Allegato B
Seduta n. 694 del 24/10/2005


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INTERROGAZIONI PER LE QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA

BELLOTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 8, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 14 ottobre 1999, n. 542, e successive modifiche, prevede che «i contribuenti in possesso dei requisiti indicati dal secondo comma dell'articolo 38-bis (Rimborsi infraannuali) del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, per la richiesta di rimborsi di imposta relativi a periodi inferiori all'anno, possono, in alternativa, effettuare la compensazione prevista dall'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, per l'ammontare massimo corrispondente all'eccedenza detraibile del trimestre di riferimento, una dichiarazione contenente i dati richiesti per l'istanza di cui al comma 2. Gli enti e le società controllanti che si avvalgono delle dichiarazioni di cui all'articolo 73, ultimo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, possono, in alternativa alla richiesta di rimborso infrannuale delle eccedenze detraibili risultanti dalle annotazioni periodiche riepilogative di gruppo, effettuare la compensazione prevista dal citato articolo 17 del decreto legislativo n. 241 del 1997»;
per l'utilizzo in compensazione di credito IVA trimestrale la norma prevede la presentazione all'ufficio competente di una dichiarazione contenente gli stessi dati richiesti dall'istanza di rimborso;
la norma in esame non precisa le conseguenze di una eventuale mancata presentazione di detta dichiarazione;
alcuni uffici interpretano la norma nel senso di ritenere nulla la compensazione effettuata in assenza della dichiarazione, venendo così a configurare l'omesso versamento delle imposte compensate con l'Iva;
nella norma non è prevista la suddetta sanzione, che peraltro equivarrebbe a ritenere prevalente la forma sulla sostanza di cui alle ipotesi indicate nell'articolo 30, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n 633;
l'attività di accertamento dell'Ufficio rende in ogni caso possibile la verifica della sussistenza dei requisiti che peraltro risultano dalla dichiarazione Iva annuale;
secondo l'interrogante, appare equo consentire al contribuente un ravvedimento operoso, anche a seguito di richieste dell'Ufficio, con l'invio della dichiarazione successiva all'avvenuta compensazione, con l'eventuale irrogazione di una modesta sanzione per irregolarità formale e considerare in ogni caso regolarmente effettuate le compensazioni in presenza dei requisiti accertati di cui al citato articolo 30 del decreto del Presidente della Repubblica 633 del 1972 -:
quali iniziative di carattere normativo intenda assumere al fine di dare al


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contribuente la possibilità di trasmettere il modello di cui trattasi in un momento successivo, valutando la necessità di introdurre una piccola ammenda, ed affinché non siano considerati omessi i versamenti effettuati per compensazione una volta verificata la situazione dello stato di diritto di credito.
(4-11990)

Risposta. - Con il documento di sindacato ispettivo in esame, l'interrogante ha chiesto di conoscere se si intendano assumere iniziative al fine di riconoscere ai contribuenti la possibilità di effettuare il ravvedimento operoso nell'ipotesi di mancato invio della dichiarazione per la compensazione del credito IVA trimestrale prevista dall'articolo 8, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 14 ottobre 1999, n. 542 (come modificato dall'articolo 11, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica 7 dicembre 2001, n. 435, e dall'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2003, n. 126).
Al riguardo, l'Agenzia delle entrate ha preliminarmente precisato che i contribuenti che hanno realizzato nel trimestre un'eccedenza detraibile possono chiedere, in tutto o in parte, il rimborso di tale eccedenza o utilizzarla in compensazione nel modello F24.
Tale richiesta può essere effettuata, a decorrere dal 1o gennaio 2005, utilizzando un apposito modello - approvato con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate 8 settembre 2004 - da presentare all'Ufficio delle entrate, territorialmente competente, entro l'ultimo giorno del mese successivo al trimestre di riferimento.
Antecedentemente a tale data e a decorrere dal 1o gennaio 2002, la forma dell'istanza era libera, mentre il contenuto era vincolato agli elementi previsti dal decreto del Ministro delle finanze 23 luglio 1975.
L'Agenzia delle entrate ha, inoltre, fatto presente che la dichiarazione mediante la quale il contribuente può optare, ai sensi dell'articolo 8, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica n. 542 del 1999, per la richiesta di rimborso infrannuale, ovvero per l'utilizzo del credito in compensazione, è un adempimento essenziale, volto a portare a conoscenza dell'amministrazione finanziaria le richieste di rimborso o l'intento del contribuente dell'utilizzo del credito in compensazione.
Per tale motivo, la predetta Agenzia ritiene che il termine stabilito dal citato articolo 8, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica n. 542 del 1999 è da intendersi perentorio.
Per quanto riguarda, infine, la possibilità di presentare la dichiarazione oltre il termine utile, la stessa Agenzia ha osservato che la disciplina recata dal decreto del Presidente della Repubblica n. 542 del 1999, non prevede l'ipotesi di produrre la dichiarazione di cui trattasi con ritardo e, pertanto, la tardività della dichiarazione stessa deve essere equiparata alla sua omissione.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Daniele Molgora.

BERTOLINI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
un componente accreditato in Italia del corpo diplomatico dell'Autorità nazionale palestinese, Ali Rashid, beneficiario quindi dell'immunità diplomatica, partecipando ad una trasmissione radiofonica su Radio 24 avrebbe gravemente leso la deontologia professionale di due stimatissimi giornalisti e scrittori italiani, Fiamma Nirenstein e Carlo Panella;
in tempi come quelli attuali, in un clima internazionale reso pericoloso dal revanscismo fondamentalista islamico, di cui l'ultimo esempio è l'assassinio dell'olandese Theo Van Gogh, reo di aver denunciato lo stato della donna nell'Islam, le parole di Rashid non possono essere sottovalutate, soprattutto se considerate come atte ad indicare dei nemici dell'Islam;
la rappresentanza diplomatica palestinese sarebbe interamente finanziata dal Governo italiano;


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già alcuni mesi fa Ali Rashid, sugli organi di informazione, si era espresso in modo analogo nei confronti della Signora Fiamma Nirenstein e alla stessa è stata concessa la «scorta», per questioni di sicurezza;
secondo l'interrogante, se consentite, simili esternazioni finalizzate ad esercitare in qualche modo pressioni ed a suscitare timori nelle voci libere, anche per l'incolumità personale, rappresenterebbero la morte della libertà politica, di pensiero e di espressione nel nostro Paese -:
se non ritenga di dover provvedere all'espulsione del diplomatico in questione, evitando così che si ripetano simili episodi che si risolvono sostanzialmente in un'intimidazione nei confronti di chi esprime la propria opinione liberamente.
(4-11753)

Risposta. - La normativa internazionale relativa alle funzioni diplomatiche, che attinge a consuetudini e prassi internazionali, nonché alla Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche del 18 aprile 1961, obbliga lo Stato accreditario non solo a permettere il libero svolgimento delle funzioni e dell'attività degli agenti diplomatici ma addirittura a favorirne il libero espletamento.
La stessa citata Convenzione di Vienna, d'altra parte, prescrive all'articolo 41, comma 1, «senza che ciò pregiudichi i loro privilegi e immunità, tutte le persone che beneficiano di tali privilegi e immunità sono tenute a rispettare le leggi e i regolamenti dello Stato accreditatario. Esse hanno anche il dovere di non interferire negli affari interni di questo Stato».
Laddove si ravvisassero nel linguaggio di uno o altro di essi gli estremi dell'interferenza negli affari interni italiani sarebbe configurabile l'adozione di misure di diverso grado, quali l'emissione di una nota verbale o la convocazione presso il Ministero degli affari esteri del Capo della missione interessata oppure, in estremo limite, la dichiarazione di persona non grata nei confronti di chi abbia agito scorrettamente.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.

CIMA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'associazione Verdi Ambiente e Società (V.A.S.), associazione nazionale di protezione ambientate riconosciuta dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio ai sensi e per gli effetti dell'articolo 13 della legge n. 349 del 1986, dispone di un proprio nucleo di vigilanza costituito da Guardie particolari giurate, autorizzate ai sensi delle normative vigenti, per supportare le Forze di Polizia dello Stato presenti e operanti sul territorio nelle attività di prevenzione e repressione degli abusi commessi in danno del patrimonio naturalistico e dell'ambiente in generale;
tali agenti, per essere riconosciuti, devono possedere i requisiti previsti dalle leggi di Pubblica sicurezza (regio decreto n. 773 del 1931) e prestare giuramento davanti al sindaco del comune di residenza o domicilio;
la Prefettura di Cosenza, nonostante numerosi pronunciamenti del ministero dell'interno e dei tribunali amministrativi, nega il riconoscimento della nomina a Guardia particolare giurata agli agenti nominati dalle associazioni protezionistiche e zoofile riconosciute per effettuare servizio di vigilanza in materia ambientale e di protezione degli animali;
a parere dell'interrogante, ciò costituisce una violazione dei principi costituzionali di buon andamento, di equità e di imparzialità dell'azione amministrativa nonché una grave lesione dei diritti e degli interessi portati avanti dall'associazione V.A.S. sull'intero territorio nazionale -:
se corrisponda al vero la notizia che la Prefettura di Cosenza neghi il rilascio del decreto di Guardia particolare giurata addetta alla vigilanza ambientate e zoofila e quali siano i motivi visto che la competenza è rimasta in capo alla stessa così


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come chiarito da una circolare del ministero dell'interno del 9 luglio 2001.
(4-15367)

Risposta. - Va precisato, innanzitutto, che agli atti della prefettura di Cosenza non risulta alcuna richiesta da parte del Presidente pro tempore dell'Associazione denominata Verdi Ambiente e Società (V.A.S.) circa il rilascio di decreti di guardia particolare giurata a favore degli aderenti all'associazione stessa.
Quanto alla questione concernente la competenza in materia di riconoscimento della nomina a guardia giurata, come è noto, con decreto legislativo n. 112 del 1998, è stato disposto il trasferimento alle regioni ed agli enti locali di importanti funzioni di polizia amministrativa.
Per quel che concerne l'individuazione dell'autorità competente al rilascio dei decreti di guardia giurata in ambito protezionistico-ambientale, non si può, pertanto, che confermare il contenuto della circolare del Dipartimento della pubblica sicurezza del 9 luglio 2001, citata dall'interrogante, ove si è evidenziato che è stato trasferito alle Province il riconoscimento della nomina a guardia giurata degli agenti venatori dipendenti dagli enti delegati dalle regioni, delle guardie volontarie delle associazioni venatorie e protezionistiche nazionali riconosciute di cui all'articolo 27 legge n. 157 del 1992, nonché il riconoscimento della nomina di agenti giurati addetti alla sorveglianza sulla pesca nelle acque interne e marittime.
Nella stessa direttiva, è stato specificato il carattere tassativo di tale conferimento di funzioni, atteso che il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, il quale ha indicato le materie oggetto del trasferimento, deve essere applicato attenendosi strettamente al dettato della norma, considerando trasferite solo le fattispecie espressamente indicate agli artticoli 162 e 163.
Ferma restando, pertanto, la competenza del prefetto per il conferimento della qualifica di guardia giurata nei residuali ambiti della vigilanza cosiddetta ambientale, occorre verificare, preliminarmente, in relazione agli specifici ambiti di vigilanza e tutela ambientale, se le singole normative di settore, statali e regionali, laddove esistenti, prevedano il contributo di collaborazione di soggetti privati e se ad essi venga riconosciuta la qualifica di guardia giurata.
In definitiva, riguardo ai residui ambiti di vigilanza ambientale, occorrerà di volta in volta verificare se esiste normativa regionale che prevede la singola fattispecie, definendone l'ambito di attività ed i requisiti richiesti e che subordini il conseguimento della nomina ad un atto di assenso del prefetto.
Siffatta ipotesi risulta essere contemplata, nella regione Calabria, esclusivamente dalla citata legge regionale n. 30 del 2001, recante «Norme per la regolamentazione dei funghi spontanei epigei freschi e conservati», che prevede la nomina prefettizia di guardie giurate micologiche volontarie, mentre per le guardie zoofile volontarie la legge regionale n. 4 del 2000 all'articolo 11 fa espresso riferimento all'autorità regionale quale competente al rilascio del relativo decreto.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Michele Saponara.

CUSUMANO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la situazione strutturale del porto di Sciacca è ormai grave;
in particolare il perenne cattivo funzionamento della illuminazione pubblica obbliga i pescatori saccensi a effettuare le operazioni di avvio in mare, effettuate nella notte, nel buio più totale con grave rischio per l'incolumità personale oltre che di cose;
tale condizione è inaccettabile e inammissibile ove si consideri che si tratta di una problematica con la quale ci si batte da anni;
si porta altresì a conoscenza di alcune imperfezioni che presenterebbe il tratto di banchina appena sottoposto a rifacimento e ancora non «consegnato» alla marineria saccense;


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si evidenzia la mancanza di una bitta nel tratto finale della banchina con impossibilità di ormeggio in quel tratto e quindi di diminuzione di posti sicuri all'interno del porto vecchio;
si segnala anche che le murate della banchina necessitano di parabordi in gomma che rendano uniforme la banchina stessa poiché in caso di moto ondoso all'interno del porto i motopesca rischiano seriamente di mandare a fondo in conseguenza di danni eventualmente subiti -:
se si ritenga di intervenire per quanto sopra e se si ritiene altresì che i funzionari del Genio Civile si rechino a Sciacca per verificare di persona le condizioni portuali sopra evidenziate.
(4-11749)

Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo in esame, si premette che il Siit Sicilia-Calabria, ai sensi della vigente normativa regionale, interviene per l'esecuzione di opere nell'ambito del demanio marittimo solo su diretto incarico affidatogli dagli enti competenti. Si precisa quindi che, nel caso di specie, in relazione al funzionamento dell'impianto di illuminazione, le competenze sono dell'Assessorato regionale lavori pubblici, per il quale detto ufficio ha provveduto a redigere nel mese di febbraio 2004 una perizia per la manutenzione dell'impianto che, allo stato, con risulta essere stata finanziata.
Per quanto concerne in particolare le problematiche riguardanti il molo di levante, si fa presente che il competente Siit, sempre su incarico dell'Assessorato regionale lavori pubblici, ha provveduto ad eseguire i lavori relativamente al tratto terminale della predetta banchina che, a seguito di un dissesto strutturale, era stata interessata nel febbraio 2001 da un crollo, nella sua parte intermedia, di circa 60 metri.
Con tale intervento veniva posto in sicurezza anche il successivo tratto di circa 70 metri che mostrava analoghi segni di dissesto.
Le somme oggetto del finanziamento regionale sono risultate sufficienti solo per l'esecuzione degli interventi di ripristino strutturale.
Nel corso di tali lavori, al fine di venire incontro ad una prima richiesta degli operatori portuali, è stato aumentato di due il numero delle bitte collocate in banchina, mentre per quella ulteriore richiesta in testata, non disponendo di ulteriori risorse finanziarie, è stata predisposta una armatura sagomata con funzioni di anellone.
Per quanto concerne la necessità di dotare la banchina di adeguati parabordi in gomma si precisa che la predetta fornitura e collocazione di arredi necessita di apposito finanziamento da parte delle autorità competenti.
In tale contesto, al fine di rendere più agevole l'ormeggio di imbarcazioni di stazza ridotta, si potrà dare continuità alla superficie verticale della banchina collocando anche dei paraurti continui in gomma o cordonali in legno, al di sotto del cordolo del ciglio banchina.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.

DE LAURENTIIS. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nell'attuale mese di giugno sono stati soppressi due treni locali sulla tratta Avezzano-Sulmona, uno con arrivo nel capoluogo marsicano alle ore 15,30 e l'altro in direzione opposta, in partenza alle ore 16,30; quest'ultimo consentiva ai viaggiatori provenienti da Roma di raggiungere località intermedie come Cerchio, Collarmele e Piscina;
detto taglio rischia seriamente di compromettere l'efficienza del servizio della tratta Roma-Pescara;
servizi alternativi offerti dai pullman non sembrano per ora aver portato risultati tangibili in termini di efficienza e velocità per i pendolari;
questo non è l'unico «taglio» alla tratta Roma-Pescara: sono stati previsti ulteriori tagli, come quello che prevede la chiusura di alcune stazioni anche se i treni


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continueranno a svolgere servizio viaggiatori, tagli che avranno un impatto negativo in termini di efficienza del servizio, di pulizia delle stazioni e dei treni e soprattutto in termini di sicurezza;
non sembrano per ora aver portato risultati tangibili per la comunità locale, le iniziative più volte sollecitate dall'interrogante affinché l'azienda F.S. spa svolgesse attività di maggiore attenzione sia sull'efficienza e sulla qualità del servizio sia sulla sicurezza delle tratte -:
quali iniziative intenda adottare presso Trenitalia, affinché l'azienda si impegni non soltanto nel contenimento dei costi, ma adotti una politica volta all'efficacia e all'efficienza del servizio locale e si concentri su un costante monitoraggio della sicurezza delle tratte.
(4-15386)

Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato s.p.a. ha riferito che per consentire la manutenzione straordinaria di alcune automotrici termiche nel periodo 15 giugno-13 luglio 2005, si è reso necessario sostituire i collegamenti dei treni regionali 7335 Sulmona-Avezzano e 7332 Avezzano-Sulmona con servizio di autobus.
Per quanto riguarda le stazioni della linea Roma-Pescara, la società ha sottolineato che non è prevista alcuna chiusura degli impianti sebbene con lo sviluppo delle nuove tecnologie sia possibile controllare a distanza i piccoli e medi impianti senza bisogno di personale dirigente, tramite una sala di controllo centralizzata dalla quale è possibile gestire la circolazione e l'informazione al pubblico, garantire la sorveglianza ed effettuare la diagnostica degli apparati.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.

DELMASTRO DELLE VEDOVE e MEROI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il Secit, Servizio Consultivo e Ispettivo del Ministero dell'Economia e delle Finanze, nella consueta relazione annuale riferita all'attività del 2003, ha dedicato una riflessione interessante al fenomeno del tutto nuovo della cosiddetta «evasione on line»;
in effetti è noto che la diffusione di Internet porta con sé il grave rischio, non facilmente contenibile, di «sviluppo di vaste aree di impunità fiscale», anche in relazione alla «inadeguatezza normativa rispetto alla nuova realtà»;
secondo il Secit, dunque, occorrono mezzi per contrastare non solo l'evasione «ma anche il proliferare di attività illecite legate all'e-commerce» -:
se e quali contromisure il Governo intenda assumere per contenere sia l'evasione on line sia le attività illecite organizzate attraverso l'e-commerce, secondo quanto giustamente indicato dal Secit nella sua relazione annuale sull'attività del 2003.
(4-12827)

Risposta. - Con l'interrogazione cui si risponde l'interrogante chiede quali contromisure il Governo intenda assumere per contenere sia l'evasione on line, sia le attività illecite organizzate attraverso l'e-commerce.
Al riguardo, l'Agenzia delle entrate ha rappresentato che, secondo un recente studio effettuato dal Politecnico di Milano, il mercato italiano dell'
e-commerce, relativamente ai prodotti e servizi ceduti via Internet esclusivamente dai siti italiani nei confronti di consumatori finali (sia italiani che stranieri), si è attestato, nel corso del 2004, su un volume di affari pari a circa 1.950 milioni di euro con un incremento del 68 per cento rispetto al 2003.
Data la rilevanza del fenomeno, l'Agenzia delle entrate segue con attenzione tale area di mercato.
A livello interno, infatti, a partire dal periodo di imposta 2000, sono stati introdotti, a seguito di un'attenta analisi del settore, specifici obblighi dichiarativi per i soggetti operanti nell'
e-commerce, utili a definirne l'ampiezza della platea.


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In particolare, per i periodi d'imposta dal 2000 al 2002, per tutti i soggetti operanti nel settore erano da indicare nel modello IVA, al rigo VA11, l'indirizzo del sito web ed il nome dell'internet service provider, mentre, a partire dal periodo d'imposta 2003, tali informazioni devono risultare dalla dichiarazione di inizio attività così come prescritto dall'articolo 35, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633.
A partire dal 1o gennaio 2004, l'Agenzia delle entrate ha, infine, introdotto, sempre nell'ottica di una più razionale classificazione degli operatori del settore, due nuovi codici attività Atecofin: il 52.61.3 (commercio al dettaglio di prodotti alimentari effettuato via Internet) e il 52.61.4 (commercio al dettaglio di prodotti non alimentari effettuato via Internet).
A livello comunitario, il decreto legislativo 1o agosto 2003, n. 273, ed il successivo provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate dell'8 ottobre 2003 hanno dato attuazione alla direttiva 2002/38/CE del 7 maggio 2002, che ha introdotto un regime speciale transitorio, applicabile alle operazioni commerciali di tipo «diretto» a titolo oneroso tra imprese extraeuropee e consumatori finali, che vengono definite B2C (Business to Consumer).
Le nuove regole prevedono che, per i servizi forniti tramite mezzi elettronici, il luogo di imposizione coincide con quello in cui il servizio viene realmente consumato.
Di conseguenza, le prestazioni di servizi elettronici, fornite ad un cliente privato europeo da un operatore extracomunitario che non ha fissato la sede della sua attività economica né ha costituito un centro di attività stabile nel territorio della Comunità, risultano imponibili, ai fini IVA, nell'Unione europea ed in particolare nello Stato di residenza del consumatore privato.
Per quanto concerne l'esecuzione dei controlli fiscali, le maggiori difficoltà riguardano proprio il cosiddetto commercio elettronico «diretto» (es.: vendita
on line di prodotti software) dove la consegna del bene ed il pagamento conseguente avvengono in modo immateriale, senza spostamento fisico dei beni.
A tale riguardo, è allo studio una specifica attività di
intelligence, volta all'analisi di questo tipo di transazioni, e finalizzata all'individuazione di profili comportamentali a rischio di evasione degli operatori commerciali del settore.
In relazione, invece, all'altra formula in cui si sviluppa il fenomeno, il commercio elettronico cosiddetto «indiretto», si tratta soltanto di una differenziata modalità di svolgimento dell'attività di commercio al minuto dei beni, in quanto non ci si discosta dalla tipologia di «vendita a distanza di beni materiali».
In questi casi, i controlli fiscali vengono eseguiti secondo le metodologie di controllo previste per le specifiche attività economiche ed il pagamento effettuato, utilizzando il canale internet (es.: attraverso le carte di credito), può rappresentare un ulteriore strumento su cui fare affidamento per la ricostruzione delle operazioni poste in essere.
Sulla problematica, il comando generale della guardia di finanza ha fatto presente che, quale forza di polizia a competenza generale in materia economica e finanziaria, è impegnato nel perseguire gli illeciti compiuti nel settore del commercio elettronico.
In tale ottica, è stato istituito il Nucleo speciale anticrimine tecnologico che opera a supporto delle componenti speciale e territoriale del Corpo nel contrasto agli illeciti economico-finanziari perpetrati per via telematica, fornendo, inoltre, ai competenti reparti ogni possibile spunto informativo suscettibile di sviluppo operativo.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Daniele Molgora.

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
i ritardi nella partenza dei voli dall'aeroporto di Roma-Fiumicino sono ormai considerati, da coloro che utilizzano l'aereo come mezzo di trasporto, assolutamente fisiologici, tanto che le partenze


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entro un tempo che non ecceda i trenta minuti dall'orario previsto sono considerate ormai partenze in orario;
i ritardi non vengono neppure annunciati proprio in ragione del fatto che essi debbono essere considerati del tutto coerenti con l'orario di partenza ufficialmente previsto;
essi possono riguardare ritardi nell'arrivo dell'aeromobile, ritardi nel tempo tecnico per le pulizie a bordo dopo l'arrivo di un volo e prima della partenza del volo seguente o ritardi per l'incompletezza dell'equipaggio;
chiunque abbia pratica di aeroporti in capitali straniere sa perfettamente che non esiste un ritardo ... «istituzionale» come quello che si registra all'aeroporto di Roma-Fiumicino e che, anzi, è punto di orgoglio per tutti i Paesi sottolineare la puntualità delle partenze dei voli;
anche la Carta dei diritti del Passeggero, recentemente varata anche nel nostro Paese, in realtà non si attaglia al fenomeno tipico dell'aeroporto di Roma-Fiumicino, poiché, in luogo del ritardo secco che consente l'operatività della richiamata Carta dei Diritti del Passeggero, vi è un ritardo strutturale «fisiologico» che praticamente riguarda la maggioranza dei voli;
è superfluo sottolineare che il ritardo di 30 minuti inevitabilmente genera una serie concatenata e successiva di inconvenienti sia a coloro che debbono utilizzare una tratta successiva sempre utilizzando l'aeromobile come mezzo di trasporto, sia a coloro che sono giunti a destinazione e che hanno predisposto un programma di lavoro basato su orari precisi e su presunzioni di serietà dell'organizzazione aeronautica civile -:
se non intenda intervenire con grande determinazione affinché le partenze dall'aeroporto di Roma-Fiumicino avvengano con rispetto della puntualità, con conseguente eliminazione del ritardo «classico» e metodico di 20-30 minuti a volo, atteso che tali ritardi si ripercuotono a cascata con grave danno per l'utenza e comunque costituiscono violazioni del contratto di trasporto che si stipula al momento in cui si acquista il biglietto aereo.
(4-13431)

Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo in esame sono stati richiesti elementi di risposta all'Ente nazionale per l'aviazione civile il quale ha comunicato che i dati relativi alla puntualità degli aeroporti internazionali e intercontinentali sono controllati e pubblicati ogni quadrimestre e annualmente dall'Aea (Association of European Airlines) che si serve delle informazioni dei vettori che operano in Europa.
L'Enac riferisce che da fonti statistiche elaborate da Eurocontrol, è emerso come i voli in partenza da Fiumicino nel 2004 abbiano subito un ritardo medio così classificabile:
a) 50 per cento dei voli subiscono un ritardo tra 00 e 05 minuti;
b) 11 per cento dei voli subiscono un ritardo tra 11 e 15 minuti;
c) 5 per cento dei voli subiscono un ritardo tra 16 e 20 minuti;
d) 4 per cento dei voli subiscono un ritardo tra 21 e 25 minuti;
e) 3 per cento dei voli subiscono un ritardo tra 26 e 30 minuti;
f) 7 per cento dei voli non subiscono ritardo.

L'Ente aeronautico fa presente, inoltre, che tra i ritardi quantificabili tra i 30 ed i 60 minuti sono compresi quelli dovuti a condizioni meteo avverse quali scarsa visibilità, rovesci improvvisi con conseguenti raffiche di vento oltre la norma, non prevedibili e non «forzabili» per ovvie ragioni di sicurezza dei voli.
Per quanto riguarda i voli in arrivo la stessa analisi evidenzia che il 59,3 per cento dei voli in arrivo a Fiumicino subisce un ritardo di appena 10 minuti, mentre percentuali irrilevanti subiscono un ritardo


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maggiore attribuibile a cause riconducibili al Controllo del Traffico aeroportuale (Atc).
In questo contesto l'Enac fa presente che l'Enav ha già in fase di sperimentazione operativa un progetto realizzato al fine di conferire la massima flessibilità di impiego dello spazio aereo Tma di Roma e delle piste di Fiumicino, proprio nell'ottica di minimizzazione dei ritardi dovuti al Controllo del traffico aeroportuale dell'aeroporto in parola e di innalzamento nel medio termine della capacità dello stesso.
Per quanto riguarda gli altri principali scali europei, l'Ente ha evidenziato come gli aeroporti di Londra, Zurigo, Vienna, Madrid, e Amsterdam abbiano registrato ritardi nelle partenze superiori a quelle registrate per l'aeroporto Leonardo da Vinci.
Infatti, secondo la classifica Aea relativa al 2004, a Fiumicino è partito in ritardo il 23,5 per cento dei voli; lo scalo meno puntuale è stato Londra Heathrow, con il 27,89 dei voli partiti in ritardo. Seguono Zurigo con il 26,1 per cento, Vienna con il 24,8 per cento, Madrid con il 23,7 per cento e infine Amsterdam con il 23,56 per cento.
L'Enac fa presente che la società di gestione Aeroporti di Roma provvede sia ad annunciare i ritardi sugli appositi
display nelle aerostazioni, sia a riportarli sul sito internet della società medesima, precisando che il ritardo nelle partenze nelle scalo in questione non è né strutturale né fisiologico, ma in linea con gli standard dei principali aeroporti europei.
Per quanto riguarda la Carta dei Diritti del passeggero, tale documento prende in considerazione i risarcimenti che i vettori sono tenuti a dare ai passeggeri in caso di ritardo della partenza superiore alle due ore dal momento del
check-in.
Le responsabilità del gestore sono invece sancite nella Carta dei servizi dei passeggeri, documento di cui le società di gestione si impegnano a garantire il rispetto di determinati standard qualitativi per i principali servizi presenti in aeroporto, affinché siano il più possibile trasparenti e misurabili.
Nella Carta dei Servizi di Adr viene precisato che soltanto il 25 per cento dei voli in partenza può registrare un ritardo superiore ai quindici minuti secondo un parametro comune ai principali scali europei. Nel 2004 e nei primi mesi del 2005 tale parametro è stato pienamente rispettato.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.

DELMASTRO DELLE VEDOVE e MEROI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in data 18 aprile ha trovato applicazione in Liguria la convenzione stipulata commendevolmente dalla direzione regionale delle entrate e dall'Unione Italiana Ciechi per tentare di ridurre quanto più è possibile i disagi dei non vedenti quando sono chiamati all'adempimento delle ordinarie incombenze fiscali;
in particolare, la convenzione prevede che i non vedenti ricevano personale specializzato delle agenzie delle entrate, accompagnato da personale dell'Unione Italiana Ciechi, per la risoluzione dei vari problemi che si pongono al contribuente ipovedente o non vedente;
l'accordo riguarda la compilazione e la trasmissione delle dichiarazioni dei redditi, la gestione di comunicazioni di irregolarità fiscali, di avvisi bonari e delle cartelle esattoriali, il rilascio dei codici fiscali e le informazioni sui rimborsi da parte dell'erario;
l'accordo, inoltre, prevede che ogni ufficio locale abbia a disposizione un numero telefonico dedicato ai non vedenti, un servizio e-mail per i casi più facilmente risolvibili e soprattutto una specie di «corsia preferenziale» per tutti gli ipovedenti o i non vedenti che abbiano la materiale possibilità di presentarsi al locale ufficio delle entrate -:
se alla luce della commendevole iniziativa della direzione regionale delle entrate della Liguria, non ritenga di trasmettere a tutte le direzioni regionali delle entrate d'Italia la bozza della convenzione stipulata dall'Unione Italiana Ciechi suggerendo


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che siano, regione per regione, stipulate convenzioni per ridurre nella misura massima possibile i disagi degli ipovedenti e dei non vedenti nell'assolvimento dei doveri tributari.
(4-14016)

Risposta. - Con il documento di sindacato ispettivo in esame l'interrogante, con riferimento alla convenzione stipulata tra l'Unione italiana ciechi e la direzione regionale delle entrate per la Liguria, finalizzata a ridurre i disagi degli ipovedenti e dei non vedenti nell'assolvimento dei doveri tributari, auspica che venga trasmessa a tutte le direzioni regionali delle entrate detta convenzione, affinché su tutto il territorio nazionale possano essere ridotti i disagi per tali categorie di soggetti.
Al riguardo, l'Agenzia delle entrate ha rappresentato che per i contribuenti che hanno difficoltà a recarsi presso gli uffici locali, ha attivato un servizio specifico di assistenza a domicilio.
Per avvalersi di tale servizio è necessario rivolgersi ai coordinatori delle direzioni regionali dell'Agenzia, agli uffici locali, alle Associazioni che operano nel settore dell'assistenza ai disabili, ai servizi sociali degli enti locali ed ai patronati.
Le associazioni e gli enti interessati, che vogliono svolgere un ruolo di collegamento tra detti contribuenti e l'Agenzia, dovranno accreditarsi presso i coordinatori di ciascuna Direzione regionale. Il servizio è attivo in tutti gli uffici locali.
Il servizio evita code agli sportelli ed anche il disagio di recarsi presso gli uffici. Un funzionario qualificato si recherà presso il domicilio del contribuente per fornire assistenza fiscale qualificata. Informazioni su questo servizio e su tutte le agevolazioni fiscali a favore dei contribuenti disabili sono a disposizione sul sito
www.agenziaentrate.gov.it.
L'Agenzia delle entrate ha osservato, inoltre, che la convenzione che la direzione della Liguria ha stipulato con l'Unione italiana ciechi, è una iniziativa che rafforza e qualifica in sede locale un'attività di assistenza che è già bene avviata in tutto il territorio nazionale.
Con particolare riferimento alla proposta dell'interrogante di trasmettere la convenzione in argomento a tutte le direzioni regionali, la citata Agenzia ha fatto presente che, come consuetudine, le convenzioni e gli strumenti destinati ad agevolare le cosiddette «categorie protette» già vengono poste in evidenza a tutti gli uffici al fine di divulgare le iniziative e migliorare il servizio di assistenza.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Daniele Molgora.

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
le recentissime elezioni politiche inglesi non hanno definito soltanto il terzo consecutivo successo per il premier Tony Blair, pur se con una secca diminuzione di voti e di seggi, ma hanno ridisegnato una nuova realtà per la vecchia, spinosa ed irrisolta questione nord-irlandese, che continua a lacerare, secondo l'interrogante scandalosamente, una Nazione per le norme di polizia feroci che regolano la vita quotidiana di coloro che si oppongono alla presenza inglese;
in particolare, il leader del partito unionista protestante dell'Irlanda del Nord (Uup) David Trimbie, nonché Premio Nobel per la pace assieme a David Hume per avere avviato il processo di riconciliazione dell'Ulster, è stato sonoramente sconfitto, passando da cinque seggi ad uno con Trimbie che, personalmente, ha perso il proprio seggio a Westminster, mentre, a conferma di un irrigidimento pericolosissimo delle posizioni antagonistiche è stato registrato un grande successo del partito Dup dell'irriducibile reverendo presbiteriano Ian Pasley, passato da cinque seggi a nove;
fra i cattolici, ferma la posizione del partito Sdlp di David Hume, che ha mantenuto tre seggi, ha invece trionfato il Sinn Fein di Gerry Adams che si è aggiudicato ben cinque seggi;


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essendo evidente che le possibilità di dialogo fra Ian Pasley e Gerry Adams sono assolutamente inesistenti, può affermarsi che la recente consultazione elettorale ha riportato in alto mare la soluzione della questione nordirlandese, a dimostrazione che il governo di Tony Blair non è stato in grado di favorire un processo di pace o comunque una soluzione ragionevole;
del resto appare incomprensibile come, avviatosi il terzo millennio, la Gran Bretagna, fra le più grandi e prestigiose democrazie del pianeta, possa pensare di mantenere ancora una condizione di occupazione ad avviso dell'interrogante senza diritti in un Paese europeo, senza che il mondo manifesti indignazione e vergogna -:
quale sia il giudizio del Governo italiano sull'estremizzazione del contrasto fra cattolici e protestanti all'esito delle recentissime elezioni politiche svoltesi in Inghilterra, e se non si ritenga, in armonia con gli altri Stati dell'Unione europea, di dover intervenire presso il Governo di Londra per segnalare l'inaccettabilità di una condizione di vita che, in Irlanda del Nord, disonora ad avviso dell'interrogante l'Europa intera per le violazione dei più elementari diritti civili e politici nei confronti della componente cattolica.
(4-14355)

Risposta. - La complessa situazione dell'Irlanda del Nord costituisce una questione interna di un Paese, la Gran Bretagna, governato da storici principi di libertà e di democrazia. La polarizzazione dell'elettorato nord-irlandese, emersa a seguito delle elezioni politiche del 5 maggio 2005, che ha penalizzato i partiti distintisi in passato per una maggiore disponibilità per la ricerca di un accordo tra la comunità protestante e quella cattolica, sembra non rendere agevole la prosecuzione dei negoziati per un ripristino dei poteri dell'Assemblea dell'Irlanda del Nord.
Peraltro, come spesso accade, i partiti più oltranzisti sono meglio in grado, a volte, di fare accettare ai propri sostenitori accordi la cui conclusione aveva eluso gli sforzi di componenti politiche più moderate.
L'auspicio del Governo italiano è che gli esponenti politici eletti dalla popolazione dell'Irlanda del Nord, che tanto ha sofferto per il perpetuarsi di una situazione di confronto violento tra le sue maggiori componenti, sappiano cogliere la sfida, certo ardua, che li confronta e siano in grado, superando i rancori passati, di individuare formule mutuamente accettabili per consentire la riattivazione dell'Assemblea di Stormont.
In tale contesto, il Governo italiano esprime la massima solidarietà per gli sforzi che il Primo Ministro britannico Blair ed il Primo Ministro irlandese Ahern hanno dispiegato negli ultimi anni per favorire un accordo tra la comunità protestante e quella cattolica.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.

FRAGALÀ. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
secondo uno studio pubblicato dall'International Policy Network, la ragione per la quale dopo decenni di dichiarazioni di buona volontà e 400 miliardi di dollari di sostegno occidentale, l'Africa versa in condizioni economiche e sociali pessime è che gli aiuti non funzionano, anzi, fanno del male nella maggior parte dei casi;
a poche settimane dal G8 di luglio in Scozia, che avrà al centro delle discussioni la lotta alla povertà, e a pochi giorni dalle marce e dalla serie di concerti di beneficenza, previsti in tutto il mondo, che lo accompagneranno, questo è l'attacco finora più forte alla Rock Star Economics, quel complesso di teorie rese popolari da musicisti e attori che sostengono la necessità di raddoppiare subito gli aiuti ai Paesi più poveri;
Julian Morris, direttore dell'International Policy Network (Ipn) - Istituto britannico


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che ha pubblicato l'analisi - sostiene che gli aiuti «premiano il fallimento e rafforzano regimi che diversamente sarebbero stati fatti fuori». I dati portati da Erixon mostrano che via via che gli aiuti all'Africa aumentavano dal 5 per cento del Pil continentale (1970) al 18 per cento (1995), la crescita del Pil il pro-capite crollava dal 15-17 per cento a negativa, per riprendere a metà anni Novanta quando gli aiuti sono tornati a calare;
lo studio rileva che se i governi occidentali facessero come richiesto da Jeffery Sachs, l'economista che ha studiato la strategia Onu per sradicare la povertà, e come proposto dal primo ministro inglese Tony Blair, cioè se aumentassero gli aiuti all'Africa di 25 miliardi di dollari l'anno, «le conseguenze potrebbero essere devastanti. Troppo spesso gli aiuti non hanno fatto che ingigantire le èlite politiche e tolto potere all'uomo comune». Erixon confuta alla radice la teoria indiscussa da decenni, secondo la quale gli aiuti esteri avrebbero la forza di dare la spinta iniziale a un'economia e rompere così il circolo vizioso della povertà»;
in realtà l'economista sostiene che i Paesi poveri sono tali perché mancano delle istituzioni di una società libera, le quali creano le condizioni di base per lo sviluppo. In altri termini, a condannare alla povertà sarebbe l'assenza di diritti di proprietà, di leggi e di norme, di mercati aperti, di governi onesti e non invadenti, di commercio estero;
gli aiuti al contrario producono due effetti negativi: spostano l'attenzione dal problema vero, cioè dalla creazione di istituzioni che funzionano; e soprattutto spingono ai margini gli investimenti privati, dando risorse a regimi dispotici per continuare ad opprimere, minare la democrazia, perpetrare la povertà;
ilrisultato dello studio dell'Ipn, pubblicato assieme a centri di ricerca di Sudafrica, Hong Kong, India, Ghana, Israele e Nigeria, analizzando gli effetti degli aiuti sulla crescita in generale, avrebbe dunque scoperto che sono sempre negativi, portando come esempio da seguire, di contro, il Botswana, il quale si è dato buone istituzioni economiche e ha avuto una bassa interferenza di aiuti esteri, con la conseguenza che il suo tasso di crescita è stato negli scorsi anni tra i più alti del mondo, ed il suo reddito pro-capite è oggi di ottomila dollari l'anno, contro i meno di mille di molti paesi africani -:
se quanto sopra esposto, a giudizio dei Ministri interrogati e alla luce degli studi economici e sociali condotti in Italia, corrisponda a verità.
(4-15579)

Risposta. - Lo studio pubblicato dall'International Policy Network sul ruolo degli aiuti e la loro efficacia nel processo di crescita economica e sociale nei Paesi del continente africano, condotto dall'economista svedese F. Erixon, si presenta come uno degli innumerevoli contributi teorici del dibattito sullo sviluppo. I dati oggetto dello studio succitato si riferiscono per lo più agli aiuti concessi all'Africa negli anni '80, quando essi venivano elargiti a «pioggia», oltretutto, quasi sempre a beneficio di Paesi che all'epoca erano ancora ben lontani dal possedere istituzioni rappresentative e democratiche. Che l'aiuto elargito secondo queste premesse fosse di scarso beneficio è unanimemente riconosciuto se è vero che le mancanze sul piano della governance sono oggi indicate come uno dei principali fattori che limitano lo sviluppo di un Paese. Ben diversa è la situazione attuale, che vede la grande maggioranza dei Paesi africani ormai retta da un regime parlamentare scaturito da elezioni. L'aiuto, per essere efficace e avere un impatto positivo, deve essere accompagnato da un atteggiamento virtuoso dei governi beneficiari che si estrinsechi in lotta alla corruzione e promozione del buon governo, rafforzamento delle istituzioni e creazione di un quadro normativo che dia la certezza del diritto, sane politiche economiche di risanamento delle disastrate finanze del Paese. I fattori delineati in precedenza sono considerati ormai indispensabili per la crescita e la lotta alla povertà e la loro attuazione sono


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alla base della totale cancellazione del debito estero del Paese.
La cancellazione del debito costituisce un esempio molto significativo della strategia di aiuto allo sviluppo applicata negli ultimi anni dall'Italia e dagli altri Donatori internazionali. Come è noto, in base a quanto disposto dalla legge n. 209 del 2000, il nostro Paese si è impegnato - ed è stato il primo in assoluto a farlo - a cancellare al 100 per cento i debiti verso l'Italia dei Paesi poveri e con debito insostenibile, la maggior parte dei quali africani. II livello globale del debito che ci siamo impegnati a cancellare è stimato nell'ordine di 4,5 miliardi di dollari americani: finora, l'Italia ha cancellato debiti per più di due-miliardi di dollari a paesi africani. Detta cancellazione non è stata però indiscriminata, altrimenti ciò avrebbe favorito il perpetrarsi della spirale debitoria, ma sottoposta a precise condizioni. In particolare, al fatto che il Paese beneficiario adottasse un piano di risanamento delle proprie finanze, concordato con (e controllato da) Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale, e si assumesse l'impegno di destinare le somme così risparmiate alla riduzione della povertà in genere e cioè alla scuola, alla sanità, alle risorse idriche e così via. In questo modo, si sono aiutati doppiamente i Paesi beneficiari: incoraggiandoli ad adottare una politica virtuosa di gestione delle proprie finanze e liberandoli dall'oneroso fardello di debiti contratti da precedenti regimi dittatoriali. Siamo ora pronti a continuare quest'opera ma solo verso i Paesi disposti a soddisfare le condizioni richieste. Quindi il Governo conferma l'impegno a raggiungere una cancellazione di 4,5 miliardi di dollari di debiti verso l'Italia (per ora, come si è detto, siamo
grosso modo a metà strada), ma ciò non significa che questi debiti saranno poi cancellati. Questo resta ovviamente il nostro obiettivo, ma se alcuni Paesi debitori non saranno disposti a soddisfare le condizioni richieste (avviare il risanamento delle proprie finanze ed impegnarsi a destinare allo sviluppo e alla riduzione della povertà), il Governo non potrà concedere tale beneficio.
Tutto questo è in sintonia con l'impegno assunto dal G8 al Vertice di Glenealgles riguardo il raddoppio, entro il 2010, del volume degli aiuti all'Africa. Si tratta del punto di arrivo raggiunto finora da un lungo processo iniziato con il Vertice di Genova del luglio 2001, quando l'allora Presidenza italiana inaugurò il Dialogo G8-Africa, che dura tuttora.
Il G8 ha constato che già oggi l'Africa riceve circa 25 miliardi di dollari di aiuti all'anno - cifra considerevole, soprattutto ove si tenga conto che, aggirandosi il prodotto interno lordo (Pil) globale del continente intorno ai 500 miliardi di dollari annui, essa rappresenta all'incirca il 5 per cento del Pil Africano - e che i Paesi africani si stanno seriamente impegnando a garantire la pace e la sicurezza nel loro continente, a migliorare la
governance al loro interno, a liberalizzare l'economia e a promuovere l'integrazione economica tra di loro. Prendendo atto di tutti questi progressi, che già hanno determinato una crescita del Pil africano superiore al 4 per cento negli ultimi anni, il G8 si è impegnato ad aumentare a 50 miliardi di dollari l'aiuto allo sviluppo dell'Africa, cioè il doppio del livello attuale. Gli aiuti saranno concessi a progetti elaborati e presentati autonomamente dai Paesi africani e sottoposti a verifica sulla loro effettiva attuazione. Tale verifica sarà affidata di norma ad organismi indipendenti designati di comune accordo tra i donatori e i beneficiari. Il Governo può quindi assicurare che sia l'aiuto attuale che quello futuro all'Africa rispetterà criteri atti ad eliminare - o quanto meno a ridurre al minimo - gli sprechi, in modo che esso sia effettivamente un coadiuvante allo sviluppo del continente africano.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.

GALANTE. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
le recenti dichiarazioni rilasciate dall'Ambasciatore di Israele in Italia conte


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nenti ripetuti ed offensivi attacchi contro Oliviero Diliberto, Parlamentare della Repubblica e leader di un Partito italiano, per i contatti e le relazioni internazionali che legittimamente questi intrattiene nell'esercizio del proprio mandato si configurano, a giudizio dell'interrogante come indebite interferenze nella politica italiana;
le diverse opinioni esistenti in Italia e nel mondo sulla politica del Governo israeliano (che è altra cosa dal popolo israeliano; e cosa ancora diversa dall'insieme degli ebrei) nei confronti della Palestina e dei palestinesi, così come sulle scelte assunte da parte di questi ultimi per opporsi alle aggressioni di cui sono vittima sul proprio territorio, non devono legittimare violazioni delle norme e regole di condotta che presiedono alle relazioni istituzionali tra gli Stati -:
quali iniziative il Governo italiano intenda assumere presso il Governo israeliano in merito alle dichiarazioni dell'ambasciatore israeliano affinché sia posta fine a quella che, a giudizio dell'interrogante, si configura come un'indebita ed inaccettabile intromissione nella politica italiana.
(4-11737)

Risposta. - La normativa internazionale relativa alle funzioni diplomatiche, che attinge a consuetudini e prassi internazionali, nonché alla Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche del 18 aprile 1961, obbliga lo Stato accreditario non solo a permettere il libero svolgimento delle funzioni e dell'attività degli agenti diplomatici ma addirittura a favorirne il libero espletamento.
La stessa citata Convenzione di Vienna, d'altra parte, prescrive all'articolo 41, comma 1, «senza che ciò pregiudichi i loro privilegi e immunità, tutte le persone che beneficiano di tali privilegi e immunità sono tenute a rispettare le leggi e i regolamenti dello Stato accreditatario. Esse hanno anche il dovere di non interferire negli affari interni di questo Stato».
Laddove si ravvisassero nel linguaggio di uno o altro di essi gli estremi dell'interferenza negli affari interni italiani sarebbe configurabile l'adozione di misure di diverso grado, quali l'emissione di una nota verbale o la convocazione presso il ministero degli affari esteri del Capo della Missione interessata oppure, in estremo limite, la dichiarazione di persona non grata nei confronti di chi abbia agito scorrettamente.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.

GAZZARA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con decreto ministeriale 30 marzo 1995 pubblicato nel supplemento n. 2 al Bollettino Ufficiale n. 4 dell'aprile 1996 del ministero delle finanze è stata disposta la conferma anche in soprannumero presso le nuove Commissioni tributarie dei soggetti di cui all'articolo 1 comma 2 del decreto-legge 15 marzo 1996 n. 123 nella funzione, nel grado e nell'incarico presso le nuove Commissioni regionali e provinciali di ogni soggetto nei posti già ricoperti nelle Commissioni di 2 grado;
per la Commissione tributaria regionale di Palermo il succitato decreto elencava n. 28 membri, n. 8 vice-presidenti di Sezione, tutti reinseriti e n. 2 Presidenti di Commissione con identica anzianità di Decreto di Nomina (7 settembre 1995): il dottor Antonino Bambara, nato il 26 aprile 1940 ed il dottor Guido Marletta, nato il 21 ottobre 1935;
alla cessazione dell'incarico per raggiunti limiti di età del dottor Cristoforo Genna, già Presidente, il dottor Guido Marletta è stato riassorbito ed immesso nelle funzioni con decreto del Presidente della Corte d'appello di Palermo del 25 ottobre 1996 protocollo P/96 5305 quale più anziano di età rispetto al dottor Antonino Bambara;


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in data 22 marzo 2005 il dottor Guido Marletta ha rassegnato al Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria le dimissioni dalle Funzioni di Presidente della Commissione tributaria regionale di Palermo;
con domanda del 25 marzo 2005 protocollo n. 442 il dottor Antonino Bambara ha chiesto al Consiglio di Presidenza la presa d'atto del suo già avvenuto automatico riassorbimento e di immissione nelle funzioni di Presidente della Commissione tributaria regionale dal giorno successivo a quello delle protocollate dimissioni del dottor Guido Marletta;
il caso di cui si tratta è identico a quello dei presidenti soprannumerari delle Commissioni tributarie regionali (Marche, Liguria, Lombardia, Lazio e Piemonte), nonché dei Presidenti soprannumerari delle Commissioni tributarie provinciali (Aosta, Brescia, Cuneo, Messina, Pescara, Ragusa, Reggio Calabria e Foggia) per le quali si è provveduto in modo identico;
in tutte le Commissioni tributarie provinciali e regionali d'Italia, infatti, tutti i soprannumerari membri, vice-presidenti e presidenti di Commissione alle vacanze dei posti di organico sono stati, per ordine di anzianità di età, reimmessi;
nel caso della Commissione tributaria regionale di Palermo, il C.P.G.T. non ha inteso fino ad ora prendere atto che il dottor Bambara Antonino, in virtù del giuramento prestato innanzi al Presidente della Corte di appello di Palermo in data 17 ottobre 1996 e delle dimissioni date dal dottor Guido Marletta il 22 marzo 2005 è automaticamente reinserito e riassorbito, con effetto dal 23 marzo 2005, nell'incarico e nelle funzioni di Presidente della Commissione tributaria regionale per la Sicilia -:
quali concrete iniziative intendano adottare perché si risolva in tempi rapidi la questione posta.
(4-13759)

Risposta. - Con il documento di sindacato ispettivo in esame l'interrogante chiede di conoscere quali concrete iniziative si intenda adottare in merito alla mancata presa d'atto, da parte del Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria, del riassorbimento, del dottor Antonino Bambara, nell'incarico e nelle funzioni di Presidente della Commissione tributaria regionale di Palermo, in sostituzione del Presidente dimissionario dottor Guido Marletta.
Al riguardo, il Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria, con la delibera n. 2874/05/CDP del 14 giugno 2005, ha fatto presente di condividere, in merito alla problematica in argomento, l'orientamento espresso dal Consiglio di Stato, con le decisioni n. 1926 del 2003 e n. 31 del 2004, con le quali viene definito puntualmente l'ambito di applicazione dell'istituto del riassorbimento dei magistrati tributari cosiddetti sovrannumerari.
Il Consiglio di Presidenza ha osservato che i richiamati giudicati prevedono che la carica di Presidente di Commissione tributaria regionale, non contemplata nel previgente ordinamento degli organi di giustizia tributaria, non può essere ritenuta corrispondente, per grado e livello di funzioni, a quella di Presidente di Commissione tributaria di secondo grado, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 636 del 1972.
In merito all'istituto del riassorbimento dei giudici sovrannumerari, invocato dal dottor Bambara, il Consiglio di Presidenza ha osservato che il medesimo istituto può trovare applicazione per funzioni tra loro omogenee, equiparabili e pariordinate, le quali, per quanto riguarda i Presidenti di Commissione Tributaria di secondo grado, vanno individuate in quelle di Presidente di Sezione di Commissione tributaria regionale.
L'istituto del riassorbimento non può operare, pertanto, ad avviso del Consiglio di presidenza, con riferimento alle diverse e più elevate funzioni di Presidente di Commissione tributaria regionale.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Maria Teresa Armosino.


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GIORDANO, FOLENA e RUSSO SPENA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in merito alla forte contrarietà di forze politiche, forze sociali, forze culturali ed ambientali, nonché di tanta parte della società calabrese e siciliana al Ponte sullo Stretto di Messina, sarebbe auspicabile per il mezzogiorno un modello sociale e produttivo diverso, che garantisca lavoro sicuro e servizi pubblici di qualità che rendano certi ed esigibili il diritto all'acqua, alla salute, alla scuola;
occorre un modello economico e produttivo autocentrato ed autopropulsivo che tenga conto esclusivamente delle risorse umane, ambientali, paesaggistiche, architettoniche, artistiche e storiche che il Sud possiede;
nel documento programmatico approvato dall'«Unione» calabrese vi è scritto testualmente: «La necessità di infrastrutturazione territoriale ai fini della comunicazione e del superamento del limite della perifericità deve essere strettamente correlata a tale concezione. Il "no" al Ponte sullo Stretto di Messina è in questo senso tutt'altro che una chiusura all'innovazione. La priorità, non soltanto per la disponibilità o la compatibilità delle risorse finanziarie, è la qualificazione del sistema infrastrutturale esistente e del suo sviluppo. Il Ponte sullo Stretto non può costituire il rischio di uno sconvolgimento ambientale»;
tutti gli studi relativi all'impatto ambientale, al territorio e al sistema dei trasporti del ponte, confermano che esso è inutile all'economia, alla trasportistica, nonché gravemente dannoso per l'ambiente, per il paesaggio e per il sistema urbanistico del territorio;
per quanto riguarda invece la partecipazione alla gara di affidamento della progettazione definitiva, esecutiva e della realizzazione del ponte sono pervenute due offerte (Astaldi S.p.a ed Impregilo S.p.a.); una gara tutta italiana alla quale non ha partecipato nessuna delle grandi imprese straniere, perché evidentemente, secondo l'interrogante, poco garantite sulla fattibilità e sulla certezza dei costi -:
se non ritenga opportuno bloccare le procedure per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina;
se non ritenga necessario individuare risorse finanziarie alfine di potenziare e razionalizzare l'attraversamento marittimo dello Stretto, rilanciando l'infrastrutturazione della Calabria e della Sicilia e incanalando la domanda di mobilità verso trasporti collettivi e l'intermodalità.
(4-16135)

Risposta. - In riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, si fa presente che il modello sociale ed economico per il Mezzogiorno resta quello di tutto il Paese e deve tendere ad essere «autopropulsivo» come è appunto nel caso del Ponte sullo Stretto di Messina il cui piano finanziario è basato sull'autofinanziamento integrale dell'opera a partire dalle tariffe e dai traffici in essere.
L'ulteriore infrastrutturazione del Mezzogiorno, a partire dalla risoluzione dei problemi idrici e sino alla logistica e quindi alle occasioni di sviluppo, è già in atto con la legge obiettivo e l'opera in argomento costituisce un ulteriore elemento catalizzatore ed acceleratore.
Le valutazioni ambientali sono state accuratamente validate dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio che ha verificato che il Ponte sulla Stretto costituisce un elemento di miglioramento: basti solo pensare alla riduzione di inquinamento prodotta dall'ottimizzazione energetica degli attraversamenti senza traghetti.
Si rappresenta, infine, che nei due gruppi di imprese partecipanti alla gara sono presenti i principali operatori del settore dei diversi continenti.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.


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GIULIETTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
si pone con urgenza la questione del rifinanziamento per la ricostruzione dei danni del terremoto del 1997, con particolare riferimento alla restituzione della cosiddetta busta pesante;
per la Sicilia e il Piemonte il Governo ha adottato infatti un trattamento differenziato e migliore in materia di restituzione della busta pesante, peraltro non esteso agli umbri e marchigiani colpiti anch'essi da calamità;
sollecitazioni in senso generale sulla necessità di rifinanziare la ricostruzione di Umbria e Marche sono pervenute dalle Regioni interessate, da tutti i Parlamentari sia di maggioranza che di opposizione eletti nelle due regioni, dall'Anci nazionale, dai Sindaci dei comuni colpiti;
più volte la Presidente dell'Umbria Mariarita Lorenzetti ha asserito di aver avuto assicurazioni da parte di autorevoli esponenti del Governo sulle questioni di cui sopra;
anche l'interrogante più volte è stato rassicurato da esponenti di Governo in tal senso;
ad oggi 23 dicembre 2004, al di là della proroga dello stato di emergenza, seppur importante, promulgato in data odierna dal Consiglio dei Ministri, nessuna certezza è emersa sui vari punti sollevati, anzi, il Governo, in particolare il Ministro Domenico Siniscalco di fatto non risponde alle varie sollecitazioni pervenute sia dalle Regioni, che dai Parlamentari-:
quali iniziative intenda adottare il Governo e con quali e quante risorse intenda rifinanziare la ricostruzione di Umbria e Marche;
se intenda adottare iniziative normative volte ad equiparare il trattamento sulla cosiddetta busta pesante riservato a umbri e marchigiani a quello previsto per i siciliani e i piemontesi.
(4-12221)

GIULIETTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante ha presentato in data 13 gennaio 2004 atto camera 4-08485 e successivamente in data 28 dicembre 2004 atto camera 4-12221, atti di sindacato ispettivo inerenti le provvidenze a favore delle popolazioni terremotate di Umbria e Marche colpite dal sisma del settembre 1997 ed in particolare sulla cosiddetta «busta pesante»;
il Governo, con ordinanza del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile in data 28 dicembre 2004 ha provveduto alla proroga dello stato di emergenza, non equiparando però con lo stesso trattamento le popolazioni di Umbria e Marche, come invece fatto per le popolazioni anch'esse colpite da calamità di Piemonte e Sicilia;
i fondi necessari alla copertura della proroga della «busta pesante» sono stati sottratti dalle provvidenze previste dalla legge 61 del 1998 per la ricostruzione di Umbria e Marche -:
quali iniziative si ritenga di adottare per reintegrare i fondi sottratti alla legge 61 per la ricostruzione;
quali iniziative si intendano assumere per parificare il trattamento sulla restituzione della busta pesante negli stessi termini riservati per le popolazioni di Piemonte e Sicilia.
(4-13364)

GIULIETTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in data 13 gennaio 2004, successivamente in data 28 dicembre 2004, l'interrogante ha presentato atti di sindacato ispettivo (4-08485 e 4-12221) inerenti le provvidenze a favore delle popolazioni terremotate di Umbria e Marche colpite dal sisma del 1997 ed in particolare sulla cosiddetta busta pesante;


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ad oggi, in particolare sull'atto camera 4-12221, non è ancora giunta risposta da parte del Governo;
le organizzazioni sindacali CGIL CISL UIL, le Istituzioni regionali e provinciali, le Associazioni imprenditoriali, pongono nuovamente con forza la questione della «busta pesante» dei termini legati alla restituzione, ed alla omogeneità di trattamento pari a quello delle popolazioni del Piemonte e della Sicilia anch'esse colpite da calamità;
con una manovra che appare all'interrogante a dir poco anomala, i fondi relativi alla copertura della proroga della busta pesante sono stati sottratti alle provvidenze previste dalla legge n. 61 del 1998 per la ricostruzione di Umbria e Marche -:
se non intenda assumere iniziative normative dirette a reintegrare detti fondi ed a parificare il trattamento sulla restituzione della busta pesante negli stessi termini riservati per le popolazioni di Piemonte e Sicilia.
(4-15790)

Risposta. - Con le interrogazioni in esame si chiedono talune informazioni in merito alla vicenda della cosiddetta «busta pesante» riguardante le popolazioni di Umbria e Marche colpite dal terremoto del 1997.
Al riguardo, per quanto attiene la copertura finanziaria prevista per il differimento al 31 dicembre 2005 dei termini per l'avvio del recupero dei contributi previdenziali e assistenziali, nonché delle entrate di natura patrimoniale dovute all'amministrazione finanziaria, di cui all'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3390 del 29 dicembre 2004, a carico delle disponibilità di cui all'articolo 15 del decreto-legge 30 gennaio 1998, n. 6, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 marzo 1998, n. 61, la Ragioneria Generale dello Stato ritiene che l'utilizzo di dette disponibilità sia idoneo a coprire l'intervento. La stessa Ragioneria ha, peraltro, rilevato che le proroghe ad oggi concesse non sono quantificate nelle relative ordinanze.
In ordine, poi, a quanto auspicato dall'interrogante circa la parificazione del trattamento sulla restituzione della «busta pesante» a quello adottato per le popolazioni di Piemonte e Sicilia, a causa degli eventi sismici del 1990, il dipartimento per le politiche fiscali ha fatto presente che con l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3408 del 4 marzo 2005, è stato differito, al mese di gennaio 2006, il termine per il recupero dei tributi non corrisposti per effetto delle sospensioni previste, fino al 31 marzo 1998 e fino al 30 giugno 1999, a favore dei soggetti residenti in alcuni comuni delle regioni Marche e Umbria colpiti dal sisma del 1997. I pagamenti potranno essere effettuati in un'unica soluzione entro il 31 gennaio 2006, ovvero, a decorrere da tale mese, senza aggravio di sanzioni ed interessi, mediante rateizzazione mensile in un arco di tempo pari a 5 volte il periodo di sospensione.
Al momento, dunque, i beneficiari delle sospensioni non sono tenuti al versamento delle somme in questione che, come precisato, sono dovute a partire dal mese di gennaio 2006 con la suddetta rateizzazione.
Il predetto Dipartimento ha, peraltro, precisato che la disposizione di cui all'articolo 9, comma 17, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, per effetto della quale i contribuenti del Piemonte e della Sicilia orientale hanno potuto definire le proprie posizioni con il pagamento di un importo pari al 10 per cento di quanto dovuto, ha inciso su una fattispecie in parte diversa rispetto a quella in esame.
Infatti, le richiamate disposizioni sono inserite nell'ambito delle definizioni agevolate che, in sostanza, hanno inteso definire situazioni nelle quali i contribuenti, in modo reiterato, non avevano regolarmente ottemperato ai propri obblighi tributari. I soggetti interessati dal sisma del 1990, all'epoca dell'adozione della disposizione in esame, avrebbero già dovuto aver effettuato gran parte dei versamenti sospesi sulla base dei provvedimenti che hanno disciplinato la ripresa della riscossione.
Per i contribuenti di Marche ed Umbria, invece, la ripresa della riscossione è stata differita al mese di gennaio 2006, per cui,


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prima di tale data, non vi è alcun obbligo per i soggetti che hanno beneficiato della sospensione di effettuare gli adempimenti e versamenti sospesi.
L'eventuale accoglimento della richiesta, nel senso auspicato dall'interrogante si dovrebbe tradurre nell'adozione di disposizioni con le quali gli enti creditori rinunciano al credito o ad una parte di esso. È evidente che l'eventuale adozione di dette misure non può prescindere dalla valutazione degli inevitabili effetti sul gettito.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Daniele Molgora.

LOSURDO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il traffico della provincia di Pavia è penalizzato dalla esistenza di numerosi passaggi a livello. In particolare nella zona fra Certosa di Pavia ed il capoluogo distante 6 chilometri circa, vi sono tre passaggi a livello la cui chiusura in occasione del passaggio dei treni crea un ingorgo di traffico che va a regolarsi poi lentamente nel tempo;
i tre passaggi a livello si trovano all'altezza del cimitero di Borgarello, nei pressi della Cascina Repentita ed della Cascina Rizza alle porte di Pavia;
da qualche tempo la chiusura delle barriere si è prolungata e quindi gli ingorghi del traffico stradale stanno diventando un autentico cappio nel traffico a nord di Pavia;
fino a qualche anno fa, i tre passaggi a livello avevano la doppia barriera, poi abolita, che rendeva più scorrevole il traffico intralciandola in maniera più contenuta. L'abolizione della doppia barriera viene ritenuta un errore dalle migliaia di automobilisti che rimangono incapsulati negli ingorghi sopra descritti -:
quali iniziative intenda adottare affinché sia eliminato o, quanto meno, alleviato l'intralcio al traffico creato dai tre passaggi a livello sopra descritti e concentrati nel breve tratto tra Certosa e Pavia.
(4-16331)

Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato s.p.a. ha riferito che i tre passaggi a livello citati nell'atto ispettivo si trovano sulla linea Milano-Pavia nella tratta compresa tra le stazioni di Certosa di Pavia e Pavia e ricadono uno nel comune di Borgarello e due nel comune di Pavia.
Per la soppressione dei passaggi a livello, d'intesa con le amministrazioni interessate, sono stati elaborati gli studi di fattibilità delle opere sostitutive consistenti in tre sottovia carrabili nonché i progetti preliminari trasmessi alle medesime amministrazioni per l'approvazione.
Contestualmente ai progetti relativi alle opere sostitutive dei passaggi a livello, Ferrovie dello Stato sta elaborando quelli riguardanti gli interventi per la soppressione di ulteriori cinque passaggi a livello due dei quali insistono sulla linea Milano-Pavia nel comune di Pieve Emanuele e tre sulla linea Voghera-Pavia nei comuni di Pizzale e Castelletto di Branduzzo.
Entro il primo quadrimestre 2006, previa elaborazione del progetto definitivo, la società prevede di indire una Conferenza di Servizi al fine di ottenere tutti i benestare e le autorizzazioni necessari procedendosi successivamente all'elaborazione del progetto esecutivo ed all'appalto delle opere.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.

LUCCHESE. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere:
se sia a conoscenza degli immensi disagi cui vanno incontro i viaggiatori per i gravi disservizi esistenti all'Aeroporto di Fiumicino;
se non ritenga inammissibile che un viaggiatore debba attendere circa un'ora per potere avere il proprio bagaglio, in particolare per le linee internazionali


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(mercoledì 2 aprile volo Barcellona-Roma arrivato alle ore 19 mentre i bagagli sono stati consegnati alle ore 20);
se non si ritenga che il concessionario non assolva ai compiti che gli competono e quindi non convenga sull'opportunità di procedere come stabilito dalla concessione.
(4-05945)

LUCCHESE. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
all'aeroporto di Fiumicino martedì 2 settembre 2003 alle ore 16,30 circa, i passeggeri di un volo internazionale hanno dovuto attendere circa 15 minuti il mezzo aeroportuale che dall'aereo li portasse in aerostazione;
nella area dell'aerostazione al nastro n. 7 i passeggeri hanno dovuto attendere circa 45 minuti per avere i bagagli, le persone non sapevano a chi rivolgersi non essendoci in quell'area alcun funzionario della Società Aeroporti di Roma;
addirittura alle vive proteste di un passeggero un addetto al ritiro delle valigie, con tuta blu, quindi dipendente della società, lo insultava a voce alta, tutto ciò senza che alcun responsabile della società intervenisse;
nella zona ritiro bagagli la pulizia è inesistente, addirittura cartacce sul nastro di scorrimento, forse gli addetti alla pulizia operano una sola volta al mattino, il che è inaccettabile;
lungo la parte che dal parcheggio porta all'aerostazione vi sono estesi tratti di moquette rovinata e sconnessa;
l'aria condizionata non funziona bene, in particolare in alcune parti dell'aerostazione;
lasciando l'auto al parcheggio dal 29 agosto al 2 settembre occorre pagare ben 74 euro (circa 140 mila lire), cifra molto elevata;
per potere usufruire del carrello si paga un euro (2000 lire), che difficilmente si può recuperare per chi va al parcheggio;
la gestione dello scalo romano di Fiumicino è da definirsi pessima e non è tollerabile che questo degrado dei servizi prosegua non solo perché danneggia i singoli passeggeri, ma anche perché arreca un danno notevole all'immagine del nostro Paese;
da quando la società Aeroporti di Roma è stata privatizzata vi è stato un calo inarrestabile ed un degrado sempre in aumento -:
quali iniziative abbia adottato e ritenga di poter adottare presso i soggetti competenti affinché la gestione dei servizi aeroportuali emerga dall'inaccettabile stato di degrado descritto in premessa.
(4-07281)

LUCCHESE. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
l'aeroporto di Fiumicino è in continuo degrado da quando è stato privatizzato ed i servizi sono in costante peggioramento, in particolare l'attesa per il ritiro dei bagagli crea forti disagi nei viaggiatori con rilevante perdita di tempo;
malgrado le interpellanze e le interrogazioni parlamentari già presentate non è stata modificata l'incresciosa situazione -:
quali iniziative il Governo abbia adottato presso l'ente competente affinché questo provveda a far sì che la società che gestisce lo scalo aeroportuale di Roma venga a svolgere un servizio decoroso.
(4-08454)

Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con gli atti ispettivi in esame, cui si risponde congiuntamente, sono stati richiesti elementi informativi all'Ente nazionale per l'aviazione civile il quale fa


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conoscere quanto rappresentato dalla società di gestione Aeroporti di Roma.
Per quanto concerne i disservizi lamentati in ordine alla riconsegna dei bagagli presso lo scalo di Fiumicino in data 2 aprile 2003, il gestore Aeroporti di Roma ha effettuato opportune verifiche sul funzionamento dei relativi nastri dalle quali non sono emersi fatti significativi che possano aver influenzato l'efficienza del servizio in questione. In aggiunta ha riferito che nello specifico trattandosi di un volo Alitalia è la stessa compagnia aerea che provvede direttamente a dare assistenza ai propri passeggeri e agli aeromobili per il tramite della partecipata Alitalia Airport S.p.A.
Quest'ultima infatti è tenuta ad osservare gli impegni in materia di esercizio, organizzazione e svolgimento dei servizi a terra assunti in sede di stipula delle condizioni generali di contratto per l'esercizio di assistenza a terra di cui all'allegato A del decreto legislativo n. 18 del 1999 sullo scalo aeroportuale di che trattasi. Conseguentemente i disservizi lamentati sono ascrivibili alla Compagnia Alitalia.
Per quanto riguarda il ritardo relativo al trasferimento dei passeggeri dall'aeromobile all'aerostazione il 2 settembre 2003 alle ore 16.30, Enac riferisce che il gestore Aeroporti di Roma ha dichiarato che le informazioni fornite nel testo dell'interrogazione non sono risultate sufficienti per l'identificazione del volo, del vettore e dell'
handler;
A riguardo è opportuno sottolineare che, a seguito della liberalizzazione dei servizi di assistenza a terra avvenuta nell'ottobre 2001, nell'aeroporto Leonardo da Vinci operano tre società (Alitalia
Airport, Eas e Aeroporti di Roma Handling) che gestiscono rispettivamente il 50, il 20 ed il 30 per cento dell'handling aereo portuale.
Nei confronti di coloro che operano in regime di libera concorrenza Aeroporti di Roma non ha strumenti per poter imporre il rispetto degli standard qualitativi.
La responsabilità della gestione dei servizi è dunque da attribuire ai diversi soggetti interessati, in ragione della quota che ciascuno di essi possiede nel mercato dell'
handling.
L'Enac fa presente che in ordine poi all'attesa di 45 minuti per la riconsegna dei bagagli al nastro 7 il giorno 2 settembre 2003 il gestore Aeroporti di Roma, a seguito delle verifiche effettuate, ritiene che nella giornata in questione non siano emersi fatti che possano aver influenzato l'efficienza del servizio.
Tuttavia Aeroporti di Roma per sua dichiarazione, consapevole che gli standard qualitativi assicurati dagli
handler per i servizi di riconsegna bagagli non in linea con i valori previsti dalla Carta dei Servizi, ha istituito nel mese di novembre 2002 un Comitato di Coordinamento aeroportuale tra i rappresentanti dei vettori e degli handler operanti sullo scalo. Ciò al fine di monitorare i processi ed intervenire tempestivamente in caso di criticità anche promuovendo, sin dal giugno 2002, incontri mensili con i rappresentanti delle compagnie aeree e degli handler. Nel corso di tali riunioni sono state individuate, concordate ed attivate iniziative volte a migliorare la gestione dei bagagli.
In via generale, l'Ente rappresenta che il Direttore dell'aeroporto Leonardo da Vinci con una nota del 21 ottobre 2003, comunicava all'Ente medesimo di aver convocato, già in data 14 agosto 2003, una riunione con tutti gli operatori interessati per verificare le cause che avevano comportato l'intensificarsi dei ritardi e le relative responsabilità in ordine al servizio di gestione bagagli.
Nel corso di tale incontro sono state riscontrate le seguenti problematiche:
a) difficoltà infrastrutturali determinate da un complesso aeroportuale che negli ultimi anni si è ampliato in modo notevole senza la completa eliminazione delle precedenti strutture;
b) mancata conoscenza delle procedure di smistamento da parte degli addetti per la ricerca dei bagagli non ritirati soprattutto da parte del personale assunto a tempo determinato nei periodi di maggior traffico;
c) tempi lunghi connessi ai controlli di sicurezza;


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d) presenza di più handlers con esigenze diverse ed operanti in regime di concorrenza, e in relazione a cui gli stessi, hanno già espresso l'impegno di istituire un pool di carattere operativo;
e) mancanza di puntualità degli aeromobili che comporta tempi lunghi anche nel trattamento dei bagagli;
f) invio dei bagagli da parte dei check-in non compatibili con il sistema Bhs;
g) prelievo dei bagagli in partenza o in transito presso il sistema Bhs effettuato dagli stessi handlers in tempi lunghi.

L'Ente rende noto che, alla luce di quanto premesso, il responsabile dell'aeroporto ha, di propria iniziativa, acquisito l'impegno degli operatori al fine di migliorare lo standard dei servizi. I vettori sono stati pertanto richiamati ad una maggiore puntualità in arrivo nonché al rispetto delle procedure di sicurezza e ad una maggiore attenzione nel trattamento dei bagagli in stiva ivi compresa la fondamentale opera di etichettatura.
Il direttore dell'aeroporto in parola ha fatto comunque presente come, proprio a seguito della nota sopra richiamata, gli siano stati inviati rapporti dettagliati delle analisi effettuate in relazione a singole operazioni bagaglio. In merito ha riscontrato spesso registrazioni di bagagli fuori misura, necessità continua di spostamento dei bagagli in baie alternative, disservizi determinati da mancanza di informazioni delle persone preposte alla raccolta. Inoltre, sono anche emerse difficoltà determinate da congestione degli allarmi registrati al Bhs, avarie dei nastri trasportatori, fuori servizio delle macchine BX.
Per quanto attiene al comportamento scortese di un addetto al ritiro valigie con tuta blu citato nell'interrogazione n. 4/07281, è stato sensibilizzato l'apposito responsabile di area, anche se è stato posto in evidenza come la tuta blu non costituisca un elemento di certa identificazione di un addetto Aeroporti di Roma.
L'Enac riferisce che il gestore Aeroporti di Roma ha fatto conoscere che la pulizia dello scalo viene quotidianamente assicurata con attività svolta durante tutto l'arco della giornata e che sono altresì previsti interventi di miglioramento del sistema di condizionamento legati al più vasto programma di modernizzazione del Molo ovest.
In merito al costo del parcheggio multipiano, Aeroporti di Roma osserva che le tariffe in vigore sono da considerarsi inferiori a quelle applicate nei principali scali europei e che sono altresì disponibili un parcheggio lunga sosta con tariffe più contenute rispetto a quello multipiano e circa 1600 posti non a pagamento. Il costo per i carrellini portabagagli è in linea con quello praticato negli aeroporti europei e negli scali americani.
Infine Aeroporti di Roma riferisce che una primaria società, riconosciuta a livello internazionale, ha indicato per il periodo gennaio-maggio 2003, un livello di gradimento tale da porre lo scalo di Fiumicino come migliore scalo italiano e uno fra i migliori aeroporti europei. È stato comunque dato avvio ad un importante piano di miglioramento della qualità dei servizi offerti con una previsione di investimenti di 1 milione di euro.
L'Ente, al di là delle descritte azioni intraprese dal direttore di aeroporto per eliminare le cause di disservizio, è consapevole del fatto che una migliore qualità dei servizi offerti ai passeggeri debba passare sia attraverso una efficiente predisposizione delle risorse necessarie sia ad una utilizzazione ordinata e razionale delle risorse stesse da parte di ogni operatore. A tal fine, infatti, ha ravvisato l'opportunità di regolamentare conseguentemente l'esercizio delle varie attività, in particolare di quelle che si svolgono nelle aree ad uso comune elaborando un prototipo di Regolamento di scalo. Ciò soprattutto a seguito dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 18 del 1999 sulla liberalizzazione dei servizi a terra negli aeroporti della Comunità europea.
In base al succitato decreto legislativo, in ogni aeroporto ove ai sensi dell'articolo 4 del decreto stesso venga attuato il libero accesso al mercato dei servizi di assistenza a terra nonché laddove sulla base dell'articolo 5 siano effettuati servizi in regime di


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auto assistenza, il rispettivo gestore, nell'ambito dei compiti di coordinamento e controllo ad esso spettanti, redigerà un Regolamento di scalo attenendosi alle prescrizioni ed ai principi generali stabiliti dall'Enac nel succitato Regolamento attualmente in fase di elaborazione.
Nell'ambito di tale documento verranno precisati, tra l'altro, le procedure ed i requisiti per l'accesso al mercato dei servizi di assistenza a terra, le modalità con cui infrastrutture ed impianti dovranno essere utilizzati da ogni operatore, le condizioni in cui gli elementi in questione dovranno essere messe a disposizione degli utilizzatori, saranno anche previsti strumenti di tipo sanzionatorio per i gestori nel caso di inosservanza delle prescrizioni imposte dall'Enac.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.

LUCCHESE. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che i viaggiatori all'aeroporto di Fiumicino, in arrivo dall'est europeo, hanno dovuto attendere ben un'ora e trenta minuti prima di avere le proprie valigie;
la gente esasperata non avendo notizie delle proprie valigie ha inscenato una protesta;
purtroppo si ripete sempre questo disservizio, già denunciato più volte dall'interrogante, come da altri parlamentari;
la società che ha in gestione l'aeroporto dovrebbe essere richiamata ai propri doveri e obbligata a rispettare le regole;
i passeggeri sono costretti a subire disservizi di ogni genere, mentre l'aerostazione è precipitata in un forte degrado ed i disservizi sono ormai continui -:
se il Ministro in relazione a quanto detto in premessa intenda avviare una indagine amministrativa all'aeroporto di Fiumicino.
(4-07589)

Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo in esame sono state richieste informazioni all'Ente nazionale per l'aviazione civile (Enac) il quale fa conoscere che per quanto concerne lo scalo di Fiumicino, su 2,1 milioni di bagagli trattati nel primo semestre del 2003 dal sistema automatico di smistamento gestito da Aeroporti di Roma, solo lo 0,035 per cento risulta subire disguidi con un miglioramento percentuale rispetto al primo semestre 2002. Nel periodo indicato non vi sono stati rilevanti problemi sugli impianti di trattamento e controllo dei bagagli gestiti da Aeroporti di Roma la cui funzionalità si è attestata su livelli di disponibilità mensile complessiva al 99 per cento. Inoltre, gli eventuali ritardi dei voli in arrivo, pur essendo solo in minima parte influenzati dai comportamenti del gestore e degli handlers, comportano rilevanti conseguenze negative sulle operazioni di trattamento del bagaglio. Gli operatori coinvolti hanno in questo caso scarse possibilità di pianificare le risorse necessarie con conseguente difficoltà ad incidere in maniera positiva sui tempi di caricamento a bordo del bagaglio in transito.
L'Enac poi sottolinea che, a seguito della liberalizzazione dei servizi di assistenza a terra avvenuta nell'ottobre 2001, nell'aeroporto Leonardo da Vinci operano tre società (Alitalia
Airport, Eas e Adr Handling) che gestiscono rispettivamente il 50, il 20 ed il 30 per cento del mercato dell'handling.
Nei confronti di coloro che operano in regime di libera concorrenza, Aeroporti di Roma non dispone di strumenti per poter imporre il rispetto degli
standard qualitativi. La responsabilità della gestione dei servizi è dunque da attribuire ai diversi soggetti interessati in ragione della quota che ciascuno di essi possiede nel mercato dell'handling.
Tuttavia Aeroporti di Roma, consapevole che gli
standard qualitativi assicurati dagli handler per i servizi di riconsegna bagagli non sono in linea con i valori previsti dalla Carta dei Servizi, ha istituito nel mese di novembre 2002 un Comitato di coordinamento tra i rappresentanti dei vettori e degli handler operanti sullo scalo aeroportuale.


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Ciò con l'obiettivo di monitorare i processi ed intervenire tempestivamente in caso di criticità, e, a partire dal mese di giugno 2003 promuovendo incontri mensili con i rappresentanti delle compagnie aeree e degli handlers. Nel corso di tali incontri sono state individuate, concordate ed attivate iniziative volte a migliorare la gestione dei bagagli.
Per quanto riguarda in ultimo i bagagli in attesa di riavvio da parte degli
handler di rampa, il cui andamento ha avuto un momento critico nel mese di agosto, sono state attuate azioni che grazie al monitoraggio continuo dei fenomeni e alle successive azioni di risposta, hanno consentito di ridurre in tempi rapidi il numero giornaliero dei bagagli da riavviare.
La Direzione aeroportuale di Fiumicino ha convocato lo scorso 14 agosto una riunione con tutti gli operatori interessati per verificare le cause che avevano comportato l'intensificarsi dei ritardi e le relative responsabilità in ordine al servizio di gestione bagagli. Nel corso di tale incontro sono emerse le seguenti problematiche:
a) difficoltà infrastrutturali determinate da un complesso aeroportuale che negli ultimi anni si è ampliato in modo notevole senza la completa eliminazione delle precedenti strutture;
b) mancata conoscenza delle procedure di smistamento da parte degli addetti per la ricerca dei bagagli non ritirati soprattutto da parte del personale assunto a tempo determinato nei periodi di maggior traffico;
c) i tempi lunghi connessi ai controlli di sicurezza;
d) presenza di più handlers con esigenze diverse ed operanti in regime di concorrenza, avendo gli stessi già espresso l'impegno a provvedere istituendo un pool di carattere operativo;
e) mancanza di puntualità degli aeromobili che comporta tempi lunghi anche nel trattamento dei bagagli;
f) invio dei bagagli da parte dei check-in non compatibili con il sistema Bhs;
g) prelievo dei bagagli in partenza o in transito presso il sistema Bhs effettuato dagli stessi handlers in tempi lunghi.

Per quanto premesso il responsabile dell'aeroporto con sua iniziativa ha acquisito l'impegno degli operatori per migliorare lo standard dei servizi; i vettori sono stati pertanto richiamati ad una maggiore puntualità in arrivo nonché al rispetto delle procedure di sicurezza e ad una maggiore attenzione nel trattamento dei bagagli in stiva ivi compresa la fondamentale opera di etichettatura.
Il Direttore dell'aeroporto in parola ha fatto comunque presente nella nota sopra richiamata come gli siano inviati rapporti dettagliati delle analisi effettuate in relazione a singole operazioni bagaglio. In merito riscontra spesso registrazioni di bagaglio fuori misura, necessità continua di spostamento dei bagagli in baie alternative, disservizi determinati da mancanza di informazioni delle persone preposte alla raccolta. In aggiunta, sono anche emerse difficoltà determinate da congestione degli allarmi registrati al Bhs, avarie dei nastri trasportatori, fuori servizio delle macchine BX.
Premesse le descritte azioni intraprese dal direttore di aeroporto per eliminare le cause di disservizio oggetto dell'interrogazione, l'Enac sta altresì elaborando un prototipo di regolamento di scalo. Ciò nella convinzione che una migliore qualità dei servizi offerti ai passeggeri debba passare attraverso una efficiente predisposizione delle risorse necessarie e ad una utilizzazione ordinata e razionale delle risorse stesse da parte di ogni operatore e ravvisata altresì l'opportunità di regolamentare conseguentemente l'esercizio delle varie attività, in particolare di quelle che si svolgono nelle aree ad uso comune soprattutto a seguito dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 18 del 1999 sulla liberalizzazione dei servizi a terra negli aeroporti della Comunità europea.
Tale documento preciserà tra l'altro le procedure ed i requisiti per l'accesso al mercato dei servizi di assistenza a terra, le modalità con cui infrastrutture ed impianti dovranno essere utilizzati da ogni operatore,


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le condizioni in cui gli elementi in questione dovranno essere, messi a disposizione degli utilizzatori. Prevederà altresì strumenti di tipo sanzionatorio per i gestori nel caso di inosservanza delle prescrizioni imposte dall'Enac.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.

LUCCHESE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
molto spesso, i contribuenti si vedono richiedere dai Comuni, a causa di errori di calcolo dell'ICI loro dovuta, penalità di importo di gran lunga superiore alla somma non versata: addirittura su di una differenza di soli 7 euro, è stata applicata, a titolo di penalità, una sanzione di 150 euro;
di solito, il contribuente, in questi casi preferisce non ricorrere alle competenti commissioni tributarie, per evitare di pagare il legale ed il commercialista;
in realtà, penalità così elevate andrebbero applicate unicamente agli evasori totali e non al contribuente che, in buona fede, abbia commesso un errore di calcolo -:
se non ritenga, alla luce di quanto sopra, di dover adottare iniziative normative, volte a prevedere che, in caso di errori nel calcolo dell'ICI, non possano essere applicate penalità di importo superiore alle somme non versate.
(4-13164)

Risposta. - Con l'interrogazione in esame si chiede di adottare iniziative normative volte a prevedere che nell'attività di liquidazione e di accertamento dell'imposta comunale sugli immobili (ICI) l'ente impositore non possa comminare sanzioni molto più elevate dell'imposta non versata.
Al riguardo, si fa presente che nell'ordinamento tributario italiano esistono già delle disposizioni che possono trovare applicazione per ovviare agli inconvenienti lamentati nell'interrogazione.
In particolare, l'articolo 7 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, nel dettare i criteri di determinazione della sanzione, contiene diverse disposizioni che ne prevedono l'attenuazione della misura. Il primo comma del citato articolo 7, prevede che nella quantificazione della sanzione si deve considerare, innanzitutto, la gravità della violazione, facendo anche riferimento alle caratteristiche della condotta del contribuente, all'opera da lui svolta per eliminare o attenuare le conseguenze del mancato pagamento, alla sua personalità, nonché alle sue condizioni economico-sociali. Con la circolare n. 180/E del 10 luglio 1998 è stato, altresì, precisato che per valutare la gravità della violazione occorre anche considerare la misura del tributo non versato, nonché il rapporto tra imposta evasa ed imposta complessivamente dovuta.
Un'altra disposizione volta ad attenuare l'entità della sanzione irrogata è quella contenuta nell'ultimo comma del medesimo articolo 7 del decreto legislativo n. 472 del 1997, il quale prevede che nel caso in cui ricorrano eccezionali circostanze che rendano manifesta la sproporzione tra entità del tributo e corrispondente sanzione, questa può essere ridotta fino alla metà del minimo.
Pertanto, come riferisce il Dipartimento per le politiche fiscali, dalle norme esaminate si evince, dunque, come il legislatore abbia considerato la possibilità di evitare casi in cui vi sia un'eccessiva sperequazione tra tributo non versato e sanzione comminata demandando, però, al soggetto impositore la valutazione di elementi che possono portare in concreto alla riduzione della sanzione.
Nel caso in questione, tali considerazioni sono lasciate alla discrezionalità del funzionario responsabile del tributo, che dovrà di volta in volta verificare l'esistenza di elementi che possono far propendere per una riduzione della sanzione da applicare.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Daniele Molgora.

LUCCHESE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere a quanto ammonti il deficit complessivo dell'Alitalia


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e quali misure siano state adottate per eliminare spese inutili, consulenze e sprechi di vario genere;
se risponde a verità che i posti di prima classe in aereo vengano omaggiati.
(4-15066)

Risposta. - Si risponde all'interrogazione indicata in esame, concernente alcune problematiche gestionali relative alla società Alitalia.
Al riguardo, la citata Società ha comunicato che la posizione finanziaria netta del gruppo al 31 maggio 2005 è stata pari a 1.791 milioni di euro, con una riduzione dell'indebitamento di 38 milioni di euro rispetto all'ultima analoga situazione al 30 aprile 2005, pubblicata in data 26 maggio 2005.
La posizione finanziaria netta della capogruppo Alitalia, al 31 maggio 2005, è stata pari a 1.827 milioni di euro, con una riduzione di 41 milioni di euro rispetto all'analoga situazione al 30 aprile 2005, sostanzialmente in linea con gli andamenti relativi al gruppo ed inclusiva anche dei debiti finanziari netti a breve termine nei confronti delle controllate, tra le quali la società Alitalia servizi, che è stata scorporata da Alitalia SpA ed ha iniziato la sua attività in data 1o maggio 2005. Il progetto di ristrutturazione previsto dal piano industriale 2005-2008 è articolato in due fasi distinte, temporalmente separate, in quanto espressione di due successivi momenti logici: la prima, finalizzata al risanamento (biennio 2005-2006) e la seconda al rilancio (biennio 2007-2008).
Nella fase iniziale, il cui obiettivo primario è diretto a garantire la continuità aziendale, non sono previsti investimenti di incremento della flotta e la strategia aziendale, orientata ad una profonda modernizzazione e razionalizzazione dell'organizzazione del gruppo, sarà focalizzata, tra l'altro, su una serie di iniziative ad impatto immediato e radicale sul settore degli acquisti e delle spese generali, nonché su tutta l'area commerciale.
In particolare, sono previste azioni strutturali sugli approvvigionamenti, le quali, in linea con quanto conseguito dalle diverse compagnie europee, che hanno nel tempo intrapreso percorsi analoghi, permetteranno di ottenere benefici in termini di riduzione dei costi di fornitura dei servizi, attraverso la rivisitazione di tutte le fasi del processo di acquisizione (gestione dei fornitori, negoziazione e riorganizzazione degli acquisti). Al riguardo, si segnala che sono state già lanciate ed implementate oltre 100 iniziative di miglioramento sulle principali categorie merceologiche, i cui effetti positivi sono stati rilevati dal gruppo Alitalia a decorrere dagli ultimi mesi dell'anno 2004.
Per quanto concerne, infine, le consulenze esterne, la società Alitalia ha precisato che le uniche ancora presenti rispetto al 2004 sono quelle strettamente correlate alla realizzazione del piano industriale 2005-2008, mentre per quanto riguarda eventuali posti omaggio, ha soggiunto che nessun posto aereo di classe economica,
business o magnifica viene offerto in omaggio.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Maria Teresa Armosino.

LUCCHESE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
se non ritenga di adottare iniziative normative volte a prevedere la cessazione di qualsiasi contributo e/o agevolazione in favore delle società italiane che delocalizzino all'estero la propria attività;
se non ritenga altresì di adottare iniziative volte a stabilire che la pubblica amministrazione non debba acquisire prodotti e merci da società italiane che hanno aperto stabilimenti all'estero.
(4-15390)

Risposta. - Con l'interrogazione cui si risponde, l'interrogante chiede se si intende adottare «iniziative normative volte a prevedere la cessazione di qualsiasi contributo e/o agevolazione in favore delle società italiane che delocalizzano all'estero la propria attività», nonché «iniziative volte a stabilire che la pubblica amministrazione


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non debba acquisire prodotti e merci da società italiane che hanno aperto stabilimenti all'estero».
Al riguardo, appare chiaro come qualsiasi decisione relativa ad un intervento governativo per disincentivare il fenomeno della delocalizzazione all'estero di società italiane, importa valutazioni che, impregiudicata ogni considerazione di natura politica, dovranno tenere in debita considerazione studi ed analisi che si renderebbero necessari in materia.
Sarebbe, comunque, il caso, secondo quanto riferito dall'Agenzia delle entrate, di limitare, eventualmente, la disposizione alle delocalizzazioni in Paesi extracomunitari, al fine di non incorrere nella violazione del principio della libertà di stabilimento intracomunitaria di cui all'articolo 43 del Trattato CEE.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Daniele Molgora.

MENIA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute, al Ministro per gli affari regionali, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
pervengono all'interrogante continue segnalazioni sulle violazioni da parte degli uffici delle amministrazioni statali della legge n. 54/89;
in particolare si segnala il caso della signora Anna Gianolla nata a Momiano (ex provincia di Pola, terre cedute dell'Istria italiana alla Yugoslavia), che si è trovata sul codice fiscale nata in Jugoslavia (con sigla provincia EE escursionisti esteri), sulla carta regionale dei servizi della regione Lombardia nata in «Serbia Montenegro», sulla tessera sanitaria nata in «Croazia»;
va invece ricordato che tutta l'Istria è appartenuta al Regno d'Italia (fino alla sua cessione alla Jugoslavia a seguito del Trattato di pace del 10 febbraio 1947) e che la legge 15 febbraio 1989, n. 54, prescrive che i documenti di cittadini nati in territori ex italiani abbiano il diritto di veder riportato sui documenti l'indicazione del solo comune di nascita in italiano senza nessun altra;
ad avviso dell'interrogante, gli errori segnalati sono macroscopici perché danno testimonianza di ignoranza e sciatteria nelle pubbliche amministrazioni, violano la legge dello stato e sono odiosi perché colpiscono nella propria coscienza e identità nazionale una persona che ha riaffermato di essere italiana con il doloroso esodo dall'Istria mondo -:
se le amministrazioni interessate ritengano di porre urgentemente rimedio agli errori segnalati oltre a porgere le dovute scuse all'interessata;
quali disposizioni si siano comunque date o si intenda dare affinché casi analoghi non abbiano a ripetersi.
(4-15248)

Risposta. - In riferimento all'interrogazione presentata dall'interrogante, si rappresenta, per quanto di competenza di codesto dicastero, che l'Agenzia delle entrate, secondo il disposto della legge 15 febbraio 1989, n. 54, per i cittadini italiani nati in comuni ceduti dall'Italia ad altri Stati in base al trattato di pace, riporta sul tesserino di codice fiscale e sulla documentazione connessa il comune di nascita con la denominazione «italiana», quando la nascita è avvenuta prima della ratifica della cessione.
Per i nati successivamente a tale momento, riporta, in luogo del comune, la denominazione dello Stato estero.
Circa la segnalazione riguardante la signora Anna Gianolla, l'Agenzia delle entrate ha verificato, negli archivi dell'anagrafe tributaria, la presenza del codice fiscale dell'interessata, attribuito nel 1978, nella prima fase d'impianto dell'Anagrafe tributaria, sulla base delle dichiarazioni da lei presentate e prima dell'approvazione della legge n. 54 del 1989. Il codice territoriale allora impiegato fu Z 118, corrispondente al luogo di nascita che era la Iugoslavia.
È opportuno precisare che la località di Momiano, riportata sul passaporto della signora Gianolla come luogo di nascita,


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non risulta, dalle pubblicazioni ufficiali, essere mai stato comune. Tuttavia, consultando la documentazione pubblicata da istituzioni private e in seguito a chiarimenti ricevuti dall'Agenzia delle entrate, è risultato trattarsi di una frazione dell'ex comune di Buie d'Istria, posto, come appartenente alla Zona B dell'ex territorio libero di Trieste, sotto amministrazione iugoslava in base al Memorandum d'intesa di Londra e passato definitivamente alla Iugoslavia in seguito al Trattato di Osimo, ratificato il 3 aprile 1977.
Sulla base della documentazione ricevuta, l'Agenzia delle entrate ha aggiornato la posizione della signora Gianolla con l'indicazione di Buie d'Istria quale luogo di nascita; di conseguenza le è stato attribuito un nuovo codice fiscale GNLNNA15H50B260C, al quale resta collegato il precedente, senza altre incombenze per l'interessata, mentre le sarà inviato un nuovo tesserino plastificato.
La signora dovrà, pertanto, usare il codice fiscale corretto GNLNNA15H50B260C. In ogni caso i due codici restano collegati negli archivi dell'anagrafe tributaria, la quale riconduce automaticamente alla posizione fiscale del codice corretto anche eventuali atti e dichiarazioni in cui fosse riportato quello errato.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Daniele Molgora.

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nel 1990 l'ANAS - Compartimento per la Calabria - ha fatto redigere il progetto relativo al «Grande svincolo per la superstrada Jonica e per la superstrada delle Serre» in località Rodano del Comune di Satriano (Catanzaro);
dopo aver individuato le Ditte proprietarie e le particelle catastali, solo nel 1998 l'ANAS ha appaltato le opere previste dal progetto N. 7505/98 alla Coop Costruttori, per un importo di 26 miliardi di vecchie lire;
la Ditta appaltatrice ha iniziato i lavori, li ha eseguiti per un importo di 5 miliardi di vecchie lire, realizzando piloni, paratie ed immensi rilevati per la prevista rotatoria, sulla proprietà Romiti, ove insiste un villino di mq. 140 circa, scuderie di circa mq. 138 e campi ippici ove il titolare, avv. Gennaro Romiti, esercitava attività agro-sportive;
i lavori sono proseguiti fino all'inizio del 2000, quando un proprietario limitrofo ha ottenuto l'annullamento del progetto in questione, sia dal TAR che dal Consiglio di Stato;
conseguentemente l'ANAS ha restituito ai legittimi proprietari i terreni occupati, autorizzandoli ad eseguire, a proprie cure e spese, la messa in ripristino dello stato dei luoghi, naturalmente demolendo le opere che fino a quel momento erano state prodotte dalla Ditta appaltatrice;
anche il villino, destinato quale residenza dell'avv. Gennaro Romiti, è stato ristrutturato e sono stati realizzati campi ippici regolamentari per concorsi regionali;
nonostante l'annullamento definitivo del progetto, inspiegabilmente l'ANAS non ha rescisso il contratto con la Coop Costruttori, la quale ha continuato a beneficiare del fermo lavori, acquisendo così il diritto di eventuale continuazione delle opere;
dopo tutto ciò l'ANAS, nel 2001, ha inviato ai Comuni di Satriano e di Davoli, ricadenti nell'area interessata, lo stesso progetto annullato, n. 4705/430 del 26 marzo 1998, cambiandone solo la denominazione: «Secondo ponte sull'Acinale, in prosecuzione per la superstrada delle Serre»;
i due citati Comuni hanno respinto e bocciato il progetto perché non più reiterabile, quale fotocopia di quello annullato ed, in particolare, perché avulso dalla realtà in quanto l'ANAS stessa aveva profilato lo spostamento della superstrada


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Jonica 3 chilometri a monte con ulteriore svincolo per la superstrada delle Serre;
gli stessi Comuni di Satriano e Davoli hanno invitato l'ANAS, per la soluzione e la messa in sicurezza della S.S. 106, a realizzare cinque ponti affiancati a quelli esistenti da Soverato a Gauardavalle, che avrebbero anche comportato minori spese;
l'ANAS, di contro, ha redatto una perizia di variante, riducendo la prevista rotatoria, da 75 m. di raggio a 50 m., in violazione alla normativa europea e pregiudicando la sicurezza stradale;
il Consiglio Comunale di Satriano con delibera n. 12, ha rilevato che la citata variante, risultava carente del relativo elaborato tecnico;
il ministero delle infrastrutture, nonostante quanto sopra, ha erogato il decreto n. 809, pur se taluni consiglieri comunali di Satriano hanno inoltrato denunzia, per falso alla Procura e ai vari ministeri;
l'ANAS ha inviato al Comune di Satriano la nota affermante che: «ove e se, come temuto, i comuni dovessero opporsi all'approvazione, l'ANAS ha necessità di avvalersi della nuova legge entrata in vigore nel novembre del 2000», è cioè approvazione a maggioranza e non all'unanimità, e verrebbe ad attuare il progetto 4705/430 del 1998 non tenendo presente che il definitivo annullamento del progetto era avvenuto nel gennaio 2000, ben 11 mesi prima dell'entrata in vigore nella normativa richiamata;
nel frattempo l'avv. Romiti ed il limitrofo proprietario vincitore del ricorso originario contro il progetto, concordano, con l'ANAS di Catanzaro, di accettare la proposta di variante per la costruzione del secondo ponte sull'Ancinale, e, quindi non producono ricorso alcuno;
un ulteriore ricorso al TAR da un'altra proprietaria limitrofa ha prodotto l'annullamento della variante, perché la stessa scaturita da un progetto definitivamente annullato;
dopo ulteriori vari interventi da parte dei proprietari interessati, l'ANAS, con la vecchia ditta appaltatrice dei lavori si è recata nella proprietà dell'avv. Romiti ed ha tentato di distruggere tutto con una ruspa; solo l'intervento della forza pubblica, chiamata dal Romiti, ha impedito anche l'abbattimento della casa;
dopo soli due mesi dalla ripresa dei lavori, la ditta appaltatrice degli stessi, ha dichiarato il fallimento e, successivamente, è sparita;
nei giorni scorsi è apparso il cartello indicante quale nuova ditta appaltatrice la EUROPEA92 ed i lavori sono continuati ed è stata abbattuta la casa dell'avv. Romiti -:
se non ritenga necessario ed urgente fare piena luce sul comportamento dell'ANAS, verificare l'iter anomalo del progetto in questione e far risarcire i legittimi proprietari per gli ingenti danni subiti.
(4-16124)

Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo in esame, l'Anas S.p.A., interessata al riguardo, ha comunicato che i lavori di costruzione del nuovo ponte sul fiume Ancinale, ricadenti nei comuni di Satriano e di Davoli in provincia di Catanzaro, sono stati consegnati nel settembre 1999 ma hanno subito rallentamenti e sospensioni in corso di realizzazione determinati da contenziosi espropriativi.
Le attività di cantiere, infatti, sono state totalmente sospese per effetto del ricorso di una ditta espropriata al TAR della Calabria, che ha annullato alcuni atti posti in essere per l'esecuzione dell'intervento in questione anche per mancato adempimento di quanto previsto dagli articoli 7 e 8 della legge n. 241 del 1990.
L'Anas ha immediatamente provveduto a restituire ai legittimi proprietari tutte le aree che un apposito decreto prefettizio aveva consentito di occupare in via di urgenza per l'esecuzione dei lavori.
Successivamente l'Anas ha iniziato un nuovo
iter per approvare i lavori di che


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trattasi redigendo un'apposita perizia di variante tecnica e suppletiva. Al progetto originario sono state apportate alcune modifiche per tenere conto sia delle problematiche tecniche emerse nel frattempo sia delle segnalazioni fatte dai comuni di Davoli e di Satriano.
Ciò ha determinato la necessità di ottenere nel novembre 2002, l'intesa tra Stato e regione Calabria ai sensi dell'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica n. 616 del 1977. È stato così riavviato il procedimento approvativo anche agli effetti della pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità ed è stato autorizzato l'Ufficio periferico di Catanzaro a consegnare i variati lavori previo avvio delle procedure espropriative.
La società stradale informa che anche in questo caso veniva proposto ricorso avverso il provvedimento prefettizio di occupazione temporanea ed urgente, accolto in primo grado e poi respinto dal Consiglio di Stato nel maggio 2004.
La conseguente ripresa dei lavori è stata purtroppo solo parziale a causa della decisa opposizione di una Ditta interessata all'esproprio.
L'Anas fa presente, infine, che la situazione, nonostante ripetuti tentativi, si è sbloccata solo nell'aprile 2005, grazie ad apposita ordinanza emanata dal Questore di Catanzaro, per effetto della quale si è pervenuti all'occupazione coatta delle aree di proprietà Romiti.
Ciò ha consentito la totale ripresa dei lavori i quali, allo stato, procedono a ritmi elevati grazie anche all'impegno della ditta «Europea 92», subentrata nel frattempo alla Coop Costruttori dopo averne acquisito i diritti in seguito alla vendita di ramo d'azienda operata dai Commissari Straordinari di quest'ultima nell'ambito delle procedure del decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270 recante nuova disciplina dell'amministrazione delle grandi imprese in stato di insolvenza a norma della legge 30 luglio 1998, n. 274 cui la Coop è stata sottoposta.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.

ONNIS. - Al Ministro delle politiche agricole e forestali. - Per sapere - premesso che:
si è appreso che, attualmente, in Sardegna, i terreni agricoli ricompresi nell'area del Comune di Senorbì, centro della Trexenta poco distante da Cagliari, sono tutti classificati come «avvantaggiati», cioè più fertili, più adatti alla semina e più facilmente coltivabili» (L'Unione Sarda, edizione del 14 maggio 2005, pagina 33);
tale classificazione sarebbe frutto di scelte effettuate circa trent'anni or sono, rispondenti, perciò, a un quadro economico e normativo diverso dall'attuale e ormai nemmeno adeguate all'effettiva condizione delle aree interessate;
si nota, purtroppo, che gli agricoltori di Senorbì risultano penalizzati nell'accesso agli aiuti e ai finanziamenti (regionali, statali e comunitari) - di volta in volta e a vario titolo previsti in favore degli operatori di quel settore - proprio in quanto i terreni da loro detenuti e coltivati sono ancora formalmente inseriti tra quelli «avvantaggiati»;
tale penalizzazione risulta meno comprensibile perché, secondo recenti studi specialistici, «nei campi appartenenti all'agro di Senorbì non si evidenziano particolari differenze in confronto alle superfici della zona», al contrario qualificate come «svantaggiate» e perciò favorite nell'erogazione degli aiuti economici assicurati al settore (L'Unione Sarda, citata);
si segnala, addirittura, che lo stesso terreno, pur essendo sottoposto, per l'intera estensione, alla medesima coltura, risulta talora inserito per una parte nel catasto di Senorbì, e classificato come «avvantaggiato», e per la restante parte nel catasto di altro Comune limitrofo (ad esempio, Selegas o Suelli), venendo così qualificato come «svantaggiato»;
nell'attuale condizione di crisi del settore, in Sardegna, la possibilità di godere pienamente delle sovvenzioni e dei finanziamenti, assicurati dai diversi Enti


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coinvolti, risulta spesso decisiva per l'attività degli agricoltori, che almeno così ottengono il sostegno indispensabile per superare le più gravi difficoltà economiche e proseguire il ciclo produttivo;
gli operatori agricoli di Senorbì sollecitano quindi una nuova classificazione dei loro terreni, in base alle condizioni attuali di quelle aree, già illustrate dagli studi cui si è fatto riferimento -:
se le notizie in precedenza riferite trovino conferma nei dati a disposizione del Governo;
se non si ritenga di dover assumere con urgenza le più opportune iniziative affinché non vengano ingiustamente penalizzate nell'accesso agli aiuti e finanziamenti comunitari e statali.
(4-14630)

Risposta. - L'interrogazione in esame pone l'accento su una problematica oggetto di dibattito in ambito comunitario con particolare riferimento alla necessità di effettuare una riclassificazione delle zone svantaggiate, individuate ai sensi dell'articolo 3 della Direttiva 75/268/CEE.
L'opportunità di addivenire ad una riclassificazione trova riscontro in alcune relazioni della Corte dei conti europea, laddove si chiede la rideterminazione di tali zone sulla base di criteri oggettivi, riscontrabili e facilmente applicabili sull'intero territorio dell'Unione europea.
La Commissione europea al fine di elaborare una classificazione più consona alle indicazioni della Corte dei conti e più rispondente all'attuale situazione dei territori rurali, ha elaborato una sorta di simulazione di riclassificazione.
Tuttavia, i parametri utilizzati dalla Commissione europea ai fini della simulazione, hanno portato a risultati assolutamente non aderenti alla realtà ed, allo stato, si è in attesa di un ulteriore approfondimento capace di individuare parametri corretti ed evitare così effetti distorsivi della realtà.
Il Ministro delle politiche agricole e forestali: Giovanni Alemanno.

PAPPATERRA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 14 della legge n. 36 del 5 gennaio 1994, recita al primo comma: «la quota tariffaria riferita al servizio di pubblica fognatura e di depurazione è dovuta dagli utenti anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi... I relativi proventi affluiscono a un fondo vincolato a disposizione dei soggetti gestori del servizio idrico integrato; tale legge è valida per tutti i comuni e a decorrere dal 1 gennaio 1999, ai sensi dell'articolo 31 comma 28 della legge 23 dicembre 1998, n. 448: il corrispettivo dei servizi di depurazione e fognatura costituisce quota tariffaria» e quindi tassa obbligatoria;
con circolare del 5 ottobre 2000, n. 177/E, il ministero delle finanze confermava l'obbligo della corresponsione della quota di tariffa relativa alla depurazione anche in mancanza del servizio specificando che «...è la legge stessa che, a differenza di quanto avveniva in passato, ne impone il pagamento da parte di coloro che sono allacciati alla pubblica fognatura - circostanza che costituisce pur sempre il presupposto per richiedere il canone - ma non usufruiscono del servizio di depurazione, poiché manca o è inattivo l'impianto di depurazione»;
il sub Commissario delegato per l'emergenza Ambientale nel territorio della regione Calabria, avv. Italo Reale, con circolare del 27 agosto 2001, informava tutti i Sindaci Calabresi dell'obbligo di continuare a riscuotere il canone per la depurazione, avvalendosi della circolare n. 2 del 19 luglio 2001 contenente l'ordinanza del ministero dell'Interno delegato per il coordinamento della Protezione Civile (n. 3132 del 7 maggio 2001);
la Corte Suprema di Cassazione (Sezione V Civile) con sentenza n. 18699/04 del 17 giugno 2004, con riferimento specifico al Comune di Finale Emilia, ha


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sancito l'obbligatorietà del pagamento del canone di depurazione solo nel caso in cui il servizio è giuridicamente istituito;
la Cassazione sottolinea che il canone per la depurazione delle acque reflue deve essere corrisposto solo se il servizio è attivo e l'utente può effettivamente servirsene, non essendo presenti ostacoli insormontabili per la fruizione;
nel Comune di Morano Calabro il servizio di depurazione non è mai stato giuridicamente istituito, ma la tariffa obbligatoria è sempre stata pagata dai cittadini;
a parere dell'interrogante, è ingiusto che i cittadini di Morano Calabro e di tutti i comuni della regione Calabria siano obbligati a pagare una tassa relativa ad un servizio di depurazione giuridicamente mai istituito, dovendo al contrario essere totalmente rimborsati al più presto delle quote versate -:
se siano a conoscenza della recente sentenza della Corte di cassazione e, in caso affermativo, se intendano, conformemente ad essa, adottare iniziative normative volte a modificare l'articolo 31, comma 28, della legge del 23 dicembre 1998.
(4-11183)

Risposta. - La problematica posta con l'interrogazione cui si risponde concerne il pagamento del canone di depurazione nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione, ovvero nel caso in cui questi siano temporaneamente inattivi.
Preliminarmente, il dipartimento per le politiche fiscali ha fatto presente che per quanto riguarda la sentenza della Corte di cassazione n. 18699/04 del 17 giugno 2004, richiamata dall'interrogante, occorre precisare che la fattispecie oggetto della controversia riguarda una situazione in cui la società ricorrente non poteva usufruire del depuratore comunale in quanto situata sulla sponda destra di un fiume, mentre il depuratore, trovandosi sulla sponda sinistra, poteva servire soltanto quella parte del territorio comunale.
Al riguardo, la Suprema Corte ha affermato che l'impossibilità materiale di fruizione del servizio svolto dall'impianto comunale di depurazione, dovuta alla limitazione della prestazione dello stesso soltanto ad una parte del territorio comunale, equivale alla mancata istituzione del servizio di depurazione per l'altra parte del territorio e, pertanto, importa il venir meno dello stesso presupposto del potere impositivo dell'ente locale.
È opportuno osservare che le affermazioni della Suprema Corte sono da inserire nel contesto normativo vigente nell'anno 1993, anno in cui è sorta la controversia.
Non è superfluo ricordare, a parere del Dipartimento per le politiche fiscali, che con detta pronuncia è stato espresso un principio innovativo in quanto la natura tributaria del canone induceva a considerare inconfutabile l'obbligo del pagamento del tributo nel caso in cui sul territorio comunale esisteva un impianto di depurazione, anche se insufficiente a svolgere pienamente il relativo servizio, come avveniva nel caso esaminato. In tal senso, si erano infatti espresse sia la circolare n. 177/E del 5 ottobre 2000, sia numerose pronunce giurisprudenziali.
Con l'articolo 31, comma 28 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, è stato invece stabilito che, a decorrere dal 1o gennaio 1999, il corrispettivo dei servizi di depurazione e di fognatura costituisce quota di tariffa ai sensi dell'articolo 13 e seguenti della legge 5 gennaio 1994, n. 36. In particolare, l'articolo 14, comma 1, della citata legge n. 36 del 1994, dispone che «la quota di tariffa riferita al servizio di pubblica fognatura e di depurazione è dovuta dagli utenti anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi».
Pertanto, nel sistema delineato dalla legge n. 36 del 1994, non sembrano sussistere dubbi circa l'obbligo del pagamento della quota di tariffa per il servizio di depurazione, in quanto, attualmente, è la legge stessa che ne impone il pagamento da parte di coloro che sono allacciati alla pubblica fognatura. Infatti, una volta verificatosi


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il presupposto del collegamento alla pubblica fognatura, il canone di depurazione è dovuto anche da coloro che non usufruiscono del servizio perché manca o è inattivo l'impianto di depurazione.
Tale obbligo trova la sua giustificazione nello stesso articolo 14, comma 1, della legge n. 36 del 1994, come modificato dall'articolo 28, comma 1, della legge n. 179 del 31 luglio 2002, il quale dispone, espressamente, che i proventi relativi alla quota di tariffa per il servizio di depurazione affluiscono a un fondo vincolato a disposizione dei soggetti gestori del servizio idrico integrato, la cui utilizzazione è vincolata all'attuazione del piano d'ambito.
Come precisato anche dal ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, lo spirito che ha animato il legislatore nella formulazione e nella modifica dell'articolo 14, è stato certamente quello della solidarietà ambientale secondo cui laddove un bene, un servizio nel caso di specie, sia difficilmente conseguibile attraverso l'intervento di pochi, deve scattare la solidarietà della comunità intera, la quale è chiamata a contribuire al fine di dotare tutti i cittadini di servizi quali la depurazione e la fognatura che, oltre ad arrecare vantaggio al singolo, portano un beneficio alla comunità in senso lato, sotto l'aspetto ambientale, ovverosia in termini di qualità della vita. La salvaguardia dell'ambiente, costituzionalmente tutelata, è oramai avvertita dalla sensibilità comune come bene irrinunciabile del quale tutti debbono farsi carico ed è, al contempo, uno degli obiettivi che la riorganizzazione del servizio idrico si propone.
A tal fine, l'articolo citato ha previsto il fondo specificamente destinato alla realizzazione e gestione di impianti di depurazione da realizzarsi attraverso la quota parte di tariffa per la fognatura e la depurazione.
Peraltro, con risoluzione n. 222/E del 9 luglio 2002, l'Agenzia delle entrate ha sottolineato che la quota di tariffa relativa al servizio di depurazione costituisce un onere che la legge pone a carico dei soggetti produttori delle acque reflue al fine di perseguire una finalità di carattere generale, quale è quella del disinquinamento delle acque.
Infine, come riferito dal ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, si segnala che il comune di Morano Calabro ha chiesto a detto dicastero un parere in merito alla problematica sollevata dall'interrogante.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Daniele Molgora.

PATARINO, CARUSO e LA GRUA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
secondo uno studio recente effettuato da Federconsumatori e Adusbef tenere i fari accesi alle auto anche di giorno costa molto caro;
la spesa complessiva ammonterebbe a circa 540 milioni l'anno, con una media pro-capite di 27 euro;
il consumo maggiore di carburante stimato si aggirerebbe intorno all'1-2 per cento annuo;
i fari accesi determinerebbero, sempre secondo la ricerca, un'usura maggiore di batterie ed altri accessori per l'illuminazione;
in molti paesi europei, tra cui l'Austria, la Francia, la Germania e la Repubblica Ceca tale obbligo non esiste più -:
se non ritenga, dopo le verifiche e gli accertamenti del caso, adottare iniziative affinché sia eliminato l'obbligo dei fari accesi per le vetture che circolano di giorno, seguendo l'esempio dell'Austria, della Francia, della Germania e della Repubblica Ceca.
(4-15593)

Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, si rappresenta che l'articolo 3 sesto comma del decreto-legge 27 giugno 2003, n. 151 convertito in legge 1o agosto 2003, n. 214 prevede come obbligatorio durante la marcia degli autoveicoli fuori dei


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centri abitati e su qualunque tipo di strada l'uso delle luci di posizione e dei proiettori anabbaglianti e, se prescritte, delle luci di targa e di quelle di ingombro.
Tale prescrizione, la quale amplia la portata della pregressa normativa, limitante l'obbligo di specie alle sole tratte autostradali, comporta un ridottissimo aumento del consumo del carburante e quindi delle emissioni allo scarico.
Peraltro, detto aumento può essere ulteriormente ridotto attraverso la diffusione di proiettori a basso assorbimento.
Poiché il fine della proposta di cui all'atto ispettivo cui si risponde è quello della riduzione di tali emissioni varrà evidenziare che nella quasi totalità dei veicoli sono applicati componenti non necessari alla locomozione il cui utilizzo comporta un consumo di carburante di gran lunga superiore a quello in questione, quali gli impianti di condizionamento estivi ed invernali, apparati radioriceventi ed altro, dei quali sarebbe però impensabile vietare o regolamentare l'uso al solo fine di limitare le emissioni dei motori.
Tale considerazione si ritiene valga per la norma di specie assunta sulla base di approfonditi studi statistici ed accurate rilevazioni scientifiche in Stati europei e nordamericani.
Essa, infatti, costituisce significativo e fondamentale contributo al perseguimento del superiore e più generale interesse della sicurezza della circolazione stradale.
Va altresì segnalato che altri Paesi europei stanno studiando l'introduzione della misura di specie. In particolare la Francia, Paese notoriamente all'avanguardia nelle tematiche della sicurezza stradale, dal 30 ottobre 2004 ha introdotto come raccomandazione a titolo sperimentale l'utilizzo dei fari accesi di giorno sulle grandi vie di comunicazione.
Alla stregua delle argomentazioni suesposte, la proposta di stabilire fasce orarie per l'accensione delle luci dei veicoli non può essere condivisa.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente segnalato all'interrogante dall'Assoconsum, per un cinquantenne, 14 classe, le compagnie di assicurazioni continuano ad applicare tariffe insostenibili;
a Milano le compagnie di assicurazioni continuano ad apportare modifiche ai tariffari determinando abissali salti di costo;
a Milano l'automobilista di cui sopra può pagare, per l'assicurazione del proprio veicolo, tra i 792 euro ed i 1.209 euro a seconda della compagnia;
ad avviso dell'interrogante il ministero dell'industria dovrebbe esercitare una funzione di controllo sulle assicurazioni -:
quali siano i motivi che giustificano, eventualmente, questa disparità di prezzo;
quali iniziative ritengano di dover adottare ai fini del contenimento dei costi praticati dalle compagnie assicuratrici.
(4-14079)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente segnalato all'interrogante dall'Assoconsum, per i neopatentati milanesi le polizze Rc-auto hanno raggiunto dei livelli considerevoli;
a Milano un giovane di diciotto anni può pagare, per l'assicurazione del proprio veicolo, tra i 985 euro, ed i 2.619 euro a seconda della compagnia;
ad avviso dell'interrogante, il ministero dell'industria dovrebbe esercitare una funzione di controllo sulle assicurazioni -:
quali siano i motivi che giustificano, eventualmente, questa disparità di prezzo;


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quali iniziative, anche normative, ritengano di dove adottare ai fini del contenimento dei costi praticati dalle compagnie assicuratrici.
(4-14080)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente, segnalato all'interrogante dall'Assoconsum, per un cinquantenne, 6 classe, le compagnie di assicurazioni continuano ad applicare tariffe considerevoli;
a Milano l'automobilista di cui sopra può pagare, per l'assicurazione del proprio veicolo, tra i 454 euro ed i 641 euro a seconda della compagnia;
il ministero dell'industria dovrebbe esercitare una funzione di controllo sulle assicurazioni -:
quali siano i motivi che giustificano, eventualmente, questa disparità di prezzo;
se non ritengano di dover adottare iniziative ai fini del contenimento delle tariffe praticate dalle compagnie assicuratrici.
(4-14081)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il salvagente, segnalato all'interrogante dall'Assoconsum, su segnalazione dell'Assoconsum, per i proprietari dei ciclomotori della città di Milano non è uno dei periodi migliori, poiché le compagnie di assicurazioni continuano ad applicare tariffe considerevolmente alte;
nel caso di un diciottenne che voglia assicurare il proprio ciclomotore, nuovo di zecca, la differenza tra la polizza più economica e quella più elevata arriva addirittura a superare i 100 euro;
a Milano il proprietario di un ciclomotore può pagare, per l'assicurazione del proprio mezzo, tra i 213 euro ed i 492 euro a seconda della compagnia;
a parere dell'interrogante, il ministero dell'industria dovrebbe esercitare una funzione di controllo sulle assicurazioni -:
quali siano i motivi che giustificano tale disparità di prezzi;
quali iniziative ritenga di dover adottare il Governo, ai fini del contenimento delle tariffe praticate dalle compagne assicuratrici.
(4-14082)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente, segnalato all'interrogante dall'Assoconsum, per un cinquantenne, 1 classe, le compagnie di assicurazioni continuano ad applicare tariffe insostenibili;
a Milano le compagnie di assicurazioni continuano ad apportare modifiche ai tariffari determinando abissali salti di costo;
a Milano l'automobilista di cui sopra può pagare, per l'assicurazione del proprio veicolo, tra i 338 euro ed i 468 euro a seconda della compagnia;
il ministero dell'industria dovrebbe esercitare una funzione di controllo sulle assicurazioni -:
quali siano i motivi che giustificano, eventualmente, questa disparità di prezzo;
quali iniziative ritengano di dover adottare ai fini del contenimento delle tariffe praticate dalle compagnie assicuratrici.
(4-14087)


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PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente, in data 21-28 aprile 2005, su segnalazione dell'Assoconsum, per i proprietari dei ciclomotori non è uno dei periodi migliori, poiché le compagnie di assicurazioni hanno deciso di lasciare invariate le proprie tariffe;
a Roma, dove si registra il più alto numero di immatricolazioni, soprattutto per le due ruote, le compagnie assicuratrici hanno deciso di non apportare modifiche ai tariffari;
a Roma, il proprietario di un ciclomotore può pagare, per l'assicurazione del proprio mezzo, tra i 384 euro e gli 808 euro a seconda della compagnia;
sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, l'esercizio da parte del Ministero delle attività produttive di una funzione di controllo sulle assicurazioni in una prospettiva de iure condendo -:
quali siano le valutazioni a tal proposito dei Ministri interrogati e le iniziative, eventualmente di carattere normativo, che essi intendano adottare.
(4-14167)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente, in data 21-28 aprile 2005, su segnalazione dell'Assoconsum, per un cinquantenne, che si rivolge per la prima volta ad una compagnia, ed è iscritto alla 14 classe non è uno dei periodi migliori, poiché le compagnie di assicurazioni hanno aumentato le proprie tariffe;
a Roma, l'automobilista di cui sopra può pagare, per l'assicurazione del proprio veicolo, tra i 999 euro ed i 1.455 euro a seconda della compagnia;
sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, l'esercizio da parte del Ministero delle attività produttive di una funzione di controllo sulle assicurazioni in una prospettiva de iure condendo -:
quali siano le valutazioni a tal proposito dei Ministri interrogati e le iniziative, eventualmente di carattere normativo, che essi intendano adottare.
(4-14168)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente, in data 21-28 aprile 2005, su segnalazione dell'Assoconsum, per un cinquantenne, appartenente alla 1 classe, non è uno dei periodi migliori, poiché le compagnie di assicurazioni hanno aumentato le proprie tariffe;
a Roma, l'automobilista di cui sopra può pagare, per l'assicurazione del proprio veicolo, tra i 417 euro ed i 565 euro a seconda della compagnia;
sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, l'esercizio, da parte del Ministero delle attività produttive di una funzione di controllo sulle assicurazioni in una prospettiva de iure condendo -:
quali siano le valutazioni a tal proposito dei Ministri interrogati e le iniziative, eventualmente di carattere normativo, che essi intendano adottare.
(4-14169)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente, in data 21-28 aprile 2005, su segnalazione dell'Assoconsum, per un cinquantenne, appartenente alla 6 classe, non è uno dei periodi migliori, poiché le compagnie di assicurazioni hanno aumentato le proprie tariffe;


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a Roma, l'automobilista di cui sopra può pagare, per l'assicurazione del proprio veicolo, tra i 552 euro ed i 757 euro a seconda della compagnia;
sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, l'esercizio, da parte del Ministero delle attività produttive di una funzione di controllo sulle assicurazioni in una prospettiva de iure condendo -:
quali siano le valutazioni a tal proposito dei Ministri interrogati e le iniziative, eventualmente di carattere normativo, che essi intendano adottare.
(4-14170)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente, in data 21-28 aprile 2005, su segnalazione dell'Assoconsum, per i neopatentati non è uno dei periodi migliori, poiché le compagnie di assicurazioni hanno deciso di lasciare invariate le proprie tariffe;
a Roma, dove si registra il più alto numero di immatricolazioni, soprattutto per le due ruote, le compagnie assicuratrici hanno deciso di non apportare modifiche ai tariffari;
a Roma, un giovane di diciotto anni può pagare, per l'assicurazione del proprio veicolo, tra i 1.217 euro ed i 3.285 a seconda della compagnia;
sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, l'esercizio da parte del Ministero delle attività produttive di una funzione di controllo sulle assicurazioni in una prospettiva di iure condendo -:
quali siano le valutazioni a tal proposito dei Ministri interrogati e le iniziative, eventualmente di carattere normativo che essi intendano adottare.
(4-14171)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente, in data 21-28 aprile 2005, su segnalazione dell'Assoconsum di Napoli, per un cinquantenne, 1 classe, non è uno dei periodi migliori, poiché alcune compagnie di assicurazioni hanno deciso di aumentare le proprie tariffe;
a Napoli l'automobilista di cui sopra può pagare, per l'assicurazione del proprio veicolo, tra i 504 euro ed i 1.205 euro a seconda della compagnia;
sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, l'esercizio da parte del Ministero delle attività produttive di una funzione di controllo sulle assicurazioni in una prospettiva de iure condendo -:
quali siano le valutazioni a tal proposito dei Ministri interrogati e le iniziative, eventualmente di carattere normativo che essi intendano adottare.
(4-14283)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente, in data 21-28 aprile 2005, su segnalazione dell'Assoconsum di Napoli, per un cinquantenne, 6 classe, non è uno dei periodi migliori, poiché alcune compagnie di assicurazioni hanno deciso di aumentare le proprie tariffe;
a Napoli l'automobilista di cui sopra può pagare, per l'assicurazione del proprio veicolo, tra i 668 euro ed i 1.687 euro a seconda della compagnia;
sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, l'esercizio da parte del Ministero delle attività produttive di una funzione di controllo sulle assicurazioni in una prospettiva de iure condendo -:
quali siano le valutazioni a tal proposito dei Ministri interrogati e le iniziative, eventualmente di carattere normativo che essi intendano adottare.
(4-14284)


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PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
l'Assoconsum di Napoli con una sua comunicazione mi ha messo a conoscenza
che a Napoli per assicurare un veicolo, le compagnie di assicurazioni chiedono somme considerevoli;
la scelta della polizza Rc-auto, per un automobilista campano è piuttosto complicata, oltre che carica di conseguenze;
a Napoli, un cinquantenne, 14 classe, può pagare, per l'assicurazione del proprio veicolo, tra i 1.191 euro ed i 2.688 euro a seconda della compagnia;
sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, l'esercizio da parte del Ministero delle attività produttive di una funzione di controllo sulle assicurazioni in una prospettiva de iure condendo -:
quali siano le valutazioni a tal proposito dei Ministri interrogati e le iniziative, eventualmente di carattere normativo, che essi intendano adottare.
(4-14285)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente, in data 21-28 aprile 2005, su segnalazione dell'Assoconsum di Napoli, per i proprietari dei ciclomotori non è uno dei periodi migliori, poiché le compagnie di assicurazione chiedono somme considerevoli;
a Napoli, dove si registra un alto numero di immatricolazioni, soprattutto per le due ruote, le compagnie assicuratrici continuano a mantenere un livello di prezzi inaccettabili, tariffe spesso supriori ai 1.000 euro;
a Napoli il proprietario di un ciclomotore può pagare, per l'assicurazione del proprio mezzo, tra i 665 euro ed i 1.206 euro a seconda della compagnia;
sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, l'esercizio da parte del Ministero delle attività produttive di una funzione di controllo sulle assicurazioni in una prospettiva de iure condendo -:
quali siano le valutazioni a tal proposito dei Ministri interrogati e le iniziative, eventualmente di carattere normativo che essi intendano adottare.
(4-14286)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente, segnalato all'interrogante dall'Assoconsum, per gli automobilisti di Modena che cercano la polizza più conveniente non vi è una grande possibilità di scelta;
a Modena un giovane di diciotto anni può pagare, per l'assicurazione del proprio veicolo, tra i 958 euro ed i 2.479 euro a seconda della compagnia;
sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, l'esercizio da parte del Ministero delle attività produttive di una funzione di controllo sulle assicurazioni in una prospettiva de iure condendo -:
quali siano le valutazioni a tal proposito dei Ministri interrogati e le iniziative, eventualmente di carattere normativo, che essi intendano adottare.
(4-14317)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente, un cinquantenne, 14 classe, che si rivolge per la prima volta ad una compagnia non è uno dei periodi migliori, poiché le compagnie di assicurazioni hanno aumentato le proprie tariffe;


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a Modena l'automobilista di cui sopra può pagare, per l'assicurazione del proprio veicolo, tra gli 815 euro ed i 1.241 euro a seconda della compagnia;
sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, l'esercizio da parte del Ministero delle attività produttive di una funzione di controllo sulle assicurazioni in una prospettiva de iure condendo -:
quali siano le valutazioni a tal proposito dei Ministri interrogati e le iniziative, eventualmente di carattere normativo, che essi intendano adottare.
(4-14318)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su un noto quotidiano, per un cinquantenne, 6 classe, non è uno dei periodi migliori, poiché alcune compagnie di assicurazioni hanno deciso di aumentare le proprie tariffe;
a Modena l'automobilista di cui sopra può pagare, per l'assicurazione del proprio veicolo, tra i 467 euro ed i 648 euro a seconda della compagnia;
sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, l'esercizio da parte del ministero delle attività produttive di una funzione di controllo sulle assicurazioni in una prospettiva de iure condendo -:
quali siano le valutazioni a tal proposito dei Ministri interrogati e le iniziative, eventualmente di carattere normativo, che essi intendano adottare.
(4-14319)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente, per i proprietari dei ciclomotori non è uno dei periodi migliori, poiché le compagnie di assicurazioni continuano ad applicare tariffe piuttosto considerevoli;
a Modena il proprietario di un ciclomotore può pagare, per l'assicurazione del proprio mezzo, tra i 135 euro ed i 335 euro a seconda della compagnia;
sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, l'esercizio da parte del ministero delle attività produttive di una funzione di controllo sulle assicurazioni in una prospettiva de iure condendo -:
quali siano le valutazioni a tal proposito dei Ministri interrogati e le iniziative, eventualmente di carattere normativo, che essi intendano adottare.
(4-14320)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente, per un cinquantenne, 1 classe, non è uno dei periodi migliori, poiché alcune compagnie di assicurazione hanno deciso di aumentare le proprie tariffe;
a Modena l'automobilista di cui sopra può pagare, per l'assicurazione del proprio veicolo, tra i 340 euro ed i 466 euro a seconda della compagnia;
sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, l'esercizio da parte del ministero delle attività produttive di una funzione di controllo sulle assicurazioni in una prospettiva de iure condendo -:
quali siano le valutazioni a tal proposito dei Ministri interrogati e le iniziative, eventualmente di carattere normativo, che essi intendano adottare.
(4-14321)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
l'Assoconsum di Napoli ha reso noto all'interrogante che a Napoli per assicurare


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un veicolo, le compagnie di assicurazioni chiedono somme considerevoli, come ad esempio la «Genialloyd» che chiede 2.900 euro ai neopatentati;
la scelta della polizza Rc-auto, per un automobilista campano è piuttosto complicata, oltre che carica di conseguenze;
sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, l'esercizio da parte del ministero delle attività produttive di una funzione di controllo sulle assicurazioni in una prospettiva de iure condendo -:
quali siano le valutazioni a tal proposito dei Ministri interrogati e le iniziative, eventualmente di carattere normativo, che essi intendano adottare.
(4-14322)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente, in data 21-28 aprile 2005, su segnalazione dell'Assoconsum, per un cinquantenne, 1 classe, le compagnie di assicurazioni continuano ad applicare tariffe insostenibili;
Bologna continua a detenere il primato ed infatti risulta essere la città più cara del nostro Paese per quanto riguarda le polizze auto;
a Bologna l'automobilista di cui sopra può pagare, per l'assicurazione del proprio veicolo, tra i 448 euro ed i 587 euro a seconda della compagnia;
sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, l'esercizio da parte del ministero delle attività produttive di una funzione di controllo sulle assicurazioni in una prospettiva de jure condendo -:
quali siano le valutazioni a tal proposito dei Ministri interrogati e le iniziative, eventualmente di carattere normativo, che essi intendano adottare.
(4-14409)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente, in data 21-28 aprile 2005, su segnalazione dell'Assoconsum, per i proprietari dei ciclomotori della città di Bologna non è uno dei periodi migliori, poiché le compagnie di assicurazioni continuano ad applicare tariffe considerevolmente alte;
a Bologna il proprietario di un ciclomotore può pagare, per l'assicurazione del proprio mezzo, tra i 261 euro ed i 585 euro a seconda della compagnia;
sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, l'esercizio da parte del ministero delle attività produttive di una funzione di controllo sulle assicurazioni in una prospettiva de jure condendo -:
quali siano le valutazioni a tal proposito dei Ministri interrogati e le iniziative, eventualmente di carattere normativo, che essi intendano adottare.
(4-14410)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente, in data 21-28 aprile 2005, su segnalazione dell'Assoconsum, per un cinquantenne, 14 classe, le compagnie di assicurazioni continuano ad applicare tariffe insostenibili;
Bologna continua a detenere il primato ed infatti risulta essere la città più cara del nostro Paese per quanto riguarda le polizze auto;
le compagnie assicurative si giustificano affermando che gli aumenti sono in linea con quelli dei prezzi di altri beni e servizi;
a Bologna l'automobilista di cui sopra può pagare, per l'assicurazione del


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proprio veicolo, tra i 1.050 euro ed i 1.850 euro a seconda della compagnia;
sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, l'esercizio da parte del ministero delle attività produttive di una funzione di controllo sulle assicurazioni in una prospettiva de jure condendo -:
quali siano le valutazioni a tal proposito dei Ministri interrogati e le iniziative, eventualmente di carattere normativo, che essi intendano adottare.
(4-14411)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente, in data 21-28 aprile 2005, su segnalazione dell'Assoconsum, per gli automobilisti bolognesi, le polizze Rc-auto sono arrivate a dei livelli insostenibili;
le compagnie assicurative si giustificano affermando che gli aumenti sono in linea con quelli dei prezzi di altri beni e servizi;
a Bologna un giovane di diciotto anni può pagare, per l'assicurazione del proprio veicolo, tra i 1.036 euro ed i 3.425 euro a seconda della compagnia;
sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, l'esercizio da parte del ministero delle attività produttive di una funzione di controllo sulle assicurazioni in una prospettiva de jure condendo -:
quali siano le valutazioni a tal proposito dei Ministri interrogati e le iniziative, eventualmente di carattere normativo, che essi intendano adottare.
(4-14412)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo pubblicato su Il Salvagente, in data 21-28 aprile 2005, su segnalazione dell'Assoconsum, per un cinquantenne, 6 classe, le compagnie di assicurazioni continuano ad applicare tariffe insostenibili;
Bologna continua a detenere il primato ed infatti risulta essere la città più cara del nostro Paese per quanto riguarda le polizze auto;
a Bologna l'automobilista di cui sopra può pagare, per l'assicurazione del proprio veicolo, tra i 602 euro e gli 815 euro a seconda della compagnia;
sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante, l'esercizio da parte del ministero delle attività produttive di una funzione di controllo sulle assicurazioni in una prospettiva de jure condendo -:
quali siano le valutazioni a tal proposito dei Ministri interrogati e le iniziative, eventualmente di carattere normativo, che essi intendano adottare.
(4-14413)

Risposta. - In attuazione della direttiva CEE 92/94, nel nostro Paese, dal 1o luglio 1994, è intervenuta la liberalizzazione delle tariffe assicurative sulla responsabilità civile auto, si evidenzia che il principio comunitario della libertà tariffaria sancisce il divieto di controllo di dette tariffe, liberamente determinate dalle imprese. Pertanto, all'organo di vigilanza sono consentiti esclusivamente interventi di moral suasion nei confronti degli assicuratori, mentre, in materia normativa, sono stati privilegiati quegli interventi normativi finalizzati alla riduzione dei costi generali del settore della responsabilità civile auto, attraverso una riduzione dei sinistri, nonché un miglioramento della gestione complessiva degli stessi.
Al riguardo le più recenti iniziative di carattere normativo sul settore, sono state, dapprima, la legge n. 57/2001 e, successivamente, la legge n. 273 del 2002.
La legge 5 marzo 2001, n. 57 recante «Disposizioni in materia di apertura e regolazione dei mercati», ha introdotto norme per la trasparenza dei servizi assicurativi per i veicoli a motore ed ha previsto l'attribuzione, all'Istituto di vigilanza


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sulle assicurazioni private e di interesse collettivo (ISVAP), di alcune funzioni di vigilanza. In particolare, le disposizioni contenute nell'articolo 1 hanno imposto alle imprese di assicurazione di rendere pubblici i cosiddetti premi annuali di riferimento, mediante opuscoli, materiale promozionale ovvero annunci pubblicitari. Le imprese sono state tenute, inoltre, a comunicare all'ISVAP, al Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti (C.N.C.U.) ed alle Camere di commercio, industria, artigianato ed agricoltura, competenti per territorio, i premi annuali di riferimento offerti agli utenti in ogni singola provincia, all'inizio di ogni semestre. La competente direzione generale del ministero delle attività produttive, per conto del C.N.C.U, ha provveduto a pubblicare, sul proprio sito WEB, i dati relativi ai profili tariffari comunicati dalle compagnie assicurative a decorrere dal 1o luglio 2001, fino a quando tale disposizione non è stata abrogata con la legge n. 273 del 12 dicembre 2002 recante «Misure per favorire l'iniziativa privata e lo sviluppo della concorrenza».
La legge n. 273/2002, attualmente in vigore, costituisce un primo tentativo di riforma organica del settore, poiché introduce una serie di misure atte a favorire la tutela dei consumatori, per i servizi assicurativi nel settore della Responsabilità Civile auto. In particolare, all'articolo 21, si prevede l'istituzione, da parte del Ministero delle attività produttive, di un Comitato di esperti «...con il compito di osservare l'andamento degli incrementi tariffari praticati dalle imprese di assicurazione operanti nel territorio della Repubblica...» e, allo scopo di prevenire comportamenti fraudolenti da parte degli utenti, la creazione presso l'ISVAP di una banca dati dei sinistri. L'articolo 22 stabilisce, inoltre, che le stesse imprese assicurative sono tenute a rendere pubblici, attraverso adeguati strumenti informativi, le tariffe applicate e le condizioni generali di polizza.
Il sopra citato Comitato di esperti cura la pubblicazione, con cadenza trimestrale, di una
Relazione sull'andamento dei premi R.C.-auto. Nella relazione riferita al primo trimestre 2005, disponibile anche sul sito web del Ministero delle attività produttive, viene evidenziato, nel periodo considerato ed in linea con i trimestri precedenti, un aumento dei premi assicurativi «... estremamente contenuto e significativamente inferiore all'incremento - pure molto basso - dell'indice generale dei prezzi».
Con la legge n. 273/2002, inoltre, è stata introdotta la figura dell'attuario incaricato nel ramo della Responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore, è stata prevista l'approvazione della tabella delle invalidità da 10 a 100 punti ed è stato imposto alle imprese la pubblicità dei premi praticati attraverso appositi siti internet, oltre ad una migliore disciplina delle norme in materia di elusione dell'obbligo a contrarre.
Per quanto concerne le iniziative promosse dal ministero delle attività produttive sul settore assicurativo, occorre ricordare che, in data 5 maggio 2003, è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra il Ministero delle attività produttive, l'Associazione nazionale delle imprese assicuratrici (ANIA) ed otto Associazioni dei consumatori che fanno parte del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti (CNCU), in materia di tariffe delle assicurazioni della responsabilità civile auto. Con tale documento il Governo ha impegnato l'ANIA a confermare l'invito alle compagnie per una politica di raffreddamento della dinamica tariffaria della Responsabilità Civile derivante dalla circolazione di veicoli a motore, della durata complessiva di dodici mesi per ciascuna compagnia, ferma restando la dinamica del
bonus-malus individuale maturata dagli utenti.
Si precisa, infine, che il Codice delle assicurazioni, approvato dal Consiglio dei ministri in data 2 settembre 2005, contiene il riassetto normativo del settore assicurativo, in sostituzione ed aggiornamento anche delle disposizioni in materia di risarcimenti dei sinistri.
In particolare, è previsto che sia il terzo trasportato e sia il conducente incolpevole saranno risarciti, obbligatoriamente, dall'assicuratore del veicolo che subisce il sinistro, salvo rivalsa di tale assicuratore


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nei confronti dell'impresa con la quale è assicurato il veicolo responsabile del sinistro.
Tale nuovo sistema porterà ad una maggiore trasparenza nei rapporti tra assicurato ed impresa di assicurazione, limitando le frodi nel settore e quindi contenendo il livello dei costi tariffari.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Roberto Cota.

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sono stati approvati progetti per oltre 50 miliardi di euro, di cui il 47 per cento destinato a lavori concentrati nel Sud;
negli ultimi anni sono stati «messi in piedi» molti cantieri al fine di apportare migliorie al nostro Paese;
in riferimento alla realizzazione dell'asse ferroviario Ventimiglia-Genova (Andora-S. Lorenzo), sono stati spesi, fino ad oggi, 479 milioni di euro -:
se sia iniziata la costruzione;
quale percentuale di lavori sia già stata eseguita;
quanto sia stato stanziato per la realizzazione di quest'opera;
quali siano i tempi previsti per il completamento dei lavori.
(4-15169)

Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato s.p.a. ha riferito che il potenziamento dell'asse ferroviario Genova-Ventimiglia è stato programmato per fasi funzionali ciascuna delle quali presenta un diverso stato di attuazione.
I lavori del nuovo tratto a doppio binario in variante tra San Lorenzo al Mare ed Ospedaletti per complessivi 23,9 km sono stati completati nel 2003 con un costo globale di 307 milioni di euro.
Per il completamento del raddoppio del restante tratto da Finale Ligure Marina a San Lorenzo al Mare di circa 50,2 km sono state individuate altre due fasi: una ricadente nella provincia di Savona tra Finale Ligure ed Andora, l'altra interessante prevalentemente la provincia di Imperia tra Andora e San Lorenzo al Mare.
Per la prima tratta il Cipe, nella seduta del 29 luglio 2005, ha approvato la progettazione preliminare secondo le procedure della legge obiettivo consentendo così di avviare le attività necessarie per la progettazione definitiva del nuovo raddoppio in variante per un totale di 31,4 km con un costo complessivo stimato in circa 1.540 milioni di euro interamente finanziato. Sul tratto in questione l'avvio dei lavori è programmato entro il 2007 e l'attivazione ad ottobre 2014.
Nella seconda tratta Andora-San Lorenzo al Mare di 18,8 km, nel marzo 2004 sono state affidate con appalto integrato le opere civili. A settembre 2004, conclusa la progettazione esecutiva curata dall'appaltatore, sono stati aperti i cantieri. La realizzazione di tale intervento ha un costo complessivo di circa 504 milioni di euro interamente finanziato; attualmente sono stati attuati il 10 per cento dei lavori programmati la cui conclusione è prevista entro giugno 2009.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
dalla stampa del 10 giugno 2005 si evidenza che il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha emanato una direttiva nella quale si dispone di togliere nei giorni critici del traffico delle vacanze tutti i cantieri stradali onde evitare code ed ingorghi;
nella nota si specifica che gli enti gestori dovranno evitare nel periodo di maggior criticità manutenzioni ordinarie e


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straordinarie, se non quelle necessarie per la sicurezza, rimuovendo eventualmente anche i cantieri già aperti -:
se questo comporterà aumento dei costi, in quanto le cose chieste nella direttiva non figurano nei contratti d'appalto.
(4-15345)

Risposta. - L'Anas Spa, interessata al riguardo, riferisce di essersi prontamente impegnata per una gestione efficace delle problematiche connesse ai volumi di traffico nei mesi estivi, così come disposto dalla direttiva ministeriale.
Per quanto riguarda la rete stradale nazionale e la rete autostradale in gestione diretta Anas, sulla scorta delle esperienze maturate che hanno già prodotto risultati positivi, la società stradale ha predisposto un piano che si fonda sulla collaborazione con la Polizia stradale, i Carabinieri, la Protezione civile, le Prefetture e gli Enti locali e che è incentrato su due obiettivi fondamentali:
a) Sicurezza della circolazione - messa in atto di una serie di misure finalizzate a fluidificare al meglio la circolazione eliminando per quanto possibile le situazioni di nodo o interruzione come i cantieri, che sono stati rimossi nei periodi di maggiore criticità e nei fine settimana; dove ciò non sia stato tecnicamente possibile sono stati adottati tutti gli strumenti idonei a garantire la sicurezza e fluidità della circolazione;
b) Assistenza agli utenti - attraverso una capillare campagna di informazione e la messa in opera di misure, strutture e mezzi, particolarmente attrezzati per l'emergenza.

Per quanto riguarda la rete autostradale, l'Anas fa conoscere, infine, di aver diramato apposita circolare diretta a tutte le Concessionarie.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
sui treni eurostar vi è una carrozza ristorante;
la qualità degli alimenti è ad avviso dell'interrogante sicuramente scadente anche a detta dell'Assoconsum di Roma-:
se viene effettuato un controllo sulla qualità degli alimenti e sulla preparazione degli stessi;
quante volte in questo caso sono state riscontrate anomalie;
a quanto ammonti l'onore connesso a tale appalto sopportato da Trenitalia.
(4-15348)

Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato s.p.a. ha riferito che il servizio di ristorazione sui treni eurostar è gestito dalla società Cremonini s.p.a. che opera conformemente a quanto previsto dal sistema qualità in ottemperanza all'articolo 7 del contratto n. 295 del 2004 stipulato con Trenitalia s.p.a. ed avente scadenza triennale.
In base all'articolo citato la società Cremonini è tenuta ad organizzare le attività necessarie all'esecuzione del contratto medesimo sulla base della certificazione del sistema di qualità rilasciata da soggetti accreditati ai sensi delle norme europee UNICEI EN 45000.
Al fine di predisporre ogni iniziativa per migliorare il grado di soddisfazione del cliente, è operante un comitato enogastronomico costituito da rappresentanti di Trenitalia s.p.a. e della Cremonini s.p.a. che si riunisce con cadenza bimensile per valutare le variazioni dell'offerta menù.
Alla clientela è offerta la possibilità di optare per un menù fisso oppure «alla carta». I prodotti offerti seguono una rotazione effettuata sulla base di principi di stagionalità, regionalità, varietà ed apprezzamento del cliente.
I menù a prezzo fisso vengono alternati con cadenza massima di quattro giorni per


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ogni singolo treno e proposti in successione in modo da assicurare la migliore varietà possibile.
I prodotti vengono caricati a bordo in ottemperanza a liste di carico previste dal sistema qualità e approntate in modo da poter presentare l'offerta prevista nei menù. Tuttavia può talvolta accadere che per taluni piatti previsti le scorte possano esaurirsi rispetto ad altre anche in considerazione degli spazi di magazzinaggio necessariamente limitati a disposizione nelle carrozze.
Per un'offerta sempre più conforme alle esigenze della clientela, Ferrovie dello Stato ha in corso su determinati treni eurostar una sperimentazione di implementazione dei menù con ulteriori prodotti e con la presentazione degli stessi con indicazioni più chiare e dettagliate per il cliente.
Il servizio ristorazione è comunque sempre sottoposto a controlli ispettivi da parte di Trenitalia s.p.a. secondo le procedure operative previste dal già citato sistema qualità.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sono stati approvati progetti per oltre 50 miliardi di euro, di cui il 47 per cento destinato a lavori concentrati nel Sud;
negli ultimi anni sono stati «messi in piedi» molti cantieri al fine di apportare migliorie al nostro Paese;
in riferimento alla realizzazione della strada statale 106 megalotto 2 - Tratto 4 da Squillace a Sieri Crichi (lotti 1-2-3-4-5) e prolungamento della strada statale 280 (lotti 1-2), sono stati spesi, fino ad oggi, 740 milioni di euro -:
se sia iniziata la costruzione;
che percentuale di lavori sia già stata eseguita;
quanto sia stato stanziato per la realizzazione di quest'opera;
quali siano i tempi previsti per il completamento dei lavori.
(4-15456)

Risposta. - In riferimento all'interrogazione indicata in esame, l'Anas Spa, interessata al riguardo, ha comunicato che i lavori di costruzione della E90 nel tratto della strada statale 106 «Ionica» dallo svincolo di Squillace allo svincolo di Simeri Crichi e i lavori di prolungamento della strada statale 280 «dei Due Mari» dallo svincolo di San Sinato allo svincolo di Germaneto sono stati affidati al Contraente Generale costituito da una Associazione Temporanea di Imprese, la quale ha sottoscritto il contratto per l'affidamento dei lavori in data 9 maggio 2005.
L'Anas ha ordinato l'inizio delle attività in data 6 giugno 2005.
Allo stato attuale la società di Progetto AR.GI. Spa sta redigendo il progetto da sottoporre a verifica di ottemperanza prima dell'effettivo inizio dei lavori previsto entro dicembre 2005.
La società stradale rende noto, infine, che il tempo fissato per la realizzazione dell'opera è di 1.000 giorni e la data di ultimazione dei lavori è prevista per il primo trimestre del 2008. L'importo stanziato, rimodulato, dei lavori è di 652,36 milioni di euro.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.

PERROTTA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la Presidenza del Consiglio, di recente, ha consegnato alle stampe la situazione patrimoniale di presidenti, vicepresidenti, direttori generali ed amministratori delegati di enti pubblici, di enti privati a partecipazione statale ed aziende autonome


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di Stato in base a quanto previsto dalla legge n. 441 del 1982;
si tratta di redditi del 2002 comprendenti oltre i compensi per lavoro autonomo e dipendente, anche altre voci come redditi di fabbricati, capitali azionari eccetera;
al quindicesimo posto della classifica dei manager più ricchi d'Italia troviamo l'Amministratore delegato di Trenitalia, Roberto Renon, 725.952 euro l'anno -:
se il summenzionato reddito comprende dei benefit;
in caso affermativo di quali benefit si tratta;
qual è il costo del Consiglio d'amministrazione;
quali e quanti benefit hanno i componenti del Consiglio d'Amministrazione.
(4-15653)

PERROTTA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la Presidenza del Consiglio, di recente, ha consegnato alle stampe la situazione patrimoniale di presidenti, vicepresidenti, direttori generali ed amministratori delegati di enti pubblici, di enti privati a partecipazione statale ed aziende autonome di Stato in base a quanto previsto dalla legge n. 441 del 1982;
si tratta di redditi del 2002 comprendenti oltre i compensi per lavoro autonomo e dipendente, anche altre voci come redditi di fabbricati, capitali azionari eccetera;
al ventunesimo posto della classifica dei manager più ricchi d'Italia troviamo il direttore generale delle ferrovie dello Stato, Gabriele Spazzadeschi, 636.803 euro l'anno -:
se il summenzionato reddito comprende dei benefit;
in caso affermativo di quali benefit si tratta;
qual è il costo del Consiglio d'amministrazione;
quali e quanti benefit hanno i componenti del Consiglio d'Amministrazione.
(4-15654)

PERROTTA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
RFI S.p.A. - Rete ferroviaria italiana - Roma è un ente per il quale gli organi di rappresentanza sono sottoposti alla legge n. 441 del 1982;
il Presidente, Bernini Giorgio, ha percepito nel 2003 un reddito pari a 1.283.660,00 euro -:
quale sia la percentuale di quote, partecipazioni eccetera in possesso dello Stato;
quale sia il bilancio complessivo.
(4-16324)

Risposta. - Si risponde alle interrogazioni in esame, concernenti il Consiglio di amministrazione delle società Ferrovie dello Stato S.p.A., Trenitalia S.p.A. e Rete Ferroviaria Italiana S.p.A.
Al riguardo, il dipartimento del tesoro ha comunicato che la nomina del direttore generale di Ferrovie dello Stato SpA, nonché l'individuazione del compenso ad esso spettante rientra nella competenza del Consiglio di amministrazione della società, con esclusione di qualsiasi potere decisionale da parte dell'assemblea dei soci.
Il citato dipartimento ha, inoltre, precisato che il ministero dell'economia e delle finanze non è azionista delle società Trenitalia SpA e Rete Ferroviaria Italiana SpA e, pertanto, non provvede alla nomina degli amministratori delle società medesime.
Ciò detto, pur nel rispetto della loro piena autonomia, è opportuno che le aziende definiscano i compensi sia in relazione alla situazione di ciascuna di esse, sia


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alle condizioni esterne di mercato nel trattamento dei managers, magari collegando le retribuzioni con i risultati aziendali.
Il Viceministro dell'economia e delle finanze: Mario Baldassarri.

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il repertorio delle grandi opere incompiute è considerevolmente ampio;
per le grandi opere che sono rientrate nella procedura della legge obiettivo, ci vogliono in media 671 giorni solo per ottenere il via libera al progetto preliminare, poi quasi tre anni per l'approvazione del progetto definitivo ed altri 545 giorni per sdoganare il progetto esecutivo;
a tutto ciò occorre aggiungere i ricorsi, i contenziosi, i problemi legati agli espropri eccetera che comportano ritardi del 46 per cento rispetto alla tabella di marcia prevista;
in riferimento alla Salerno-Reggio Calabria tratto dal km 393 al 423 sono stati stanziati 887.740 euro e sono serviti 1.611 giorni per la gara d'appalto -:
a che punto sia la costruzione;
quale percentuale di lavori sia già stata eseguita;
quanto sia stato stanziato per la realizzazione di quest'opera;
quali siano i tempi previsti per il completamento dei lavori;
quanto sia stato speso fino ad oggi;
quali provvedimenti si pensi di adottare in modo da portare a termine, in tempi piuttosto celeri, le opere iniziate.
(4-15826)

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sono stati approvati progetti per oltre 50 miliardi di euro, di cui il 47 per cento destinato a lavori concentrati nel Sud;
negli ultimi anni sono stati «messi in piedi» molti cantieri al fine di apportare migliorie al nostro Paese;
in riferimento alla realizzazione del 2 megalotto sulla Salerno-Reggio Calabria, sono stati spesi, fino ad oggi, 1.193,68 euro -:
se sia iniziata la costruzione;
quale percentuale di lavori sia già stata eseguita;
quanto sia stato stanziato per la realizzazione di quest'opera;
quali siano i tempi previsti per il completamento dei lavori.
(4-15981)

Risposta. - In riferimento ai quesiti posti con le interrogazioni in esame, relative agli interventi sull'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria inerenti lo stesso tratto dal km 393 al km 423, corrispondente al 2o megalotto (5o macrolotto), l'Anas Spa, interessata al riguardo, fa presente quanto segue.
Sono iniziati i lavori della galleria San Giovanni e l'imbocco nord della galleria Feliciusu. Il contraente generale si è impegnato a rimodulare il progetto secondo le prescrizioni e le osservazioni formulate dall'Anas.
La società stradale informa che l'importo stanziato per la realizzazione dell'opera è di 1.033 milioni di euro. Il tempo previsto per il completamento dell'opera è stabilito in giorni 1.370 dal 12 luglio 2004.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.


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PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il repertorio delle grandi opere incompiute è considerevolmente ampio;
per le grandi opere che sono rientrate nella procedura della legge obiettivo, ci vogliono in media 671 giorni solo per ottenere il via libera al progetto preliminare, poi quasi tre anni per l'approvazione del progetto definitivo ed altri 545 giorni per sdoganare il progetto esecutivo;
a tutto ciò occorre aggiungere i ricorsi, i contenziosi, i problemi legati agli espropri eccetera che comportano ritardi del 46 per cento rispetto alla tabella di marcia prevista;
in riferimento alla Strada Statale Covatta - Ripalimolisani sono stati stanziati 15.920 euro e sono serviti 2.535 giorni per la realizzazione dei lavori -:
a che punto sia la costruzione;
quale percentuale di lavori sia già stata eseguita;
quanto sia stato stanziato per la realizzazione di quest'opera;
quali siano i tempi previsti per il completamento dei lavori;
quanto sia stato speso fino ad oggi;
quali provvedimenti ritengano di adottare in modo da portare a termine, in tempi piuttosto celeri, le opere iniziate.
(4-15828)

Risposta. - In riferimento all'interrogazione in argomento l'Anas Spa, interessata al riguardo, informa che i lavori relativi al ripristino della strada statale n. 647 «Fondo Valle Biferno», nel tratto distrutto dalla frana in località Covatta nel territorio del comune di Ripalimosani (Campobasso), sono stati ultimati e che l'apertura al traffico è avvenuta in data 15 ottobre 2004.
I suddetti lavori erano stati consegnati nel novembre 2000 all'Associazione temporanea di imprese Gleismac Italiana Spa - Geosonda Spa, risultata aggiudicataria.
La società stradale fa conoscere che durante l'esecuzione dei citati lavori si sono verificati dapprima la cessione del ramo di azienda da parte della Gleismac Italiana Spa a favore dell'Impresa Ge.Co.Mar Spa e successivamente il fallimento dell'Impresa Geosonda Spa. Tali avvenimenti hanno causato il rallentamento dei lavori.
Per quanto riguarda l'importo totale dei lavori in argomento, comunica che rispetto alla somma finanziata di euro 15.439.827,44 il costo totale degli stessi è di euro 14.254.523,84, con un'economia sull'importo finanziato di euro 1.185.303,60.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sono stati approvati progetti per oltre 50 miliardi di euro, di cui il 4 per cento destinato a lavori concentrati nel Sud;
negli ultimi anni sono stati «messi in piedi» molti cantieri al fine di apportare migliorie al nostro Paese;
in riferimento alla realizzazione della strada statale 131 «Carlo Felice» da km 23+885 a km 47+600 - Abitato di Sanluri, sono stati spesi, fino ad oggi, 133,34 milioni di euro -:
se sia iniziata la costruzione;
quale percentuale di lavori sia già stata eseguita;
se dai dati in possesso dell'Esecutivo risulti l'importo relativo allo stanziamento posto in essere dal precedente Governo per la realizzazione dell'opera di cui in premessa;


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quali siano i tempi previsti per il completamento dei lavori.
(4-15970)

Risposta. - In riferimento all'interrogazione in esame, l'Anas Spa, interessata al riguardo, fa presente che l'ammodernamento della strada statale n. 131 «Carlo Felice» costituisce preciso impegno governativo, per assolvere il quale la società stradale ha prontamente avviato la relativa progettazione, ai fini del successivo appalto.
Le risorse finanziarie sono state deliberate dal Cipe ed erogate in base alla legge n. 166 del 2002 con delibera 29 settembre 2004.
L'Anas fa conoscere che il tratto cui fa riferimento l'interrogante è stato suddiviso in tre lotti, di seguito elencati:
Lotto 1 dal km. 23+885 al km. 32+412:
Il 14 febbraio 2005 l'Anas ha aggiudicato definitivamente l'appalto integrato (affidamento ad un unico contraente della progettazione esecutiva e costruzione della strada).
L'importo complessivo del contratto è di circa 17 milioni di euro.
Il progetto esecutivo dovrà essere completato entro 180 giorni dall'avvio dei lavori ed entro i successivi 1.020 giorni dovrà essere ultimata la costruzione della nuova infrastruttura. Il contratto è in corso di perfezionamento.
Lotto 2 dal km. 32+412 al km. 41+000:
Il 22 febbraio 2005 l'Anas ha aggiudicato definitivamente l'appalto integrato.
L'importo complessivo del contratto è di circa 29 milioni di euro.
Il progetto esecutivo dovrà essere completato entro 180 giorni dall'avvio dei lavori ed entro i successivi 1.020 giorni dovrà essere ultimata la costruzione della nuova infrastruttura. Il contratto è in corso di perfezionamento.
Lotto 3 dal km. 41+000 al km. 47+600:
Il 13 dicembre 2004 l'Anas ha aggiudicato definitivamente l'appalto.
L'importo complessivo del contratto è di circa 23 milioni di euro.
La consegna dei lavori è avvenuta il 12 gennaio 2005 e l'ultimazione è prevista per il 1o luglio 2007.
In data 4 luglio 2005 è stato emesso il 1o stato avanzamento lavori per euro 1.291.117,48 - pari al 5,48 per cento dei lavori - mentre l'avanzamento reale è di circa 2 milioni di euro, pari all'8,50 per cento.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.

PERROTTA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sono stati approvati progetti per oltre 50 miliardi di euro, di cui il 47 per cento destinato a lavori concentrati nel Sud;
negli ultimi anni sono stati «messi in piedi» molti cantieri al fine di apportare migliorie al nostro Paese;
in riferimento alla realizzazione dell'asse autostradale Messina-Siracusa-Gela, tronco Catania-Siracusa, sono stati spesi, fino ad oggi, 804 milioni di euro -:
se sia iniziata la costruzione;
quale percentuale di lavori sia già stata eseguita;
quanto sia stato stanziato per la realizzazione di quest'opera;
quali siano i tempi previsti per il completamento dei lavori.
(4-16072)

Risposta. - In riferimento all'interrogazione in argomento, l'Anas Spa, interessata al riguardo, ha comunicato che i lavori di realizzazione dell'asse autostradale Messina-Siracusa-Gela, tronco Catania-Siracusa, sono iniziati il 10 giugno 2005. Il loro stato di avanzamento è del 4 per cento ed il loro completamento è previsto entro il mese di aprile 2009.


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La società stradale informa, infine, che la somma stanziata per l'esecuzione dell'opera è pari a 694.455.666,14 euro.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Ugo Martinat.

PISICCHIO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
è stato calcolato che circa il 70 per cento del costo di un litro della benzina verde in commercio in Italia è costituito da accise ed imposte, molte delle quali del tutto prive di motivazioni attuali;
secondo fonti delle associazioni di consumatori, infatti, sarebbero ancora in vigore balzelli immotivati e, sotto alcuni profili addirittura contrastanti con il dettato costituzionale, come, ad esempio quello di 1,90 lire per finanziare la guerra di Abissinia del 1935!
l'elenco delle tasse inverosimili è ampio e va dalle 14 lire per la crisi di Suez del 1956, alle 10 per il disastro del Vajont del 1963, per l'alluvione di Firenze del 1966 e per il terremoto del Belice del 1968; 99 e 75 lire rispettivamente per i terremoti del Friuli e dell'Irpinia del 1980, 205 lire per la missione in Libano del 1983 e 22 per la missione in Bosnia del 1996, 0,020 euro, infine, per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004, il tutto per un totale di 486 vecchie lire, pari a 0,25 euro immotivatamente gravanti sul prezzo che ogni consumatore paga per un litro di benzina;
secondo le più elementari regole del buon senso, una volta venuta meno la causa che generò la tassa dovrebbe cessare la tassa stessa;
in realtà non è così per le accise che gravano sulla benzina, sulle quali viene, in sovrappiù, applicata anche l'IVA, producendo la situazione abnorme di una tassa sulla tassa -:
quale è la destinazione delle risorse introitate dall'Erario a motivo di imposte che non avevano più ragione ed, inoltre, se i Ministri non ritengano di dover assumere urgenti iniziative per eliminare questo anacronistico e ingiusto gravame dalla benzina, bene di larghissimo e costoso consumo.
(4-15369)

Risposta. - In ordine a quanto rappresentato nell'interrogazione in esame, l'Agenzia delle dogane ha fatto preliminarmente presente che concorrono alla formazione del prezzo della benzina il costo industriale, l'accisa, l'IVA e, nelle regioni a statuto ordinario, l'imposta regionale, ove istituita.
In particolare, la predetta Agenzia ha precisato che la misura dell'aliquota di accisa sulla benzina e sulla benzina senza piombo è fissata nell'allegato I al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504 (come modificata dall'articolo 1, comma 9, del decreto-legge 21 febbraio 2005, n. 16, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 aprile 2005, n. 58), in euro 564 per mille litri.
Tale aumento fa seguito a quello previsto dall'articolo 23 del decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 355 (convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2004, n. 47), che ha incrementato l'accisa sulle benzine di 1,68 centesimi di euro al litro per far fronte, con le relative entrate, agli oneri derivanti dal rinnovo del contratto collettivo relativo al settore del trasporto pubblico locale, così come stabilito dallo stesso articolo 23. Pertanto, l'agenzia delle dogane ritiene non corretto sostenere che sulla benzina si applicherebbe un'imposta pari a «0,020 euro... per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004».
Analogamente non esiste un'autonoma imposta di lire 22 «per la missione in Bosnia». Invero, infatti, con decreto-legge 2 gennaio 1996, n. 1, successivamente reiterato con il decreto-legge 1o luglio 1996, n. 346, (convertito dalla legge 8 agosto 1996, n. 428), l'aliquota di accisa sulla


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benzina senza piombo è stata incrementata in via temporanea, da lire 1.003.480, per mille litri, a lire 1.022.280, per mille litri, per far fronte agli oneri derivanti dalla partecipazione alla missione di pace in Bosnia. Il predetto aumento è stato poi confermato in via definitiva dall'articolo 8, comma 12, della legge 23 dicembre 1998, n. 448.
Per quanto concerne le altre imposte che si ritiene gravino sulla benzina, l'agenzia delle dogane ha fatto presente che esse non sussistono.
L'Agenzia ha rilevato, infatti, che dal 1o gennaio 1993, la previgente imposta di fabbricazione sui prodotti petroliferi è stata sostituita dall'accisa armonizzata sugli oli minerali prevista dalle direttive 92/12/CEE del 25 febbraio 1992, 92/81/CEE del 19 ottobre 1992 e 92/82/CEE del 19 ottobre 1992, queste ultime due di recente abrogate dalla direttiva 2003/96/CE del 27 ottobre 2003 in corso di recepimento.
Trattandosi di un'accisa armonizzata, l'agenzia delle dogane ha evidenziato che non è possibile procedere alla sua eliminazione né fissare la sua misura al di sotto del limite minimo di imposizione fissato dalla menzionata direttiva 2003/96/CE, che per la benzina è pari a 359 euro per mille litri e per la benzina con piombo a 421 euro per mille litri.
Il ministero delle attività produttive, per la parte di competenza, fa preliminarmente presente che il mercato dei prodotti petroliferi è stato liberalizzato, con delibera CIPE, sin dal 30 settembre 1993, e che allo stato attuale esso opera in regime di libero mercato.
Per quanto concerne le differenze di prezzo al consumo tra una città italiana e l'altra, il predetto Ministero ha precisato che le compagnie petrolifere, nell'ambito della propria politica commerciale, fissano e comunicano ai propri gestori, in alcuni casi con cadenza giornaliera, i listini dei prezzi «consigliati», sui quali gli stessi benzinai possono applicare variazioni di prezzo in aumento o in diminuzione. Inoltre i listini delle compagnie petrolifere non riportano un prezzo unico per tutto il territorio nazionale, ma prevedono una serie, spesso molto dettagliata, di «differenziali» rispetto al prezzo base, alcuni dei quali riguardano le modalità di erogazione del carburante (con servizio,
self-service, ore notturne con pre-pay, eccetera), altri la collocazione dell'impianto (autostrade e tangenziali), altri, infine, sono di carattere geografico: alcune compagnie fissano uno specifico prezzo di listino non solo per le aree di difficile rifornimento come le isole minori o le zone di alta montagna, ma addirittura per ciascuna provincia o città.
Il Governo, ed in particolare il Ministro delle attività produttive, vigilano costantemente e con particolare attenzione su tale mercato, soprattutto nell'attuale congiuntura, che ha registrato, negli ultimi mesi, una pesante tensione delle quotazioni internazionali, e tenuto conto delle preoccupazioni del mondo economico e dell'opinione pubblica in generale, nonché dell'impatto dei prezzi dei carburanti sui processi inflattivi.
Inoltre, è svolta una costante azione di monitoraggio sui prezzi dei prodotti petroliferi, che vengono giornalmente pubblicati sul sito
web del Ministero delle attività produttive, con l'obiettivo, da un lato, di rendere trasparenti le componenti del prezzo dei prodotti petroliferi e, dall'altro, di fornire una informazione più completa e corretta possibile a beneficio dei cittadini/consumatori. Si provvede, in particolare, alla verifica dell'andamento del prezzo dei carburanti sia nel confronto con gli altri paesi europei che in relazione ai cambi valutari ed al costo del greggio, attraverso la raccolta e la diffusione dei dati, a livello nazionale ed internazionale, maggiormente rilevanti per una analisi puntuale del mercato petrolifero.
Tale attività è svolta sulla base delle indicazioni trasmesse dalla «Cabina di monitoraggio e di valutazione del mercato petrolifero», istituita con decreto ministeriale 16 febbraio 2000, che prevede la partecipazione dei diversi soggetti interessati, quali il ministero delle attività produttive, l'autorità per l'energia elettrica ed il gas, l'ISTAT, l'Unione petrolifera, le associazioni dei gestori e quelle dei consumatori, e che ha il compito di analizzare


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l'andamento e la struttura del mercato petrolifero nazionale ed internazionale.
Infine, il predetto dicastero ha fatto presente che il Ministro per le attività produttive è intervenuto più volte presso le compagnie petrolifere con azioni di
moral suasion per il raffreddamento dei prezzi.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Manlio Contento.

POLLEDRI e LUSSANA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il 12 novembre 2004, in occasione di una diretta radiofonica sui funerali del Presidente dell'Autorità, nazionale palestinese, Yasser Arafat, ha avuto luogo un dibattito che ha visto coinvolti, in qualità di ospiti in studio, oltre a Carlo Panella, Yasha Reibman, Luisa Morgantini e Fiamma Nirenstein, il Signor Ali Rashid, Primo Segretario della Delegazione Palestinese in Italia;
nel corso di tale dibattito, stando al resoconto pubblicato da Il Manifesto il 18 novembre il predetto Signor Ali Rashid ha definito Fiamma Nirenstein, corrispondente de La Stampa «una che diffonde propaganda al soldo d'Israele», aggiungendo altresì «che è una colona e i palestinesi combattono con le armi contro i coloni che vivono sulle loro terre»;
durante la medesima trasmissione radiofonica, Rashid si è pronunciato sostanzialmente nei medesimi termini anche nei confronti di Carlo Panella;
ricordando come il personale diplomatico accreditato presso il Quirinale ed il Governo italiano sia tenuto istituzionalmente alla moderazione e ad astenersi dall'esprimere giudizi che riguardino singoli cittadini italiani e le loro opinioni politiche;
secondo l'interrogante va stigmatizzato conseguentemente il comportamento contrario agli usi diplomatici tenuto nella circostanza dal Primo Segretario della Delegazione Palestinese in Italia e la sostanziale incitazione alla violenza contenuta nelle sue affermazioni precedentemente richiamate;
si sottolinea altresì che un tratto distintivo della politica mediorientale dell'Italia è da sempre la promozione della pace ed il rifiuto della violenza -:
se il Governo intenda inoltrare una protesta formale nei confronti della Delegazione Palestinese in Italia per l'accaduto e se ritenga opportuno chiedere l'allontamento di Ali Rashid dal territorio italiano in quanto persona «non grata».
(4-11747)

Risposta. - La normativa internazionale relativa alle funzioni diplomatiche, che attinge a consuetudini e prassi internazionali, nonché alla Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche del 18 aprile 1961, obbliga lo Stato accreditario non solo a permettere il libero svolgimento delle funzioni e dell'attività degli agenti diplomatici ma addirittura a favorirne il libero espletamento.
La stessa citata Convenzione di Vienna, d'altra parte, prescrive all'articolo 41, comma 1, «senza che ciò pregiudichi i loro privilegi e immunità, tutte le persone che beneficiano di tali privilegi e immunità sono tenute a rispettare le leggi e i regolamenti dello Stato accreditatario. Esse hanno anche il dovere di non interferire negli affari interni di questo Stato». Laddove si ravvisassero nel linguaggio di uno o altro di essi gli estremi dell'interferenza negli affari interni italiani sarebbe configurabile l'adozione di misure di diverso grado, quali l'emissione di una nota verbale o la convocazione presso il ministero degli affari esteri del Capo della missione interessata oppure, in estremo limite, la dichiarazione di persona non grata nei confronti di chi abbia agito scorrettamente.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Alfredo Luigi Mantica.


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ROSATO, MARAN e DAMIANI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il piano voli dell'Alitalia prevede tre collegamenti giornalieri andata e ritorno tra gli aeroporti di Trieste Ronchi dei Legionari e Milano Malpensa;
considerata la centralità dello scalo milanese sia come destinazione finale che come hub per i voli internazionali e intercontinentali, la tratta Trieste-Milano fa registrare un flusso di passeggeri elevato, che si servono della linea sia per esigenze di lavoro che per turismo;
si sta protraendo ormai da mesi una situazione di grande disagio derivante dalle improvvise cancellazioni dei voli, con un'incidenza soprattutto sulle prime partenze del mattino e su quelle serali;
la causa di tali frequenti cancellazioni sarebbe da individuarsi nei numerosi interventi di manutenzione, ordinaria e straordinaria, di cui necessita l'Atr 72 di volta in volta utilizzato per la copertura della rotta in questione, che lo costringono spesso a rimanere a terra, creando un'indisponibilità cui, secondo quanto riferito dall'ufficio stampa della compagnia, risulterebbe molto difficile sopperire a causa dei pochi mezzi di cui è composta la flotta Atr;
la situazione sta causando notevoli disagi agli utenti, che devono spesso ripiegare sullo scalo di Venezia in sostituzione di Ronchi dei Legionari, quando non si trovano costretti a dover viaggiare in treno o in automobile, una condizione che per lo scalo del Friuli-Venezia Giulia si traduce in forti perdite, quantificabili, stando ai dati a disposizione relativi al periodo gennaio - maggio 2005, in un calo di oltre 8,000 passeggeri rispetto all'anno scorso -:
se il Ministro interrogato sia in grado di confermare quanto anticipato dall'Alitalia circa un già pianificato aumento degli Atr previsto per il prossimo ottobre, o se in ogni caso possa rassicurare sul fatto che saranno prese tutte le misure necessarie onde garantire una copertura della rotta adeguata alle esigenze dell'utenza.
(4-15895)

Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo in esame sono stati richiesti elementi di informazione all'Ente nazionale per l'aviazione civile il quale fa conoscere che dalle verifiche effettuate dal vettore Alitalia risulta che la regolarità operativa sulla rotta Trieste-Milano-Trieste dal 1o gennaio al 31 agosto 2005 si attesta al 94,9 per cento con un totale di 72 cancellazioni su 1.429 voli programmati di cui 14 per cause meteo, 51 per cause tecniche e 7 per motivi vari.
L'Ente aeronautico riferisce, inoltre, che a fronte delle summenzionate cancellazioni per cause tecniche la società Alitalia ha predisposto misure a sostegno della regolarità dell'operativo sulle direttrici interessate, potenziando l'impiego del personale tecnico e negoziando nuovi contratti con primarie società di manutenzione, mentre non risulta alcun aumento programmato della flotta di aeromobili ATR da parte di Alitalia a partire dal mese di ottobre 2005.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.

RUZZANTE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Per sapere - premesso che:
nel 2001 fu previsto l'obbligo, per gli amministratori condominiali, di presentare per via telematica il modello 770 relativamente a quelle somme erogate a terzi e per le quali i condomini risultavano essere stati sostituti d'imposta;
per assolvere a tale obbligo il Ministero dell'economia e delle finanze mise a disposizione sul proprio sito web il software necessario alla compilazione e spedizione del modello e molti amministratori demandarono questa incombenza agli intermediari abilitati, i quali utilizzarono il predetto software;


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fu compilato il modello telematico con l'indicazione dei dati richiesti e, dopo l'autenticazione da parte del professionista (autenticare significa certificare la provenienza del file dopo essersi accertato della bontà della compilazione), fu inviato il file al servizio ENTRATEL del Ministero delle Finanze;
normalmente i files autenticati dagli intermediari abilitati, se non corrispondono ai parametri prefissati dall'amministrazione finanziaria non possono essere inviati perché viene interrotta la procedura di autenticazione e che, nel caso di specie, questo non è accaduto rendendo possibile la spedizione;
il file in questione, nonostante il corretto invio, non è stato acquisito dal sistema ma scartato per «Errore 04»: il codice fiscale di testa (condominio) non coincide con quello di coda che ha sottoscritto la dichiarazione (amministratore), nonostante fosse stato autenticato da un professionista;
le dichiarazioni in oggetto sono state considerate come non presentate, nonostante si tratti di un file che può facilmente essere aperto e letto;
i professionisti che hanno spedito il file scartato non sono stati avvertiti, così come avviene per le altre comunicazioni -:
se il Ministro sia al corrente di questo malfunzionamento del software necessario alla compilazione e spedizione del modello 770;
se il Ministro, visto che il modello Unico PF (persone fisiche) può essere compilato per conto del contribuente e autenticato dal professionista, non intenda prevedere questa possibilità anche per il modello «770 semplificato»;
se il Ministro, visto che allo stato questo inconveniente può essere superato solo con l'acquisto di un costoso software a pagamento, non intenda porre rimedio a questa situazione, mettendo a disposizione nel proprio sito web il software necessario.
(4-15474)

Risposta. - Con l'interrogazione a risposta scritta in esame, nell'evidenziare il presunto malfunzionamento del software utilizzato per la compilazione e l'invio telematico del modello 770 semplificato, chiede di conoscere se si intenda rendere disponibile un software che consenta l'acquisizione dei modelli 770 presentati dagli amministratori di condominio.
Al riguardo, l'Agenzia delle entrate ha fatto presente di aver messo a disposizione, dal 2001, sul proprio sito Internet
www.agenziaentrate.it, un prodotto informatico per la compilazione del modello di dichiarazione dei sostituti d'imposta.
L'Agenzia delle entrate offre, gratuitamente, tale prodotto informatico ai contribuenti che trasmettono il predetto modello direttamente, senza avvalersi di un intermediario abilitato.
L'Agenzia medesima ha osservato che, in alcuni casi, la stessa predispone programmi destinati anche ai professionisti e, in particolare, in relazione ad alcuni modelli di diffuso utilizzo, quali il modello unico riservato alle persone fisiche.
Nel caso del
software destinato alla compilazione e trasmissione del modello 770 semplificato, la limitazione dell'utilizzo del programma informatico ai soli sostituti d'imposta (ad esempio il condominio), comporta, ad avviso dell'Agenzia delle entrate, che l'«autenticazione» del file contenente la dichiarazione da trasmettere, ovvero la sottoscrizione elettronica della medesima, debba essere effettuata dal rappresentante firmatario (ad esempio, l'amministratore di condominio).
Nell'ipotesi evidenziata, di utilizzo da parte del professionista del programma informatico predisposto dall'Agenzia delle entrate, la procedura di verifica dell'autenticazione produce una segnalazione di anomalia, con conseguente scarto della dichiarazione, in quanto il soggetto che «autentica» il file (professionista) è diverso dal soggetto che, secondo l'impostazione del programma informatico, è legittimato a farlo (amministratore di condominio).


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Di tale segnalazione, viene data notizia al soggetto che ha effettuato l'invio della dichiarazione, in un'apposita comunicazione, anch'essa telematica, contenente le incongruenze che hanno dato luogo allo scarto del documento trasmesso.
L'Agenzia delle entrate ha osservato che, il servizio telematico dell'Agenzia medesima, con riferimento alle ipotesi evidenziate nell'interrogazione cui si risponde, procede ad informare il soggetto che ha erroneamente trasmesso la dichiarazione, delle relative anomalie rilevate («Errore 04»).
Ne consegue, ad avviso dell'Agenzia delle entrate, che i professionisti che hanno spedito il file, dalla stessa scartato, sono avvertiti dall'Agenzia stessa. L'Agenzia delle entrate ha precisato, inoltre, che, nelle ipotesi di scarto delle dichiarazioni, gli utenti del servizio telematico, nel controllare le ricevute trasmesse dall'Agenzia medesima ed attestanti i motivi dello scarto, hanno l'opportunità di ritrasmettere correttamente le dichiarazioni entro i cinque giorni lavorativi successivi alla data contenuta nella comunicazione dell'Agenzia stessa, come precisato dalla circolare del ministero delle finanze-Dipartimento delle entrate n. 195/E del 24 settembre 1999.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Daniele Molgora.

TABORELLI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la Croce Rossa è un'organizzazione internazionale umanitaria che opera tra guerre mondiali, conflitti di ogni natura, cataclismi e catastrofi naturali;
con la Convenzione di Ginevra del 1864 si decise di istituire un soggetto super partes il cui nome ed emblema identificasse la sua neutralità;
la stessa Convenzione prevedeva che tale emblema fosse una croce: non per ragioni religiose, ma per il semplice artificio di invertire i colori della bandiera Svizzera, Paese in cui venne raggiunto l'accordo e da sempre noto per la sua imparzialità e neutralità;
in seguito numerosi Stati Arabi o di predominanza musulmana hanno adottato come segno distintivo della Croce Rossa la mezzaluna rossa in campo bianco;
stati di diverse convinzioni religiose hanno aderito al Movimento Internazionale della Croce Rossa;
sotto questo simbolo si riconoscono numerose persone che prestano il loro aiuto indipendentemente dal personale credo politico o religioso -:
se il Ministro non ritenga di dover tenere in considerazione l'evidente e diffuso disagio da più parti manifestato;
se il Ministro non ritenga opportuno adoperarsi per la salvaguardia di quel simbolo nel quale si identificano da sempre coloro i quali credono nei valori, espressione della Croce Rossa, «di umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontarietà, unità ed universalità».
(4-16538)

Risposta. - Il Governo elvetico - in qualità di depositario delle 4 Convenzioni di Ginevra e dei due protocolli aggiuntivi - ha da tempo intrapreso un'azione a vasto raggio diretta alla convocazione di una conferenza internazionale che dovrebbe procedere all'adozione di un terzo Protocollo aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra, inteso a permettere l'adesione della Società Nazionale Israeliana Magen David Adom al Movimento internazionale delle croci rosse e delle lune crescenti.
Come noto i simboli attualmente in uso, la Croce rossa e la Mezzaluna rossa, costituiscono un impedimento all'adesione da parte della Società nazionale israeliana al Movimento internazionale. I tentativi esperiti in passato per ricercare una soluzione che consentisse l'adesione della Società israeliana hanno finora incontrato l'opposizione dell'Organizzazione della conferenza islamica che ha giudicato «non maturi» i tempi per tale modifica (32a riunione dei Ministri degli esteri dei Paesi aderenti all'Organizzazione


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della conferenza islamica, svoltasi a Sana'a dal 28 al 30 giugno 2005).
La soluzione immaginata dalle Autorità svizzere e attorno alla quale si registra, allo stato, il consenso della maggior parte degli Stati, è quella di adottare, per il Movimento internazionale, un nuovo simbolo, neutro e privo di connotazioni religiose o nazionali. Si tratterebbe di un rombo dai contorni rossi, al cui interno, le società nazionali potrebbero collocare le loro insegne culturali, religiose o nazionali. Giuridicamente l'adozione di una nuovo simbolo sarebbe possibile solo attraverso l'approvazione di un III Protocollo aggiuntivo alle 4 Convenzioni di Ginevra.
A parere della stessa Croce Rossa Internazionale, l'introduzione di un nuovo simbolo neutrale potrebbe meglio garantire l'incolumità del personale umanitario impiegato in zone di operazioni militari, soprattutto in contesti di conflitti con forti connotazioni religiose.
Il problema presenta, inoltre, delle importanti implicazioni di ordine finanziario, in quanto la società della Croce Rossa Americana da quasi 6 anni non versa i contributi dovuti al Movimento Internazionale (l'ammontare degli arretrati ammonta attualmente a circa 13 milioni di dollari) come ritorsione per l'esclusione dal Movimento della Magen David Adom.
In questo contesto, l'Italia si è costantemente adoperata, di concerto con i
partners dell'Unione europea, a favore dell'iniziativa del Governo elvetico e giudica positivamente l'eventualità della prossima convocazione di una conferenza internazionale chiamata ad approvare il Terzo protocollo aggiuntivo. Tuttavia, in occasione delle consultazioni informali che si sono tenute a Ginevra il 12-13 settembre scorsi, non è stato raggiunto un consensus sufficientemente ampio per poter convocare tale conferenza già ad ottobre, come era stato originariamente immaginato dalle Autorità svizzere. Ciò in ragione della persistente opposizione dei Paesi membri dell'Organizzazione della Conferenza Islamica, peraltro ribadita da una risoluzione dei Ministri degli esteri della Lega araba dell'8 settembre 2005.
In ogni caso, il Governo elvetico - constatata, nel corso delle consultazioni informali del 12-13 settembre, l'esistenza di un accordo di principio in merito all'adozione del Terzo protocollo da parte della grande maggioranza degli Stati - ha ribadito la propria intenzione di procedere alla convocazione di una conferenza internazionale in tempi assai brevi, e comunque entro la fine di quest'anno.
In questo quadro, l'Italia si sta attivamente adoperando per sensibilizzare quegli Stati, segnatamente i membri dell'organizzazione della Conferenza islamica, che ancora giudicano con sfavore l'eventualità dell'adozione del nuovo emblema.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.

ZACCHERA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
già all'inizio del 2002 l'interrogante ha avuto modo di segnalare al Ministro interrogato alcuni aspetti di cattiva organizzazione dell'agenzia del territorio di Verbania, ma la situazione è tuttora peggiorata sia presso la ex conservatoria che presso il neo-costituito ufficio del catasto;
risulta all'interrogante che vi sia un diffuso malcontento dell'utenza, soprattutto da parte degli operatori delle professioni e dei privati che accedono all'ufficio, che - per quanto attiene la conservatoria - lamentano la scarsa professionalità e soprattutto la cattiva organizzazione del lavoro dei dipendenti, con progressivi ritardi ed inesattezze nella predisposizione degli atti, con conseguente rischio nella correttezza stessa nella loro predisposizione, indispensabile per rogiti e esecuzioni immobiliari;
vi sarebbero anche carenze nelle stesse disponibilità tecniche dell'ufficio (mancanza di toner per le stampanti, cattiva qualità delle copie, carenze di assistenza per i computer spesso guasti) e a nulla sarebbero valse le reiterate richieste


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anche scritte da parte degli utenti per una più razionale operatività dell'ufficio, sia sui dirigenti locali e di Torino, in un sostanziale palleggiamento - a livello locale - delle responsabilità;
viene lamentato anche come i dipendenti non risultino riconoscibili a mezzo dei cartellini di identificazione, che non vengono di norma portati;
per quanto riguarda invece l'ufficio del catasto non verrebbero rilasciati numeri di protocollo per le pratiche depositate, con quotidiani problemi per il recupero della documentazione e molte perdite di tempo da parte di tutti;
quotidianamente gli operatori devono mettersi in fila molto tempo prima dell'orario di apertura dell'ufficio e - nonostante ciò - molto spesso non posso essere evase le loro domande presentate quotidianamente, con progressivo incremento dei ritardi nella riconsegna dei documenti;
perdurano gravi carenze di organico per operazioni specifiche (ad esempio per i disegnatori) anche, a quanto risulta all'interrogante per una ritrosia del personale a trasferirsi da Novara - dove era prima accentrato l'ufficio di quella provincia insieme a quella neo-costituitasi di Verbania Cusio Ossola - oltre ad una carenza di sportelli aperti contemporaneamente, pur in presenza in coda di molti utenti;
non si riesce ad avere in tempi solleciti un inserimento dei tipi di aggiornamento delle mappe, nonostante che per il recupero dell'arretrato il locale collegio dei geometri abbia addirittura messo a disposizione propri iscritti;
l'esasperazione degli utenti tale che si prospettano clamorose iniziative di protesta fino a giungere ad uno sciopero nei confronti degli uffici, con astensione dall'utilizzo dei servizi per più giorni -:
se il Ministro interrogato non ritenga di dover procedere ad una immediata verifica di tutto quanto sopra riportato, al fine di accertare la reale situazione dell'ufficio di Verbania prendendo le conseguenti, inderogabili decisioni di natura tecnica ed organizzativa;
se siano state predisposte iniziative particolari per il miglior funzionamento complessivo dell'agenzia del territorio di Verbania.
(4-02767)

Risposta. - Con l'interrogazione in esame chiede chiarimenti sulla situazione dell'Ufficio provinciale di Verbania dell'Agenzia del territorio.
Al riguardo, la citata Agenzia ha riferito che l'Ufficio provinciale del Verbano-Cusio-Ossola è stato attivato, in data 28 dicembre 2001, con decreto del direttore dell'Agenzia del territorio 11 dicembre 2001.
La consistenza iniziale, relativa al personale in organico all'ex conservatoria dei Registri immobiliari di Verbania, era di 14 unità, alla quale sono stati aggiunti, nel corso dell'anno 2001, tre impiegati per la gestione degli sportelli catastali decentrati, all'epoca ancora collegati al
server dell'Ufficio provinciale di Novara.
Successivamente alla data di attivazione della Conservatoria dei Registri immobiliari (22 dicembre 1998), sono state assegnate alcune unità di personale a seguito di concorso pubblico, ed ha avuto inizio l'azione di recupero dell'arretrato accumulato in precedenza.
Successivamente alla data di attivazione del nuovo «Ufficio provinciale del Verbano-Cusio-Ossola» dell'Agenzia del territorio, è stato necessario integrare, con risorse provenienti da altre regioni, il personale dell'ufficio stesso, in quanto l'Ufficio provinciale di Novara, anche dopo la separazione, presenta una carenza di personale, rispetto alla pianta organica relativa alla sola provincia di Novara, come risulta dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 31 luglio 1997 (66 addetti in servizio rispetto a 81).
La Direzione dell'Agenzia, al fine di riequilibrare le dotazioni organiche a livello nazionale, in considerazione che le regioni del centro e sud Italia presentano esuberi di personale rispetto alle piante organiche, ha assunto la decisione di attivare la mobilità


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incentivata, a seguito della quale, negli anni precedenti, sono stati assegnati all'Ufficio provinciale del Verbano-Cusio-Ossola tredici addetti.
Nel giugno 2002, pertanto, erano assegnati all'ufficio di Verbania trenta impiegati, a fronte di una pianta organica che, dedotte le forze di competenza dell'Agenzia del demanio, è di sessantasette addetti.
Al fine di assicurare tutti i compiti istituzionali, si sono tenute successive contrattazioni a livello di direzione compartimentale in date diverse, tese a monitorare la situazione e prevedere l'invio in missione di unità di personale da Novara.
La direzione compartimentale, quale ufficio gerarchicamente sovraordinato, a più riprese, ha inviato in missione a Verbania, da altri uffici, personale esperto, con il compito di esaminare le problematiche e di addestrare i nuovi addetti ai compiti dell' ufficio provinciale.
Nei primi mesi dell'anno 2002, comunque, le attività sono state avviate con gradualità, in proporzione alle forze presenti, anche in considerazione che la banca dati del catasto è stata trasferita da Novara a Verbania soltanto nel mese di febbraio.
Relativamente ai disservizi evidenziati presso il Servizio di pubblicità immobiliare, l'Agenzia del territorio ha fatto presente che detto Servizio ha operato in condizioni di emergenza a causa delle assenze per vari motivi (infortunio, aspettative per motivi familiari senza stipendio) di personale qualificato.
Inoltre, provvedimenti di mobilità nazionale, definiti con circolare n. 1 del 1999 dell'ex Direzione generale affari generali e del personale, hanno ulteriormente ridotto il personale presente.
Dal 20 al 25 maggio 2002, è stato inviato in missione, presso l'ufficio in questione, uno dei Capi reparto più esperti in ambito compartimentale al fine di fornire gli indirizzi di lavoro al personale e valutare, congiuntamente con il capo dell'ufficio, a quali funzionari affidare i nuovi incarichi.
Relativamente alle segnalazioni di disservizio, il direttore compartimentale ha provveduto a recepire gli utili contributi dei collegi professionali all'esito di riunioni che si sono tenute con il Collegio provinciale dei geometri, con il Presidente del consiglio notarile e con i visuristi del Verbano-Cusio-Ossola.
A seguito di tali incontri, sono state messe in atto le soluzioni concordate e ritenute più idonee, compatibilmente con le forze a disposizione e con l'impegno di monitorare, per il futuro, il livello del servizio prestato.
In riferimento alle carenze nelle disponibilità logistiche dell'ufficio, si precisa che lo stesso è stato dotato della necessaria consistenza in termini di superficie, per accogliere adeguatamente l'utenza, con la stipula, in data 28 dicembre 2001, del contratto di affitto della sede, integrato per acquisire in locazione gli spazi necessari per le nuove funzioni del catasto e dei servizi erariali.
Successivamente, contestualmente alle operazioni di trasloco da Novara, l'ufficio è stato dotato di tutte le attrezzature necessarie.
In merito ai servizi catastali, anche a seguito delle attività di coordinamento, vengono adottate le metodologie di lavoro standard, per cui si provvede alla protocollazione dei documenti in arrivo.
Nell'ambito degli incontri con il Collegio provinciale dei geometri, sono state concordate modalità operative per consentire di ridurre i problemi evidenziati in fase di presentazione dei documenti, dovuti principalmente a carenza di personale.
Si è provveduto in ogni caso ad assicurare la priorità alle operazioni di
front-office, al fine di evadere con continuità la domanda che proviene dall'utenza specializzata e professionale, nonché dai singoli cittadini.
A seguito della collaborazione tra Collegio dei geometri ed ufficio provinciale, si sono notevolmente ridotti i tempi di trattazione delle pratiche.
Dopo aver concordato con il locale Consiglio notarile e con l'Associazione visuristi le soluzioni più idonee per il miglioramento del servizio all'utenza, pur in presenza di una fortissima carenza di personale, le problematiche del servizio di pubblicità


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immobiliare sono state superate entro il mese di luglio 2002, con la nomina di un nuovo vicario gerente o con la riorganizzazione dei servizi.
Durante l'anno 2002, inoltre, con uno specifico progetto finalizzato, è stato possibile effettuare oltre 39.000 validazioni dei dati alfanumerici delle note di trascrizione, relativamente al periodo 1992-1995.
Per il recupero delle annotazioni, è stato inviato in missione un funzionario esperto nel settore della pubblicità immobiliare dall'Ufficio provinciale di Cuneo, al fine di ridurre i tempi di esecuzione delle stesse, considerato che il regolamento di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 241, prevede, per tale attività, un termine di 90 giorni.
Durante l'anno 2002, inoltre, l'ufficio ha definito, con priorità rispetto ai restanti compiti di istituto, tutte le pratiche richieste dall'utenza. In concreto, sono stati definiti, in numero superiore al programmato, i prodotti corrispondenti agli atti presentati dall'utenza stessa, assicurando la completa definizione della totalità degli atti pervenuti, con una elevata produttività, superiore generalmente alla media regionale.
Al fine di assicurare tutti i compiti istituzionali, si sono tenute successive contrattazioni a livello di Direzione compartimentale nell'anno 2002 e nel 2003, tese a monitorare la situazione e prevedere comunque l'impiego di alcune unità di personale dall'Ufficio provinciale di Novara, ancorché carente, a favore dell'Ufficio provinciale del Verbano-Cusio-Ossola.
A partire dal mese di marzo 2003, inoltre, l'ufficio ha iniziato ad approvare i tipi di frazionamento in
front office, al fine di consegnarli con tempestività all'utenza professionale.
L'Agenzia del territorio ha confermato che i servizi sono in progressivo sensibile miglioramento, soprattutto quelli catastali.
Al fine di conseguire la normalizzazione di tutti i servizi erogati all'utenza, l'organico dell'ufficio è stato integrato, nel corso del primo quadrimestre del 2005, di quattro unità, tramite ricorso alla mobilità intercompartimentale, di cui all'articolo 30 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Maria Teresa Armosino.

ZACCHERA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante da segnalazione di cittadini e di dipendenti degli uffici finanziari di Bergamo (la notizia è stata riportata anche su diversi mezzi di informazione locali) che nei predetti uffici si viva negli ultimi tempi una situazione piuttosto travagliata e contrassegnata da una serie di controversie, anche giudiziali, tra operatori della stessa struttura;
la rapida successione di numerosi dirigenti negli stessi uffici non ha favorito l'auspicato ritorno ad una serenità di comportamenti che, a parere dell'interrogante, dovrebbe contraddistinguere l'andamento di uffici così delicati della pubblica amministrazione -:
se quanto sopra sia già stato segnalato o meno in sede ministeriale e, in caso positivo, quali iniziative siano state adottate o si intenda adottare per ovviare a questa situazione;
se negli ultimi anni siano stati o meno inviati a Bergamo degli Ispettori del Ministero per accertare i fatti, ed in questo caso quale sia stato il tenore dei loro rapporti;
nel caso ciò non sia avvenuto, come si giudichi in sede ministeriale la «situazione ambientale» in cui versano gli uffici finanziari di Bergamo.
(4-14545)

Risposta. - In riferimento a quanto rappresentato dell'interrogante con il documento di sindacato ispettivo, l'Agenzia delle entrate ha fatto preliminarmente presente che i competenti organi locali hanno effettuato indagini e verifiche sulla asserita «situazione travagliata» che riguarderebbe


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gli uffici finanziari di Bergamo, all'esito delle quali si è esclusa la presenza di oggettivi riscontri.
La predetta Agenzia ha, altresì, precisato che non risultano notizie riportate, negli ultimi tempi, da organi di stampa circa la segnalazione di cittadini o di dipendenti degli uffici di cui trattasi, avente ad oggetto la situazione segnalata nell'interrogazione in esame, né controversie, anche di natura giudiziale, relative ad operatori dei medesimi uffici.
Per quanto riguarda gli eccessivi ricambi direzionali che si sarebbero verificati negli stessi uffici, l'Agenzia delle entrate ha fatto presente che il fenomeno, invero limitato nel numero, è stato determinato dalle esigenze organizzatorie conseguenti allo sdoppiamento del precedente ufficio unico locale nei due nuovi uffici di Bergamo 1 e Bergamo 2, nonché dall'opportunità di avvicendare alcuni dirigenti in servizio, da lungo tempo, nella sede in questione.
In particolare, in data 21 settembre 2004, a seguito dell'istituzione del nuovo ufficio di Bergamo 2, l'Agenzia ha dovuto provvedere a designarne il titolare, mentre, in data 26 marzo 2005, un altro nuovo dirigente è stato posto a capo dell'Ufficio di Bergamo 1, in sostituzione del precedente responsabile che, già titolare dell'ufficio IVA di Bergamo, aveva assunto l'incarico di titolare del locale ufficio unico fin dal 27 febbraio 2001.
Successivamente, in data 20 giugno 2005, è stato nominato il nuovo titolare dell'Area controllo dell'ufficio di Bergamo 1, in sostituzione del precedente responsabile che, già a capo della stessa Area controllo del preesistente ufficio unico fin dal 27 febbraio 2001, aveva ricoperto l'incarico di Direttore del locale ufficio distrettuale delle imposte dirette dal 21 dicembre 1999.
Per quanto riguarda, infine, i controlli ispettivi effettuati presso gli Uffici finanziari di Bergamo, l'Agenzia delle entrate ha precisato che, nell'aprile 2001, è stata effettuata una verifica da parte dell'ufficio ispettivo regionale, che ha condotto indagini - ai sensi dell'articolo 1, comma 62, della legge n. 662 del 1996 - a carico di alcuni dipendenti che, all'epoca, avrebbero svolto attività esterne all'Agenzia, potenzialmente in conflitto con gli interessi della stessa.
Le risultanze di tali indagini sono state trasmesse dall'Agenzia delle entrate alla Presidenza del Consiglio dei ministri - ispettorato presso il dipartimento della funzione pubblica, che, secondo quanto comunicato dalla medesima Agenzia, a seguito di ulteriori verifiche effettuate dal Comando nucleo speciale ispettivo funzione pubblica della Guardia di finanza, ha ritenuto di archiviare il caso di cui trattasi, non rilevando elementi di attività extra-istituzionale svolte dai dipendenti segnalati.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Maria Teresa Armosino.