Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 700 del 7/11/2005
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(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 6150 )

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, onorevole Pezzella.

ANTONIO PEZZELLA, Relatore. Ho ascoltato gli interventi dei colleghi, ai quali vorrei anzitutto dire che in qualità di relatore, mi sono dovuto limitare a rappresentare all'Assemblea il contenuto delle modifiche apportate dal Senato.
Le opposizioni sottolineano il fatto che siamo di fronte ad un testo normativo di 25 articoli. Al riguardo, vorrei ricordare che la versione originaria del decreto-legge conteneva soltanto un articolo, che faceva riferimento esclusivamente alla sentenza della Corte costituzionale sulla patente a punti. Nell'ambito dell'articolata discussione, durata circa 30 giorni, che si è svolta nella Commissione competente del Senato, sono stati inseriti altri 24 articoli, dei quali stiamo oggi discutendo. Ci troviamo pertanto a ragionare sul lavoro svolto dal Senato, quindi dall'altro ramo del Parlamento; personalmente, non mi permetto di giudicare, ma se fosse dipeso da me mi sarei fermato soltanto ed esclusivamente all'articolo 1, cioè alla formulazione originaria del provvedimento.
Dunque, durante l'iter in Commissione alla Camera, poiché ci siamo trovati di fronte a ben 275 proposte emendative, tese a cambiare la «geografia» di quanto fatto dal Senato, ho cercato di far approvare una serie di disposizioni al fine di «pulire» il lavoro svolto dal Senato.
Per rispondere al collega Raffaldini, che parla del carrello dolly - si tratta di un emendamento che è stato inserito nel testo e non voglio dire da parte di quale gruppo -, in questo caso si tratta di un mezzo attualmente non configurabile sui mezzi in circolazione (si parla di una bicicletta che dovrebbe avere a sua volta un carrello come appendice). È pur vero


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che si fa riferimento all'autorizzazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, vale a dire all'omologazione che, allo stato, nel nostro paese non esiste. L'Italia, purtroppo, che è lunga e non si direbbe larga, non dispone di piste ciclabili, come altri paesi europei; pertanto, un carrello dolly potrebbe essere introdotto.
Vorrei poi soffermare la mia attenzione sui dati drammatici che sono emersi dai controlli della Polizia stradale e dei carabinieri per il periodo gennaio-settembre 2005, riguardanti i soggetti che circolano sulle strade e sulle autostrade in stato di ubriachezza e sotto l'effetto di psicofarmaci. Dai 139.000 controlli effettuati sulle strade risulta che 26.000 persone guidano l'autovettura in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di psicofarmaci. Si tratta del 19 per cento della popolazione, ed è per questo motivo che occorre focalizzare l'attenzione su tale questione; in particolare, il Parlamento, nel corso della discussione, dovrà impegnarsi per individuare soluzioni al fine di evitare le stragi del sabato sera, che coinvolgono tutti, destra, sinistra o centro, perché riguardano la vita dei nostri figli e dei cittadini italiani in generale.
Invito, pertanto, i colleghi sia di maggioranza sia di opposizione a porre la massima attenzione su tale questione, al fine di eliminare un fenomeno che sta creando grave nocumento alla vita dei nostri concittadini.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.

MARIO TASSONE, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, in primo luogo, ritengo doveroso ringraziare il relatore, anche con riferimento al provvedimento, già approvato, che va sotto il nome di legge sulla patente a punti, e tutti i colleghi intervenuti in sede di discussione sulle linee generali. Vorrei, inoltre, esprimere alcune considerazioni in merito alla questione, per chiarire talune posizioni e stabilire dei punti fermi.
Questo Parlamento e questo Governo hanno varato il provvedimento sulla patente a punti; nella passata legislatura è stata approvata una delega, che abbiamo messo a punto tutti insieme. Non vi è nessuno che vuole scoprire qualcosa (oggi si mettono in discussione anche Colombo, Amerigo Vespucci e Chavez, che porta avanti la rivoluzione bolivariana), e non saremo noi a voler inventare qualcosa di nuovo. Ma certamente, con spirito di servizio, questo Governo ha accompagnato il processo, molto forte e significativo, di deterrenza per quanto riguarda i pericoli sulla strada, quindi gli incidenti stradali.
La patente a punti ha prodotto due risultati importanti e fondamentali: mi riferisco, in primo luogo, al «risparmio» di vite umane. Qualche collega ha affermato che si sta invertendo una linea di tendenza, e lo dico con grande amarezza se ciò è vero. Non vorrei che qualcuno cogliesse con soddisfazione questo dato, per sminuire e svuotare il lavoro che il Parlamento ed il Governo hanno svolto in merito. Credo che il provvedimento cui mi riferisco sia andato in questa direzione.
Inoltre, si è potenziato il trasporto alternativo sulle nostre strade.
Non vi è dubbio che c'è stato uno spostamento del trasporto su gomma sia verso il mare che verso il ferro. Ritengo vada ascritto a questo Governo anche il merito di aver accompagnato (Commenti del deputato Mazzarello)... Ciò dovrebbe costituire una soddisfazione per tutti, in quanto l'esecutivo ha lavorato insieme al Parlamento!
Dunque, con la moltiplicazione dei collegamenti via mare tra il nord e il sud, tra il centro e il sud si sta alleggerendo l'intasamento delle nostre strade. Bisogna proseguire in tale direzione. Io stesso non ho nascosto le difficoltà di carattere economico, anche con polemiche al nostro interno, ma ciò non significa sminuire i risultati raggiunti. E, certamente, anche il provvedimento sulla patente a punti ha fornito un forte contributo in tale direzione. Si tratta di un risultato importante che abbiamo raggiunto tutti insieme.
Per quanto riguarda il provvedimento d'urgenza in esame, esso è stato emanato a seguito della sentenza della Corte costituzionale


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che ha caducato la norma, cui faceva riferimento il relatore, relativa alla mancata identificazione del conducente del veicolo che viola le norme del codice della strada. Successivamente, tutti insieme - lo voglio ricordare ai deputati componenti la Commissione trasporti e ai colleghi presenti in aula - abbiamo sostenuto che tale provvedimento non poteva essere esaustivo e che dopo un certo tempo sarebbero stati necessari modifiche ed aggiustamenti. Ciò anche perché la casistica di riferimento è molto ampia ed alcune situazioni, che oggi sono di attualità, all'epoca erano imprevedibili; pertanto, il Senato ha apportato alcune modifiche al testo originario.
In ordine a quest'ultimo aspetto, occorre fare chiarezza. Colleghi, sapete che non sono un grande sostenitore della devolution, ma la situazione di perenne conflittualità tra i due rami del Parlamento - come abbiamo avuto un modo di verificare in occasione dell'esame del provvedimento sul trasporto aereo - non può essere accettata. Tutti i gruppi del Senato della Repubblica hanno fornito il loro contributo al fine di prevedere alcune fattispecie che non erano contenute nel testo originario.
Non è vero che il Governo ha tenuto un comportamento di chiusura; infatti, in Commissione, ho ribadito fino allo spasimo la mia disponibilità a considerare alcuni contributi migliorativi. Tuttavia, occorre tener presente che, quando parliamo di sicurezza stradale, parliamo di difesa della vita. Siamo di fronte a professionisti della sicurezza stradale che non la garantiscono: non si sa dove finiscono gli interessi e dove inizia la sicurezza stradale.
In ordine al quadriciclo, ad esempio, è vero che vi è un problema per le famiglie, ma ve ne è uno anche per i produttori di tali mezzi. Occorre quindi considerare tutte le diverse implicazioni e, al riguardo, vi è la mia piena disponibilità. Tuttavia, in questo caso vi è una contraddizione. Ormai i motocicli e i quadricicli riempiono le strade delle nostre città e la moltiplicazione di questi mezzi aumenta il rischio di sinistri; pertanto, bisogna certamente intervenire. Il Senato ha introdotto l'elevazione dell'età da 14 a 16 anni. Si può discutere, magari, su eventuali aggiustamenti da apportare per sanare specifiche situazioni relative ad alcune famiglie, ma non si può, in maniera semplicistica, dare un giudizio radicalmente negativo. Non è giusto.
Inoltre, ho ben compreso il discorso relativo all'aumento delle sanzioni introdotto dal Senato. Non sono a favore della «tolleranza zero»; tuttavia, in materia di sicurezza vogliamo forse eliminare le sanzioni pecuniarie perché potrebbero prefigurare la volontà di far cassa? Per la preoccupazione che qualcuno voglia fare cassa, vogliamo forse eliminare le sanzioni? Non ho capito questo discorso ed anche in questo caso, onorevoli colleghi, occorre essere chiari. Infatti, se lanciamo un messaggio di «liberalizzazione» sul rispetto delle norme in materia di sicurezza e di tutela della vita, diamo un brutto messaggio. Lo abbiamo sempre detto in quest'aula. Pensate che basti una norma per garantire la sicurezza sulle strade, per bloccare i criminali o per incriminare i mafiosi? O, invece, la norma è un punto di riferimento su cui costruire ed impegnarsi fortemente per un'azione innanzitutto di carattere culturale e di sensibilizzazione? A mio avviso, è questo il dato da prendere in considerazione. Quante norme sono state scritte ed approvate in questo Parlamento! Tuttavia, messaggi di questo tipo sono pericolosi perché, nella furia della polemica contro il Governo, diamo il segnale che la sicurezza stradale è semplicemente l'occasione per un dibattito che non tiene conto dell'oggetto della nostra discussione.
Detto questo, riconosco che si tratta di un provvedimento composto inizialmente da un solo articolo, poi ampliato durante l'esame al Senato. Tale aspetto è stato ammesso anche dal relatore, che ha lavorato con grande scrupolo, responsabilità e sensibilità. Se vi è qualcosa da rivedere, lo si faccia; se vi è qualcosa da semplificare, provvediamo. Sono d'accordo sul fatto che sono stati adottati provvedimenti molteplici, quando invece vi sarebbe stato bisogno


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di una legge organica. Mi rendo conto (e lo abbiamo sempre detto) che si tratta probabilmente di una lacuna. Tuttavia, occorre ricordare che la delega sul codice della strada era talmente ampia che, forse, non si è operato in termini esaustivi. Tuttavia, questi provvedimenti non sono negativi, bensì positivi: su di essi si può lavorare. Certamente il decreto-legge in esame costituisce una delle ultime occasioni per intervenire sulla materia, visto che siamo ormai quasi al termine della legislatura.
Non vedo cosa vi sia di scandaloso nel togliere punti alla patente dei proprietari di automobili non tenute in buone condizioni. Noi diciamo: quando viaggiate sulle strade, fate attenzione alle condizioni di alcuni veicoli. Cosa vi è di scandaloso? Possiamo cavarcela con una battuta spiritosa, oppure dobbiamo preoccuparci di questo problema? In alcuni casi si tratta di mezzi che davvero non possono circolare. Anzi, ritengo che non abbiamo completato l'elenco delle situazioni su cui si dovrebbe intervenire con la sottrazione di punti o con sanzioni pecuniarie.
Detto questo, penso che il contributo dei colleghi in quest'aula sia sostanzialmente serio e ne cogliamo lo spirito di miglioramento. Dobbiamo forse togliere quasi tutte le norme per ritornare ad uno o due articoli? Ebbene, facciamolo! Ma pensiamo forse che tutto il resto delle norme sia inutile? Cosa c'è di strano se interveniamo in alcuni casi con la confisca?
Fu una norma introdotta da un ramo del Parlamento, e a gran voce, anche da una certa parte politica, ci è stato detto di ridurre la generalizzazione della confisca per quanto riguarda i motocicli.
Ora ciò diviene un argomento polemico nei confronti del Governo, che si è assunto la responsabilità di recepire non soltanto le sollecitazioni provenienti dall'opinione pubblica, ma anche le sollecitazioni forti provenienti dal Parlamento. Il Governo, infatti, è stato attento all'altro ramo del Parlamento, e vuole essere attento anche a questo: si tratta di un'attenzione che abbiamo sempre mostrato.
Nel corso della discussione sulle linee generali sono state affrontate alcune questioni e chiesti alcuni chiarimenti. Sul fatto che questo sia un «decreto dolly», credo sia stato ampiamente risposto: non siamo tecnici, né il relatore né chi vi parla, ma abbiamo ben compreso il senso e il significato di alcuni apporti, perché tutti i gruppi hanno probabilmente tecnici più competenti di noi e sono riusciti, in sede di attività emendativa, anche ad esplicitare il significato di alcuni termini e di alcune questioni.
Concludo, signor Presidente, raccomandando all'Assemblea l'approvazione del disegno di legge in esame. Mi si è detto continuamente: non sarà approvato. Io ne raccomando l'approvazione. La sicurezza stradale è un problema soltanto del Governo? È una questione di una parte? È un problema particolare che riguarda qualcuno? Ci troviamo, dunque, di fronte a una difficoltà anche di ordine culturale e di sensibilità nel raccogliere alcuni messaggi. Se il Parlamento non raccoglie tali messaggi e non riesce a trasmetterli fortemente nel paese, il tema della sicurezza stradale viene vanificato: raccomando pertanto la conversione in legge del decreto-legge in esame.
In sede di Comitato dei nove - ribadisco la sollecitazione già formulata da parte del Governo - occorre lavorare con spirito costruttivo, senza elevare steccati tra maggioranza e minoranza. Capisco che ci stiamo avvicinando velocemente alla fine della legislatura, ma su questo tema non credo che la campagna elettorale possa avere alcuna cittadinanza. Si tratta di una materia che dovrebbe essere, come suol dirsi, estrapolata dal contesto. Ribadisco pertanto, con molta convinzione e consapevolezza, tale invito e tale sollecitazione.
Rinnovo il ringraziamento al relatore e ai colleghi Raffaldini, Perrotta e Pasetto, che sono intervenuti nel corso della discussione, nonché al Presidente della Commissione trasporti. La presenza del ministro della salute ha certamente arricchito il dibattito: dal momento che la riforma Bassanini ha accorpato i ministeri,


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si sarebbe potuta attribuire al ministro della salute la competenza sulla sicurezza stradale, in quanto avrebbe svolto un'opera estremamente utile. È un auspicio, alla fine della legislatura, per il futuro del ministro della salute, che sarà certamente lo stesso onorevole Storace (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e della Lega Nord Federazione Padana)!

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

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