Allegato B
Seduta n. 692 del 20/10/2005


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INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

BOCCHINO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco opera ogni giorno in condizioni spesso estreme e rischiose, al servizio di tutti i cittadini, utilizzando per i propri compiti d'istituto varie tecnologie e automezzi speciali, a fronte delle difficoltà di intervento e a fronte delle più svariate esigenze tecniche di servizio;
storicamente è in uso nel settore tecnico del Corpo, quando si progetta l'acquisto di nuove tecnologie e/o di nuovi automezzi mai usati prima, una larga sperimentazione di prototipi o campionari tecnici, al fine di determinarne il giusto valore ed il corretto utilizzo nei complessi protocolli d'intervento, anche per non avere un errato acquisto di tecnologie non funzionali e dunque inutili all'organizzazione del soccorso urgente o alla sicurezza delle persone;
la Direzione «Macchinario e Materiali» del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco in data 6 ottobre 2005, pubblicava un bando di gara per l'acquisto di n. 36 automezzi antincendio di piccole dimensioni. Il valore dell'appalto era stimato per circa 2.880.000,00 euro con vincolo per l'appaltatore di un contratto triennale per un totale di 350 macchine, per un valore complessivo di circa 28.000.000,00 di euro;
nella fattispecie degli automezzi antincendio, è in forza alla Direzione macchinario e Materiali del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco una struttura tecnica preposta alla identificazione delle migliori tecnologie presenti sul mercato e la stessa possiede i mezzi normativi e legali per avviare le dovute sperimentazioni tecniche prima di ogni eventuale decisione di acquisto secondo i termini di legge;
tuttavia, ad oggi, questo tipo di veicolo non è mai stato sperimentato, né visto, né provato o dato in forza a qualsivoglia altra amministrazione, ma è stato solo progettato per esigenze tecniche della struttura del Corpo per interventi nei piccoli centri o in zone mal gestite dagli attuali automezzi;
senza nulla eccepire sulla bontà tecnica del progetto, che doterebbe le squadre d'intervento di un veicolo in grado di intervenire nei centri storici, sarebbe stato, secondo l'interrogante, più opportuno e premiante per l'Amministrazione Pubblica provare una pluralità di veicoli per centro storico dai vari allestitori nazionali, senza porre vincoli restrittivi sui materiali da impiegare nell'allestimento, e questo al fine di permettere l'utilizzo di materiali più innovativi che possano garantire sicurezza, qualità, rapida riparabilità e comunque la migliore scelta su prove certe fatte prima, che sicuramente i vigili del fuoco italiani meritano;
secondo l'interrogante, questa sperimentazione, fatta in varie città o province italiane, permetterebbe di individuare il veicolo più idoneo senza impegnare l'Amministrazione Pubblica in un contratto triennale su un veicolo teorico o virtuale, che avvantaggerebbe un solo allestitore ma penalizzerebbe fortemente il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco sia per una scelta al buio sia per i costi post vendita, ma soprattutto per un fattivo uso dei fondi dello Stato e dei contribuenti;
è pur vero che nella gara di appalto è previsto che il vincitore debba realizzare


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un prototipo, ma tale punto sarebbe comunque garantito da un contratto e, comunque se l'appaltatore si attiene scrupolosamente al disciplinare tecnico di gara, l'amministrazione non potrebbe contestare la validità tecnica, nonché la reale rispondenza alle esigenze che le squadre di intervento testano ogni giorno, visto che essa può essere determinata solo dopo svariate prove e mediante l'utilizzo sullo scenario reale, nelle infinite diversità di intervento delle province italiane;
in più, dai dati tecnici, emergono delle realtà poco confortanti circa la scelta tecnica dei mezzi in questione. Per citarne solo qualcuno, basti pensare che l'accoppiamento delle furgonature in alluminio con il serbatoio in acciaio inox, in presenza di utilizzo di acqua di mare o fortemente clorata, causerebbe principi di corrosione e rotture dovute alle correnti elettrostatiche che si innescano. Ancora, il serbatoio in acciaio inox su un veicolo di piccole dimensioni non è quasi più utilizzato da nessun costruttore europeo e comunque non più scelto dai pompieri europei a causa dell'eccessivo peso e del suo costo troppo oneroso -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno verificare quanto sopra, al fine di modificare il capitolato tecnico d'appalto per l'acquisto di tale mezzo, mediante una diversa procedura che permetta l'apporto di variazioni migliorative, come peraltro già fatto sempre dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ossia a mezzo di una sperimentazione di una pluralità di veicoli per centro storico fatta dai vari allestitori nazionali, senza porre vincoli restrittivi sui materiali da impiegare nell'allestimento, al fine di permettere l'utilizzo di materiali più innovativi che possano garantire qualità e determinarne il giusto disciplinare tecnico, anche in virtù dei risultati di prova, ed altresì al fine di premiare le migliori tecnologie per la sicurezza dei cittadini e degli stessi vigili del fuoco.
(4-17329)

PEZZELLA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 15 ottobre 2005, secondo quanto pubblicato dal quotidiano napoletano Il Mattino, lo scoppio di un potente ordigno ha divelto la serranda del «Centro Detersivi Amato», ubicato in via Massino Stanzione a Frattamaggiore. Nell'esplosione è andata distrutta anche un auto parcheggiata dinanzi al negozio e sono andati in frantumi i vetri di finestre e balconi di un palazzo a sei piani. Titolare del negozio è Giovanni Amato, un giovane imprenditore di Grumo Nevano. Da una prima ricostruzione degli investigatori, la deflagrazione, che ha provocato non pochi danni, sarebbe l'ennesimo e inequivocabile messaggio del racket delle estorsioni. Come se non bastasse, la violenta e potente detonazione ha provocato crisi di panico generalizzate sul luogo dell'accaduto e non pochi timori nei comuni viciniori. Infatti, dopo l'esplosione, il centralino del 112 è stato sommerso di telefonate di persone svegliate nel bel mezzo della notte e preoccupate per la loro incolumità. Insomma, un altro episodio inquietante che va ad aggiungersi alle decine di atti intimidatori già subiti dai titolari di esercizi commerciali sul territorio frattese dall'inizio del 2005. Su tutti questi raid vandalici aleggia fortemente l'ombra degli uomini racket. Gli episodi, qualora trovassero conferma i primi riscontri degli inquirenti, sarebbero certamente da inquadrare in una ripresa dell'attività estorsiva in zona da parte di organizzazioni della criminalità organizzata. Attività, quella del racket delle estorsioni, che segna il suo culmine proprio nel periodo post-estivo e pre-natalizio, mesi in cui tutto il settore del commercio cittadino, già attanagliato da una profonda crisi economica, vive nel terrore degli atti intimidatori e delle minacce;
tra l'altro, l'improvvisa e violenta recrudescenza del fenomeno criminale in tutta l'area a nord di Napoli e sottolineando le denunce dei precedenti atti di sindacato ispettivo, in ultimo l'interrogazione parlamentare (4-07888), si sollecita un rafforzamento di tutti gli organici di


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polizia e carabinieri presenti in questa zona a rischio dell'hinterland napoletano, a partire proprio dal Commissariato di polizia di Frattamaggiore, visto che quest'ultimo da alcuni mesi è oberato da un aggravio di lavoro per il recente passaggio alle sue dirette dipendenze territoriali del comune di Arzano, in precedenza aggregato a quello metropolitano di Scampia, nonché un rafforzamento di tutte le stazione dell'Arma e tenenze che rientrano nella competenza della Compagnia di Casoria -:
quali iniziative di ordine pubblico si intendano adottare per porre freno al fenomeno del racket delle estorsioni e di altre attività delinquenziali diffuse nella città di Frattamaggiore e nei limitrofi comuni dell'hinterland a nord del capoluogo napoletano.
(4-17338)