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La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 15.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il ministro delle comunicazioni ed il ministro per i rapporti con il Parlamento.
PRESIDENTE. L'onorevole Ruggeri ha facoltà di
RUGGERO RUGGERI. Signor ministro, ormai, dal 2000 ad oggi, sono state presentate migliaia di interrogazioni sul funzionamento del servizio pubblico postale in Italia; in provincia di Mantova, la situazione è emblematica. Il recapito è ormai al collasso e a Brescia vi sono circa 12 mila quintali di corrispondenza da smistare: inviti ai congressi delle categorie che non sono stati recapitati, fatture dell'ENEL, con conseguente interruzione delle forniture ad imprese privati, a cittadini e ad enti, fatture della Telecom e del gas, gare pubbliche che sono state disdette perché non sono stati recapitati gli avvisi e pertanto appalti, per così dire, sfumati.
PRESIDENTE. Onorevole Ruggeri, concluda!
RUGGERO RUGGERI. Non a caso, la provincia di Mantova, i sindaci, associazioni, partiti e sindacati hanno promosso una giornata di denuncia di tale caos.
PRESIDENTE. Il ministro delle comunicazioni, onorevole Landolfi, ha facoltà di
MARIO LANDOLFI, Ministro delle comunicazioni. Signor Presidente, come l'onorevole interrogante sa, il Ministero delle comunicazioni è legato alla società Poste italiane da un contratto di programma attualmente in fase di rinnovo che, se non consente al Governo di intervenire nella gestione dell'azienda, assicura tuttavia al Ministero, quale autorità di regolamentazione del settore postale, una potestà di vigilanza per verificare il corretto espletamento del servizio universale. Quest'ultimo, pur rispettando l'equilibrio finanziario, dev'essere garantito su tutti i punti del territorio nazionale secondo criteri di ragionevolezza, attraverso un congruo numero di punti di accesso.
con la possibilità di demandare la concreta attuazione a sedi locali di concertazione. Nel contratto di programma 2006-2008 , in corso di definizione, il Ministero intende introdurre ulteriori indicatori di qualità del servizio postale universale, con particolare riferimento alla distribuzione dei punti di accesso sul territorio, agli orari di apertura degli sportelli, ai tempi di erogazione del servizio.
PRESIDENTE. L'onorevole Ruggeri ha facoltà di
RUGGERO RUGGERI. Signor ministro, non ci siamo affatto: qui ci stiamo prendendo in giro! In primo luogo, mi domando cosa centri l'elevata tecnologia quando tutta la posta spedita da Mantova impiega 34 giorni per compiere un tragitto di 10 metri! Se si sposta tutta la corrispondenza a Brescia, poi deve tornare a Mantova: si tratta di 120 chilometri! Cosa c'entrano la tecnologia e l'efficienza? Stiamo scherzando?
PRESIDENTE. Onorevole Ruggeri, si avvii a concludere!
RUGGERO RUGGERI. ... dovrebbe aggiungere anche: «smantellamento dei servizi pubblici: fatto!» (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
Il piano di razionalizzazione e di intervento per il 2005, comunicato da Poste italiane ai sensi dell'articolo 6 del contratto di programma, non riporta chiusure di uffici postali nella provincia di Mantova, dove sono presenti 128 uffici distribuiti in settanta comuni. Poste italiane ha comunicato, tuttavia, di avere attuato una riarticolazione temporanea dell'orario di apertura al pubblico, salvaguardando il presidio capillare del territorio stesso; nel mese di agosto 2005, diciannove uffici sono stati riorganizzati con un'apertura a giorni alterni su base settimanale. L'intervento di razionalizzazione ha coinvolto quindici comuni; nello scorso mese di febbraio, l'azienda ha assicurato che aumenterà di un giorno l'apertura a Solarolo e a Villastrada, frazioni rispettivamente dei comuni di Goito e Dosolo.
La concessionaria ha effettivamente trasferito, nello scorso mese di novembre, presso il centro di meccanizzazione postale di Brescia tutte le lavorazioni di smaltimento della corrispondenza in precedenza effettuate presso il centro operativo postale di Mantova, fermi restando in tale sede l'ufficio di recapito, il servizio accettazione grandi clienti ed il servizio trasporti. Tale iniziativa rientra nel progetto nazionale Nuova rete, che prevede la concentrazione delle operazioni di smistamento della corrispondenza in centri dotati di impianti ad elevata tecnologia in grado di automatizzare le operazioni in precedenza effettuate manualmente. Ciò, allo scopo di ridurre i tempi di lavorazione e ottimizzare i cicli produttivi per garantire un miglioramento degli standard di qualità.
Per affrontare il problema della distribuzione sul territorio degli uffici postali, il Ministero delle comunicazioni ha provveduto all'attivazione di un tavolo di lavoro con la società Poste italiane Spa finalizzato alla definizione dei criteri di distribuzione dei punti di accesso sul territorio,
È stato, inoltre, richiesto l'impegno di Poste italiane Spa a non effettuare chiusure di uffici postali che non siano state preventivamente comunicate all'autorità ed adeguatamente giustificate.
In secondo luogo, le contesto il ruolo che lo Stato assume in questo momento. Altro che contratto di servizio: proprietario delle Poste italiane è, al 100 per cento, il Tesoro! Quindi, chi è che può garantire e tutelare l'universalità del servizio postale: l'azienda Poste italiane? Non solo, ma vorrei ricordare che il Governo ha affidato una missione a tale azienda, che consiste nel mostrare affidabilità e senso di responsabilità nell'esercizio delle attività che caratterizzano il servizio postale.
Quindi, caro signor ministro, non ci siamo assolutamente! La invito a ripristinare la logica ed il buon senso. La posta deve arrivare con puntualità, e l'alta tecnologia non ha niente a che vedere con la chiusura del centro di smistamento!
Lei comprende, signor ministro, che se domani dovesse essere chiuso anche il centro di smaltimento della corrispondenza di Brescia, centralizzando magari il servizio a Roma, la posta spedita da un mantovano ad un altro mantovano dovrà essere trasferita a Roma per poi tornare a Mantova (come accade oggi per Brescia). Il risultato sono 12 mila quintali di corrispondenza da smistare, proprio perché è stato chiuso il centro postale di smaltimento di Mantova! Questa è la realtà!
Vorrei tuttavia osservare che vi è una responsabilità da parte di questo Governo. Quando Berlusconi va in televisione e dice: «riforma della scuola: fatto!»...