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PRESIDENTE. L'onorevole Pasetto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lusetti n. 3-05311 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 5), di cui è cofirmatario.
GIORGIO PASETTO. Signor ministro, la questione dell'Alitalia è emblematica, perché è coerente con l'azione del Governo e soprattutto del suo Presidente del Consiglio. Quest'ultimo afferma che ci sono due colpevoli: uno è il centro sinistra - e questa è la «musica» che ripete su tutto ed in ordine a tutto - e l'altro è sicuramente il sindacato.
Ebbene, rispondendo al Presidente del Consiglio Berlusconi, nel corso di questi cinque anni non abbiamo mai negato che i problemi dell'Alitalia fossero problemi strutturali e di fondo. Cito alcuni passaggi significativi. In questi cinque anni la situazione si è aggravata e siamo limite del
fallimento. La questione Alitalia è il simbolo della assoluta mancanza di una politica dei trasporti nel nostro paese, ed oggi Berlusconi dice di risolverla manu militari, visto che non c'è altra soluzione: è arrivato a dire questo nei giorni passati!
Due questioni. La prima è dove sta la grande alleanza ...
PRESIDENTE. Deve sintetizzare, onorevole Pasetto, perché ha finito il suo tempo; poi potrà replicare.
GIORGIO PASETTO. Signor Presidente, solo due battute.
Dov'è la grande alleanza con Alitalia? Soprattutto, dove è la coerenza tra il piano industriale che è stato approvato e l'acquisizione di Volare? Qui vi è uno dei nodi: la verità è che Volare è cara ad una parte della maggioranza, che ha sempre insistito su questo punto, mentre vi era questa situazione di crisi ...
PRESIDENTE. Mi dispiace doverla interrompere ...
GIORGIO PASETTO. ... mentre non c'era il piano industriale, abbiamo acquistato Volare. Questa è la sintesi dell'azione del Governo!
PRESIDENTE. Voli anche lei... Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, onorevole Maroni, ha facoltà di rispondere.
ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, mi ero preparato a rispondere all'interrogazione in esame, ma le questioni poste dall'interrogante sono un po' diverse.
Innanzitutto, Alitalia non ha acquisito Volare, lei dice una cosa inesatta; ha presentato la propria offerta, ma la gara non è ancora stata aggiudicata. In secondo luogo, voglio ricordare o informare l'interrogante, che forse non ne è al corrente, che Alitalia è una società per azioni quotata in Borsa; inoltre, dopo l'aumento di capitale da un miliardo di euro, la quota del Tesoro è scesa sotto il 50 per cento.
Ricordo infine che Alitalia non è un'azienda pubblica che il Governo possa governare a suo piacimento. Esiste un management, ma soprattutto il 51 per cento del capitale è costituito da azionisti privati, che hanno versato un miliardo di euro sulla base di un piano industriale presentato dall'amministratore delegato e dal presidente in base ad un prospetto finanziario depositato presso la Consob. Se ora il Governo intervenisse o interferisse con il piano industriale, al di là dei risvolti penali di market abuse, compirebbe un'azione che non è di sua competenza. Allora, visto che al Presidente del Consiglio in questi anni è sempre stato eccepito il problema del conflitto di interessi, almeno in questo caso io credo che sia necessario - questa è la posizione del Governo - ed inevitabile lasciare al management di Alitalia la responsabilità di dare piena attuazione al piano industriale concordato con le parti sindacali.
Circa i dati contenuti nell'interrogazione relativi ai risultati economici del 2005, questi non corrispondono al vero.
I risultati relativi al primo anno del piano industriale 2005-2008 evidenziano una netta inversione di tendenza rispetto ai risultati negativi precedentemente conseguiti. Ne cito solo uno: il bilancio 2003 si è chiuso con 519 milioni di euro di perdite; il bilancio 2004, con 812 milioni di euro di perdite; i primi nove mesi del 2005 registrano una perdita di 39 milioni di euro, rispetto ai 620 milioni dello stesso periodo dell'anno precedente, con un risultato operativo migliorato di oltre 580 milioni di euro. Ciò a dimostrazione che l'azione del Governo per salvare Alitalia è stata - ed è - efficace. È chiaro che, se poi si è cambiata idea e si è deciso che tale piano industriale non può più o non deve più essere attuato, perché comporta variazioni negli assetti delle rappresentanze sindacali e ciò implica, per ogni giorno di interruzione del servizio, una perdita pari a 10 milioni di euro, i conti dell'azienda peggiorano rapidamente e la situazione sarà quella che sarà. Ma ciò non è certo
responsabilità né del piano industriale, né del management, né, tanto meno, del Governo.
PRESIDENTE. L'onorevole Lusetti ha facoltà di
RENZO LUSETTI. Signor ministro, ci riteniamo completamente insoddisfatti della sua risposta, anche per la contraddittorietà tra la premessa e la conclusione, quando ha citato i dati.
ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. In treno, però!
RENZO LUSETTI. Non si può attribuire tutta la responsabilità al management. Il management è, comunque, espressione anche dell'azionista di riferimento, ossia del Ministero dell'economia e delle finanze, che noi avevamo interpellato al riguardo. Quindi, se il management non va bene, come lei ha affermato nella sua risposta, va cacciato!
ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Ho detto il contrario, non mi hai capito!
RENZO LUSETTI. Questo sarebbe un Governo serio, se volesse rispondere concretamente alle esigenze dei cittadini! Dunque, credo sia ora di dare risposte concrete ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).
La situazione della compagnia di bandiera è divenuta un'emergenza nazionale e lei ha dimostrato, anche con questa risposta, che il Governo «se ne lava le mani». Noi non vogliamo il fallimento dell'Alitalia, al contrario di quanto hanno dichiarati alcuni suoi colleghi e come anche lei ha fatto trasparire, non solo nella sua risposta di oggi, ma anche in alcune dichiarazioni da lei rilasciate questa mattina. Noi crediamo realmente al salvataggio della compagnia di bandiera e riteniamo che vi debba essere, insieme al piano finanziario, un vero e proprio piano industriale, che oggi non c'è e che noi non vediamo. Anche le cifre che lei ci ha appena comunicato non corrispondono alla realtà. Non si è riscontrato alcun miglioramento nei conti del 2004 e del 2005, e si prevede un netto peggioramento per i conti del 2006.
Signor ministro, noi crediamo che sia necessario, prima, il risanamento della compagnia di bandiera e, poi, il suo rilancio. Ma non vediamo, da parte del Governo, alcuna volontà di procedere verso il risanamento e nemmeno verso il rilancio industriale della compagnia di bandiera. Di tutto ciò ne fanno le spese i cittadini. Signor ministro, è facile dare la colpa sindacati, come fa il capo dell'esecutivo, per nascondere le responsabilità e l'incapacità del Governo. Anche su questo tema, il Governo ha dimostrato di non essere all'altezza ed è ora che vada a casa...