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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.
PRESIDENTE. L'onorevole De Laurentiis ha facoltà di
RODOLFO DE LAURENTIIS. Signor Presidente, ritorno nuovamente su un argomento che, in quest'aula, ho già sottoposto all'attenzione del Governo e dei colleghi della Camera dei deputati. Si tratta di una vicenda che vede coinvolte tre cooperative della provincia de L'Aquila che svolgono servizi di vigilanza e pulizia presso alcuni istituti scolastici della provincia stessa, costituite da lavoratori stabilizzati ai sensi dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 468 del 1997 e che operano, appunto, nella provincia de L'Aquila. Nel corso della risposta... Signor presidente, chiederei l'attenzione del rappresentante del Governo...
PRESIDENTE. Signor sottosegretario, il collega De Laurentiis, in sostanza, chiede di vedere il Governo «in faccia»: in questo caso, trattandosi dell'onorevole Aprea, vedere il Governo «in faccia» è senz'altro gradevole...
RODOLFO DE LAURENTIIS. Come stavo dicendo, il 3 novembre 2004, nel corso di un'interrogazione a risposta immediata, il Governo, nella persona del ministro competente, fornì precise rassicurazioni su una progressiva omogeneizzazione delle condizioni economiche riservate ai lavoratori transitati dagli enti locali allo Stato (ex lavoratori socialmente utili) con quelle riservate ai lavoratori dei consorzi nazionali, poiché il ministro dell'istruzione, università e ricerca stava effettuando, in collaborazione con la Consip, una ricognizione e gli ultimi approfondimenti per procedere alle nuove gare di appalto.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, onorevole Aprea, ha facoltà di
VALENTINA APREA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, com'è noto agli onorevoli interpellanti, la problematica delle cooperative appartenenti agli «appalti storici» è stata già oggetto di un'interrogazione parlamentare.
parte dei direttori degli uffici scolastici regionali, cui, tra l'altro, compete l'aggiudicazione sulla base del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa e la stipula di un contratto quadro con le ditte aggiudicatarie. Il concreto affidamento dei lavori viene, invece, effettuato, con il perfezionamento dei rispettivi contratti attuativi, da ogni singolo capo di istituto, che provvede, altresì, a pagare le fatture all'impresa affidataria, previa assegnazione delle somme a ciò destinate da parte del competente direttore regionale.
degli attuali compensi con le ordinarie, garantistiche e legittime procedure di gara.
PRESIDENTE. L'onorevole De Laurentiis ha facoltà di
RODOLFO DE LAURENTIIS. Signor Presidente, vorrei sottolineare due aspetti: il primo è quello cui faceva riferimento il sottosegretario, ossia la creazione, attraverso questo sistema, di una stabilità occupazionale. Questa è esattamente la procedura inversa, perché è evidente, anche dai dati che ho citato poc'anzi, che queste cooperative riusciranno a sopravvivere fino a giugno utilizzando il proprio TFR maturato fino ad ora. Quindi, successivamente vi sarà un serio pericolo di fallimento.
Successivamente, il 30 giugno 2005, con una circolare amministrativa, il MIUR ha disposto una proroga degli appalti fino alla stipula dei contratti con le stesse condizioni previste per l'anno trascorso.
Si deve tener presente che stiamo parlando di lavoratori le cui condizioni economiche sono esattamente il cinquanta per cento meno vantaggiose rispetto a quelle che riguardano i consorzi nazionali. Da fonti attendibili risulta che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca sta predisponendo due bandi di gara: uno per gli appalti con i consorzi nazionali ed un altro, a livello regionale, per gli «appalti storici», tra i quali vengono erroneamente considerate anche le fattispecie di cui stiamo parlando.
È ovvio che tale scelta, anzitutto non consentirà di raggiungere l'obiettivo di una progressiva omogeneizzazione, anche a fronte delle assicurazioni fornite dal Governo in quest'aula ed anche - e soprattutto - perché ci troviamo di fronte alla regione Abruzzo, che non dispone dei fondi necessari e sufficienti a tale scopo.
Il protrarsi di tale situazione comporterà evidentemente una situazione di progressiva criticità, fino a dover prevedere anche un fallimento delle cooperative stesse, con ripercussioni sociali sui lavoratori impegnati, che lascio ben immaginare. Signor sottosegretario, tenga presente che le attuali condizioni economiche, in base al contratto collettivo nazionale di lavoro terziario e servizi, non riesce a coprire neanche il costo del lavoro rispetto alle remunerazioni date dagli appalti di cui godono queste tre cooperative.
Tutto ciò premesso, chiedo se sia vero che saranno espletati effettivamente due bandi di gara e con quale tempistica si possa immaginare il loro espletamento; se sia possibile, in caso di risposta affermativa, inserire tali appalti, relativi alle tre cooperative della provincia de L'Aquila, e comunque tutti i progetti di stabilizzazione realizzati dagli enti locali, ai sensi del decreto legislativo n. 468 della 1997, nell'ambito delle gare oggi riservate ai consorzi nazionali.
Chiedo, inoltre, se, nelle more dell'avvio di queste procedure per le nuove gare d'appalto, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca intenda rivedere le convenzioni per migliorare le condizioni economiche, in modo da garantire almeno la sopravvivenza economico-finanziaria e la prestazione del servizio presso gli istituti scolastici interessati. Teniamo conto che queste cooperative - e concludo -, oltre ai servizi di pulizia, svolgono anche servizi di vigilanza. Si tratta, quindi, di una ulteriore prestazione accessoria rispetto a quella svolta dai consorzi nazionali.
Ricordo che il servizio di pulizia di numerose istituzioni scolastiche pubbliche, oltre ad essere svolto da personale interno alla scuola (collaboratori scolastici), viene effettuato da personale esterno.
In tale ipotesi, le modalità di affidamento variano a seconda che il servizio sia assegnato ad imprese di pulizia «ereditate» dagli enti locali (tra le quali operano anche le cooperative sociali), già competenti in materia prima del passaggio allo Stato del rispettivo personale, ovvero da personale ex LSU, stabilizzato ai sensi della relativa normativa di riferimento.
Si ricorda che il fenomeno è abbastanza esteso, soprattutto nelle aree centromeridionali del territorio nazionale, per la notevole rilevanza, oltre che numerica, anche di carattere sociopolitico ed occupazionale.
Questa normativa, finalizzata a favorire la creazione di stabili opportunità occupazionali per gli interessati, ha previsto la stabilizzazione, mediante procedure di terziarizzazione dei servizi di pulizia nelle scuole, del personale già impegnato nelle scuole in attività socialmente utili, attraverso l'affidamento di questo servizio a consorzi di imprese, che hanno proceduto all'assunzione a tempo indeterminato di detto personale.
Nel corso del rapporto, è intervenuta, però, la procedura di infrazione n. 2002/4476 da parte della Commissione delle Comunità europee, per violazione della direttiva 92/50/CEE in materia di appalti pubblici di servizi, censurando le modalità con le quali il ministero aveva proceduto all'affidamento degli appalti di pulizia svolti da personale ex LSU negli istituti scolastici, in deroga alla disciplina in materia di contratti della pubblica amministrazione.
Di tali censure ha preso atto la legge 31 ottobre 2003, n. 306, recante disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee, che ha espressamente richiesto il rispetto della disciplina comunitaria in materia di appalti anche per i servizi in questione.
A seguito di ciò, sono state avviate le attività per la predisposizione delle gare, mentre, nelle more della loro definizione, a fronte delle risorse annualmente appostate in bilancio, è stata disposta la proroga dei contratti in esercizio fino alla stipula con i vincitori delle gare medesime. Ciò anche al fine di scongiurare ogni turbativa nella regolare prestazione del servizio scolastico all'utenza a causa dell'interruzione delle attività di pulizia nelle scuole interessate.
Premesso quanto sopra, per lo studio della problematica e per l'individuazione delle migliori soluzioni al riguardo, ha operato un apposito gruppo di lavoro costituito da funzionari del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, del Ministero dell'economia e della finanze e della Consip, che ha anche provveduto alla elaborazione e predisposizione della documentazione di gara.
Questa documentazione, sostanzialmente, si pone con procedure che prevedono l'emanazione del bando di gara da
Come può rilevarsi, la procedura prefigurata è in gran parte accentrata sulle direzioni regionali cui fanno capo - nei rispettivi capitoli di bilancio - le relative risorse.
Per garantire una certa omogeneità di comportamento ed univocità interpretative nella definizione e gestione delle gare d'appalto da parte dei competenti direttori degli uffici scolastici regionali, sono state fornite istruzioni ed indirizzi comuni, con indicazioni uniformi riferibili all'intero territorio nazionale, omogeneizzando, così, nelle modalità di conferimento e nei tempi di decorrenza, il regime degli appalti, anche per maturare economie di scala attraverso l'indizione di gare di portata regionale.
A fronte di due diverse tipologie di modalità di affidamento del servizio, derivanti da diversa normativa di riferimento, istruzioni ed indicazioni sono state date con due apposite direttive (la n. 68 del 28 luglio 2005, per gli appalti storici, e la n. 92 del 23 dicembre 2005, per gli ex LSU), concordate con il Ministero dell'economia e delle finanze, in uno con la relativa documentazione di gara in esse richiamata. La prima direttiva è stata registrata il 28 settembre 2005 e la seconda è in corso di registrazione.
La suddetta documentazione, di natura strumentale, si pone come un contributo tecnico e di orientamento ed utile supporto per l'attività di competenza degli uffici scolastici regionali, ferma restando la possibilità, da parte di ciascun ufficio scolastico regionale, nell'ambito delle proprie autonome attribuzioni, valutazioni e potestà decisionali, di procedere ad eventuali modifiche o integrazioni della documentazione stessa, ove ritenuto opportuno o necessario, per contestualizzarla alle diverse e concrete esigenze e contingenze locali, eventualmente acquisendo anche i pareri preventivi delle avvocature distrettuali dello Stato e degli organi di controllo territorialmente competenti.
Ciò premesso, vorrei far presente che la direzione regionale dell'Abruzzo - come, peraltro, tutte le altre - dispone, ad oggi, di idonei finanziamenti, sia per gestire la proroga degli appalti in atto, sia per far fronte agli impegni dell'emananda gara.
Come già detto, la tematica è regolata da due direttive, sostanzialmente analoghe, ma che non possono non tener conto della normativa primaria di riferimento. Entrambe, però, contrariamente a quanto assunto dagli onorevoli interpellanti, prevedono bandi di gara di livello regionale, né è contemplato alcun percorso riservato per i consorzi degli ex LSU. Anzi, tutte le ditte di pulizia, ivi compresi i consorzi, le cooperative e le imprese che attualmente prestano servizio nelle scuole, possono, ove siano in possesso dei requisiti di legge, partecipare indifferentemente ad entrambe le gare, in pieno ossequio al principio della libera concorrenza propugnata dalla normativa indicata in precedenza.
Risulta che, al momento, i bandi di gara per gli appalti storici sono in fase di avvio. In particolare, per quanto riguarda la regione Abruzzo, la procedura di pubblicazione del bando è prossima alla conclusione, mentre, per quelli relativi agli ex LSU, dovrà attendersi quanto meno la registrazione alla Corte dei conti della relativa direttiva, attualmente in corso.
Al momento, infine, non sono ammissibili adeguamenti degli attuali compensi, salvo l'adeguamento relativo all'indice Istat, atteso che quella in corso è una mera proroga e non un rapporto novativo e, pertanto, non risulta possibile alcun intervento per il miglioramento delle condizioni economiche delle cooperative Perla, Quadrifoglio e Cospua; ciò, peraltro, in vista di una prossima conclusione delle gare, con conseguente successivo allineamento
L'altro elemento che voglio sottolineare è come in quest'aula, nel 2004, nel corso dello svolgimento dell'interrogazione a risposta immediata dianzi richiamata, l'affermazione principale contenuta nella risposta del ministro fosse l'obiettivo della omogeneizzazione tra le diverse condizioni. Mi sembra che a tutt'oggi siano stati ribaditi due binari: da una parte, i consorzi nazionali e, dall'altra, le cooperative di cui stiamo parlando.
È evidente che, se è il mercato a porre le condizioni delle trattative, come è giusto che sia, non ci sarà alcuna possibilità di omogeneizzazione di queste due fattispecie, che svolgono la stessa attività, lo stesso servizio e anche servizi aggiuntivi, e che percepiscono circa 3 mila euro in meno all'anno.
Non si ritiene una discriminazione oggettiva, a parità di condizioni, il fatto che lavoratori che operano nello stesso settore percepiscano somme economiche notevolmente diverse? Non si ritiene un pericolo oggettivo che tali lavoratori debbano, per sopravvivere, utilizzare il proprio TFR? Infatti, sono costretti a consumare fino a giugno - così mi è stato detto - il loro accantonamento.
Questi sono i temi che ho voluto porre all'attenzione del Governo, sperando che la risposta andasse al di là del riferimento alle procedure. È necessario trovare una soluzione, forse attraverso un appalto unico, e comunque facendo di tutto per omogeneizzare le condizioni economiche e di lavoro di queste due categorie. Ripeto: è assurdo che due categorie svolgano lo stesso lavoro ed una, che anzi svolge attività maggiori, percepisca prestazioni economiche inferiori.
Su questo tema ci saremmo aspettati una risposta più concreta e più coerente con le affermazioni rese in quest'aula nel 2004.