Risposta. - Con l'interrogazione in esame concernente i fenomeni franosi che si sono verificati nel territorio dei comuni di Erto e Casso (Pordenone), si rappresenta che il territorio dei predetti comuni appartiene al bacino idrografico del fiume Piave la cui pianificazione di bacino, ai sensi della legge 183 del 1989 è di competenza dell'Autorità di bacino dei Fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta Bacchiglione.
di annullamento, i quali si contraddistinguono per recare tutti le medesime formule e valutazioni, talché è ragionevole ritenere che non siano l'esito di una attenta e specifica istruttoria svolta, caso per caso, quanto piuttosto l'espressione di una volontà preconcetta e pregiudizievole volta, di fatto, ad ingessare l'intero territorio;
Risposta. - Nel sottolineare che l'attività di tutela esercitata dalla competente Soprintendenza nei 277 comuni del territorio di competenza è improntata a garantire la massima omogeneità di trattamento e la massima trasparenza nell'esame delle pratiche, si segnala che da tempo è stata istituita una commissione interna, con lo scopo di esaminare i progetti di maggiore rilevanza e di definire criteri, uguali per tutte le sezioni territoriali, di valutazione delle autorizzazioni pervenute.
Per quanto la nuova organizzazione rappresenti il massimo sforzo possibile da parte degli uffici ministeriali territorialmente competenti, si ritiene che risultati ancora più incisivi possano essere conseguiti solo con una radicale e precisa presa
di coscienza da parte degli enti locali, in particolare dei comuni, i quali, come è noto, hanno quasi interamente le competenze in materia paesistico-ambientale (a seguito delle leggi regionali di sub-delega nn. 54/80, 65/81 e 10/82), tra cui anche il rilascio delle autorizzazioni ex articolo 146, D.Lgs 42/04, previa acquisizione di apposito parere di un organo consultivo (Commissione edilizia integrata o Commissione ambientale).
Risposta. - Il Corpo nazionale dei vigili del fuoco è l'organismo che, per compiti istituzionali, provvede in maniera diretta e con l'immediatezza necessaria, alla tutela della vita umana e alla salvaguardia dei beni e dell'ambiente dai danni, o dai percoli di danni, causati da incendi o da altre situazioni accidentali.
dicembre 2004, è avvenuto nel quadro di una intensa attività di repressione e prevenzione condotta dalle Forze dell'ordine sul territorio napoletano, anche attraverso azioni particolarmente complesse da richiedere l'apporto di speciali professionalità tecniche, quali quelle dei vigili del fuoco.
della commissione ex articolo 133, è affidato alle prefetture il compito di fornire le informazioni in oggetto alle popolazioni (come ha fatto la prefettura di Gaeta, che ha reso noto il piano di emergenza);
Risposta. - Sulla vicenda alla quale si fa riferimento nell'atto parlamentare si rappresenta che la normativa in materia di radioprotezione, disciplinata dal decreto legislativo 17 marzo 1995 n. 230 e successive modifiche, prevede all'articolo 133 l'istituzione presso il ministero della sanità, di una commissione permanente per l'informazione sulla protezione contro i rischi da radiazioni ionizzanti.
Il Comando militare marittimo autonomo in Sardegna, con una nota del 24 dicembre 2004, nel formalizzare alla prefettura quanto dichiarato nella predetta riunione, comunicava inoltre di considerare abrogato il piano di sicurezza poiché non richiesto dall'attuale pianificazione precisando che, in caso di eventuale sosta di tali unità - prospettabile solo per esigenze eccezionali, operative e tecniche - il punto di fonda dell'unità sarebbe stato concordato con tutte le Autorità locali competenti.
modificazioni, è stato emanato il relativo Decreto del Presidente del Consiglio 9 dicembre 1999, n. 535. Tale decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, secondo il proprio articolo 9, dispone che la durata totale del soggiorno dei minori non può superare i novanta giorni, continuativi o frutto della somma di più periodi, riferiti alle permanenze effettive nell'anno solare, ma, se del caso, il Comitato può proporre alle autorità competenti l'eventuale estensione della durata del soggiorno fino ad un massimo di centocinquanta giorni;
accoglienza temporanea, fino ad un massimo di centocinquanta giorni.
Risposta. - Il Comitato minori stranieri, istituito dall'articolo 33 del Decreto legislativo n. 286 del 25 luglio 1998 e i cui compiti sono regolati dal Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 535 del 9 dicembre 1999, opera al fine prioritario di tutelare i diritti dei minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio nazionale e dei minori stranieri accolti nell'ambito di programmi solidaristici di accoglienza temporanea, in conformità alle previsioni della Convenzione sui diritti del fanciullo (New York 20 novembre 1989).
Risposta. - La signora Giuseppina Zambrano, appartenente all'area B, posizione economica B2, in servizio presso l'ufficio delle entrate di Fossano, ha chiesto, l'assegnazione alla commissione tributaria provinciale di Cuneo o alla Conservatoria dei Registri immobiliari della medesima città.
istanza da parte della signora Zambrano, né altre comunicazioni da parte dell'Agenzia delle entrate.
il Governo, così come sottolineato nella Relazione della task force sulla larga banda, potrebbe condizionare il processo di diffusione di questa innovazione tecnologica, attraverso interventi di tipo indiretto che stimolino una nuova dinamicità di domanda e offerta, assumendo il ruolo di indirizzo e coordinamento sulla offerta di infrastrutture e servizi, soprattutto utile ad attenuare il fenomeno del digital divide, cioè la presenza di vincoli soggettivi, economici e di alfabetizzazione, che caratterizza il nostro Paese e crea inevitabili disuguaglianze sociali, territoriali ed economiche -:
Risposta. - Preliminarmente ed in via generale, si osserva che, come evidenziato dall'interrogante, è ampiamente dimostrato come lo sviluppo della ricerca scientifica e dell'innovazione tecnologica di un Paese, insieme al miglioramento della cultura informatica dei suoi cittadini e all'adozione delle tecnologie innovative da parte della pubblica amministrazione, siano uno dei fattori chiave capaci di contribuire alla crescita economica e culturale, ed altresì alla competitività in ambito internazionale.
Al riguardo si segnala che oltre il 58 per cento delle famiglie italiane oggi hanno in casa un computer, e più di quattro famiglie su dieci utilizzano Internet; secondo l'Osservatorio della Società dell'Informazione, attualmente, in Italia, sono circa 28 milioni gli utenti Internet ed un terzo delle connessioni sono a banda larga. Tale modalità sta diventando sempre di più il canale per accedere a contenuti digitali di nuova concezione: fotografie, musica, film, spettacoli televisivi.
viene anche concesso anche un contributo governativo pari a 200 euro. Sono stati inoltre prorogati gli incentivi già stanziati per favorire l'acquisto e l'utilizzo di personal computer da parte dei giovani sedicenni («Vola con internet»), i dipendenti privati e pubblici («Vai con Internet») e le famiglie meno abbienti («PC alle famiglie»).
Risposta. - In riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, riguardante la presentazione al Parlamento della relazione sugli immobili adibiti a teatro, così come previsto dall'articolo 1, comma 4, della legge 15 dicembre 1998, n. 444, si segnala che la relazione in questione, già predisposta dalla direzione generale per lo spettacolo dal vivo e lo sport, è alla firma dell'onorevole Ministro, per poi essere successivamente trasmessa alle competenti Commissioni parlamentari.
i farmaci in parola sono classificati in fascia H, ovvero sono disponibili solamente attraverso una somministrazione in sedi ospedaliere;
Risposta. - La vigente disciplina in materia di tariffe massime per la remunerazione delle prestazioni di assistenza ospedaliera è il Decreto ministeriale 30 giugno 1997 «Aggiornamento delle tariffe delle prestazioni di assistenza ospedaliera, di cui al decreto ministeriale 14 dicembre 1994».
l'approvvigionamento dei farmaci in questione presso i Centri suddetti ed assicurarne una adeguata e capillare distribuzione, in analogia alla corrispondente responsabilità dell'organizzazione e della funzionalità dei centri medesimi.
attività del tipo di quelle sopra descritte che potrebbero tradursi in un sostegno a quanti programmano anche da noi iniziative terroristiche -:
Risposta. - Com'è noto, il Centro di fisica teorica di Miramare (Trieste), noto come ICTPC (International Centre of Theorical Physics), fondato nel 1960 dal premio Nobel Abus Salm e dallo scienziato triestino Paolo Budinich con l'obiettivo di contribuire alla crescita del livello scientifico dei Paesi del così detto Terzo Mondo, è una struttura delle Nazioni Unite, gode, di garanzie di extra-territorialità assimilabili allo status diplomatico ed è dipendente dalle agenzie ONU dell'Unesco di Parigi e dell'AIEA (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica) di Vienna.
Talvolta, l'AIEA ha anche proposto visite in Italia di ricercatori non appartenenti a paesi parte del TNP (India, Israele, Pakistan e Corea del Nord). In questo caso le richieste di visite, pur basandosi sulla collaborazione che caratterizza l'appartenenza comune all'AIEA, sono state oggetto di un più profondo esame e talvolta di un rigetto qualora le attività previste avessero toccato materie suscettibili non solo di applicazioni militari ma anche di interesse a fini terroristici.
Risposta. - Nell'ambito delle attività demandate al commissario di Governo per l'emergenza rifiuti in Campania con le OO.P.C.M. 3341/04 e successive, sono state poste in essere una serie di iniziative finalizzate all'attuazione del piano regionale di gestione dei rifiuti, per il quale sono stati stipulati i contratti rep. n. 52/01 e n. 11503/00 con le società FIBE Spa e FIBE Campania Spa.
Attualmente, il quantitativo di combustibile derivato da rifiuti confezionato in balle e prodotto nei suddetti impianti ammonta complessivamente a circa due milioni e mezzo di tonnellate.
il reale accesso, a prescindere dal loro reddito, alle cure necessarie, a iniziare da quelle farmacologiche.
Risposta. - La determinazione dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) del 14 novembre 2005, di annullamento e sostituzione della precedente, in data 27 ottobre 2005, relativa alle «Modifiche alla determinazione 20 ottobre 2004», ha aggiornato la nota 13, per la prescrivibilità a carico del Servizio sanitario nazionale (fascia A) della categoria delle statine (n. 6 principi attivi) e dell'associazione di due principi attivi (simvastatina + ezetimibe).
Risposta. - Il ritardo nel pagamento al signor Rinaldi non è addebitabile al ministero dell'ambiente e della tutela del territorio in quanto si fa riferimento ad un esproprio eseguito da circa dieci anni ed effettuato dall'ex Ministero dei lavori pubblici tramite il cessato magistrato per il Po di Parma. Alla fine dell'esercizio finanziario 2002, i relativi fondi impegnati sono stati colpiti da perenzione amministrativa.
del citato decreto ministeriale del 1o luglio 2003, deve procedere al pagamento dopo aver richiesto la reiscrizione in bilancio del debito caduto in perenzione amministrativa e, come prescritto dall'ufficio centrale del bilancio di questo Ministero, solo in presenza della prescritta documentazione.
Risposta. - La normativa vigente definisce come medicinale generico il medicinale, a base di uno o più principi attivi, prodotto industrialmente, non protetto da brevetto o da certificato protettivo complementare ed identificato dalla denominazione comune internazionale (DCI) del principio attivo o, in mancanza di questa, dalla denominazione scientifica del medicinale, seguita dal nome del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio. Il medicinale per definirsi generico deve essere, inoltre, bioequivalente rispetto ad una specialità medicinale già autorizzata, con uguale composizione in principi attivi, forma farmaceutica, via di somministrazione,
modalità di rilascio, numero di unità posologiche e dosi unitarie uguali, ai sensi del combinato disposto dell'articolo 3, comma 130, della legge 28 dicembre 1995, n. 549 e dell'articolo 7, comma 1, della legge 16 novembre 2001, n. 405.
Risposta. - In merito alla problematica sollevata dall'interrogante sulla base degli elementi acquisiti dalla prefettura di Palermo, si informa che gli uffici dell'Assessorato al lavoro della regione siciliana, a conclusione di una lunga controversia giudiziaria, furono trasferiti nella nuova sede ubicata all'interno del complesso residenziale «Le Magnolie», di via Imperatore Federico n. 71/72 in Palermo.
vicinanza, all'epoca, ad altre importanti strutture della medesima amministrazione regionale (ufficio di Gabinetto dell'Assessore ed Agenzia per l'impiego), anch'esse ubicate nella via Imperatore Federico.
Risposta. - Al riguardo, l'ufficio italiano dei cambi, tramite la segreteria del Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio, ha comunicato che l'ordinamento vigente, in materia di trasparenza, prevede che i cambiavalute debbano affiggere, in ciascun locale aperto al pubblico, un avviso sintetico, costantemente aggiornato, che evidenzi distintamente e in modo chiaro i tassi di conversione e l'ammontare delle commissioni applicate. Inoltre, per ogni operazione di negoziazione, deve essere redatta in forma scritta e rilasciata al cliente apposita distinta, con l'indicazione della quantità di valuta negoziata, il cambio praticato, nonché le commissioni e le altre spese imputate al cliente stesso.
esegue le rilevazioni trimestrali dei tassi d'interesse effettivi globali medi ai fini della legge 7 marzo 1996, n. 108, recante disposizioni in materia di usura.
Risposta. - Come già rappresentato in altre risposte fornite recentemente all'interrogante, in ordine al problema degli sbarchi di immigrati sulle coste siciliane, continuerà a muoversi secondo le linee guida già indicate, apportando, via via, i miglioramenti operativi che si renderanno necessari.
via mare presentano aspetti di indubbia delicatezza, sia dal punto di vista operativo, sia dal punto di vista giuridico.
funzione - che esso è venuto via via assumendo a seguito della spinta migratoria.
Risposta. - Il procuratore della Repubblica di Salerno ha riferito che nel corso delle indagini relative al p.p. n. 3277/02-21 (a carico di numerosi soggetti e per molteplici ipotesi criminose in pregiudizio della pubblica amministrazione, coinvolgenti diffusi interessi imprenditoriali), fu evidenziato, a partire dal gennaio 2004, un interesse a conoscere il contenuto dello stesso da parte di alcuni magistrati del proprio ufficio.
sono stati trasmessi gli atti al Procuratore generale presso la Corte di appello di Salerno.
necessità di svolgere ulteriori approfondimenti procedurali e più precisamente: 1. Quantificazione del debris flow/mud flow lungo le due aste torrentizie; 2. Verifiche geognostiche, geotecniche e geomeccaniche in corrispondenza del corpo di frana posto alla sommità dell'impluvio della Filippa, al fine di determinare il grado di stabilità; 3. Dettaglio della situazione geomorfologia lungo i due impluvi ed eventuali interventi analitici specifici; 4. Realizzazione di una campagna piezometrica, anche con la realizzazione di nuovi piezometri, finalizzata all'accertamento e alla quantificazione di dettaglio della circolazione idrica sotterranea -:
Risposta. - In data 4 gennaio 2001, la società Ligure Piemontese Laterizi spa presentava alla provincia di Savona un progetto per la realizzazione di una discarica in località Filippa nel comune di Cairo Montenotte (SV), la cui costruzione prevedeva un impianto della capacità di circa 90 mila metri cubi, su di una superficie di circa 20 mila metri quadrati, in un'area di proprietà della stessa società.
dalla quale emergeva che il suddetto progetto di discarica risultava carente nella valutazione degli aspetti geomorfologici e di quelli idrogeologici.
Infine, è stata sottolineata da parte dell'APAT e dell'ARPAL, la necessità di eseguire tutte le indagini nel rispetto delle norme A.G.I. (Associazione geotecnica italiana) e di comunicare, con ragionevole anticipo, la data di realizzazione di tutte le fasi attuative, in modo da permettere i controlli da parte degli Enti interessati. A tal proposito, è stato evidenziato che eventuali aggiustamenti potranno rendersi necessari durante le fasi di campagna piezometrica e in seguito alla prima acquisizione dei dati.
Risposta. - Come risulta dagli stessi dati regionali, la Sardegna, insieme alla Finlandia, ha la più alta incidenza di diabete di tipo 1.
valori, pertanto, più elevati di 5-7 volte rispetto a quelli delle altre Regioni italiane.
Sulla base di queste premesse, il ministero della salute ha avviato diverse linee di attività:
Relativamente all'attività di informazione sulla malattia diabetica, si precisa che nell'ambito dei programmi di comunicazione previsti dal Piano sanitario nazionale 2003-2005, finalizzati a fornire una corretta informazione sulla salute in generale e sulle malattie croniche in particolare, il ministero della salute, in collaborazione con l'Associazione italiana diabetici (FAND), la Federazione diabete giovanile (FDG), l'Associazione italiana diabetici (AID), l'Associazione nazionale italiana atleti diabetici (ANIAD), la Fondazione per la ricerca scientifica sul diabete giovanile (JDF Italia), la Società italiana di diabetologia (SID) e l'Associazione medici diabetologi (AMD),
riunite in «Diabete Italia», ha promosso una campagna, della durata di un anno, iniziata il 14 novembre 2004 con la Giornata nazionale del diabete.
In particolare, ulteriori obiettivi sono stati quelli di:
Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso l'Ente nazionale di assistenza sociale per gli esercenti attività commerciali (Enasco) promosso dalla Confederazione generale italiana del commercio, del turismo e dei servizi (Confcommercio), si fa presente quanto segue.
al massimo la propria capacità di intervento e essere a disposizione del maggior numero di persone possibile;
Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero degli impiegati in servizio presso l'Ente di patronato e di assistenza sociale (Epas), promosso dalla Federazione nazionale agricoltura (Fna), si fa presente quanto segue.
Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso l'Ente di assistenza sociale per gli artigiani (Easa) promosso dalla Confederazione autonoma sindacati artigiani (Casa), si fa presente quanto segue.
a quanto ammonta il numero di impiegati risultanti in servizio rispettivamente negli anni 2001-2002-2003 e 2004.
Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero degli impiegati in servizio presso l'Istituto nazionale di assistenza piccoli imprenditori (Inapi), promosso dalla Federazione nazionale autonoma piccoli imprenditori (Fenapi), si fa presente quanto segue.
Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero degli impiegati in servizio presso il Patronato Acli, promosso dalle Associazioni cristiane lavoratori italiani per i servizi sociali, si fa presente quanto segue.
Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero degli impiegati in servizio presso l'Ente nazionale di
assistenza sociale (Enas), promosso dalla Unione generale del lavoro (Ugl), si fa presente quanto segue.
Risposta. - In ordine alla interrogazione suindicata, concernente il numero degli impiegati in servizio presso l'Istituto per la tutela e l'assistenza degli esercenti attività commerciali, turistiche e di servizi (Itaco), promosso dalla Confederazione italiana attività commerciali, turistiche e dei servizi (Confesercenti), si fa presente quanto segue.
Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero di pensionati iscritti presso l'Istituto di tutela e assistenza lavoratori (Ital) promosso dalla Unione italiana del lavoro (Uil), si fa presente quanto segue.
subordinati dipendenti degli istituti stessi o dipendenti delle organizzazioni promotrici, se comandati presso gli stessi, con provvedimento notificato alla Direzione provinciale del lavoro e per l'estero alle autorità consolari e diplomatiche.
Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero degli impiegati in servizio presso il Sozialer Beratungsring (Sbr), promosso dalla Autonomer Sudtiroler Gewerkschaftsbund (Asgb), si fa presente quanto segue.
Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero degli impiegati in servizio presso l'Istituto nazionale per l'assistenza dei lavoratori (Inpal), promosso dall'Associazione italiana coltivatori (Aic), si fa presente quanto segue.
n. 126 dipendenti; nel 2003, n. 128 dipendenti e, nell'anno 2004, n. 132 dipendenti.
Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero degli impiegati in servizio presso l'Ente di patronato e assistenza per i cittadini e l'agricoltura (Epaca), promosso dalla Confederazione nazionale dei coltivatori diretti, si fa presente quanto segue.
Risposta. - In ordine alla interrogazione suindicata, concernente il numero degli impiegati in servizio presso il Patronato associazione cristiana degli artigiani italiani (Acai), promosso dalla Associazione cristiana artigiani italiani, si fa presente quanto segue.
dipendenti; nel 2003, n. 254 dipendenti e, nell'anno 2004, n. 277 dipendenti.
Risposta. - In ordine alla interrogazione suindicata, concernente il numero degli impiegati in servizio presso l'Istituto nazionale di assistenza e patronato per l'artigianato (Inapa), promosso dalla Confederazione generale italiana dell'artigianato (Confartigianato), si fa presente quanto segue.
Risposta. - In ordine alla interrogazione in esame, concernente il numero degli impiegati in servizio presso l'Ente nazionale confederale assistenza lavoratori (Encal), promosso dalla Confederazione italiana sindacati autonomi lavoratori (Cisal), si fa presente quanto segue.
2001, n. 137 dipendenti; nel 2002, n. 135 dipendenti; nel 2003, n. 137 dipendenti e, nell'anno 2004, n. 166 dipendenti.
Risposta. - Si riporta qui di seguito il prospetto relativo al numero dei dipendenti della Cassa Forense in servizio negli anni 2001 e 2004, nonché la spesa totale, comprensiva degli oneri sociali, sostenuta per il personale in questione negli stessi anni:
Risposta. - Si riporta qui di seguito il prospetto relativo al numero dei dipendenti della Cassa italiana di previdenza ed assistenza dei geometri, in servizio negli anni 2001 e 2004, nonché la spesa totale sostenuta per il personale negli stessi anni:
e periti commerciali - offre assistenza ai propri iscritti -:
Risposta. - Si riporta qui di seguito il prospetto relativo al numero dei dipendenti della Cnpr - Cassa nazionale di previdenza ed assistenza a favore dei ragionieri e periti commerciali, in servizio negli anni 2001 e 2004, e la relativa spesa sostenuta negli stessi anni:
Risposta. - Si riporta qui di seguito il prospetto relativo al numero dei dipendenti dell'Epap - Ente di previdenza e assistenza pluricategoriale, in servizio negli anni 2001 e 2004, nonché la spesa totale sostenuta per il personale negli stessi anni:
Risposta. - Si riporta qui di seguito il prospetto relativo al numero dei dipendenti dell'Enpav - Ente nazionale di previdenza e assistenza dei veterinari, in servizio negli
anni 2001 e 2004, nonché la spesa totale sostenuta per il personale negli stessi anni:
(*) Di cui 4 dirigenti.
Risposta. - Si riporta qui di seguito il prospetto relativo al numero dei dipendenti dell'Inail - Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, in servizio negli anni 2001 e 2004, nonché la spesa totale sostenuta per il personale negli stessi anni:
Il costo indicato comprende tutte le spese sostenute dall'Istituto per il personale in servizio, tra le quali: emolumenti al lordo degli oneri riflessi ed IRAP, assegni nucleo familiare, indennità di missione e trasferimento, formazione, servizio mensa ed erogazione buoni pasto, benefici assistenziali, equo indennizzo, coperture assicurative, accantonamento quote TFR, eccetera.
le norme istitutive prevedono anche la realizzazione di forme pensionistiche complementari, sempre nei limiti delle disponibilità di bilancio -:
Risposta. - Si riporta qui di seguito il prospetto relativo al numero dei dipendenti dell'Enpab - Ente nazionale di previdenza e assistenza a favore dei biologi, in servizio negli anni 2001 e 2004, nonché la spesa totale sostenuta per il personale negli stessi anni:
Risposta. - Si comunica quanto riferito
un ente di previdenza obbligatoria per gli esercenti l'attività professionale di psicologo;
Risposta. - Si riporta di seguito il prospetto relativo al numero dei dipendenti dell'Enpap - Ente nazionale previdenza e assistenza per gli psicologi, in servizio negli anni 2001 e 2004, nonché la spesa totale sostenuta per il personale negli stessi anni:
(*) Di cui 2 hanno lavorato solo per 120 giorni.
Risposta. - Il Consiglio di amministrazione della Cassa Italiana di previdenza ed assistenza dei geometri, è composto di undici membri eletti a scrutinio segreto dal Comitato dei delegati tra gli iscritti alla Cassa.
Risposta. - Si comunica che il Consiglio di amministrazione della Cassa del notariato rimane in carica tre anni ed è composto di diciotto membri, di cui quindici eletti tra i notai in esercizio e tre cooptati tra i notai in pensione.
Si fa presente, infine, che la Cassa del Notariato è soggetta alla vigilanza del ministero del lavoro e delle politiche sociali e del ministero dell'economia e delle finanze, in conformità a quanto previsto dall'articolo 3 del decreto legislativo n. 509 del 1994.
all'attuazione delle forme di assistenza obbligatorie ed a quelle facoltative -:
Risposta. - Il Consiglio di amministrazione dell'Enpap - Ente nazionale di previdenza ed assistenza per gli psicologi è composto di cinque membri identificati con metodo elettivo.
Risposta. - Si fa presente che il Consiglio di amministrazione dell'Enpav - Ente di previdenza e assistenza dei veterinari, è composto dal Presidente, dal Vice Presidente e da nove membri, dei quali uno in rappresentanza del ministero del lavoro e delle politiche sociali e da questo designato ed uno in rappresentanza del ministero della salute e da questo designato.
a favore degli iscritti, dei loro familiari e dei superstiti secondo quanto previsto dallo Statuto e dai regolamenti adottati dall'ente stesso;
Risposta. - Si fa presente che il Consiglio di amministrazione dell'EPPI - Ente di previdenza e assistenza dei periti industriali e dei Periti industriali laureati, è composto da cinque membri. La scelta dei membri viene effettuata con metodo elettivo tra gli iscritti.
Risposta. - II Consiglio di amministrazione dell'Enpab - Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza a favore dei Biologi, è composto di cinque membri identificati con metodo elettivo.
Risposta. - Il Consiglio di amministrazione dell'Enpacl - Ente nazionale di previdenza ed assistenza per i consulenti del lavoro è composto da nove membri, eletti fra gli iscritti che abbiano almeno otto anni di anzianità di iscrizione e dura in carica quattro anni.
Risposta. - Si comunica quanto rappresentato al riguardo dall'Istituto nazionale di previdenza e di assistenza per i lavoratori dello spettacolo (Enpals).
politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.
Risposta. - Il Consiglio di amministrazione dell'Ipsema - Istituto di Previdenza per il settore marittimo è nominato con Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, ai sensi dell'articolo 3, commi 5 e 8, del Decreto Legislativo n. 479/1994, e successive modificazioni ed integrazioni.
Risposta. - In ordine alla interrogazione suindicata, concernente il numero degli impiegati in servizio presso l'Istituto nazionale di assistenza per i cittadini (Inac), promosso dalla Federazione italiana agricoltori (Cia), si fa presente quanto segue.
Risposta. - Si fa presente, in via preliminare, che i rapporti assicurativi instaurati con gli Enti di patronato sono gestiti dall'Inps e dall'Inail alla stregua di quelli instaurati con tutti gli altri datori di lavoro.
Risposta. - Al riguardo, premesso che le fondazioni bancarie sono persone giuridiche private senza fine di lucro, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del Decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153, il dipartimento del tesoro ha comunicato che, ai sensi del paragrafo 11.1, lett. r), dell'Atto di indirizzo del Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica del 19 aprile 2001, le fondazioni bancarie devono indicare nella nota integrativa del bilancio «l'ammontare dei compensi e dei rimborsi spese spettanti agli organi statutari, ripartito per organo, e il numero dei componenti di ciascun organo».
Risposta. - Si ritiene anzitutto opportuno precisare che a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni il Governo, pur avendo una potestà di vigilanza sull'attività della società Poste Italiane - nei termini indicati nel contratto di programma 2003-2005 (Gazzetta Ufficiale n. 129 del 4 giugno 2004) -, non ha la possibilità d'intervenire nella gestione aziendale che, com'è noto, rientra nelle competenze degli organi statutari della medesima società la quale, pertanto, organizza secondo le logiche imprenditoriali ritenute più opportune le risorse di cui dispone al fine di raggiungere il duplice obiettivo di assicurare condizioni di operatività compatibili con una gestione economicamente equilibrata, nonché di garantire un efficiente servizio all'utenza.
preliminare di bonifica delle aree «Nord» e «Mensa» nel quale sostiene l'impossibilità di raggiungere valori di concentrazione delle sostanze inquinanti entro i limiti tabellari applicando le migliori tecnologie disponibili «a causa della non sostenibilità economica dei costi che questi interventi comporterebbero»;
Risposta. - L'area denominata «ex Zanussi», acquisita dalla società Conegliano iniziative immobiliari Spa, ex sede delle industrie Zoppas, poi Zanussi, è stata assoggettata ad interventi di bonifica in attuazione di quanto disposto dall'articolo 17 del decreto legislativo n. 22 del 25 febbraio 1997 e dal decreto ministeriale n. 471 del 25 ottobre 1999.
delle stesse in area «Nord», protette dalle intemperie e posizionate sopra pavimentazione in cemento e ricoperta da teli in HDPE. Le acque di aggottamento, di origine meteorica, sono state convogliate in fognatura.
soprattutto alla presenza di metalli pesanti, nichel, rame e zinco, e solo localmente a idrocarburi, IPA e PCB.
In data 16 maggio 2005 sono iniziate le operazioni di bonifica dell'area «Mensa» e, il 12 luglio 2005, alla presenza del personale ARPAV di Treviso, si è dato luogo alle procedure di collaudo.
Risposta. - Avendo visionato il protocollo tecnico tra la provincia di Vicenza e l'Istituto nazionale fauna selvatica sulle attività di controllo delle popolazioni di cinghiali, nutria, volpe e corvidi, è risultato che gli interventi di controllo numerico per le specie faunistiche opportuniste, vengono attuati secondo le disposizioni contenute nell'articolo 19 della legge 157/92.
stata trasmessa dalla Direzione generale per la protezione della natura dell'amministrazione che rappresento, a tutti i parchi nazionali.
da tempo il comune di Erto e Casso (Pordenone) lamenta numerose situazioni di dissesto idrogeologico, in gran parte legate al disastro del Vajont del 9 ottobre 1963;
una delle frane che incute maggiori timori è quella individuata ai piedi della strada statale n. 251 «Valcellina-Val di Zoldo» in località Le Spesse;
stando a quanto denunciato in più occasioni da numerosi abitanti e amministratori della zona, lo smottamento in oggetto si sarebbe ormai pericolosamente avvicinato al paravalanghe costruito lungo la stessa statale;
tale notizia non può ovviamente non preoccupare la popolazione del paese, visto che la 251 è l'unica via di comunicazione dell'Alta Valcellina in direzione della provincia di Belluno;
la stessa statale rischia di essere chiusa a valle del tratto in questione a causa delle continue esondazioni del torrente Cellina e dell'affluente Varma, nel limitrofo comune di Barcis;
ogni qualvolta si verificano episodi del genere, gli abitanti che risiedono nell'area compresa tra Erto e Casso, Cimolais e Claut sono costretti a compiere delle deviazioni di centocinquanta chilometri per far rientro a casa (il che obbliga sistematicamente i pendolari e gli studenti della zona a chiedere giornate di ferie o a perdere le lezioni di scuola) -:
se sia a conoscenza della presenza di un fronte franoso ai piedi dei paravalanghe di Le Spesse, località sita nel comune di Erto e Casso (Pordenone);
se tale smottamento possa, in un futuro più o meno prossimo, interessare anche la soprastante strada statale n. 251 «Valcellina-Val di Zoldo», come già accaduto in passato per altri tratti della stessa carreggiata;
se intenda o meno disporre un sopralluogo al sito da parte del personale dell'Anas e se sia già stato predisposto un progetto di bonifica per la messa in sicurezza della stessa scarpata cedevole;
se non concordi con lo scrivente sulla necessità di intervenire al più presto per la bonifica della frana di Le Spesse ed altre che si dovessero individuare a seguito dei sopralluoghi, al fine di scongiurare qualsiasi pericolo per la pubblica incolumità e di evitare pesantissimi disagi viari e personali alla popolazione dell'Alta Valcellina.
(4-11033)
Con delibera del Comitato istituzionale n. 1 del 3 marzo 2004 (pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 236 del 7 ottobre 2004) è stato adottato il Progetto di piano stralcio per l'assetto idrogeologico del bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta Bacchiglione.
Il piano consta della fase conoscitiva, della fase propositiva, della fase programmatica e delle norme d'attuazione, nonché della cartografia di piano nella quale sono individuate e perimetrate le aree a pericolosità e/o a rischio idrolgeologico (frana, alluvione e valanga).
La fase conoscitiva esamina gli aspetti idrografici del bacino e le sue componenti fisiche, descrive gli eventi alluvionali storici dei principali corsi d'acqua e le principali criticità.
La fase propositiva definisce i criteri e le metodiche utilizzate per la definizione delle situazioni di pericolosità idraulica e da frana e delle relative perimetrazioni e classificazioni, l'identificazione delle aree a rischio e propone gli interventi strutturali e non strutturali da eseguire per la mitigazione del rischio.
Questi ultimi sono riassunti nella Fase programmatica che definisce inoltre i costi per l'attuazione del piano, indicando un fabbisogno complessivo che ammonta a 3.140 milioni di euro, dei quali 1.200 milioni di euro necessari per il breve periodo (3 anni).
Infine le norme di attuazione disciplinano l'uso del territorio e rendono vigenti i contenuti del piano. Esse sono state adottate quali salvaguardie ai sensi dell'articolo 17, comma 6-bis della legge 183 del 1989 con delibera di Comitato istituzionale n. 3 del 25 febbraio 2003.
Gli elaborati cartografici del progetto di PAI del bacino del Piave individuano. all'interno del comune di Erto e Casso (PN) numerosi dissesti da frana classificati a pericolosità molto elevata (P4), elevata (P3) e media (P2). Per la specifica località Le Spesse, cui si fa riferimento nella nota della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia prot. APL.6/10382 del 10 marzo 2005, la cartografia di piano indica due movimenti franosi classificati a pericolosità elevata (P3), identificati con i codici 0930191900 e 0930191000, che interessano la strada statale n. 251 «Valcellina - Val di Zoldo». Le due frane fanno inoltre configurare situazioni di rischio elevato e molto elevato in corrispondenza di un edificio sottostante alla succitata strada, situato in prossimità del Lago del Vajont. La medesima cartografia segnala l'esistenza di opere di difesa già presenti sull'asse viario.
La relazione di piano, nella sezione relativa all'Individuazione degli interventi strutturali e non strutturali necessari per la mitigazione della pericolosità e del rischio, per uno solo dei due fenomeni franosi (cod. 0930191900) segnala la necessità di realizzare un intervento di messa in sicurezza mediante barriere paramassi ad alto assorbimento di energia il cui costo è stimato essere pari a 108.000 euro. Per il secondo fenomeno non vengono proposti interventi di mitigazione dei rischio trattandosi di un'area soggetta frane superficiali diffuse.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
la Soprintendenza per i BAAAS di Salerno ed Avellino, nell'area del Golfo di Policastro, sistematicamente annulla (quasi) tutti i nulla-osta paesaggistici rilasciati dall'autorità comunale (sub-delegata), anche per gli interventi di scarsissimo rilievo comprese opere di sola manutenzione;
secondo l'interrogante, assai forti sono i dubbi sulla legittimità di tali provvedimenti
tali situazioni, secondo l'interrogante, paradossali (da una stima risulta che l'annullamento riguarda, all'incirca 95 per cento dei nulla-osta) evidenzia una clamorosa disparità di trattamento rispetto alle altre aree dello stesso territorio salernitano (assenza, di fatto di coordinamento con altri funzionari onde promuovere omogeneità e coerenza di comportamenti!) ove le istruttorie sono affidate ad altri funzionari e per le quali gli annullamenti rientrano in percentuali fisiologiche e soprattutto sono il frutto di indagine e verifiche attente e scrupolose della specifica situazione dei luoghi interessati dall'intervento;
in conseguenza di quello che appare all'interrogante un autentico «accanimento annullatorio» posto in essere dagli uffici in questione, si è determinato un clima di sfiducia e di rabbia da parte degli amministratori locali, dei professionisti e dei cittadini, i quali vedono, secondo l'interrogante ingiustamente, frustrate e penalizzate le loro legittime aspettative, tanto che si sono fortemente ridotte le stesse proposte progettuali -:
quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato per limitare gli effetti, secondo l'interrogante, nefasti e discriminatori, nei confronti di un area vasta di un territorio della provincia di Salerno, e ridare fiducia, dignità e legittimazione, a ognuno per la propria parte, ai cittadini, professionisti e amministratori locali;
se non sia ravvisabile per le attività innanzi descritte un esercizio distorto del potere di annullamento, centrato sul merito, laddove è, invece, consentito, per la legge, solo per motivi di legittimità.
(4-17474)
Inoltre, si fa presente che la stessa Soprintendenza ha istituito il Servizio per il Paesaggio con l'obiettivo preciso di verificare l'attività istruttoria di tutte le sezioni territoriali, di garantire identiche interpretazioni normative e di evitare, in definitiva, che pratiche analoghe siano trattate differentemente.
Tale nuova organizzazione ha già determinato sensibili miglioramenti dell'attività di tutela paesistica; ulteriore e definitivo miglioramento avverrà a breve, quando entrerà in vigore il nuovo assetto organizzativo della Soprintendenza in parola, già oggetto di contrattazione decentrata con le organizzazioni sindacali.
In particolare, si rende noto che il nuovo assetto prevede:
1) la conferma del Servizio per il Paesaggio e della relativa commissione consultiva;
2) l'istituzione di «macrosezioni», composte da più sezioni territoriali congruenti per territorio, con lo scopo dichiarato di garantire, attraverso il confronto e la collaborazione dei responsabili delle sezioni, la massima omogeneità di trattamento delle singole pratiche;
3) la rotazione, laddove se ne ravvisi la necessità, dei funzionari responsabili delle sezioni territoriali.
In proposito, deve segnalarsi, che la citata Soprintendenza ha avviato numerose consultazioni con i comuni, proprio per individuare criteri di tutela condivisi, nonché per incrementare il livello della qualità delle progettazioni architettoniche, limitando in tal modo il ricorso ai provvedimenti di annullamento a casi realmente eccezionali. Al riguardo, occorre evidenziare come alcuni comuni si sono già impegnati in tal senso, promuovendo incontri, organizzando concorsi di idee ed altre forme di cooperazione, nello spirito della leale collaborazione e sussidiarietà tra pubbliche amministrazioni.
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Nicola Bono.
nella notte tra il 6 e il 7 dicembre 2004 si svolgeva un'operazione anticamorra nel territorio della città di Napoli, in particolare Secondigliano, Melito e Mugnano disposta dalla procura della Repubblica di Napoli;
secondo quanto richiesto della procura della Repubblica allo scopo di eseguire provvedimenti restrittivi nei confronti di indagati liberi e ripristinare l'ordine pubblico si autorizzava l'abbattimento e la rimozione di ostacoli fissi e immobili nel contesto delle operazioni anticrimine nell'area territoriale soprammenzionata;
la vasta operazione anticrimine in oggetto, si configura come una vera e propria operazione di ordine pubblico e ripropone il problema dell'utilizzo di personale del Corpo nazionale dei vigili, del fuoco, il cui organico è peraltro già ampliamente sottodimensionato rispetto alle mansione tipiche (attività di soccorso, prevenzione e protezione civile), negli ambiti di operazioni di polizia;
tali operazioni per la natura delle stesse e per i rischi che comportano sono infatti di peculiare competenza delle forze di polizia addestrate e preparate nella gestione delle attività anticrimine, nonché provviste di strumenti adeguati alle irruzioni tuttavia per le esecuzioni materiali di abbattimento e rimozione si delegava alla polizia giudiziaria di avvalersi dell'ausilio di personale dei vigili del Fuoco;
se non ritenga che, alla luce dei fatti riferiti in premessa, si siano esposti ad un rischio ingiustificato i vigili del fuoco, solitamente impiegati in attività di soccorso e protezione civile e se non si ritenga comunque che, data l'esiguità degli organici, sia poco saggio distrarre vigili del fuoco dalle loro mansioni tipiche.
(4-11992)
Esso è, inoltre, componente fondamentale del sistema di protezione civile e, seppure a competenza limitata ed in particolari situazioni, ai sensi di quanto espressamente previsto dall'articolo 16 della legge n. 469/61, può svolgere funzioni di polizia giudiziaria.
In virtù, quindi, di tali competenze sia tecnico-operative, sia di polizia giudiziaria, il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco può essere coinvolto in operazioni congiunte con le Forze di polizia su disposizione dell'Autorità giudiziaria, in un clima di doverosa collaborazione istituzionale.
Il coinvolgimento di personale del citato Corpo nazionale nella notte tra il 6 e il 7
In tale contesto, quindi, si inserisce l'intervento richiesto dalla Polizia giudiziaria dell'ausilio del personale del Comando provinciale dei vigili del fuoco di Napoli, in interventi preventivamente concordati, volti per lo più all'abbattimento e alla rimozione di ostacoli fissi attraverso l'impiego di automezzi particolari ed attrezzature speciali.
Il tutto, comunque, in situazioni ed ambienti preventivamente bonificati e messi in sicurezza dalle forze di polizia.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Maurizio Balocchi.
il decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, emanato in attuazione delle direttive Euratom 80/386, 84/467, 84/466, 89/618, 90/641 e 92/3 in materia di radiazioni ionizzanti, al Capo X (Stato di emergenza nucleare), Sezione II (Informazione della popolazione), articoli 127-134 del decreto legislativo n. 230/1995, prende in esame le misure di informazione della popolazione in merito alla protezione sanitaria e al comportamento da adottare per i casi di emergenza radiologica; l'articolo 129 (obbligo di informazione) prevede infatti che le «informazioni previste nella presente sezione devono essere fornite alle popolazioni [...] senza che le stesse ne debbano fare richiesta. Le informazioni devono essere accessibili al pubblico, sia in condizioni normali, sia in fase di preallarme o di emergenza radiologica»; all'articolo 130, si afferma che «La popolazione che rischia di essere interessata dall'emergenza radiologica viene informata e regolarmente aggiornata sulle misure di protezione sanitaria ad essa applicabili nei vari casi di emergenza prevedibili, nonché sul comportamento da adottare in caso di emergenza radiologica»;
in data 23 novembre 2004, l'interrogante presentava un'interpellanza urgente al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della difesa per sapere il motivo per il quale, nelle città i cui porti sono interessati dal transito e l'attracco di navigli a propulsione nucleare (Augusta, Brindisi, Cagliari, Castellammare di Stabia, Gaeta, La Maddalena, La Spezia, Livorno, Napoli, Taranto, Trieste), le disposizioni in fatto di pubblicità previste dal decreto legislativo 230 del 1995 vengono disattese e non viene fornita alla popolazione adeguata informazione a riguardo di eventuali emergenze nucleari; non sono infatti noti - tranne che, parzialmente, per i porti di La Spezia e Taranto - i piani di emergenza predisposti dalla Marina militare di concerto con le prefetture -:
il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento, senatore Cosimo Ventucci, nella risposta all'interpellanza presentata dall'interrogante, conveniva che: «La classifica di sicurezza, impedendo la divulgazione delle pianificazioni, precludeva di fatto la possibilità di informare la popolazione sul rischio potenziale a cui era esposta, non permettendo, tra l'altro, l'acquisizione, da parte della popolazione stessa, delle norme di comportamento da rispettare nel caso dovesse verificarsi realmente una tale emergenza»;
precisava, tuttavia, che «Il dipartimento della Protezione civile, con nota del marzo 2001, nelle more dell'istituzione della commissione ex articolo 133 del decreto legislativo n. 230 del 1995, ed in attesa che venisse emanato il decreto, ex articolo 134 del citato decreto legislativo, richiedeva che fossero introdotti nei piani da revisionare specifici piani di informazione alla popolazione, affidando alle stesse prefetture il compito di provvedere alla diffusione alla popolazione degli elementi informativi previsti dall'articolo 130 (informazione preventiva)»;
dalla risposta si evince dunque chiaramente che nelle more dell'istituzione
in base al contenuto delle risposte fornite dal governo, il signor Antonello Repetto, esponente del movimento cattolico internazionale Pax Christi, ha interpellato il prefetto di Cagliari al fine di ottenere la divulgazione del piano di emergenza nucleare riguardante il porto cittadino;
nella risposta della prefettura di Cagliari, tuttavia, non si fa alcun riferimento agli obblighi di pertinenza del prefetto e si comunica soltanto di aver «provveduto a interessare lo Stato Maggiore della Marina Militare in ordine alla verifica nell'ambito del corrente anno, dell'attualità dell'esigenza da Lei segnalata» -:
se non ritenga, considerato quanto affermato dal Governo in risposta all'interpellanza presentata dall'interrogante in data 23 novembre 2004 - e che, cioè, nelle more dell'istituzione della commissione ex articolo 133, è affidato alle prefetture il compito di provvedere alla diffusione alla popolazione degli elementi informativi previsti dall'articolo 130 - che la risposta fornita dal prefetto di Cagliari alla richiesta del signor Repetto evasiva e non ottemperante a quanto prescritto dal Governo in sede di risposta all'interpellanza dell'interrogante in data 23 novembre 2004;
quali iniziative intenda intraprendere presso il prefetto di Cagliari affinché questi proceda alla diffusione alla popolazione degli elementi informativi previsti dall'articolo 130 del decreto legislativo 230 del 1995.
(4-13335)
Tale organismo, in fase di istituzione, è nominato con decreto del Ministro della sanità, di concerto con i Ministri dell'interno, per il coordinamento della protezione civile e dell'ambiente, sentita l'Autorità nazionale protezione ambiente e ha il compito di predisporre schemi generali in materia di divulgazione delle informazioni preventive e di emergenza in tema di rischi radioattivi.
Sulla base di tali indicazioni i prefetti predispongono e divulgano il piano di informazione sulle emergenze radiologiche alla popolazione.
Nelle more della istituzione della predetta Commissione e dell'emanazione del decreto ex articolo 134 del citato decreto legislativo n. 230 del 1995, il Dipartimento della protezione civile, con nota del 3 marzo 2001, ha chiesto ai Prefetti di introdurre nei piani da revisionare specifici piani di informazione alla popolazione, affidando alle stesse Prefetture il compito di provvedere alla diffusione alla cittadinanza degli elementi informativi previsti dall'articolo 130.
Per quanto riguarda il caso specifico segnalato dall'interrogante si rappresenta che, in ragione delle competenze affidate, da tempo la prefettura di Cagliari segue la vicenda con particolare attenzione al fine di predisporre l'aggiornamento del piano di sicurezza nella parte relativa alle possibili emergenze derivanti dalla presenza di navi a propulsione nucleare nel golfo di quel capoluogo.
In particolare la questione è stata affrontata dalla Prefettura il 22 dicembre 2004, nel corso di una riunione alla quale hanno partecipato i rappresentanti del Comando militare marittimo autonomo in Sardegna, del Comando provinciale dei vigili del fuoco e della Capitaneria di porto.
Nell'occasione il rappresentante del Comando militare marittimo riferiva che l'area del golfo di Cagliari, a breve, sarebbe stata esclusa da quelle nelle quali erano previste soste di tali unità navali e che, nelle more dell'adozione di tale provvedimento, non sarebbe più stata programmato alcun attracco a partire dall'inizio dell'anno 2005.
La prefettura, quindi, alle richieste di trasmissione di una copia del «Piano di emergenza esterna per la sosta nel Porto di Cagliari di navi a propulsione Nucleare» avanzate dal signor Antonio Repetto il 19 gennaio e 4 aprile 2005 rispondeva, con note dell'11 e del 21 aprile 2005, esattamente con le informazioni ricevute dal Comando militare marittimo autonomo in Sardegna.
Analoga risposta la prefettura forniva, l'11 aprile 2005, alle richieste formulate dalla signora Maria Setzu e dal «Gruppo di Intervento Giuridico» e dall'Associazione «Amici della Terra» rispettivamente in data 8 aprile 2005 e 28 marzo 2005.
Come è noto, successivamente, il Ministro della difesa, nella risposta all'interrogazione risposta scritta dell'interrogante n. 4-13777, pubblicata il 20 giugno 2005, ha invece comunicato che il porto di Cagliari sarebbe stato compreso fra gli 11 porti nei quali è prevista la sosta delle unità navali a propulsione nucleare.
Sull'argomento il Comanda militare marittimo autonomo in Sardegna con una nota stampa pubblicata il 24 giugno 2005; ha precisato che «lo scambio di informazioni avvenuto di recente fra lo stesso comando ed il prefetto non si riferisce al contenuto degli accordi formali esistente a livello internazionale, ma esclusivamente alla situazione per cui allo stato attuale le condizioni logistico-operative del porto di Cagliari non consentono in alcun modo di accogliere la sosta di unità a propulsione nucleare».
Dopo le dichiarazioni del Ministro della difesa, il signor Antonio Repetto e la signora Setzu, rispettivamente il 16 e il 20 giugno 2005, hanno richiesto nuovamente alla prefettura la trasmissione del piano di emergenza per i rischi derivanti dalla sosta di navi nucleari nel porto di Cagliari.
La stessa istanza è stata avanzata anche dal signor Antonio Volpi, con nota in data 30 giugno 2005, per conto dell'Associazione Asquer, del Partito di Rifondazione Comunista, del «Cagliari Social Forum», della «Carovana Sarda della Pace» e di «Sardigna Nazione».
Dopo le dichiarazioni del Ministro della difesa, quindi, al fine di predisporre l'aggiornamento della pianificazione di competenza la Prefettura il 23 giugno 2005, ha chiesto nuovamente al comandante militare marittimo autonomo in Sardegna precisazioni e di fornire il piano di emergenza di competenza al fine di aggiornare quello di protezione civile.
Il successivo 13 luglio, lo Stato Maggiore della Marina ha confermato che lo specchio di mare antistante il porto di Cagliari rientrava fra le acque ove è possibile la sosta delle unità navali a propulsione nucleare e, inoltre, ha comunicato che il locale Comando militare marittimo aveva approntato un nuovo piano di emergenza che, dopo l'approvazione dello Stato Maggiore della Marina, sarebbe stato inviato alla Prefettura al fine della predisposizione del piano di emergenza di protezione civile.
Si rappresenta che lo stesso Comando militare precisava che la pianificazione operativa relativa all'anno 2005 non prevedeva, al momento, alcuna sosta di unità navali a propulsione nucleare.
Le suddette informazioni sono state trasmesse, in data 15 luglio 2005, ai signori Antonio Repetto, Maria Setzu, Antonio Volpi.
Attualmente è in fase di istruttoria da parte della prefettura di Cagliari la nuova pianificazione per quanto attiene la sosta delle unità navali a propulsione nucleare.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Maurizio Balocchi.
l'Associazione «Piccolo Mondo onlus» segnala, con allarme, che il Ministero degli affari esteri abbia intenzione di dichiarare inefficaci le attuali disposizioni normative che autorizzano il Comitato Nazionale Minori Stranieri a proporre alle autorità competenti l'eventuale estensione della durata del soggiorno richiesto da enti, associazioni o famiglie italiane, di minori accolti nell'ambito di programmi solidaristici di accoglienza temporanea, (da 90 giorni), fino ad un massimo di centocinquanta giorni, con riferimento a progetti che comprendano periodi di attività scolastica o in relazione a casi di forza maggiore;
il fenomeno dell'accoglienza temporanea per motivi solidaristici inizia in maniera rappresentativa a seguito della tragica esplosione nucleare di Chernobyl e si realizza nell'ambito del volontariato e del privato sociale;
in tale circostanza, è sorta l'esigenza di allontanare periodicamente i bambini dalla zona radioattiva organizzando soggiorni terapeutici in zone climaticamente appropriate;
col passare del tempo, l'originario collegamento con la tragedia di Chernobyl è andato gradualmente attenuandosi e i programmi di accoglienza temporanea hanno assunto una motivazione ampia di solidarietà «a fini di risanamento» verso i minori in difficoltà, provenienti principalmente dall'Europa orientale: di sostegno psicologico, affettivo, di scambio di esperienze didattiche per i giovani bielorussi e i loro docenti, monitorate in corso d'opera da psicologi, pedagogisti, sociologi che collaborano con le associazioni più serie nel corso delle accoglienze temporanee;
questo fenomeno, originato da uno spirito solidaristico, ha ottenuto una propria gestione normativa attraverso il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 9 dicembre 1999, n. 535 che ha istituito il Comitato per la tutela dei minori, presso il Dipartimento per gli Affari sociali della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
il Comitato per la tutela dei minori è costituito dai funzionari della Presidenza del Consiglio, dei Ministeri degli Affari Esteri, dell'Interno e di Grazia e Giustizia;
il compito di questo organismo è di raccogliere e verificare i progetti di accoglienza concedendo o meno il nullaosta. La domanda deve essere accompagnata da una regolamentazione relativa ai rappresentanti legali ai minori da ospitare, agli accompagnatori, al referente estero, alla tipologia di accoglienza. La valutazione favorevole dell'iniziativa è subordinata alle informazioni sulla serietà e sull'affidabilità del proponente e, se del caso, sull'affidabilità del referente estero ed ogni iniziativa effettuata in Italia va ampiamente documentata al Comitato entro 30 giorni dal rientro in Patria dei minori stessi;
i minori interessati a tali programmi possono essere anche abbastanza piccoli sei anni è il limite minimo per il loro soggiorno in famiglia è previsto un periodo di novanta giorni continuativi, estendibili a centocinquanta, entro tali limiti il soggiorno può essere ripetuto per più anni consecutivi presso la stessa famiglia. I minori provengono in parte dalla famiglia di origine ed in parte da istituti di assistenza, dove fanno ritorno al termine del periodo trascorso presso la famiglia italiana di accoglienza;
il comitato per i minori stranieri è stato istituito dall'articolo 33, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, come modificato dal decreto legislativo 19 ottobre 1998, n. 380, e dal decreto legislativo 13 aprile 1999, n. 113. Tale articolo provvede ad istituire il Comitato, a riconoscerne i poteri e le competenze e a dettarne i principi ed i criteri secondo cui deve essere organizzato;
ai sensi dell'articolo 33 del decreto legislativo n. 286 del 1998 e successive
ulteriori disposizioni riguardanti il Comitato per i minori stranieri sono contenute nel decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, e successive modificazioni, recante «Regolamento in materia di immigrazione». Il decreto del Presidente della Repubblica in oggetto cita il Comitato nell'articolo 4, recante «Rilascio dei visti d'ingresso», e nell'articolo 10, recante «Richiesta del permesso di soggiorno in casi particolari»;
l'articolo 10, comma 3-bis, prevede che «per soggiorni di durata non superiore a novanta giorni di gruppi di minori stranieri partecipanti a progetti di accoglienza a carattere umanitario promossi anche dalla regioni e da enti pubblici locali, per i quali sia stato rilasciato il nullaosta da parte del Comitato per i minori stranieri, la richiesta di soggiorno per i minori può essere presentata dal legale rappresentante dell'ente proponente alla questura competente mediante esibizione del passaporto degli interessati»;
l'articolo 4, comma 6, lettera c-bis), prevede che ai fini del rilascio del visto d'ingresso di minori, si deve indicare nella relativa domanda, anche «il nullaosta di approvazione del progetto da parte del Comitato per i minori stranieri, rilasciato previa acquisizione di quello della questura per i componenti del nucleo familiare che ospita il minore, con allegata la lista dei minori e degli accompagnatori, per il rilascio del visto per il soggiorno di all'articolo 10, comma 3-bis»;
si tratta di norme che non incidono e non intervengono sui poteri, sulle competenze e sulle facoltà, del Comitato, ma lo contemplano esclusivamente ai fini dell'espletamento di determinate procedure amministrative, dove diviene indispensabile il suo intervento consultivo e di attestazione nella documentazione che gli interessati devono presentare per il rilascio dei visti d'ingresso;
è chiaro ed inequivocabile che alcuna norma esplicitamente preordinante per il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 535 del 1999 (si tratta del citato decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 e successive modificazioni e del corrispondente del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, e successive modificazioni), dispone misure che ostano alle facoltà proprie del Comitato di poter autorizzare l'estensione della durata del soggiorno fino ad un massimo di centocinquanta giorni. Questa facoltà è specifica e autonoma del Comitato e gli viene attribuita unicamente dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 5353 del 1999 -:
se corrisponda al vero che il Ministero degli affari esteri intenda disapplicare o ad ogni modo ritenere inefficaci le disposizioni di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 dicembre 1999, n. 535, articolo 9, che prevedono che il Comitato possa proporre alle autorità competenti l'eventuale estensione della durata del soggiorno fino ad un massimo di centocinquanta giorni;
se alla luce del chiaro contesto normativo riguardante la materia della solidarietà verso i minori in difficoltà, provenienti principalmente dall'Europa orientale e delle relative funzioni e poteri del Comitato Nazionale Minori Stranieri, non ritenga opportuno chiarire che lo stesso Comitato ha impregiudicate le proprie possibilità di proporre alle autorità competenti l'eventuale estensione della durata del soggiorno richiesto da enti, associazioni o famiglie italiane, di minori accolti nell'ambito di programmi solidaristici di
(4-18942)
In particolare, l'articolo 9 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 535/99 stabilisce che: «la durata totale del soggiorno di ciascun minore non può superare i novanta giorni continuativi o frutto della somma di più periodi, riferiti alle permanenze effettive nell'arco dell'anno solare», norma ripresa dalle Linee guida per gli anni 2004 e 2005, approvate dal Comitato per i minori stranieri.
L'articolo 5 dello stesso decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, dal canto suo, prevede che il Comitato per i Minori stranieri possa proporre alle questure l'estensione eventuale del periodo di soggiorno del minore straniero sino ad un massimo di centocinquanta giorni «con riferimento a progetti che comprendano periodi di attività scolastica o in relazione a casi di forza maggiore». Si tratta di una facoltà del Comitato, fondata sulla presentazione da parte dell'Associazione o famiglia interessata della documentazione comprovante la sussistenza delle condizioni richieste dalla norma.
Le Rappresentanze diplomatiche-consolari, dal canto loro, rilasciano ai minori che partecipano ai programmi di accoglienza temporanea approvati dal Comitato per i minori stranieri, su autorizzazione di quest'ultimo, un visto d'ingresso uniforme Schengen la cui durata, ai sensi degli articoli 10 e 11 della Convenzione di Schengen, ratificata con legge n. 338 del 30 settembre 1993, non può essere superiore a novanta giorni per semestre. La decorrenza del semestre viene calcolata a partire dalla data di entrata in Italia o in altro Paese dell'area Schengen.
Ciò significa che nel corso dello stesso anno un secondo visto uniforme della stessa durata potrà essere rilasciato solo dopo che siano trascorsi sei mesi dalla data del precedente ingresso in Italia o in altro Paese dell'area Schengen.
Visto e permesso di soggiorno sono atti diversi, di competenza di differenti Autorità. Il primo viene rilasciato all'estero dalle Autorità diplomatico-consolari e consente l'ingresso dello straniero in Italia; il secondo viene invece rilasciato in Italia dalle questure, sulla base del regolare ingresso dello straniero per i motivi previsti e, di norma, consente la permanenza sul territorio per il periodo accordato dal visto.
La facoltà accordata al Comitato per i minori stranieri di proporre l'estensione del soggiorno è quindi questione che non incide sulle competenze e responsabilità del ministero degli esteri e della rete diplomatico-consolare in materia di visti.
Al riguardo va comunque tenuto presente che la durata del soggiorno in Italia di minori stranieri può incontrare limiti anche nella legislazione dello Stato di loro origine, come è il caso della Bielorussia, Paese da cui proviene la stragrande maggioranza dei minori che beneficiano dei programmi di accoglienza temporanea.
In sede di Comitato per i minori stranieri, il rappresentante del ministero degli esteri ha agito ed agisce nell'ambito delle responsabilità istituzionalmente attribuite al dicastero, richiamando doverosamente le disposizioni riguardanti il rilascio dei visti di ingresso ed i limiti temporali che ne discendono sul piano della durata del soggiorno dei minori beneficiari dei programmi di accoglienza temporanea. Ogni diversa prospettazione, quale l'attribuzione al ministero degli esteri di una presunta volontà di dichiarare inefficaci o disapplicare disposizioni vigenti, non corrisponde ai fatti ed è destituita di ogni fondamento.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
la signora Zambrano Giuseppina, residente a Roccavione (CN) è stata trasferita dall'agenzia delle entrate di Torino all'agenzia delle entrate di Fossano il 1 agosto 2000, anziché all'agenzia delle entrate di Cuneo come aveva richiesto;
in data 11 aprile 2002 la signora ha rinnovato la richiesta di essere trasferita presso la commissione tributaria provinciale di Cuneo al Ministero dell'economia e delle finanze dipartimento per le politiche fiscali allo scopo di potersi avvicinare alla propria residenza;
tale richiesta è motivata da problemi famigliari e di salute che le impediscono di conciliare le incombenze derivanti dallo status di madre e quello di lavoratrice;
la situazione di difficoltà è aggravata dai frequenti ritardi dei servizi di trasporto pubblico (un treno ed un autobus) utilizzati per effettuare il percorso Roccavione-Fossano e viceversa;
la signora Zambrano è affetta da una patologia, ampliamente documentata, che le provoca, specialmente nelle situazioni di stress causate dai viaggi quotidiani, frequenti crisi di tachicardia, vertigini, ed altri disturbi, causando, suo malgrado, frequenti assenze dall'Ufficio di appartenenza (Fossano), con inevitabili conseguenze sulla regolarità dell'attività lavorativa;
la direzione centrale del personale con nota n. 2002/160468 del 12 settembre 2002, ha comunicato alla signora in questione che, tenuto conto della grave carenza di personale che registrata presso l'ufficio di Fossano, non era possibile accogliere la sua richiesta di trasferimento;
anche la domanda di trasferimento presso la commissione tributaria provinciale di Cuneo è stata respinta con le stesse motivazioni -:
se il Governo è a conoscenza se effettivamente risponda al vero la carenza di personale all'agenzia delle entrate di Fossano;
se, dopo un'attenta verifica, risulti che effettivamente, per il motivo summenzionato, nessun lavoratore in servizio presso l'agenzia delle entrate di Fossano abbia ottenuto trasferimenti nel periodo che va dall'agosto 2000 ad oggi, e se così non fosse, come ciò sia stato giustificato nonostante la grave carenza di personale che ha impedito il trasferimento della signora Zambrano;
se il Governo, in ogni caso, nell'ambito delle proprie competenze non ritenga opportuno intervenire per Consentire ad una lavoratrice madre di poter assolvere ai propri doveri, conciliando le due attività senza ripercussioni negative sul suo stato di salute.
(4-05830)
In ordine a tale istanza, il dipartimento ha osservato che l'Agenzia delle entrate, come evidenziato dall'interrogante, ha comunicato agli Uffici competenti l'impossibilità di accogliere la suddetta richiesta in considerazione della carenza di personale riscontrabile nell'ufficio di Fossano.
La suddetta impiegata, in data 27 novembre 2002 (e non in data 11 aprile 2002, come indicato nell'interrogazione in esame), ha inoltrato al Dipartimento per le politiche fiscali la richiesta di trasferimento presso la commissione tributaria di Cuneo, con motivazioni di carattere personale e familiare.
Riguardo a tale istanza, il, dipartimento ha fatto presente di non aver attivato l'istruttoria relativa alla procedura di trasferimento in considerazione del citato parere sfavorevole dell'Agenzia delle entrate e che non è pervenuta al medesimo ulteriore
L'Agenzia delle entrate ha rappresentato che la signora Zambrano, dipendente già in servizio presso l'ufficio I.V.A. di Torino, ha partecipato alla procedura di assegnazione del personale ex I.V.A. che prevedeva il collocamento dei dipendenti in questione nelle sedi in provincia di Torino.
A seguito di tale procedura, la dipendente, assegnata all'ufficio di Torino 4, in quel momento carente di personale, ha presentato istanza di trasferimento per l'ufficio di Cuneo.
Detta istanza non è stata accolta in considerazione del complessivo esubero di personale esistente presso lo stesso ufficio.
Successivamente, la signora Zambrano ha chiesto il trasferimento presso l'ufficio di Fossano, e tale richiesta è stata prontamente accolta dall'Agenzia delle entrate medesima.
Successivamente, l'interessata ha chiesto di essere assegnata alla commissione provinciale di Cuneo.
In proposito, l'Agenzia delle entrate ha rappresentato che non ha accolto l'istanza in considerazione della carenza di organico, per quanto concerne la seconda area, riscontrabile nell'ufficio di Fossano, mentre, l'ufficio di Cuneo, richiesto dalla medesima dipendente, come sede di trasferimento, risulta, per la stessa area, notevolmente in esubero.
In ordine alla carenza di personale presente nell'ufficio delle entrate di Fossano, l'Agenzia delle entrate ha precisato che il medesimo ufficio prevede un organico di 31 unità, che, tuttavia, a partire dal 2000, ha sempre oscillato fra le 24 e le 27 unità, con una carenza mediamente superiore a quella della regione Piemonte nel suo complesso.
L'Agenzia medesima ha comunicato che, a partire dall'agosto del 2000, sono andati via dall'ufficio di Fossano tre dipendenti, con effettivo decremento di organico di n. 2 unità.
Da ultimo, l'Agenzia delle entrate ha fatto presente che la signora Zambrano ha partecipato alla procedura di mobilità regionale volontaria per l'anno 2005 e che l'istanza è risultata non proponibile, in quanto il relativo bando, emanato a seguito dell'accordo sottoscritto dalla direzione Regionale del Piemonte e dalle organizzazioni sindacali regionali in data 28 gennaio 2005, non prevedeva posti in entrata, per la seconda area, nell'ufficio di Cuneo.
L'Agenzia delle entrate ha, infine, ritenuto opportuno segnalare che la distanza fra l'ufficio di Fossano, sede di servizio della signora Zambrano e l'ufficio di Cuneo, sede richiesta dalla medesima dipendente, è di 24 chilometri.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Maria Teresa Armosino.
la diffusione della «banda larga» non conosce, nel nostro Paese, livelli di sviluppo adeguati a quelli che sono gli standard a cui sono giunti i Paesi europei come, ad esempio, la Germania ed il Regno Unito;
ciò a causa di una debole diffusione di cultura tecnologica di base, oltre alla scarsa consapevolezza sulla necessità dell'uso della rete per moltiplicare le proprie opportunità di relazione. Oltre, evidentemente, ad una inadeguata valorizzazione e realizzazione della infrastrutture di rete;
d'altro canto, il ritardo nello sviluppo dei servizi necessari, dei contenuti e delle applicazioni, crea condizioni di assenza o scarsità di domanda;
la mancata coniugazione di questi due aspetti fa si che una grande opportunità per i cittadini, la Pubblica Amministrazione e le imprese, venga misconosciuta o, addirittura, persa;
anche il tentativo di lasciare alle sole dinamiche di mercato la possibilità di promozione della diffusione di nuovi sistemi di comunicazione ha, palesemente, dei limiti il cui risultato segna l'insufficienza della modalità utilizzata;
quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato, e attraverso quali strumenti, al fine di promuovere una nuova cultura tecnologica e diffondere opportunità di conoscenza complessive su tutto il territorio nazionale, anche allo scopo di raggiungere le migliori medie europee.
(4-17044)
In tal senso, infatti, si stanno gradualmente ampliando gli strumenti mediante i quali gli italiani possono esercitare una piena cittadinanza; se, infatti, cinquanta anni fa era necessario e sufficiente imparare a leggere e scrivere, oggi la nuova alfabetizzazione prevede anche che si sappia utilizzare il computer ed internet.
Per questo tra gli obiettivi che si è posto il Governo all'inizio della legislatura, vi è quello di disegnare una strategia di innovazione tecnologica per il Paese, basata su una visione unitaria e articolata in politiche di settore definite.
Si tratta di una vera e propria riforma: una «riforma digitale», per alcuni aspetti silenziosa, ma che interessa tutti gli ambiti della nostra società ed economia, con l'obiettivo di promuovere e sostenere i valori di una prosperità condivisa, nonché tutti quei valori di democrazia e di civiltà che le tecnologie ci consentono di esprimere in modo nuovo.
L'innovazione digitale è infatti una risorsa per l'integrazione sociale, la crescita della conoscenza, la creazione di moderni servizi in settori come il lavoro, la salute, l'istruzione, i rapporti con le istituzioni. L'innovazione assume pieno valore soltanto se i suoi benefici sono accessibili a tutti, soprattutto alle categorie più deboli.
Il Governo ha assunto, al riguardo, rilevanti iniziative; già con l'approvazione nel maggio 2002 delle Linee guida per lo sviluppo della Società dell'Informazione è stato definito chiaramente l'impegno a modernizzare il Paese «sviluppando un modello di Società dell'Informazione che migliori la qualità della vita e prevenga da esclusioni di qualsiasi natura» e numerosi interventi concreti sono stati realizzati.
Le nostre politiche si sono articolate su tre aree: favorire l'alfabetizzazione informatica degli italiani; rinnovare e rendere più efficiente la pubblica amministrazione attraverso servizi in rete più accessibili; sostenere la competitività delle imprese mediante l'innovazione tecnologica.
Inoltre, al fine di portare a tutti i cittadini e le imprese i benefici di Internet, imperativo sociale e condizione indispensabile per la crescita economica, il Governo, in attuazione anche del piano eEurope 2005, ha riconosciuto come assoluta priorità incentivare l'accesso in banda larga ad Internet.
Sono stati quindi approntate soluzioni strategiche e piani tecnici volti a favorire la diffusione del servizio ADSL, estendendo la copertura anche nelle zone che finora non è stato possibile raggiungere; in particolare è stato avviato, negli ultimi anni, in collaborazione con i diversi soggetti interessati, un sistema di monitoraggio continuo del fenomeno per identificare i possibili interventi finalizzati a stimolare lo sviluppo della banda larga sull'intero territorio nazionale.
Si assiste quindi al passaggio da un utilizzo di tipo «spot» di Internet, come il cercare una informazione o spedire una e-mail, ad un uso completo e maturo delle potenzialità offerte dalla rete.
Infatti l'85 per cento delle scuole utilizza Internet come strumento didattico e sono già connessi alla rete il 65 per cento dei medici di base. Inoltre, il 60 per cento degli utenti di Internet consulta i siti della pubblica amministrazione, ossia comunica con gli uffici pubblici per chiedere informazioni e documenti, cercare lavoro, pagare le imposte, prenotare una visita medica, iscrivere un figlio a scuola.
Inoltre, al fine di favorire lo sviluppo della banda larga nelle regioni del Mezzogiorno e nelle altre aree svantaggiate del Paese, sia con riferimento alla componente infrastrutturale che a quella dei servizi, con il Ministro delle comunicazioni, ho promosso la costituzione di due società operative, Infratel e Innovazione Italia, con il compito di ridurre il digital divide dei cittadini ivi residenti.
Gli interventi riguardano anche il sostegno alla domanda pubblica di connettività, a livello nazionale e locale, che nelle intenzioni del Governo rappresenta un volano capace di generare una diffusione della banda larga anche verso i cittadini e le imprese attualmente esclusi dalla copertura del servizio.
Con la recente approvazione del decreto legislativo n. 42 del 2005, si è, infatti, avviata la realizzazione del Sistema pubblico di connettività (SPC), il più grande e complesso progetto mai realizzato in Italia nel campo delle telecomunicazioni e telematica, una sorta di «Autostrada del Sole» digitale, destinato a collegare in banda larga tra loro tutte le amministrazioni pubbliche, centrali e locali, in modo omogeneo, efficiente, veloce e sicuro. Proprio in tale contesto, attraverso l'SPC si prevede di collegare al resto del Paese quelle aree ancora non servite dall'ADSL a causa della bassa densità di popolazione, estendendo il sistema di connettività, attraverso accordi con le Regioni, ai piccoli Comuni delle aree svantaggiate del Sud anche in modalità wireless, con standard Wimax e Wi-Fi.
Inoltre per colmare il divario digitale con le aree più avanzate del Paese, è stato avviato un programma per lo sviluppo della banda larga nelle Regioni meridionali con un finanziamento di 300 milioni di euro, di cui 150 per lo sviluppo delle infrastrutture e 150 per la realizzazione di servizi multimediali.
Sempre nel Sud è in corso di realizzazione un progetto per una rete di 120 centri di accesso pubblici ad Internet e 500 «chioschi».
Le iniziative illustrate costituiscono i tanti tasselli del programma per realizzare una Società dell'Informazione veramente per tutti, senza esclusi, e i cui benefici devono essere accessibili a chiunque, a partire proprio dalle categorie svantaggiate. Si vuole infatti modernizzare l'Italia, tra l'altro, realizzando un nuovo modello di Stato informatizzato e digitalizzato che favorisca l'economia di rete per aumentare la competitività del sistema-Paese.
In tal senso, ad esempio, pur nell'imminente fine della legislatura, nell'ambito della politica di innovazione digitale relativa alla «i» di informatica a tutti gli italiani è stato avviato un importante progetto, denominato «un cappucino per un PC». Tale iniziativa permette agli studenti universitari di acquistare un PC portatile dotato di connessione ad Internet anche in modalità wi-fi, usufruendo di un prestito agevolato e garantito dallo Stato per un importo massimo di 1.200 euro, da rimborsare in un arco di tempo a scelta compreso tra i 12 e i 36 mesi pagando in media 1 euro al giorno, il prezzo di un cappuccino. Agli studenti in regola con l'iscrizione e che usufruiscono degli esoneri delle tasse e dei contributi universitari
Ritengo, quindi, che il Governo, nel corso di questa legislatura, abbia assunto tutte le iniziative idonee a prevenire il rischio del digital divide e a promuovere una nuova cultura tecnologica, impegnando a tal fine rilevanti risorse, pur se in un ambito di compatibilità con il quadro finanziario generale; tale impegno trova il suo effettivo riscontro nel fatto che l'Italia risulta essere al terzo posto in ambito europeo considerando il tasso di crescita tecnologico. È pertanto da reputare che l'esigenza espressa dall'onorevole interrogante abbia già trovato dovuta attuazione ed impegno nelle iniziative del Governo.
Il Ministro per l'innovazione e le tecnologie: Lucio Stanca.
il Ministero per e beni e le attività culturali è in ritardo nella presentazione al Parlamento della relazione sugli immobili teatrali, così come previsto dall'articolo 1, comma 4, della legge 15 dicembre 1998, n. 444;
l'omissione di tale incombenza appare grave anche perché offre il destro alle critiche di quanti ingiustamente ritengono che il Governo abbia scarsa sensibilità per il problema, assai serio, degli immobili teatrali -:
quali siano le ragioni per le quali non sia stata ancora presentata la relazione sugli immobili teatrali così come previsto dalla legge n. 444 del 1998.
(4-18345)
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Nicola Bono.
l'artrite reumatoide è una malattia cronica fortemente invalidante che provoca gravi ripercussioni sulla qualità della vita dei pazienti che ne sono affetti (in Italia sono circa 350 mila);
tale patologia ha un costo elevato per il paziente che deve provvedere all'acquisto di numerosi farmaci, all'assistenza da parte di altre persone e a servizi ed ausili non resi dal Ssn, con evidenti ripercussioni sui bilanci familiari;
sul mercato sanitario sono disponibili terapie biologiche in grado di rallentare la progressione di questa patologia e di migliorare in modo significativo la qualità di vita dei pazienti trattati;
con il varo del progetto Antares, in base al decreto del Ministro della sanità del 24 maggio 2001, (Gazzetta Ufficiale 4 giugno 2001) dovrebbe essere possibile usufruire dei farmaci biologici da parte dei pazienti affetti da artrite reumatoide a uno stadio di malattia rientrante nei parametri definiti dal progetto steso, presso un certo numero di centri reumatologici individuati dalle regioni sulla base del dettato del citato decreto ministeriale;
le organizzazioni dei malati affetti da questa malattia da tempo evidenziano l'inadeguatezza delle procedure di rimborso di tali farmaci da parte delle regioni alle aziende sanitarie ed ospedaliere;
l'azienda ospedaliera che somministra il farmaco al paziente in regime di ambulatorio o day hospital riceve a pagamento della prestazione effettuata la tariffa corrispondente al codice DRG cui afferisce l'artrite reumatoide;
l'importo corrisposto è del tutto inadeguato alla copertura dei costi dei farmaci e solo in poche regioni è attivo il meccanismo di compensazione interaziendale delle prestazioni che consente alle aziende ospedaliere di far gravare il costo del trattamento farmacologico, somministrato in ambulatorio, alla azienda sanitaria locale di appartenenza del paziente -:
quali provvedimenti il Ministro interrogato intenda assumere affinché la Conferenza Stato-Regioni e le regioni s'impegnino a garantire l'erogazione del farmaco attraverso le aziende sanitarie locali e le aziende ospedaliere, affinché siano attivate le procedure di compensazione interaziendale delle prestazioni che consentano ai medici reumatologi di trattare tutti i pazienti con i farmaci biologici che hanno fornito ampia dimostrazione di validità terapeutica al fine di migliorare le condizioni di salute e di vita dei pazienti affetti da artrite reumatoide e affinché, infine, siano adeguati i DRG di reumatologia, allineandoli ai costi di queste terapie, come è stato fatto in passato per altre terapie quali quelle oncologiche e cardiologiche che godono di un riconoscimento finanziario ben superiore e così sufficiente a coprire i costi dei farmaci necessari al loro trattamento.
(4-02140)
In considerazione delle innovazioni, soprattutto in termini di tecniche e tecnologie innovative, avvenute nella tipologia delle prestazioni e della necessità di revisionare le tariffe massime indicate nel decreto citato, il ministero della salute ha adottato alcune iniziative.
Al fine di aggiornare il sistema di classificazione DRG (Diagnosis Related Groups) è stato siglato in Conferenza Stato-Regioni, in data 16 giugno 2005, un Accordo per l'aggiornamento alla versione 19a, della classificazione DRG. Ai sensi, inoltre, dell'articolo 1, comma 170, della Legge 30 dicembre 2004, n. 311 (finanziaria 2005), sono stati avviati i lavori preparatori di revisione delle tariffe massime per la remunerazione delle prestazioni di assistenza ospedaliera (ricognizione e analisi dei tariffari regionali, elaborazione di un modello di simulazione, al fine di stimare la remunerazione teorica qualora venissero adottate tariffe diverse rispetto a quelle indicate nel provvedimento menzionato).
Relativamente al modello organizzativo di «compensazione interaziendale», richiesto dall'interrogante, si segnala che non esiste, in tal senso, alcun tipo di impedimento normativo per le Regioni, alle quali spetta la scelta autonoma di adottare e rendere efficace un tale sistema di remunerazione.
Si precisa, inoltre, che i medicinali biologici anti-TNF (Etanercept ed Infliximab) impiegati per il trattamento dell'artrite reumatoide, sono stati ammessi alla rimborsabilità a carico del Servizio sanitario nazionale, in funzione della diagnosi, del piano terapeutico e della distribuzione diretta da parte dei Centri specialistici di reumatologia, individuati dalle Regioni e dalle province autonome, in collegamento al progetto di ricerca «Antares».
La possibilità di collegare il regime di rimborsabilità dei citati farmaci biologici all'attivazione di una rete di Centri specialistici garantisce ai pazienti una diagnosi differenziale, la definizione di un piano terapeutico e un follow-up periodico e programmato nel tempo.
Rientra nell'ambito delle competenze degli, Enti, regionali garantire l'accesso e
Va, inoltre, segnalato che l'articolo 8, comma 1, lettera a) della legge 16 novembre 2001, n. 405; «Interventi urgenti in materia di spesa sanitaria», attribuisce la facoltà alle regioni di provvedere alla stipula di accordi con le associazioni sindacali delle farmacie convenzionate, per consentire agli assistiti di rifornirsi direttamente presso le farmacie dei medicinali che richiedono un controllo continuato del paziente.
Il Ministro della salute: Francesco Storace.
da sconcertanti notizie pubblicate nei giorni scorsi su un quotidiano nazionale si apprende che negli ultimi decenni ed ancora oggi il nostro Paese ospita e finanzia, in molti dei più prestigiosi istituti di studio e ricerca nelle materie della scienza, biologia e tecnologia fisica e nucleare, conoscenze dunque potenzialmente utilizzabili per la predisposizione e l'uso di armi di distruzione di massa, intere generazioni di scienziati islamici o originari di Paesi dai quali provengono i principali autori degli attentati che hanno colpito il mondo occidentale dopo l'11 settembre;
presso l'Ictp di Trieste, il Centro internazionale di fisica fondato nel 1964 dal Nobel pakistano Abdus Salam, con lo scopo dichiarato di favorire la diffusione della conoscenza della fisica nucleare nel mondo arabo e divenuto uno dei più importanti d'Europa, che peraltro ogni anno assegna cinque premi di 20.000 dollari agli studenti che meglio coniugano il pensiero islamico con la fisica, chimica e biologia, a fronte di una generica autodichiarazione di buona fede da compilarsi in un modulo prestampato, si avvicendano fra professori, ricercatori, studenti e semplici visitatori, ben 5.000 partecipanti ogni anno, provenienti senza alcun controllo anche da Paesi a rischio;
nel 2004 sarebbero state ben 469 le presenze da nazioni «pericolose», 418 dal mondo islamico, 128 solo dall'Iran, 60 dal Pakistan, 28 da Sudan e Marocco, 54 da Cuba, 15 fra Siria e Palestina;
ben 198 sono i fisici iracheni che dagli anni '70 agli anni '90 hanno svolto attività di ricerca e studio presso l'Ictp e fra questi anche coloro che sono considerati gli artefici del programma di armi nucleari di Saddam Hussein;
oltre che da Aiea (Agenzia atomica Onu) ed Unesco, il costo di funzionamento del Centro, pari a 21 milioni di euro, è sostenuto per la maggior parte dall'Italia con ben 18,5 milioni di euro versati dal Ministero della ricerca e con contributi minori erogati da Enea, Cnr e Infn (istituto nazionale fisica nucleare);
oltre a finanziare la complessa struttura e le attività dell'Ictp, il nostro Paese concede ai suoi frequentatori l'accesso ai laboratori nazionali di ricerca nucleare e biofisica sovvenzionando con contributi del Ministero degli esteri anche alcuni progetti riservati al mondo islamico e alle patrie di terroristi;
la chiusura sfiorata dall'Ictp nel 1991 per una grave crisi economica risulta sanata addirittura grazie ad un prestito senza interessi di 3 milioni di dollari erogato dall'aspirante potenza nucleare dell'Iran, nazione con la quale peraltro l'istituto mantiene i più stretti rapporti;
il nostro territorio si trova già ad ospitare migliaia di immigrati regolarizzati, secondo l'interrogante, senza alcun controllo per effetto delle sanatorie del governo di centro-sinistra e in questo particolare momento di allarme terroristico, confermato che gli attentatori di New York e Londra hanno proprio in questi stessi Paesi condotto i loro studi, si impone una strettissima sorveglianza su
se e quali misure di controllo e di stretta sorveglianza il nostro Stato abbia approntato nei riguardi di tutti gli istituti, enti di studio e ricerca, come l'Ictp di Trieste, che per il tipo di alta formazione offerta possono rappresentare, a giudizio dell'interrogante, un'attrattiva per potenziali terroristi;
quali iniziative e misure cautelative intendano assumere ai fini di una seria verifica del rispetto dei requisiti di sicurezza e regolarità di quanti frequentano tali istituti, eventualmente anche valutando l'opportunità di procedere ad una sospensione temporanea dalle attività di studio e frequentazione presso gli stessi dei soggetti provenienti dai Paesi a rischio terrorismo.
(4-16149)
Il Centro, attualmente diretto dal cittadino statunitense di origine indiana Sreenivasan Katepalli Raj, svolge corsi di alta specializzazione, di durata biennale, di natura meramente teorica, nel campo della ricerca matematica e della fisica teorica; al suo interno non vi è presenza di tecnologia idonea alla sperimentazione degli sviluppi applicativi delle acquisizioni scientifiche.
I corsi svolti sono pubblici ed aperti a tutti gli studenti ed i ricercatori che ne facciano richiesta. Dagli elenchi dei partecipanti emerge che oltre a frequentatori provenienti dai Paesi islamici, ve ne sono anche provenienti da Israele, dagli Stati Uniti e da tutti i Paesi dell'Unione europea, Italia compresa.
Sin dal suo insediamento l'attività dell'«ICTP» ovvero dei suoi frequentatori, ed in particolare di quelli provenienti dalle aree potenzialmente a rischio, viene costantemente monitorata in sinergia con gli stessi uffici del centro che si occupano dell'accoglienza e del disbrigo delle pratiche amministrative per il soggiorno degli ospiti.
In ogni caso, con l'incremento delle minacce terroristiche di matrice islamica in Europa, è stata prestata nuova attenzione alle attività del Centro, ed è stata intensificata la collaborazione tra la questura di Trieste e gli uffici dell'Istituto che si occupano dell'accoglienza e del disbrigo delle pratiche amministrative degli ospiti, tutti registrati presso il locale Ufficio Immigrazione e muniti di permesso di soggiorno in caso di permanenza sul territorio nazionale superiore ad otto giorni.
Sono, altresì, in fase di definizione ulteriori strumenti finalizzati ad elevare il livello dei controllo all'interno del Centro, tra i quali l'apertura di un ufficio di polizia per le verifiche e gli adempimenti connessi al rilascio dei permessi di soggiorno agli ospiti stranieri.
Si soggiunge che l'AIEA per promuovere le applicazioni civili della tecnologia e delle scienze nucleari nei paesi in via di sviluppo, organizza, a proprio carico, corsi di breve durata, cosiddette «visite scientifiche», di ricercatori appartenenti generalmente a paesi in via di sviluppo presso istituti di eccellenza di altri paesi.
Per queste attività in Italia, il ministero degli affari esteri è chiamato a compiere un vaglio sull'opportunità delle stesse (circa 50 ogni anno). Si tratta quasi sempre di visitatori provenienti da paesi appartenenti al Trattato di non proliferazione nucleare (TNP). Pertanto sono attività che non solo si svolgono nel contesto delle garanzie offerte dal predetto Trattato, ma che gli Stati che vi hanno aderito si sono impegnati a favorire (articolo IV, 2) con particolare riguardo alle necessità delle aree in via di sviluppo nel mondo.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
dal 1994 in poi si è determinato nella Regione Campania un gravissimo stato di emergenza, per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani;
in applicazione dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225 sulla Protezione Civile, è stato prima deliberato lo stato di emergenza e poi nominato Commissario Straordinario il Prefetto di Napoli per l'attuazione degli interventi rivolti a rimuovere detto stato di emergenza;
a tal fine sono stati conferiti al Commissario Straordinario eccezionali poteri di ordinanza, da emanarsi anche in deroga alle norme vigenti, fermo restando il rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico;
nel corso di questi anni, in Provincia di Salerno e nell'intera Regione Campania, si sono susseguite situazioni di emergenza tali da costituire un vero e proprio rischio per la pubblica incolumità;
come è noto, nel tenimento del Comune di Battipaglia (Salerno) è allocato un impianto per la produzione di C.D.R. (combustibile da rifiuti solidi urbani), con una capacità produttiva annua di circa Kg. 31.405.000;
attualmente, per la mancata realizzazione dei termovalorizzatori, il C.D.R. finora prodotto dai sette impianti regionali in funzione, è di circa Kg/anno 2.476.715.746, è stato stoccato in diversi siti del territorio regionale;
il protrarsi dell'incertezza dei tempi di realizzazione dei due termovalorizzatori previsti al servizio dell'intera regione, non consente di ipotizzare il quantitativo di C.D.R. che verrà complessivamente stoccato, né i tempi di smaltimento dello stesso -:
attesa la direttiva del Ministro dell'Ambiente di procedere ad un sistema di provincializzazione dei rifiuti solidi urbani, quale sia il quantitativo di C.D.R. finora prodotto, la dislocazione del suo stoccaggio, quale pianificazione abbia predisposto il Commissario Straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania in merito allo smaltimento del C.D.R. finora stoccato ed in quale misura intenda recepire la direttiva del Ministero dell'ambiente.
(4-10940)
Le predette società affidatarie furono, quindi, incaricate di realizzare sette impianti per la produzione di CDR (combustibile derivato da rifiuti) e due impianti di termovalorizzazione.
Per quanto riguarda i primi, sono stati realizzati i seguenti impianti: Caivano (NA), in esercizio dal 13 agosto 2001; Giugliano (NA), in esercizio dal 4 febbraio 2002; Tufino (NA), in esercizio dal 10 settembre 2002; S. Maria Capua Vetere (CE), in esercizio dal 10 ottobre 2001; Casalduni (BN), in esercizio dal 27 settembre 2002; Pianodardine (AV), in esercizio dall'8 luglio 2001; Battipaglia (SA), in esercizio dal 16 aprile 2003.
In merito, invece, ai termovalorizzatori, risulta che sono stati avviati i lavori per la realizzazione di quello di Acerra, la cui ultimazione è prevista per la fine del 2006, destinato alla utilizzazione del Cdr prodotto nella provincia di Napoli, pari a circa il 60 per cento del quantitativo complessivo.
Invece, non sono stati avviati i lavori per la realizzazione di quello di Santa Maria La Fossa, se si esclude la recinzione dell'area interessata, destinato ad utilizzare il Cdr prodotto negli impianti delle province di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno.
Nelle more della realizzazione dei due termovalorizzatori, sono stati allestiti i seguenti siti destinati allo stoccaggio provvisorio delle balle di Cdr: piazzole area interna all'impianto di Cdr di Caivano; piazzole area esterna all'impianto di Cdr di Caivano; piazzole in località «Brezza» del comune di Capua (CE); piazzole c/o la cava Giuliani nel comune di Giugliano; piazzole in località «Dell'Aversana» del comune di Giugliano; piazzole in località «Lo Spesso» del comune di Villa Literno (CE); piazzole area interna all'impianto di Cdr di Casalduni (BN); piazzole in località «Toppa infuocata» del comune di Fragneto Monforte (BN); piazzole area interna all'impianto di Pianodardine (AV); piazzole in località «Pozzo bianco» del comune di S. Maria La Fossa.
Si rappresenta, infine, che il rientro nelle condizioni ordinarie della gestione del ciclo dei rifiuti in Campania e, quindi, la possibilità di procedere alla provincializzazione dei rifiuti solidi urbani sarà possibile solo in seguito ad un incremento delle percentuali di raccolta differenziata, ad un miglioramento del funzionamento degli impianti di Cdr e ad un utilizzo delle migliori tecnologie disponibili nella costruzione degli impianti di termovalorizzazione.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
l'ipercolesterolemia è affezione grave, a eziologia sia genetica che acquisita, la quale colpisce un numero assai elevato di persone le quali, se non adeguatamente curate, corrono gravissimi rischi di morte (aterosclerosi che può condurre a infarto cardiaco, ictus, insufficienza renale, eccetera);
esistono efficaci farmaci che riducono il colesterolo i quali, se regolarmente utilizzati, scongiurano tali rischi e sono dunque da ritenersi autentici farmaci salvavita;
finora questi farmaci rientravano tra quelli distribuiti gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale: si apprende da notizie di stampa che ora, viceversa, essi sono stati trasferiti tra i farmaci a pagamento;
si tratta di farmaci di costo rilevante, che incidono in modo pesante sui redditi, in particolare, delle categorie di ammalati meno abbienti, e dei pensionati al minimo in primo luogo che, nell'ipotesi per altro improbabile che soffrano soltanto di questa patologia, si vedono decurtare il reddito di circa il 5 per cento;
è prevedibile pertanto che una fascia assai ampia di cittadini, dovendo scegliere tra curarsi e alimentarsi, o vestirsi, o pagare l'affitto, sia obbligata a non curarsi, estendendo ulteriormente l'area di coloro che, di fatto, si vedono sottratto il diritto costituzionale alla salute e, nell'esempio in questione, alla vita stessa -:
per quali motivi concernenti la pubblica salute si sia ritenuto di trasferire i farmaci anticolesterolo da quelli distribuiti gratuitamente a quelli a pagamento, con le conseguenze sanitarie e sociali sopra richiamate;
quali urgenti provvedimenti intenda adottare per garantire comunque a tutte le persone affette da grave ipercolesterolemia
(4-13696)
Le tre categorie di farmaci ipolipemizzanti (fibrati, statine ed altri ipolipemizzanti ed ipotrigliceridemizzanti), prescritte per il trattamento delle dislipidemie familiari e per l'ipocolesterolemia, non correggibile dalla sola dieta, e per la cura dei soggetti colpiti da infarto del miocardio, fanno parte di una strategia terapeutica da definirsi sulla base della valutazione del rischio cardiovascolare globale del singolo paziente, facendo riferimento alle Carte di rischio cardiovascolare, elaborate dall'Istituto Superiore di Sanità all'interno del Progetto Cuore.
Sulla base di tali carte, capillarmente distribuite a tutti i 360.000 medici italiani attraverso il Bollettino d'informazione sui farmaci e reperibili consultando il sito istituzionale dell'AIFA, ogni medico di Medicina generale può calcolare, per ciascun singolo paziente, il rischio cardiovascolare assoluto ed ammettere il soggetto alla prevenzione primaria o secondaria con uno dei farmaci della Nota 13.
La nuova determinazione assunta dall'AIFA «allarga» la rimborsabilità, sulla base della valutazione del rischio globale assoluto del singolo paziente, indipendentemente dal valore biochimico riscontrato dei livelli di colesterolemia e ipertrigliceridemia.
La scelta di assumere come criterio di rimborsabilità non un valore di laboratorio, ma, la reale condizione di rischio del paziente, oltre che recepire uno dei risultati più rilevanti della ricerca clinica ed epidemiologica, rappresenta, di fatto, un adeguamento della rimborsabilità all'evoluzione delle conoscenze scientifiche.
Questa decisione regolatoria è stata, inoltre, collegata ad un progetto di ricerca denominato studio RiACE (Rischio Assoluto Cardiovascolare-Epidemiologia).
Tale studio, svolto in collaborazione con i medici di medicina generale, consentirà di valutare nella pratica clinica corrente la trasferibilità; l'applicazione, i carichi assistenziali ed i risultati delle Carte di rischio, segnando un passaggio culturale assai importante, perché collega una decisione regolatoria ad una attività di ricerca; l'ammissione alla rimborsabilità, inoltre, oltre a costituire un accesso alle terapie; diventa, allo stesso tempo strumento di formazione e ricerca nella medicina generale.
Le determinazioni assunte in ordine ai farmaci in questione non comportano alcuna «riduzione» dei livelli assistenziali, in quanto nessun farmaco è stato riclassificato in fascia C e i nuovi criteri che fanno riferimento al rischio cardiovascolare assoluto ricomprendono ed ampliano il riferimento al solo valore biochimico del colesterolo e dei trigliceridi.
L'utilizzo della Nota 13 e delle nuove Carte del rischio dovrebbe consentire un uso più appropriato dei farmaci e una maggiore prevenzione del rischio cardiovascolare assoluto.
La scelta di porre al 20 per cento la soglia di rischio nelle indicazioni di trattamento in prevenzione primaria con le statine, è conforme a diverse linee guida internazionali che hanno utilizzato questo limite; secondo analisi effettuate su database regionali, inoltre, il numero dei pazienti da sottoporre al trattamento secondo le indicazioni della Nota 13 non differisce da quello dei pazienti attuali.
Il collegamento della Nota 13 con il progetto RiACE renderà possibile verificare quanto le indicazioni contenute nella nota corrispondano effettivamente ai bisogni terapeutici in medicina generale della popolazione.
Il Ministro della salute: Francesco Storace.
per eseguire l'argine destro del Tanaro, per la messa in sicurezza conseguente all'alluvione del 1994 al signor Secondino Rinaldi furono espropriati terreni per i quali dopo ben 10 anni non sono stati pagati acconti di sorta;
a seguito di lungaggini legate al frazionamento e non imputabili al Rinaldi non è stato possibile definire le procedure entro i cinque anni dall'avvio della stessa e si dovette quindi procedere alla cessione bonaria del bene e stipulare l'atto notarile di cessione;
l'atto fu stipulato il 20 novembre 2003 e con tale formalità il ministero si impegnava a liquidare il dovuto nel giro di tre mesi;
in data 11 aprile 2005 è stata effettuata una riunione presso il Commissario per il Federalismo amministrativo sul problema del trasferimento delle risorse comprese le risorse finanziarie relative ai cosiddetti Fondi Perenti (articolo 4 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 27 dicembre 2002);
da allora è stato un susseguirsi di rinvii da un ufficio all'altro col risultato che a tutt'oggi il signor Rinaldi non ha ancora ottenuto nulla -:
quali siano state in merito le decisioni prese dal ministero dell'economia e delle finanze a seguito delle riunioni svoltasi presso il Commissario per il Federalismo amministrativo l'11 aprile 2002;
se non ritenga il Ministro interrogato di impartire le necessarie disposizioni affinché venga definita questa annosa vicenda che penalizza, secondo l'interrogante ingiustificatamente i diritti di un cittadino.
(4-15880)
Le incombenze connesse a tale attività ed a quelle relative ad altri numerosissimi casi sono stati trasferiti a questo Ministero solo nel corso dell'anno 2003. La direzione generale competente, solo di recente ha avuto la disponibilità, da parte del Ministero dell'economia e delle Finanze, delle risorse per pagare il creditore in parola per un importo complessivo di euro 13.913,35.
L'iter per perfezionare l'estinzione di un debito caduto in perenzione amministrativa è notevolmente complesso in quanto l'articolo 4 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 27 dicembre 2002 ha previsto che, con decorrenza 1o gennaio 2003, venissero trasferite all'AIPO le risorse finanziarie per le spese continuative relative ai beni mobili ed immobili, le altre risorse per le spese continuative di cui alla tabella C1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 dicembre 2000, nonché tutte le risorse finanziarie assegnate al magistrato per il Po ad eccezione di quelle relative al trattamento economico del personale trasferito fino al 31 marzo 2003.
Con decreto ministeriale del 1o luglio 2003, è stato formalizzato l'accentramento presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio della gestione di tutte le partite contabili gia in essere presso l'ufficio di Ragioneria del cessato magistrato per il Po. Con il medesimo provvedimento sono state individuate le modalità attraverso cui trasferire all'AIPO le relative risorse finanziarie, oltreché disciplinare la gestione delle somme conservate nel conto del patrimonio dello Stato quali residui passivi perenti.
Con particolare riguardo ai residui passivi perenti, invece (è il caso del signor Giuseppino Rinaldi), il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, in esecuzione
Solo successivamente e non appena le risorse vengono rese disponibili sui capitoli competenti, la Direzione generale può procedere al pagamento diretto in favore del creditore finale.
Con riferimento al caso del signor Giuseppino Rinaldi, la richiesta di reiscrizione è stata recentemente recepita positivamente dal Ministero dell'economia e, pertanto, si sta procedendo all'estinzione del debito per complessivi euro 13.913,35.
Nel corso della riunione tenutasi in data 11 aprile 2005 presso l'ufficio per il federalismo amministrativo si è concordato sulla necessità di individuare una soluzione alternativa che consenta all'agenzia, che ha contratto il debito originario, di provvedere direttamente alla trattazione dell'elevatissimo numero di casi in questione riguardanti residui risalenti anche ai primi anni '90.
Tuttavia, al riguardo, il Ministero dell'economia - Dipartimento della Ragioneria dello Stato - Ispettorato Generale per le politiche di bilancio ha fatto presente che «occorre considerare come nella fattispecie, trattandosi di debiti risalenti ad obbligazioni precedentemente assunte dallo Stato (ex Ministero dei lavori pubblici è quest'ultimo, e non l'AIPO, a dover definitivamente accertare e disporre il pagamento degli importi dovuti per contratto o in compenso di opere prestate nonché di lavori o forniture eseguite».
Quindi, a seguito di tale ultima indicazione, questo Ministero ha dato seguito alla richiesta di reiscrizione in bilancio dei debiti eliminati dalle scritture contabili riferiti alla gestione dell'ex Ministero dei lavori pubblici.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
l'Ospedale Molinette di Torino avrebbe denunciato la confusione - in situazioni di emergenza - derivante dalle assonanze dei nomi di scatole di medicinali «generici» e di quelle «griffate»;
le scatole di medicinali generici sono del tutto simili a quelle dei medicinali «griffati» pur essendoci dosaggi molto differenti della medesima medicina;
talvolta il problema delle confezioni «fotocopia» riguarda anche esclusivamente farmaci «griffati» come nel caso della «Monocinque 20», contro l'insufficienza coronaria, identica in base a quanto risulta all'interrogante alla «Serenase 2», antidepressivo;
gli errori farmacologici hanno importanti ripercussioni sui costi e soprattutto sulla salute dei malati;
la presenza di infermieri stranieri o extracomunitari, che hanno difficoltà con l'italiano scritto e parlato, rappresenta, ad avviso dell'interrogante, un ulteriore causa di errore -:
se non si intenda adottare le opportune iniziative normative affinché le confezioni «fotocopia» dei farmaci vengano modificate e possano essere riconosciute facilmente anche nei momenti di emergenza.
(4-15408)
Le caratteristiche di bioequivalenza menzionate escludono, pertanto, che vi possano essere differenze tra i prodotti in questione e i corrispondenti medicinali già autorizzati, anche in termini di dosaggio di principio attivo.
Recentemente il Decreto legge 27 maggio 2005, n. 87, convertito con modificazioni nella legge 26 luglio 2005, n. 149, ha introdotto per i farmaci soggetti a prescrizione medica, classificati nelle fasce A) e C), che non hanno goduto di copertura brevettuale, la dizione di «medicinale equivalente», in sostituzione del termine «generico».
Allo scopo di garantire la riconoscibilità delle confezioni medicinali dei prodotti equivalenti, sia da parte degli operatori sanitari sia dei pazienti, le aziende farmaceutiche titolari sono tenute, a decorrere dal 28 ottobre 2005, ad apporre sulle confezioni medesime, sotto la denominazione, la dicitura «medicinale equivalente».
Il Ministro della salute: Francesco Storace.
l'Assessorato al Lavoro della Regione Siciliana ha ubicato i suoi uffici all'interno di un residence del tutto inidoneo a ospitare uffici aperti al pubblico con quotidiane manifestazioni di protesta e con occupazione di aree condominiali che producono gravi motivi di disagio e di preoccupazioni per le oltre cento famiglie che risiedono nel complesso condominiale;
la presenza di dimostranti che invadono l'intero plesso, viola i diritti dei residenti e le fruibilità della proprietà privata ostacolando il libero accesso dei veicoli dei condomini all'interno dei viali e delle corsie di scorrimento anche per la presenza dei mezzi delle forze dell'ordine che di fatto impediscono la circolazione delle autovetture dei condomini;
il comune di Palermo, avendo autorizzato il cambio di destinazione d'uso dei locali, tra l'altro richiesto dall'Assessorato alla Presidenza in qualità di affittuario e non dalla proprietà, aveva imposto ai sensi della normativa vigente il rispetto del rapporto voluto dalla legge tra superficie occupata dall'Assessorato e presenza di parcheggi, condizione essenziale perché i locali fossero destinati a pubblici uffici. Tale condizione non è stata rispettata in quanto i box adibiti a parcheggio in uso all'Assessorato sono di gran lunga inferiori a quanto imposto dalla legge ed alcuni dei quali adibiti ad archivio in violazione delle norme sulla sicurezza ed in particolare su quelle inerenti la prevenzione incendi;
tale situazione intollerabile ed insostenibile si ripercuote a danno dei condomini che si vedono privati del godimento della loro legittima proprietà con evidente ripercussione sull'ordine e la sicurezza dei residenti -:
quali provvedimenti si intendano adottare per ripristinare ordine e sicurezza in merito alla problematica delineata in premessa.
(4-13823)
I suddetti locali, di proprietà del Fondo pensioni per il personale della Cassa centrale di risparmio Vittorio Emanuele per le province siciliane, erano stati individuati dall'ufficio Presidenza della regione siciliana, a seguito di ricerche sul mercato cittadino, sulla base del possesso del requisito della destinazione d'uso a pubblico ufficio, indispensabile per la stipula del contratto di locazione nonché della loro
Risulta, inoltre, che il complesso residenziale presso il quale è ubicato il suddetto Assessorato, comprende anche un centinaio di abitazioni private ed è dotato di sei scale interne, più due destinate al citato ufficio regionale.
In particolare, una delle scale d'accesso che conduce agli alloggi destinati a civile abitazione, si trova nelle immediate vicinanze del portone d'ingresso dell'anzidetto ufficio pubblico.
L'Assessorato, inoltre, dispone di 23 box, parte dei quali, in passato, destinati impropriamente al deposito di materiale d'archivio recentemente rimosso e trasferito altrove.
Per quanto concerne l'uso degli ampi spazi condominiali esterni, si precisa che gli stessi sono inibiti alla sosta con apposito divieto, al fine di assicurarne la piena disponibilità per esigenza di pubblico interesse.
In merito ai lamentati disagi causati dalle manifestazioni di protesta, si rappresenta che in tali occasioni vengono predisposti mirati servizi da parte delle Forze dell'ordine, a tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Si assicura, infine, che in relazione alle doglianze rappresentate anche dall'interrogante, la competente prefettura ha già interessato, per ogni utile valutazione, il presidente della regione siciliana ed il sindaco della città di Palermo.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
in data 20 agosto 2005 un viaggiatore si recava all'ufficio cambi Yex currency exchange, agenzia aeroporto Fiumicino satellite (operatore 10040) e consegnava 250 euro per avere dollari canadesi, l'incaricato gli ha dato solo 290 dollari canadesi; con un cambio di 1,26 oltre una commissione del 6 per cento ed una spesa di sei euro; quel giorno il listino delle banche registrava un cambio di circa 1,42;
ci si chiede se sia possibile che in una struttura aperta al pubblico possano essere effettuate delle operazioni che all'interrogante appaiono di vero strozzinaggio e quindi illegali -:
quali iniziative di carattere normativo si intendano adottare affinché siano previsti controlli più efficaci e sanzioni più stringenti al fine di evitare che episodi simili a quello delineato in premessa possano ripetersi.
(4-16767)
Al fine di verificare il rispetto delle predette disposizioni, secondo un piano ispettivo che tiene conto, tra l'altro, degli esposti presentati, l'Ufficio italiano dei cambi attiva nei confronti degli intermediari finanziari, di cui all'articolo 106 del Testo unico bancario (ivi compresi i 562 cambiavalute iscritti in un'apposita sezione dell'elenco generale), i controlli di competenza.
Con riferimento, infine, allo specifico caso segnalato, si precisa che tale attività non è compresa tra le categorie di operazioni finanziarie omogenee, rispetto alle quali il ministero dell'economia e delle manze, sentiti l'UIC e la Banca d'Italia
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Maria Teresa Armosino.
la Libia non rispetta gli accordi presi e continua a far sì che tutti i giorni partino dalle sue sponde imbarcazioni con centinaia di persone che sbarcano in Sicilia;
questi sbarchi hanno distrutto l'economia turistica di Lampedusa ed adesso si verificano anche in tante altre parti delle coste siciliane;
ormai in Africa e in Asia è noto che in Italia si può approdare, anzi vi è un consistente aiuto allo sbarco, diversamente di quanto avviene in Spagna e Grecia, e quindi la notizia che in Sicilia si può sbarcare si diffonde all'estero -:
quali iniziative ritenga di poter adottare per cambiare i metodi attuali di aiuto negli sbarchi che consentano a chiunque di arrivare in Sicilia.
(4-18770)
molti immigrati clandestini si imbarcano dalle coste dell'Africa, affidandosi a mercanti senza scrupoli, che danno luogo a veri e propri traffici di esseri umani;
a pagarne le conseguenze è soprattutto la Sicilia e, in particolare Lampedusa, dove oramai il turismo, a causa dei quasi quotidiani sbarchi, vive una drammatica situazione di crisi;
il Governo, secondo l'interrogante, non ha adottato misure atte ad impedire efficacemente il fenomeno che, di recente, ha assunto dimensioni macroscopiche e per questo non più tollerabili -:
quali urgenti iniziative i Ministri interrogati intendano adottare in merito.
(4-19405)
Ciò premesso, si ribadisce che il fenomeno delle migrazioni clandestine è destinato a durare a lungo nel tempo e a crescere nei prossimi anni, incidendo profondamente sui processi economici, politici e sociali del bacino del Mediterraneo.
Una concomitanza di fattori (carestie, altre calamità naturali, instabilità politiche), sommati agli alti tassi di natalità, aggravano le già penose condizioni di vita di intere popolazioni africane, specialmente quelle del Sub-Sahara e del Corno d'Africa.
La spinta migratoria che continua, pertanto, a provenire da queste due zone dell'Africa; mette a dura prova le capacità di contenimento di alcuni paesi nordafricani e, per quanto direttamente ci riguarda, quelle della Libia.
Da qui si è avuta una recrudescenza degli sbarchi di clandestini sulle coste siciliane e, in particolare, nell'isola di Lampedusa, che costituisce oggi il principale approdo degli immigrati clandestini che arrivano via mare. Azzerati i flussi tra Albania e Turchia verso Puglia e Calabria, gli sbarchi avvengono, ormai da tempo, solo su quell'isola e sulle coste siciliane.
È emersa anche una più spregiudicata capacità di manovra delle organizzazioni criminali nella gestione del traffico di esseri umani, cosicché, cambiando i luoghi di sbarco, le modalità di approdo e la grandezza delle imbarcazioni, sono anche cresciuti i prezzi di trasporto e, purtroppo, i rischi di vita dei migranti.
In questo contesto, le attività connesse al contrasto dell'immigrazione clandestina
Al riguardo, si segnala che il decreto interministeriale del 14 luglio 2003, recante «Disposizioni in materia di contrasto all'immigrazione clandestina», emanato in attuazione della legge 30 luglio 2002, n. 189, ha definito le regole di intervento e di raccordo, nelle acque internazionali e in quelle territoriali, per le navi della Marina militare e le unità navali in servizio di polizia, nell'attività di vigilanza, prevenzione e contrasto dell'immigrazione clandestina via mare.
Il provvedimento specifica le modalità operative per l'inchiesta di bandiera, la visita a bordo e il fermo delle navi sospettate, anche al fine di un loro possibile rinvio nei porti di provenienza.
Il raccordo degli interventi operativi in mare e i compiti di acquisizione ed analisi delle informazioni connesse alle attività di vigilanza, prevenzione e contrasto sono svolti dalla direzione centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere del dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell'interno, che esamina con immediatezza gli interventi da effettuare anche sulla base di accordi di riammissione e di intese conseguite con il Paese del quale il natante batte bandiera o da cui risulta partito, nonché gli interventi da effettuare su natanti privi di bandiera e dei quali non si conosce il porto di partenza.
L'attività di prevenzione e di contrasto via mare è svolta, nelle acque internazionali, tramite il dispositivo aeronavale della Marina militare, della Guardia di finanza, del Corpo delle capitanerie di porto e delle altre unità navali o aeree in servizio di polizia; mentre nelle acque territoriali operano unità e mezzi navali in servizio di polizia, se necessario, delle navi della Marina militare.
Uno dei principali obiettivi del Governo italiano, che soltanto nel corso del 2005 ha salvato in acque internazionali almeno 5 mila migranti e ne ha accolti più del doppio solo a Lampedusa, è stato quello di pervenire ad una gestione a livello comunitario delle frontiere terrestri, marittime ed aeree. In questo ambito l'Italia ha presentato il progetto «Nettuno», finalizzato al contrasto dell'immigrazione clandestina via mare attraverso operazioni di pattugliamento congiunto del tratto di mare che separa l'Italia dalla Libia, nonché delle acque che separano l'isola di Creta dalla Libia e dall'Egitto, per la prevenzione ed il controllo dei flussi migratori illegali provenienti dall'Africa.
Il progetto è stato realizzato in diverse fasi, di cui l'ultima, denominata «Nettuno IV», cui hanno aderito Cipro, Francia, Germania, Malta, Spagna, Regno Unito, Libia ed EUROPOL, è stata condotta dal 10 al 20 ottobre scorso.
A quest'ultima operazione, realizzata con il supporto di unità aeree britanniche e francesi, hanno preso parte anche 9 ufficiali libici ed 1 ufficiale della Guardia costiera tedesca. Il pattugliamento aeronavale ha permesso di individuare 612 clandestini e sequestrare 5 imbarcazioni; inoltre, sono stati effettuati controlli mirati di navi mercantili e di cargo nei porti di Palermo e di Catania, nonché nei porti ellenici del Pireo e di Salonicco.
In generale, l'azione di contrasto è sempre improntata alla salvaguardia della vita umana e al rispetto della dignità della persona e, ove si renda necessario l'uso della forza, l'intensità, la durata e l'estensione della risposta devono essere proporzionate all'intensità dell'offesa, all'attualità e all'effettiva minaccia.
Sempre al fine di fronteggiare questa crescente ondata migratoria, recentemente si sono concordati alcuni interventi immediati rivolti a potenziare e migliorare la ricettività dell'attuale centro di Lampedusa.
È stata disposta l'acquisizione di un terreno adiacente alla struttura per costruirvi nuovi servizi igienici ed è stata anche individuata un'altra area dove installare, nei casi di emergenza, una tendopoli destinata ai migranti clandestini in attesa di ulteriore sistemazione.
Si è deciso inoltre di ridimensionare il ruolo del centro, trasformandolo in un centro di soccorso e di prima accoglienza, non più di assistenza. Si tratta di adeguare la configurazione giuridica del centro alla
In quest'ottica sarà potenziato il sistema di trasferimento degli immigrati clandestini, in modo da rispettare sempre una capienza massima di 300 persone per migliorare l'accoglienza e superare talune criticità dell'attuale gestione amministrativa.
Insieme a questi interventi di urgenza, verrà avviata la costruzione di un nuovo centro utilizzando l'area attualmente occupata da una caserma dell'esercito.
Tale soluzione, superate finalmente le ultime difficoltà, risulta ora bene accetta alla comunità locale, mentre prima, effettivamente, non lo era. L'obiettivo è quello di realizzarlo prima della prossima estate.
Inoltre, mentre si accentua la tendenza dei nuovi flussi migratori a differenziare gli approdi sul terreno siciliano, è stato deciso di sviluppare la capacità di accoglienza dell'isola madre con tre distinte iniziative collegate tra di loro: la realizzazione a Porto Empedocle di una tensostruttura per l'attività di soccorso e prima accoglienza; la ristrutturazione e la riapertura del centro di Agrigento; l'ampliamento e la razionalizzazione del centro di Caltanissetta, che diventerà così una moderna struttura polifunzionale per il controllo dell'immigrazione clandestina.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Giampiero D'Alia.
da notizie apparse recentemente sulla stampa locale, tra cui «Il Mattino» del 17 e 18 dicembre 2005, si apprende di un'incursione di qualche mese fa di un hacker nel sistema informatico della Procura di Salerno, interessato allo sviluppo della inchiesta sui 480 alloggi di via Picarielli e, più in generale, sulle varianti urbanistiche della città di Salerno;
l'immediata contromisura adottata dalla Procura sarebbe stata il cambio della password di accesso al sistema al fine di evitare ulteriori intrusioni;
il Procuratore Capo della Repubblica Luigi Apicella avrebbe successivamente inviato due relazioni al Ministro della giustizia e al Consiglio Superiore della Magistratura in merito all'identificazione dell'hacker informatico -:
se corrisponda al vero la notizia dell'incursione di un hacker nel sistema informatico della Procura di Salerno;
quali iniziative si intenda adottare per evitare il ripetersi di simili atti di pirateria informatica che possano compromettere lo svolgimento di delicate inchieste giudiziarie.
(4-19200)
Poiché da conversazioni telefoniche oggetto di intercettazione emergeva che la vicenda processuale era «seguita» anche da altri giudici con i quali gli indagati ed i loro difensori avevano rapporti e con i quali si consultavano, furono disposti, in data 20 ottobre 2004, dal procuratore e dal sostituto dottoressa Tuzzi il segreto sulle iscrizioni ed il divieto a chiunque di accesso ai dati informatici del procedimento tramite sistema RE.GE.
Il 5 ottobre 2005 tale divieto di accesso è stato violato da magistrati della Procura di Salerno con l'acquisizione dei tabulati di tutte le iscrizioni effettuate nel procedimento.
Il controllo successivamente effettuato ha consentito di stabilire che molti accessi nel procedimento erano stati operati prima del blocco e molti tentativi di accesso erano stati operati dopo il blocco.
Per tali violazioni è stato iscritto procedimento penale trasmesso per competenza alla procura della Repubblica di Napoli e
La procura della Repubblica di Napoli, interpellata dalla competente articolazione ministeriale, ha confermato che a carico dei dottori M.R. e L.S. è stato iscritto un procedimento penale attualmente nella fase di indagini preliminari.
Inoltre, a seguito di ripetute segnalazioni del Procuratore generale presso la Corte d'appello di Salerno, concernenti tutte la medesima vicenda delle condotte di indebita interferenza tenute in più occasioni dai Procuratori aggiunti dottori R. e S. nei confronti di alcuni sostituti procuratori e culminate nella violazione del divieto di accesso ai dati informatici del p.p. n. 3277/02-21 tramite il sistema RE.GE., è stata espletata dall'Ispettorato generale di questo ministero un'approfondita indagine conoscitiva.
All'esito della stessa, il Ministro della giustizia ha attivato la procedura prevista dall'articolo 2 R. decreto-legislativo 511/46, chiedendo al CSM di volere deliberare il trasferimento del dottor M.R. ad altra sede, nonché la destinazione del medesimo all'espletamento di altre fiunzioni.
Le connotazioni di potenziale incompatibilità ambientale e funzionale sono state, invece, ritenute superate per il dottor S. a seguito del suo avvenuto tramutamento di sede quale presidente del tribunale di Sala Consilina.
Al dottor R. viene, in particolare, contestata la violazione dei criteri organizzativi interni dell'ufficio della procura della Repubblica di Salerno (acquisizione, tentata ed attuata, di elementi informativi in relazione a procedimento penale sottratto all'ambito di riferimento del controllo funzionale del magistrato, quale procuratore aggiunto), la violazione dei doveri di correttezza istituzionale (nei confronti del sostituto procuratore procedente e del capo dell'ufficio), di trasparenza e di imparzialità, culminata nella violazione della secretazione delle iscrizioni del p.p. 3277/02-21 ordinata dal procuratore della Repubblica d'intesa con il pubblico ministero titolare delle indagini preliminari.
Il dottor R. si è, pertanto, scientemente posto in una situazione che gli preclude di esercitare le sue funzioni nelle condizioni di intrinseca ed esteriore affidabilità richieste dal prestigio dell'ordine giudiziario, presso ogni ufficio del distretto di Corte d'appello di Salerno.
In relazione alla condotta tenuta dai due magistrati, il Ministro della giustizia si riserva, inoltre, il promuovimento dell'azione disciplinare.
Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.
con provvedimento n. 8479 del 7 novembre 2003 il Dirigente del settore Difesa e Promozione Ambientale - Servizio Ambiente della Provincia di Savona concedeva autorizzazione per la realizzazione di una discarica di rifiuti speciali non pericolosi in località «La Filippa» in Cairo Montenotte (Savona);
a seguito di diversi ricorsi al Consiglio di Stato, lo stesso Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, Quinta Sezione, n. 6278-6281 REG. RIC, ritenuto che i pareri acquisiti nel corso dell'istruttoria svolta dal Dirigente del Settore Difesa e Promozione Ambientale - Servizio Ambiente della Provincia di Savona non hanno significativamente tenuto conto delle disposizioni contenute nel Decreto Legislativo 31 gennaio 2003, n. 33 e nel Decreto Ministeriale 13 marzo 2003, ordinava al Dirigente del Settore Difesa e Promozione Ambientale - Servizio Ambiente della Provincia di Savona di inviare alla propria segreteria entro e non oltre 120 giorni la documentazione relativa alle integrazioni richieste;
il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, nel corso di una riunione tenutasi il 26 maggio 2005, avente ad oggetto l'esame di una relazione predisposta da APAT a seguito di una ricognizione sul sito della discarica, ha rilevato la
se e di quali informazioni si disponga in merito ai risultati degli approfondimenti richiesti dal Ministero dell'Ambiente e tutela del territorio al fine di consentire agli organi giurisdizionali una più completa informazione utile al proprio pronunciamento.
(4-16196)
Nell'aprile dello stesso anno la commissione Valutazione di impatto ambientale forniva parere favorevole alla realizzazione dell'impianto e nel successivo mese di settembre veniva indetta una conferenza di servizi che, il 23 dicembre successivo, esprimeva parere favorevole all'unanimità, con la sola eccezione del comune di Cairo Montenotte.
In data 22 gennaio 2002 la giunta provinciale di Savona deliberava di non consentire la realizzazione della discarica. Detta deliberazione veniva impugnata dalla società Ligure Piemontese Laterizi spa con ricorso al TAR della Liguria che, in data 28 settembre 2002, respingeva il ricorso. Il Consiglio di Stato, cui la suddetta società ricorreva, accoglieva il ricorso in data 14 marzo 2003, annullando sia la delibera della giunta provinciale, sia la decisone del TAR, in quanto non ravvisava la competenza della giunta nell'adozione dell'atto, trattandosi di provvedimento autorizzativo e non di indirizzo politico-amministrativo di spettanza del dirigente dell'ente locale.
Il 7 novembre 2003, il settore difesa e promozione ammbientale della provincia di Savona approvava con atto dirigenziale il progetto di realizzazione della discarica di rifiuti non pericolosi e autorizzava la realizzazione del medesimo con specifiche condizioni e prescrizioni.
L'atto di autorizzazione della costruzione del discarica è stato oggetto di ricorsi da parte della regione Liguria, del comune di Cairo Montenotte, dell'associazione «salute, ambiente e lavoro» del medesimo comune, nonché di soggetti privati. La sentenza del TAR Liguria, che annullava il provvedimento dirigenziale di autorizzazione, è stata impugnata dinanzi al Consiglio di Stato dalla società Ligure Piemontese Laterizi spa.
Nel contempo, i lavori di costruzione della discarica proseguirono in quanto la sospensiva accordata dal TAR Liguria relativamente all'esecuzione del procedimento amministrativo impugnato era stata annullata da Consiglio di Stato che, nel giugno del 2005, si è poi pronunciato nel merito della controversia, ritenendo legittima l'autorizzazione alla realizzazione della discarica.
Al fine di esaminare esaurientemente le problematiche connesse alla realizzazione della discarica in questione, nel novembre e dicembre 2004, si sono svolte due riunioni presso la direzione generale competente di questo ministero, a cui hanno partecipato rappresentanti della regione Liguria, della provincia di Savona, del comune di Cairo Montenotte, dell'APAT e dell'autorità di Bacino del Fiume Po. Al termine dei suddetti incontri si conveniva sulla necessità di procedere ad un nuovo studio di Via relativamente al progetto.
Nel febbraio 2005, il Dipartimento difesa del suolo dell'APAT, a seguito di opportuni sopralluoghi, ha redatto una relazione tecnica
Copia della suddetta relazione veniva trasmessa, il 2 marzo 2005, alla regione Liguria e il 17 maggio 2005 alla provincia di Savona, al comune di Cairo Montenotte, all'autorità di Bacino del fiume Po e all'ARPAL.
A conclusione di un'ulteriore riunione, tenutasi il 26 maggio 2005 presso questo Ministero, è stata rilevata la necessità di ulteriori approfondimenti procedurali e, nel contempo, sono stati forniti gli indirizzi per la realizzazione di un piano di indagini integrative a carico della società Ligure Piemontese Laterizi spa, da sottoporre al parere tecnico congiunto di APAT e ARPAL, consistenti in: quantificare i debris flow lungo le due aste torrentizie; effettuare verifiche geognostiche, geotecniche e geomeccaniche in corrispondenza del corpo di frana posto alla sommità dell'impluvio al fine di determinare il grado di stabilità; verificare la situazione geomorfologica lungo i due impluvi ed eventuali interventi analitici specifici; effettuare una nuova campagna piezometrica con realizzazione di ulteriori piezometri anche finalizzata all'accertamento e alla quantificazione della circolazione idrica sotterranea; procedere alla valutazione degli effetti sul sito e della eventuale fattibilità di interventi strutturali di sistemazione.
In data 7 settembre 2005, l'APAT e l'ARPAL hanno esaminato, presso il Dipartimento difesa del suolo - servizio geologico d'Italia dell'APAT, il documento Approfondimenti tecnici richiesti dalla provincia di Savona, predisposto alla società Ligure Piemontese Laterizi spa, convenendo sulla sostanziale adeguatezza del progetto di indagini rispetto agli indirizzi precedentemente forniti dagli Enti e sulla necessità, tuttavia, di alcune prescrizioni e integrazioni che di seguito si riportano: per quanto riguarda la quantificazione del debris flow lungo le due aste torrentizie, è stato ritenuto necessario integrare il rilevamento topografico con il rilievo di 4-5 sezioni trasversali lungo ciascuna delle aste, da sottoporre a monitoraggio morfologico ai fini di controllare l'evoluzione del deposito di colata e poter valutare eventuali necessità di interventi di manutenzione idraulica.
Per quanto riguarda le verifiche geognostiche, geotecniche e geomeccaniche in corrispondenza del corpo di frana posto alla sommità dell'impluvio al fine di determinare, il grado di stabilità, è stato rilevato che: risulta condivisibile l'attuale ubicazione dei punti di sondaggio pur facendo presente l'opportunità di definire l'esatta localizzazione in fase esecutiva di concerto con le autorità di controllo; occorre prevedere, su due dei tre sondaggi, l'installazione di un tubo inclinometrico per valutare l'eventuale evoluzione nel tempo del corpo franoso; occorre integrare gli interventi proposti mediante l'installazione sul corpo di frana e sul debris-flow di almeno due caposaldi di livellazione topografica, da sottoporre a periodico rilevamento, in riferimento a non meno di due stazioni fisse esterne, per la realizzazione di una piccola rete di rilevamento topografico di precisione.
Per quanto riguarda il dettaglio della situazione geomorfologia lungo i due impluvi ed eventuali interventi analitici specifici, valgono le osservazioni riportate al punto 1.
Per quanto riguarda la realizzazione di una nuova campagna piezometrica con la realizzazione di ulteriori piezometri anche finalizzata all'accertamento e alla quantificazione della circolazione idrica sotterranea, emerge la necessità di integrare e/o modificare alcuni punti relativamente all'installazione dei piezometri. In ogni caso, al fine di poter fornire una valutazione conclusiva in proposito, è stato ritenuto necessario acquisire i seguenti dati: una cartografia, a scala adeguata, che riporti l'esatta ubicazione e altimetrica di tutte le indagini geognostiche realizzate; stratigrafie dei sondaggi, modalità costruttive dei piezometri, quota e relativa data d'esecuzione; risultati delle campagne piezometriche; eventuali risultati di analisi geotecniche di laboratorio; eventuali indagini geofisiche.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
secondo dati diffusi di recente dalla stampa locale, in Sardegna, negli ultimi anni, sarebbero sensibilmente aumentati i casi di diabete, tanto da costituire ormai, almeno in alcune zone dell'isola, una vera «emergenza» sanitaria (L'Unione Sarda, edizione del 17 dicembre 2005, pagina 26);
ad esempio, con specifico riferimento al distretto sanitario di Quartu Sant'Elena (esteso ai Comuni di Burcei, Dolianova, Donori, Maracalagonis, Serdiana, Sinnai, Soleminis e Villasimius), «dal 2001 a oggi i pazienti che si sono rivolti al servizio di diabetologia... sono passati da circa 1.900 a circa 5.100. In pratica, sono triplicati nel giro di quattro anni»;
secondo autorevoli fonti, le cause della diffusione di questa patologia (Non a caso ...definita la malattia del benessere) sono da individuarsi nella vita sedentaria e nella dieta, troppo ricca di «cibi ipercalorici» (L'Unione Sarda, citata);
si rileva, inoltre, che «l'età in cui si manifesta questa malattia sta calando sempre più»;
per contrastare la preoccupante diffusione della patologia in questione, si sta «tentando di coinvolgere i medici di base, attraverso corsi di aggiornamento: è dal territorio che deve partire la lotta al diabete»;
sembra inoltre essenziale evitare che il paziente diabetico subisca le temibili «complicanze» della malattia; egli dovrebbe dunque ottenere una diagnosi rapida, per seguire da subito il più efficace protocollo terapeutico;
per conseguire tali risultati, si ritiene fondamentale «l'educazione sanitaria», attraverso una «campagna di prevenzione che coinvolga i Comuni, le scuole e anche le aziende dove sono presenti delle mense. Soltanto in questo modo la Sanità può risparmiare sui costi elevati per la cura delle complicazioni» -:
se i dati e le notizie a disposizione del Governo confermino quanto si è riferito in premessa, circa la diffusione del diabete in Sardegna e se, nelle altre aree del territorio nazionale, siano riscontrabili analoghe percentuali di incidenza e diffusione di quella patologia;
quali iniziative siano state assunte - o si ritenga opportuno assumere -, eventualmente con il contributo di tutti gli Enti che dispongono di competenze in materia, per contrastare la diffusione del diabete e l'insorgenza delle relative complicazioni, in Sardegna e nelle altre zone del territorio nazionale eventualmente interessate;
in particolare, se, per conseguire tali obiettivi, non si consideri utile avviare una campagna informativa e preventiva, secondo quanto richiesto dagli operatori del settore.
(4-19196)
L'incidenza media annuale tra il 1989 e il 2003, calcolata sui dati del Registro Eurodiab, è stata di 42 su 100.000 abitanti all'anno, nella fascia d'età 0-14, e di 22 su 100.000 circa, nella fascia d'età 15-29, con
L'incidenza e la prevalenza del diabete di tipo 2, invece, non differiscono da quelle del resto dell'Italia, anche se manca una rilevazione epidemiologica recente e attendibile. Attualmente in Sardegna il numero dei diabetici (tipi 1 e 2) è di circa 50.000, pari ad una prevalenza di 3 casi ogni 100 abitanti; se a questo numero si aggiungono i diabetici non trattati o non ancora diagnosticati, si stima un numero, approssimato per difetto, di circa 80.000 persone.
Deve precisarsi che l'aumento del ricorso al Servizio di diabetologia, di per sé, non indica necessariamente un aumento della incidenza della patologia, ma ad esempio, un miglioramento delle procedure diagnostiche o un aumento degli invii ai centri da parte dei medici di medicina generale.
Per quel che riguarda le iniziative assunte, il ministero della salute, già con il Piano sanitario nazionale 2003-2005, aveva previsto un forte impegno del Servizio sanitario nazionale nei confronti del diabete e delle malattie metaboliche.
Attualmente, l'attenzione è rivolta, in particolare, alle complicanze a lungo termine della patologia diabetica, principale fonte di riduzione di qualità e durata della vita per i pazienti e di aumento dei costi per il Servizio sanitario nazionale.
Per questi motivi, il ministero della salute ha introdotto le complicanze del diabete tra le aree di intervento prioritarie previste dal Piano di prevenzione attiva 2004-2006, inserito nell'Accordo Stato-Regioni del 6 aprile 2004, e dal successivo Piano Nazionale di Prevenzione 2005-2007, allegato all'Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005, con l'obiettivo di promuovere l'adesione consapevole dei cittadini agli interventi di prevenzione delle principali patologie (malattie cardiovascolari, diabete, tumori, malattie infettive).
Per la prevenzione delle complicanze del diabete mellito saranno adottati programmi di disease management, ossia una strategia di gestione delle malattie croniche che prevede:
la partecipazione attiva del paziente nella gestione della malattia, attraverso programmi di educazione e di supporto;
l'attivazione di sistemi che garantiscano la regolare esecuzione dei controlli periodici da parte del paziente;
l'attivazione di un sistema di monitoraggio informatizzato.
1) istituzione della Commissione nazionale sulla malattia diabetica, allo scopo di valutare, insieme alle Regioni, le iniziative e i modelli assistenziali esistenti nelle diverse realtà locali e di proporre interventi a favore del soggetto diabetico e delle fasce di popolazione a rischio;
2) finanziamento di progetti regionali, basati su linee operative messe a punto dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) e finalizzati ad identificare i pazienti diabetici, attraverso l'iscrizione in appositi registri, e a sviluppare programmi di disease management per i pazienti iscritti;
3) aggiornamento del decreto ministeriale 28 maggio 1999, n. 329, che ricomprende la malattia diabetica tra le condizioni di malattie croniche e invalidanti che danno diritto all'esenzione dalla partecipazione al costo per le prestazioni: di assistenza sanitaria correlate.
Nel corso della campagna, sono stati utilizzati strumenti di comunicazione diversi (pubblicità in autobus, autostrade, stazioni ferroviarie, affissioni, distribuzione di opuscoli informativi, uno spot radiotelevisivo, locandine nelle farmacie ed il sito web www.campagnadiabete.it).
In linea con gli obiettivi proposti dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), la campagna informativa ha mirato a:
ridurre l'incidenza del Diabete di tipo 2;
ridurre le complicanze derivate dal Diabete di tipo 2;
prevenire la discriminazione delle persone diabetiche.
sensibilizzare la popolazione sull'importanza della prevenzione della malattia e delle complicanze (controlli della glicemia);
comunicare l'importanza di perseguire corretti stili di vita (alimentazione equilibrata e movimento fisico per evitare la malattia o ridurne la gravità);
indicare i fattori di rischio e la mappatura dei centri diabetologici.
Il Ministro della salute: Francesco Storace.
il Patronato ENASCO - Ente Nazionale di Assistenza Sociale per gli Esercenti Attività Commerciale - promosso dalla Confederazione Italiana del Commercio e del Turismo, svolge la sua attività su tutto il territorio nazionale, attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, ed ha sede di rappresentanza anche all'estero mediante apposite strutture realizzate nel rispetto degli ordinamenti legislativi dei Paesi ospitanti;
l'ENASCO per svolgere il proprio lavoro ha bisogno di un notevole numero di impiegati -:
a quanto ammonti il numero di impiegati risultanti in servizio rispettivamente negli anni 2001-2002-2003 e 2004.
(4-13858)
Preliminarmente, si ritiene opportuno precisare che l'articolo 6, comma 1, della legge 30 marzo 2001, n. 152, stabilisce che per lo svolgimento delle proprie attività, gli istituti di patronato e di assistenza sociale possono avvalersi esclusivamente di lavoratori subordinati dipendenti degli istituti stessi o dipendenti delle organizzazioni promotrici, se comandati presso gli stessi, con provvedimento notificato alla Direzione provinciale del lavoro e per l'estero alle autorità consolari e diplomatiche.
Nello specifico, si rappresenta che in servizio presso l'Enasco, risultavano: nell'anno 2001, n. 340 dipendenti; nel 2002, n. 360 dipendenti; nel 2003, n. 380 e, nell'anno 2004, n. 402 dipendenti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'EPAS offre servizi di assistenza previdenziale, sociale e fiscale attraverso le proprie sedi regionali, provinciali e zonali e, ad oggi, è presente in quasi tutte le principali città italiane, nonché in moltissimi piccoli centri, al fine di capillarizzare
l'EPAS per svolgere il proprio lavoro ha bisogno di un notevole numero di impiegati -:
a quanto ammonti il numero di impiegati risultanti in servizio rispettivamente negli anni 2001-2002-2003 e 2004.
(4-13859)
Preliminarmente, si ritiene opportuno precisare che l'articolo 6, comma 1, della legge 30 marzo 2001, n. 152, stabilisce che per lo svolgimento delle proprie attività, gli istituti di patronato e di assistenza sociale possono avvalersi esclusivamente di lavoratori subordinati dipendenti degli istituti stessi o dipendenti delle organizzazioni promotrici, se comandati presso gli stessi, con provvedimento notificato alla Direzione provinciale del lavoro e per l'estero alle autorità consolari e diplomatiche.
Nello specifico si rappresenta che in servizio presso l'Epas, risultavano: nel 2002, n. 118 dipendenti; nel 2003, n. 249 dipendenti e, nell'anno 2004, n. 308 dipendenti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
il Patronato E.A.S.A., Ente assistenza sociale agli artigiani, svolge la sua attività su tutto il territorio nazionale, attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, ed ha sedi di rappresentanza anche all'estero mediante apposite strutture realizzate nel rispetto degli ordinamenti legislativi dei Paesi ospitanti;
l'Easa per svolgere il proprio lavoro ha bisogno di un notevole numero di impiegati -:
a quanto ammonti il numero di impiegati risultanti in servizio rispettivamente negli anni 2001, 2002, 2003 e 2004.
(4-13870)
Preliminarmente, si ritiene opportuno precisare che l'articolo 6, comma 1, della legge 30 marzo 2001, n. 152, stabilisce che per lo svolgimento delle proprie attività, gli istituti di patronato e di assistenza sociale possono avvalersi esclusivamente di lavoratori subordinati dipendenti degli istituti stessi o dipendenti delle organizzazioni promotrici, se comandati presso gli stessi, con provvedimento notificato alla Direzione provinciale del lavoro e per l'estero alle autorità consolari e diplomatiche.
Nello specifico, si rappresenta che in servizio presso l'Easa, risultavano: nell'anno 2001, n. 21 dipendenti; nel 2002, n. 18 dipendenti; nel 2003, n. 17 e, nell'anno 2004, n. 16 dipendenti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
il Patronato I.N.A.P.I. - Istituto nazionale assistenza piccoli imprenditori - promosso dalla Federazione Autonoma Piccoli Imprenditori (Fenapi), svolge la sua attività su tutto il territorio nazionale, attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali;
l'Inapi per svolgere il proprio lavoro ha bisogno di un notevole numero di impiegati -:
(4-13871)
Preliminarmente, si ritiene opportuno precisare che l'articolo 6, comma 1, della legge 30 marzo 2001, n. 152, stabilisce che per lo svolgimento delle proprie attività, gli istituti di patronato e di assistenza sociale possono avvalersi esclusivamente di lavoratori subordinati dipendenti degli istituti stessi o dipendenti delle organizzazioni promotrici, se comandati presso gli stessi, con provvedimento notificato alla Direzione provinciale del lavoro e per l'estero alle autorità consolari e diplomatiche.
Nello specifico, si rappresenta che in servizio presso l'Inapi, risultavano: nel 2002, n. 97 dipendenti; nel 2003, n. 104 dipendenti e, nell'anno 2004, n. 128 dipendenti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
il Patronato ACLI, Associazione Cristiana Lavoratori Italiani, svolge la sua attività su tutto il territorio nazionale, attraverso le varie sedi di cui dispone;
l'Acli per svolgere il proprio lavoro ha bisogno di un notevole numero di impiegati -:
a quanto ammonti il numero di impiegati risultanti in servizio rispettivamente negli anni 2001-2002-2003 e 2004.
(4-13877)
Preliminarmente, si ritiene opportuno precisare che l'articolo 6, comma 1, della legge 30 marzo 2001, n. 152, stabilisce che per lo svolgimento delle proprie attività, gli istituti di patronato e di assistenza sociale possono avvalersi esclusivamente di lavoratori subordinati dipendenti degli istituti stessi o dipendenti delle organizzazioni promotrici, se comandati presso gli stessi, con provvedimento notificato alla Direzione provinciale del lavoro e per l'estero alle autorità consolari e diplomatiche.
Nello specifico, si rappresenta che in servizio presso l'Acli, risultavano: nell'anno 2001, n. 654 dipendenti; nel 2002, n. 682 dipendenti; nel 2003, n. 716 dipendenti e, nell'anno 2004, n. 767 dipendenti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
il Patronato E.N.A.S., Ente Nazionale di Assistenza Sociale, svolge la sua attività su tutto il territorio nazionale, attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, ed ha sedi di rappresentanza anche all'estero mediante apposite strutture realizzate nel rispetto degli ordinamenti legislativi dei Paesi ospitanti;
l'Enas per svolgere il proprio lavoro ha bisogno di un notevole numero di impiegati -:
a quanto ammonti il numero di impiegati risultanti in servizio rispettivamente negli anni 2001-2002-2003e 2004.
(4-13884)
Preliminarmente, si ritiene opportuno precisare che l'articolo 6, comma 1, della legge 30 marzo 2001, n. 152, stabilisce che per lo svolgimento delle proprie attività, gli istituti di patronato e di assistenza sociale possono avvalersi esclusivamente di lavoratori subordinati dipendenti degli istituti stessi o dipendenti delle organizzazioni promotrici, se comandati presso gli stessi, con provvedimento notificato alla Direzione provinciale del lavoro e per l'estero alle autorità consolari e diplomatiche.
Nello specifico, si rappresenta che in servizio presso l'Enas, risultavano: nel 2001, n. 110 dipendenti, 2002, n. 111 dipendenti; nel 2003, n. 118 dipendenti e, nell'anno 2004, n. 124 dipendenti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'I.T.A.C.O. - Istituto per la Tutela e l'Assistenza degli Esercenti Attività Commerciali Turistiche e dei Servizi - promosso dalla Confesercenti è uno dei maggiori patronati d'Italia che assiste gratuitamente tutti i cittadini ed i lavoratori;
l'Itaco per svolgere il proprio lavoro ha bisogno di un notevole numero di impiegati -:
a quanto ammonti il numero di impiegati risultanti in servizio rispettivamente negli anni 2001-2002-2003e 2004.
(4-13889)
Preliminarmente, si ritiene opportuno precisare che l'articolo 6, comma 1, della legge 30 marzo 2001, n. 152, stabilisce che per lo svolgimento delle proprie attività, gli istituti di patronato e di assistenza sociale possono avvalersi esclusivamente di lavoratori subordinati dipendenti degli istituti stessi o dipendenti delle organizzazioni promotrici, se comandati presso gli stessi, con provvedimento notificato alla Direzione provinciale del lavoro e per l'estero alle autorità consolari e diplomatiche.
Nello specifico, si rappresenta che in servizio presso l'Itaco, risultavano: nel 2001, n. 207 dipendenti; nel 2002, n. 209 dipendenti; nel 2003, n. 216 dipendenti e, nell'anno 2004, n. 217 dipendenti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'I.T.A.L. - Istituto di tutela ed assistenza lavoratori - promosso dall'Unione italiana del lavoro, è uno dei maggiori patronati d'Italia che assiste gratuitamente tutti i cittadini ed i lavoratori;
l'Ital per svolgere il proprio lavoro ha bisogno di un notevole numero di impiegati -:
a quanto ammonti il numero di impiegati risultanti in servizio rispettivamente negli anni 2001-2002-2003 e 2004.
(4-13937)
Preliminarmente, si ritiene opportuno precisare che l'articolo 6, comma 1, della legge 30 marzo 2001, n. 152, stabilisce che per lo svolgimento delle proprie attività, gli istituti di patronato e di assistenza sociale possono avvalersi esclusivamente di lavoratori
Nello specifico, si rappresenta che in servizio presso l'Ital, risultavano: nell'anno 2001, n. 662 dipendenti; nel 2002, n. 744 dipendenti; nel 2003, n. 846 e, nell'anno 2004, n. 905 dipendenti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
il Patronato S.B.R. - Sozialer Beratung Sring - promosso dall'Unione sindacati autonomi sudtirolesi (USAS), svolge la sua attività su tutto il territorio nazionale, attraverso le varie sedi di cui dispone;
l'Sbr per svolgere il proprio lavoro ha bisogno di un notevole numero di impiegati -:
a quanto ammonti il numero di impiegati risultanti in servizio rispettivamente negli anni 2001, 2002, 2003 e 2004.
(4-14048)
Preliminarmente, si ritiene opportuno precisare che l'articolo 6, comma 1, della legge 30 marzo 2001, n. 152, stabilisce che per lo svolgimento delle proprie attività, gli istituti di patronato e di assistenza sociale possono avvalersi esclusivamente di lavoratori subordinati dipendenti degli istituti stessi o dipendenti delle organizzazioni promotrici, se comandati presso gli stessi, con provvedimento notificato alla Direzione provinciale del lavoro e per l'estero alle autorità consolari e diplomatiche.
Nello specifico, si rappresenta che in servizio presso il Sbr, risultavano: nell'anno 2001, n. 4 dipendenti e negli anni 2002, 2003, 2004 rispettivamente n. 7 dipendenti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'I.N.P.A.L. - Istituto Nazionale per l'Assistenza Lavoratori - promosso dall'Associazione Italiana Coltivatori (AIC) è uno dei maggiori patronati d'Italia che assiste gratuitamente tutti i cittadini ed i lavoratori e svolge la sua attività su tutto il territorio nazionale, attraverso le varie sedi di cui dispone;
l'Inpal per svolgere il proprio lavoro ha bisogno di un notevole numero di impiegati -:
a quanto ammonti il numero di impiegati risultanti in servizio rispettivamente negli anni 2001-2002-2003 e 2004.
(4-14130)
Preliminarmente, si ritiene opportuno precisare che l'articolo 6, comma 1, della legge 30 marzo 2001, n. 152, stabilisce che per lo svolgimento delle proprie attività, gli istituti di patronato e di assistenza sociale possono avvalersi esclusivamente di lavoratori subordinati dipendenti degli istituti stessi o dipendenti delle organizzazioni promotrici, se comandati presso gli stessi, con provvedimento notificato alla Direzione provinciale del lavoro e per l'estero alle autorità consolari e diplomatiche.
Nello specifico, si rappresenta che in servizio presso l'Inpal, risultavano: nell'anno 2001, n. 120 dipendenti; nel 2002,
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
il Patronato E.P.A.C.A. - Ente di Patrocinio ed Assistenza per i Cittadini e l'Agricoltura, svolge la sua attività su tutto il territorio nazionale, attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, ed ha sedi di rappresentanza anche all'estero mediante apposite strutture realizzate nel rispetto degli ordinamenti legislativi dei Paesi ospitanti;
l'Epaca per svolgere il proprio lavoro ha bisogno di un notevole numero di impiegati -:
a quanto ammonti il numero di impiegati risultanti in servizio rispettivamente negli anni 2001-2002-2003 e 2004.
(4-14134)
Preliminarmente, si ritiene opportuno precisare che l'articolo 6, comma 1, della legge 30 marzo 2001, n. 152, stabilisce che per lo svolgimento delle proprie attività, gli istituti di patronato e di assistenza sociale possono avvalersi esclusivamente di lavoratori subordinati dipendenti degli istituti stessi o dipendenti delle organizzazioni promotrici, se comandati presso gli stessi, con provvedimento notificato alla Direzione provinciale del lavoro e per l'estero alle autorità consolari e diplomatiche.
Nello specifico si fa presente che in servizio presso l'Epaca, risultavano: nell'anno 2001, n. 886 dipendenti; nel 2002, n. 856 dipendenti; nel 2003, n. 850 dipendenti e, nell'anno 2004, n. 846 dipendenti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
il Patronato A.C.A.I., Associazione Cristiana Artigiani Italiani, svolge la sua attività su tutto il territorio nazionale, attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, ed ha sedi di rappresentanza anche all'estero mediante apposite strutture realizzate nel rispetto degli ordinamenti legislativi dei Paesi ospitanti;
l'Acai per svolgere il proprio lavoro ha bisogno di un notevole numero di impiegati -:
a quanto ammonti il numero di impiegati risultanti in servizio rispettivamente negli anni 2001-2002-2003 e 2004.
(4-14308)
Preliminarmente, si ritiene opportuno precisare che l'articolo 6, comma 1, della legge 30 marzo 2001, n. 152, stabilisce che per lo svolgimento delle proprie attività, gli istituti di patronato e di assistenza sociale possono avvalersi esclusivamente di lavoratori subordinati dipendenti degli istituti stessi o dipendenti delle organizzazioni promotrici, se comandati presso gli stessi, con provvedimento notificato alla Direzione provinciale del lavoro e per l'estero alle autorità consolari e diplomatiche.
Nello specifico, si rappresenta che in servizio presso l'Acai, risultavano: nell'anno 2001, n. 225 dipendenti; nel 2002, n. 234
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
il Patronato I.N.A.P.A. - Istituto Nazionale di Assistenza e di Patronato per gli Artigiani - promosso dalla Ponderazione Generale Italiana dell'Artigianato (Confartigianato), svolge la sua attività su tutto il territorio nazionale, attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali;
l'Inapa per svolgere il proprio lavoro ha bisogno di un notevole numero di impiegati -:
a quanto ammonta il numero di impiegati risultanti in servizio rispettivamente negli anni 2001-2002-2003 e 2004.
(4-14743)
Preliminarmente, si ritiene opportuno precisare che l'articolo 6, comma 1, della legge 30 marzo 2001, n. 152, stabilisce che per lo svolgimento delle proprie attività, gli istituti di patronato e di assistenza sociale possono avvalersi esclusivamente di lavoratori subordinati dipendenti degli istituti stessi o dipendenti delle organizzazioni promotrici, se comandati presso gli stessi, con provvedimento notificato alla Direzione provinciale del lavoro e per l'estero alle autorità consolari e diplomatiche.
Nello specifico, si rappresenta che in servizio presso l'Inapa, risultavano: nell'anno 2001, n. 505 dipendenti; nel 2002, n. 490 dipendenti; nel 2003, n. 567 dipendenti e, nell'anno 2004, n. 531 dipendenti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
il Patronato E.N.C.A.L., svolge la sua attività su tutto il territorio nazionale, attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, ed ha sedi di rappresentanza anche all'estero mediante apposite strutture realizzate nel rispetto degli ordinamenti legislativi dei Paesi ospitanti;
l'Encal per svolgere il proprio lavoro ha bisogno di un notevole numero di impiegati -:
a quanto ammonta il numero di impiegati risultanti in servizio rispettivamente negli anni 2001-2002-2003 e 2004.
(4-14746)
Preliminarmente, si ritiene opportuno precisare che l'articolo 6, comma 1, della legge 30 marzo 2001, n. 152, stabilisce che per lo svolgimento delle proprie attività, gli istituti di patronato e di assistenza sociale possono avvalersi esclusivamente di lavoratori subordinati dipendenti degli istituti stessi o dipendenti delle organizzazioni promotrici, se comandati presso gli stessi, con provvedimento notificato alla Direzione provinciale del lavoro e per l'estero alle autorità consolari e diplomatiche.
Nello specifico, si rappresenta che in servizio presso l'Encal, risultavano: nell'anno
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
la Cassa forense tra i suoi scopi vi è quello di assicurare agli avvocati un trattamento previdenziale ed erogare assistenza a favore degli iscritti -:
quanti dipendenti erano in servizio nel 2001 e quanti nel 2004;
quanto è costato il personale in riferimento agli anni di cui sopra.
(4-15013)
anno 2001:
personale in servizio al 31 dicembre: n. 253;
spese per il personale in servizio: euro 11.305.921,84;
anno 2004:
personale in servizio al 31 dicembre: n. 269;
spese per il personale in servizio: euro 14.151.434,00.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
la Cassa dei geometri - Cassa italiana di previdenza edassistenza deigeometri liberi professionisti - è Ente di natura associativa, con personalità giuridica di diritto privato, disciplinato da regolamento e statuto approvati dai Ministeri vigilanti in conformità con il decreto 509/94, gestisce la previdenza e l'assistenza di circa 91.000 geometri, di cui 20.900 pensionati al 15 novembre 2004, eroga pensioni di vecchiaia, anzianità, invalidità, inabilità, reversibilità, indirette, vitalizi, corrisponde provvidenze straordinarie e indennità di maternità;
quanti dipendenti erano in servizio nel 2001 e quanti nel 2004;
quanto è costato il personale in riferimento agli anni di cui sopra.
(4-15014)
anno 2001:
personale in servizio al 31 dicembre: n. 131;
spese per il personale in servizio: euro 5.672.301,48;
anno 2004:
personale in servizio al 31 dicembre: n. 129;
spese per il personale in servizio: euro 6.220.880,01.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
il CNPR - Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza a favore dei ragionieri
quanti dipendenti erano in servizio nel 2001 e quanti nel 2004;
quanto è costato il personale in riferimento agli anni di cui sopra.
(4-15016)
anno 2001: 83 dipendenti e 17 custodi degli immobili di proprietà della Cassa;
spesa totale euro 4.406.115,29;
anno 2004: 81 dipendenti e 20 custodi degli immobili di proprietà della Cassa;
spesa totale euro 4.431.926,00.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'EPAP - Ente di previdenza ed assistenza pluricategoriale - attua la tutela previdenziale a favore degli iscritti, dei loro familiari e superstiti, secondo quanto previsto dallo Statuto e dai regolamenti adottati dall'Ente medesimo ed approvati dalle autorità di vigilanza in conformità alle disposizioni di cui all'articolo 6, comma 5 del decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103;
l'Ente concorre, anche, alla realizzazione di forme pensionistiche complementari con le modalità previste dal decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124 e successive modificazioni, deve provvedere alle forme di assistenza obbligatoria e può provvedere a quelle facoltative nei limiti delle disponibilità di bilancio -:
quanti dipendenti erano in servizio nel 2001 e quanti nel 2004;
quanto è costato il personale in riferimento agli anni di cui sopra.
(4-15020)
anno 2001:
personale in servizio al 31 dicembre: n. 6;
spese per il personale in servizio: euro 177.750,25;
anno 2004:
personale in servizio al 31 dicembre: n. 14;
spese per il personale in servizio: euro 737.089,00.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'ENPAV - Ente nazionale di previdenza ed assistenza dei veterinari - espleta, con autonomia gestionale, organizzativa e contabile, le funzioni di previdenza e, compatibilmente, con le disponibilità di bilancio, svolge attività di assistenza -:
quanti dipendenti erano in servizio nel 2001 e quanti nel 2004;
quanto è costato il personale in riferimento agli anni di cui sopra.
(4-15021)
anno 2001:
personale in servizio al 31 dicembre: n. 38 (*);
spese per il personale in servizio: euro 1.725.275,59;
anno 2004:
personale in servizio al 31 dicembre: n. 43(**);
spese per il personale in servizio: euro 2.099.139,93.
(**) Di cui 4 dirigenti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'INAIL - Istituto nazionale assicurazione contro gli Infortuni sul lavoro - persegue una pluralità di obiettivi: ridurre il fenomeno infortunistico; assicurare i lavoratori che svolgono attività a rischio; garantire il reinserimento nella vita lavorativa degli infortunati sul lavoro;
allo scopo di contribuire a ridurre il fenomeno infortunistico l'INAIL realizza inoltre importanti iniziative mirate al monitoraggio continuo dell'andamento dell'occupazione e degli infortuni, alla formazione e consulenza alle piccole e medie imprese in materia di prevenzione, al finanziamento imprese che investono in sicurezza -:
quanti dipendenti erano in servizio nel 2001 e quanti nel 2004;
quanto è costato il personale in riferimento agli anni di cui sopra.
(4-15024)
anno 2001:
personale in servizio al 31 dicembre: n. 12.770 (*);
spese per il personale in servizio: euro 609.066.994;
anno 2004:
personale in servizio al 31 dicembre: n. 12.652 (**);
spese per il personale in servizio: euro 724.818.563.
(*) Di cui n. 333 a tempo determinato.
(**) Di cui n. 815 a tempo determinato.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'ENPAB - Ente nazionale di previdenza ed assistenza biologi - è un ente previdenziale con funzioni di previdenza ed assistenza a favore dei soggetti iscritti e cioè dei biologi iscritti all'Ordine nazionale, con i diritti e gli obblighi disciplinati dalle disposizioni che regolano l'organizzazione dell'ente. Accanto a tali funzioni,
quanti dipendenti erano in servizio nel 2001 e quanti nel 2004;
quanto è costato il personale in riferimento agli anni di cui sopra.
(4-15029)
anno 2001:
personale in servizio al 31 dicembre: n. 7;
spese per il personale in servizio: euro 197.105,23;
anno 2004:
personale in servizio al 31 dicembre: n. 11;
spese per il personale in servizio: euro 381.442,00.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'ENPAF - Ente nazionale di previdenza ed assistenza farmacisti - ha lo scopo di attuare la previdenza e l'assistenza in favore degli iscritti, dei loro familiari e dei superstiti nei limiti e con le modalità stabilite dallo statuto e secondo le previsioni del regolamento di previdenza ed assistenza;
l'ENPAF è diviso in due sezioni, una per l'assistenza e l'altra per la previdenza, e provvede all'una e all'altra anche a mezzo di sedi o delegazioni provinciali o regionali -:
quanti dipendenti erano in servizio nel 2001 e quanti nel 2004;
quanto è costato il personale in riferimento agli anni di cui sopra.
(4-15031)
dall'Ente nazionale di previdenza e di assistenza farmacisti.
Preliminarmente, si ritiene opportuno precisare che l'Enpaf, Fondazione di diritto privato, non ha sedi o delegazioni provinciali o regionali, ma ha sede unica in Roma.
Per quanto riguarda la dotazione organica del personale dell'Ente ed il relativo costo, si precisa quanto segue:
nell'esercizio 2001, a fronte di una pianta organica determinata con deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 28 del 14 febbraio 2001 in complessive 75 unità, i dipendenti in servizio al 31 dicembre erano n. 60 unità (di cui n. 3 unità a part-time), con un costo per il personale rilevato nella categoria II del conto consuntivo 2001 dell'Ente pari a lire 5.253.066.088 (euro 2.712.982,22);
nell'esercizio 2004, a fronte della medesima pianta organica, i dipendenti in servizio al 31 dicembre erano n. 63 unità (di cui n. 2 unità a part-time), con un costo per il personale rilevato nella Categoria II del Conto Consuntivo 2004 dell'Ente pari ad euro 3.067.164,16.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'ENPAP - Ente nazionale di previdenza ed assistenza per gli psicologi - è
l'ente attua la tutela previdenziale a favore degli iscritti, dei loro familiari e superstiti, secondo quanto previsto dai regolamenti adottati dall'ente medesimo, concorre alla realizzazione di forme pensionistiche complementari e provvede, altresì, all'attuazione delle forme di assistenza obbligatorie ed a quelle facoltative -:
quanti dipendenti erano in servizio nel 2001 e quanti nel 2004;
quanto è costato il personale in riferimento agli anni di cui sopra.
(4-15035)
anno 2001:
personale in servizio al 31 dicembre: n. 14 (*);
spese per il personale in servizio: euro 537.584,83;
anno 2004:
personale in servizio al 31 dicembre: n. 18;
spese per il personale in servizio: euro 871.903,36.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
la Cassa dei geometri - Cassa italiana di previdenza ed assistenza dei geometri liberi professionisti - è Ente di natura associativa, con personalità giuridica di diritto privato, disciplinato da Regolamento e Statuto approvati dai Ministeri vigilanti in conformità con il decreto n. 509 del 1994, gestisce la previdenza e l'assistenza di circa 91.000 geometri, di cui 20.900 pensionati al 15 novembre 2004, eroga pensioni di vecchiaia, anzianità, invalidità, inabilità, reversibilità, indirette, vitalizi, corrisponde provvidenze straordinarie e indennità di maternità -:
se il Governo nomini qualcuno dei consiglieri di amministrazione e se ve ne sono in scadenza per quest'anno e per il 2006;
se il ministero del lavoro esercita una qualsiasi «sorveglianza»;
quanto costa annualmente il funzionamento del consiglio d'amministrazione.
(4-15041)
Il Consiglio di amministrazione dura in carica quattro anni e la scadenza del mandato per l'Organo attualmente in carica è prevista per il 31 maggio 2009.
Il costo del funzionamento del Consiglio, per l'anno 2001, è stato complessivamente di euro 776.729,73; mentre per l'anno 2004 è stato complessivamente di euro 864.779,58.
Si fa presente, infine, che la vigilanza sull'Ente è esercitata dal ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il ministero dell'economia e delle finanze, in conformità a quanto previsto dall'articolo 3 del decreto legislativo n. 509 del 1994.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
la Cassa del notariato è una associazione senza scopo di lucro e non commerciale, con personalità giuridica di diritto privato ai sensi dell'articolo 12 del codice civile, così trasformata in base all'articolo 1 del decreto legislativo 30 giugno 1994 n. 509, di attuazione dell'articolo 1, comma 33, lettera a), n. 4 della legge 27 dicembre 1993 n. 537;
considerato che la Cassa nazionale del notariato svolge le attività previdenziali ed assistenziali a favore della categoria dei notai;
considerato che la Cassa di cui sopra, ai sensi dell'articolo 38 della Costituzione della Repubblica Italiana, provvede ai compiti di previdenza e di solidarietà tra gli iscritti e, compatibilmente con le disponibilità di bilancio, svolge attività di mutua assistenza -:
se il Governo nomini qualcuno dei consiglieri di amministrazione e se ve nesono in scadenza per quest'anno e per il 2006;
se il ministero del lavoro esercita una qualsiasi «sorveglianza»;
quanto costa annualmente il funzionamento del consiglio d'amministrazione.
(4-15042)
L'attuale Consiglio di amministrazione rimarrà in carica fino al 31 dicembre 2006, cioè alla scadenza del previsto triennio.
Per quanto riguarda il costo del funzionamento del Consiglio di amministrazione si comunicano i seguenti dati:
anno 2001:
compensi alla Presidenza euro 60.311;
compensi componenti Consiglio di Amministrazione euro 150.782;
rimborso spese e gettoni di presenza euro 459.063;
oneri previdenziali euro 14.947;
anno 2004:
compensi alla Presidenza euro 60.311;
compensi componenti Consiglio di Amministrazione euro 150.274;
rimborso spese e gettoni di presenza euro 465.777;
oneri previdenziali euro 21.116.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'ENPAP - Ente nazionale di previdenza ed assistenza per gli psicologi - è un ente di previdenza obbligatoria per gli esercenti l'attività professionale di psicologo;
l'ente attua la tutela previdenziale a favore degli iscritti, dei loro familiari e superstiti, secondo quanto previsto dai regolamenti adottati dall'ente medesimo, concorre alla realizzazione di forme pensionistiche complementari e provvede, altresì,
se il Governo nomini qualcuno dei consiglieri di amministrazione e se ve nesono in scadenza per quest'anno e per il 2006;
se il ministero del lavoro esercita una qualsiasi «sorveglianza»;
quanto costa annualmente il funzionamento del consiglio d'amministrazione.
(4-15048)
Il Consiglio di amministrazione dura in carica quattro anni e la scadenza del mandato per il Consiglio attualmente in carica, è prevista per l'11 marzo 2009, ossia quattro anni dal momento dell'insediamento del collegio, avvenuto l'11 marzo 2005.
Il costo del funzionamento di detto organo per l'anno 2001 è stato complessivamente di euro 169.319,56, determinato dai compensi per euro 146.604,55 e dai gettoni di presenza per euro 22.715,01; mentre per l'anno 2004 è stato complessivamente di euro 166.822,98, determinato dai compensi per euro 146.604,76 e dai gettoni di presenza per euro 20.218,22.
Si fa presente, infine, che la vigilanza sull'Ente è esercitata dal ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il ministero dell'economia e delle finanze, in conformità a quanto previsto dal decreto legislativo n. 509/94, in quanto richiamato dal decreto legislativo n. 103/96.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'ENPAV - Ente nazionale di previdenza ed assistenza dei veterinari - espleta, con autonomia gestionale, organizzativa e contabile, le funzioni di previdenza e, compatibilmente, con le disponibilità di bilancio, svolge attività di assistenza -:
se il Governo nomini qualcuno dei consiglieri di amministrazione e se ve ne sono in scadenza per quest'anno e per il 2006;
se il ministero del lavoro esercita una qualsiasi «sorveglianza»;
quanto costa annualmente il funzionamento del consiglio d'amministrazione.
(4-15050)
L'attuale Consiglio di amministrazione rimarrà in carica fino al 17 giugno 2007, ossia fino alla scadenza del previsto quinquennio.
Il costo del funzionamento del Consiglio, per l'anno 2001 è stato complessivamente di euro 229.516,66; mentre per l'anno 2004 è stato complessivamente di euro 247.086,51.
Si fa presente, infine, che la vigilanza sull'Ente è esercitata dal ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il ministero dell'economia e delle finanze, in conformità a quanto previsto dall'articolo 3 del decreto legislativo n. 509/94.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'EPPI - Ente di previdenza dei periti industriali - attua la tutela previdenziale
l'ente concorre alla realizzazione di forme pensionistiche complementari, provvede alle forme di assistenza obbligatoria e può provvedere a quelle facoltative nei limiti delle disponibilità di bilancio -:
se il Governo nomini qualcuno dei consiglieri di amministrazione e se ve ne sono in scadenza per quest'anno e per il 2006;
se il ministero del lavoro esercita una qualsiasi «sorveglianza»;
quanto costa annualmente il funzionamento del consiglio d'amministrazione.
(4-15051)
Il Consiglio di amministrazione dura in carica tre anni e la scadenza del mandato per l'Organo attualmente in carica è fissata al 12 maggio 2007.
Il costo del funzionamento del Consiglio, per l'anno 2001, è stato complessivamente di euro 403.108,27; mentre per l'anno 2004 è stato complessivamente di euro 525.219,64.
Si fa presente, infine, che la vigilanza sull'Ente è esercitata dal ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il ministero dell'economia e delle finanze, in conformità a quanto previsto dal decreto legislativo n. 509/94 e dal decreto legislativo n. 103/96.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'ENPAB - Ente nazionale di previdenza ed assistenza biologi - è un ente previdenziale con funzioni di previdenza ed assistenza a favore dei soggetto iscritti e cioè dei biologi iscritti all'Ordine nazionale, con i diritti e gli obblighi disciplinati dalle disposizioni che regolano l'organizzazione dell'ente. Accanto a tali funzioni, le norme istitutive prevedono anche la realizzazione di forme pensionistiche complementari, sempre nei limiti delle disponibilità di bilancio -:
se il Governo nomini qualcuno dei consiglieri di amministrazione e se ve ne sono in scadenza per quest'anno e per il 2006;
se il ministero del lavoro esercita una qualsiasi «sorveglianza»;
quanto costa annualmente il funzionamento del consiglio d'amministrazione.
(4-15057)
Il Consiglio di amministrazione dura in carica cinque anni e la scadenza del mandato è prevista per l'11 novembre 2008.
Il costo del funzionamento di detto organo per l'anno 2001 è stato complessivamente di euro 223.094; mentre per l'anno 2004 è stato complessivamente di euro 199.071.
Si fa presente, infine, che la vigilanza sull'Ente è esercitata dal ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il mistero dell'economia e delle finanze, in conformità a quanto previsto dall'articolo 3 del decreto legislativo n. 509/94.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'ENPACL - Ente nazionale di previdenza e assistenza dei consulenti del lavoro - è un ente previdenziale con funzioni di assistenza a favore dei propri iscritti -:
se il Governo nomini qualcuno dei consiglieri di amministrazione e se ve ne sono in scadenza per quest'anno e per il 2006;
se il ministero del lavoro esercita una qualsiasi «sorveglianza»;
quanto costa annualmente il funzionamento del consiglio d'amministrazione.
(4-15058)
Il mandato dell'organo attualmente in carica scade il 29 aprile del 2007.
Il costo annuale dei componenti del Consiglio di amministrazione, per l'anno 2001, è stato di euro 286.456,00 per compensi e di euro 292.775,00 per indennità, gettoni e rimborsi; per l'anno 2004, è stato di euro 286.456,00 per compensi e di euro 306.589,00 per indennità, gettoni e rimborsi.
Si fa presente, infine, che la vigilanza sull'Ente è esercitata dal ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, in conformità a quanto previsto dal Decreto Legislativo n. 509/94.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'ENPALS - Ente nazionale di previdenza e di assistenza per i lavoratori dello spettacolo - con l'emanazione del decreto del Presidente della Repubblica 31 dicembre 1971, n. 1420, la tutela previdenziale del settore è stata ulteriormente perfezionata, ed ha ricevuto una più definita caratterizzazione nel panorama degli enti previdenziali, poiché il decreto di cui sopra ha, infatti, stabilito condizioni assicurative e contributive di maggior favore per le categorie artistiche e tecniche dei lavoratori dello spettacolo, in ragione della saltuarietà e brevità dell'attività lavorativa nonché della natura delle retribuzioni o compensi percepiti da tali lavoratori;
oggi l'ENPALS con i suoi 60.000 pensionati garantisce la tutela previdenziale al particolare mondo dello spettacolo e dello sport, un mondo che ha dato e continua a dare lustro al nostro Paese nel mondo -:
se il Governo nomini qualcuno dei consiglieri di amministrazione e se ve ne sono in scadenza per quest'anno e per il 2006;
se il ministero del lavoro esercita una qualsiasi «sorveglianza»;
quanto costa annualmente il funzionamento del consiglio d'amministrazione.
(4-15061)
L'assetto istituzionale dell'Enpals è stato riformato recentemente con il decreto del Presidente della Repubblica 24 novembre 2003, n. 357, emanato in attuazione dell'articolo 43, della legge 24 dicembre 2002, n. 289.
L'articolo 5 del suddetto decreto del Presidente della Repubblica prevede che il Consiglio di amministrazione sia composto dal Presidente dell'Ente che lo presiede, e da quattro esperti nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro del lavoro e delle
Le scadenze dei membri del Consiglio di amministrazione sono fissate per il 28 luglio 2008, ossia dopo 4 anni dal momento dell'insediamento del collegio, avvenuto il 28 luglio 2004.
La spesa per il funzionamento dei quattro membri del Consiglio di amministrazione è stata preventivata, per l'anno 2005, in euro 79.162,00.
Si fa presente, infine, che l'Enpals, ente non economico di diritto pubblico, è sottoposto alla vigilanza del ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
l'IPSEMA - Istituto di Previdenza per il settore marittimo - è stato istituito dal decreto legislativo n. 479 del 1994 a seguito della delega conferita al Governo dall'articolo 1 della legge n. 537 del 1993 per il riordino degli enti pubblici di previdenza e assistenza, in sostituzione delle tre Casse Marittime (Adriatica, Meridionale e Tirrena) e con gli stessi compiti di queste in materia di assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali e di prestazioni previdenziali di malattia e maternità nel campo marittimo -:
se il Governo nomini qualcuno dei consiglieri di amministrazione e se ve ne sono in scadenza per quest'anno e per il 2006;
se il ministero del lavoro esercita una qualsiasi «sorveglianza»;
quanto costa annualmente il funzionamento del consiglio d'amministrazione.
(4-15063)
Detto organo dura in carica quattro anni, ai sensi del richiamato articolo 3, comma 9.
L'attuale Consiglio di amministrazione è stato nominato nel 2004 e, pertanto, sia per l'anno corrente che per l'anno 2006, le nomine dei consiglieri non sono in scadenza.
II costo annuale del Consiglio di amministrazione è pari ad euro 310.500,00.
Si fa presente, infine, che l'Ipsema è soggetto alla vigilanza del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, ai sensi dell'articolo 2 del più volte richiamato Decreto legislativo n. 479/1994.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
il Patronato I.N.A.C. - Istituto Nazionale Assistenza Cittadini - promosso dalla Confederazione Artigiana Agricoltori (CIA), svolge la sua attività su tutto il territorio nazionale, attraverso le sue sedi regionali, provinciali e zonali, ed ha sedi di rappresentanza anche all'estero mediante apposite strutture realizzate nel rispetto degli ordinamenti legislativi dei Paesi ospitanti;
l'Inac per svolgere il proprio lavoro ha bisogno di un notevole numero di impiegati -:
a quanto ammonti il numero di impiegati risultanti in servizio rispettivamente negli anni 2001-2002-2003 e 2004.
(4-15126)
Preliminarmente, si ritiene opportuno precisare che l'articolo 6, comma 1, della legge 30 marzo 2001, n. 152, stabilisce che per lo svolgimento delle proprie attività, gli istituti di patronato e di assistenza sociale possono avvalersi esclusivamente di lavoratori subordinati dipendenti degli istituti stessi o dipendenti delle organizzazioni promotrici, se comandati presso gli stessi, con provvedimento notificato alla Direzione provinciale del lavoro e per l'estero alle autorità consolari e diplomatiche.
Nello specifico, si rappresenta che in servizio presso l'Inac, risultavano: nell'anno 2001, n. 720 dipendenti; nel 2002, n. 744 dipendenti; nel 2003, n. 780 dipendenti e, nell'anno 2004, n. 765 dipendenti.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
icontributi previdenziali devono obbligatoriamente essere versati all'INAIL e all'INPS;
ipatronati sono nati per difendere i lavoratori ed agevolare detti enti;
talora gli stessi patronati non sono in regola con i versamenti INPS ed INAIL dei propri addetti ai lavori -:
quanti siano i patronati che non sono in regola con detti versamenti;
se in questo caso siano state prese le determinazioni opportune e quali;
nel caso questi controlli non siano stati eseguiti, quali ne siano i motivi.
(4-15461)
Per tali Enti, quindi, non sussistono eccezioni alle normali procedure di controllo della regolarità assicurativa e contributiva, sia per quanto concerne le attività condotte nell'ambito dei programmi annuali di contrasto all'evasione e/o elusione contributiva sia per le azioni di riscossione anche coattiva dei crediti.
Premesso ciò si fa presente quanto comunicato dall'Inps.
Attualmente, gli Enti di patronato iscritti presso l'Istituto e che presentano inadempienze non definite sono circa 50, rispetto ai 186 che sono, invece, di regola con i versamenti contributivi.
Per effetto dell'obbligo di riscuotere a mezzo concessionari i contributi non versati nei termini, i crediti dovuti sono iscritti a ruolo per la riscossione coattiva tramite i rispettivi concessionari.
Per quanto riguarda, invece, l'INAIL, l'Istituto ha comunicato che una verifica effettuata sui principali Patronati non ha evidenziato casi di evasione contributiva e, almeno, con riferimento alla veridicità delle denunce obbligatorie, non sono state riscontrate dichiarazioni mendaci.
Si è piuttosto verificato che, in alcuni casi, l'Ente di patrocinio, pur avendo correttamente denunciato tutte le retribuzioni sulle quali calcolare il premio, non abbia, in seguito, rispettato le scadenze per il pagamento, anche a causa di difficoltà temporanee di liquidità.
Dalla verifica effettuata quattro patronati sono risultati non in regola e per gli stessi è stato iscritto a ruolo l'importo a debito (per un totale di euro 12.208,88).
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
la Presidenza del Consiglio, di recente, ha consegnato alle stampe la situazione patrimoniale di presidenti, vicepresidenti, direttori generali ed amministratori delegati di enti pubblici, di enti privati a partecipazione statale ed aziende autonome di Stato, in base a quanto previsto dalla legge n. 441 del 1982;
si tratta di redditi del 2002 comprendenti oltre i compensi per lavoro autonomo e dipendente, anche altre voci come redditi di fabbricati, capitali azionari eccetera;
al trentaduesimo posto della classifica dei manager più ricchi d'Italia troviamo il Presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di Parma, Luciano Silingardi, 569.085 euro l'anno -:
se il summenzionato reddito comprenda dei benefit;
in caso affermativo, di quali benefit si tratti;
quale sia il costo del Consiglio d'amministrazione;
quali e quanti benefit abbiano i componenti del Consiglio d'Amministrazione.
(4-15633)
Pertanto, sulla base del bilancio di esercizio 2002, trasmesso a questa amministrazione e che la Fondazione Cassa di Risparmio di Parma rende pubblico sul proprio sito internet, si fa presente che il Consiglio di amministrazione è composto da n. 5 consiglieri e che l'ammontare complessivo dei compensi e dei rimborsi spese percepiti dal Consiglio di amministrazione relativamente allo stesso esercizio, è stato pari a euro 305.084,00 al netto di imposte e contributi previdenziali.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Maria Teresa Armosino.
l'ufficio Postale sito nella Frazione di Bulgorello, Comune di Cadorago, in provincia di Como, è sottoposto ad una rimodulazione dell'orario di apertura passando da un'apertura quotidiana ad una settimanale;
tale razionalizzazione dell'orario costituirebbe un motivo di forte disagio per i cittadini residenti, attualmente circa 1.100, anche in considerazione del fatto che l'Ufficio svolge anche funzioni di sportello bancario e che i collegamenti con l'ufficio centrale di Cadorago risulterebbero difficoltosi per chi non sia dotato di un mezzo di trasporto proprio;
l'azienda Poste s.p.a., interrogata in merito, avrebbe riferito che l'ufficio postale di Bulgorello ricade in un piano nazionale di razionalizzazione, vista la scarsa redditività dello stesso, il basso afflusso di utenti e la poca operatività;
la stampa locale ha riportato la notizia che l'ufficio postale in questione rimarrà aperto solo un giorno alla settimana, anche se questo non è ancora stato fissato -:
se il Ministro non ritenga di dover intervenire presso Poste s.p.a. per garantire il ripristino delle attività dell'ufficio postale in questione.
(4-16023)
L'attività di vigilanza attribuita al ministero delle comunicazioni quale Autorità di regolamentazione del settore postale dal decreto legislativo n. 261/99 - di recepimento della direttiva 97/67/CE - è volta a verificare il rispetto, da parte della società Poste, degli obblighi connessi all'espletamento del servizio universale, come specificato dall'articolo 3 del citato decreto legislativo che al comma 3, lett. c), nel definire il servizio universale, da fornirsi «in tutti i punti del territorio nazionale», precisa che tale espressione è da intendersi «secondo criteri di ragionevolezza attraverso l'attivazione di un congruo numero di punti di accesso».
Con riferimento ai servizi di bancoposta, si pone in evidenza che, a seguito del decreto del Presidente della Repubblica 14 marzo 2001, n. 144, la vigilanza di tale settore esula dalla competenza di questo dicastero.
In merito al provvedimento di razionalizzazione attuato, nel caso in esame, mediante la rimodulazione dell'orario di apertura dell'ufficio postale monooperatore di Bulgorello (Como), la società Poste ha precisato che tale provvedimento si è reso necessario al fine di riequilibrare il rapporto domanda/offerta dei servizi.
Secondo quanto riferito, l'Azienda sempre alla ricerca di soluzioni meglio rispondenti alla realtà del territorio in esame, tenendo conto della presenza nel comune dei due presidi postali di Cadorago e Casilino al Piano, ha ritenuto utile ed opportuno, a partire dal 1o agosto 2005, modificare l'intervento di razionalizzazione inizialmente preannunciato, consistente nell'apertura dell'ufficio postate di Bulgorello per un solo giorno a settimana disponendone, invece, l'apertura settimanale nei giorni dispari.
Si soggiunge, infine, che allo scopo di garantire, pur nel dovuto riguardo all'obbligo di perseguimento dell'equilibrio economico-finanziario e al diritto alle ferie del personale dipendente, l'effettivo espletamento degli obblighi del servizio universale, questo dicastero ha rappresentato - come già avvenuto in passato - alla concessionaria la necessità di essere messo al corrente, in via preventiva, dei piani e dei criteri generali relativi alla razionalizzazione estiva degli orari degli uffici postali, con riferimento all'intero territorio nazionale, ribadendo, altresì, che le valutazioni in merito alla stessa non possono essere demandate incondizionatamente all'iniziativa di Poste Italiane.
Il Ministro delle comunicazioni: Mario Landolfi.
secondo quanto riporta il quotidiano Il Manifesto in data 16 marzo 2005 e secondo l'ivi menzionata interrogazione europarlamentare (E-3240/04) presentata da Luigi Cocilovo, nell'area industriale dismessa denominata «Ex Industrie Zanussi» di Conegliano (Treviso), ove è presente un notorio stato di inquinamento del suolo e del sottosuolo contaminato dalla presenza di metalli pesanti, IPA e PCB, idrocarburi e rifiuti interrati anche pericolosi, è attualmente in corso una imponente edificazione;
la società costruttrice, la Conegliano Iniziative immobiliari spa (Cii), ha presentato al Comune di Conegliano il progetto
in attuazione delle direttive 91/156/CEE, 91/689/CEE e 94/62/CE, il decreto legislativo n. 22/1997 ed il decreto ministeriale n. 471/1999 hanno disposto che, qualora il progetto preliminare dimostri che i valori di concentrazione limite accettabili di cui alle tabelle allegate «non possono essere raggiunti nonostante l'applicazione, secondo i principi della normativa comunitaria, delle migliori tecnologie disponibili a costi sopportabili» il Comune può autorizzare il mantenimento in sito del terreno contaminato;
nonostante i pareri contrari degli enti pubblici preposti alla tutela ed alla vigilanza della salute pubblica e dell'ambiente, con delibera n. 404 del 27 settembre 2004 la Giunta del Comune di Conegliano approvava il progetto preliminare di bonifica che prevede il mantenimento in sito del terreno contaminato non movimentato ed il confinamento in sito del terreno contaminato per motivi edilizi, in luogo della rimozione totale del terreno contaminato e della eliminazione totale della fonte di inquinamento, previste dalla legge;
l'area coinvolta dal programma integrato di «riqualificazione urbanistica ed ambientale», di una superficie di 63.000 metri quadri, si trova in pieno centro urbano, a distanza di 200 metri in linea d'aria dal Duomo di Conegliano;
la Commissione, in seguito alla su citata interrogazione ha risposto, in data 4 febbraio 2005, di aver dato avvio ad una raccolta di informazioni dettagliate per garantire il rispetto della normativa comunitaria -:
se sia a conoscenza delle modificazioni in atto nella zona «Ex Industre Zanussi» di Conegliano (Treviso);
se non ritenga di doversi attivare al fine di inserire il sito in premessa tra quelli di interesse nazionale del «Programma di bonifica e ripristino ambientale» ai sensi della legge n. 426 del 1998.
(4-13551)
Ai fini della realizzazione degli interventi di bonifica, il sito è stato suddiviso in tre aree denominate «Grandi impianti», «Mensa» e «Nord».
Nell'area «Grandi impianti» è stata rilevata la presenza di uno strato di terre di fonderia, omogeneamente diffuso, cui corrispondono parametri d'inquinamento relativi a valori eccedenti i limiti per alcuni metalli quali cadmio, piombo, nichel, rame, arsenico, oltre a policlorofenili, cianuri e idrocarburi pesanti.
L'inquinamento, comunque, risultava confinato agli strati superiori del suolo, non interessando lo strato argilloso sottostante né la falda idrica sotterranea.
Nell'area «Nord» è emersa la presenza di terre di fonderia e di un sito di ridotte dimensioni in cui si evidenzia la presenza di terre di galvanica ad elevato contenuto di cromo.
Nell'area «Mensa», infine, l'inquinamento è risultato confinato a piccole aree corrispondenti alla collocazione di cisterne interrate per olio combustibile e alla sporadica presenza di una falda superficiale «effimera». Tutte le cisterne interrate e i serbatoi fuori terra, compresi anche nelle aree «Grandi impianti» e «Nord», sono stati svuotati dei residui presenti e lavati; le acque di lavaggio smaltite tramite centri specializzati.
La prima fase della bonifica, che ha interessato la zona «Grandi impianti», è consistita nella totale rimozione delle terre di fonderia e nello stoccaggio provvisorio
In data 23 aprile 2002, la giunta comunale ha approvato, con deliberazione n. 190, il progetto esecutivo di bonifica dell'area «Grandi impianti».
Successivamente la società Conegliano iniziative immobiliari spa ha presentato, in data 14 maggio 2002, richiesta di Variante in corso d'opera, consistente nel suddividere l'area di bonifica in corso «Grandi impianti» in tre zone; tale variante è stata approvata in sede di conferenza di servizi in data 27 giugno 2003.
La provincia di Treviso, con decreto n. 971 del 6 agosto 2002 ha certificato l'avvenuta bonifica della zona 1 del sito «Grandi impianti», attestando che gli accertamenti di collaudo e verifica effettuati su tale zona non hanno evidenziato, nelle matrici ambientali, superamenti relativi ai parametri ricercati dei limiti di accettabilità previsti dalla colonna A, tabella 1, allegato 1 al decreto ministeriale 471/99.
Con decreto 1346 del 31 ottobre 2002, inoltre, la provincia di Treviso ha certificato l'avvenuta bonifica della zona 2 del sito «Grandi impianti».
Relativamente allo smaltimento dei rifiuti derivanti dalla bonifica delle prime due zone dell'area «Grandi impianti», si rileva che nel periodo 29 novembre-4 dicembre 2002 sono state asportate le terre di galvanica, per un ammontare di 479.260 chilogrammi, e conferite in discarica presso l'impianto GEO NOVA di Istrana.
Inoltre, in data 11 febbraio 2003, il dirigente del settore edilizia pubblica e ambiente del comune di Conegliano ha rilasciato alla società Conegliano iniziative immobiliari il nulla osta al conferimento finale dei rifiuti al cementificio di Monselice (PD), in considerazione che il recupero risulta ecologicamente ed ambientalmente preferibile allo smaltimento in discarica.
Successivamente, con decreto n. 1004 del 14 agosto 2003, la provincia di Treviso ha dato atto che gli interventi di bonifica consistenti nella rimozione dei rifiuti nella zona 3 del sito «Grandi impianti» risultano conformi a quanto previsto dal progetto di bonifica e che gli accertamenti analitici specificamente effettuati in tale zona non hanno evidenziato, relativamente ai parametri ricercati, superamenti dei limiti di accettabilità previsti dalla colonna A della tabella 1, allegato 1 al decreto ministeriale 471/99.
A seguito di un sopralluogo, effettuato in data 2 maggio 2005 nell'area «Nord» del sito in questione dal personale del Servizio ecologia e ambiente del comune di Conegliano, è stata rilevata ancora la presenza di 6.000 tonnellate di terreno contaminato derivante dalla bonifica dell'area «Grandi impianti», il cui smaltimento prosegue secondo una tempistica dettata dalla capacità di accettazione del cementificio di Monselice. Pertanto, è stato concesso lo svincolo parziale delle garanzie fidejussorie prestate dalla società Conegliano iniziative immobiliari a copertura dei costi relativi al completamento delle operazioni di bonifica dell'area «Grandi impianti».
Per quanto riguarda, invece, le aree denominate «Mensa» e «Nord», la società Conegliano iniziative immobiliare, in data 9 dicembre 2003, ha presentato il progetto preliminare di bonifica contenente, tra l'altro, i seguenti interventi: rimozione e vaglio del tout venant superficiale per separare la parte contaminata; asportazione e conferimento finale in cementificio o, nell'indisponibilità di quest'ultimo, in discarica di tutti i rifiuti (terre di fonderie) interrati; asportazione e riposizionamento in loco del terreno contaminato dalle terre di fonderia soprastanti (rimosse) e movimentato per necessità cantieristiche, mantenimento in situ del terreno contaminato supportato da analisi di rischio dalla quale emerge come l'intervento sia assolutamente sicuro sia sul piano ambientale che su quello sanitario.
Il progetto trova i presupposti sulle risultanze del Piano di caratterizzazione dal quale emerge che l'inquinamento, provocato dall'interramento di terre di fonderia e di galvanica (quest'ultime già completamente rimosse e smaltite) è attribuibile
Si tratta di sostanze dotate di bassa mobilità con una forte tendenza ad essere assorbite dalla matrice solida del sottosuolo e con una bassa tendenza a migrare per percolamento nello stesso. Lo stato d'inquinamento si presenta, inoltre, «a macchia di leopardo» e non si rileva a profondità superiori ai 2,5 metri dal piano di campagna.
Oltre la quota di 10-12 metri dal piano di campagna, fino a profondità di 2025 metri, è sempre presente materiale ghiaioso addensato, a tratti anche cementato, in matrice per lo più limosa non includente alcuna falda freatica, costituendo in questo modo una barriera impermeabile al percolamento degli inquinanti verso la falda freatica di emungimento dell'acqua potabile e garantendo un elevato grado di sicurezza.
Si evidenzia, inoltre, che pur riscontrando presenza di acqua nell'intervallo di profondità di 1,5-5 metri all'interno di livelli permeabili/semipermeabili, essa risulta di scarsa entità, discontinua e con deflusso assai variabile, pertanto non utilizzabile per prelievi idrici di acqua potabile. Inoltre, alla base del livello in cui si registra tale presenza idrica è stato rinvenuto, in tutta l'area, un banco argilloso e compatto di 5-6 metri di spessore, di materiale impermeabile.
Pertanto, data la scarsa circolazione e la diffusa presenza di un livello argilloso impermeabile a protezione della falda idrica principale e con funzione di barriera nei confronti della diffusione verticale dell'inquinamento, emerge un aspetto idrogeologico peculiare che riduce fortemente il grado di rischio ambientale e sanitario.
In data 27 settembre 2004, con deliberazione n. 404 della giunta comunale di Conegliano sono stati approvati: il Piano di caratterizzazione delle aree nord e mensa del sito ex Zanussi, presentato il 27 luglio 2003; il progetto preliminare di bonifica con misure di messa in sicurezza delle aree nord e mensa del sito ex Zanussi, presentato in data 9 dicembre 2003, con una serie di prescrizioni.
Successivamente, in data 17 novembre 2004, la società Conegliano iniziative immobiliari Spa ha presentato il progetto definitivo di bonifica con misure di messa in sicurezza Aree nord e mensa del sito ex Zanussi. Tale progetto prevede il conferimento del terreno contaminato off site, in quanto le misure cautelative richieste dal comune nella deliberazione di approvazione del Progetto preliminare (in particolar modo la misura relativa alla impermeabilizzazione del sottosuolo contaminato confinato intorno alle fondazioni degli edifici del Piano integrato di riqualificazione urbanistica) comportano maggiori difficoltà di gestione del cantiere con conseguenti costi aggiuntivi significativi, non tutti facilmente stimabili.
Nel corso di apposita Conferenza di servizi, convocata il 13 dicembre 2004, è stato esaminato tale progetto ed è stato approvato lo sviluppo progettuale in esso contenuto che prevede la completa rimozione del terreno contaminato.
Tenendo conto delle risultanze della predetta Conferenza di servizi, delle prescrizioni che sono state indicate dagli Enti di controllo ambientali nelle varie riunioni tecniche che si sono svolte nel mese di febbraio ultimo scorso e delle linee di indirizzo dettate dal comune con deliberazione n. 175 del 21 marzo 2005, la Conegliano iniziative immobiliari Spa ha presentato, in data 21 marzo 2005, un nuovo Progetto definitivo di bonifica aree nord e mensa del sito ex Zanussi, che prevede la totale rimozione e smaltimento off site di tutto il tout venant contaminato, delle terre di fonderia e del terreno contaminato sottostante, consentendo, pertanto, una bonifica integrale del sito.
Il Progetto in questione, esaminato in sede di conferenza di servizi il 12 aprile 2005, è stato approvato con deliberazione di giunta comunale n. 226 del 18 aprile 2005. Con autorizzazione n. 16/B/05 del 9 maggio 2005, il dirigente del settore edilizia pubblica e ambiente del comune di Conegliano ha rilasciato l'«Autorizzazione all'esecuzione dei lavori di bonifica delle aree nord e mensa del sito ex Zanussi» come da progetto.
Per quanto concerne, invece, gli interventi di bonifica dell'area «Nord», si fa presente che, secondo il cronoprogramma aggiornato al marzo ultimo scorso, saranno ultimati entro il mese di luglio 2008.
Da ultimo, si segnala che gli interventi edilizi previsti dal Piano urbanistico nell'area già bonificata «Grandi Impianti» sono in fase di completamento (circa 98.000 metri cubi di edifici, prevalentemente ad uso residenziale), mentre non sono state rilasciate le concessioni edilizie per gli edifici previsti nell'area «Mensa» (circa 51.000 metri cubi di edifici ad uso commerciale-direzionale).
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.
il giorno 8 giugno 2005 la Giunta Provinciale di Vicenza ha emanato una delibera (n. 34552, in allegato) che sancisce l'accordo tra la Provincia stessa e l'I.N.F.S. (Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica) per il controllo di cinghiale, nutria, volpe e corvidi a seguito dei «danni al patrimonio Faunistico»;
nella stessa delibera i danni all'agricoltura vengono quantificati a meno di 8.000 euro annui in tutto il territorio provinciale;
la delibera, della validità di cinque anni, prevede la «caccia» a cinque specie di animali non solo con l'ausilio di diciotto agenti della polizia provinciale ma, a causa del fatto che «gli attuali effettivi del Corpo di Polizia Provinciale non possono essere in grado di realizzare la completa gestione delle attività previste dal Protocollo», anche di circa quattrocento cacciatori, liberi di muoversi in tutta la Provincia, anche senza la presenza degli agenti;
a seguito di questa delibera, nel periodo che va da marzo a fine agosto, sarà possibile cacciare di giorno e di notte, utilizzando anche fucili di precisione, carabine a canna rigata (con una gittata che sfiora i 2 chilometri), puntatori, fari, sarà possibile ricercare e inseguire prede con i fuoristrada e sparare dalle altane;
il periodo di prolungamento della stagione venatoria per le specie sopra citate coincide non solo con la stagione della riproduzione degli stessi ma anche con il periodo di maggior rinfoltimento della flora e delle passeggiate dei cittadini nei boschi -:
se i contenuti dell'accordo citato in premessa siano in linea con la normativa nazionale e comunitaria in vigore.
(4-16222)
Tali interventi, di norma investono molte province italiane che spesso si trovano a gestire situazioni di emergenza dovute alla proliferazione di animali selvatici che arrecano danni alle colture agricole o che entrano in competizione con altre specie faunistiche.
Le stesse problematiche si possono riscontrare anche all'interno delle aree protette, ove spesso gli organismi di gestione dei parchi devono fronteggiare emergenze dovute al proliferare dei cinghiali che, riproducendosi a dismisura, arrecano notevoli danni al patrimonio agricolo e di sovente diventano anche pericolosi per la incolumità pubblica, lo stesso Istituto nazionale per la fauna selvatica, ha redatto una pubblicazione specifica sul controllo del cinghiale nelle aree protette, la quale è
Si precisa inoltre che l'Infs, ai sensi dell'articolo 7 della legge 157/92, opera quale organo scientifico e tecnico di ricerca e consulenza per lo Stato, le regioni e le province e la direzione generale per la protezione della natura, come del resto, enti parco ed amministrazioni regionali e provinciali, si sono avvalse delle competenze del citato Infs in materia di tutela e gestione della fauna selvatica omeoterma.
Tutto ciò premesso, questo ufficio, ritiene che l'intervento di controllo redatto dall'Infs è in linea con quanto previsto dalle normative vigenti in materia di controllo della fauna selvatica.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.