massicciamente la Calabria, così come, su un altro piano, la interessano gli ingenti stanziamenti decisi dal C.I.P.E. un anno fa, quando furono destinati alle regioni dell'«Obiettivo 1» 288 milioni di euro per interventi multidisciplinari sulla sicurezza e si accelerò il programma di infrastrutture strategiche che destina una frazione rilevante delle risorse disponibili al monitoraggio degli appalti e dei cantieri.
La sicurezza è così finalmente entrata nell'ambito degli interventi straordinari per il Mezzogiorno.
Ritornando alle linee di intervento, si segnalano, in estrema sintesi, i punti salienti:
In particolare l'Arma dei carabinieri ha già inviato, come del resto la Polizia, un numero cospicuo di uomini della CIO, la Compagnia Interventi operativi, tutti provenienti dall'esterno e uomini che fanno capo al Reparto cacciatori, anche questi dotati di particolare mobilità.
A sua volta, la Guardia di finanza sta realizzando una serie di interventi con l'impiego di specialisti ATPI, cioè Antiterrorismo e Pronto Intervento, e di uomini del gruppo specializzato SCICO. A questi ultimi sono affidati compiti particolari per il controllo dei patrimoni, degli appalti, delle operazioni sospette e degli arricchimenti sospetti.
In tutti questi casi viene impiegato personale in grandissima parte proveniente dall'esterno, non soggetto ad alcun condizionamento di carattere locale.
La seconda linea di intervento è rivolta a rafforzare tutte le attività informative e investigative con specifico riferimento all'applicazione di misure di prevenzione personale e patrimoniale, con l'obiettivo di aggredire le ricchezze illecitamente costituite. A questo fine è stata anche inviata in Calabria una squadra di investigatori della DIA che potrà operare con speciali poteri di accesso e di accertamento presso banche ed altri istituti di intermediazione finanziaria. Recentemente si è insediato Reggio Calabria il nuovo procuratore antimafia che ha già preso contatti con il direttore della DIA e i massimi responsabili del ROS (Carabinieri), dello SCO (Polizia), dello SCICO (Guardia
La terza linea di intervento è rivolta a sorvegliare tutte le operazioni antidroga che in Calabria, in Italia o in altre parti del mondo, vedono coinvolti esponenti o complici della `ndrangheta. A questo fine sono state anche adottate decisioni per potenziare i collegamenti con le polizie straniere e specialmente con le Agenzie investigative antidroga degli Stati Uniti.
La quarta linea riguarda le misure rivolte a promuovere il massimo di sinergie tra le procure e gli altri uffici giudiziari.
Con la quinta linea di intervento si è deciso di potenziare e orientare le forze dei servizi di informazione sul territorio calabrese.
La sesta linea di intervento mira da un lato alla tutela degli amministratori calabresi che sono oggetto di intimidazioni violente e sistematiche, dall'altro a mettere sotto controllo le amministrazioni sospette, invece, di collusioni con la mafia o di inquinamento mafioso. Ciò consentirà di adottare le misure necessarie, prima tra tutte lo scioglimento straordinario delle amministrazioni che risultino inquinate.
Ad oggi risultano sciolti 12 comuni per infiltrazione mafiosa. Per cinque dei essi è ancora in corso la gestione commissariale, mentre sono stati annullati in sede giurisdizionale 3 provvedimenti di scioglimento.
Sono stati altresì adottati 6 provvedimenti di proroga della gestione commissariale.
Si sottolinea che le linee di azione del piano convergono tutte verso un solo obiettivo: l'affrancamento delle comunità locali e dei singoli cittadini dalla presenza criminale. Per raggiungerlo, serve la reazione di tutti a partire dai pubblici poteri: politica, magistratura e amministrazione. Il Ministero dell'interno e le forze dell'ordine lo stanno già facendo e continueranno a farlo con crescente impegno di uomini e mezzi.
A conferma della particolare e continua attenzione dello Stato alla regione Calabria si è tenuta il 9 dicembre 2005 a Reggio Calabria la Conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza, presieduta dal Ministro dell'interno, onorevole Pisanu, e dedicata, in particolare, agli aspetti attuativi del piano di interventi straordinari in corso.
Tra questi, sono stati tratti in arresto 37 latitanti di notevole spessore criminale, di cui quattro inseriti nel «Programma speciale di ricerca dei 30 latitanti più pericolosi» (l'ultimo dei quali, Vincenzo Iamonte, catturato il 30 luglio scorso), 5 inseriti nell'«Opuscolo dei 500» e 28 altri pericolosi lattanti. Sono state disarticolate: 23 associazioni di tipo mafioso, con la denuncia di 363 persone; 99 associazioni per delinquere, con la denuncia di 1.271 persone; 15 associazioni finalizzate al traffico di sostanze stupefacenti, con la denuncia di 414 persone. Inoltre, in tutte le Province, si sono svolti incontri con i rappresentanti istituzionali e del tessuto produttivo in tema di estorsioni e di atti intimidatori nei confronti di pubblici amministratori ed imprenditori.
In tale settore, l'attività di contrasto svolta dalle forze di polizia ha consentito di individuare i responsabili di 250 episodi estorsivi sui 392 denunciati con la segnalazione all'Autorità giudiziaria di 528 persone.
Sono stati, altresì, irrogati 718 avvisi orali ed è stata proposta l'applicazione di 377 misure di prevenzione personali (dati aggiornati al 30 settembre 2005) e 19 patrimoniali (dato aggiornato al 6 dicembre 2005).
A testimonianza dell'impegno che il Governo, le forze dell'ordine e la magistratura stanno profondendo incessantemente nella lotta alla "ndrangheta, si ricorda la positiva conclusione della complessa operazione antimafia denominata «operazione Harem», eseguita dall'Arma dei carabinieri e dalle polizie di diversi Paesi stranieri, coordinata dalla Procura nazionale antimafia e dalla Procura distrettuale di Catanzaro, in collaborazione con la magistratura albanese.
Si segnalano, inoltre, altre importanti operazioni: quella che ha portato nei giorni scorsi alla cattura del pericoloso latitante Roberto Morano, uno dei responsabili della strage di Soriano Calabro, quella brillantemente conclusa il 10 gennaio scorso dall'Arma dei carabinieri in provincia di Reggio Calabria ai danni della cosca Iamonte e, da ultimo quella del 27 gennaio, condotta dalla squadra mobile di Reggio Calabria, con il coordinamento della Direzione centrale per i servizi antidroga, con la quale è stato sgominato un traffico internazionale di droga gestito dalla 'ndrangheta calabrese con i Paesi dell'America Latina.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Michele Saponara.
in data 3 maggio 2005 il ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha emanato un decreto con il quale si definiscono le modalità, i contenuti e le date per lo svolgimento delle prove scritte e gli esami di ammissione ai corsi di specializzazione per l'insegnamento secondario anno 2005/2006;
nel decreto in questione non viene fatto alcun riferimento alla legge n. 68 del 1999 («Norme per il diritto al lavoro dei disabili») che prevede la riserva di alcuni posti agli aventi diritto al collocamento obbligatorio;
secondo l'interrogante, tale atteggiamento del ministero, in riferimento al decreto suddetto, vanifica di fatto lo spirito della legge n. 68 del 1999, essendo la specializzazione requisito essenziale per l'accesso all'insegnamento -:
se il Ministro interrogato non ritenga di modificare le disposizioni del decreto sopra menzionato affinché nei bandi di accesso per esami e titoli alle scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario, sia prevista la riserva dei posti di cui alla legge n. 68 del 1999.
(4-15791)
La richiamata legge 12 marzo 1999 n. 68 ha chiaramente la finalità di promuovere l'inserimento e l'integrazione delle persone disabili nel mondo del lavoro. Di qui la puntuale indicazione delle categorie cui la legge stessa si debba applicare.
Nell'ambito della formazione universitaria, invece, non è prevista alcuna riserva dei posti in quanto si richiede a tutti gli studenti il conseguimento della dovuta preparazione in vista dell'insegnamento che essi dovranno espletare nei confronti di coloro che frequenteranno la scuola secondaria superiore.
In particolare scopo della prova di ammissione alle scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario è quello di ammettere un determinato numero di candidati ad un percorso formativo qualificante per il futuro inserimento nel mondo lavorativo proprio della docenza scolastica.
Il decreto ministeriale 3 maggio 2005, con il quale sono state definite le modalità ed i contenuti delle prove di ammissione, affida alle diverse università l'emanazione dei relativi bandi.
Gli Atenei, pertanto, nell'organizzare le prove terranno conto degli studenti diversamente
La invocata legge 68/1999 troverà applicazione successivamente nei confronti di coloro che, in possesso del titolo rilasciato dalle scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario, vogliano inserirsi nel mondo del lavoro.
Per tale finalità, infatti, annualmente, con decreto del direttore generale per il personale della scuola sono indette le procedure per l'aggiornamento delle graduatorie permanenti.
Gli interessati, all'atto della presentazione della domanda, potranno segnalare la propria situazione di diversamente abili al fine di beneficiare delle agevolazioni previste.
Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Letizia Moratti.
gli italiani sono i maggiori consumatori di acque minerali, così come si evince da una segnalazione pervenutami dall'Assoconsum;
l'industria minerale italiana, che dispone di un ricchissimo e variegato patrimonio sorgivo, ha quindi l'opportunità di una grande crescita grazie anche al business dell'esportazione;
prevalgono i consumi di acque lisce e a bassa mineralizzazione, ma sono in crescita anche le acque a naturale effervescenza e quelle lievemente carbonate, mentre sono in calo i consumi delle acque frizzanti;
sul mercato italiano delle acque minerali sono operative circa 180 fonti che imbottigliano oltre 280 diverse marche;
le regioni sono responsabili delle varie concessioni -:
quante fonti vi sono in Emilia Romagna.
(4-14752)
Parma 5 imprese di produzione, 10 sorgenti; Reggio Emilia 2 imprese di produzione, 3 sorgenti; Modena 2 imprese di produzione, 2 sorgenti; Bologna 1 impresa di produzione, 1 sorgente; Forlì 1 impresa di produzione, 1 sorgente; Rimini 1 impresa di produzione, 2 sorgenti.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Domenico Zinzi.
FASC - Fondo agenti spedizionieri corrieri - offre assistenza ai propri iscritti -:
quanti dipendenti erano in servizio nel 2001 e quanti nel 2004;
(4-15023)
personale in servizio al 31 dicembre 2001: 33 (3 dirigenti, 22 impiegati, 8 portieri);
personale in servizio al 31 dicembre 2004: 26 (2 dirigenti, 20 impiegati, 4 portieri);
spese per il personale in servizio anno 2001: euro 1.2312.824; spese per il personale in servizio anno 2004: 1.318.989.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'IPSEMA - Istituto di previdenza per il settore marittimo - è stato istituito dal decreto legislativo n. 479 del 1994 a seguito della delega conferita al Governo dall'articolo 1 della legge n. 537 del 1993 per il riordino degli enti pubblici di previdenza e assistenza, in sostituzione delle tre Casse marittime (Adriatica, Meridionale e Tirrena) e con gli stessi compiti di queste in materia di assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali e di prestazioni previdenziali di malattia e maternità nel campo marittimo -:
quanti dipendenti erano in servizio nel 2001 e quanti nel 2004;
quanto è costato il personale in riferimento agli anni di cui sopra.
(4-15036)
personale in servizio al 31 dicembre 2001: 227;
personale in servizio al 31 dicembre 2004: 235;
spese per il personale in servizio anno 2001: euro 8.833.356,90; spese per il personale in servizio anno 2004: euro 10.438.535,92.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
il CNPR - Cassa nazionale di previdenza ed assistenza a favore dei ragionieri e periti commerciali - offre assistenza ai propri iscritti -:
se il Governo nomini qualcuno dei consiglieri di amministrazione e se ve ne sono in scadenza per quest'anno e per il 2006;
se il ministero del lavoro esercita una qualsiasi «sorveglianza»;
quanto costa annualmente il funzionamento del consiglio d'amministrazione.
(4-15043)
Il Consiglio di amministrazione dell'Ente nazionale previdenza ed assistenza consulenti del lavoro-ENPACL, dura in carica 4 anni ed è costituito da 11 membri, dieci eletti a scrutinio segreto fra i delegati dell'Associazione ed un rappresentante nominato
Il costo annuale dei componenti del Consiglio di amministrazione, per l'anno 2001, è stato di euro 286.456,00 per compensi e di euro 292.775,00 per indennità, gettoni e rimborsi; per l'anno 2004 di euro 286.456,00 per compensi e di euro 306.589,00 per indennità, gettoni e rimborsi.
Il mandato dell'Organo attualmente in carica scade nel mese di febbraio del 2009.
Si fa presente, infine, che la vigilanza sull'Ente è esercitata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, in conformità a quanto previsto dall'articolo 3 del decreto legislativo n. 509/94.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
FASC - Fondo Agenti, spedizionieri corrieri - offre assistenza ai propri iscritti -:
se il Governo nomini qualcuno dei consiglieri di amministrazione e se ve ne sono in scadenza per quest'anno e per il 2006;
se il ministero del lavoro esercita una qualsiasi «sorveglianza»;
quanto costa annualmente il funzionamento del consiglio d'amministrazione.
(4-15052)
Il Consiglio di amministrazione del Fondo agenti spedizionieri e corrieri-FASC, è composto dal presidente del fondo, dal vice presidente, da sei rappresentanti dei datori di lavoro e da sei rappresentanti dei lavoratori dipendenti.
Il Consiglio di amministrazione dura in carica tre anni e la scadenza del mandato per il consiglio attualmente in carica, è prevista per il 27 giugno 2007.
Il costo del funzionamento di detto organo per l'anno 2001 è stato complessivamente di euro 267.424,00 determinato dai compensi e dai gettoni di presenza; mentre per l'anno 2004 é stato complessivamente di euro 328.317,00, determinato dai compensi e dai gettoni di presenza.
Si fa presente, infine, che la vigilanza sull'ente è esercitata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, in conformità a quanto previsto dal decreto legislativo n. 509 del 1994, in quanto richiamato dal decreto legislativo n. 103 del 1996.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
la Inarcassa - Cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri ed architetti liberi professionisti - è un ente associativo senza scopo di lucro, che esplica attività di interesse pubblico, con personalità giuridica di diritto privato ai sensi degli articoli 12, 14 e seguenti del codice civile e secondo le disposizioni del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509;
l'Inarcassa, ai sensi dell'articolo 38 della Costituzione della Repubblica italiana, provvede ai compiti di previdenza ed assistenza a favore degli iscritti e degli ulteriori destinatari, individuati dalle norme dello Statuto, inoltre, compatibilmente con le disponibilità di bilancio, svolge attività integrative a favore degli stessi iscritti -:
se il Governo nomini qualcuno dei consiglieri di amministrazione e se ve ne sono in scadenza per quest'anno e per il 2006;
quanto costa annualmente il funzionamento del consiglio d'amministrazione.
(4-15054)
Il Consiglio di amministrazione della Cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri ed architetti liberi professionisti-INARCASSA, dura in carica 5 anni ed è costituito da 11 membri, eletti fra gli iscritti alla Cassa stessa.
Il costo annuale dei componenti del Consiglio di amministrazione, per l'anno 2001, è stato di euro 302.128 (Iva e contributo integrativo esclusi) per indennità di carica e di euro 141.071 (IVA e contributo integrativo inclusi) per rimborsi spese; per l'anno 2004, di euro 302.128 (Iva e contributo integrativo esclusi) per indennità di carica e di euro 157.682 (IVA e contributo integrativo inclusi) per rimborsi spese.
Il mandato dell'organo attualmente in carica scade nel mese di giugno 2009.
Si fa presente, infine, che la vigilanza sull'Ente è esercitata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, in conformità a quanto previsto dall'articolo 3 del decreto legislativo n. 509 del 1994.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
gli italiani sono i maggiori consumatori di acque minerali, così come si evince da una segnalazione pervenuta all'interrogante dall'Assoconsum;
l'industria minerale italiana, che dispone di un ricchissimo e variegato patrimonio sorgivo, ha quindi l'opportunità di una grande crescita grazie anche al business dell'esportazione;
prevalgono i consumi di acque lisce e a bassa mineralizzazione, ma sono in crescita anche le acque a naturale effervescenza e quelle lievemente carbonate, mentre sono in calo i consumi delle acque frizzanti;
sul mercato italiano delle acque minerali sono operative circa 180 fonti che imbottigliano oltre 280 diverse marche;
le regioni sono responsabili delle varie concessioni -:
quante fonti vi siano nel Lazio.
(4-15119)
Attualmente, solo in 14 delle attività minerarie, l'acqua viene imbottigliala e commercializzata dalle seguenti aziende: Acqua di Nepi, Acqua Sacra, Capannelle, Ceciliana, Claudia, Cottorella, Egeria, Filette, Fiuggi, Fonte delle Rocce, Fonte Viva, Regilla, San Luca, Suio.
Le classificazioni delle acque minerali sono: minimamente mineralizzate: residuo fisso fino a 50 mg/l; oligominerali: residuo fisso da 50 a 500 mg/l; minerali (medio minerali): residuo fisso da 500 a 1.500 mg/l; ricche di sali minerali: residuo fisso oltre 1.500 mg/l.
Il territorio laziale, caratterizzato da varietà di acque (oligominerali, medio-minerali e quelle ricche di minerali), ha come peculiarità le acque effervescenti naturali.
La regione Lazio ha disciplinato il settore delle acque minerali con la legge regionale 26 giugno 1980, n. 90 e successive modificazioni.
Per quanto concerne le competenze nel settore, queste sono affidate al Dipartimento economico e occupazionale - Ispettorato regionale di Polizia mineraria, per la parte strettamente mineraria, relativa ai pozzi di captazione e allo stoccaggio delle acque, nonché per i controlli sulla sicurezza dei luoghi e dei lavoratori in tali ambiti.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Domenico Zinzi.
gli italiani sono i maggiori consumatori di acque minerali, così come si evince da una segnalazione pervenuta all'interrogante dall'Assoconsum;
l'industria minerale italiana, che dispone di un ricchissimo e variegato patrimonio sorgivo, ha quindi l'opportunità di una grande crescita grazie anche al business dell'esportazione;
prevalgono i consumi di acque lisce e a bassa mineralizzazione, ma sono in crescita anche le acque a naturale effervescenza e quelle lievemente carbonate, mentre sono in calo i consumi delle acque frizzanti;
sul mercato italiano delle acque minerali sono operative circa 180 fonti che imbottigliano oltre 280 diverse marche;
le regioni sono responsabili delle varie concessioni -:
quante fonti vi siano in Umbria.
(4-15120)
La legge regionale n. 48/1987, ha attribuito alla Giunta regionale le funzioni amministrative di vigilanza sulle attività di ricerca, coltivazione e utilizzazione delle acque minerali, compresa quella di polizia mineraria, limitatamente ai lavori minerari ed a quelli eseguiti delle sorgenti e nelle relative pertinenze.
Il servizio difesa del suolo, cave, miniere ed acque minerali provvede all'accertamento degli adempimenti e delle infrazioni previste, mentre i controlli di carattere igienico-sanitario sulla produzione, lavorazione, distribuzione e commercio delle acque minerali vengono coordinati dalla direzione regionale sanità e servizi sociali, che si avvale delle USL competenti per territorio.
Nel territorio regionale sono presenti 16 acque minerali, utilizzate, ai fini dell'imbottigliamento, da 10 ditte concessionarie.
La maggior parte delle sorgenti di acque minerali di caratteristiche oligominerali sono ubicate negli acquiferi carbonatici della dorsale appenninica, nei comuni di Scheggia-Pascelupo (Motette, Fonte S. Chiata), Gualdo Tadino (Rocchetta), Nocera Umbra (Angelica e Flaminia), Foligno (Sassovivo), Sellano (Fonte Tullia), Cerreto di Spoleto (Viva e Misia), Gubbio (Lieve).
A ridosso dei massicci cartonatici dei Monti Martani, sono ubicate le acque mediominerali ed effervescenti naturali nei comuni di Massa Martana (Sanfaustino), Acquasparta (Amerino), San Gemini (Sangemini, Fabia e Fonte Aura).
Compresa fra le sorgerti di acque minerali, va citata la sorgente Tione, ubicata, nei complessi vulcanici del comune di Orvieto.
Si riporta elenco riepilogativo delle acque minerali imbottigliate, suddivise per ditte concessionarie e per denominazione delle aree di concessione per il relativo sfruttamento:
concessionaria Rocchetta S.p.A., concessione Rocchetta, acqua minerale Rocchetta;
concessionaria Sangemini S.p.A., concessione Sangemini perpetua, Sangemini II, Sangemini Ampliamento, Sangemini Ampliamento Bis, acqua minerale Sangemini, Fabia, Fonte Aura;
concessionaria Nocera Umbria Fonti Storiche S.p.A., concessione Angelica, Flamina, acqua minerale Angelica, Flaminia;
concessionaria Società per azioni delle Acque di S. Francesco, concessione Amerino, acqua minerale Amerino;
concessionaria S.I.A.MI. S.p.A. - Società Italiana Acque Minerali, concessione Le vene di Vignoli, S. Lorenzo, S. Donato, acqua minerale Viva, Misia, Lieve;
concessionaria Ditta Massenzi Evelino, concessione Sassovivo, acqua minerale Sassovivo;
concessionaria Tulli Acque Minerali S.r.l., concessione Premula Fonte Tullia, acqua minerale Fonte Tullia;
concessionaria Idrologica Umbra S.r.l., concessione Sanfaustino, acqua minerale Sanfaustino;
concessionaria Motette S.r.l., concessione Molino delle Ogne, acqua minerale Motette, Fonte S. Chiara.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Domenico Zinzi.
come si evince da una nota dell'Assoconsum, la rivista francese Que Choisir ha controllato con un test su 16 gel doccia se questi prodotti fossero realmente extradolci e naturali sulla pelle, così come afferma la pubblicità;
solo tre prodotti si sono aggiudicati una buona valutazione per quanto riguarda la composizione;
in riferimento ai restanti 13 è emerso che contengono conservanti indesiderabili, allergeni ed, anche se in piccola quantità, sostanze tossiche irritanti -:
quali iniziative di carattere normativo si intendano adottare affinché sia stabilito che nelle etichette di questi prodotti siano indicati i componenti utilizzati.
(4-17383)
La legge 11 ottobre 1986, n. 713 e successive modifiche ed integrazioni, oggetto di frequente aggiornamento allo scopo di recepire le disposizioni comunitarie in materia di produzione e vendita di prodotti cosmetici, indica espressamente, nei propri allegati, le sostanze vietate nella produzione dei cosmetici e quelle autorizzate solo a determinate condizioni e concentrazioni.
Tali elenchi vengono costantemente verificati in ambito comunitario, anche sulla scorta delle valutazioni dello Scientific committee on consumer products - SCCP (già Scientific Committee on Cosmetic products and Non - Food Products intended for Consumers - SCCNFP).
L'articolo 8 prevede, tra l'altro, l'indicazione nominale degli ingredienti nelle etichette dei prodotti cosmetici e la relativa sanzione amministrativa in caso di inosservanza.
Per i composti odoranti è aromatizzanti e le loro materie, prime non è prevista la specifica menzione nell'elenco degli ingredienti; devono essere indicati con i termini «profumo», «parfum» o «aroma».
Il decreto legislativo 15 febbraio 2005, n. 50, di attuazione di direttiva comunitaria, ha introdotto, peraltro, una norma più stringente, prevedendo l'obbligo di indicare specificatamente nella etichetta, nell'elenco degli ingredienti, anche alcuni componenti di profumi, qualora presenti in quantità superiore a determinate concentrazioni.
Tale obbligo è correlato alla necessità d'informare il consumatore della possibile potenzialità sensibilizzante dei componenti stessi.
Il Ministero della salute già da tempo segue con attenzione, in accordo con gli organismi comunitari, le problematiche correlate alla produzione dei prodotti cosmetici
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Domenico Zinzi.
come si evince da un articolo a firma di Filippo Facci, pubblicato su Il Giornale, in data 11 dicembre 2005, sono molti i sacerdoti perseguitati in Cina ed alcuni sono, addirittura, ultraottantenni;
Monsignor Giacomo Su Zhimin, diocesi di Baoding, Hebei, ha 72 anni è stato arrestato ed è scomparso dal 1996;
il governo cinese ha, ripetutamente, negato la detenzione sostenendo che è impegnato in attività missionaria -:
di quali informazioni disponga in merito al caso sopra segnalato; in particolare, quali siano i motivi per cui non sia stato garantito un vero diritto alla difesa e dove si trovi attualmente monsignor Giacomo Su Zhimin nell'ipotesi in cui lo stesso effettivamente non sia detenuto;
quali iniziative ritenga di dover adottare presso il governo cinese affinché sia garantita la libertà di culto.
(4-19392)
come si evince da un articolo a firma di Filippo Facci, pubblicato su Il Giornale, in data 11 dicembre 2005, sono molti i sacerdoti perseguitati in Cina ed alcuni sono, addirittura, ultraottantenni;
Monsignor Francesco An Shuxin, ausiliario diocesi di Baoding, Hebei, ha 54 anni è stato arrestato ed è scomparso dal 1997 -:
di quali informazioni disponga in merito al caso sopra segnalato;
in particolare, quali siano i motivi per cui non sia stato garantito un vero diritto alla difesa e dove si trovi attualmente monsignor Francesco An Shuxin, nell'ipotesi in cui lo stesso effettivamente non sia detenuto;
quali iniziative ritenga di dover adottare presso il governo cinese affinché sia garantita la libertà di culto.
(4-19393)
come si evince da un articolo a firma di Filippo Facci, pubblicato su Il Giornale, in data 11 dicembre 2005, sono molti i sacerdoti perseguitati in Cina ed alcuni sono, addirittura, ultraottantenni;
Monsignor Han Dingxian, diocesi di Yongnian-Handan, Hebei, ha 66 anni è stato arrestato nel dicembre 1999;
in passato, è stato in prigione per circa 20 anni, attualmente rimane sempre isolato ed impossibilitato ad incontrare chiunque -:
di quali informazioni disponga in merito al caso sopra segnalato;
in particolare, quali siano i motivi per cui non sia stato garantito un vero diritto alla difesa e dove si trovi attualmente monsignor Han Dingxian, nell'ipotesi in cui lo stesso effettivamente non sia detenuto;
quali iniziative ritenga di dover adottare presso il governo cinese affinché sia garantita la libertà di culto.
(4-19394)
come si evince da un articolo a firma di Filippo Facci, pubblicato su Il Giornale, in data 11 dicembre 2005, sono molti i sacerdoti perseguitati in Cina ed alcuni sono, addirittura, ultraottantenni;
l'ultima volta venne arrestato nel dicembre del 1990 e rilasciato nel 1993, da allora è vissuto in isolamento forzato fino al suo ultimo arresto -:
di quali informazioni disponga in merito al caso sopra segnalato;
in particolare, quali siano i motivi per cui non sia stato garantito un vero diritto alla difesa e dove si trovi attualmente monsignor Cosma Shi Enxiang, nell'ipotesi in cui lo stesso effettivamente non sia detenuto;
quali iniziative ritenga di dover adottare presso il governo cinese affinché sia garantita la libertà di culto.
(4-19395)
come si evince da un articolo a firma di Filippo Facci, pubblicato su Il Giornale, in data 11 dicembre 2005, sono molti i sacerdoti perseguitati in Cina ed alcuni sono, addirittura, ultraottantenni;
Monsignor Filippo Zhao Zhendong, diocesi di Xuanhua, Hebei, ha 84 anni è stato arrestato alla fine di dicembre del 2004 -:
di quali informazioni disponga in merito al caso sopra segnalato;
in particolare, quali siano i motivi per cui non sia stato garantito un vero diritto alla difesa e dove si trovi attualmente monsignor Filippo Zhao Zhendong, nell'ipotesi in cui lo stesso effettivamente non sia detenuto;
quali iniziative ritenga di dover adottare presso il governo cinese affinché sia garantita la libertà di culto.
(4-19396)
come si evince da un articolo a firma di Filippo Facci, pubblicato su Il Giornale, in data 11 dicembre 2005, sono molti i sacerdoti perseguitati in Cina ed alcuni sono, addirittura, ultraottantenni;
Monsignor Giulio Jia Zhiguo, diocesi di Zhengding, Hebei, arrestato più volte, la Santa Sede ha fatto pubblici appelli per la sua liberazione;
ogni mese subisce settimane di «indottrinamento forzato» sulla politica del Governo -:
di quali informazioni disponga in merito al caso sopra segnalato;
in particolare, quali siano i motivi per cui non sia stato garantito un vero diritto alla difesa e dove si trovi attualmente monsignor Giulio Jia Zhiguo, nell'ipotesi in cui lo stesso effettivamente non sia detenuto;
quali iniziative ritenga di dover adottare presso il governo cinese affinché sia garantita la libertà di culto.
(4-19397)
come si evince da un articolo a firma di Filippo Facci, pubblicato su Il Giornale, in data 11 dicembre 2005, sono molti i sacerdoti perseguitati in Cina ed alcuni sono, addirittura, ultraottantenni;
Monsignor Giuseppe Fan Zhongliang, diocesi di Shanghai, ha 85 anni, è malato ed è sempre sorvegliato -:
di quali informazioni disponga in merito al caso sopra segnalato;
in particolare, quali siano i motivi per cui non sia stato garantito un vero diritto alla difesa e dove si trovi attualmente monsignor Giuseppe Fan Zhongliang, nell'ipotesi in cui lo stesso effettivamente non sia detenuto;
(4-19398)
Per quanto riguarda la Cina, non si dispone al momento di informazioni dettagliate circa i casi individuali segnalati dall'interrogante; essi saranno tuttavia monitorati nell'ambito dell'azione a tutela della libertà religiosa nel Paese, regolarmente sollevata nel quadro del dialogo strutturato Unione europea-Cina sui diritti umani, che a partire dal 1997, su richiesta cinese, si svolge a cadenza semestrale alternativamente a Pechino e nella capitale europea che detiene la Presidenza di turno dell'Unione europea. Tali consultazioni consentono, infatti, tra l'altro, all'Unione europea di segnalare all'attenzione delle Autorità cinesi casi individuali di violazione dei diritti umani, per i quali vengono sollecitati interventi di clemenza e/o riparazione.
Il tema della libertà religiosa è stato pertanto sollevato anche nel corso dell'ultima sessione di tale dialogo, tenutasi a Pechino il 24-25 ottobre 2005. Il dialogo, per quanto riguarda il tema della libertà di religione e di culto, si è incentrato sulla distinzione tra attività religiose riconosciute e attività considerate «illegali», sul trattamento rivolto alle cinque religioni ufficiali rispetto agli altri culti, nonché sull'obbligo di registrazione cui sono sottoposti i gruppi religiosi. La controparte cinese ha cercato di rispondere alle suddette questioni sollevate dall'Unione europea, sostenendo come i propri regolamenti siano in linea con le convenzioni internazionali. Tuttavia, a detta della Troika europea, il controllo esercitato dal Governo cinese all'interno dell'ambito religioso contravviene alle norme internazionali in materia. Inoltre, per quanto la registrazione dei diversi gruppi religiosi sia giustificata con ragioni di ordine pubblico, la stessa registrazione alimenta la discriminazione nei confronti di tutti i culti che non sono riconosciuti. Lo scambio di opinioni sull'argomento ha pertanto confermato le preoccupazioni dei delegati europei circa le restrizioni cui la libertà religiosa sarebbe sottoposta in Cina.
Analoga preoccupazione è stata espressa dai Capi Missione dell'Unione europea accreditati a Pechino, secondo i quali benché lo Stato cinese garantisca a livello costituzionale la libertà di religione, nella pratica, tuttavia, le libertà di pensiero, coscienza e religione risultano fortemente limitate. Le cinque religioni ufficiali riconosciute (il Buddismo, l'Islamismo, il Taoismo, il Cattolicesimo ed il Protestantesimo) sono sottoposte a dure restrizioni e regole che devono rispettare.
In particolare, sempre secondo quanto riferiscono i Capi missione dell'Unione europea, il numero crescente di aderenti alle cosiddette «Chiese sotterranee» cristiane spingerebbe le autorità cinesi ad operare notevoli pressioni su di essi per farli aderire alle Chiese riconosciute ufficialmente.
Un passo in avanti verso una maggiore protezione del diritto alla libertà religiosa è costituito dal nuovo regolamento sulla libertà di credo religioso introdotto in Cina il 1o marzo 2005. La nuova normativa disciplina in un unico quadro organico nazionale la materia, ribadendo il diritto costituzionale per i cittadini di aderire, qualora vogliano, ad un credo religioso, purché questo sia «legittimo» (cioè riconosciuto). Tale risultato, ancorché parziale, può essere ascritto anche agli sforzi messi in atto dall'Unione europea.
La necessità che Pechino faccia ulteriori progressi in materia di rispetto di diritti umani (e quindi anche nella sfera della libertà di religione) è altresì rappresentata in ogni possibile riunione bilaterale con esponenti del governo cinese. Il 18 marzo 2005 a Roma il Ministro degli esteri Fini ha nuovamente evocato, nel corso del suo incontro con il Ministro degli esteri della Repubblica popolare cinese Li Zhaoxing, la questione del rispetto dei diritti umani ribadendo la necessità che Pechino compia
L'Italia è quindi ben consapevole delle difficoltà e degli ostacoli che si frappongono al libero apostolato della Chiesa cattolica in Cina, dove permane la dicotomia tra la «Associazione Cattolica Patriottica», legata al Partito comunista cinese, e la Chiesa cattolica non ufficiale fedele al Romano Pontefice. La problematica sollevata dall'interrogante va peraltro inserita nel complesso quadro dei contatti - che l'Italia facilita e guarda con favore - da tempo in corso tra Santa Sede e Repubblica popolare cinese per il reciproco riconoscimento diplomatico. Essa attiene, altresì, a questioni relative alla sfera della sovranità cinese e alla missione universale della Chiesa cattolica esulando, pertanto dalla competenza dello Stato Italiano. Interventi dell'Italia volti a stigmatizzare i comportamenti di una delle parti, o addirittura l'adozione di misure di ritorsione finalizzate a far pressione su una delle parti, sarebbero inopportuni e potrebbero risultare controproducenti, anziché favorire lo sviluppo del dialogo.
Per completezza di informazione, si ricorda infine che, in occasione dei lavori della 61a sessione annuale della CDU (Commissione diritti umani) tenutasi a Ginevra dal 14 marzo al 22 aprile 2005, la Presidenza lussemburghese, nel discorso pronunciato il 23 marzo 2005 a nome dell'UE sulle violazioni dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali nel mondo, ha posto un'enfasi particolare sul rispetto dei diritti umani in Cina. In tale circostanza, la Presidenza ha riaffermato il valore attribuito dall'Unione al dialogo strutturato con la Cina come prezioso mezzo di comunicazione, capace di contribuire a portare miglioramenti concreti e tangibili circa la situazione dei diritti dell'uomo in quel Paese, grazie alla possibilità di sollevare con le autorità di Pechino le questioni che più suscitano la preoccupazione dell'UE, tra le quali, appunto, la questione della libertà religiosa.
Da parte del Governo italiano e dell'Unione europea si continuerà a seguire con estrema attenzione la situazione della libertà religiosa in Cina e non si mancherà di continuare a richiamare il Governo cinese al pieno rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali nel Paese.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Margherita Boniver.
come si evince da un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, l'Italia è in coda nelle classifiche dei dottori veri, ma in testa in quelle degli atenei taroccati;
nel corso del 2005, l'Antitrust ne ha messi sotto inchiesta 14 e 5 li ha già condannati;
negli ultimi anni, vi è stato un delirante moltiplicarsi di nuove università e sezioni staccate, sparse per tutta la penisola;
la «Libera Privata Università di Diritto Internazionale» dell'Isfoa, Istituto Superiore di Finanza ed Organizzazione Aziendale, scrive nel suo sito di voler diffondere i principi dell'Open University, programma di matrice anglosassone e promette ai suoi iscritti decine e decine di percorsi formativi;
la summenzionata università ha sedi nella Quinta strada di New York, nel Principato di Monaco, a Sofia e persino in Polinesia;
la sede centrale si trova a Rruga Tefta Tashko, 104/106 a Tirana, dove la società albanese è stata registrata l'8 settembre 2005 -:
se l'Università citata in premessa si sia avvalsa del contributo statale previsto dall'articolo 3 della legge n. 243 del 1991.
(4-19828)
come si evince da un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, l'Italia è in coda nelle classifiche dei dottori veri, ma in testa in quelle degli atenei taroccati;
nel corso del 2005, l'Autorità Garante per la concorrenza e il Mercato ne ha messi sotto inchiesta 14 e 5 li ha già condannati;
negli ultimi anni, vi è stato un delirante moltiplicarsi di nuove università e sezioni staccate, sparse per tutta la penisola;
la «Libera Università Internazionale G. W. Leibniz», è attiva con sedi a Milano, Roma, Bergamo e Lamezia Terme;
l'ateneo di cui sopra sostiene di avere un rettore ed un senato accademico ed una direzione accademica;
l'Antitrust l'aveva già sanzionata nel 2003, specificando che la sedicente università non gode di alcun riconoscimento od accreditamento in Italia e che i titoli rilasciati dalla stessa, non possono qualificarsi come titoli aventi valore di legge -:
se l'università citata in premessa si sia avvalsa del contributo statale previsto dall'articolo 3 della legge n. 243 del 1991.
(4-19829)
come si evince da un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, l'Italia è in coda nelle classifiche dei dottori veri, ma in testa in quelle degli atenei taroccati;
nel corso del 2005, l'Antitrust ne ha messi sotto inchiesta 14 e 5 li ha già condannati;
negli ultimi anni, vi è stato un delirante moltiplicarsi di nuove università e sezioni staccate, sparse per tutta la penisola;
il «Cetus» - Centro di Tecnologia Universitaria Straniera - la cui sede principale si trova al piano terra di un brutto palazzone al numero 2220 di Via Aurelio Di Bella, periferia di Palermo;
consultando il sito internet del Cetus emerge che lo stesso è un Campus di cultura universitaria per la Sicilia, altamente specializzato nella realizzazione di corsi per il conseguimento del Dottorato di Laurea degli Stati Uniti d'America ottenendo ulteriori titoli, tutti legalmente riconosciuti;
l'Antitrust ha denunciato che si tratta di un falso, poiché le carte non valgono nulla -:
se l'Università citata in premessa si sia avvalsa del contributo statale previsto dall'articolo 3 della legge n. 243 del 1991.
(4-19830)
Al riguardo si fa presente quanto segue. In via preliminare, appare opportuno ricordare la normativa vigente in materia.
Ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 262/58 e dell'articolo 1 della legge 341/90, esclusivamente le istituzioni universitarie statali e quelle non statali autorizzate a rilasciare titoli aventi valore legale possono conferire, con le modalità e nei casi indicati, i titoli di studio universitari e le qualifiche accademiche espressamente individuate dalla predetta normativa.
Si sottolinea, inoltre, che soltanto le predette istituzioni universitarie statali e non statali riconosciute possono legittimamente
Ad oggi non risulta che la Libera università internazionale «G. W. Leibniz», la Libera università di diritto internazionale «ISFOA» ed il Centro di tecnologia universitaria straniera «CETUS», oggetto delle interrogazioni, abbiano mai richiesto o ottenuto da questo Ministero alcuna autorizzazione a rilasciare titoli o ad operare in qualità di «filiazione» di Università straniere e naturalmente non hanno percepito il contributo statale previsto dall'articolo 3 della legge n. 243 del 1991.
Trattasi, infatti, di sedicenti istituzioni universitarie, ben note a questo Ministero, che ha provveduto a denunciarle all'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato - direzione per la pubblicità ingannevole - per i messaggi promozionali da esse utilizzate, con cui millantavano la possibilità di rilasciare titoli riconoscibili dall'Ordinamento universitario italiano.
Il Ministero si è reso parte attiva nello svolgimento delle inchieste aperte dal garante a seguito di tale denunce tenendolo costantemente informato sia sulla normativa in materia sia sulle attività delle suindicate istituzioni, in merito alle quali sono state assunte dalle Prefetture, nel cui circondario queste hanno sede, tutte le necessarie informazioni.
Per evitare la sussistenza ed il ripetersi di tali situazioni e per tutelare medio tempore gli studenti, si è anche provveduto a diramare apposite note informative volte a tenere gli altri dicasteri e gli enti pubblici costantemente aggiornati sulle nuove istituzioni universitarie autorizzate a rilasciare titoli aventi valore sul territorio nazionale e soprattutto su quelle che invece millantano soltanto la possibilità di rilasciare detti titoli.
Su queste ultime istituzioni il Ministero è, poi, costantemente pronto a fornire informazioni, sia via e-mail che telefonicamente, a quanti le richiedano.
Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Letizia Moratti.
presso la provincia di Mantova è stata depositata la richiesta di procedere ad ulteriori escavazioni di inerti (sabbia e ghiaia) presso l'area denominata Cava della Signora nel comune di Goito, già sede di un'escavazione rientrante nell'attuale piano cave della stessa provincia;
la richiesta inoltrata ammonta a oltre 12 milioni di metri cubi di inerti e non è compatibile con l'attuale piano cave in vigore;
visto il quantitativo eccezionalmente elevato della richiesta, è prevedibile che la stessa richiesta non possa essere accolta nemmeno nel futuro piano cave, anche perché la stessa cava è già stata utilizzata per l'escavazione di oltre 2 milioni di metri cubi di inerte;
al riguardo la provincia di Mantova, attraverso il suo vicepresidente e assessore al territorio in una recente intervista alla Gazzetta di Mantova, ha reso pubblica la questione e informato di aver indirizzato la richiesta di escavazione dei 12 milioni di metri cubi di inerti alla regione Lombardia, affinché la richiesta stessa sia ricompresa nel piano cave;
il vice presidente, ritenendo il quantitativo da escavare eccessivo, preannuncia come la regione non possa, proprio per tali motivi, accordarlo;
in base alla normativa in vigore, tali quantitativi potrebbero comunque essere
poiché nella zona dell'alto e medio mantovano sono stati proposti e approvati i progetti di due autostrade, la Mantova/Cremona (di competenza regionale) e il TIBRE (di competenza statale) per le quali sono già state attivate le procedure inerenti l'iter burocratico di assegnazione degli appalti, il pericolo è che in tempi brevi senza nessun ostacolo, possano partire le escavazioni che distruggerebbero una delle zone più belle del mantovano col solo risultato di portare ingenti patrimoni economici alle società dei cavatori, giacché è risaputo l'enorme valore economico commerciale del materiale inerti edile (sabbia e ghiaia principalmente) e la mancanza di scrupoli delle imprese del settore che richiedono in continuazione l'ampliamento dei piano provinciale e vedono nelle progettazioni delle infrastrutture proposte occasioni di lucro irripetibili;
il territorio della provincia di Mantova non può più essere soggetto ad ulteriori escavazioni perché danneggerebbero in modo irreparabile il patrimonio ambientale, naturalistico e storico-architettonico della zona e ciò anche in considerazione dell'ulteriore richiesta di procedere ad un'ennesima cava, il cui progetto è stato presentato nello scorso mese di maggio 2005 alla stessa provincia di Mantova, direttamente da un'impresa di cavatori in località Rocca Bertana al confine fra il comune di Curtatone e quelli di Castellucchio e Rodigo per ricavarne oltre 800.000 metri cubi di inerti per un ricavo stimato nelle vecchie lire di oltre 7 miliardi;
la gravità della situazione è accentuata, se possibile, dal fatto che la domanda è stata formulata come richiesta di «bonifica» dell'area e ciò, molto probabilmente, al fine di aggirare i divieti posti dalle attuali previsioni del piano cave in vigore, oramai completato nelle previsioni di escavazione e che vedrebbe rimandati ulteriori interventi ordinari al prossimo anno (la bonifica invece non rientrerebbe negli interventi soggetti a limiti);
che negli ultimi anni la provincia di Mantova ha adottato «piani cava» che hanno costantemente aumentato ed allargato le aree destinate ad escavazione sia di competenza provinciale che di privati, ampliando enormemente la zona escavata a ridosso dello stesso Parco del Mincio e di numerose aree di pregio naturalistico e storico-archeologico della provincia;
una delle autostrade in progetto, la Mantova/Cremona, non rientra nel programma di governo dell'amministrazione provinciale in carica ed è stata proposta solo successivamente dalla stessa giunta provinciale, senza nemmeno aver ricevuto formale approvazione da parte del consiglio provinciale essendo stata presentata all'interno di una variante complessa del piano delle opere pubbliche, riguardante numerose e diverse questioni di carattere generale, e fa, per contro, parte di in un'area protetta a valenza naturalistica e di importanza comunitaria (il paleoalveo del fiume Mincio) che gli stessi atti dell'amministrazione (il P.T.C.P.) destinano a parco naturale;
la proposta ha incontrato il diniego e la protesta da parte di molte amministrazioni comunali interessate dal passaggio ed ha originato la costituzione di numerosi comitati di cittadini ed associazioni professionali e di categoria contrarie alla costruzione dell'opera definita inutile, dannosa e costosa;
la stessa autostrada MN/CR è finanziata solo parzialmente, tanto che il tragitto originariamente proposto è stato fortemente ridimensionato e terminerebbe, partendo da Cremona, in località Castellucchio, ovvero nemmeno servirebbe a risolvere i problemi di traffico del tratto di strada mantovano interessato al passaggio;
l'autostrada è solo apparentemente di pertinenza pubblico/privata poiché la
l'opera non è di pertinenza regionale e quindi non può essere soggetta ai soli iter procedimentali intrapresi dalla regione Lombardia e da enti della stessa, terminando nelle previsioni progettuali a Chioggia in Veneto;
la costruzione dell'autostrada MN/CR porterebbe alla necessità di escavazioni degli inerti che si renderebbero indispensabili per la costruzione stessa dell'opera quale interventi di pubblica utilità non soggetti alle limitazioni ed alla regolamentazione vigente di cui alla previsione dei piani cave provinciali, come risulta dalle richieste già avanzate da imprese private del settore in località «Cava della Signora» presso il comune di Goito e da quella di «bonifica» dell'area di Rocca Bertana di Castellucchio, entrambe aree di notevole valore ed importanza naturalistica, ambientale, architettonica ed idraulica ove sono presenti rocche, ponti e manufatti di origine gonzaghesca tutelati o per i quali è avviata la procedura di tutela artistica da parte della competente/sovrintentendenza ai beni architettonici di Mantova, Cremona e Brescia;
anche il tracciato dell'autostrada TIBRE (di competenza statale) devasterebbe una delle zone più belle del territorio provinciale, ovvero quella delle Colline Moreniche che verrebbero attraversate da un'opera che dovrebbe collegare l'autostrada del Brennero con quella del Tirreno attraverso un percorso irragionevolmente più lungo e tortuoso rispetto alle necessità;
il territorio della provincia di Mantova verrebbe, secondo quanto esposto, attraversato da due autostrade interessanti una zona che in base alle caratteristiche dell'area stessa ed agli studi di traffico eseguiti proprio in previsione delle infrastrutture proposte da Regione (la MN/CR) e Governo (il TIBRE) non impone tale necessità mentre, al contrario, le opere iniziate da tempo e concordate sulla base di appositi programmi e protocolli amministrativi di completamento dell'asse interurbano iniziato nel 1996, della definizione dei collegamenti intermodali col Porto di Valdaro, delle vie ferroviarie e delle bretelle autostradali di attraversamento dei Comuni di Goito e Marmirolo -:
se non ritenga altresì opportuno attivarsi affinché l'autostrada TIBRE non venga costruita per i motivi di cui in premessa.
(4-15833)
Per quanto riguarda il tema del materiale di escavazione, la società stradale fa presente che il Piano cave presentato con il progetto definitivo del raccordo autostradale TIBRE (collegamento Tirreno-Brennero), come evidenziato nella «Relazione del piano cave e siti di deposito» allegata al progetto, costituisce uno studio di carattere preliminare redatto sulla base delle indicazioni del SIA (Studio di impatto ambientale).
I progetti di cava presentati sono funzionali alla sola verifica della fattibilità della pianificazione individuata e non prevedono una richiesta di autorizzazione delle cave stesse che competerà a chi realizzerà l'opera.
Gli ambiti estrattivi individuati non sono ricompresi nel Piano cave della provincia di Mantova poiché la stessa ha scelto di inserire nel proprio strumento di pianificazione
L'ANAS rende noto che il ricorso a cave di prestito per opere pubbliche straordinarie è previsto dalla L.R. 14/98 della Lombardia che all'articolo 38 «Estrazione di sostanze di cava per le opere pubbliche» recita: «Per esigenze straordinarie connesse alla realizzazione di grandi opere pubbliche di interesse statale e regionale, qualora risulti impossibile o eccessivamente oneroso reperire sul mercato materiale idoneo, può essere consentita l'estrazione di sostanze di cava in ambiti estrattivi non previsti dai piani fino all'integrazione dei quantitativi occorrenti; in tal caso l'autorizzazione o la concessione spetta alla Giunta regionale che vi provvede, sentita la provincia competente».
Dal punto di vista dell'impatto ambientale, sia relativamente al tema della localizzazione dell'infrastruttura sia a quello del reperimento del materiale da costruzione, la società stradale riferisce che entrambi gli argomenti sono stati oggetto di attenta valutazione da parte del progettista all'interno dello Studio di impatto ambientale, allegato al progetto preliminare.
La documentazione presentata ha ottenuto l'approvazione delle Autorità competenti e da parte del CIPE determinando l'adozione del provvedimento di compatibilità ambientale, la localizzazione dell'opera, la conseguente automatica variazione degli strumenti urbanistici e l'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio.
Relativamente, infine, al tema della desiderabilità sociale dell'opera, l'ANAS pone in evidenza che l'infrastruttura è inserita nel piano delle opere strategiche ed è compresa nella pianificazione territoriale della Provincia di Mantova (PTCP approvato con deliberazione consiliare n. 61 del 28 novembre 2002 - tavole relative al «Sistema insediativo urbano ed infrastrutturale»).
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
risulta all'interrogante che il Comitato cittadino contro l'Elettrosmog di Marcellina, frazione di Santa Maria del Cedro, in provincia di Cosenza, si stia mobilitando proprio in questi giorni contro l'installazione da parte della Rete Ferroviaria Italiana SpA di un'antenna GSM-R in area di proprietà della stessa, situata nel centro abitato, in area sottoposta a vincolo ambientale e ad alta densità abitativa e nei pressi della scuola materna «Sacro Cuore di Gesù» e del locale campo sportivo;
gli abitanti della zona sono molto preoccupati per la loro salute a causa della pericolosità connessa all'emissione di onde elettromagnetiche che proverrebbero dall'installazione dell'antenna, tenuto conto del fatto che l'area in questione è già soggetta a forte inquinamento a causa della presenza della linea ferrata;
secondo l'interrogante, zone già colpite dall'inquinamento elettromagnetico come quella descritta in premessa non dovrebbero essere oggetto di nuove installazioni -:
se non ritengano di doversi attivare presso la Rete Ferroviaria Italiana SpA perché sia sospesa l'installazione dell'antenna al fine di tutelare la salute della popolazione, in ottemperanza del principio di cautela;
quali iniziative, eventualmente anche di carattere normativo,intendano assumere affinché sia attivato presso il ministero della salute un sistema di monitoraggio costante sull'inquinamento elettromagnetico che interessi l'intero territorio nazionale, in modo che vengano evitate a
(4-17251)
L'Istituto superiore di sanità (ISS) ha precisato che le ferrovie italiane utilizzano per la trazione elettrica dei convogli ferroviari la corrente continua, mentre soltanto l'Alta velocità necessita della corrente alternata a 50 Hz.
Per quanto riguarda il sistema GSM-R (GSM Railways), l'Istituto superiore di sanità segnala che è una versione di telefonia cellulare GSM dedicata alle attività ferroviarie, per mezzo della quale vengono effettuate sia le comunicazioni a voce sia le trasmissioni di dati connesse con l'esercizio ferroviario, compreso il controllo della marcia dei treni.
Sotto il profilo della protezione della salute, il GSM-R può essere considerato dotato di caratteristiche simili al sistema GSM, in particolare per quanto riguarda i bassi livelli di potenza utilizzati e, di conseguenza, i bassi livelli di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici ad alta frequenza.
Questi dati escludono, la possibilità di effetti termici nei tessuti biologici degli individui esposti (effetti acuti); inoltre, i risultati della ricerca scientifica, attualmente disponibili, non confermano la possibilità che, dalle stazioni radio base GSM, si manifestino effetti a lungo termine, indotti dall'esposizione a campi elettromagnetici, con frequenza e intensità confrontabili a quelle dei campi immessi nei normali ambienti di vita.
Per quanto riguarda le linee elettriche ad alta tensione, i campi elettrici e magnetici a 50 Hz non sono, normalmente, di intensità tale da poter indurre nei soggetti esposti gli unici effetti sanitari scientificamente accertati, cioè la stimolazione dei tessuti muscolari nervosi.
Esistono, tuttavia, alcune evidenze di cancerogenicità nell'uomo (leucemia infantile) per i campi magnetici a frequenze estremamente basse (ELF, 0-300 Hz); giudicate «limitate» dall'International Agency for Research on Cancer (IARC).
Sulla base di tali evidenze, che si riferiscono a esposizioni prolungate a bassi livelli di campo, la Iarc ha classificato i campi magnetici ELF come possibilmente cancerogeni (gruppo 2B).
L'Istituto superiore di sanità ritiene che l'applicazione del principio di cautela sia maggiormente motivata nei confronti delle linee elettriche piuttosto che per le antenne fisse per telefonia cellulare.
La questione concernente le possibili implicazioni sanitarie connesse con l'utilizzazione dei telefoni cellulari e con l'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici irradiati dalle antenne GSM-R, negli ultimi anni, è stata sottoposta alla attenta valutazione della comunità scientifica internazione ed, in particolare, della Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti (ICNIRP) che, nel 1998, ha emanato specifiche linee guida sui limiti di esposizione per la popolazione e i lavoratori.
L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha avviato dal maggio 1996 il «progetto internazionale CEM (Campi elettro magnetici)», la cui conclusione è prevista per il 2006, allo scopo di stabilire il grado di evidenza scientifica dei possibili effetti sanitari, anche a lungo termine, derivanti dall'esposizione ai campi elettromagnetici, compresi quelli a radiofrequenza emessi dai telefoni cellulari e dalle stazioni ricetrasmittenti.
L'Ufficio stampa dell'OMS ha diramato, nel giugno 2000, un promemoria che, nelle considerazioni conclusive, precisa: «nessuna delle recenti revisioni della letteratura ha concluso che l'esposizione ai campi a radiofrequenza prodotti dai telefoni cellulari o dalle stazioni radio base provochi
Inoltre, nel settembre 2002, il «Comitato internazionale di valutazione per l'indagine sui rischi sanitari connessi all'esposizione ai campi elettromagnetici», istituito, a seguito di una direttiva del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con il Ministro della salute e con il Ministro delle comunicazioni, nel proprio documento ufficiale ha dichiarato che «tutte le analisi delle informazioni scientifiche attualmente disponibili hanno indicato che, pur essendovi delle lacune nelle conoscenze che richiedono di proseguire l'attività di ricerca per migliorare ulteriormente la valutazione dei rischi sanitari, non c'è conferma che l'esposizione ai campi elettromagnetici al di sotto dei limiti indicati dalle linee guida della Commissione internazionale per la protezione dalle radizioni non ionizzanti del 1998 abbia generato conseguenze sanitarie negative».
Per quanto riguarda la disciplina normativa relativa alla tutela della salute della popolazione dai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete, nonché dai campi elettromagnetici ad alta frequenza, nel nostro Paese sono in vigore la legge 22 febbraio 2001, n. 36 «Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici» e due decreti del Presidente del Consiglio dei ministri in data 8 luglio 2003.
Tali provvedimenti normativi prevedono che i livelli di esposizione, nelle aree destinate a permanenze prolungate o intensamente frequentate, non superino determinati valori, che sono largamente inferiori ai limiti di esposizione fissati dalle più autorevoli organizzazioni protezionistiche internazionali e raccomandati dall'Unione europea.
I «Limiti di esposizione», i «Valori di attenzione» e gli «Obiettivi di qualità» previsti dalla normativa italiana hanno tenuto in considerazione, nel rispetto del principio di cautela, i possibili (ma non dimostrati) effetti a lungo termine, in particolare cancerogeni, dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.
L'Istituto superiore di sanità ha sottolineato come non esistano basi scientifiche per una valutazione globale del livello di esposizione che consideri, contemporaneamente, i campi elettromagnetici ad alta frequenza di rete generati da linee elettriche e i campi elettromagnetici ad alta frequenza generati, per esempio, da antenne fisse per telefonia cellulare, quali dal punto di vista protezionistico devono essere considerati come agenti fisici diversi, alla stregua di agenti inquinanti di differente natura, chimica o fisica.
È stato precisato che una sospensione dell'installazione di antenne fisse per telefonia mobile, in zone già caratterizzate da esposizione della popolazione ad agenti inquinanti di altra natura (come per esempio i campi elettrici e magnetici a 50 Hz), non trova fondamento nelle conoscenze scientifiche attualmente disponibili, né può essere invocata sulla base della vigente normativa in materia.
Nel segnalare che le attività di monitoraggio ambientale, comprese quelle citate dall'interrogante, sono di competenza del Ministero dell'ambiente e tutela del territorio e delle agenzie regionali per la protezione dell'ambiente (ARPA), il Ministero della salute conferma l'esigenza che lo sviluppo di qualsiasi tecnologia che modifichi l'ambiente debba essere realizzato in un clima di confronto e di consenso, tenuto conto dei dati tecnico-scientifici disponibili, e, in particolare, di un adeguato e regolare controllo dei livelli di esposizione ambientale della popolazione.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Domenico Zinzi.
l'Uganda è uno dei 19 paesi ai quali il G8 a luglio ha cancellato parte del debito verso il F.M.I. di ben 3,3 miliardi di dollari;
una parte di questo debito, è stato effettuato per comprare armi servite, per armare a volte tribù per scontri tribali -:
se i paesi del G8 si siano impegnati a non vendere armi ai 24 paesi beneficiari della cancellazione del debito.
(4-19356)
La Multilateral Debt Relief Iniziative non prevede che, ai fini della cancellazione del debito multilaterale, siano rispettate condizionalità circa l'acquisto di armamenti, ma richiede che i Paesi eleggibili debbano impegnarsi riguardo una buona gestione macroeconomica, una soddisfacente attuazione della strategia di lotta contro la povertà, una attenta verifica della gestione della spesa pubblica affinché la stessa non abbia a subire deterioramenti dopo il completion point.
L'Uganda rientra nei 19 Paesi beneficiari della cancellazione da parte del FMI. Le risorse liberate dalla cancellazione del debito ai sensi della summenzionata iniziativa, pari a USD 126 milioni, saranno destinate al raggiungimento degli obiettivi del Millennio-Millenniun Development Goals.
Per quanto riguarda la cancellazione del debito bilaterale nell'ambito dell'Iniziativa HIPC, l'Uganda ha firmato con l'Italia - in data 17 aprile 2002, avendo raggiunto il completion point ai sensi dell'«Iniziativa» - un Accordo di cancellazione debitoria finale.
L'Italia, in base alla legge n. 209 del 2000, ha posto precisi vincoli al Paese beneficiario della cancellazione. Quest'ultimo infatti, firmando l'Accordo bilaterale di cancellazione del debito si è impegnato a:
a) rispettare i diritti dell'uomo, le libertà fondamentali e astenersi dall'uso della forza come mezzo per risolvere le controversie internazionali;
b) perseguire lo sviluppo sostenibile nel contesto di una strategia nazionale di riduzione della povertà, elaborata in collaborazione con la società civile nazionale ed i partners internazionali;
c) destinare al bilancio preventivo nazionale risorse per scopi militari senza che queste eccedano le esigenze legittime di sicurezza e difesa del Paese.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
il Sudan è uno dei 19 paesi ai quali il G8 a luglio ha cancellato parte del debito verso il F.M.I. di ben 3,3 miliardi di dollari;
una parte di questo debito, è stato contratto per comprare armi servite, per armare a volte tribù per scontri tribali -:
se siano state date garanzie da questo stato, dirette ad evitare acquisto di armi che come in passato hanno portato a veri e propri genocidi;
se i paesi del G8 si siano impegnati a non vendere armi ai 24 paesi beneficiari della cancellazione del debito.
(4-19357)
Il Sudan, che non fa parte della lista dei Paesi a cui è stato condonato il debito, figura invece tra i Paesi potenzialmente eleggibili per «l'iniziativa HIPC rafforzata», non avendo ancora raggiunto il decision point (prima fase dell'iniziativa).
Le cause del mancato inserimento sono ascrivibili principalmente al conflitto che tuttora imperversa in Darfur e all'accumulo di ingenti arretrati nei confronti delle istituzioni finanziarie internazionali e, soprattutto, regionali.
Per quanto concerne la vendita di armamenti alle parti coinvolte nel conflitto in Darfur, appare opportuno rilevare che il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, con la risoluzione n. 1556 del 30 luglio 2004, ha imposto agli Stati membri il divieto di vendere o fornire armi a individui o entità non governative operanti in Darfur.
Tale divieto è stato successivamente rafforzato con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza n. 1591 del 29 marzo 2005 estendendolo a tutte le parti coinvolte nel conflitto in Darfur. Con la stessa risoluzione è stato istituito, dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, un apposito Comitato che ha il compito di monitorare, attraverso il lavoro di un Panel di esperti, l'efficacia del regime di sanzioni in vigore.
L'attività del Comitato prosegue in virtù dell'estensione del suo mandato decisa fino a marzo 2006 dal Consiglio di Sicurezza. Il Comitato ha presentato il 6 dicembre scorso al Consiglio un rapporto elaborato dal Panel in cui vengono delimitate le responsabilità in materia di cessate il fuoco e di violazioni dei diritti umani in Darfur. Il Pool di esperti sta attualmente elaborando la lista dei responsabili di tali violazioni per poter applicare loro le sanzioni previste dalla risoluzione n. 1591 in materia di congelamento dei beni («assets freeze») e di restrizione di movimento («travel ban»).
L'Unione europea ha assunto, in materia di divieto di esportazioni di armi, una posizione comune ripresa e confermata dal Consiglio dell'Unione europea il 30 maggio 2005, che vieta agli Stati membri dell'Unione di esportare armamenti in Sudan e di fornire assistenza finanziaria collegata ad attività militari.
Gli Stati Uniti, da parte loro, oltre all'embargo sulla vendita di armi adottato da tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite, applicano nei confronti del Sudan anche un embargo economico a carattere più generale.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
il Ghana è uno dei 19 paesi ai quali il G8 a luglio ha cancellato parte del debito verso il F.M.I. di ben 3,3 miliardi di dollari;
una parte di questo debito, è stato contratto per comprare armi servite, per armare a volte tribù per scontri tribali -:
se siano state date garanzie da questo stato, dirette ad evitare l'acquisto di armi che come in passato hanno portato a veri e propri genocidi;
se i paesi del G8 si siano impegnati a non vendere armi ai 24 paesi beneficiari della cancellazione del debito.
(4-19358)
La Multilateral Debt Relief Iniziative non prevede che, ai fini della cancellazione del debito multilaterale, siano rispettate condizionalità circa l'acquisto di armamenti,
Il Ghana rientra nei 19 Paesi beneficiari della cancellazione da parte del FMI. Le risorse liberate dalla cancellazione del debito ai sensi della summenzionata iniziativa, pari a USD 381 milioni, saranno destinate al raggiungimento degli obiettivi del Millennio-Millenniun Development Goals.
Per quanto riguarda la cancellazione del debito bilaterale nell'ambito dell'Iniziativa HIPC, il Ghana ha firmato con l'Italia - in data 1o giugno 2005, avendo raggiunto il completion point ai sensi dell'«Iniziativa» - un Accordo dì cancellazione debitoria finale.
L'Italia, in base alla legge n. 209 del 2000, ha posto precisi vincoli al Paese beneficiario della cancellazione. Quest'ultimo infatti, firmando l'Accordo bilaterale di cancellazione del debito si è impegnato a:
a) rispettare i diritti dell'uomo, le libertà fondamentali e astenersi dall'uso della forza come mezzo per risolvere le controversie internazionali;
b) perseguire lo sviluppo sostenibile nel contesto di una strategia nazionale di riduzione della povertà, elaborata in collaborazione con la società civile nazionale ed i partners internazionali;
c) destinare al bilancio preventivo nazionale risorse per scopì militarì senza che queste eccedano le esigenze legittime di sicurezza e difesa del Paese.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.
a Silvano d'Orbia (Alessandria) nell'acquedotto scorre acqua, dove è stata rilevata presenza di nichel tra i 27 ed i 30 mgl;
oggi sono valutati come tolleranza massima 20 mgl. rispetto a tempi precedenti;
tale fonte di approvvigionamento è l'unica per gli abitanti di tale zona e che non possono autonomamente porvi rimedio (non è un «banale» inquinamento di tipo batteriologico, eliminabile con la bollitura dell'acqua);
tale minerale è causa di tumori e di altre patologie gravi;
risulta all'interrogante che le risposte date ai cittadini allarmati da parte di ASL e ACOS di Novi Ligure sarebbero state almeno generiche ed evasive, senza elementi di riferimento ed accertamento verificabili -:
se sia stata fatta una accurata indagine circa le cause di una così consistente presenza di nichel nell'acqua;
quali siano le valutazioni di riferimento da assumere per comprendere la pericolosità ed il danno che, seppure non nell'immediato si può verificare;
se non intendano attivarsi affinché i NOE e l'Istituto superiore di sanità procedano ad effettuare i necessari controlli, a tutela della salute della popolazione di Silvano d'Orbia.
(4-19281)
Il nichel è un allergene cutaneo e colpisce tra l'8 ed il 15 per cento delle donne adulte e circa l'1 per cento degli uomini: nei casi gravi si hanno eczemi o vescicole agli arti superiori, con notevoli difficoltà per il soggetto che ne è affetto.
L'Organizzazione mondiale della sanità propone, come valore guida per il nichel in acque potabile, la concentrazione di 20 µg/l, valore condiviso dalla normativa europea e nazionale.
L'articolo 13 del decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31, di attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano, prevede che entro il valore massimo ammissibile (VMA) stabilito dal Ministero della salute, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, le regioni e province autonome possano concedere deroghe ai valori di parametro di cui all'allegato I, parte B del decreto stesso, purché la deroga non presenti potenziale pericolo per la salute umana e l'approvvigionamento delle acque, conformi ai valori di parametro, non possa essere assicurato con nessun altro mezzo idoneo.
A seguito della richiesta della regione Piemonte, sulla quale il Consiglio superiore di sanità ha espresso parere favorevole, attualmente il Comune citato risulta essere in regime di deroga per il parametro «nichel».
La documentazione trasmessa unitamente alla richiesta ha evidenziato che:
le cause del superamento dei valori del parametro non sono di natura antropica;
la popolazione interessata è di circa 1.800 abitanti;
la fornitura di acqua potabile non può essere assicurata con nessun altro mezzo congruo;
i lavori di costruzione dell'impianto di trattamento per l'acquedotto, ai fini del rientro nella norma dei valori di parametro, dovrebbero essere ultimati nel mese di agosto 2006.
L'Istituto superiore di. sanità, interessato nel maggio 2003 all'accertamento della presenza di nichel nelle acque dell'acquedotto Rio acque striate (Comuni di Carrosio e Gavi, distanti pochi chilometri da Silvano d'Orbia), ha verificato che tale fenomeno era dovuto alla composizione naturale delle rocce della falda acquifera.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Domenico Zinzi.
sul tratto di strada stradale n. 20 nel comune di Ventimiglia tra la frazione di Porra e quella di Trucco, per circa due chilometri, si è venuta a creare una situazione difficile e pericolosa, per gli incidenti che si stanno moltiplicando in modo veramente allarmante;
il traffico è in forte aumento per i nuovi insediamenti commerciali e residenziali e si somma a quello storico che tradizionalmente utilizza l'arteria per i collegamenti tra la Riviera ligure ed il Piemonte;
grazie alla favorevole congiuntura economica derivante dai minori prezzi di alcuni generi di largo consumo rispetto alla Francia, molti «turisti commerciali» si stanno riversando, ormai da anni a Ventimiglia utilizzando anche tale tratto di strada;
la segnaletica orizzontale messa in opera da parte dell'ANAS ha risolto, forse, qualche problema di rispetto delle normative stradali per l'azienda, ma, di fatto, ha moltiplicato i disagi dei cittadini;
il disagio per i pedoni, non esistendo alcun marciapiede, né strisce pedonali, né semafori, è continuo e si vedono costantemente costretti a percorsi anche pericolosi anche solo per fare la spesa o prendere il pulman;
i bambini per usufruire dello scuolabus devono sostare sul limitare della strada e coloro che abitano dalla parte opposta devono attraversare senza strisce pedonali e con la linea continua;
molte sono le responsabilità per questa situazione: per esempio, il comune che è in ritardo per la sistemazione complessiva della zona, ha infatti concesso molte licenze edilizie, ma non ha affrontato i problemi urbanistici e sociali dei residenti e anche l'ANAS che, a quanto risulta all'interrogante, avrebbe sostanzialmente tollerato l'occupazione abusiva sul limite della strada e accessi non regolati portando la situazione a dei livelli di preoccupazione veramente insostenibili -:
se non ritenga, alla luce di quanto sopra, intervenire, affinché si realizzi un incontro tra tutte le parti interessate, l'Ente proprietario della strada, il comune di Ventimiglia e la provincia di Imperia per giungere al più presto ad una soluzione positiva e definitiva.
(4-17958)
Per quanto attiene alla viabilità pedonale lungo la strada statale n. 20 «del Colle di tenda» nella frazione Porra in comune di Ventimiglia, la società stradale informa che nel luglio del 2002 l'ufficio periferico di Genova aveva autorizzato il Comune di Ventimiglia a realizzare un tratto di marciapiede della lunghezza di ml. 175 in fregio alla suddetta statale.
Tale progetto, se realizzato, avrebbe risolto tutte le problematiche esposte.
Purtuttavia, il citato Comune ha ritenuto di provvedere solamente per un limitato tratto di ml. 80, non risolvendosi, in tale maniera, l'intera problematica.
In merito alle occupazioni abusive delle aree demaniali, l'ANAS rappresenta che è stato elevato un verbale di contravvenzione per una recinzione realizzata senza autorizzazione in proprietà privata ma entro la fascia di rispetto di tre metri dal confine stradale.
In ordine agli accessi esistenti nella frazione Porra, l'ANAS sottolinea che gli stessi sono stati realizzati molti decenni or sono e, preso atto che per alcuni di essi non è mai stata rilasciata una licenza mentre per altri la stessa risulta scaduta, per tutti è in corso l'iter istruttorio ai fini della eventuale sanatoria amministrativa.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
il movimento degli Invisibili ha posto all'attenzione di alcuni parlamentari e del Presidente Ciampi un appello teso a sostenere il caso di Djuro Simic, cittadino croato, nato nell'ex Yugoslavia, arrivato in Italia per la prima volta nel 1998 alla ricerca di compaesani fuggiti dalle zone di guerra e rientrato in Croazia dopo averli ritrovati;
in patria però Simic si è trovato di fronte ad una pericolosa situazione derivante dalla sua passata attività - in tempo di guerra - di organizzatore e gestore del trasporto di generi di prima necessità (riserve alimentari, abbigliamento, medicinali) provenienti da Olanda e Austria, con l'incarico di individuare i luoghi dove ci fosse maggiore necessità di aiuti e predisporre così la consegna;
nello svolgere tale incarico Simic era rimasto però invischiato in una rete di traffici illeciti e truffe, dove gli aiuti venivano
la paura di affrontare la gravità della situazione aveva portato Simic a tacere degli illeciti e nel 1999, ritornato in Italia, inoltrava la richiesta per il riconoscimento dello status di rifugiato politico, status che però, dopo il vaglio della Commissione, gli veniva negato;
Djuro Simic ha denunciato l'intera situazione alle autorità facendo anche i nomi delle persone coinvolte nelle truffe, nomi che ora compaiono nella documentazione allegata alla sua richiesta di asilo politico e che probabilmente non è stata adeguatamente vagliata con la dovuta attenzione;
va inoltre considerato che in Croazia la tutela dei diritti dell'uomo e la libertà di espressione non sono oggetto dell'opportuna attenzione politica che una situazione di siffatta gravità richiederebbe -:
se il Governo ritenga di intervenire affinché il provvedimento di espulsione nei confronti di Djuro Simic venga sospeso, concedendo il tempo necessario affinché la sua domanda di asilo venga riesaminata con la dovuta attenzione.
(4-17511)
La Commissione Centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato ha ritenuto, nell'audizione del 20 dicembre 2000, che non sussistessero, nei confronti dell'interessato, i presupposti di persecuzione individuale e diretta richiesti dalla Convenzione di Ginevra del 1951 e, pertanto, ha adottato un provvedimento negativo in ordine alla richiesta del signor Simic.
Alla luce, tuttavia, dell'atto di sindacato ispettivo presentato dall'interrogante, il caso è stato sottoposto alle valutazioni della Commissione nazionale per il diritto di asilo, che ha deciso di riconvocare il signor Simic Djuro per una nuova audizione.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Giampiero D'Alia.
la legge 31 marzo 2005, n. 43, articolo 1-sexies, sugli incarichi di presidenza recita: «A decorrere dall'anno scolastico 2006-2007 non sono più conferiti nuovi incarichi di presidenza, fatta salva la conferma degli incarichi già conferiti. I posti vacanti di dirigente scolastico sono conferiti con incarico di reggenza. I posti vacanti all'inizio del predetto anno scolastico, ferma restando la disciplina autorizzatoria in vigore in materia di programmazione del fabbisogno di personale di cui all'articolo 39 della legge 23 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni, nonché i vincoli di assunzione del personale delle Pubbliche amministrazioni previsti dalla normativa vigente, sono riservati in via prioritaria ad un apposito corso-concorso per coloro che abbiano maturato, entro l'anno scolastico 2005-2006, almeno un anno di incarico di presidenza»;
e ancora, la legge 17 agosto 2005, n. 168, articolo 3-bis, sul concorso riservato per dirigente scolastico, continua: «Ferma restando la disciplina autorizzatoria in vigore in materia di programmazione del fabbisogno di personale di cui all'articolo 39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449 e successive modificazioni, nonché i vincoli di assunzione del personale delle pubbliche amministrazioni previsti dalla normativa vigente, i posti vacanti di dirigente scolastico all'inizio dell'anno scolastico 2006-2007 sono riservati, in via prioritaria, al conferimento di nomine agli aspiranti inclusi nelle graduatorie del corso-concorso come rideterminate ai sensi dell'articolo 1-octies del decreto-
il Direttore Generale del Personale della Scuola, del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, nell'incontro avuto con le organizzazioni sindacali il 24 novembre scorso, ha preso un chiaro impegno in merito sia alla ricognizione dei posti vacanti al 2006 da mettere a concorso, sia all'accelerazione dell'iter autorizzatorio dell'emanazione del bando;
tuttavia, ad oggi, non è ancora stato indetto il concorso nazionale riservato ai presidi incaricati -:
quale seguito sia stato dato dal Ministero dell'Economia e dal Ministero della Funzione Pubblica all'incontro sopraccitato, ravvisata la necessità cogente di avviare a soluzione definitiva la questione del precariato professionale della Dirigenza scolastica;
se, al fine di individuare una soluzione definitiva in tempi consoni e comunque entro il mese di marzo 2006, sia intenzione del governo indire un concorso riservato a presidi incaricati dando così piene e tempestiva applicazione a quanto stabilito dagli articoli 1-sexies della legge n. 43 del 2005, e 3-bis, della legge n. 168 del 2005.
(4-18941)
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
in data 28 novembre 2005, durante il Consiglio Comunale di Padova, alcuni esponenti della formazione neofascista «Forza Nuova» erano presenti nella sala consiliare del Municipio e, a più riprese, hanno contestato e interrotto il Sindaco mentre rispondeva ad una interrogazione del consigliere comunale e deputato di An Maurizio Saia in difesa di un'iniziativa, promossa da Forza Nuova, dedicata alla presentazione del libro di Semprini «Strage di Bologna, l'ora della verità»;
episodi di questo genere non sono certo una novità nella città di Padova e sono solo l'ennesima dimostrazione dei metodi violenti utilizzati da questa fondazione politica che si rifà al fascismo e al nazismo;
si tratta di un episodio di intolleranza e contestazione ai danni del Sindaco della Città di Padova, che ha reso difficile il normale svolgimento del Consiglio Comunale di lunedì 28 novembre 2005 -:
quali iniziative intenda adottare per prevenire analoghi episodi di intolleranza, in particolare da parte di movimenti politici, come Forza Nuova, che fanno della violenza il proprio modo di agire politico in palese contraddizione con la Costituzione, e con i contenuti della cosiddetta «legge Mancino».
(4-18554)
L'interrogazione chiedeva di conoscere la posizione del sindaco di Padova in ordine ad una manifestazione non preavvisata organizzata, alcuni giorni prima, dal locale movimento dei disobbedienti in contrapposizione ad un incontro pubblico promosso da Forza Nuova.
Il gruppo di giovani presente nell'aula consiliare, ritenendo provocatoria e non esauriente la risposta fornita dal Sindaco di Padova, ha, quindi, esposto polemicamente i manifesti che pubblicizzavano l'incontro pubblico promosso dal movimento politico Forza Nuova, rivolgendo al Sindaco espressioni ingiuriose.
Poco dopo, il gruppo, ritenendo esaurita la protesta, si è allontanato dalla sala consiliare senza dar luogo ad alcuna ulteriore turbativa.
Quanto alle misure che il Ministero dell'Interno può adottare, nei confronti dei movimenti politici estremisti e, in particolare, quanto alla sanzione estrema dello scioglimento del movimento politico di Forza Nuova, si fa presente che l'ordinamento vigente consente l'adozione di un provvedimento di scioglimento di organizzazioni fasciste «sotto qualsiasi forma» (XII disposizione transitoria e finale della Costituzione) solo a seguito di una sentenza penale irrevocabile che abbia accertato l'avvenuta «riorganizzazione del disciolto partito fascista» (articolo 3 della legge 20 giugno 1952, n. 645, così come successivamente modificato), ovvero che abbia accertato un'attività, da parte dell'organizzazione destinataria del provvedimento di scioglimento, volta a favorire reati in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa (articolo 7, decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito in legge dalla legge 25 giugno 1993, n. 205).
Nello specifico, per quanto riguarda Forza Nuova, il Ministero dell'interno non è al momento a conoscenza di pronunce giurisdizionali che legittimino l'adozione di un provvedimento di tale natura.
Si assicura, comunque, che nei confronti dell'attività del movimento «Forza Nuova» l'attenzione è costante, significando, altresì, che le forze dell'ordine hanno tempestivamente informato l'autorità giudiziaria competente, ogniqualvolta le iniziative del movimento hanno assunto carattere di illegalità.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
il consorzio Nettuno ha da tempo attivato la possibilità di conseguire lauree a distanza, col reperimento dei testi d'esame tramite Internet e sostenendo gli esami nelle Facoltà universitarie;
i cittadini italiani residenti all'estero interessati a tale possibilità di studio ne sono al momento esclusi a causa del vincolo relativo alla sede di esame, mentre altri Paesi, anche membri dell'Unione europea, consentono di svolgerli in via telematica presso le proprie ambasciate o i propri consolati -:
quali iniziative intenda assumere affinché, con le debite garanzie di serietà equivalenti a quelle a cui si sottopongono gli studenti negli esami presso le Facoltà e senza oneri a carico dello Stato, le nostre ambasciate e i nostri consolati possano essere utilizzati quali sedi di esame.
(4-19908)
Sulla questione appare opportuno ricordare che il decreto interministeriale 17 aprile 2003, avente ad oggetto i criteri e le procedure di accreditamento dei corsi di studio a distanza delle università statali e non statali e delle istituzioni universitarie, abilitate a rilasciare titoli accademici di cui all'articolo 3 del decreto 3 novembre 1999, n. 509, contiene una precisa disposizione che non è possibile disattendere.
Esso prevede infatti, espressamente, che le verifiche di profitto, strumentali alla valutazione degli studenti delle università telematiche, si svolgano presso le sedi delle università stesse, da parte dei professori universitari e ricercatori (articolo 4, comma 2).
Merita, peraltro, precisare al riguardo che quello della «verifica finale» rappresenta, in effetti, l'unico momento in cui si realizza un «contatto frontale» tra università ed i discenti, essendo, per il resto, i corsi di studio a distanza caratterizzati, ai sensi della richiamata disciplina, da «un alto grado di indipendenza del percorso didattico da vincoli di presenza fisica o di orario specifico» (articolo 3, comma 1, lettera c).
Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Letizia Moratti.
alle interroganti è stato segnalato che nella giornata di giovedì 9 giugno è stata recapitata a tutti gli studenti e al personale dell'Università di Pavia una email - dal sistema di posta interno tramite la mailing list generale (tutti-pv@liste.ateneopv.it) che raggiunge migliaia dì persone per comunicazioni istituzionali - che pubblicizzava, con locandina allegata e logo del comitato per l'astensione al Referendum sulla fecondazione, un'iniziativa pubblica che si svolgerà il 10 giugno 2005 in uno spazio cittadino (e non quindi dell'Università). Un'iniziativa dichiaratamente ed esplicitamente di campagna elettorale referendaria;
normalmente la lista di distribuzione email dell'Università di Pavia viene utilizzata per comunicazioni istituzionali, per comunicazioni concernenti gli uffici universitari, da gruppi legalmente riconosciuti come associazioni universitarie ed eventualmente da enti e/o gruppi esterni all'Ateneo che organizzano iniziative pubbliche all'interno di spazi dell'Università;
è da tener presente che tutti i messaggi indirizzati alle mailing list universitarie sono vagliati da un apposito ufficio dell'Università che verifica l'attinenza delle mail al mondo universitario;
si è pertanto, ad avviso dell'interrogante, di fronte ad un uso grave e scorretto dell'Istituzione universitaria per scopi propagandistici nell'ambito di un confronto elettorale -:
se il Ministro dell'Istruzione ritenga legittimo l'utilizzo di uno strumento di comunicazione di massa gestito da un'Istituzione pubblica per veicolare messaggi non certamente neutri e/o informativi nell'ambito di una campagna elettorale referendaria, in aperta violazione delle norme vigenti;
se non intenda il Ministro dell'Istruzione attivare quanto di competenza per verificare il grave episodio avvenuto nell'Università di Pavia adottando eventuali iniziative in merito.
(4-15117)
Questo Ministero ha, quindi, provveduto a richiedere al prefetto di Pavia ed al
I predetti organi hanno confermato che il Comitato delle pari opportunità dell'università degli studi di Pavia aveva effettivamente e direttamente inviato, in data 18 maggio 2005, alla lista indirizzi e-mail di tutto il personale dell'Università la segnalazione di una Conferenza che si sarebbe tenuta sull'argomento del referendum alla quale, però, avevano fatto seguito altre segnalazioni di iniziative volte a rappresentare le varie posizioni sull'argomento.
Le medesime autorità hanno, inoltre, confermato l'altro episodio riportato, ed hanno precisato che uno studente aveva chiesto di diffondere un volantino riguardante una manifestazione sul referendum, che si sarebbe tenuta il 10 giugno 2005, alle ore 21, presso la locale sala dell'Annunciata, sede della provincia di Pavia, nel quale tra l'altro era riportato il logo del «Comitato per l'astensione al referendum».
Il dipendente dell'università, incaricato di verificare e inviare le notizie sulla lista degli studenti, in base a quanto previsto dal relativo regolamento proprio per evitare episodi del tipo lamentato, lo ha invece inoltrato, per disattenzione o errata valutazione, a tutto il personale.
L'Amministrazione universitaria e il rettore, venuti a conoscenza di questo increscioso episodio, provvedevano ad inviare, in data 10 giugno 2005, al personale e agli studenti, una nota di deplorazione dell'accaduto, con cui si censuravano sia l'iniziativa del Comitato pari opportunità, sia il successivo intervento dello studente, nonché la mancata vigilanza da parte del dipendente incaricato.
L'amministrazione ha poi provveduto a riprendere tale dipendente ed ha ribadito la necessità di un rigoroso rispetto del regolamento relativo all'uso delle e-mail per gli studenti, introdotto solo ai fini di una maggiore funzionalità nelle comunicazioni istituzionali.
Il rettore si è poi formalmente assunto la responsabilità di assicurare che in futuro episodi simili a quello giustamente lamentato non si ripeteranno, ottenendo su questa presa di posizione l'apprezzamento degli studenti che hanno segnalato il fatto.
L'Ateneo pavese ha comunque ribadito di aver sempre evitato che venisse diffuso al suo interno materiale di propaganda politica, specie in periodi di confronto elettorale.
Sulla base degli predetti elementi raccolti in merito ai fatti relativi al presente atto di sindacato ispettivo non sembra che possano essere ascritte particolari responsabilità all'Università pavese, i cui organi hanno provveduto ad accertare e sanzionare opportunamente le eventuali responsabilità emerse.
Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Letizia Moratti.
la «Freccia del Sud», collegamento ferroviario diretto tra le città di Agrigento e Milano, è stato soppresso registrando l'ennesimo atto di isolamento a danno dell'intera provincia di Agrigento;
tale provvedimento amareggia ed indigna migliaia di viaggiatori che nessun ha pensato a preavvisare della soppressione e che in questo gesto hanno visto, secondo l'interrogante, l'ennesimo atto di indifferenza ed insipienza di Trenitalia e dei responsabili politici della provincia -:
se il Ministro interrogato non intenda intervenire presso Trenitalia per ovviare ai disagi incorsi con la soppressione del collegamento Agrigento-Milano, e sia disposta immediatamente la revoca di tale provvedimento;
se non sia altresì necessario intervenire presso RFI perché siano potenziate le tratte ferroviarie della Sicilia facilitando e progettando il trasferimento su ruote ferrate di buona parte del traffico stradale lavorativo e turistico, con la conseguente diminuzione sia della circolazione stradale
(4-17428)
L'iniziativa consentirà di migliorare decisamente il comfort e la qualità dei materiali rotabili, con maggiore anzianità di impiego, consentendo ad una larga fascia di utenti la possibilità di viaggiare in maniera certamente più decorosa.
In questo caso, la scelta di intervenire in maniera drastica, escludendo dalla circolazione un elevato numero di carrozze, se da un lato comporta alcuni disagi alla clientela per la decurtazione o soppressione dei treni, dall'altro consente di operare contemporaneamente e rapidamente su tutto il parco interessato - attraverso un crash program ben temporizzato - e di completare, entro tempi contenuti, gli interventi previsti, che sono i seguenti: smontaggio degli interni; bonifica degli ambienti (compartimenti, corridoi, vestiboli e toilettes); sostituzione degli elementi di arredo (toilette, poltrone e rivestimenti).
Il numero consistente di vetture coinvolte nel progetto ha reso necessaria una riduzione temporanea dell'offerta ordinaria e periodica. In tale ambito è stata soppressa temporaneamente la sezione Catania-Agrigento dei treni EXP 823-834 Milano-Siracusa (Freccia del Sud).
Allo scopo, comunque, di limitare il più possibile i disagi alla clientela interessata, sono state attivate le seguenti iniziative: realizzazione di un piano di sostituzione dei treni soppressi con collegamenti bus (nel caso specifico tra Catania e Agrigento); comunicazione tempestiva e capillare alla clientela del programma di soppressione e decurtazione, attraverso i canali di comunicazione istituzionale (sito Internet, call center, biglietterie, agenzie di viaggio, eccetera); rilascio di un bonus a tutti i clienti che utilizzino un bus sostitutivo in luogo dei treni soppressi o decurtati, con uno sconto pari al 30 per cento del prezzo del biglietto in possesso, valido per l'acquisto di un altro titolo di viaggio; facoltà di accesso ai treni Intercity notte, senza pagamento di supplemento; concessa a tutti i viaggiatori che nel periodo a cavallo delle festività di Ognissanti si sono trovati in possesso di titoli di viaggio per treni Espressi notte soppressi; ricollocazione dei clienti prenotati sui treni soppressi su altri treni delle medesime relazioni e su tipologie di servizio superiori, fino a disponibilità.
Trenitalia ha in programma - per i periodi in cui è prevedibile un considerevole incremento della domanda (festività, ponti eccetera) - il ripristino di una parte dei collegamenti soppressi.
Per quanto riguarda gli interventi infrastrutturali, ferrovie dello Stato ha riferito che il territorio della regione Sicilia è interessato da un programma di potenziamento infrastrutturale e tecnologico della rete ferroviaria, finalizzato sia a migliorare il collegamento con grandi direttrici nazionali sia ad aumentare la capacità e la funzionalità della rete per i servizi per il traffico locale.
Di seguito sono riportati i principali interventi previsti, come indicato dalla società ferroviaria.
Raddoppio linea Palermo-Messina. Dei 225 chilometri della linea tirrenica siciliana, 78 sono già a doppio binario: 18 chilometri da Messina a Villafranca (attivazione ottobre 2001, compresa la Galleria dei Peloritani di 12,8 chilometri; nel luglio 2002 del tratto di linea fino a Villafranca e nell'ottobre 2002 di quello fino a Messina Scalo), 17 chilometri tra Pace del Mela e Terme Vigliatore e 43 chilometri da Fiumetorto a Palermo.
L'intervento è suddiviso in tre tratte, ciascuna delle quali si trova a un differente livello di progettazione-realizzazione: Tratta Fiumetorto-Cefalù-Castelbuono: il tracciato si svilupperà in affiancamento da Fiumetorto a Lascari e in variante da Lascari a Castelbuono, per un'estesa complessiva di
Tratta Patti-Messina: il raddoppio della tratta Patti-Messina è suddiviso nelle seguenti sottotratte: Patti-Terme Vigliatore, della lunghezza di circa 20 chilometri, con un nuovo tracciato in variante per complessivi 18 chilometri; Terme Vigliatore-San Filippo del Mela, di circa 17 chilometri; attivata nel giugno 1991; San Filippo del Mela-Pace del Mela, di lunghezza pari a circa 2 chilometri, attivata nel dicembre 2004; Pace del Mela-Rometta-Villafranca Tirrena, della lunghezza di circa 11 chilometri, con nuovo tracciato in variante; Messina Scalo-Villafranca Tirrena, di circa 18 chilometri, attivata nell'ottobre 2002. L'attivazione completa del raddoppio della tratta Patti-Messina avverrà secondo il seguente programma:
Terme Vigliatore-Patti: entro febbraio 2006;
Villafranca Tirrena-Rometta: entro il 2006;
Rometta-Pace del Mela: entro il 2007.
L'investimento complessivo è di 697 milioni di euro.
Sono stati ultimati, nella prima metà del 2004 i lavori sul tratto di linea Montemaggiore-Roccapalumba. Nello scorso mese di luglio sono stati completati gli interventi relativi ad una ulteriore fase, che ha permesso la velocizzazione di alcuni itinerari di arrivo e partenza dei treni che incrociano nelle stazioni.
Sono state recentemente consegnate le prestazioni per la progettazione esecutiva e la realizzazione delle opere civili relative alla variante di Lercara e ai nodi intermodali di Roccapalumba, Cammarata, e Aragona Caldare; dei parcheggi di Cerda e Castronovo, delle opere sostitutive per la soppressione di tre passaggi a livello, nonché dell'adeguamento delle opere d'arte e delle gallerie dell'intera tratta. È attualmente in corso d'affidamento una gara di appalto sia per la progettazione esecutiva sia per la realizzazione di ulteriori varianti alla linea. Si prevede l'aggiudicazione entro il primo trimestre del 2006.
Il completamento dell'intero intervento di velocizzazione è previsto per dicembre 2008. L'investimento complessivo ammonta a circa 163 milioni di euro.
L'importo per la realizzazione del raddoppio ammonta a 1.970 milioni di euro, interamente finanziati. Si stima di attivare il raddoppio Fiumefreddo-Giampilieri entro il 2015.
Oltre all'intervento sopra descritto, per il completo raddoppio della relazione, sono state avviate le prestazioni per il raddoppio della tratta Catania Ognina-Catania Centrale. L'intervento consiste nella realizzazione di una galleria a semplice binario (futuro dispari) in affiancamento a quella attuale (futuro pari) e prevede altresì tre fermate di tipo metropolitano (Europa, Picanello e Ognina) poste all'interno del tessuto urbano della città di Catania.
L'intervento sarà realizzato in due fasi, nella prima sarà costruita la nuova sede a semplice binario (futuro binario dispari) ad est della linea attuale, mentre nella successiva si procederà all'adeguamento della galleria esistente (futuro binario pari) ed all'attrezzaggio tecnologico dell'intero raddoppio. L'appalto integrato per la realizzazione delle opere della prima fase è stato consegnato il 29 agosto 2005. L'importo delle opere ammonta a 98 milioni di euro e l'attivazione è previta per il 1o trimestre del 2010.
Raddoppio della relazione Catania-Siracusa: Rete ferroviaria italiana spa ha sviluppato uno studio di fattibilità che prevede il completo raddoppio della linea mediante interventi sviluppati in due fasi. Nella prima fase è programmato il raddoppio tra Catania Bicocca e Lentini diramazione, a beneficio anche del trasporto in direzione Caltagirone-Gela, la velocizzazione tra Lentini diramazione e Brucoli e tra Augusta e Targia e una variante ad Augusta per evitare il centro abitato. Nella seconda fase è previsto il completamento del raddoppio della linea tra Lentini diramazione e Targia. Ad intervento completato, le riduzioni dei tempi di percorrenza sono quantificabili in 20 minuti, mentre la capacità della linea potrà essere elevata da 80 a 220 tracce al giorno. Lo studio di fattibilità è stato completato
Nodi metropolitani. Il sistema ferroviario metropolitano delle tre maggiori città dell'isola è interessato da un importante programma di interventi.
Il nodo di Palermo è oggetto di molteplici interventi di potenziamento infrastrutturale e tecnologico per una spesa complessiva di circa 978 milioni di euro, intermente finanziati.
Sul tratto di linea Piraineto-Punta Raisi nel luglio 2003 è stata attivata la fermata Orsa.
Nel settembre 2004 sono stati avviati i cantieri per l'adeguamento tecnologico del tratto di linea Palermo Centrale-Fiumetorto.
È in corso l'attività negoziale per il nuovo ACC di Palermo Centrale.
A dicembre 2004 sono stati affidati al contraente generale i lavori per il completamento del raddoppio del passante di Palermo che sarà realizzato sull'asse Palermo Centrale/Brancaccio-Palermo Orléans-Palermo Notarbartolo-Cardillo-Isola delle Femmine-Carini. L'apertura dei cantieri è prevista entro il corrente anno.
L'attivazione dell'intervento è programmata entro il 2009. Contestualmente è prevista la realizzazione dell'SCC del nodo di Palermo. Nell'agosto 2003 è stata attivata all'esercizio la SSE di Carini.
Nel marzo 2006 sarà attivata la prima fase dell'ACC di Messina Scalo. Il progetto relativo alla realizzazione delle «Metroferrovia Messina-Giampilieri» ha come obiettivo l'incremento dell`offerta di un servizio metropolitano ad elevate prestazioni per gli abitanti dei comuni interessati. L'intervento prevede il potenziamento della linea ferroviaria Messina-Catania, nella tratta tra Messina e Giampilieri, attraverso la realizzazione di sei fermate ad integrazione dei cinque impianti già esistenti e l'adeguamento infrastrutturale e tecnologico dell'intera tratta. Nel mese di novembre 2003 si sono concluse le attività negoziali per l'affidamento dei due appalti, rispettivamente relativi alla realizzazione delle opere civili e degli impianti tecnologici. Nel mese di marzo 2004 sono state consegnati entrambi gli appalti, i cui lavori sono attualmente in corso. Il costo dell'intervento ammonta a 29 milioni di euro; l'attivazione è prevista entro il 1o trimestre del 2007.
Gli interventi previsti nel Nodo di Catania sono: la realizzazione di una nuova stazione posta in galleria artificiale, al di sotto del sedime dell'attuale impianto di Catania Centrale e la riallocazione del deposito locomotive e dello scalo merci; il raddoppio del tratto Bivio Zurria-Catania Acquicella da realizzare in affiancamento alla linea esistente, per un'estesa di circa 1,3 chilometri, di cui 0,9 chilometri in galleria, nonché la realizzazione della nuova fermata «Duomo-Castello Ursino», in sotterraneo, per il servizio metropolitano; l'adeguamento funzionale dello scalo merci di Bicocca, che assumerà le funzioni di impianto polifunzionale, nel quale saranno delocalizzare le attività ferroviarie attualmente svolte negli impianti di Catania Centrale e Catania Acquicella, con la creazione di un unico grande polo manutentivo, nonché del previsto interporto di Catania. Nell'ambito dell'intervento saranno realizzate le nuove fermate di «Fontanarossa», che garantirà un servizio diretto con l'omonimo aeroporto, e di Acitrezza; inoltre è previsto l'adeguamento al servizio metropolitano delle stazioni di Acireale, Cannizzaro, Catania Acquicella e Bicocca.
Il CIPE, nella seduta del 29 settembre 2004, ha approvato il progetto preliminare dell'intervento, concludendo la prima fase dell'iter in corso presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Lo stesso CIPE ha assegnato il finanziamento di 12 milioni di euro per lo sviluppo della progettazione definitiva. Il costo degli interventi ammonta a 507 milioni di euro, ancora da finanziare. L'attivazione del raddoppio del tratto Bivio Zurria-Catania Acquicella è
Potenziamento Palermo-Trapani: tale linea segue la costa, per circa 75 chilometri, da Palermo fino alla stazione di Alcamo Dir., dove si dirama per Trapani, via Milo (47,2 chilometri), attraversando il nord della provincia trapanese, e via Castelvetrano (116,2 chilometri), percorrendo la fascia costiera meridionale e servendo i centri di Mazara Del Vallo e Marsala. Lo studio di fattibilità elaborato prevede la velocizzazione e il potenziamento della linea attuale per il servizio passeggeri in maniera competitiva rispetto al trasporto pubblico su gomma. Lo studio di fattibilità, completato nel 2003, è stato inviato a gennaio del 2004 ai competenti Ministeri ed è stato approvato. con delibera CIPE del 20 dicembre 2004. La stima parametrica degli interventi previsti nell'ambito dello studio di fattibilità approvato ammonta a 432 milioni di euro, con una previsione di spesa per la progettazione preliminare di 1,73 milioni di euro. Il tempo previsto per portare a termine la progettazione preliminare è di 8 mesi, quello per la progettazione definitiva di ulteriori otto mesi, oltre ai tempi necessari per l'affidamento e l'esecuzione delle progettazioni e relative approvazioni. Il tempo stimato per la realizzazione degli interventi è di 6-8 anni. È in corso di redazione il progetto preliminare.
Velocizzazione della relazione Siracusa-Ragusa-Gela: la linea Siracusa-Ragusa Gela attualmente in esercizio ha una lunghezza complessiva di 181 chilometri e serve una vasta area nella zona sud-orientale della Sicilia. Il tracciato è impostato per collegare il maggior numero possibile di comuni, presentando particolare tortuosità e caratteristiche prestazionali modeste. Lo studio prevede per la velocizzazione della relazione, una soluzione progettuale caratterizzata da rettifiche di tracciato fra Siracusa e San Paolo di Noto, tra Ragusa e Gela. Gli interventi sono mirati a migliorare l'efficienza complessiva del sistema, incrementando la dotazione tecnologica degli impianti, con modifiche all'infrastruttura che non comportano l'abbandono del corridoio su cui si sviluppa l'attuale linea. Nell'ambito del comune di Ragusa è prevista la realizzazione di 7 nuove fermate, situate nei punti di maggiore accessibilità funzionale e logistica, consentendo così la realizzazione di una «ferrovia urbana». È previsto anche il collegamento del porto di Pozzallo mediante un «raccordo ferroviario» che partirà dall'omonima stazione fino a raggiungere il porto, per una lunghezza complessiva di 1,8, chilometri. Lo studio di fattibilità, completato nel 2003, è stato inviato a gennaio del 2004 ai competenti Ministeri ed è stato approvato con delibera CIPE del 20 dicembre 2004. È altresì prevista la progettazione dell'elettrificazione della relazione. La stima parametrica degli interventi previsti nell'ambito dello studio di fattibilità approvato ammonta a 183 milioni di euro. Il tempo per la progettazione preliminare è stato stimato in otto mesi, quello per la progettazione definitiva in ulteriori otto mesi, al netto delle necessarie approvazioni. Infine il tempo stimato per la realizzazione degli interventi è valutabile in circa sette anni comprensivi dell'affidamento delle prestazioni. È in corso di redazione il progetto preliminare.
Linea Catania-Caltagirone-Gela. A febbraio 2004 sono stati avviati i lavori per la realizzazione dei nuovi ACEI di Caltagirone e Vittoria e l'installazione, sul tratto di linea Gela-Lentini diramazione del blocco conta assi (BCA).
Il sistema controllo marcia treno è un sistema di protezione della marcia del treno. I macchinisti continueranno a guidare il treno in modo tradizionale in relazione alle caratteristiche dell'infrastruttura, a quelle del treno e al segnalamento laterale. Il sistema controllo marcia treno controllerà, istante per istante, che la velocità del treno non sia superiore a quella consentita in ogni particolare punto della linea e, in caso contrario, comanderà in automatico la frenatura del treno. Le protezioni offerte da tale sistema consentiranno, così, di incrementare ulteriormente la sicurezza di esercizio.
Attraverso il sistema di comando e controllo (SCC) il traffico viene governato, con tecnologia elettronica e informatica che gestisce componenti e apparati di diversa tecnologia elettromeccanica e computerizzata, da un unico posto centrale che sovrintende a un'area estesa per centinaia di chilometri caratterizzata da importanti flussi sia di merci sia di passeggeri e da elevate velocità di marcia dei treni. Il sistema di comando e controllo (SCC) opera secondo una visione di sistema: alla capacità di gestire la circolazione su una vasta area, aggiunge per la prima volta anche la diagnostica degli apparati, finalizzata al miglioramento e velocizzazione della manutenzione, la telesorveglianza delle stazioni e l'informazione al pubblico. L'attivazione di tale sistema sulle due direttrici è prevista, per fasi, a partire dal 2007.
Il sistema GSM-R verrà attivato sulle linee: Palermo-Messina e Messina-Catania-Siracusa. L'attivazione è prevista per fasi, entro il 2006. Le altre linee siciliane saranno attrezzate entro il 2009; l'investimento complessivo previsto per la Sicilia è pari a oltre 10 milioni di euro.
Nel dicembre 2002, è stata assegnata a Rete ferroviaria italiana spa dal Ministero delle comunicazioni la licenza di operatore radiomobile GSM-R. Il GSM-R, con l'installazione di ripetitori radio (nelle stazioni e lungo i binari), permette un migliore e costante contatto tra il personale di bordo e quello a terra consentendo comunicazioni di servizio per la gestione delle emergenze anche in galleria.
Soppressione passaggi a livello. Il piano di soppressione e automazione dei passaggi a livello in Sicilia - messo a punto con la regione e i comuni - riguarda 53 impianti, per un investimento complessivo di 63 milioni di euro. Il finanziamento è già disponibile per 28 milioni di euro.
Negli anni 2004 e 2005 Rete ferroviaria italiana spa ha eliminato in Sicilia, mediante la realizzazione di opere sostitutive, 10 passaggi a livello per un investimento complessivo di circa 12 milioni di euro.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Federico Bricolo.
nella città di Napoli, da tempo, numerosi e quotidiani sorvoli sulla zona collinare «Vomero» fanno registrare il rumoroso passaggio di aerei che sprigionano intenso frastuono;
molte proteste sono state rappresentate anche alle competenti autorità locali in relazione ai danni causati alle ordinarie occupazioni dei cittadini in conseguenza della persistente situazione di inquinamento acustico;
anche il presidente del comitato contro l'inquinamento acustico aeroportuale, dottor Gennaro Capodanno, ha raccolto la protesta di numerosissimi cittadini del Vomero chiedendo la cessazione di tale pericolosa situazione determinata dall'improvvido utilizzo di tali rotte a «bassa quota»;
purtroppo, nonostante i frequenti appelli a sostegno di una razionale modifica del traffico aereo, la continua fruizione di tali rotte per il decollo e l'atterraggio dall'aeroporto napoletano di Capodichino sta rendendo insopportabile per molti cittadini convivere con il rumore del sorvolo da parte dei veivoli anche nelle ore notturne;
l'inquinamento acustico determinato da tali sorvoli grava la zona del Vomero di una ulteriore situazione di disagio che si aggiunge al già intenso traffico veicolare di cui già soffre da tempo -:
se il Ministro interrogato non ritenga appropriato, accertati i fatti e di concerto con le autorità locali, intervenire affinché la situazione di forte disagio, patita soprattutto dagli abitanti della zona collinare di Napoli e determinata da tale inquinamento acustico ed ambientale, venga a cessare, attraverso gli opportuni correttivi delle rotte aeree.
(4-17152)
Con l'adempimento di detto programma di interventi, la direzione aeroportuale di Napoli, in ottemperanza alle direttive fornite dalle strutture tecniche centrali dell'ENAL, ha provveduto a: cancellare dall'Aeronautical information publication AIP - Italia, ovvero dalla pubblicazione ufficiale contenente informazioni a carattere permanente e cambiamenti temporanei di lunga durata validi per l'attività aerea in generale nel territorio italiano AGA (sezione di AIP dedicata agli aeroporti), la disposizione che prevede la pista 6 quale preferenziale per il decollo; revisionare il NOTAM
L'ENAL riferisce che il 9 giugno 2005 la Commissione di cui all'articolo 5 del decreto interministeriale ambiente-infrastrutture del 31 ottobre 1997, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 267 del 15 novembre 1997 denominato «Metodologia di misura del rumore aeroportuale» ha aggiornato la procedura antirumore relativa alle operazioni di decollo in direzione Napoli, già in vigore da dicembre 2002, con la nuova radioassistenza al decollo (DME).
L'Ente aeronautico pone in evidenza che con il Notam del 10 giugno 2005 è stata resa cogente la procedura antirumore insieme ad una nuova procedura di salita iniziale al decollo da pista 24 che, oltre a quella già pubblicata in AIP-Italia il 14 aprile 2005, la quale consente rotte alternative nel caso, improbabile, in cui i piloti non siano in grado di seguire per motivi tecnici la noise abatement procedure vale a dire la procedura di abbattimento del rumore. Per la completa e corretta applicazione, aggiornata dalla Commissione ex articolo 5, è necessario un tempo tecnico affinché i piloti adeguino anche i loro computer di bordo alla nuova procedura. Attualmente è in corso un'iniziativa di Gesac, Enav ed Enac per attivare e sperimentare, per la prima volta in Italia, un sistema di rilevazione delle rotte che consentirà, attraverso il monitoraggio dei tracciati delle rotte stesse forniti da Enav, di verificare il puntuale rispetto delle procedure di volo e di sollevare eventuali contestazioni ai piloti che, senza reali motivazioni tecniche, non rispettino la procedura antirumore.
L'ENAC fa presente che sul territorio è stato installato un sistema di monitoraggio del rumore, realizzato con fondi del Ministero dell'ambiente che, a breve, ne effettuerà il collaudo unitamente con il comune di Napoli.
Il sistema è costituito da quattro fonometri, di cui 2 posizionati all'interno dell'aeroporto e gli altri 2 lungo le direttrici atterraggio-decollo, che consentiranno il continuo monitoraggio dell'impatto acustico sul territorio in relazione al rumore prodotto dalle operazioni di volo. Tale sistema verrà ulteriormente potenziato con altri quattro rilevatori che saranno posizionati in aree sul territorio da individuare da parte della Commissione ex articolo 5.
Tali rilevazioni fonometriche associate ai tracciati radar consentiranno di distinguere il rumore aeroportuale da quello prodotto da altre fonti e forniranno tutte le indicazioni ulteriori e necessarie alla gestione e ottimizzazione dell'impatto acustico.
La Commissione ex articolo 5, riunitasi in data 22 settembre 2005 ha, fra l'altro, preso atto dell'esito dell'incontro con i rappresentanti dei vettori avente lo scopo di rielaborare, per l'aspetto formale, la procedura antirumore in vigore, da sottoporre all'esame delle direzioni centrali di Enac ed Enav.
La nuova procedura antirumore che ne è derivata è stata approvata dalla Commissione ex articolo 5 in data 19 ottobre 2005 e, in sostanza, prevede la funzione della procedura di decollo da pista 24 e la correlata procedura antirumore in una unica formulazione.
L'ENAC riferisce che con la pubblicazione del relativo NOTAM, avvenuto in data 24 ottobre 2005 ed il successivo inserimento in AIP Italia, si potrà procedere secondo quanto stabilito dall'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 11 dicembre 1997 n. 496 nei confronti degli esercenti che non avranno rispettato le procedure antirumore, irrogando le relative sanzioni.
L'Ente aeronautico fa presente, altresì, che trattandosi del primo caso del genere a livello nazionale, la procedura per l'emanazione di dette sanzioni è stata stabilita tra la direzione regionale sud e l'ufficio legale dell'Enac medesima. Detta procedura è stata applicata a decorrere dallo stesso mese di dicembre 2005.
Relativamente ai dati numerici è stato rilevato che nell'ultima settimana di ottobre 2005 (24-30 ottobre) è stato registrato un
L'ENAC fa rilevare che i voli di linea rispettano la procedura nel 70 per cento, dei casi, mentre il corrispondente dato scende al 48 per cento per l'Aviazione generale.
La Commissione di cui all'articolo 5 del citato decreto interministeriale del 31 ottobre 1997, nel corso della riunione del 17 novembre 2005, ha pertanto ribadito la necessità, a seguito della pubblicizzazione della procedura antirumore per decolli da pista 24, di irrogare le suddette sanzioni, pur in considerazione della entità della percentuale di mancato rispetto della stessa.
La Commissione ha inoltre deciso di rendere pubblici i dati relativi al rispetto della procedura antirumore e, pertanto, sarà elaborato un elenco di vettori, in ordine alfabetico, con a fianco il numero di decolli da pista 24 ed il numero dei voli che hanno rispettato la procedura antirumore stessa.
L'ENAC informa che gli ultimi dati relativi alla settimana dal 14 al 20 novembre 2005 hanno registrato un ulteriore miglioramento della situazione con un rispetto della procedura nell'82 per cento dei voli, con particolare riferimento ai voli commerciali.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
su decisione di Trenitalia e di Rfi, dal 24 ottobre 2005, sarà soppresso il treno Agrigento-Milano e viceversa;
la suddetta decisione provocherà gravi conseguenze sulla popolazione agrigentina, che sarà così sprovvista dell'unico collegamento diretto tra la provincia più insulare d'Italia e il nord -:
quali provvedimenti intenda assumere al fine di scongiurare quanto deciso da Trenitalia e Rfi, e nell'intento di ripristinare il treno Agrigento-Milano, venendo così incontro alle esigenze della popolazione agrigentina.
(4-17320)
L'iniziativa consentirà di migliorare decisamente il comfort e la qualità dei materiali rotabili con maggiore anzianità di impiego permettendo ad una larga fascia di utenti di viaggiare in maniera certamente più decorosa.
In questo caso la scelta di intervenire in maniera drastica escludendo dalla circolazione un elevato numero di carrozze se da un lato comporta alcuni disagi alla clientela per la decurtazione o soppressione di treni dall'altro consente di operare contemporaneamente e rapidamente su tutto il parco interessato attraverso un crash program ben temporizzato e di completare entro tempi contenuti gli, interventi previsti quali: smontaggio degli interni; bonifica degli ambienti-compartimenti corridoi vestiboli e toilettes; sostituzione degli elementi arredo toilettes poltrone e rivestimenti.
Il numero consistente di vetture coinvolte nel progetto ha reso necessaria una riduzione temporanea dell'offerta ordinaria e periodica. In tale ambito è stata soppressa temporaneamente la sezione Catania-Agrigento dei treni EXP 823/834 Milano-Siracusa Freccia del sud.
Allo scopo comunque di limitare il più possibile i disagi alla clientela interessata sono state attivate le seguenti iniziative: realizzazione di un piano di sostituzione dei treni soppressi con collegamenti bus; nel caso specifico tra Catania e Agrigento; comunicazione tempestiva e capillare alla
Trenitalia spa ha in programma per i periodi in cui è prevedibile un considerevole incremento della domanda il ripristino di una parte dei collegamenti soppressi.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Federico Bricolo.
risulta all'interrogante che ultimamente si sarebbero verificati delle cancellazione di voli della compagnia Alitalia sulla tratta da Roma (Fiumicino) a Bergamo (Orio al Serio);
ad esempio, il volo Alitalia delle ore 17.00 da Roma-Fiumicino a Orio al Serio di martedì 5 luglio 2005 ha avuto come destinazione, non preventivata dai passeggeri, Milano-Linate. Il vettore ha lasciato l'aeroporto della capitale alle ore 18.00, e quindi il collegamento Milano-Bergamo è avvenuto a mezzo di autobus;
la cancellazione dei voli sarebbe stata motivata dall'azienda per cause tecniche, ovvero, pare, per non disponibilità di vettori;
spesso accade che i passeggeri non siano informati dei problemi inerenti l'arrivo o la partenza di un vettore, e conseguentemente sono posti nelle condizioni di dovere aspettare per tempi anche lunghi, nell'incertezza di se, e quando, potranno partire;
l'utilizzo da parte di un utente del mezzo aereo è motivato, a fronte degli alti costi del biglietto, dalla certezza di poter raggiungere un luogo in tempi certi. Sia che il mezzo venga utilizzato per turismo o per motivi di maggiore urgenza, la sicurezza del rispetto dei tempi da parte del vettore è essenziale;
l'affermare da parte di una compagnia aerea che ci sono stati motivi tecnici permette alla stessa di non dovere far fronte a rimborsi, per altro legittimi in linea di principio in quanto il soggetto subisce un danno, che può essere anche rilevante -:
quali iniziative intenda adottare presso la Compagnia Alitalia il Ministro interrogato per tutelare l'utente, ovvero per prevenire futuri disagi sulla tratta aerea Roma-Fiumicino e Bergamo-Orio al Serio, operata da Alitalia.
(4-15825)
Nello specifico, l'ENAC riferisce che la flotta presentava 6 aeromobili M82 fermi ed altri 8 aeromobili M80 nella stessa condizione.
La decisione di cancellare il volo è, dunque, da attribuire alla situazione di grave criticità venutasi a creare.
In conseguenza di tale cancellazione, i passeggeri sono stati riprotetti sul volo AZ 2092 da Roma Fiumicino a Milano Linate
In conseguenza di tale cancellazione, i passeggeri sono stati riprotetti sul volo AZ 2092 da Roma Fiumicino a Milano Linate con trasporto di superficie dall'aeroporto di Linate a quello di Orio al Serio.
L'ENAC fa presente che, per quanto concerne l'erogazione di compensazioni ai passeggeri in caso di cancellazione, il Regolamento comunitario europeo 261/2004 entrato in vigore il 17 febbraio 2005, prevede che tali compensazioni vengano erogate solo nel caso in cui queste avvengano per cause imputabili al vettore. In base a questa nuova disciplina le cause tecniche, ossia la indisponibilità di un aeromobile per guasto od anomalia, sono considerate eventi eccezionali che esulano dalla responsabilità del vettore e non determinano alcun obbligo di compensazione verso il cliente.
In particolare, l'Ente precisa che il citato regolamento EC261/2004 stabilisce la non imputabilità al vettore del ritardo in base a quanto stabilito sia a1 punto 14 delle premesse (per cause connesse a rischi per la sicurezza) sia dall'articolo 5 - comma 3 dello stesso Regolamento.
L'Ente aeronautico fa presente, infine, che il vettore è però tenuto ad assicurare l'assistenza necessaria in termini di pernottamento, buoni pasto, telefonate e riprotezione per il raggiungimento della destinazione indicata sul biglietto.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
l'opuscolo «Tommasino alla scoperta dei nuovi sapori», prodotto dalla PLASMON è stato recapitato insieme ad una valigetta piena di omaggi e pubblicità di prodotti per l'infanzia, ad alcune mamme dalla data presunta del parto o qualche mese dopo;
i vari opuscoli pubblicitari contenuti nella valigetta contengono ad avviso dell'interrogante violazioni del Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno e danno informazioni contrarie alle più recenti raccomandazioni «evidence-based» sulla nutrizione infantile;
in particolare l'opuscolo «Tommasino alla scoperta dei nuovi sapori», libricino pubblicitario camuffato da «guida all'alimentazione del tuo bambino», offre informazioni ad avviso dell'interrogante scorrette e imprecise sulla gestione dell'allattamento materno e sullo svezzamento, proponendo alle mamme, a partire dal quarto mese di vita e, quindi, come sostituti del latte materno, alimenti per lattanti quali omogeneizzati al formaggio, alle verdure, alla carne e alla frutta, creme ai cereali, pappe lattee e tisane, in contraddizione con le raccomandazioni OMS che privilegiano gli alimenti locali e freschi, di fatto idealizzando i cibi industriali e presentandoli come migliori di quelli casalinghi;
sulla quarta di copertina dell'opuscolo è riportata la dicitura «Materiale informativo approvato dal Ministero della Salute» -:
quale ente o dipartimento del Ministero della Salute abbia l'incarico di concedere o rifiutare l'apposizione di tale dicitura;
se è reale l'approvazione da parte del ministero e, in caso contrario, quali misure intenda adottare per impedire checompagnie produttrici di alimenti per l'infanzia possano impunemente adottare sul materiale pubblicitario la dicitura «materiale approvato dal Ministero per la Salute»;
quali iniziative normative intenda adottare per evitare che le mamme siano vittime di pratiche di marketing scorrette come quella descritta, con l'invio di materiale pubblicitario disinformativo non conforme all'articolo 4 del Codice Internazionale;
se intenda avviare una campagna per informare le madri che l'alimentazione
(4-15290)
Va segnalato che il Progetto obiettivo materno infantile (decreto ministeriale 24 aprile 2000), nel formulare indirizzi di programmazione sanitaria nel «Percorso nascita», individua, tra gli obiettivi, in particolare, l'incremento della percentuale di allattamento precoce al seno, entro 24 ore dalla nascita, e la verifica delle iniziative di promozione della pratica dell'allattamento al seno oltre il terzo mese; inoltre, prevede di favorire l'avvicinamento/contatto puerpera-neonato (anche in presenza di patologie del neonato) con collegamenti funzionali-strutturali tra l'area ostetrica-ginecologica e quella pediatrico-neonatologica, per facilitare il rooming-in e l'allattamento al seno.
La tutela dell'allattamento al seno rappresenta un obiettivo prioritario per la salute del bambino ed in tal senso si è indirizzata l'attività del Ministero della salute: anche se la situazione, a livello nazionale, non appare ancora del tutto soddisfacente, si riscontrano indubbiamente dei progressi, i quali devono essere costantemente monitorati, al fine di raggiungere lo standard di altri Paesi europei.
In questo delicato settore, si segnalano i risultati positivi raggiunti con l'emanazione del decreto interministeriale 22 febbraio 2005, n. 46, che, modificando il decreto ministeriale 6 aprile 1994, n. 500, in materia di disciplina dei sostituti del latte materno, ne ribadisce i divieti di pubblicità, di distribuzione gratuita di campioni, di sponsorizzazione di eventi e convegni organizzati dagli operatori sanitari (contribuendo a contenere i costi per le aziende produttrici), fatti salvi quelli proposti da società scientifiche accreditate e autorizzati dal Ministero della salute.
Presso il Ministero della salute, inoltre, nell'ambito delle iniziative finalizzate alla promozione dell'allattamento al seno, è stato istituito un gruppo di lavoro interdisciplinare (tavolo tecnico), che ha predisposto un documento relativo alla politica nazionale sull'alimentazione nella prima infanzia.
Il documento è stato approvato dal Ministro della salute e, in attesa della verifica in sede di Conferenza Stato regioni, è stato inoltrato per un esame congiunto ai Ministeri interessati (attività produttive lavoro e politiche sociali, istruzione, università e ricerca, politiche agricole e forestali, ambiente e tutela del territorio).
Qualora venga approvato dai soggetti istituzionali interessati, il documento costituirà, nella sostanza, l'allineamento da parte del nostro Paese al Codice internazionale per la commercializzazione dei sostituti del latte materno.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.
numerose in Italia sono le persone colpite da «Sindrome Fibromialgica» che, come noto, si concretizza in spesso lancinanti dolori muscoscheletrici tali da impedire le normali occupazioni;
risulta all'interrogante che tale sintomatologia non sia considerata malattia invalidante e quindi non sia soggetta al riconoscimento di eventuali invalidità;
è peraltro vero che ai colpiti dalle forme più acute di questa malattia sono vietate molte attività, come per esempio il poter guidare i veicoli -:
(4-18886)
Da tale ricerca emerge che, in alcuni casi, è possibile una standardizzazione della diagnosi, basata sulla rispondenza ai criteri definiti dall'American College of Rheumatology nel 1990; in altri, invece, non è possibile una diagnosi certa, in quanto la condizione clinica dei pazienti presenta peculiarità diverse rispetto a questi criteri, unitamente all'associazione di una varietà di sintomi aspecifici riferiti dal singolo paziente.
La sindrome, inoltre, si presenta con forme cliniche di diversa gravità, sia per la soggettività della sintomatologia del dolore e dello spasmo muscolare, sia per i diversi sintomi che possono interessare altri apparati anatomici.
Ne derivano, pertanto, differenze nei fabbisogni individuali di prestazioni assistenziali e nella rispondenza ai criteri previsti dal decreto legislativo 29 aprile 1998, n. 124, in materia di partecipazione al costo delle prestazioni e di regime di esenzione, (cronicità, invalidità, onerosità della quota di partecipazione).
La competente Direzione generale sta procedendo ad un approfondimento ulteriore della letteratura scientifica disponibile per identificare correttamente, se possibile, i soggetti affetti ed individuare le misure più appropriate per garantire una adeguata tutela.
In attesa del completamento di tale percorso, va ricordato che, per quanto riguarda l'esenzione dal ticket sanitario, in presenza di gravi sintomi (infezioni e problemi urinari, rigidità muscolare, disturbi cognitivi, problemi gastrointestinali, parestesie, depressione), a carico di organi e/o apparati fondamentali dell'organismo umano, sarebbe possibile riconoscere il diritto all'esenzione dalla generalità delle prestazioni, attraverso l'attribuzione del «codice 049».
Tale codice, previsto dal decreto ministeriale 28 maggio 1999, n. 329, concernente il regolamento recante norme d'individuazione delle malattie croniche ed invalidanti, è riservato specificamente ai «Soggetti affetti da pluripatologie che abbiano determinato grave e irreversibile compromissione di più organi e/o apparati e riduzione dell'autonomia personale correlata all'età, risultante dall'applicazione di convalidate scale di valutazione».
Relativamente alla possibilità per i soggetti affetti da Fibromialgia del riconoscimento dell'invalidità civile, derivante dalla riduzione della capacità lavorativa ed alla conseguente attribuzione di benefici economici o agevolazioni di diversa natura, si precisa che tale patologia non è presente nel decreto ministeriale 5 febbraio 1992 «Approvazione della nuova tabella indicativa delle percentuali d'invalidità per le minorazioni e malattie invalidanti», mentre sono previste alcune delle condizioni che spesso tale patologia comporta.
Pertanto, per questa condizione clinica, come per altre, la percentuale del punteggio attribuito potrebbe risultare dalla concorrenza e coesistenza di diverse menomazioni (mialgie, infezioni e problemi urinari, rigidità muscolare, disturbi cognitivi, problemi gastrointestinali, parestesie, depressione).
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.
da oltre due anni è stata approvata la legge 4/2004 «Disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici», che all'articolo 5 dispone che gli strumenti didattici e formativi, compresi
mentre per l'accesso a Internet, all'hardware ed agli applicativi software di tipo generale i regolamenti attuativi previsti dalla stessa legge sono già definiti e in vigore, nulla si è mosso per gli strumenti didattici e neppure una prima bozza dell'atteso regolamento è stata finora prodotta dai due ministeri competenti;
la disponibilità dei libri di testo in formato digitale è un'esigenza sempre più sentita tra i genitori e gli studenti disabili, come testimonia anche l'appello ai ministri competenti, sottoscritto da quasi 1.000 persone, promosso circa un anno fa da alcuni genitori preoccupati che anche nel successivo (e ormai in corso) anno scolastico l'articolo 5 della legge 4/2004 rimanesse ancora inapplicato;
le esigenze dell'accessibilità per tutti sono ancora sostanzialmente ignorate dallo stesso Ministero dell'istruzione che continua a produrre o sostenere la creazione di prodotti didattici multimediali del tutto inaccessibili ai disabili (come il Divertinglese sviluppato in collaborazione con la RAI) e promuove costosi progetti per la diffusione delle tecnologie informatiche nella didattica senza tenere assolutamente conto dei requisiti di accessibilità (come il progetto «@apprendere digitale» attualmente in corso) -:
quali iniziative il Governo stia mettendo concretamente in atto per superare i gravi ritardi registrati nell'applicazione dell'articolo 5 della legge n. 4 del 2004, facendo in modo che almeno a partire dal prossimo anno scolastico 2006/07, il terzo dopo l'approvazione della legge, gli alunni disabili possano finalmente servirsi di strumenti didattici e libri di testo utilizzabili con le tecnologie di cui hanno bisogno;
quali iniziative intenda adottare per superare la grave situazione che vede il Ministero dell'istruzione, che dovrebbe avere un ruolo attivo e determinante nella diffusione della cultura dell'accessibilità nella scuola, continuare di fatto a ignorare il problema e a produrre o finanziare prodotti didattici, informatici e multimediali, che, a parere dell'interrogante, non rispettano le norme sull'accessibilità.
(4-19408)
Al riguardo si ricorda preliminarmente che la legge 9 gennaio 2004, n 4, «Disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici»", all'aaarticolo 5 prevede che gli strumenti didattici e formativi, compresi i libri di testo, devono essere forniti in formato accessibile agli studenti disabili.
La disposizione contenuta nell'articolo 2, comma 3, del regolamento di attuazione della legge n. 4 del 2004, prevede l'emanazione di specifiche regole tecniche volte a disciplinare l'accessibilità, da parte degli utenti, agli strumenti didattici e formativi di cui alla disposizione succitata, dopo aver sentito la Conferenza unificata ed il Centro nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione.
In attuazione della predetta normativa é stato costituito presso questo Ministero un gruppo di lavoro, di cui fa parte, tra gli altri, anche un rappresentante del suddetto CNIPA.
Le problematiche affrontate in tale sede presentano profili di particolare complessità, sia per le implicazioni tecniche, sia per i rilievi mossi dall'Associazione Italiana Editori con riferimento al rispetto della disciplina sulla tutela del diritto d'autore; il formato elettronico, rispetto a quello tradizionale
Per rendere accessibili i libri di testo della scuola dell'obbligo, primo obbiettivo affrontato, il gruppo ha individuato nel linguaggio a marcatori estensibile Markup linguage (XLM) il formato di riferimento del supporto elettronico, da fornirsi a cura degli editori, insieme ai libri di testo adottati dalla scuola dell'obbligo.
Alcuni particolari centri di competenza, quale ad esempio la Biblioteca Italiana per ciechi «Regina Margherita», sono poi chiamati a svolgere una funzione di intermediazione tra le scuole che raccolgono le richieste degli alunni disabili e gli editori. Sarà cura dei suddetti enti, infatti, personalizzare il supporto elettronico, allegato al testo, per far fronte alla specifica disabilità dell'alunno interessato, rendendolo, quindi, fruibile dallo stesso.
Per quanto riguarda il progetto «@apprendere digitale» che è stato approvato dal CSMI l'8 febbraio 2005 e sviluppato dal (MIUR) Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca-Direzione generale servizi informatici in collaborazione con il Dipartimento dell'informazione tecnologica, l'Istituto nazionale di documentazione per l'innovazione e la ricerca educativa e l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione e con il concorso dell'Associazione italiana editori, si fa presente che il medesimo prevede di sperimentare un ambiente di apprendimento on line e contenuti digitali a supporto della didattica tradizionale nelle classi prime della scuola secondaria di primo grado, per le discipline di italiano, (competenze linguistiche), matematica e scienze, al fine di favorire l'ingresso dell'innovazione nei processi di insegnamento - apprendimento e di realizzare un'esperienza guida nell'introduzione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nella didattica.
La sperimentazione sarà attivata in 156 classi prime suddivise per n. 4 regioni (Lazio, Lombardia, Puglia, Toscana).
L'INDIRE e gli editori - che metteranno a disposizione i loro prodotti all'avvio del progetto per realizzare l'ambiente di apprendimento e i contenuti digitali - dovranno conformarsi, come richiesto, a quanto previsto dall'articolo 5 della legge n.4 del 2004.
Si forniscono, infine assicurazioni che sia da parte di questo Ministero che da parte del Ministro per l'innovazione e le tecnologie e del Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione sarà posto in essere massimo impegno per diffondere la cultura dell'accessibilità nelle scuole, rendendo effettivamente fruibili, anche dai soggetti diversamente abili, non soltanto i libri di testo ma tutti quegli strumenti che contribuiscono a migliorare l'apprendimento e la formazione didattica degli studenti.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.