Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 715 dell'1/12/2005
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(Diffusione di notizie sulla salubrità di prodotti alimentari del gruppo Cremonini - n. 2-01729)

PRESIDENTE. L'onorevole Emerenzio Barbieri ha facoltà di illustrare l'interpellanza Volontè n. 2-01729 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 3), di cui è cofirmatario.


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EMERENZIO BARBIERI. Signor Presidente, vorrei segnalare che il 6 novembre RAI3, nel corso della trasmissione Report, ha mandato in onda un servizio dal titolo «Il re della bistecca», nel quale la conduttrice, Milena Gabanelli, ha illustrato una questione riguardante una presunta truffa internazionale che avrebbe coinvolto il gruppo Cremonini, noto gruppo del settore alimentare.
L'inchiesta riguarderebbe una partita di carne in scatola esportata dalla Inalca di Modena (una società del citato gruppo Cremonini) a Cuba, che, secondo detto servizio, sarebbe stata rispedita al mittente e da questi dirottata in Angola, perché avariata.
Il cavalier Luigi Cremonini, in un'intervista al Quotidiano nazionale del 15 novembre 2005, ha affermato, con grande tranquillità, che si è trattato di una montatura, in quanto, nelle prime partite di carne inviate a Cuba, alcune scatole si sarebbero rotte, arrivando a destinazione, ovviamente, deteriorate, ma dai controlli fatti eseguire in Svizzera sul resto della merce incriminata non sarebbe emerso nulla.
Quanto al dirottamento della merce verso l'Angola, inoltre, il titolare avrebbe affermato che si trattava di una sede in cui il gruppo possiede dei depositi, dove la merce è stata smistata in attesa delle ulteriori verifiche.
A nostro giudizio, un'inchiesta come quella effettuata dalla Gabanelli, non suffragata da verifiche e prove che attestino, inequivocabilmente, l'insalubrità dei prodotti distribuiti, rischia di penalizzare, economicamente e moralmente, un'azienda affermata, come l'Inalca di Modena, nonché tutto il gruppo Cremonini.
Chiediamo al Governo, pertanto, di sapere quali iniziative intenda adottare al fine di verificare e certificare la salubrità dei prodotti in questione, in modo che sia possibile smentire, in termini definitivi, tutte le notizie infondate che sono state diffuse sull'argomento.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la salute, senatore Cursi, ha facoltà di rispondere.

CESARE CURSI, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame, va precisato che tutti gli stabilimenti che producono prodotti a base di carne, la cui idoneità viene riconosciuta dal Ministero della salute, ai sensi di quanto previsto dal decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 537, sono sottoposti al controllo veterinario permanente, effettuato da un veterinario ufficiale dell'azienda sanitaria locale competente per territorio, che deve verificare il rispetto della normativa vigente.
Per quanto riguarda le carni fresche, invece, le disposizioni del decreto legislativo 18 aprile 1994, n. 286, attuativo di una direttiva comunitaria, prevedono quanto segue. Per gli stabilimenti di macellazione, è stabilito l'obbligo del controllo dell'idoneità di tutti gli animali vivi destinati alla macellazione, nonché l'ispezione, da parte del veterinario ufficiale dell'azienda sanitaria locale, sulle carni ottenute dagli animali macellati; per gli stabilimenti di sezionamento delle carni, inoltre, è prevista la presenza del veterinario ufficiale, almeno una volta al giorno, al fine di verificare, attraverso controlli ispettivi, documentali e di laboratorio, che le carni introdotte per il sezionamento e le carni in uscita siano idonee per il consumo umano.
Le carni ed i relativi prodotti destinati ad essere esportati verso paesi terzi sono accompagnati da un certificato sanitario, firmato da un veterinario ufficiale dell'ASL di competenza, che attesta la salubrità dei prodotti e le garanzie richieste dal paese terzo di destinazione. Nel caso in cui il paese terzo riceva un prodotto non rispondente alle garanzie sanitarie richieste, lo comunica all'autorità italiana competente.
Gli stabilimenti del gruppo Cremonini, pertanto, come tutti gli stabilimenti operanti sul territorio nazionale, sono assoggettati alle verifiche previste dalla normativa


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sanitaria vigente. Gli organi del Servizio sanitario nazionale, nonché i nuclei antisofisticazioni e sanità dell'Arma dei carabinieri (NAS), inoltre, possono entrambi intervenire in tutte le fasi della produzione e della commercializzazione delle carni fresche e dei relativi prodotti sul territorio italiano.
Resta inteso che gli stabilimenti del gruppo alimentare non possono né produrre né esportare alimenti non conformi ai requisiti di sicurezza per il consumatore, prescritti dalla normativa nazionale e comunitaria.
Al Ministero della salute non risultano i fatti segnalati dalla trasmissione televisiva e non sono state ricevute segnalazioni da parte dei paesi terzi interessati coinvolti nei fatti segnalati dagli interpellanti.
Con riferimento, poi, alla richiesta degli interpellanti di adottare ulteriori iniziative al fine di verificare la salubrità dei prodotti in oggetto, il ministero ha già predisposto controlli analitici diretti sui prodotti esportati.
Il Ministero delle attività produttive ha comunicato, per gli aspetti di competenza, che il rilascio dei titoli di esportazione verso paesi terzi di preparati di carne e di conserve di carne è un atto dovuto nei confronti del richiedente, previa comunicazione, di volta in volta, alla Commissione europea.
Lo stesso ministero ha rilevato che, «malgrado l'assenza di un'indicazione sul periodo specifico in cui è stata attivata l'operazione di esportazione di cui all'interpellanza in oggetto, non risultano, a un rapido esame, essere stati rilasciati titoli di esportazione verso Cuba, bensì verso l'Angola, con maggior frequenza nell'ultimo anno».
È stato precisato, inoltre, che «l'indicazione del paese di destinazione per le esportazioni di carni (al momento della richiesta di autorizzazione) non è obbligatoria da parte dell'operatore, il quale può modificarla nel corso dell'operazione di esportazione, senz'altro intervento da parte di questa Amministrazione».

PRESIDENTE. L'onorevole Emerenzio Barbieri ha facoltà di replicare.

EMERENZIO BARBIERI. Signor Presidente, direi che la risposta del Governo è ampia ed esaustiva, e, quindi, non posso che dichiararmi soddisfatto.
Ringrazio anche il sottosegretario per la precisazione con cui ha voluto spiegare, sia a me sia a tutti coloro che sono interessati a questo argomento, la metodologia con cui il ministero si muove, nel rispetto scrupoloso della legislazione vigente.
Lo stesso sottosegretario non ha, tuttavia, potuto evitare di rilevare come gran parte delle affermazioni riportate nel servizio di Report fossero assolutamente infondate. Qual è l'aspetto grave della vicenda? È che ciò avvenga in una televisione pubblica. È veramente incredibile che si debba trarre la conseguenza per cui ciò che teoricamente potrebbe accadere in una televisione privata non accade, mentre accade in una televisione pubblica! Ciò, dal punto di vista della gravità politica, spero non sfugga a nessuno.

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