consentire alle amministrazioni locali la fornitura gratuita e semigratuita di libri di testo agli alunni meno abbienti delle scuole medie e, anche in comodato, agli studenti delle scuole secondarie superiori;
Risposta. - Si risponde, anche a nome del Ministero dell'economia e delle finanze, alla interrogazione parlamentare in esame con la quale l'interrogante chiede iniziative per contenere la spesa per l'acquisto dei libri di testo scolastici.
testo agli alunni meno abbienti delle scuole medie e, anche in comodato, agli studenti delle scuole secondarie superiori.
alcun parere la funzionaria prese la decisione di comunicare comunque l'assunzione, con la contestuale risoluzione dei contratti stipulati con gli erroneamente assunti. Ma, a questo punto, il parere tanto atteso arrivò con eccezionale rapidità;
Risposta. - La vicenda oggetto dell'interrogazione non riguarda l'assunzione di docenti in Puglia, come indicato nel testo dell'atto di sindacato ispettivo, bensì l'assunzione di docenti in Calabria. Ciò, d'altra parte, si desume dal contesto dell'atto di sindacato ispettivo.
di appello, che il Centro servizi amministrativi di Cosenza provveda alla costituzione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato con il medesimo docente e alla stipula del relativo contratto per la classe di concorso A019 a far data dal 1o settembre 2002, in una delle cattedre vacanti e disponibili nella provincia di Cosenza al 1o settembre 2002 riservate al concorso a cattedre 1999/2001, nonché alla liquidazione dei danni patiti dall'interessato e al pagamento delle spese di lite sostenute.
dei seguenti aerei militari: Hercules C130 (trasporto truppe e mezzi), Amx (caccia) e A10, velivoli da attacco al suolo in grado di sparare proiettili anticarro all'uranio impoverito -:
Risposta. - L'ipotizzata realizzazione di un aeroporto nelle aree di Quirra, Perdasdefogu e Capo San Lorenzo, è priva di qualsiasi fondamento.
Il progetto per la realizzazione dell'infrastruttura, che è stata dichiarata Opera destinata alla difesa militare, prevede l'acquisizione dei previsti nullaosta da parte delle competenti amministrazioni (Regione Sardegna; Soprintendenza ai Beni Archeologici; Soprintendenza ai Beni Ambientali e Culturali; Sindaco del Comune competente).
gli effetti che l'azione di chi, a qualsiasi titolo o con qualsiasi mezzo, diffonde notizie prive di alcun fondamento e che potrebbero creare gravi danni alla nostra comunità».
della superstrada SS77, che oggi è a quattro corsie solo fino a Sfercia (Camerino);
Risposta. - Attualmente, lungo la statale 77 sono in corso di esecuzione interventi relativi alla pavimentazione stradale - per i quali, con ordinanza n. 7 del 15 febbraio 2005, sono stati istituiti limiti di velocità inferiori ai 110 Km/h. - necessari per ripristinare gli ammaloramenti localizzati causati dalle intense precipitazioni a carattere nevoso verificatesi nei primi mesi del corrente anno.
a) Manutenzione anno 2004.
Lavori di distese generali periodiche. Importo dei lavori 781.508,00 euro. Lavori ultimati in data 30 settembre 2005.
b) Manutenzione anno 2005.
Nei primi mesi dell'anno in corso il piano viabile è stato interessato da intense precipitazioni di carattere nevoso, che hanno aggravato lo stato di fatto con formazione di buche e/o cedimenti, a seguito dei quali è stato necessario intervenire in tratti saltuari di entrambe le direzioni di marcia, mediante lavori di risagomatura del piano viabile, che hanno comportato una spesa di 180.000,00 euro.
lavori 266.266,00 euro. Lavori ultimati in data 14 novembre 2005.
c) Manutenzione anno 2006.
L'Anas informa, inoltre, che nell'ambito del Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale, istituito con legge n. 144 del 1999, sono stati realizzati lungo la statale in questione i seguenti interventi.
d) Anno 2004.
e) Anno 2005.
Risposta. - La localizzazione degli impianti, di telecomunicazioni sul territorio, a norma dell'articolo 8 della legge quadro 22 febbraio 2001, n. 36, rientra nell'esclusiva competenza delle Autorità regionali, ferma restando la competenza dello Stato per quanto riguarda l'individuazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità relativi ai campi elettromagnetici, come garanzia di protezione sanitaria uniforme sull'intero territorio nazionale.
documentati associabili ai campi magnetici a radiofrequenza in generale, e a quelli generati da stazioni radio base in particolare, nell'ambito di livelli ragionevolmente bassi.
Risposta. - Si precisa preliminarmente che la IV Giornata nazionale del sollievo, svoltasi domenica 29 maggio 2005, è stata presentata dal Ministro della salute, insieme al Presidente della Fondazione «Gigi Ghirotti» e al Presidente della Regione Umbria, in rappresentanza della Conferenza dei Presidenti delle Regioni.
legge n. 39 del 1999 e 29 sono state le strutture realizzate autonomamente dalle regioni.
Risposta. - Come è noto, l'articolo 8 della legge n. 124 del 1999 ha disposto che il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) degli istituti e scuole di ogni ordine e grado è a carico dello Stato.
servizio prestabiliti - nonché dal trattamento accessorio, disciplinato dalle norme contrattuali di settore; per il personale degli enti locali, invece, la retribuzione è formata dal trattamento economico fondamentale, cui corrisponde lo stipendio tabellare, dalla retribuzione individuale di anzianità e dal trattamento accessorio, anch'esso disciplinato dalle norme contrattuali di settore.
le risorse aggiuntive, recate dalla Legge Finanziaria 2005, i contratti di filiera agroalimentare -:
Risposta. - Il Contratto di programma è stato presentato da un consorzio di 26 imprese operante nel settore della pescaturismo. È un progetto multiregionale che interessa le seguenti regioni: Campania, Calabria, Puglia, Sicilia, Sardegna, Basilicata e prevede la realizzazione sia di investimenti produttivi (acquisti ed adeguamenti di imbarcazioni) di PMI sia di investimenti per la ricerca finalizzata al sostegno delle attività imprenditoriali proposte allo sviluppo di una economia ittica sostenibile.
Alla luce di quanto sopra, si è reso necessario richiedere un parere di compatibilità al ministero dell'ambiente ed al ministero dell'istruzione università e ricerca.
documentazione mancante nonché un dettaglio di tutti i costi relativi alle iniziative inserite nel progetto.
Risposta. - In merito a quanto richiesto nell'atto ispettivo in argomento, si ribadisce in via preliminare che l'attenzione agli alunni disabili e al pieno sviluppo delle loro potenzialità, sia in ambito scolastico che ai fini dell'inserimento nella vita attiva, costituisce una priorità assoluta di questo ministero e del nostro sistema di istruzione e formazione, come testimonia il fatto che il nostro Paese da tempo occupa una posizione prioritaria e di avanguardia nell'Unione Europea in materia di integrazione e sostegno.
alla scuola nel suo complesso, che, dal canto suo, provvederà poi, nell'ambito del piano dell'offerta formativa, ad organizzare e mettere a disposizione le risorse secondo le soluzioni organizzative, operative e didattiche più rispondenti alle esigenze.
attualmente in possesso solo del permesso di soggiorno -:
Risposta. - Con istanza in data 19 marzo 2003 la signora Olga Kurch, nata a Luka (Russia) il 13 giugno 1955, ha chiesto la concessione della cittadinanza italiana, ai sensi dell'articolo 5 della legge 5 maggio 1992 n. 91, in quanto coniugata con il cittadino italiano Giuseppe Grasso.
Risposta. - La Figc ha reso noto che gli aumenti applicati a tali quote sono principalmente da attribuirsi alla notevole incidenza rivestita dai costi crescenti delle assicurazioni obbligatorie, che si ripercuotono direttamente sui costi del tesseramento.
Risposta. - Come ricordato dall'interrogante, nel periodo compreso tra i mesi di dicembre 2004 e maggio 2005, circa 750 extracomunitari, in gran parte di nazionalità rumena, si sono progressivamente insediati in strutture dimesse dall'Esercito Italiano, già dal 1980, ubicate su terreni privati in località «ex Stacchini» del Comune di Tivoli (Roma).
ipotesi, al momento, non hanno avuto ulteriori sviluppi anche in ragione della sensibile diminuzione delle presenze.
Risposta. - La presenza di benzene nell'aria atmosferica può considerarsi ormai ubiquitaria, poiché tale sostanza è utilizzata come materia prima per numerosi processi industriali, come produzione di plastiche, resine, detergenti, pesticidi, ecc. Un'ulteriore fonte di emissione è costituita dalla produzione di coke, dall'utilizzo di combustibili fossili, da evaporazione, nelle fasi di utilizzo e movimentazione, di benzine, ecc.
successivamente con cadenza annuale, il valore è ridotto, secondo una percentuale costante, fino a raggiungere lo 0 per cento di tolleranza al 1o gennaio 2010.
Risposta. - In relazione all'interrogazione parlamentare in esame, si comunicano gli elementi di risposta inviati dall'Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia, tramite la Prefettura-Ufficio Territoriale del Governo di Milano.
Risposta. - In riferimento alla interrogazione in esame, l'Anas Spa, interessata al riguardo, ha comunicato che l'autostrada Messina-Palermo è stata ultimata ed aperta al traffico nel mese di luglio 2005 per entrambe le corsie di marcia.
Risposta. - Come indicato nell'interrogazione parlamentare in esame, i Carabinieri N.A.S. di Torino, a seguito di delega della competente Procura della Repubblica, hanno effettuato indagini sull'acqua minerale «Amorosa», prodotta presso gli stabilimenti della ditta EVAM S.p.A. di Massa.
4), affidando alle Autorità regionali la competenza in materia di rilascio delle concessioni minerarie, autorizzazione alla utilizzazione di una sorgente d'acqua minerale naturale, e vigilanza sulla utilizzazione e commercio delle acque minerali riconosciute.
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato s.p.a. ha riferito che, sulla base dell'atto di concessione sancito con il decreto ministeriale 138 T del 31 ottobre 2000, Rete Ferroviaria Italiana s.p.a. è tenuta a garantire il collegamento ferroviario via mare tra la penisola e le isole maggiori.
seguenti a specifici accordi tra il Governo e la Regione Sardegna.
Risposta. - Il sig. Abdel Monem Bayoumi Mohamed Nabil si è, recentemente, dimesso dalla carica di Direttore del «Centro di Cultura Islamica di Bologna» a seguito delle polemiche seguite alle sue dichiarazioni trasmesse nell'ambito del programma televisivo «Matrix» nella serata del 7 settembre 2005.
la chiusura tra il 2006 e il 2008 di 47 linee di cui ben 14 in Piemonte;
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato s.p.a. ha precisato che le notizie di presunti progetti di ridimensionamento della rete ferroviaria e dei servizi non trovano riscontro nei programmi del Gruppo societario.
Risposta. - L'interrogante lamenta la mancata inclusione dell'ufficio per l'istruzione in lingua slovena nel decreto di riordino dell'Ufficio scolastico regionale per il Friuli Venezia Giulia, emanato il 28 luglio 2004, e chiede la modifica di detto decreto.
Risposta. - Il ministero per i beni e le attività culturali, fin dall'istituzione, annovera tra le sue attribuzioni la «promozione del libro, della lettura e delle attività editoriali di elevato valore culturale», affidata alla direzione generale per i beni librari e gli istituti culturali ed in particolare al Servizio IV promozione del libro e della lettura, operanti nell'ambito del dipartimento per i beni archivistici e librari. Il ruolo di tale compito va assumendo sempre maggiore preminenza, in coerenza con gli obiettivi di allargamento dell'area della lettura e di accesso sempre più largo alla cultura, ritenuti unanimemente indispensabili, sia per dare nuovo impulso al settore editoriale, sia per soddisfare le maggiori richieste culturali della collettività.
sensibilità e un'ampia disponibilità nei confronti di tali tematiche, i fattori che oggi frenano maggiormente un adeguato sviluppo del settore possono ricondursi, da una parte alla difficoltà di contemperare le esigenze del diritto di accesso con la tutela tecnica del diritto d'autore e, dall'altra all'alto costo degli specifici sistemi di riproduzione e delle tecnologie informatiche.
Risposta. - In merito a quanto rappresentato con l'atto parlamentare in argomento non si dispone di pertinenti elementi di informazione circa il caso specificatamente sollevato dall'onorevole interrogante.
di queste libertà, comportando doveri e responsabilità, può essere sottoposto a determinate formalità, condizioni, restrizioni o sanzioni previste dalla legge e costituenti misure necessarie in una società democratica, per la sicurezza nazionale, l'integrità territoriale o l'ordine pubblico, la prevenzione dei reati, la protezione della salute e della morale, la protezione della reputazione o dei diritti altrui, o per impedire la divulgazione di informazioni confidenziali o per garantire l'autorità e la imparzialità del potere giudiziario».
comunque raggiungere le località servite dalla linea ferroviaria, sottoponendoli ad un minimo disagio;
Risposta. - In ordine all'episodio citato, Ferrovie dello Stato s.p.a. ha riferito che la Direzione territoriale Lombardia di Trenitalia s.p.a., al fine di limitare quanto più possibile i disagi provocati alla clientela, ha prontamente informato la sala operativa regionale adottando sulla linea Bergamo-Milano interessata dal guasto tecnico, di cui all'episodio, le seguenti iniziative:
Il guasto ha coinciso temporalmente con una fascia oraria caratterizzata da intensa mobilità stradale che può aver reso possibile un ritardo dei mezzi su gomma.
Risposta. - In base al decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31 «Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano», il giudizio di idoneità dell'acqua per uso potabile
compete alle AUSL, sulla base di programmi elaborati secondo i criteri generali indicati dalle Regioni.
a) Servizio idrico integrato.
L'Ente Acquedotti Siciliani, congiuntamente al locale Ufficio del Genio Civile, ha provveduto a redigere un piano complessivo per l'approvvigionamento idrico dell'area.
b) Dissalazione.
La Raffineria di Gela gestisce i dissalatori di proprietà della Regione Siciliana, i quali servono un bacino di utenza di circa 400.000 abitanti, nell'ambito del territorio della Provincia di Caltanissetta e di quella limitrofa di Agrigento ed, in particolare, il comprensorio di Gela.
c) Depurazione.
L'obiettivo primario è ottimizzare il consumo di acqua da parte delle Società petrolchimiche, ricorrendo soprattutto all'acqua di riuso, con corrispondente liberazione di acqua primaria per usi civili e/o agricoli (fornitura dalla diga del Dirillo e/o dal sistema di dissalazione).
industriali, rimanendone 600-650 mc/H per usi civili e/o irrigui.
La disinfezione avviene tramite ipoclorito di sodio e, a seguito dei controlli eseguiti dalla competente autorità igienico-sanitaria, non sono stati riscontrati valori di trialometani in difformità ai limiti consentiti.
dubbio che non si tratti di persone già espulse con altro nome e reintrodottesi clandestinamente nel nostro Paese -:
Risposta. - Il sistema automatico di identificazione delle impronte digitali è in funzione presso il ministero dell'interno dal dicembre 1998 (decreto legislativo n. 286 del 1998 articolo 6) e si articola in postazioni di lavoro, distribuite in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, che consentono una pluralità di funzioni, quali l'inserimento dei dati contenuti nei cartellini fotosegnaletici, l'invio degli stessi al sistema centrale e la relativa risposta sull'esistenza di eventuali precedenti dattiloscopici. Tutto ciò avviene in tempo reale. Il servizio, che è accessibile anche all'Arma dei carabinieri e alla Guardia di finanza, è attivo per ventiquattro ore, senza soluzione di continuità, e la rete digitale che rende disponibile una banda larga per la trasmissione dei dati è presente in tutte le articolazioni periferiche della polizia scientifica. È vero che l'entrata in vigore della legge Bossi-Fini ha determinato un aumento esponenziale delle richieste di identificazione, passando dalle originarie 300 mila ad oltre 1 milione 200 mila transazioni annue.
reperibilità degli operatori durante la notte, ogni qual volta si ritiene vi sia l'urgenza di procedere ad una identificazione. In ogni caso, il fatto che entro il mattino, quindi in poche ore, si proceda all'identificazione ha finora consentito al meccanismo di funzionare efficacemente.
quanto disposto dall'articolo 19-bis, comma 4, della legge n. 157 del 1992, all'annullamento dei provvedimenti di deroga adottati dalla regione Veneto ai sensi della legge regionale n. 13 del 2005, poiché lesivi della direttiva 409/79/CEE e delle disposizioni della medesima legge n. 157 più volte richiamata.
Risposta. - In riferimento all'atto parlamentare in esame riguardante la legge della Regione Veneto n. 13 del 2005, che ha consentito la caccia a sette specie di uccelli protetti dalla direttiva CEE 409/79, si ribadisce quanto già fatto presente in data 1o dicembre 2005 dal Sottosegretario di Stato per i Rapporti con il Parlamento in risposta all'interpellanza n. 2-01700.
in risposta all'interrogazione n. 4-10982 del 22 settembre 2004, presentata agli stessi ministri in indirizzo, ed avente come oggetto il superamento dei tetti di spesa previsti per l'acquisto di libri scolastici, così come definito da apposite ordinanze ministeriali, il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca, onorevole Valentina Aprea, contestando i dati riferiti nell'occasione dalle associazioni dei consumatori, elencava una lunga serie di iniziative ministeriali poste in essere al fine di evitare un aggravio di spesa alle famiglie;
evidentemente, le suddette iniziative non sono risultate efficaci, visto che anche quest'anno, così come avvenuto negli anni scorsi, le stesse associazioni dei consumatori, hanno denunciato l'ennesimo superamento dei tetti di spesa, ricorrendo per tal motivo finanche alla giustizia amministrativa;
tra le diverse inchieste, quella dell'Associazione dei consumatori «Altroconsumo» ha evidenziato che quest'anno alle famiglie italiane lo sforamento dei tetti di spesa per l'acquisto di libri scolastici costerà complessivamente circa 8 milioni di euro;
tale dato, seppur coi limiti dettati dal ridotto campione di scuole esaminate, evidenzia comunque l'esistenza di un problema irrisolto, constatato con indici inferiori dallo stesso Ministero dell'istruzione, costretto per questo a rinnovare ogni anno esortazioni e raccomandazioni alle scuole affinché rispettino i limiti di spesa previsti, senza però mai sanzionare i casi di inosservanza;
in una situazione come quella attuale, particolarmente critica sul fronte dei prezzi, le famiglie italiane, ancora una volta, saranno sottoposte a un gravoso esborso economico per l'acquisto dei libri scolastici, ancor più acutizzato dai costi accessori di zaini, quaderni e complementi scolastici vari;
la riprova di questa manifesta situazione di disagio è data dalle iniziative sempre più numerose di istituti bancari e delle stesse Poste italiane che promuovono vere e proprie campagne di finanziamento per l'acquisto dei libri e altre spese scolastiche a tassi cosiddetti «agevolati» - mai però inferiori al 7-8 per cento - che finiscono per indebitare ancor di più le tante famiglie in situazioni di grave difficoltà economica;
in tale contesto appare decisamente insufficiente la ripartizione tra le varie regioni della somma di euro 103.291.000, stanziata col decreto del 16 luglio 2003 e riconfermata nella finanziaria 2005, per
analogamente, risulta estremamente inaccettabile la reiterata mancata previsione da parte del Governo di qualsiasi forma di detrazione fiscale della spesa per l'acquisto dei libri di testo scolastici, così come già avviene per altri importanti oneri deducibili -:
alla luce di quanto esposto, se e quali opportuni controlli in materia di spesa e adozione dei libri di testo, il ministro dell'istruzione abbia disposto per accertare la fondatezza e l'estensione dei casi di inadempienza segnalati e per verificare la correttezza delle procedure adottate dagli organi collegiali scolastici;
se e quali siano stati i riscontri relativi ai suddetti controlli;
se e quali provvedimenti, lo stesso ministro, ha inteso adottare negli eventuali casi accertati di arbitrari sforamenti dei tetti di spesa definiti dalle apposite ordinanze ministeriali;
se, nella definizione della prossima legge finanziaria, non si ritenga opportuno e necessario provvedere ad un considerevole aumento della somma assegnata alle regioni per consentire alle amministrazioni locali la fornitura gratuita e semigratuita di libri di testo agli alunni meno abbienti;
se, infine, non si ritenga inderogabile prevedere, già nella prossima dichiarazione dei redditi, la detrazione della spesa per l'acquisto dei libri di testo scolastici, così come già avviene per altri importanti oneri deducibili.
(4-16768)
Al riguardo si fa presente che l'esigenza della riduzione dell'onere per l'acquisto dei libri scolastici è da questo ministero particolarmente sentita e proprio per venire incontro alle famiglie già nei decorsi anni scolastici sono stati posti in essere numerosi interventi.
Il tetto di spesa è bloccato da tre anni ed anche quest'anno sono stati confermati i limiti di spesa previsti dal decreto direttoriale del 13 febbraio 2002. Questo tetto di spesa costituisce il prezzo massimo complessivo della dotazione libraria necessaria e il limite entro il quale i docenti devono operare le proprie scelte.
La situazione è tenuta costantemente sotto controllo attraverso il Sistema informativo del ministero in collaborazione con l'Associazione italiana editori.
In base ai dati acquisiti per il corrente anno scolastico risulta che il 21 per cento delle scuole secondarie di primo grado ha superato le soglie massime previste dal decreto dirigenziale del 3 giugno 2005. I dati si riferiscono al 93 per cento del numero complessivo delle stesse scuole.
È stato verificato che rispetto allo scorso anno il rispetto delle soglie di spesa per i libri nelle scuole secondarie di primo grado è migliorato del 2 per cento. L'anno precedente il rispetto delle soglie era migliorato del 10 per cento. Questi dati dimostrano che le misure adottate da questo ministero si stanno rivelando efficaci.
Già dai decorsi anni i direttori generali regionali erano stati invitati ad esercitare una attenta opera di vigilanza per verificare l'effettivo rispetto del tetto massimo di spesa.
Su indicazione del ministero le direzioni regionali hanno disposto su tutto il territorio nazionale una serie di verifiche e controlli atte ad accertare i motivi di tali sforamenti, ove necessario chiedendo formali chiarimenti ai dirigenti scolastici circa i motivi che hanno determinato la deroga ai limiti di spesa previsti.
Si ricorda che anche quest'anno, come già i decorsi anni, la finanziaria 2006 ha stanziato oltre 103 milioni di euro, per consentire alle amministrazioni locali la fornitura gratuita e semigratuita di libri di
Per il contenimento dei prezzi di copertina questo ministero ha anche avviato appositi incontri con l'Associazione degli editori al fine di raggiungere una intesa.
Si fa presente, inoltre, che nel corrente anno scolastico 2005/2006 è in corso in quattro Regioni una sperimentazione che interessa complessivamente 150 classi prime nelle quali, a supporto della didattica tradizionale, sono utilizzate risorse multimediali in modo da realizzare, nei prossimi anni, l'utilizzo di tecnologie informatiche.
Tale progetto è stato sviluppato dal ministero in collaborazione con il Dipartimento innovazioni tecnologie, l'Istituto nazionale di documentazione per l'innovazione e la ricerca educativa, l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema d'istruzione e con il concorso dell'Associazione italiana editori.
Il progetto, denominato @pprendere digitale, consente agli studenti di integrare l'apprendimento «tradizionale» sui libri di lingua italiana, di matematica e di scienze con «oggetti digitali» learning objects, realizzati dall'Indire (quale istituto qualificato del Miur per l'innovazione didattica) e da alcuni editori che tramite la loro associazione, l'Aie, hanno offerto la disponibilità a partecipare al progetto.
L'Istituto nazionale per la valutazione del sistema d'istruzione realizzerà il monitoraggio qualitativo degli apprendimenti.
@pprendere digitale dovrebbe precedere altre iniziative ed entrare in sinergia con progetti analoghi a livello regionale e nazionale, in particolare con il progetto Cipe scuola, rivolto a 200 scuole del sud, per l'accesso a risorse multimediali su una Libreria nazionale virtuale.
Con riguardo, infine alla richiesta, rivolta dall'interrogante, di prevedere la detrazione fiscale della spesa per l'acquisto dei libri di testo scolastici, si fa presente che la questione è stata oggetto di attento esame da parte del Governo; in sede di definizione delle disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato per il 2006 non si è potuto tuttavia non tener conto delle attuali esigenze di gettito e di bilancio.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
nel 1999 venne bandito un concorso per l'abilitazione e l'assunzione di docenti in Puglia. A causa di un intervento della magistratura le nuove graduatorie ritardano e l'Ufficio scolastico regionale decise, in modo del tutto arbitrario, di assumere cinque docenti da una precedente graduatoria del 1991, sebbene la legge n. 117 del 2001 affermi esplicitamente il diritto all'assunzione agli utilmente piazzati nella graduatoria del concorso del 1999;
di questi cinque nuovi posti di lavoro come insegnante uno non venne assegnato anche a causa delle forti perplessità metodologiche che sulla procedura d'assunzione in oggetto ebbe il Centro servizi amministrativi (ex provveditorato) di Reggio Calabria. In ogni modo 4 posti vennero assegnati in base alla graduatoria scaduta del 1991;
la quarta in graduatoria (dott. Anania) agì quindi in giudizio per far valere i propri diritti, vincendo la causa con sentenza del giudice del lavoro (n. 6 del 7 gennaio 2004) e venne quindi assunta;
coerentemente la direttrice dell'ufficio legale decise di adeguare l'amministrazione alla sentenza assumendo i primi cinque classificati della nuova graduatoria, collegando a questo provvedimento la cessazione dei contratti con i docenti assunti, erroneamente e illegittimamente, dalla vecchia graduatoria (prot. 16149 del 28 luglio del 2004), dopo aver atteso, per un lungo periodo di tempo, un parere richiesto all'Avvocatura distrettuale sull'esecuzione della sentenza Anania. Non raccogliendo
a seguito di una nota dell'Avvocatura distrettuale, l'ufficio scolastico regionale ha provveduto all'assunzione della sola professoressa Anania;
il provvedimento posto in essere dalla direttrice dell'ufficio legale decadde;
riassumendo, l'Ufficio scolastico regionale, per non tornare sui propri passi, ha dato vita ad una serie di comportamenti irregolari e contrari al «buon andamento» della pubblica amministrazione. Infatti non solo non ha rispettato i meccanismi previsti per le assunzioni, cioè le graduatorie legali ma ha poi eseguito le sentenze in modo a dir poco arbitrario e contraddittorio;
il 14 gennaio 2005: una sentenza a favore di un secondo avente diritto il dott. Morrone, che l'Ufficio scolastico regionale dichiara (nella nota con prot. 8075) decide e comunica, in forma scritta, di non voler eseguire - l'ufficio scolastico regionale decide di non assumere Morrone e appellare la sentenza del giudice Galati. La motivazione, che si evince dalla nota dell'Ufficio scolastico (protocollo 8020 del 31 marzo 2005), che segue il parere dell'Avvocatura distrettuale, è incredibile essendo essenzialmente legata ad un refuso e a davvero incredibili ad avviso dell'interrogante «vizi processuali» (p. 1 della nota con prot. 8020 del 31 marzo 2005 dell'Ufficio legale dell'ufficio scolastico regionale) i quali consisterebbero in una «violazione del principio del contraddittorio» (ibidem) perché «la SV (Morrone) ha chiamato in giudizio unicamente questa amministrazione, senza coinvolgere, come avrebbe dovuto, gli altri soggetti interessati ovvero i vincitori che lo precedono in graduatoria nonché gli idonei dei precedenti concorsi cui sono stati attribuiti i posti...» -:
se non si ritenga di dover intervenire urgentemente per far valere i diritti acquisiti degli aventi diritto secondo la graduatoria regolare;
come si giustifichi l'increscioso comportamento dell'Ufficio scolastico in oggetto.
(4-15541)
Come è noto, la questione concerne le assunzioni a tempo indeterminato che, in relazione alla disponibilità di n. 5 cattedre per la classe di concorso A019, sono state a suo tempo effettuate dall'Ufficio scolastico regionale per la Calabria attingendo dalla graduatoria del concorso del 1991 anziché dalla corrispondente graduatoria del concorso indetto nel 1999, come previsto invece dall'articolo 1, comma 2, del decreto-legge 28 agosto 2000, n. 240, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 ottobre 2000, n. 306.
L'interrogante fa riferimento, in particolare, alla situazione del docente collocato al secondo posto della graduatoria del concorso indetto nel 1999 e al riguardo segnala che il suddetto Ufficio scolastico non avrebbe dato esecuzione alla sentenza n. 56/05 del giudice del lavoro di Catanzaro, favorevole all'interessato; con tale sentenza il giudice ha ritenuto che il ricorrente abbia diritto all'attribuzione di una delle cattedre vacanti e disponibili in Calabria, nella classe di concorso A019, a far data dal 1o settembre 2002, nonché alla costituzione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato ed alla stipula del relativo contratto.
A questo proposito, la competente direzione scolastica regionale ha riferito di avere adottato a favore dell'interessato, in ottemperanza al dispositivo della citata sentenza n. 56/05, il provvedimento prot. n. 16221 del 7 luglio 2005 con il quale ha disposto, con riserva dell'esito del procedimento
Il Centro servizi amministrativi di Cosenza ha conseguentemente eseguito la suddetta sentenza con relativa immissione in ruolo dell'insegnate in parola il quale, attualmente, è in servizio presso l'Ipssaer di Castrovillari (Cosenza), dove è utilizzato per il corrente anno scolastico.
Per quanto riguarda poi l'intera vicenda contenziosa, che coinvolge una pluralità di soggetti, si comunica che, allo stato, pendono i giudizi di appello riguardanti i candidati collocati, rispettivamente, al secondo, quarto e sesto posto della graduatoria del concorso indetto nel 1999.
La competente direzione scolastica regionale è ora in attesa di conoscere l'esito dei giudizi di appello di cui trattasi.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
secondo quanto riportato da il Giornale di Sardegna dell'8 settembre 2005 «al fine di incrementare le capacità operative ed addestrative del poligono» che comprende le aree di Quirra, Perdasdefogu e capo San Lorenzo verrà costruito un aeroporto;
la richiesta di autorizzazioni, firmata dal colonnello Giovanni Badino è stata presentata al Comitato paritetico per le servitù militari e ai sindaci di Villaputzu e Villagrande Strisaili, due dei comuni nel cui territorio ricade il territorio usato dagli eserciti italiani e stranieri per l'addestramento e dalle industrie belliche per collaudare armi sempre più potenti ed efficaci. Il Comitato ha per ora sospeso l'esame del progetto, come hanno fatto i due sindaci Gianfranco Piu (Villaputzu) e Gabriele Basoccu (Villagrande): tutti attendono dall'Aeronautica dati più precisi, in quanto - secondo il Comitato e i primi cittadini - per ora le carte militari non darebbero un chiaro ed esauriente quadro di come dovrebbe essere l'infrastruttura e di quale impatto avrà sull'ambiente, di certo, a giudicare dalle dimensioni, non sarà irrilevante;
dal progetto elaborato dall'Ottavo reparto genio campale di Ciampino emergono, infatti, fin d'ora alcuni punti molto precisi. Tecnicamente è una «striscia tattica polifunzionale»: si tratta di una pista di atterraggio lunga, si legge nei documenti, un chilometro e mezzo. Da quanto mostrato dalle foto satellitari i lavori per un aeroporto dentro il poligono sono già stati avviati, anche se in posizione diversa rispetto alle mappe allegate alle carte;
«Il Comando del poligono sperimentale interforze del salto di Quirra - si legge nel documento firmato dal colonnello Badino - ha manifestato l'esigenza di realizzare in tempi rapidi una striscia tattica polifunzionale al fine di incrementare le capacità operative ed addestrative del poligono stesso. La nuova infrastruttura consentirebbe la prova e la sperimentazione dei velivoli teleguidati UAV»: si tratta di aerei senza pilota, comandati a distanza, usati per lo spionaggio ma in grado di svolgere le funzioni di bombardiere leggero per attacchi contro obiettivi nemici». L'Aeronautica militare spiega che oggi Quirra è in difficoltà perché «la presenza contemporanea di un numero di elicotteri pari a 5 o 6 unità satura, al momento attuale, le capacità recettive del poligono». Serve l'aeroporto, dunque, per due ulteriori ragioni: la prima è che il poligono è «frequentemente utilizzato da elicotteri da trasporto tattico con armamento a bordo», la seconda è che 1.500 metri di lunghezza consentono l'atterraggio
se non si ritenga inopportuno intensificare l'attività di un poligono di tiro fortemente già ora contestata dalla società civile e dalle istituzioni locali;
se corrisponda al vero che nel poligono si troverebbero anche aerei con munizionamenti ad uranio impoverito;
se non si reputi opportuno soprassedere da tale decisione visto e considerato che i problemi di salute ed economici causati dal poligono alla parte di popolazione che vive nelle aree limitrofe alla base, sono lungi dall'essere chiariti e risolti.
(4-16541)
Le foto satellitari, cui viene fatto cenno, si riferiscono ad un campo volo per velivoli ultraleggeri sito nel territorio del comune di Perdasdefogu, che non appartiene al sedime del Poligono interforze di Salto di Quirra.
Ciò premesso, esiste, in realtà, un progetto per realizzare una Striscia tattica polifunzionale presso il predetto Poligono, che trae origine sia da emergenti interessi industriali legati allo sviluppo dei velivoli a controllo remoto, sia dalle crescenti diversificate necessità addestrative e di sperimentazione del Poligono stesso.
In particolare, tale progetto che - si esclude - sia stato concepito per l'impiego di velivoli da combattimento quali gli A10, ha la finalità di incrementare le capacità che riguardano:
la sperimentazione di sistemi UAV (Unmanned Aerial Vehicle), soprattutto a supporto dell'industria;
l'addestramento all'impiego di piste di dimensioni ridotte/semipreparate per velivoli da trasporto tattico;
le operazioni con elicotteri per trasporto tattico/supporto alle operazioni speciali;
i collegamenti tattici da e verso il Poligono.
Acquisiti i pareri di cui sopra, in ossequio alla legge n. 137 del 2002, dovrà essere convocata una Conferenza dei servizi per il parere conclusivo, obbligatorio e vincolante.
Anche il Comitato misto paritetico (CO.MI.PA.) per le Servitù militari in Sardegna, dovrà esprimere un parere sulla realizzazione dell'opera.
Quanto, invece, all'ipotizzata presenza di «aerei con munizionamento ad Uranio impoverito», si ribadisce quanto già comunicato in risposta a precedenti analoghe interrogazioni, ossia che presso tali strutture non è previsto né autorizzato l'impiego di munizionamento «speciale», nel cui ambito è compreso anche quello all'uranio impoverito.
In tale quadro, si ritiene che il Poligono sia un ente che, pur svolgendo attività particolarmente complesse, è inserito armonicamente nel contesto sociale locale, al quale offre una serie di supporti molto apprezzati (elicotteri per la lotta antincendio e trasporto malati, iniziative sociali e culturali ecc.), contribuendo, inoltre, alla creazione ed allo sviluppo di un sicuro indotto economico per la popolazione.
A tal riguardo, è meritevole di riflessione la deliberazione resa (dalla Giunta municipale di Perdasdefogu nel mese di luglio dello scorso anno che «...preso atto da tempo è in corso una campagna mediatica che tende a legare i decessi e/o malformazioni fisiche alle attività svolte nel Poligono citato ... esprime viva preoccupazione per
Per quanto riguarda, inoltre, i presunti «problemi di salute ed economici causati dal Poligono», premesso che i poligoni in genere, sono indispensabili per lo svolgimento delle attività addestrative e quindi al conseguimento della necessaria capacità operativa dell'intero strumento militare, si rammenta che l'amministrazione difesa ha commissionato all'università degli studi di Siena uno studio per stabilire lo stato dell'ambiente della zona del Poligono di Salto di Quirra.
L'Ateneo senese ha reso disponibili i risultati degli studi svolti, relativi ad oltre 1.500 campioni e a circa 25.000 determinazioni analitiche, da cui, a conferma di quanto reso noto a suo tempo dal presidio multizonale dell'ASL di Cagliari, si evince che all'interno dell'area del Poligono non è individuabile alcuna traccia di uranio che abbia un'origine diversa da quella naturale, con il riscontro di valori anomali di metalli pesanti di accertata origine naturale.
Lo studio, nel contempo, ha consentito di rilevare che - in alcune zone al di fuori del Poligono, interessate da attività minerarie pregresse - le concentrazioni di alcuni elementi tossici raggiungono valori molto superiori ai limiti accettabili.
Al riguardo, da tempi molto remoti l'intera area è stata di interesse minerario e che, al di fuori del perimetro del Poligono (località Baccu Locci, a circa 700 metri a Sud-Est), è presente una ex miniera, gestita dalla società Rumianca dal 1938 al 1965, anno della sua dismissione.
In merito, il responsabile scientifico della ricerca, il professor Riccobono, ha concluso lo studio proponendo un intervento di recupero, consistente nella rimozione e nell'appropriato collocamento dei fanghi di miniera consolidati.
Tali materiali - estremamente inquinati da elementi tossici, soprattutto arsenico - sono al momento oggetto dell'erosione fluviale e dell'azione del vento che li ridistribuiscono continuamente su più vaste superfici, propagando questa anomalia geochimica artificiale fino al mare.
I risultati dello studio sono stati resi noti alle Autorità istituzionali e al presidente della Regione Sardegna; sono inoltre consultabili sul sito internet del ministero della difesa.
Si precisa inoltre che non risulta presenza di inquinamento delle acque superficiali o delle falde acquifere all'interno del Poligono, né sono pervenute segnalazioni in tal senso da parte dei pastori autorizzati ad usufruire dei pascoli nel territorio del Poligono.
Ciò detto, tuttavia, per mitigare l'impatto che tali aree esercitano sul territorio, la Difesa si avvale di diversi istituti, organismi e procedure.
In particolare, per quanto concerne le servitù militari e l'uso del poligono, le decisioni in merito sono assunte in seno al Comitato misto paritetico costituito presso la Regione Sardegna, ai sensi della legge n. 898 del 1976, ove le realtà regionali e le esigenze militari trovano il corretto alveo di confronto e di decisioni concordate.
Infatti, ogni attività da svolgere viene preventivamente valutata ed autorizzata solo dopo un esame dell'impatto ambientale e previa consultazione del citato Comitato.
Inoltre, qualsiasi attività esercitativa svolta in Poligono è soggetta ad una rigorosa applicazione di specifiche norme tese a verificare il rispetto degli aspetti di sicurezza e di impatto ambientale.
È di tutta evidenza, dunque, come l'azione della Difesa sia indirizzata ad armonizzare i molteplici aspetti che attengono alla sicurezza, all'impatto ambientale ed allo sviluppo turistico ed economico dell'area.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
da anni è atteso in provincia di Macerata e nelle Marche il completamento
nella legislatura in corso, dopo oltre quattro anni, non è stato avviato nemmeno un metro del completamento progettato;
nella legislatura in corso, dopo oltre quattro anni, non è stato finora avviato nemmeno il tratto di superstrada per il quale era stato definito l'iter amministrativo (compreso l'impatto ambientale) e finanziario negli anni precedenti; da quasi tre anni viene annunciata una apertura del cantiere che resta sempre imminente e mai concreta;
nella legislatura in corso, anche dopo i 5 anni, sembra difficile prevedere che il governo riuscirà ad avviare altri cantieri (oltre quelli già finanziati nella legislatura precedente);
nella legislatura in corso, lo stato della superstrada esistente è drammaticamente peggiorato, sono diffusamente presenti buche, avvallamenti, crepe con rischi di incidenti e inevitabili rallentamenti, tanto che l'ANAS ha disposto in vasti tratti la riduzione del limite a 70 Km/h motivandolo proprio con le condizioni della carreggiata e con il fondo sconnesso;
le perizie ufficiali confermano il crollo dell'attività di manutenzione, particolarmente grave e pericoloso sulla SS77 rispetto ad altre statali, per le quali sono stati eseguiti maggiori lavori;
una manutenzione non continuativa comporta anche maggiori spese per l'aggravarsi delle condizioni generali dell'infrastruttura; -:
quanti siano i chilometri della SS77 a quattro corsie con un limite di velocità inferiore ai 110 km/h;
quali siano le ragioni per cui non sono stati eseguiti i lavori in programma per la manutenzione della SS77 che manteneva la denominazione di «superstrada» almeno fino a Sfercia;
quali ragioni abbiano impedito finora la realizzazione del tratto successivo a Sfercia non inserito nel progetto «quadrilatero» e definito nella scorsa legislatura;
quali siano le iniziative intraprese e previste in merito al Piano Nazionale sulla Sicurezza Stradale a proposito della SS77.
(4-16022)
L'estesa chilometrica interessata da tali limitazioni è di circa km 37+000 e sarà ridotta già con i lavori in corso; la rimanente parte verrà sanata con i lavori programmati, in quanto le condizioni del piano viabile non sono tali da destare particolare preoccupazione.
La società stradale ha fornito un elenco degli interventi relativi alla pavimentazione stradale per l'arteria in questione che di seguito si riporta:
Lavori di ripristino della pavimentazione stradale in tratti saltuari. Importo dei
Lavori di rafforzamento della pavimentazione stradale in tratti saltuari tra i Km 60+701-69+500, 95+200-104+700 e 106+400-109+800 in direzione mare e tra i Km 60+000-69+500, 102+900-105+600 e 108+100-109+750 in direzione monti. Importo dei lavori 1.898.553,21 euro. I lavori sono attualmente in corso.
Per il prossimo anno sono previsti i seguenti interventi, in corso di approvazione ed in attesa delle risorse finanziarie che si renderanno disponibili:
lavori di rafforzamento del piano viabile, in tratti saltuari lungo le quattro corsie, in direzione Colfiorito tra i Km 55+900 e 60+000, tra i Km 69+900 e 71+910 e tra i Km 86+435 e 92+645 e in direzione Civitanova Marche tra i Km 56+860 e 60+700, tra i Km 69+900 e 71-910 e tra i Km 87-100 e 89+910. Importo dei lavori 3.908.279,79 euro.
Lavori per il rafforzamento della pavimentazione stradale e successiva realizzazione di tappeto del tipo Splitt-Mastìx tra i Km 36+000 e 52+000 sul tratto a due corsie, tra i Km 52+000 e 108+000 sul tratto a quattro corsie. Importo dei lavori 2.406.576,33 euro. I lavori sono stati ultimati in data 5 novembre 2004.
Lavori per l'eliminazione delle infiltrazioni sul piano viabile ed il rafforzamento della pavimentazione stradale mediante la realizzazione di tappeto Splitt-Mastix in tratti saltuari tra i Km 61+400 e 96+200 lato sinistro e tra i Km 69+750 e 92+450 lato destro. Importo dei lavori 1.714.649,03 euro. Lavori ultimati in data 3 novembre 2004.
Lavori di eliminazione di giunti, mediante realizzazione di catena cinematica al km 65+200 del viadotto «S. Maria». Stato avanzamento lavori 99,75 per cento.
Lavori per la messa in sicurezza delle luci tra gli impalcati dei viadotti su strade a carreggiate separate ai km 65+180 e 57+700. Stato avanzamento lavori 97 per cento.
Per quanto concerne il Programma per il miglioramento della sicurezza stradale sulla rete nazionale (legge n. 166 del 2002 articolo 15), è stato previsto per l'anno 2006 il seguente intervento:
lavori di sistemazione curve pericolose e rafforzamento della piattaforma stradale con adeguamento delle pendenze trasversali, in direzione mare, tra i Km 79+600 e 87+000 ed in direzione monti tra i km 74+500 e 76+350 e tra i Km 83+000 e 86+535. Importo complessivo dei lavori 4.110.000,00 euro.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
risulta all'interrogante che il Comitato di quartiere denominato Esquilino senza elettrosmog di Roma, nato per promuovere e tutelare i diritti e le esigenze di tutti i cittadini che risiedono e vivono in detta zona, sta dando vita a varie iniziative e battaglie contro l'installazione, precisamente in via Carlo Alberto n. 53, di una stazione radio base della Tim;
si tratterebbe di un impianto per l'Umts con un minimo di nove cellule di trasmissione e ricezione ed altri ripetitori, montato su un pennone di tredici metri, che svetterebbe dal terrazzo in questione oscurando il campanile di Santa Maria Maggiore;
l'edificio risalirebbe al 1883, un palazzo antico che in passato avrebbe avuto problemi di staticità;
detta stazione radiobase andrebbe ad aggiungersi alle già assurde vicende di quella esistente attigua alla scuola elementare e media «Di Donato» in via Bixio, di quella sorta su un edificio già di proprietà comunale in via Mecenate, accanto alla scuola «Borghi» e di fronte ad un asilo privato e ad una struttura medica, e di quella installata su un albergo di via Emanuele Filiberto nelle immediate vicinanze anche di un centro anziani;
secondo l'interrogante, zone già colpite dall'inquinamento elettromagnetico come quella descritta in premessa non dovrebbero essere oggetto di nuove installazioni -:
quali iniziative, ognuno per la propria competenza, anche di carattere normativo, intendano assumere affinché sia attivato presso il ministero della salute un sistema di monitoraggio costante sull'inquinamento elettromagnetico che interessi l'intero territorio nazionale e in particolare grandi città come Roma, tale da scartare a priori la possibilità di nuove installazioni in zone, come quella in questione, già colpite da un alto livello di inquinamento elettromagnetico.
(4-11392)
Con due distinte sentenze del 7 ottobre 2003 (nn. 307 e 308), la Corte costituzionale ha ribadito le competenze, precisando che alle Regioni è stata affidata la «disciplina dell'uso del territorio in funzione della localizzazione degli impianti (....) oltre che la disciplina dei procedimenti autorizzativi: ciò in coerenza con il ruolo riconosciuto alle Regioni per quanto attiene al governo e all'uso del loro territorio».
Per quanto attiene alla realizzazione di una rete di monitoraggio dei campi elettromagnetici, si fa presente che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 marzo 2002 («Modalità di utilizzo dei proventi derivanti dalle licenze UMTS di cui all'articolo 103 della legge 23 dicembre 2000, n. 388») ha espressamente previsto, all'articolo 3, comma 1, lo stanziamento di oltre 20 milioni e mezzo di euro per la sua definizione e progettazione, sia a livello nazionale che regionale.
Il progetto in questione, nei cui riguardi il Ministro della salute già nel maggio del 2002 aveva manifestato il proprio sostegno e apprezzamento, è stato messo a punto dal ministero delle comunicazioni, destinatario del finanziamento sopra indicato e risulta avviato in fase sperimentale anche nella città di Roma.
Il ministero delle comunicazioni ha affidato il coordinamento del sistema di monitoraggio alla «Fondazione Ugo Bordoni».
I siti in cui collocare le stazioni di rilevamento in continua, per 24 ore al giorno, vengono individuati dalle Agenzie regionali per l'ambiente (ARPA) in collaborazione con le amministrazioni locali.
I risultati delle rilevazioni, che sono spesso effettuate nelle vicinanze di scuole, asili nido, ospedali ed altri siti sensibili, sono disponibili in rete al sito www.fub.it.
In merito ai rischi per la salute derivanti dai campi elettromagnetici a radiofrequenza, tra i quali rientrano quelli emessi dalle stazioni radio base per telefonia mobile, le norme in vigore nel nostro Paese dispongono che i livelli di esposizione, nelle aree destinate a permanenze prolungate o intensamente frequentate dalla popolazione, non debbano superare determinati valori, i quali sono largamente inferiori ai limiti di esposizione fissati dalle più autorevoli organizzazioni protezionistiche internazionali e raccomandati dall'Unione europea.
I «Limiti di Esposizione», i «Valori di Attenzione» e gli «Obiettivi di Qualità» previsti dalla norma italiana (Tabelle 1, 2 e 3 dell'Allegato B al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 2003, considerano, nell'ambito del «principio cautelativo», i possibili effetti a lungo termine, in particolare quelli cancerogeni, dei campi elettromagnetici.
Al riguardo, l'Istituto superiore di sanità (ISS) segnala che, in un promemoria destinato al pubblico, l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) faceva notare già nel 1998 che «una rassegna della letteratura ha concluso che non esiste nessuna chiara evidenza che l'esposizione a campi a radiofrequenza abbrevi la durata della vita umana, né che induca o favorisca il cancro».
Le numerose ricerche scientifiche condotte successivamente alla pubblicazione del citato documento hanno fornito ulteriore sostegno al giudizio dell'OMS.
Fra i rapporti che hanno espresso all'unanimità il suddetto parere si segnalano, in particolare, i più recenti, pubblicati nel dicembre 2003 dal Gruppo Consultivo per le radiazioni non ionizzanti (AGNIR) in Gran Bretagna (www.nrpb.org/publications/documents-of-nrpb/pdfs/doc-14-2.pdf) e dall'Istituto per la Protezione delle Radiazioni («SSI») in Svezia (www.ssi.se/english/EMF-exp-Eng-2003.pdf), nonché quello pubblicato nel gennaio 2004 dal Consiglio Sanitario Nazionale (GR) in Olanda (www.gr.nl/pdf.ID=886).
Per quanto riguarda le stazioni radio base per telefonia cellulare, all'assenza di indicazioni di rischio già sottolineata, si aggiunge la considerazione che i livelli di esposizione, nelle aree normalmente accessibili al pubblico, sono molto basse.
Questi due elementi sono stati chiaramente evidenziati in un articolo pubblicato nel notiziario dell'Istituto superiore di sanità nel 1996, allo scopo di prevenire ingiustificati allarmismi tra i cittadini.
Giudizi del tutto analoghi sono stati espressi, in seguito, da autorevoli enti o gruppi di esperti, in campo internazionale, i cui rapporti, assieme ad altri documenti di interesse, sono accessibili attraverso il sito del Consorzio Elettra 2000 (www.elettra2000.it).
Infatti, l'Istituto per la protezione dalle radiazioni svedese ha dichiarato che «le stazioni radio base per telefonia mobile non costituiscono alcun rischio per quanto riguarda la protezione dalle radiazioni».
La Società reale del Canada ritiene che «a tutt'oggi, non è emerso nessun aumento coerente di rischio per la salute a causa dell'esposizione a campi a radiofrequenza. (...). Le esposizioni del pubblico a campi a radiofrequenza emessi da stazioni radio base per telecomunicazioni mobili sono di intensità sufficientemente bassa da non lasciar prevedere effetti nocivi per la salute».
A giudizio del Consiglio sanitario nazionale olandese «l'eventualità che possano verificarsi, per effetto dell'esposizione ai campi elettromagnetici generati dalle antenne, problemi sanitari per la popolazione che vive e lavora presso stazioni radio base è trascurabile».
In Gran Bretagna, il Gruppo di Esperti Indipendenti sulla Telefonia Mobile segnala che «il complesso delle evidenze suggerisce a tutt'oggi che l'esposizione a campi a radiofrequenza al di sotto delle linee guida ICNIRP non provochi effetti nocivi per la salute della popolazione. Concludiamo che il complesso delle evidenze indica che non vi è nessun rischio per la popolazione che vive vicino a stazioni radio base, dato che le esposizioni prevedibili sono una piccola frazione dei limiti».
In Francia, infine, un rapporto del Senato afferma che «nessuno studio scientifico ha potuto evidenziare effetti biologici che implicherebbero un rischio sanitario per le popolazioni che vivono vicino a stazioni radio base per la telefonia mobile, tenuto conto del loro basso livello di emissione di onde elettromagnetiche».
Diversi gruppi di esperti hanno successivamente confermato questi giudizi, anche alla luce dei più recenti progressi della ricerca (i loro rapporti sono accessibili nel già citato sito del Consorzio Elettra 2000).
L'insieme delle valutazioni testimonia un ampio consenso, in seno alla comunità scientifica internazionale, sull'assenza di rischi
È opportuno ricordare, inoltre, che per le caratteristiche stesse della tecnologia, i livelli di emissione delle antenne UMTS sono sensibilmente inferiori a quelli delle antenne GSM. Relativamente al caso segnalato dall'interrogante, la Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio di Roma ha fatto presente al Comune di Roma che via Carlo Alberto si connota come asse di collegamento primario del Rione Esquilino e, unendo l'antico tracciato Sistino, le Basiliche di Santa Maria Maggiore e Santa Croce in Gerusalemme, determina nella sua configurazione di «cavo urbano», una condizione di fruibilità prospettica della Basilica di Santa Maria Maggiore.
La Soprintendenza ha, pertanto, ravvisato l'opportunità di una riduzione d'altezza della stazione radio per telefonia mobile «RM Santa Prassede», fino a raggiungere una quota pari al colmo della copertura realizzata sul tetto (volumi tecnici), rientrando di fatto nella sagoma dell'edificio.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Domenico Zinzi.
la direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 maggio 2001 ha indetto per l'ultima domenica di maggio di ogni anno la «Giornata Nazionale del Sollievo»;
la Giornata ha, come obiettivo, la promozione delle cure palliative e, in particolare, della terapia del dolore;
il fatto stesso che la «Giornata Nazionale del Sollievo» sia stata indetta dalla Presidenza dei Consiglio dei ministri è, secondo l'interrogante, testimonianza non equivoca della rilevanza che ha assunto, nella nostra società, la solidale attenzione dello Stato e delle istituzioni centrali e locali nei confronti dei cittadini che, colpiti da gravissime patologie, hanno il diritto di essere aiutati a vincere, per quanto è tecnicamente e scientificamente possibile, la sofferenza ed a concludere l'esistenza terrena con dignità aiutando in tal modo anche a contenere l'angoscia dei congiunti -:
quali iniziativa intenda adottare per:
a) celebrare con grande rilievo la «Giornata Nazionale del Sollievo» trasformandola in un momento di riflessione collettiva di tutti i cittadini nei confronti di quanti, più sfortunati, sono vittime di sofferenze spesso atroci per gravi patologie;
b) monitorare le strutture sanitarie pubbliche e private già attive nel settore delle cure palliative e della terapia del dolore;
c) sollecitare le strutture sanitarie pubbliche a curare questo particolarissimo settore dedicandovi sufficienti risorse umane, strumentali e finanziarie;
d) rinvenire nuove risorse finanziarie da destinare alle strutture finalizzate alle cure palliative ed alla terapia del dolore;
e) verificare quali aree del Paese siano ancora oggi del tutto sprovviste di strutture sanitarie ed assistenziali di questo tipo per sollecitare le Regioni competenti a provvedere.
(4-12808)
Nel corso dell'incontro è stata evidenziata l'importanza che rivestono, non solo le terapie più avanzate nell'alleviare la sofferenza, ma anche le forme di sostegno psicologico e la capacità di rapportarsi con umanità al malato.
Per quanto riguarda il flusso documentale, relativo ai dati sulle strutture pubbliche e private, già operative nel settore delle cure palliative e della terapia del dolore, si precisa che, attualmente, non è idoneo a fornire un valido aggiornamento in materia, che, invece, sarà possibile nell'ambito del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS), in adempimento del c.d. «Progetto Mattoni SSN».
Quanto alle iniziative per la promozione della assistenza sanitaria nel settore in argomento, si segnala che uno specifico accordo è in fase di approvazione in sede di Conferenza Stato-Regioni.
Relativamente agli stanziamenti previsti al fine di assicurare l'assistenza sanitaria, si precisa che la legge 26 febbraio 1999, n. 39, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 28 dicembre 1998, n. 450, ha previsto la somma complessiva di circa 200 milioni di euro per la creazione di strutture residenziali per le cure palliative (hospice), da realizzarsi sia con la ristrutturazione di edifici già esistenti sia con l'edificazione di nuovi.
Al riguardo, i progetti presentati dalle singole Regioni prevedono la descrizione della tipologia del servizio assistenziale fornito in rete (residenziale, domiciliare, ambulatoriale ed ospedaliero in regime ordinario e day hospital).
Il finanziamento disposto è, peraltro, ancora in fase di utilizzazione da parte degli enti interessati.
La copertura di tale servizio assistenziale sull'intero territorio nazionale sarà raggiunta con il completamento del programma previsto dalla normativa citata, secondo le direttive fornite da ciascuna Regione.
L'elenco di seguito riportato illustra lo stato attuale della copertura, a livello nazionale, del servizio assistenziale in questione:
in Piemonte 4 sono state le strutture residenziali realizzate con l'intervento statale mediante utilizzo dei fondi stanziali dalla legge n. 39 del 1999;
in Lombardia 4 sono state le strutture residenziali realizzate con l'intervento statale mediante utilizzo dei fondi stanziati dalla legge n. 39 del 1999, 15 le strutture realizzate autonomamente dalla regione;
nella provincia autonoma di Trento è stata realizzata 1 struttura residenziale con l'intervento statale mediante utilizzo dei fondi stanziati dalla legge n. 39 del 1999;
nella provincia autonoma di Bolzano è stata realizzata 1 struttura residenziale con l'intervento statale mediante utilizzo dei fondi stanziati dalla legge n. 39 del 1999;
in Veneto 4 sono state le strutture residenziali realizzate con l'intervento statale mediante utilizzo dei fondi stanziali dalla legge n. 39 del 1999; 2 le strutture realizzate autonomamente dalla regione;
in Liguria è stata realizzata 1 struttura residenziale con l'intervento statale mediante utilizzo dei fondi stanziati dalla legge n. 39 del 1999; 1 struttura è stata realizzata autonomamente dalla regione;
in Emilia-Romagna 5 sono state le strutture residenziali realizzate con l'intervento statale mediante utilizzo dei fondi stanziali dalla legge n. 39 del 1999, 3 le strutture realizzate autonomamente dalla regione;
in Toscana 3 sono state le strutture residenziali realizzate con l'intervento statale mediante utilizzo dei fondi stanziali dalla legge n. 39 del 1999;
nelle Marche è stata realizzata 1 struttura residenziale con l'intervento statale mediante utilizzo dei fondi stanziati dalla legge n. 39 del 1999;
nel Lazio è stata realizzata 1 struttura residenziale con l'intervento statale mediante utilizzo dei fondi stanziati dalla legge n. 39 del 1999; sono state 8 le strutture realizzate autonomamente dalla regione;
in Puglia è stata realizzata 1 struttura residenziale con l'intervento statale mediante utilizzo dei fondi stanziati dalla legge n. 39 del 1999;
in Sicilia è stata realizzata 1 struttura residenziale con l'intervento statale mediante utilizzo dei fondi stanziati dalla legge n. 39 del 1999.
In totale sono state realizzate 27 strutture residenziali con l'intervento statale mediante utilizzo dei fondi stanziati dalla
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Domenico Zinzi.
l'articolo 8 detta legge n. 124 del 3 maggio 1999 prevede l'inquadramento del personale scolastico degli enti locali, in servizio presso istituzioni scolastiche statali, nelle qualifiche funzionali e nei profili professionali corrispondenti allo svolgimento dei propri compiti, conservando ai fini giuridici ed economici, l'anzianità maturata presso l'ente di provenienza;
in data 17 marzo 2004 il tribunale di Roma ha accolto il ricorso promosso contro il MIUR da 61 ricorrenti, riconoscendo agli stessi il diritto a pretendere a tutti gli effetti, giuridici ed economici, l'anzianità maturata al 31 dicembre 1999 alle dipendenze dell'ente locale di provenienza, nonché il diritto ad essere inquadrati, a decorrere dal 10 gennaio 2000, nelle fasce stipendiali di cui al CCNL compatto scuola corrispondenti alta predetta anzianità;
il medesimo Tribunale ha condannato il MIUR a corrispondere ai ricorrenti tutte le differenze retributive nel frattempo maturate, oltre interessi e rivalutazione monetaria -:
quali iniziative intenda adottare il MIUR al fine di risolvere con la massima urgenza tale annosa questione, con l'obiettivo di assicurare a tutti i lavoratori del compatto scuola il diritto legittimo all'anzianità di servizio e all'inquadramento stipendiale a far data dal gennaio 2000.
(4-13371)
Lo stesso articolo ha di conseguenza previsto il trasferimento nei ruoli del personale ATA statale del personale degli enti locali in servizio nelle scuole ed istituti statali ed ha altresì disposto, al comma 5, che, in corrispondenza dell'inquadramento nei ruoli statali del personale degli enti locali, si procede alla contestuale progressiva riduzione dei trasferimenti statali in favore degli enti locali medesimi in misura pari alle spese comunque sostenute dagli stessi enti nell'anno finanziario precedente a quello dell'effettivo trasferimento del personale. Ne risulta che il legislatore ha inteso operare il trasferimento senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato.
Per l'attuazione del suddetto articolo 8 è stato siglato, in data 20 luglio 2000, un apposito accordo dall'ARAN e dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, accordo che è stato poi recepito dal decreto 5 aprile 2001 del Ministro della pubblica istruzione, di concerto con il Ministro dell'interno, con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e con il Ministro per la funzione pubblica.
Con il sopra citato decreto sono stati definiti i criteri d'inquadramento del personale in parola; in particolare l'accordo ha previsto che l'inquadramento dei dipendenti in parola dovesse avvenire in base al criterio del «maturato economico» e cioè collocando gli interessati nella posizione stipendiale d'imporlo, pari o immediatamente inferiore al trattamento annuo in godimento al 31 dicembre 1999. L'eventuale differenza tra l'importo della posizione stipendiale di inquadramento e il trattamento annuo in godimento al 31 dicembre 1999 sarebbe stata corrisposta ad personam e considerata utile, previa temporizzazione, ai fini della maturazione delle successive classi di stipendio.
A questo proposito, va precisato che le modalità di determinazione del trattamento economico per il personale scolastico statale e per quello degli enti locali sono diverse; infatti, per il personale scolastico statale la retribuzione è formata dal trattamento fondamentale - basato su classi di stipendio di importo progressivo, che vengono attribuite alla scadenza di periodi di
Diversamente dal personale del comparto «Scuola», quindi, al personale degli enti locali, come avviene per la generalità degli altri dipendenti pubblici, l'anzianità di servizio è valutata a parte, con una specifica voce di stipendio, che si aggiunge alle altre voci.
Considerate tali differenze strutturali tra i trattamenti economici delle due categorie di personale, la norma dell'articolo 8 della legge n. 124 è stata applicata dall'Amministrazione tenendo conto, ai fini dell'inquadramento nei ruoli statali del personale proveniente dagli enti locali, del trattamento economico complessivo in godimento - che, come già detto, comprende anche l'anzianità di servizio - ed attribuendo agli interessati la corrispondente classe di stipendio prevista per il personale scolastico statale.
Questo criterio è stato assunto sul presupposto che le modalità adottate per l'inquadramento nei ruoli statali del suddetto personale proveniente dagli enti locali dovessero rispettare la condizione fondamentale imposta dalla legge e cioè che il trasferimento non dovesse comportare aggravi di spesa a carico dello Stato.
È noto, altresì, che in molti casi il personale interessato ha contestato i criteri di inquadramento adottati dall'amministrazione, ritenendoli in contrasto con la specifica disposizione contenuta all'articolo 8, comma 2, della legge n. 124 del 1999, la quale stabilisce che al personale in questione va riconosciuta ai fini giuridici ed economici l'anzianità di servizio maturata presso l'ente locale di provenienza; ne è derivato un nutrito contenzioso.
Il legislatore ha quindi avvertito l'esigenza di chiarire la ratio della controversa disposizione dell'articolo 8 della legge n. 124 del 1999 con una norma di interpretazione, autentica inserita nella legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria 2006), all'articolo 1, comma 218, che così recita:
«Il comma 2 dell'articolo 8 della legge 3 maggio 1999, n. 124, si interpreta nel senso che il personale degli enti locali trasferito nei ruoli del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA) statale è inquadrato, nelle qualifiche funzionali e nei profili professionali dei corrispondenti ruoli statali, sulla base del trattamento economico complessivo in godimento all'atto del trasferimento, con l'attribuzione della posizione stipendiale di importo pari o immediatamente inferiore al trattamento annuo in godimento al 31 dicembre 1999 costituito dallo stipendio, dalla retribuzione individuale di anzianità nonché da eventuali indennità, ove spettanti, previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro del comparto degli enti locali, vigenti alla data dell'inquadramento. L'eventuale differenza tra l'importo della posizione stipendiale di inquadramento e il trattamento annuo in godimento al 31 dicembre 1999, come sopra indicato, viene corrisposta ad personam e considerata utile, previa temporizzazione, ai fini del conseguimento della successiva posizione stipendiale. È fatta salva l'esecuzione dei giudicati alla data di entrata in vigore della presente legge».
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
al fine di contribuire alla ripresa e allo sviluppo del settore ittico il consorzio denominato PEI (Progetto Economia Ittica) nel 1998, d'intesa con le Regioni obiettivo 1 e con il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, ha elaborato un progetto di sviluppo per la pesca e l'acquacoltura da proporre a finanziamento attraverso la stipula di un accordo di Programma;
il progetto prevedeva investimenti in alcune Regioni Obiettivo 1 per lire 49.396.000.000, cui corrispondevano 189 nuove unità lavorative, con onere complessivo a carico dello Stato di lire 42.489.000.000;
nel dicembre 1998 il consorzio di imprese di pesca e di ricerca PEI presentava istanza per la stipula di un Contratto di Programma;
il 29 dicembre 1999 il consorzio al Consorzio PEI viene richiesta dal Ministero del Tesoro, una prima versione del progetto;
nell'aprile 2001 il progetto viene revisionato e ripresentato con l'approvazione di Europrogetti e Finanza, banca concessionaria, e sottoposto a parere delle Regioni interessate e del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali;
le Regioni ed il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali esprimevano parere positivo;
nel maggio 2001 il Ministero del Tesoro, dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione, Servizio per la Programmazione negoziata, a seguito della nuova regolamentazione relativa agli aiuti di Stato, comunicava la necessità di un ulteriore del progetto;
di conseguenza, il Consorzio PEI provvedeva ad un ulteriore aggiornamento. Il nuovo importo degli investimenti ammontava a lire 49.470.000.000, con onere complessivo a carico dello Stato di lire 38.390.000.000;
tra le annualità 2001 e 2002, le competenze in materia di Contratti di programma venivano trasferite dal Ministero del Tesoro al Ministero delle Attività Produttive;
nel dicembre 2002, a seguito di richiesta del Ministero delle Attività Produttive, il Consorzio PEI riconfermava nuovamente la validità del progetto, presentando una revisione ulteriormente aggiornata della relazione finale, con investimenti per 24.540.000 euro di cui 18.197.000 a carico dello Stato, a fronte di creazione di 181 nuovi posti di lavoro;
nel luglio 2003 interveniva una delibera del CIPE, relativa alla regionalizzazione dei patti territoriali, che introduceva alcune novità tra le quali la necessità di una asseverazione bancaria effettuata da «un primario istituto bancario nazionale»;
anche tale atto è stato adempiuto provvedendo ad un nuovo aggiornamento del progetto, presentato nel marzo 2004, con ulteriore onere a carico del Consorzio PEI pari a 36.000 euro;
nel novembre 2004 il Ministero delle Attività Produttive comunicava al Ministero Politiche Agricole e Forestali ed alle Regioni interessate che si era «verificato il sussistere delle condizioni preliminari per la prosecuzione dell'iter istruttorio» e «si attivava la consultazione, ai fini della compatibilità della proposta con il regime di aiuti in agricoltura»; nel primo semestre 2005 riconfermavano il parere favorevole il ministero delle Politiche Agricole e Forestali e le Regioni Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Sicilia e Sardegna;
in data 23 giugno 2005 il Consorzio PEI partecipava ad un incontro al Ministero delle Attività Produttive nel corso del quale veniva sollecitato di adeguare nuovamente il progetto alle procedure fissate nel decreto-legge n. 35 del 14 marzo 2005;
le continue revisioni hanno implicato costi aggiuntivi non recuperabili, di aggiornamento che, tra progettazioni e di istruttoria bancaria, si attestano su un importo pari ad oltre 300.000 euro;
nella Gazzetta Ufficiale n. 225 del 27 settembre 2005 è stata pubblicata la deliberazione del CIPE 18 marzo 2005, «Attuazione delle disposizioni del DL n. 35 del 2005 utilizzazione delle risorse accantonate per gli interventi nelle aree sottoutilizzate per il quadriennio 2004/2007» e nella quale si rimarca: «conferma l'impegno di questo Comitato, in attuazione delle indicazioni della delibera 19 del 2004, a finanziare prioritariamente, con
se non ritenga che l'iter estremamente farraginoso abbia causato serie difficoltà alla concretizzazione del progetto;
se non ritenga che il progetto avrebbe potuto ottenere la necessaria legittimità per essere istituito attraverso la presentazione al CIPE, evitando ulteriori revisioni derivanti da modifiche normative;
se non ritenga, inoltre, di dover operare per attivare le procedure finali di finanziamento del progetto e di stipula dell'accordo di programma, tenuto conto delle difficoltà che vive il settore della pesca e dell'acquacoltura e della urgente necessità di attivare azioni di ristrutturazione e sostegno, in un'area geografica come il Mezzogiorno, sottoposta ad una crisi straordinaria, accentuatasi in questi mesi dal costo del gasolio.
(4-16997)
Allo stato attuale sono pervenuti tutti i pareri di compatibilità con la programmazione regionale. In data 10 novembre 2004 il ministero delle attività produttive (MAP) ha inviato al ministero delle politiche agricole e forestali (MIPAF) la richiesta di compatibilità con il regime di aiuti in agricoltura. Successivamente, in data 10 febbraio 2005, il MIPAF, ha evidenziato l'esistenza di alcuni vincoli da considerare ai fini dell'ammissibilità dell'intero progetto:
1) gli ammodernamenti delle imbarcazioni non possono in alcun modo ricomprendere la sostituzione dell'apparato motore, in forza di una restrittiva interpretazione della Commissione europea;
2) in base alla citata normativa, non è altresì possibile finanziare nuove costruzioni dopo la data del 31 dicembre 2004, né acquisti di nuove unità; in particolare, non è possibile finanziare nuove costruzioni destinate ad attività di pescaturismo, ma solo adeguare le imbarcazioni già presenti in flotta e in possesso di licenza di pesca;
3) per i progetti relativi alle aree marine protette sembra opportuno acquisire il parere del competente ministero dell'ambiente, e, in materia di acquicoltura richiedere il parere delle competenti amministrazioni regionali;
4) in relazione ai progetti di ricerca scientifica proposti sembra opportuno acquisire il parere del competente del Ministero dell'istruzione, università e ricerca.
Per quanto riguarda la documentazione fornita dal consorzio P.E.I. risulta mancante la perizia giurata per l'iniziativa «Strombolicchio con i pescatori»; i piani progettuali sono carenti nella parte economico-finanziaria per una adeguata valutazione delle iniziative (ad es. il piano di marketing); risulta assente un piano di sintesi da dove emerga la valenza del progetto nel suo complesso nonché l'impatto economico finanziario dello stesso.
Il rapporto capitale investito su u.l.a. è da verificare. Per quanto riguarda la cantierabilità la documentazione agli atti non appare sufficiente.
Nei primi giorni del mese di giugno si è avuto un incontro informale con il funzionario del MIPAF incaricato dell'istruttoria del progetto in questione, al fine di ricevere ulteriori indicazioni in merito all'ammissibilità del programma presentato.
In data 23 giugno 2005 si è tenuto un incontro presso il MAP con i rappresentanti del Consorzio ai quali è stata richiesta la
In data 3 ottobre 2005 è stata inviata una nota al Consorzio con la quale si comunicava la disponibilità dell'ufficio ad un ulteriore incontro.
In data 2 novembre 2005 è stata inviata una nota al Consorzio con la quale veniva richiesto di confermare l'interesse al mantenimento della domanda di accesso presentata dallo stesso Consorzio alla luce della riforma del sistema degli incentivi.
Ai competenti uffici del ministero non è pervenuta alcuna risposta al riguardo.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giuseppe Galati.
l'articolo 13 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, prevede l'integrazione nelle scuole di ogni ordine e grado degli alunni portatori di handicap ai quali sono garantite attività di sostegno mediante l'assegnazione di docenti specializzati;
l'articolo 40, comma 3, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, attribuisce, nell'ambito dell'organico provinciale, un insegnante specializzato per ogni gruppo di 138 alunni complessivamente frequentanti gli istituti scolastici statali della provincia;
l'attivazione di posti di sostegno in deroga al rapporto insegnanti-alunni in presenza di handicap particolarmente gravi è autorizzata, ai sensi dell'articolo 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, dal dirigente preposto all'ufficio scolastico regionale, assicurando comunque le garanzie per gli alunni in situazione di handicap di cui all'articolo 3 della legge n. 104/92;
nel comune di Siracusa presidi di istituto, docenti e genitori dei 96 ragazzi disabili che frequentano nel nuovo anno scolastico i quattro istituti comprensivi e l'unico circolo didattico protestano per le forti decurtazioni degli insegnanti di sostegno -:
quali iniziative intenda adottare affinché sia rispettato il rapporto insegnanti-alunni previsto dalla normativa vigente, evitando che i tagli agli insegnanti di sostegno danneggino gli stessi studenti disabili dei quali sarebbe, di fatto, ignorato il diritto allo studio.
(4-17135)
In effetti negli ultimi quattro anni il numero dei docenti preposti all'integrazione e al sostegno è passato da 74.000 (a.s. 2001/2002) ad oltre 33.000 (a.s. 2004/2005), con un rapporto docenti/alunni nella realtà nazionale corrispondente a 1/1,9.
Com'è noto il riconoscimento dell'alunno disabile e l'assegnazione allo stesso delle ore necessarie per la piena realizzazione del diritto allo studio ed all'integrazione, richiede una procedura articolata e complessa alla cui realizzazione concorrono numerosi livelli istituzionali, soggetti e organismi, gruppi operativi, ciascuno con compiti ben definiti e tra loro complementari. Il numero delle ore di sostegno attribuito, ad ogni alunno è pertanto il risultato degli accertamenti tecnici, delle valutazioni e delle determinazioni assunte in maniera coordinata ed interagente da una pluralità di soggetti esperti, sulla base di un'approfondita conoscenza e consapevolezza delle sue effettive difficoltà e di un attento esame delle modalità più idonee a superarle.
Né va trascurato che, in base alle norme vigenti, i docenti di sostegno non vengono assegnati al singolo alunno disabile, ma
Va poi precisato che non sempre e necessariamente un maggior numero di ore di sostegno è garanzia di un'integrazione e di un apprendimento migliori. Infatti, rilevano rispetto all'efficacia degli interventi, le metodologie educative e gli strumenti didattici adottati, il coordinamento progettuale, organizzativo ed operativo fra docente della classe e docente di sostegno, gli strumenti attraverso i quali si può realizzare un effettivo processo di recupero e di crescita degli alunni in difficoltà.
Tra l'altro va tenuto presente che la legge 104 del 1992 e le disposizioni attuative della stessa prevedono che le disabilità debbano corrispondere a patologie dovute a «minorazione fisica, psichica e sensoriale, stabilizzata o progressiva». Circostanza questa troppo spesso non tenuta presente dalle ASL, che definiscono come handicap situazioni di disagio connesse a fattori di natura socio-ambientale, con la conseguenza che sono sottratte dal budget complessivo rilevanti disponibilità che dovrebbero, più opportunamente, essere destinate ad alunni più bisognosi di azioni di sostegno.
È da precisare inoltre, che non rientra nella competenza della ASL indicare, in sede di certificazione dell'handicap, il fabbisogno di ore di sostegno dell'alunno disabile, atteso che tale incombenza spetta al GLHO (gruppo di lavoro operativo) operante presso ogni scuola, che provvede, all'inizio di ciascun anno scolastico, ad elaborare il PEI (piano educativo individualizzato), con il quale sono definiti gli interventi finalizzati al sostegno ed al recupero dell'alunno disabile.
Inoltre, la presenza di alunni disabili comporta l'obbligo per l'amministrazione di costituire classi con non più di 20 alunni ai sensi del decreto ministeriale 141 del 1999, fatto questo che contribuisce ulteriormente a migliorare la programmazione delle attività mirate al recupero delle disabilità ed a limitare il rischio di emarginazione dell'alunno disabile rispetto al gruppo classe.
Per quanto riguarda la provincia di Siracusa il direttore generale regionale della Sicilia ha autorizzato tutti i posti di sostegno in deroga richiesti dal Centro servizi amministrativi e, successivamente, altri per un totale di 982 posti a fronte di 1510 alunni diversamente abili, con un rapporto alunni/posti pari all'1,54: tale rapporto è da considerare molto favorevole, sia con riferimento alla media regionale che a quella nazionale.
Si ritiene infine, che le proteste alle quali fa riferimento l'interrogante siano la conseguenza della non convalida, da parte del competente Gruppo H del predetto C.S.A., di tutte le richieste delle scuole in quanto non adeguatamente documentate.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
la legge n. 91 del 5 febbraio 1992 - Nuove norme sulla cittadinanza - all'articolo 5 prevede che il coniuge di cittadino italiano acquista la cittadinanza italiana quando risiede legalmente da almeno 6 mesi nella Repubblica italiana;
il Ministero e la Prefettura di Palermo a due anni dall'istanza prodotta continuano ad affermare che la richiesta formulata dalla signora Kurch Olga è in istruttoria;
il Ministero comunica che il procedimento fa capo alla Prefettura di Palermo, mentre quest'ultima afferma di avere completato l'iter già da oltre un anno e di avere inviato le risultanze con il parere favorevole al Ministero;
tali comportamenti sostanzialmente bloccano ogni possibile attività lavorativa della richiedente in quanto la stessa è
quali provvedimenti ed iniziative si intendono adottare per dare ordine e celerità nell'applicazione nella norma che consentirebbe a chi è nelle condizioni previste dalla legge 91/1992 la partecipazione a pubblici concorsi o al regolare espletamento di attività lavorative.
(4-13078)
In proposito si comunica che, a conclusione della relativa istruttoria esperita, la pratica della signora Kurch è stata definita con esito favorevole e, pertanto, in data 13 luglio 2005, è stato firmato il provvedimento di concessione della cittadinanza italiana, che è stato trasmesso, il successivo 28 luglio 2005, alla prefettura - Ufficio Territoriale del Governo - di Palermo, per la notifica all'interessata.
Si riferisce, altresì, che la signora Kurch ha prestato giuramento presso il Comune di Palermo in data 4 ottobre 2005.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Giampiero D'Alia.
le società di calcio giovanili affiliate alla Federazione Italiana Gioco Calcio sono quasi 10.000 con circa un milione di tesserati;
la FIGC ha deciso di aumentare le quote d'iscrizione alle scuole calcio alle squadre giovanili dilettantistiche e contemporaneamente permette alle società professionistiche nel loro complesso di avere oltre 750 milioni di euro di debiti tra erario e previdenza;
le società di calcio giovanili rappresentano nelle grandi città come nei piccoli centri, un luogo di avvicinamento alla pratica sportiva ed anche uno dei pochi momenti di aggregazione sociale e di presidio sul territorio nelle zone più disagiate del paese -:
se il Governo intenda intervenire presso il Coni affinche la FIGC sia sollecitata a tornare sui propri passi, abbassando le quote di iscrizione per l'affiliazione delle scuole calcio.
(4-16218)
Le nuove polizze stipulate dalla Figc per gli sportivi dilettanti, pur essendo effettivamente più alte, sono state ritenute più idonee in quanto hanno offerto una tutela assicurativa più puntuale, realizzata attraverso una pronta liquidazione dei sinistri e la fornitura di servizi qualitativamente elevati.
Al riguardo, occorre evidenziare che, per la stagione 2004-2005, a fronte dell'incremento del premio che, per legge, deve essere sostenuto dall'assicurato e non dalle Federazioni (le quali operano solo in funzione di garanzia del rispetto dell'obbligo assicurativo), la Figc ha deciso, con un notevole sforzo economico-finanziario, di non addebitare ai giovani tale aumento ma di sostenere essa stessa il relativo costo.
Nella stagione sportiva 2005-2006, le nuove quote di tesseramento, comprensive dei costi assicurativi, fissate dalla Figc, hanno operato una tutela delle categorie dei «piccoli amici» (6-8 anni), dei «pulcini» (8-10 anni) e degli «esordienti» (10-12 anni), che costituiscono le categorie di base e con il maggior numero di iscritti. È opportuno segnalare che, per alcune delle citate categorie, il costo del tesseramento per lo svolgimento dell'attività sportiva è inferiore alla quota assicurativa.
Occorre anche rammentare che la Figc, oltre ad una politica di contenimento dei costi a carico dei tesserati, sostiene totalmente le spese arbitrali necessarie allo svolgimento dei campionati organizzati dal settore giovanile e scolastico.
La Figc segnala inoltre che, nel corso di questi anni, è stata operata anche una notevole riduzione delle quote di iscrizione versate dalla Società sportive ai campionati regionali e nazionali, per le categorie allievi e giovanissimi, nonché per i tornei «pulcini» ed «esordienti» rispetto a quelle precedenti (500 euro oggi, 3000 euro nel passato).
In considerazione di quanto sopra riferito, pare evidente l'impegno della Figc nel sostenere una politica di promozione del calcio giovanile, che tenga anche presente l'aspetto di un'appropriata tutela assicurativa degli sportivi dilettanti.
Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Mario Pescante.
in località «Stacchini», nel comune di Tivoli (Roma), dei capannoni sono stati, di recente, occupati da 400 stranieri;
l'occupazione si è protratta per mesi senza che il comune, la Asl e le Forze dell'Ordine riuscissero a ripristinare la legalità;
all'interno dei capannoni, dopo un blitz dei Carabinieri, sono state accertate condizioni di evidente degrado e violazione delle più elementari norme igieniche;
stando a quanto riferito da un quotidiano locale Guidonia Oggi, gli immigrati «si scaldavano con stufe rudimentali» che rilasciavano «il fumo all'interno dello stesso stabile»;
lo stesso quotidiano, in data 17 maggio 2005, ha ipotizzato «un accordo tra le amministrazioni comunali di Roma e Tivoli per la sistemazione degli extracomunitari nei capannoni a Cesurni» -:
per quale motivo le autorità preposte ad intervenire abbiano, di fatto, tollerato il protrarsi di una situazione di degrado ed illegalità;
se corrisponda al vero l'intenzione delle amministrazioni di Roma e Tivoli di accogliere nel territorio tiburtino un così consistente numero di stranieri;
quali iniziative siano state attivate affinché episodi del genere non abbiano a ripetersi.
(4-14701)
Sulla questione i due proprietari dell'area hanno presentato alla Stazione Carabinieri di Tivoli Terme denunce per occupazione abusiva, rispettivamente il 25 gennaio 2005 e il 10 novembre 2005.
I controlli effettuati presso il sito in questione, dapprima dalla Compagnia Carabinieri di Tivoli e successivamente dal locale Commissariato della Polizia di Stato, hanno consentito di identificare complessivamente 120 extracomunitari, a 22 dei quali è stato notificato il decreto di espulsione, determinando la sensibile diminuzione delle presenze, attualmente stimata in 150 unità.
Successivamente, il 25 febbraio 2005, durante un sopralluogo effettuato da personale del Comune di Tivoli, operatori delle locali Forze di Polizia e i rappresentanti della Caritas e della Protezione Civile, sono stati distribuiti generi di conforto e medicinali ed è stata esaminata la possibilità di allestire un campo nomadi attrezzato, in quella stessa area, in accordo con la proprietà, ovvero di trasferire gli immigrati presso altri campi nomadi di Roma. Tali
In merito ai riflessi negativi sull'ordine e la sicurezza pubblica nei Comuni di Tivoli Terme e Villalba di Guidonia (Roma), segnalati nell'interrogazione, si assicura che le Forze dell'Ordine seguono con attenzione la situazione anche con la programmazione nell'ambito della pianificazione per il controllo del territorio di mirati servizi.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Giampiero D'Alia.
a seguito di una segnalazione pervenutami da parte dell'Assoconsum della Campania e della Basilicata, o come si evince da un articolo pubblicato su «Altroconsumo» di gennaio 2005, che il benzene è pericoloso anche a motore spento, perché evapora dal serbatoio e dal tubo di scappamento dell'auto e ristagna nell'aria;
dopo aver posto tre misuratori di benzene in tre luoghi diversi, quali: una abitazione fuori Milano; un ufficio in una zona periferica della città ed un garage privato, adiacente ad una abitazione monofamiliare, si è rilevato che nel garage vi è una elevata concentrazione di benzene;
data la sua alta volatilità, il benzene può infiltrarsi verso altri locali confinanti adibiti ad abitazione o ad ufficio;
quali misure si pensi di adottare al fine di proteggere gli individui e la loro salute;
a quali conseguenze si vada incontro dal momento che respiriamo benzene quotidianamente e quali precauzioni debbano essere usate.
(4-12406)
Il benzene è uno dei costituenti della benzina (con una concentrazione minore dell'1 per cento) in quanto, insieme ad altri idrocarburi aromatici (toluene, etilbenzene, xileni, ecc.), ha una funzione di antidetonante. La sua presenza nelle aree urbane è dovuta essenzialmente agli scarichi degli autoveicoli a benzina e dei ciclomotori, che contengono benzene, a causa del carburante incombusto, a seguito di reazioni prodottesi nel corso della combustione di alcuni componenti la benzina stessa. Per quanto riguarda i processi evaporativi, va considerato che le nuove tecnologie, applicate alle autovetture, limitano le emissioni di carburante e, quindi, di benzene, riducendone in maniera sostanziale la diffusione da autoveicoli in stazionamento.
Negli ultimi anni si è verificato un contenimento delle emissioni di benzene, per effetto anche dell'utilizzo della marmitta catalitica sulle autovetture; rimane, tuttavia, il problema della sua elevata concentrazione nelle aree urbane, a causa delle alte densità abitative e dei flussi intensi di traffico autoveicolare.
Le condizioni meteorologiche condizionano in maniera sostanziale la dispersione del benzene in aria atmosferica; viene stimato che, in un'area urbana, circa l'85 per cento del benzene derivi dai gas di scarico dei veicoli e, circa il 15 per cento, provenga da emissioni evaporative.
L'entrata in vigore del decreto ministeriale n. 60 del 2 aprile 2002, di recepimento della direttiva 2000/69/CE, ha stabilito, a tutela della salute umana, il valore limite di 5 microgrammi per metro cubo, quale valore da raggiungere entro il 1o gennaio 2010. Lo stesso decreto prevede anche un margine di tolleranza di 5 microgrammi per metro cubo (che riporta il valore limite a 10 microgrammi per metro cubo), fino al 31 dicembre 2005; dal 1o gennaio 2006, e
Le Regioni, in base al citato decreto n. 60 del 2002 ed al decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351, di attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente, devono definire piani di azione sulle misure da adottare per ridurre il rischio di superamento del valore limite, comprese le misure che prevedono anche sospensione di attività (ad es. il traffico autoveicolare), che contribuiscono al superamento dei valori limite.
In merito alla presenza di emissioni di benzene negli ambienti di vita («indoor»), al momento non sono riportate nella legislazione norme di riferimento, tranne che negli ambienti di lavoro dove vengono fissati i limiti massimi di concentrazione a cui sono esposti i lavoratori. La riduzione delle concentrazioni degli inquinanti chimici che si accumulano in particolari ambienti di vita (ad es. nei garages, ecc.) può effettuarsi con accorgimenti strutturali (ad es.: areatori, ventilazione naturale, ecc.), che ne facilitano la ventilazione attraverso l'immissione di aria «outdoor».
In merito agli aspetti tossicologici relativi all'esposizione della popolazione generale al benzene, numerose organizzazioni sanitarie internazionali e nazionali, tra le quali l'Istituto superiore di sanità, hanno sempre posto particolare attenzione ai rischi sanitari connessi, tenendo conto dei valori di concentrazioni ambientali che determinano l'esposizione a lunghi periodi.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Domenico Zinzi.
gli italiani sono i maggiori consumatori di acque minerali, così come si evince da una segnalazione pervenuta all'interrogante dall'Assoconsum;
l'industria minerale italiana, che dispone di un ricchissimo e variegato patrimonio sorgivo, ha quindi l'opportunità di una grande crescita grazie anche al business dell'esportazione;
prevalgono i consumi di acque lisce e a bassa mineralizzazione, ma sono in crescita anche le acque a naturale effervescenza e quelle lievemente carbonate, mentre sono in calo i consumi delle acque frizzanti;
sul mercato italiano delle acque minerali sono operative circa 180 fonti che imbottigliano oltre 280 diverse marche;
le regioni sono responsabili delle varie concessioni -:
quante fonti vi sono in Lombardia.
(4-14517)
Con delibera della Giunta Regione Lombardia del 5 luglio 2002 e del 30 dicembre 2002, la Regione ha delegato alle Amministrazioni Provinciali le funzioni amministrative in materia di ricerca, coltivazione e concessione, previste dalla legge regionale n. 44 del 1980 «Disciplina della ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali e termali».
Il numero complessivo delle fonti delle acque minerali presenti in Lombardia, risulta essere di 46, così distribuite:
n. 15 nella Provincia di Bergamo;
n. 12 nella Provincia di Brescia;
n. 7 nella Provincia di Como;
n. 6 nella Provincia di Lecco;
n. 6 nella Provincia di Sondrio.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Domenico Zinzi.
sono stati approvati progetti per oltre 50 miliardi di euro, di cui il 47 per cento destinato a lavori concentrati nel Sud;
negli ultimi anni sono stati «messi in piedi» molti cantieri al fine di apportare migliorie al nostro Paese;
in riferimento alla realizzazione dell'autostrada Messina-Palermo sono stati spesi, fino ad oggi, 650 milioni di euro -:
a che punto sia la costruzione;
quale percentuale di lavori sia già stata eseguita;
quanto sia stato stanziato per la realizzazione di quest'opera;
quali siano i tempi previsti per il completamento dei lavori.
(4-15082)
Per la realizzazione della tratta di completamento «Torrente Furiano Baronia-Castelbuono» di un'estesa di chilometri 42,5 sono stati reperiti finanziamenti (Cipe, Qcs, Por e 5o atto aggiuntivo Anas) per un totale di 800 milioni di euro.
La società stradale informa, infine, che nel luglio scorso è stato aperto al traffico lo svincolo di Castelbuono ed attualmente si è in attesa del collaudo degli impianti tecnologici.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.
dai Nas è stata riscontrata la presenza di cloroformio nell'acqua minerale Amorosa, presente in Italia col marchio Numana e venduta in farmacia;
il cloroformio è stato trovato in due analisi su campioni diversi, effettuate a distanza di mesi una dall'altra;
sono stati quindi iscritti nel registro degli indagati i rappresentanti legali dell'azienda, per somministrazione di sostanze pericolose -:
se nelle analisi delle acque minerali vena richiesta la concentrazione di cloroformio;
se siano state ritirate sul territorio italiano le confezioni in commercio;
in caso negativo, quali misure ritenga di adottare al fine di evitare possibili rischi per coloro che acquistano l'acqua imbottigliata.
(4-16523)
Le analisi di laboratorio hanno accertato la presenza di cloroformio in percentuali superiori a quelle indicate nei parametri di riferimento.
La ditta interessata ha disposto il ritiro dal commercio dell'acqua minerale suddetta, sospendendone, inoltre, la produzione e commercializzazione dal 10 dicembre 2004.
Relativamente alla disciplina normativa nel settore delle acque minerali, il decreto legislativo 25 gennaio 1992, n. 105, «Attuazione della direttiva 80/777/CEE relativa alla utilizzazione e alla commercializzazione delle acque minerali naturali», modificato dal decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 339, «Disciplina delle acque di sorgente e modificazioni al decreto legislativo 25 gennaio 1992, n. 105, concernente le acque minerali naturali, in attuazione della direttiva 96/70/CE», ha attribuito al ministero della salute il riconoscimento delle acque minerali naturali (articoli 3 e
Si precisa che il decreto ministeriale 29 dicembre 2003, di attuazione della direttiva 2003/40/CE della Commissione europea, prevede, tra l'altro, la ricerca del cloroformio in tutte le acque minerali.
Il Ministero della salute, pertanto, con decreto del 19 settembre 2005, ha sospeso la validità del decreto di riconoscimento dell'acqua minerale «Amorosa», poiché la presenza del cloroformio non fornisce «garanzia di qualità» dell'acqua e non consente il permanere delle caratteristiche di purezza, come certificate nel provvedimento ministeriale di riconoscimento.
La Regione Toscana, competente, come già precisato, in materia di commercializzazione, ha incaricato l'Azienda U.S.L. n. 1 - Zona Apuana di Massa di verificare l'avvenuto ritiro delle partite dell'acqua minerale citata, risultate non conformi.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Domenico Zinzi.
i principali organi di stampa della Sardegna, nei giorni scorsi, hanno pubblicato allarmanti notizie sulla imminente soppressione del servizio merci Golfo Aranci-Civitavecchia, assicurato da una nave di proprietà delle Ferrovie dello Stato;
tale notizia ha suscitato enormi preoccupazioni non solo negli operatori economici isolani, ma anche nelle centinaia di lavoratori che vedono compromesso il loro futuro;
i sardi sono da troppo tempo penalizzati dalle carenze strutturali che hanno accentuato, in questi anni, il divario con le economie delle regioni continentali e che dunque altri ulteriori eventuali disagi non sarebbero accettabili;
i timidi segnali di ripresa economica non possono essere frustrati da iniziative come la paventata soppressione del servizio trasporto merci delle Ferrovie, anche in considerazione del fatto che la movimentazione dei prodotti isolani per le esportazioni verso il continente avviene principalmente attraverso l'utilizzo della via marittima;
aumentare i livelli di competitività delle imprese è una esigenza prioritaria per tutelare il lavoro e lo sviluppo;
per la Sardegna diventa assolutamente vitale, in questa fase storica caratterizzata da un modello economico di mercati globalizzati, incrementare in maniera rilevante la possibilità di trasporto, non solo per diminuire tempi e costi e favorire le esportazioni ma per garantire la sopravvivenza stessa della economia isolana;
assolutamente incomprensibile, dunque, apparirebbe l'ipotesi descritta nei giorni scorsi dagli organi di stampa -:
alla luce di quanto riferito in premessa, quali iniziative il Governo intenda assumere per ridare serenità alle centinaia di lavoratori che rischiano il loro posto e soprattutto se non ritenga utile e necessario assumere una posizione chiara ed inequivoca che escluda in maniera categorica la possibilità di soppressione del servizio merci Golfo Aranci-Civitavecchia.
(4-16975)
Eventuali modifiche potranno scaturire solo da diverse direttive istituzionali con
In merito alla soppressione del servizio merci Golfo Aranci-Civitavecchia citato nell'interrogazione, Ferrovie dello Stato comunica che le navi che svolgono il servizio merci sulla rotta Golfo Aranci-Civitavecchia sono attualmente la Garibaldi e la Logudoro; la prima effettua il servizio normalmente durante l'arco dell'anno venendo sostituita dalla seconda unità nei periodi di manutenzione.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Federico Bricolo.
nella giornata di mercoledì 7 settembre 2005, in occasione della trasmissione televisiva Matrix condotta da Enrico Mentana, nella quale si è trattata la vicenda della recente espulsione di Bouriqi Bouchta autoproclamatosi imam di Torino, è stata trasmessa una registrazione contenente una serie di interviste di esponenti delle comunità islamiche in Italia a cui sono stati richiesti pareri sul terrorismo e sui kamikaze;
tra gli intervistati vi era anche Nabil Bayoumi direttore del centro culturale bolognese di via Massarenti, cui fa riferimento la moschea An Nur sempre in via Massarenti;
tra le innumerevoli dichiarazioni deliranti, secondo l'interrogante, alcune si sono rivelate particolarmente scioccanti, quali la giustificazione di alcune affermazioni di Bin Laden e l'idea che nessun israeliano è innocente, neanche i bambini, in quanto anch'essi appartenenti al medesimo sistema;
il signor Nabil Bayoumi ricopre un ruolo importante all'interno della comunità musulmana bolognese ed inoltre l'organizzazione di cui fa parte lo stesso già in passato è stata indicata come vicina ai Fratelli Musulmani, associazione internazionale legata ad Hamas e Hizbullah -:
se siano stati aperti procedimenti penali sulle attività del signor Nabil Bayoumi;
se non ritenga ci siano gli estremi per l'emanazione di un decreto di espulsione nei confronti di questa persona che professa apertamente delle idee violente ed estremiste e che - per l'incarico delicato che svolge all'interno della comunità islamica bolognese - sarebbe in grado, secondo l'interrogante, di fare proseliti tra i giovani musulmani favorendo più o meno direttamente il terrorismo islamico.
(4-16520)
In merito alle stesse dichiarazioni la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna ha avviato un procedimento penale.
Per quanto concerne, infine, la richiesta valutazione circa la eventuale sussistenza degli estremi per un provvedimento di espulsione a carico del sig. Abdel Monem Bayoumi Mohamed Nabil, si evidenzia che il predetto ha ottenuto la cittadinanza italiana il 17 gennaio 1991, a seguito di matrimonio contratto con una cittadina italiana.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Giampiero D'Alia.
nel quadro dei tagli di risorse alle Ferrovie, una recente elaborazione di Trenitalia S.p.A. prevederebbe un programma di tagli al sistema ferroviario che non ha precedenti nella storia d'Italia, comprendente
tra le 14 linee previste in disattivazione nel Piemonte risulterebbero la Alessandria-Ovada, la Acqui Terme-San Giuseppe di Cairo e la Ovada-Acqui Terme, linee che hanno grande importanza vuoi per il trasporto di persone (moltissimi sono i pendolari da Ovada verso Alessandria e da Acqui verso Genova, via Ovada, e verso Savona, via San Giuseppe di Cairo) vuoi per il trasporto merci;
considerate le particolari condizioni territoriali-orografiche (sono linee che attraversano l'Appennino Ligure-Piemontese) difficile è la sostituzione delle linee ferroviarie con linee di trasporto su gomma;
le notizie apparse sugli organi di informazione, relative alla presunta soppressione delle linee, ha destato molta preoccupazione negli utenti -:
se non intenda intervenire presso Trenitalia al fine di evitare con assoluta certezza i tagli delle linee sopra richiamate e, contestualmente, di rassicurare gli utenti delle linee medesime.
(4-17678)
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Federico Bricolo.
con la legge 23 febbraio 2001, n. 38 relativa alle «Norme a tutela della minoranza linguistica slovena della regione Friuli-Venezia Giulia» è stata prevista (articolo 13, comma 1) l'istituzione presso l'Ufficio scolastico regionale del Friuli-Venezia Giulia di uno «speciale ufficio per la trattazione degli affari riguardanti l'istruzione in lingua slovena», che provveda «a gestire i ruoli del personale delle scuole e degli istituti con lingua di insegnamento slovena»;
a tale legge seguiva il decreto ministeriale 24 maggio 2002 che nominava al vertice della gestione del suddetto ufficio un dirigente di seconda fascia in possesso di un'ottima conoscenza della lingua slovena;
seguivano ancora il decreto del 29 ottobre 2002 in cui il Direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale pro tempore istituiva formalmente l'Ufficio per l'istruzione in lingua slovena, assegnando ad esso l'anno seguente (decreto del 30 maggio 2003) determinate competenze relative alla gestione delle scuole con lingua d'insegnamento slovena ubicate nelle province di Trieste e Gorizia e della scuola bilingue di San Pietro al Natisone in provincia di Udine;
nel maggio 2004 il Direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale pro tempore illustrava ai sindacati del comparto scuola la propria proposta di organizzazione che confermava appieno il ruolo dell'Ufficio per l'istruzione in lingua slovena, proposta che è stata inviata al Ministero in vista dell'emanazione del relativo decreto;
ma tale decreto di riordino, emanato il 28 luglio 2004, prevedendo la suddivisione in quattro uffici e quattro centri dei servizi amministrativi ha escluso completamente l'Ufficio per l'istruzione in lingua slovena -:
a) quali siano i motivi per i quali l'ufficio in questione non sia stato incluso nel decreto di riordino;
b) nel caso si tratti di una dimenticanza e l'ufficio rimanga quindi operativo, quando si ritenga di modificare il decreto di cui sopra.
(4-12003)
Le preoccupazioni espresse dall'interrogante non hanno ragion d'essere.
Infatti il dirigente generale dell'Ufficio scolastico regionale per il Friuli Venezia Giulia in sede di riorganizzazione dell'Ufficio medesimo, con ordine di servizio n. 1 del 9 maggio 2005, ha mantenuto l'Ufficio speciale per le scuole con lingua di insegnamento slovena, già costituito dal precedente Dirigente generale.
Al suddetto ufficio, che nell'organizzazione della Direzione generale ha assunto il titolo di Ufficio V, è stata confermata come dirigente la dott.ssa Lucia Barei nominata dal ministro Moratti con decreto 24 maggio 2002.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
la garanzia di accesso agli strumenti culturali è, certamente, uno degli elementi necessari per una compiuta pari opportunità tra i cittadini;
tuttavia molte barriere, che non sono solo architettoniche, si frappongono fra il comune patrimonio del sapere e chi ne vuol fruire soprattutto se quest'ultimo è portatore di disabilità come nel caso di non vedenti o ipovedenti, persone cui spesso viene negato il piacere di gustare un libro dati gli alti costi della scansione al cartaceo che deve essere fatta per ottenere il formato a loro leggibile così come per il disinteresse degli editori a ricercare, nelle nuove tecnologie, alternative accessibili al libro;
sarebbe auspicabile che per ogni testo editato ne venisse fatta una versione, su supporto informatico, fruibile per i portatori di disabilità visive, garantendo, comunque, la tutela del copyright;
ciò richiederebbe uno sforzo economico minimo per le case editrici (che sarebbe ripianato dall'aumento delle vendite) e costi di acquisto più bassi, oltre che possibilità di una gamma più vasta di titoli, rispetto alle soluzioni oggi offerte per la lettura, ai non vedenti ed ipovedenti -:
se il Ministro intenda adottare iniziative che permettano di abbattere gli ostacoli che impediscono alle persone non vedenti o ipovedenti di accedere, con facilità e costi contenuti, al panorama editoriale italiano e, in ultima analisi, alla cultura.
(4-17554)
In tale ambito, si è particolarmente sviluppata, negli ultimi tempi, la sensibilità verso le problematiche relative all'accesso dei non vedenti e degli ipovedenti al patrimonio culturale librario. Da un'attenzione, infatti, prevalentemente dedicata all'accessibilità dei non vedenti in senso stretto, si è passati ad una maggiore considerazione delle problematiche di fasce più ampie di ipovedenti.
Nonostante si rilevi che negli ultimi anni gli editori abbiano dimostrato un'accresciuta
Lo stimolo ad affrontare maggiori investimenti in questo campo è finalmente giunto dalla legge 16 ottobre 2003, n. 291, che ha previsto, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, tabella A, n. 86, l'istituzione presso il ministero per i beni e le attività culturali di un fondo di euro 1.500.000,00 annui, per il triennio 2003/2005, in favore dell'editoria per ipovedenti e non vedenti, finalizzato alla concessione di contributi per l'adeguamento delle strutture delle case editrici, che svolgono in particolare attività di stampa di testi in caratteri idonei alla lettura degli ipovedenti.
Al testo è seguita la recente emanazione, da parte dell'ufficio competente del ministero, delle norme attuative riportate nella circolare 22 marzo 2005, n. 5, il cui intento principale è stato quello di favorire la realizzazione della più ampia gamma possibile di iniziative nel settore, affinché tali fondi, destinati al sostegno di investimenti da parte delle case editrici, non fossero limitati al solo tema della stampa, che, d'altro canto, la legge indica in via esemplificativa e non esclusiva.
Vengono, infatti, prese in considerazione, rilevabili nell'indicazione della tipologia di investimenti e nell'elencazione dei relativi costi ammessi al contributo, non solo le più tradizionali tecniche di accesso - in primis quelle basate sui caratteri Braille - ma un insieme più variegato di sistemi che, in modo diverso, possono favorire l'accesso ai contenuti culturali. Ci si riferisce, ad esempio, agli audiolibri, particolarmente diffusi nell'Europa del Nord, nonché, all'uso più recente di tecnologie informatiche, attraverso sistemi basati su sintetizzatori vocali di file preparati secondo particolari caratteristiche. Altra possibilità, ritenuta ottimale, potrebbe essere quella dell'integrazione tra i prodotti a stampa e quelli elettronici (ad esempio un libro con allegato un cd-rom per i non vedenti).
I progetti, che dovranno essere elaborati dall'imprese editoriali o loro consorzi, saranno esaminati da un'apposita Commissione di esperti, la quale li dovrà valutare sulla base dei parametri forniti dalla stessa circolare, nonché redigere un piano di ripartizione da sottoporre all'Amministrazione, che, con decreto, assegnerà nei modi previsti i contributi di cui sopra.
Nell'auspicare che gli editori colgano numerosi le opportunità offerte per la prima volta a livello legislativo dalla normativa in questione, si fa presente che le domande di partecipazione dovranno inderogabilmente essere presentate al ministero per i beni e le attività culturali entro il 31 dicembre del corrente anno.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento: Carlo Giovanardi.
Georges Theil (65 anni) è stato condannato 8 novembre 2005 dal tribunale penale di Limoges ad una pena di sei mesi di reclusione e ad una valanga di altre pene per aver inviato, ad alcune persone una copia della sua testimonianza, «Un cas d'insoumission / Comment on devient révisionniste» («Un caso d'inarrendevolezza / Come si diventa revisionista»). L'opuscolo (115 pagine) era stato pubblicato nel 2002 con il nome di Gilbert Dubreuil e non era stato oggetto di nessun procedimento giudiziario;
le altre pene sono le seguenti:
1) confisca di tutto ciò che era stato sequestrato presso il domicilio di Theil a Grenoble: computer, libri, documenti;
2) privazione per cinque anni del diritto di eleggibilità;
3) 30.000 euro di ammenda;
4) risarcimento dei danni con relativi interessi alle parti civili;
5) pubblicazione (economicamente rovinosa) della sentenza sui giornali Le Monde, Le Figaro, Le Populaire e L'Echo du Centre. Eric Delcroix, avvocato di Georges Theil, ha interposto appello presso la corte d'appello di Limoges. La pena detentiva è quindi sospesa;
di tutti i processi a revisionisti per delitto di opinione da un quarto di secolo a questa parte, questo è stato di gran lunga il più sbrigativo. L'udienza è iniziata alle 9.20; il tribunale si è ritirato alle 10.50, ed è rientrato in aula, già alle 11.20, per pronunciare la sentenza. La sua deliberazione non è durata dunque che 25 minuti, al massimo, il che non può aver permesso di prendere conoscenza dei documenti depositati nel fascicolo e, in particolare, di esaminare le sei pagine delle conclusioni dell'avvocato Delcroix;
nei suoi diversi interventi il presidente si è mostrato particolarmente ostile. Ha elencato i beni dell'imputato, funzionario della pubblica amministrazione in pensione («due appartamenti e due automobili, di cui una Mercedes»). Ha manifestato dei dubbi sull'appartenenza del padre di Georges Theil alla Resistenza (Georges Theil percepisce una pensione per l'uccisione del padre avvenuta nel 1944 nel dipartimento della Corrèze). Il presidente ha in seguito insinuato che l'imputato avrebbe forse bisogno di una visita psichiatrica. Infine - fatto gravissimo - il presidente ha letto solo l'inizio della lunga e articolata lettera che l'imputato gli aveva indirizzato in sua difesa;
Eric Delcroix, difensore dell'imputato, ha potuto parlare solo per 30 minuti, così articolati: 25 minuti sulla forma e 5 minuti sul merito;
il magistrato di Limoges che ha condannato Georges Theil si chiama Francois Casassus-Buihlé; è nato in Normandia il 31 dicembre 1952. In un recente passato, secondo l'interrogante, si è reso ridicolo con la condanna, il 12 dicembre 2003, del revisionista Vincent Reynouard ad una pena di un anno di reclusione, di cui nove mesi con la condizionale. In appello, i suoi colleghi di Limoges hanno confermato il suo verdetto ma in cassazione la loro sentenza è stata annullata per un errore madornale: avevano confuso «crimini di guerra» (contestabili) con «crimini contro l'umanità» (dichiarati incontestabili);
Georges Theil sarà nuovamente giudicato a Lione, il 29 novembre, sempre per delitto di opinione -:
se il Ministro della giustizia, che già in passato si è battuto contro l'introduzione in Europa di leggi e norme contrarie alla libertà di espressione, non intenda attivarsi elevando la sua protesta nelle sedi europee competenti al fine di metter fine a queste persecuzioni, frequenti soprattutto in Francia, Austria e Germania, contro studiosi e ricercatori storici non allineati con la storiografia ufficiale.
(4-18358)
Per quanto riguarda più in generale il tema della salvaguardia della libertà di opinione in Europa, si fa presente quanto segue.
La questione del rispetto del diritto di espressione è toccata in numerosi strumenti internazionali. Il principio generale è presente già nell'articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948 per la quale «Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione».
Anche la Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali del 1950 prevede al suo articolo 10 quanto segue: «Ogni persona ha diritto alla libertà d'espressione. Tale diritto include la libertà d'opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza ingerenza alcuna da parte delle autorità pubbliche e senza considerazione di frontiera (...). L'esercizio
L'articolo 19 del Patto delle Nazioni Unite sui Diritti Civili e Politici del 1966, affronta anch'esso la questione statuendo che «Ogni individuo ha diritto a non essere molestato per le proprie opinioni. Ogni individuo ha il diritto alla libertà di espressione; tale diritto comprende la libertà di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee di ogni genere, senza riguardo a frontiere, oralmente, per iscritto, attraverso la stampa, in forma artistica o attraverso qualsiasi altro mezzo di sua scelta».
Tuttavia lo stesso articolo, al paragrafo 3, fissa un limite all'esercizio di tale diritto. Infatti, «L'esercizio delle libertà previste al paragrafo 2 del presente articolo comporta doveri e responsabilità speciali. Esso può essere pertanto sottoposto a talune restrizioni che però devono essere espressamente stabilite dalla legge ed essere necessarie. a) al rispetto dei diritti e della reputazione altrui; b) alla salvaguardia della sicurezza nazionale, dell'ordine pubblico, della sanità o della morale pubbliche».
L'Italia, dal canto suo, essendo tra l'altro parte di tutti gli strumenti convenzionali sopraccitati, è attivamente impegnata a livello internazionale a tutelare il rispetto della libertà di opinione. A questo proposito, il nostro Paese segue con attenzione il lavoro ed i rapporti del Relatore Speciale incaricato dalla stessa Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite di vegliare sulla libertà di opinione e di espressione, attualmente il keniota Ambeyi Ligabo, figura istituita con la risoluzione della CDU n. 1993/45 il cui mandato specifico, definito da ultimo con la Risoluzione 2003/42, è quello di raccogliere informazioni e valutare la situazione sull'esercizio del diritto alla libertà d'opinione e di espressione nel mondo al fine di poter rivolgere specifiche raccomandazioni alle autorità interessate.
Allo stato attuale, come risulta dall'ultimo Rapporto presentato dallo stesso Relatore Speciale alla 61a sessione annuale della Commissione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite di Ginevra (marzo-aprile 2005), nessuno dei Paesi distintamente evocati dall'interrogante risulta aver formato oggetto di una vista specifica da parte del sig. Ligabo.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
oltre 200 pendolari hanno atteso l'11 ottobre 2005 l'arrivo di un treno presso la stazione di Verdello;
dalle ore 7.00 a.m. si sono cominciati a registrare i primi ritardi presso la stazione;
pare che a provocare i disagi sarebbe stato un guasto tecnico alla stazione centrale di Bergamo, impedendo le regolari partenze dei convogli e consentendo l'uscita di un treno alla volta;
per centinaia di persone in attesa presso la stazione di Verdello è stato impossibile raggiungere il proprio posto di lavoro;
il forte ritardo ha surriscaldato gli animi dei passeggeri in attesa che hanno protestato, tentando l'occupazione dei binari;
per placare gli animi sono intervenute le pattuglie dei carabinieri -:
se non intenda intervenire presso Trenitalia s.p.a. perché venga istituito un tempestivo servizio alternativo, qualora si dovessero verificare situazioni del genere, in modo da consentire agli utenti di poter
se ritenga opportuno altresì intervenire presso Trenitalia perché, in casi analoghi a questo su descritto, i viaggiatori vengano tempestivamente avvertiti dell'accaduto, anche per evitare episodi di disordine pubblico.
(4-17243)
sono stati istituiti servizi sostitutivi utilizzando circa 10 bus;
fin dalle ore 7.07 del mattino sono stati inviati messaggi telefonici SMS2go agli abbonati con le informazioni circa l'inconveniente verificatosi;
il personale di bordo, avvisato mediante i canali interni circa l'evolversi della situazione, ha provveduto a tenere informati i passeggeri.
La Società ha inoltre sottolineato che, alla riattivazione della circolazione, i treni circolanti sono stati comunque supportati dal servizio sostitutivo su gomma fino alla completa normalizzazione del traffico.
Al fine di coordinare e fronteggiare in modo più adeguato le criticità del servizio e nell'ottica di fornire alla clientela una più tempestiva e puntuale informazione, Ferrovie dello Stato ha deciso di unificare le sale operative di Trenitalia s.p.a. e Rete Ferroviaria Italiana s.p.a.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Federico Bricolo.
da anni nel comprensorio di Gela, viene erogata acqua, per usi civili, che non rispetta i criteri di potabilità stabiliti dalla legge;
l'acqua proviene per la massima parte dal dissalatore di proprietà della Regione Sicilia, gestito dalla Raffineria di Gela, che dissala acqua marina, la remineralizza e in una fase successiva la miscela con piccole dosi di acqua di sorgente;
in realtà l'acqua marina viene estratta in un punto ad alto rischio di contaminazione da idrocarburi perché transitato quotidianamente da petroliere e vicinissimo a zone di scarico industriale;
il dissalatore consta di quattro moduli multiflash e un modulo ad osmosi inversa malfunzionante per mancanza di manutenzione (c'è una sentenza del tribunale di Gela);
la disinfezione viene fatta con ipoclorito di sodio, a temperatura elevata (non esiste un impianto di raffreddamento) e questo comporta rischio di formazione di sostanze altamente cancerogene (trialometani);
nella fase di remineralizzazione, l'acqua viene ricostruita e la durezza dell'acqua viene corretta mediante uso di calce, non alimentare, ma vera e propria calce da muratura, contaminata da ferro;
nella zona di Gela negli ultimi anni sono aumentate le patologie tumorali e le malformazioni neonatali -:
quali urgenti iniziative intenda adottare per verificare la reale situazione e rassicurare una comunità già provata da numerosi e gravosi problemi.
(4-16802)
L'articolo 8, comma 3, dispone che le AUSL assicurino anche una ricerca supplementare delle sostanze e dei microrganismi per i quali non sono stati prefissati valori di parametro, quando c'è motivo di sospettarne la presenza in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana; l'articolo 9 prevede che le sostanze chimiche utilizzate per la potabilizzazione non devono essere presenti in concentrazioni superiori a quelle consentite per il loro impiego.
In merito alla situazione del sistema idrico del comprensorio di Gela, la Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Caltanissetta ha comunicato che, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e presso la Regione Siciliana, si sono svolte diverse riunioni e conferenze di servizi, al fine di individuare le soluzioni necessarie in materia di approvvigionamento idrico dei comparti civile, agricolo ed industriale e risolvere, in via definitiva, la problematica relativa alla scarsa qualità delle acque idropotabili.
Sono stati definiti, pertanto, i seguenti ambiti di intervento.
Il Comune di Gela ha individuato le opere prioritarie ed urgenti per il risanamento dell'acquedotto idrico urbano (realizzazione di un sistema di telecontrollo, rifacimento di parte delle condotte di adduzione e manutenzione straordinaria dei serbatoi, al fine di conseguire un recupero di efficienza della rete del 65 per cento).
Anche l'Autorità d'Ambito Ottimale di Caltanissetta ha previsto nel Programma ottimale territoriale (POT) interventi per le stesse finalità, per un importo complessivo di 20 milioni di euro, di cui 8,4 per l'approvvigionamento e 11,4 per la fognatura.
Il sistema di dissalazione è composto complessivamente di n. 6 moduli; dei quattro moduli termici, in funzione da 30 anni, n. 2 impianti sono da considerare ormai del tutto obsoleti, mentre gli altri richiedono continui ed urgenti lavori di manutenzione straordinaria.
La Società di raffinazione ha rappresentato più volte alla Regione citata l'intento di trasferire la gestione ad altri soggetti (la relativa convenzione è scaduta nel gennaio del 2004 e, solo con successivi accordi, si è convenuto di prorogare l'esercizio delle attività fino al 31 dicembre 2005), manifestando nel contempo la disponibilità a fornire tutti i servizi necessari per la gestione degli impianti fino al subentro del nuovo ente affidatario.
Per fronteggiare la situazione di emergenza idrica derivante dal mancato o ridotto funzionamento dell'intero sistema di dissalazione, il Commissario delegato per l'emergenza idrica ha autorizzato l'Ufficio del Genio Civile ad esercitare, fino al 30 aprile 2005, la gestione dell'impianto, in modo da consegnare, su richiesta del gestore dei sistemi di adduzione e distribuzione, l'acqua prodotta per l'integrazione dell'approvvigionamento dei Comuni serviti dall'acquedotto Gela-Aragona.
Verrebbe così soddisfatto gradualmente il 50 per cento del fabbisogno degli stabilimenti
Questo progetto presuppone che la capacità dell'impianto di depurazione venga raddoppiata, in modo da trattare tutta l'acqua che il sistema idrico di Gela riceve, ma non riesce a distribuire ai cittadini, a causa delle falle che producono perdite diffuse per circa il 50 per cento dell'acqua immessa nelle condotte.
Il raddoppio del depuratore è inserito tra gli interventi previsti dal «Piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della Provincia di Caltanissetta», la cui attuazione è stata affidata al Prefetto di Caltanissetta in qualità di Commissario delegato, ai sensi dell'articolo 12 dell'ordinanza del Ministro dell'interno n. 3072 del 21 luglio 2000.
La Raffineria di Gela, in data 12 ottobre 2005, ha trasmesso copia dei progetti preliminari per il raddoppio del depuratore biologico urbano e dell'impianto di dissalazione delle acque reflue; non risulta tuttavia, ancora disponibile il relativo finanziamento da parte dei competenti assessorati regionali (Territorio ed Ambiente, Bilancio), per l'esecuzione dei lavori necessari, stimati per un onere complessivo di circa euro 24.860.000,00.
La Prefettura ha sottolineato che sono state disposte misure tecniche transitorie per conseguire il miglioramento della qualità delle acque, compatibilmente con le risorse idriche disponibili.
Al riguardo, è stato precisato che l'acqua in distribuzione nel Comune di Gela proviene:
«dal sistema dei moduli di dissalazione dell'acqua di mare sopra descritti; il punto di captazione è a circa 3.000 metri dalla costa, ad una profondità di circa sei metri (testa del pontile della diga foranea);
dalla sorgente Mulinello, che viene miscelata con acqua dissalata nel serbatoio di contrada Spinasanta;
dall'acqua superficiale proveniente dal potabilizzatore delle dighe Ancia e Blufi, che attualmente approvvigionano il quartiere di Caposoprano.
La remineralizzazione viene effettuata con idrossido di calcio certificato e anidride carbonica».
La documentazione acquisita presso l'Azienda per i Servizi sanitari n. 2 di Caltanissetta è disponibile presso il Servizio Assemblea.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Domenico Zinzi.
ancora gli ultimi episodi di cronaca hanno sottolineato la difficoltà di identificare sollecitamente centinaia di clandestini che cercano di entrare nel nostro Paese - soprattutto quando giungono in gruppi numerosi - per segnalare persone già espulse e/o anche scoprire chi, tra di essi, siano gli «scafisti» che indegnamente speculano su questo traffico di esseri umani;
a vario titolo circa un milione di visti vengono emessi ogni anno dalle nostre autorità diplomatiche all'estero e che è estremamente difficile seguire poi l'iter delle pratiche, ma anche verificare il comportamento in Italia di chi ha avuto il visto, tenuto conto del rischio che si effettuino scambi di persona;
migliaia di persone vengono ogni giorno verificate dalle forze dell'ordine e, quando si tratta di cittadini stranieri, spesso è ben difficile riuscire a determinarne l'esatta identità sia perché non sono in possesso di documenti validi, sia perché possono essersi sostituiti con loro connazionali;
per procedere alla esatta identificazione di queste persone occorre prevederne il fermo presso apposite strutture con costi elevati e che si resta sempre nel
se non ritenga il Ministro che le forze dell'ordine dovrebbero disporre, come la nostra rete diplomatica all'estero, di un apparecchio piuttosto semplice e già operativo (ed ora pure realizzato in dimensioni portatili) che consente di identificare ogni persona che richieda il visto con un confronto delle proprie impronte digitali che restano elettronicamente in memoria, collegabili e verificabili ad una memoria centrale;
se in questo modo non si sarebbe sempre in grado di riconoscere l'identità vera di ogni persona dentro e fuori l'Italia, dal momento della concessione del visto fino a ad ogni posto di blocco o valico di frontiera o, in generale, per ogni necessità amministrativa;
se non si ritenga veramente fatto interessante che con una spesa ridotta e assolutamente in modo conforme alle norme in vigore, si creerebbe una maggiore sicurezza per tutti i cittadini nel rispetto della privacy personale di tutti;
risultando all'interrogante che il ministero avrebbe già avviato sperimentazioni in tal senso, quali siano stati i risultati della sperimentazione e - se sono stati positivi - perché non si sia diffuso maggiormente questo sistema di identificazione e verifica, tenuto conto che imprese italiane risultano in questo campo tra le più affidabili del mercato mondiale e che quindi questa scelta operativa potrebbe dare anche un importante impulso alla nostra tecnologia in campo di identificazione e sicurezza;
nel caso l'opportunità di quanto sopra fosse confermata, se il Governo non ritenga indispensabile predisporre e/o integrare un apposito fondo per incrementare questo miglioramento tecnologico della struttura ministeriale.
(4-02551)
Tuttavia, il sistema è stato ulteriormente potenziato, in modo da poter fornire risposte in tempi rapidissimi, dell'ordine di alcuni minuti, anche negli orari di maggior carico di lavoro.
Grazie a tali automatismi, gli operatori presenti nei quattordici gabinetti regionali della polizia scientifica garantiscono, anche con turni di presenza notturna presso la sede di Roma e di stretta reperibilità per le altre sedi, la transazione delle richieste di identificazione dattiloscopica in tempi rapidi.
Si precisa, inoltre, che mentre durante le ore diurne la risposta viene fornita in tempo reale, nelle ore notturne nei casi di urgenza si ricorre alla reperibilità immediata degli operatori per ottenere l'identificazione in tempi rapidi, ma non sempre ciò accade e a volte la risposta viene fornita il mattino successivo, comunque nell'ambito del termine di dodici ore di durata del fermo (tale termine è peraltro elevato a ventiquattro ore dal decreto-legge antiterrorismo).
Finora, comunque, il sistema in oggetto ha funzionato efficacemente: lo dimostrano il tempo reale necessario per le operazioni durante le ore diurne e la disponibilità e la
Si rappresenta, infine, che le iniziative di contrasto dell'immigrazione illegale sono state incrementate in particolar modo su quelli immigrati provenienti da determinate aree geografiche.
A tale scopo, è stato sviluppato il progetto di una apparecchiatura portatile denominata Spaid (sottosistema per l'assunzione delle impronte digitali), con il quale è possibile assumere le impronte di due dita in formato digitale, per inviarle, al Casellario Centrale di Identità, nella base dati detta Afis, per i confronti.
Tali apparecchiature sono ormai in uso e vengono regolarmente utilizzate in tutti gli uffici di Polizia delle fasce costiere dell'Italia meridionale più interessate dal fenomeno dell'immigrazione illegale.
Infine, con la legge 31 luglio 2005, n. 155 - recante misure urgenti per il contrasto al terrorismo internazionale - sono state introdotte tutte una serie di norme, in particolare sull'identificazione personale, che vanno proprio nella direzione auspicata dall'interrogante per fronteggiare e contrastare, nel rispetto delle normative vigenti, la massiccia ondata di immigrati che si riversa, in maniera costante, sul nostro territorio.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Giampiero D'Alia.
la regione del Veneto con la legge n. 13 del 2005 ha consentito la caccia a sette specie di uccelli protetti dalla direttiva 409/79/CEE e dalla legge n. 157 del 1992: Peppola, Fringuello, Passero, Mattugia, Storno, Tortora dal collare, Cormorano, per un arco di 5 anni ovvero dal 2005 al 2010, in tutte le forme di caccia quali appostamento temporaneo, appostamento fisso e vagante, per ben 159.1000.000 di uccelli, per 5 giorni la settimana, senza alcun controllo aggiuntivo;
questa legge è stata dichiarata in contrasto con la normativa nazionale anche dall'INFS, Istituto nazionale fauna selvatica, che con una circolare indirizzata alla Lega abolizione caccia del Veneto (prot. n. 6811/T-A61, del 15 settembre 2005, ad oggetto: «Applicazione del regime di caccia in deroga ai sensi della direttiva n. 79/409/CEE, articolo 9 - legge regionale del Veneto n. 13 del 2005»), ha evidenziato che:
1) non sono rispettare le piccole quantità di uccelli cacciabili in deroga come concordato a livello nazionale (nel 2004 in Veneto sono state uccise 96.157 Peppole contro un limite concordato con le altre regioni pari a 23.400 uccelli);
2) il periodo di caccia è troppo lungo;
3) i controlli sono insufficienti;
4) gli uccelli abbattuti vanno registrasti subito sul tesserino e non a fine giornata;
5) non sono rispettate le condizioni delle deroghe previste dalla direttiva «Uccelli»;
6) manca il benestare dell'autorità, ex articolo 9 della direttiva 409/79/CEE, ovvero dello stesso INFS;
le palesi violazioni della legge n. 13 del 2005 alla direttiva 409/79/CEE e alla legge n. 157 del 1992 sono già state evidenziate e documentate dettagliatamente ai ministri in indirizzo, con ricorsi del 22 agosto 2005, 31 agosto 2005 e 26 settembre 2005 della LAC Sezione del Veneto, che ha chiesto espressamente al Governo italiano di annullare la legge regionale -:
se il Governo non ritenga opportuno procedere al più presto, conformemente a
(4-18517)
Sulla legge regionale in parola, come su altre di analogo contenuto approvate da altre Regioni, è stata formulata una proposta di impugnativa innanzi alla Corte costituzionale, ma il Consiglio dei ministri, preso atto che il ministero delle politiche agricole e forestali ha comunicato di non avere osservazioni tali da giustificare il ricorso nei sensi anzicennati e che il ministero dell'ambiente non ha fornito alcun parere sulla fattispecie, ne ha deliberato la non impugnazione.
Per quanto concerne il prelievo in deroga di alcune specie di uccelli previsto dalla legge n. 221 del 2002 e dalla direttiva comunitaria 79/409/CEE, si ritiene opportuno far presente che in data 17 giugno 2005 il Presidente della Conferenza dei Presidenti delle regioni e delle province autonome ha chiesto di procedere anche per l'anno 2005, in analogia a quanto fatto per l'anno precedente, alla stipula di una intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, al fine di suddividere, tra le Regioni interessate, la «piccola quantità» indicata dall'INFS per il prelievo in deroga di esemplari cacciabili.
A seguito di tale richiesta, in data 14 settembre 2005 si è riunito un apposito tavolo tecnico presso la segreteria della Conferenza Stato-Regioni, ma la proposta d'intesa in ordine alla suddetta ripartizione per l'anno 2005 non è stata trattata.
Il Ministro per gli affari regionali: Enrico La Loggia.