Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 747 dell'8/2/2006
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(Misure per garantire la sicurezza dei cittadini e la libertà di espressione nel corso della campagna elettorale - n. 3-05349)

PRESIDENTE. L'onorevole Biondi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-05349 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 8).

ALFREDO BIONDI. Signor Presidente, signor ministro, lei sa che io ammiro il suo operato e quello delle Forze dell'ordine, che sono costrette a lavorare in condizioni di estrema difficoltà. Eppure, mi vedo costretto - insieme all'amico Antonio Leone - a richiamare l'attenzione del Governo su quanto sta avvenendo da parte di qualche «squadristello rosso», che va in giro per la Toscana e altrove ad aggredire, a compiere atti di intimidazione, a violare un principio sacro della democrazia, vale a dire quello in base al quale la libertà si garantisce nell'ordine e nella tolleranza.
La tolleranza dello Stato e anche di talune procure nei confronti di questa gente è giunta oltre il limite delle acque sicure. La difesa dello Stato è importante, proprio al fine di evitare che poi i cittadini si difendano da soli.

PRESIDENTE. Il ministro dell'interno, onorevole Pisanu, ha facoltà di rispondere.

BEPPE PISANU, Ministro dell'interno. Gli atti di violenza politica citati dai colleghi Biondi e Leone sono gli ultimi di una preoccupante sequenza iniziata col nuovo anno. Particolarmente grave è stato quello di Livorno, dove circa trecento facinorosi hanno aggredito le Forze dell'ordine per impedire lo svolgimento di un dibattito organizzato dalla Lega Nord, con la presenza di una trentina di persone. L'attacco, annunziato via Internet, ben orchestrato e attuato con tecniche di vera e propria guerriglia urbana, è stato condotto da appartenenti all'area antagonista, al centro sociale Godzilla 2001 e alle frange estreme della tifoseria calcistica, le cosiddette Brigate autonome livornesi. Ancora una volta, dunque, l'estremismo da stadio è stato usato come strumento di violenza politica ed il bilancio è davvero intollerabile: 38 contusi tra le Forze dell'ordine. Le attività investigative proseguono, ma sono già stati denunciati all'autorità giudiziaria due dei partecipanti agli scontri.
Per quanto riguarda, invece, l'aggressione di Bologna al pullman di Forza Italia, informo che per entrambi i responsabili, ultrà della tifoseria felsinea, l'autorità giudiziaria ha convalidato i provvedimenti restrittivi. La ripresa della violenza politica nell'immediata vigilia della campagna elettorale è per me motivo di forte preoccupazione e perciò sento il dovere di richiamare tutti al più severo esercizio del senso di responsabilità. Mi auguro che alla consueta condanna di questi e altri analoghi episodi facciano ora seguito iniziative concrete per isolare e denunciare i responsabili, specialmente da parte di quanti hanno spesso accordato loro aperta comprensione o, peggio ancora, sostegno politico.

PRESIDENTE. L'onorevole Biondi ha facoltà di replicare.

ALFREDO BIONDI. Signor Presidente, sono totalmente d'accordo con il ministro, e non solo per una questione di forma e di stile, perché anzi egli ha arricchito le argomentazioni semplici e sintetiche che con il collega Antonio Leone avevamo esposto nell'interrogazione.


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Vi è una violenza molto grave, ed è quella che si crede di poter commettere violando il sacrosanto principio costituzionale della riunione, stabilendo che vi sono reati che in compagnia possono essere compiuti, che ciò che io faccio individualmente può essere individuato e represso con gli strumenti della legge, mentre se invece si è, come si dice a Genova, «in più tanti», allora si possono commettere una serie di fatti che poi si «perdono». Per di più, se gli agenti intervengono, vi è subito una reazione per cui coloro che hanno aggredito diventano testimoni contro gli agenti, come è accaduto anche nel processo in corso a Genova.
Credo di poter dire che per ciò che è capitato a Bologna, a Livorno, ai danni di un europarlamentare, alla collega Monica Baldi, aggredita e picchiata a Pisa, non basti l'accento trovato dal ministro con la sua esperienza e sensibilità. Bisogna stimolare una reazione psicologica anche da parte dei partiti, che molte volte, di fronte a questi fatti, tengono conto più del colore degli aggressori che della qualità e quantità delle azioni e del male che queste fanno alla società italiana.
Ecco perché, signor ministro, la ringrazio per essere venuto di persona a rispondere alla mia interrogazione nel corso dell'ultimo question time della legislatura. Certo, l'occasione è un po' triste, ma quando si viola la libertà, la persona umana, si attenta alla sicurezza dello Stato e quando accadono certi avvenimenti, come quelli segnalati poc'anzi dal collega Gianni Mancuso, allora c'è veramente il rischio che non basti l'esortazione del Presidente della Repubblica a non spegnere la fiaccola. Può darsi che spengano la fiaccola dei tedofori, ma quella della libertà non la spegneranno, perché noi reagiremo con tutte le nostre forze (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Ricordo che quello odierno è stato l'ultimo question time della legislatura. Ringrazio tutti, saluto i colleghi e i rappresentanti del Governo intervenuti e i telespettatori che ci hanno seguito.
Concludo, formulando l'augurio che l'imminente campagna elettorale si svolga in maniera serena.
Sospendo brevemente la seduta.

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