![]() |
![]() |
![]() |
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 1.
Ricordo che questa mattina è stato votato, da ultimo, l'emendamento Boccia 1.75 e che ora dobbiamo riprendere l'esame dall'emendamento Boccia 1.76.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boccia 1.76, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Avverto che la Camera non è in numero legale per deliberare.
Prendo atto che l'onorevole Leo non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
A norma del comma 2 dell'articolo 47 del regolamento, rinvio la seduta di un'ora.
La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 17,10.
PRESIDENTE. Dobbiamo procedere nuovamente alla votazione dell'emendamento Boccia 1.76, nella quale...
ANTONIO BOCCIA. Doppi voti, doppi voti!
PRESIDENTE. Onorevole Boccia, un attimo: prima mi lasci recitare la parte assegnatami dal copione!
Stavo dicendo che occorre ripetere la votazione dell'emendamento Boccia 1.76, su cui in precedenza è mancato il numero legale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boccia 1.76, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dal momento che già mi è stato posto il problema dai membri dell'opposizione, prego i colleghi di votare ognuno per sé. In proposito, prego anche i segretari di annotare...
Il collega là in alto, tolga la mano! Onorevole Barbieri, vicino a lei un suo collega....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni - Applausi).
(Presenti e votanti 235
Maggioranza 118
Hanno votato sì 2
Hanno votato no 233
Sono in missione 71 deputati).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Boato 1.70 e Boccia 1.77 (I deputati dei guppi di opposizione entrano in aula - Applausi ironici dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e della Lega Nord Federazione Padana).
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, che succede?
MARCO BOATO. Vedo che sono molto allegri.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, faccio presente che in tribuna sono presenti alcune scolaresche. Forse si rendono conto che si tratta di applausi garbati tra colleghi ed avversari. Spero che sia così...
MARCO BOATO. Se raggiungono il numero legale alle 17,15 del mercoledì, c'è poco da applaudire!
SERGIO SABATTINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERGIO SABATTINI. Signor Presidente, vorrei semplicemente far notare che forse l'applauso era motivato dal raggiungimento del numero legale che mancava da dieci giorni: si stavano complimentando con loro stessi (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Anche il Presidente si complimenta con se stesso...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marone. Ne ha facoltà.
RICCARDO MARONE. Signor Presidente, noi proponiamo la soppressione del capoverso f) del comma c), laddove si prevede l'aggiornamento delle procedure con la più estesa ed ottimale utilizzazione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, anche nei rapporti con i destinatari dell'azione amministrativa.
Ovviamente non possiamo non fare alcune osservazioni di carattere generale. Intanto, tutti ricordiamo le famose «tre I» del candidato Berlusconi e tutti ricordiamo che questo Governo ha addirittura previsto un ministero per occuparsi dell'innovazione tecnologica. In quattro anni qualche volta abbiamo visto il ministro, ma mai il prodotto del suo ministero. Non so cosa sia stato fatto in tema di innovazione tecnologica, se non forse regalare in occasione delle ultime leggi qualche computer ai giovani. Quindi, mi sembra quantomeno presuntuoso questo comma.
Inoltre, vorrei aggiungere che si confondono le procedure con gli strumenti. L'informatizzazione è uno strumento di una procedura, dato dall'innovazione tecnologica. Ciò è nei fatti e, quindi, non occorre fare una legge per prendere atto che il mondo si sta evolvendo e che oggi gli strumenti di comunicazione sono informatici.
La legge sarebbe necessaria per introdurre un'innovazione dei procedimenti, che è cosa ben diversa: si prevede, infatti, un procedimento laddove si ha pluralità di competenze, ed occorre stabilire appunto le norme sul procedimento. Se non vi fosse, infatti, pluralità di competenze, non vi sarebbe neppure necessità di un procedimento.
Non mi sembra che tali questioni siano risolte con la norma in esame proposta dal Governo: non vi siete minimamente occupati della semplificazione dei procedimenti amministrativi; state dicendo soltanto che nell'ambito dei procedimenti amministrativi intendete utilizzare le nuove tecnologie. Non è tuttavia necessaria una legge. Qualsiasi soggetto privato, che voi tanto richiamate, si innova e rinnova automaticamente, come è giusto che sia, e non è certo necessaria una legge.
Vi chiedo pertanto un maggiore approfondimento, cercando di comprendere ciò che veramente volete realizzare. Volete attuare uno snellimento dei procedimenti? Non vedo nulla di tutto ciò nel disegno di legge in esame. Volete attuare un'innovazione tecnologica? In tal caso, più che proporre leggi, dovreste richiamare il vostro ministro a fare qualcosa in più rispetto a quanto ha fatto fino ad oggi.
Proponiamo pertanto la soppressione della disposizione in esame, in quanto ci sembra francamente inutile (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Misto-Verdi-l'Unione).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.
ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, l'articolo 20 della legge n. 59 del 1997, che si va a modificare con l'intervento normativo in esame, è la cosiddetta «norma madre» della semplificazione, in quanto ha previsto lo strumento della legge annuale di semplificazione. È già stato ricordato che tale strumento, in alcuni casi, smentisce l'obiettivo generale della semplificazione, perché introduce una serie di elementi che potrebbero essere definiti barocchi, moltiplicando gli istituti e rendendo più lontano il raggiungimento dell'obiettivo stesso.
La disposizione che reca l'aggiornamento delle procedure, in realtà, sembra utilizzare, come ha già sottolineato il collega Marone, una formula di rito. Infatti, anche in questo caso, anziché ottenere lo scopo principale, quello di semplificare, sembra si consegua sostanzialmente l'obiettivo contrario. Il criterio di utilizzazione degli strumenti di diritto privato, con l'eccezione delle materie nelle quali l'interesse pubblico non può essere perseguito senza l'esercizio di poteri autoritativi, si presenta come eccessivamente discrezionale.
Ribadisco pertanto che questa disposizione, anziché agevolare la semplificazione, sembra condurre in una direzione diversa (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Misto-Verdi-L'Unione).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lettieri. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI. Signor Presidente, dichiaro la mia totale contrarietà al provvedimento in esame e, in particolare, alle disposizioni di cui si propone la soppressione con gli identici emendamenti in oggetto.
Siamo dinanzi ad un eccesso di delega conferita al Governo. Nel corso di questi quattro anni, è stata concessa al Governo una miriade di deleghe. L'esecutivo, però, non riesce ad attuarle tutte; e quando lo fa, non rispetta i limiti, i vincoli che il Parlamento ha inserito nelle norme.
Si parla spesso in questi giorni della riduzione dell'IRAP. Vorrei ricordare che con la legge di riforma fiscale il Governo è stato delegato a ridurre proprio l'IRAP. Adesso, invece, si rilasciano dichiarazioni solo per prendere in giro gli imprenditori...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Lettieri.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Banti. Ne ha facoltà.
EGIDIO BANTI. Signor Presidente, non comprendo bene perché si debba parlare delle leggi per perifrasi. È infatti una perifrasi il riferimento alla più estesa ed ottimale utilizzazione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Tra l'altro, è una perifrasi estremamente cacofonica per l'uso di parole che finiscono tutte nello stesso modo («zione»).
Non rendiamo un buon servizio alla legislazione del nostro paese, purtroppo. Dovremmo cercare di procedere come avveniva un tempo, cioè semplificando al massimo il modo di scrivere le leggi, prima che le leggi stesse. Ecco un buon esercizio di semplificazione: semplificare il modo di scrivere le leggi. Non mi sembra che ciò stia avvenendo, men che mai con le modifiche proposte con il comma 4 dell'articolo 20 della legge n. 59 del 1997. Pertanto, credo si debba votare a favore...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Banti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Carbonella. Ne ha facoltà.
GIOVANNI CARBONELLA. Signor Presidente, intervengo per ribadire che una materia importantissima come quella oggi al nostro esame, che dovrebbe essere discussa ed esaminata con particolare attenzione, ci vede invece distratti, in particolare rispetto al clima attuale e alle oscene proposte che si stanno avanzando in tema di riforma elettorale. Si vogliono tarpare le ali alla democrazia del paese. Penso quindi che il Parlamento non possa dedicare la propria attenzione a questioni, ancorché importanti, non paragonabili a quelle che dovremmo esaminare da un punto di vista «politico».
Se corrispondono al vero le voci che circolano nei corridoi, evidentemente il centrodestra sta preparando un vero e proprio golpe. Chiamatelo come volete, ma la sostanza non cambia: si vuole tappare la bocca agli elettori; intaccare il rapporto tra l'eletto e gli stessi elettori; mortificare...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Carbonella.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marino. Ne ha facoltà.
MAURO MARIA MARINO. Signor Presidente, mi soffermo nell'analisi delle identiche proposte emendative in esame, che propongono la soppressione del capoverso f-bis), lettera c), comma 1, dell'articolo 1 del disegno di legge in discussione.
Vi è un problema, a monte: il complesso tema di un'eccessiva delega al Governo. Ciò finisce per incidere in maniera assai negativa sull'equilibrio dei rapporti tra Governo e Parlamento.
Siamo già stati abituati, precedentemente, a cogliere una chiara commistione fra la vecchia tripartizione dei poteri legislativo, giudiziario ed esecutivo. Ma, traducendo questi atti nell'azione parlamentare, ci rendiamo conto quotidianamente come, in casi come questi, tale commistione sia sempre a danno dell'Assemblea rappresentativa, del Parlamento, laddove viene rappresentato il vero pluralismo, e a favore del potere esecutivo. È inammissibile...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Marino.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Olivieri. Ne ha facoltà.
LUIGI OLIVIERI. Signor Presidente gli identici emendamenti Boato 1.70 e Boccia 1.77 propongono la soppressione del capoverso f-bis), lettera c), comma 1, dell'articolo 1 del disegno di legge in esame. Vorrei chiarire le disposizioni contenute nel capoverso che proponiamo di sopprimere.
In buona sostanza, con questa disposizione si tende ad introdurre la generale possibilità da parte della pubblica amministrazione e dei soggetti a questa equiparati di utilizzare strumenti di diritto privato salvo che nelle materie o nelle fattispecie nelle quali l'interesse pubblico non può essere perseguito senza l'esercizio di poteri autoritativi.
LUIGI OLIVIERI. Questa sarebbe la nuova disposizione introdotta con l'articolo in esame. La lettera c) in esame ripropone il principio generale, introdotto dalla legge n. 15 del 2005 nella legge n. 241 del 1990...
PRESIDENTE. Onorevole Olivieri, concluda!
LUIGI OLIVIERI. Concludo, Presidente, come dicevo, la pubblica amministrazione generalmente, quando non è previsto il contrario, interviene con lo strumento della disciplina del diritto privato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ruzzante. Ne ha facoltà.
PIERO RUZZANTE. Signor Presidente, nel preannunciare che voterò a favore degli identici emendamenti Boato 1.70 e Boccia 1.77, manifesto la mia critica profonda
nei confronti di un centrodestra che aveva proposto il tema della semplificazione burocratica, ma che poi, in realtà, non ha fatto nulla a questo riguardo. Di leggi annuali di semplificazione voi, infatti, ne avete approvata soltanto una, e ciò testimonia il vostro poco interesse mostrato nei confronti di questo tema.
Confindustria ha quantificato in dieci miliardi di euro il costo annuo della burocrazia per le imprese. Questo significa che il non aver attuato la semplificazione costituisce un danno non solo per i cittadini ma anche, indirettamente, per le nostre imprese.
PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Guerzoni, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: s'intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, riprendo quanto ho detto questa mattina, richiamandomi anche a quanto ha detto il collega Sinisi, che sottolineava il modo in cui dovremmo operare in tema di semplificazione al fine di rendere semplici le cose complicate e non, come spesso accade, viceversa. Con gli identici emendamenti in esame noi chiediamo di sopprimere, relativamente a quella parte del testo del provvedimento concernente le modifiche da apportare all'articolo 20 della legge 15 marzo 1997, n. 59, il capoverso f-bis) che recita, leggo testualmente: «generale possibilità di utilizzare, da parte delle amministrazioni e dei soggetti a questi equiparati, strumenti di diritto privato, salvo che nelle materie o nelle fattispecie nelle quali l'interesse pubblico non può essere perseguito senza l'esercizio di poteri autoritativi». Da ciò si deve dare per scontato che ogni cittadino conosca tale norma al fine di poterla rispettare. Questa è evidentemente la semplificazione che questo Governo, che semplifica da quattro anni, propone ai nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nannicini. Ne ha facoltà.
ROLANDO NANNICINI. Signor Presidente, viene spontaneo porsi una domanda. In una situazione politica di questo tipo, in attesa di una legge finanziaria che dovrà risolvere i problemi per l'anno 2006, mi chiedo se sia corretto discutere di una semplificazione che ripete i vecchi concetti della cosiddetta legge Bassanini senza apportare alcun elemento innovativo e senza prevedere alcuna verifica puntuale, in particolare, con riferimento all'articolo 20 della legge 15 marzo 1997, n. 59, il quale consente, in tema di semplificazione, di effettuare una verifica ed attribuisce ad essa un andamento dinamico e non statico come si prevede in questo provvedimento.
Per trattare di innovazione tecnologica nella pubblica amministrazione non c'è bisogno di un disegno di legge apposito. Questa maggioranza utilizza il Parlamento a fini propri e per i propri interessi fin dall'inizio della legislatura e, come tale, è lontana dagli interessi del paese. Alle imprese, in tema di IRAP e di accise sulle benzine, cosa si racconta? Qui si cerca di semplificare come si può fare la semplificazione burocratica in Italia (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Gambale, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: s'intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mariotti. Ne ha facoltà.
ARNALDO MARIOTTI. Signor Presidente, la semplificazione è un processo, un fatto culturale che non si fa a strappi: si fa mediante un percorso di innovazione e di standardizzazione, per ripartire, poi, con successive innovazioni.
Orbene, avete cominciato la legislatura in corso proponendo al paese un nuovo inizio e, quindi, avete cancellato tutto ciò
che la precedente maggioranza aveva fatto, compresa l'innovazione realizzata con le cosiddette leggi Bassanini.
Alla fine del mandato, vi ricordate che esiste anche un problema di snellimento delle procedure e di semplificazione, ma oramai siete fuori tempo massimo: anche questo provvedimento non avrà alcun effetto per quanto riguarda lo snellimento delle procedure, la competitività del sistema e l'agevolazione a favore del sistema imprenditoriale e del paese intero. Grazie.
PRESIDENTE. Ringrazio l'onorevole Mariotti, il quale si è attenuto ai tempi stabiliti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.
LORENZO RIA. Signor Presidente, anch'io mi soffermerò sulla lettera c), che genera le lettere f), f-bis), f-ter), f-quater e f-quinquies).
C'è un terreno - che è un elemento fondamentale dell'unità del paese - che unifica anche il tessuto economico nazionale e che offre a tutti pari opportunità: le tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Davvero non capisco come le soluzioni prospettate possano restringere la forbice che, sotto molti profili, segnala l'arretramento del nostro paese.
Proprio sul terreno delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione le differenze sono aumentate e le divaricazioni si sono approfondite. Essendo falliti tutti gli strumenti nazionali di unificazione dei linguaggi informatici, davvero non si capisce come si possa recuperare il terreno perduto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Preda. Ne ha facoltà.
ALDO PREDA. Signor Presidente, è una legge di semplificazione questa o no? La lettera f-bis) che si va ad introdurre ripropone il principio generale già introdotto dalla legge n. 15 del 2005 e dalla legge n. 241 del 1990, ai sensi delle quali la pubblica amministrazione, nell'adozione degli atti di natura non autoritativa, agisce secondo le norme del diritto privato, salvo che la legge disponga diversamente.
Non si capiscono la motivazione e la tensione con cui la maggioranza ha formulato il testo in esame. Poiché esso non semplifica, rischiamo di avere ulteriori complicazioni per coloro i quali dovranno applicare la legge.
Probabilmente, signor Presidente, un minimo di attenzione agli emendamenti presentati dall'opposizione, sia in Commissione sia in Assemblea, avrebbe permesso di evitare tanti errori e complicazioni!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sinisi, il quale sicuramente farà ricorso alla sua nota capacità di sintesi. Ne ha facoltà.
GIANNICOLA SINISI. Grazie, signor Presidente, rispetterò i tempi concessimi.
Colgo l'occasione per ribadire un paradosso (il secondo) che non ho avuto la possibilità di evidenziare stamani: per abrogare o semplificare una legge occorre un'altra legge. L'anzidetto paradosso necessario - che per fare o disfare una legge serve, appunto, un'altra legge - è diventato nel disegno di semplificazione per l'anno 2005 davvero eccessivo: la lettera f) della legge di semplificazione n. 59 del 1997 viene sostituita dalle lettere f), f-bis), f-ter), f-quater e f-quinquies).
Tale sostituzione costituisce un intervento che, anziché essere sostitutivo, ablativo o semplificatorio, addirittura aumenta le possibilità normative all'interno dello stesso provvedimento che prevede la semplificazione. Sembra veramente un paradosso dal quale dovremmo cercare di venire fuori! Signor Presidente, anche il riferimento, contenuto nella lettera f-bis), alla possibilità del ricorso al diritto privato mi sembra un rimedio assai generico ed inutile, in grado di complicare ulteriormente il sistema normativo vigente.
PRESIDENTE. Constato l'assenza degli onorevoli Bonito e Orlando Ruggieri, che
avevano chiesto di parlare per dichiarazione di voto: si intende che vi abbiano rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Panattoni. Ne ha facoltà.
GIORGIO PANATTONI. Signor Presidente, vorrei richiamare qualche esempio di semplificazione di questo Governo, perché, qualche volta, invece di parlare in astratto, bisognerebbe mettere i piedi per terra.
Primo esempio: il sistema integrato della comunicazione prevista dalla legge Gasparri. Tutta Italia, da mesi, sta cercando di capire cosa sia e quanto valga, ma non ci riesce. Forse, sarebbe bene elaborare leggi meno complicate.
Secondo esempio: lo sportello per le imprese. Mah! Si pensava che ce ne fosse uno per città o per regione, ma non è così! Lo hanno istituito i comuni, le associazioni, la Confindustria. Tutti! Uno diverso dall'altro, naturalmente!
Terzo esempio: l'e-government. I programmi (uno per paese) riguardanti la sanità, sono diversissimi tra loro, non comunicanti, incompatibili, assolutamente ingestibili su scala nazionale, con uno spreco di risorse e di energie assolutamente fuori del comune...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Panattoni.
Constato l'assenza dell'onorevole Reduzzi, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: si intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duca. Ne ha facoltà.
EUGENIO DUCA. Signor Presidente, il provvedimento in esame è il frutto della legge 15 marzo 1997, n. 59, in base alla quale il Governo presenta ogni anno al Parlamento un disegno di legge di semplificazione e riassetto normativo...
Una voce dai banchi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale: Tempo!
EUGENIO DUCA. Signor Presidente, vedo che qualcuno ha bisogno di fazzoletti di carta...! Glieli facciamo portare?
PRESIDENTE. Onorevole Duca, non è necessaria questa forma di volontariato! Vada pure avanti.
EUGENIO DUCA. Questa legge annuale si pone come obiettivo una semplificazione burocratica che non è un processo una tantum, ma un'azione compiuta in un processo costante nel tempo. Le modifiche, quindi, possono essere oggetto di ulteriori verifiche per attuare ulteriori innovazioni.
Il fatto strano è che, mentre la legge del 1997 prevede che il Governo presenti ogni anno il disegno di legge di semplificazione, il Governo in carica la presenta ogni quattro anni, trasformandola da annuale in quadriennale. Questo testimonia quanto tenga il Governo alla semplificazione burocratica...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Duca.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tuccillo. Ne ha facoltà.
DOMENICO TUCCILLO. Signor Presidente, come è stato già sottolineato nel corso dei precedenti interventi, il provvedimento in esame arriva con estremo ritardo e in un clima politico all'interno della Camera di particolare conflittualità. Un provvedimento di tale importanza meritava di essere discusso ed approfondito attraverso un dibattito parlamentare adeguato tra maggioranza e opposizione; invece, è costretto a subire un iter molto complesso. E di ciò l'attuale maggioranza porta intera la responsabilità.
L'emendamento in esame chiede la soppressione del capoverso f-bis) del comma 1, lettera c), il quale riconosce la possibilità di utilizzare da parte delle amministrazioni e dei soggetti ad esse equiparati...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Tuccillo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzarello. Ne ha facoltà.
GRAZIANO MAZZARELLO. Signor Presidente, constatando il mio impegno ad aprire un dibattito con i colleghi della maggioranza, qualche collega della minoranza mi ha proposto di rivolgervi un ultimo appello.
Il collega Stefano Zara mi ha proposto, infatti, di rivolgermi a voi chiedendomi di smetterla con il vostro ostruzionismo e di dar finalmente vita ad un confronto serio su una proposta di legge che può interessare i cittadini se fosse cambiata profondamente nel modo e nei contenuti che voi avete voluto portare al nostro dibattito.
Infatti, si tratta di una legge che complica ulteriormente le questioni e non le semplifica assolutamente. Spero che questo ultimo appello di smetterla col vostro ostruzionismo e di aprire un dibattito vero sulla legge che abbiamo in discussione possa riuscire a farvi finalmente discutere e ad intervenire (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. La ringrazio per il suggerimento, che sarà senza dubbio accolto, data la straordinaria attenzione dei colleghi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Stradiotto. Ne ha facoltà.
MARCO STRADIOTTO. Signor Presidente, il provvedimento in esame che, come si evince dal titolo, tende a semplificare ed a «riassettare» la normativa della pubblica amministrazione italiana è una vera e propria presa in giro, che arriva dopo che lo scorso anno la maggioranza aveva votato la questione di fiducia su una legge finanziaria contenente ben 530 commi! È questa la verità! Questo modo di legiferare diventa davvero incomprensibile.
Ritengo che, come accade in vari articoli del disegno di legge al nostro esame, demandare ad altri decreti legislativi o ministeriali costituisca il modo più sbagliato di legiferare, nel tentativo di semplificare le norme esistenti nel nostro paese, nel quale le norme sono davvero troppe: lo diciamo tutti ma non cogliamo mai l'occasione per renderle semplici (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sabattini. Ne ha facoltà.
SERGIO SABATTINI. Signor Presidente, anch'io vorrei insistere nel tentare un dialogo con la maggioranza.
Come ho detto prima, l'onorevole Migliori non può sostenere - come invece ha fatto - la tesi per cui non si può discutere sugli emendamenti perché ormai siamo alla fine della legislatura... Il collega Migliori indica il Governo ed è con questo, dunque, che intendo confrontarmi. Perché il Governo non è disponibile a discutere con l'opposizione sugli emendamenti che lo stesso relatore ha dichiarato essere interessanti, al fine di migliorare una legge che - voglio ricordarlo - sin dal 1997 era a scadenza annuale e che è diventata, con questa maggioranza, quadriennale? Non vorrei che, andando avanti così, diventasse quinquennale, poiché - si sa! - di piani quinquennali è lastricata la strada per l'inferno!
PRESIDENTE. È un'autocritica...
SERGIO SABATTINI. No, io non ero ancora nato; forse lo era lei, Presidente, quando c'erano i piani quinquennali! Quindi, non può essere un'autocritica!
PRESIDENTE. Non lo so...!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Frigato. Ne ha facoltà.
GABRIELE FRIGATO. Signor Presidente, è veramente singolare il fatto che l'esame di questo provvedimento, il cui titolo recita «Semplificazione e riassetto normativo per l'anno 2005» (per la verità, siamo quasi alla fine del 2005), così importante
e così atteso dalla pubblica amministrazione, dalle nostre regioni, dagli uffici dei ministeri, dagli enti locali, non sia caratterizzato da un dibattito serio e sereno in quest'aula.
Non ci resta, dunque, signor Presidente, che ricordare i motivi per i quali stiamo conducendo questa azione ostruzionistica ed invitare ancora una volta le forze di maggioranza a rinunciare al loro interesse verso una nuova legge elettorale che, lo diciamo insieme a tanta parte autorevole del paese, è un provvedimento da fare non in questo momento e, soprattutto, non da parte di qualcuno in questo Parlamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Magnolfi. Ne ha facoltà.
BEATRICE MARIA MAGNOLFI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale, in particolare per dissentire da talune considerazioni espresse del collega Marone a proposito del punto in discussione; anch'io voterò a favore sugli identici emendamenti soppressivi in esame, ma per motivi diversi.
Sono assolutamente favorevole all'innovazione tecnologica, soprattutto se si riesce ad applicarla all'aggiornamento delle procedure; tuttavia, trovo pazzesco che una misura così ovvia venga invocata dopo quattro anni perduti, quattro anni in cui l'innovazione tecnologica ha, per così dire, «divorziato» dall'innovazione amministrativa. A volte, si è avuta l'impressione che i ministri non si relazionassero neppure e che l'innovazione venisse applicata senza cambiare effettivamente i processi; sappiamo, infatti, che l'informatica, applicata alle storture burocratiche, le rende ancora più storte.
Ma il motivo di contrarietà su tale aspetto è aggravato dalla notizia che ieri abbiamo appreso dalla stampa e che rivela come questa maggioranza non sia assolutamente credibile (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Magnolfi; potrà comunicarli successivamente la notizia da lei preannunciata...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bottino. Ne ha facoltà.
ANGELO BOTTINO. Signor Presidente, sono d'accordo sugli identici emendamenti soppressivi; sono peraltro contrario all'intero provvedimento.
Se si vuole rendere più veloce e semplificare l'amministrazione, l'attenzione cade subito sulla questione dell'utilizzazione delle tecnologie; tuttavia, si deve tener conto di questi anni di leggi finanziarie povere di stanziamenti, durante i quali tante volte gli enti pubblici non hanno saputo dove reperire le risorse.
In tale contesto, ritengo che semplificare significhi anche trovare i mezzi per potere attuare quanto, ad esempio, si prevede al comma 4, lettera f), dell'articolo 20 della legge n. 59 del 1997, come sostituito dall' articolo 1, comma 1, lettera c), del provvedimento in esame, per quanto riguarda l'utilizzazione delle tecnologie oppure...
Una voce: Tempo!
ANGELO BOTTINO. ...trovare gli strumenti adeguati per le materie che permettono la semplificazione delle norme...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bottino.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Susini. Ne ha facoltà.
MARCO SUSINI. Signor Presidente, la semplificazione burocratica e l'innovazione della pubblica amministrazione sono state tra le numerosissime promesse con cui il Presidente del Consiglio si presentò agli elettori cinque anni or sono.
Ebbene, il bilancio di questi cinque anni, anche su tale versante, è assolutamente insoddisfacente; non avete fatto niente e la vostra inerzia ha provocato
anche in questo settore cruciale danni enormi, per i cittadini, per le imprese, per il sistema produttivo.
Una voce: Tempo!
MARCO SUSINI. L'unico comparto della pubblica amministrazione in cui vi siete impegnati - devo riconoscere, in maniera indefessa - è stato quello della giustizia. Ciò, non per rendere tale amministrazione più efficiente, per accelerare i tempi dei processi o per risolvere i numerosissimi arretrati nell'ambito delle cause civili, bensì per risolvere le questioni personali del Presidente del Consiglio e dei suoi più stretti collaboratori (Applausi dei deputati del gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e di deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ruta. Ne ha facoltà.
ROBERTO RUTA. Signor Presidente, il momento in cui giunge all'esame della Camera questo disegno di legge non desta dubbi ma induce, invece, una certezza; ricordo al riguardo la campagna elettorale dell'attuale maggioranza, impostata su lacci e laccioli da eliminare per rendere l'Italia libera dalla burocrazia, da una pubblica amministrazione non più al servizio del cittadino. Sono trascorsi quattro anni e mezzo, si sono elaborati persino progetti di e-government, poi rimasti sostanzialmente bloccati, mentre gli accordi di programma con le regioni sono rimasti solo grandi cornici cui sono mancati i contenuti.
I risultati non si sono visti perché, oltretutto, mancano le risorse finanziarie necessarie per introdurre reali innovazioni nell'ambito dell'attività della pubblica amministrazione e del suo rapporto con i cittadini. Siete arrivati non tardi, ma tardissimo! Non c'è più tempo utile, ed il provvedimento in esame diventa semplicemente un altro manifesto elettorale. Ma la campagna elettorale...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Ruta: è stato preciso nella sua esposizione!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vernetti. Ne ha facoltà.
GIANNI VERNETTI. Signor Presidente, il disegno di legge in esame, l'atto Camera n. 5864, intitolato «Semplificazione e riassetto normativo per l'anno 2005», è un provvedimento che avremmo voluto esaminare e discutere nel merito, offrendo un contributo propositivo, riformista e di governo, così come è nella nostra tradizione.
Peraltro, vorrei ricordare che, in questi anni, abbiamo sempre saputo calibrare il nostro ruolo di opposizione, offrendo contributi positivi nei casi in cui ritenevamo che provvedimenti come quello in esame avrebbero potuto potenzialmente migliorare il funzionamento della macchina amministrativa dello Stato, delle regioni e degli enti locali.
Purtroppo, però, questa maggioranza e questo Governo non ci pongono nelle condizioni di poter svolgere la nostra azione propositiva, costringendo anche noi riformisti, a causa della spada di Damocle della legge elettorale, ad assumere in Parlamento una posizione radicale. Riteniamo impensabile quanto sta accadendo...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Vernetti...
GIANNI VERNETTI. ... con il cambiamento delle regole del gioco...
PRESIDENTE. Il suo tempo è esaurito, onorevole Vernetti!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crisci. Ne ha facoltà.
NICOLA CRISCI. Signor Presidente, il disegno di legge in esame si occupa della semplificazione e del riassetto normativo per l'anno 2005. Il titolo è impegnativo, l'articolato risulta complesso, ma spesso è confuso. La forma non sempre risponde
all'obiettivo di dotarsi di norme certe, chiare e semplici da leggere e, soprattutto, da applicare.
Tuttavia, al di là del contenuto del provvedimento e della sua rispondenza logica e sistematica alle dichiarate finalità dello stesso, è del tutto evidente che la nostra ferma opposizione non è solamente di merito, ma fortemente legata all'impossibilità di proseguire la normale attività parlamentare in assenza del ritiro della proposta di riforma del sistema elettorale, che riteniamo inaccettabile, e direi addirittura irricevibile, a sette mesi dallo svolgimento delle elezioni.
Pertanto, signor Presidente, concludo il mio intervento invitandola ad adoperarsi per consentire al Parlamento di superare questa difficile situazione e di affrontare i veri problemi del paese. Si tratta, infatti, di un paese più povero, più incerto, più inquieto e più ingiusto, privo di una credibile politica economica e con i conti sempre più in rosso (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, come è ormai noto, dopo i numerosi interventi svolti su questo argomento, con la parte dell'articolo 1 che proponiamo di sopprimere attraverso gli identici emendamenti in esame si vogliono introdurre, al fine di determinare una nuova disciplina delle funzioni amministrative, nuovi criteri e principi direttivi.
Si tratta di cinque nuovi criteri che, probabilmente, determineranno la crescita a dismisura dei decreti attuativi. Attraverso il provvedimento in esame, infatti, potremmo avere una valanga di decreti legislativi! Vorrei ricordare che, nella legge di semplificazione per il 2001, già nell'ambito dei dieci criteri considerati prioritari dal Governo in carica, si erano verificate condizioni per dar vita - e sono ancora in parte in corso...
PRESIDENTE. Ecco: lasciamole in corso, così...
ERMINIO ANGELO QUARTIANI. - ... a quindici provvedimenti di carattere attuativo!
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Quartiani!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Raffaldini. Ne ha facoltà.
FRANCO RAFFALDINI. Signor Presidente, a proposito dell'attività di semplificazione normativa condotta dal Governo, vorrei portare un esempio concernente il comparto che seguo da vicino. Si tratta di dati diffusi in un convegno recentemente svoltosi a Torino.
Se si confrontano i tempi per l'approvazione dei progetti relativi alle grandi opere prima e dopo il varo della cosiddetta legge obiettivo, risulta che il primo dei tre stadi, la progettazione preliminare, richiede mediamente 347 giorni con la normativa ordinaria, mentre con la legge obiettivo richiede 671 giorni. Per il progetto definitivo sono necessari 642 giorni con la legge Merloni; con la legge obiettivo, ne servono 1072. Il progetto esecutivo, infine, richiede 486 giorni con la legge Merloni, contro i 545 della legge obiettivo. Si possono tirare le somme: si impiegano, con la legge obiettivo, per completare la progettazione, nei suoi tre stadi, 2.288 giorni, pari a 6 anni e 98 giorni. Questa è la semplificazione e la velocità del Governo (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. La ringrazio per l'informativa, onorevole Raffaldini!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paola Mariani. Ne ha facoltà.
PAOLA MARIANI. Signor Presidente, prima di entrare nello specifico e nell'analisi del provvedimento, svolgo una considerazione di carattere generale in merito all'andamento del processo di semplificazione
e di riassetto normativo. Ritengo, infatti, che vi sia un'evidente contraddizione - cui sarebbe necessario porre termine - tra l'approvazione annuale di leggi volte alla semplificazione dei procedimenti amministrativi e la delegificazione ed il crescente ricorso alla legislazione delegata, ben al di là di quanto effettivamente è divenuto necessario per l'esecutivo a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 360 del 1996, sulla non reiterabilità dei decreti-legge non convertiti.
È pertanto necessario affrontare in primis tale questione di fondo, anche al fine di evitare che le leggi di semplificazione annuali restino mere dichiarazioni di principio, senza alcuna ricaduta effettiva sull'ordinamento e sui rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione. A tale scopo, andrebbe sicuramente incentivata l'adozione dei testi unici, in luogo dei cosiddetti codici...
PRESIDENTE. Onorevole Paola Mariani, la ringrazio. Fermiamoci ai codici...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Motta. Ne ha facoltà.
CARMEN MOTTA. Signor Presidente, la legge di semplificazione, nota come legge Bassanini, poteva essere - e doveva essere - uno strumento importante per ridurre la burocrazia ed una pletora di norme spesso superate ed addirittura in contrasto tra loro. Bene, la legge di semplificazione, lo sanno anche i colleghi della maggioranza, non è ovviamente una legge che può risolversi in un solo atto, in una sola norma, in un solo provvedimento, ma è sicuramente un mezzo che avrebbe dovuto avere una sua coerenza e, quindi, favorire l'articolazione di un processo costante nel tempo. Ciò non è avvenuto, perché, ad esempio, di leggi di semplificazione ne è stata approvata da questa maggioranza soltanto una, mentre sappiamo che la scadenza avrebbe dovuto essere annuale. È un peccato, perché il Presidente Berlusconi aveva detto, in campagna elettorale, che avrebbe liberato il paese dai lacci e dai lacciuoli e, prima di tutto, appunto, da una burocrazia...
PRESIDENTE. La ringrazio per questa informativa, onorevole Motta!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Galeazzi. Ne ha facoltà.
RENATO GALEAZZI. Signor Presidente, questa legge dimostra uno dei fallimenti di questo Governo. Infatti, disponiamo di una classifica stilata da organismi internazionali che mostra come l'Italia si collochi in uno degli ultimi posti per quanto concerne la difficoltà di aprire una nuova impresa o società. Un paese che ha un estremo bisogno di sviluppo economico e di imprese si trova ad essere penalizzato dal peso della burocrazia. La burocrazia avrebbe dovuto essere un qualcosa per aiutare gli uomini; invece, è una scienza che li persegue, e direi che accanto al peso della burocrazia, le ditte e le imprese del nostro paese hanno un'altra grande difficoltà: la pressione fiscale.
Lei, signor Presidente, può confermare che la pressione fiscale, negli ultimi anni, non è diminuita in Italia. Essa è, a mio avviso, uno tra gli altri fattori che impediscono al paese di «volare alto». Quindi, ci troviamo in una situazione in cui, con un provvedimento complicato, ne aboliamo un altro... In realtà, siamo il paese delle 150 mila leggi ma, se ne variamo un'altra complicata, non facciamo che aumentare ancora il peso della burocrazia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Franci. Ne ha facoltà.
CLAUDIO FRANCI. Signor Presidente, vorrei motivare il nostro voto favorevole sugli identici emendamenti Boato 1.70 e Boccia 1.77, soppressivi del capoverso f-bis) del comma 1, lettera c), dell'articolo 1 del provvedimento in esame. Molti colleghi del centrosinistra intervenuti in precedenza ne hanno illustrato le ragioni e sulle stesse non mi soffermo.
Vorrei sottolineare tre questioni. In primo luogo, vorrei mettere in evidenza il ritardo con il quale questo provvedimento giunge rispetto agli orientamenti espressi
dalle cosiddette leggi Bassanini di semplificazione, che prevedevano di rivedere ogni anno tali aspetti normativi. Invece, a quattro anni di distanza, ci troviamo di fronte ad un atto come questo.
Alla base delle ragioni che ci spingono ad opporci a questo provvedimento vi sono i comportamenti del Governo tenuti in questi anni ed il modo in cui si è legiferato. Vorrei ricordare le leggi delega, che dovevano procedere ad una semplificazione, mentre hanno promosso decreti sopra decreti, creando ulteriore burocratizzazione e difficoltà nel rapporto tra pubblica amministrazione, imprese e cittadini. Potrei citare molti casi, a partire dalle norme in materia di agricoltura: in tale settore, anche in questi giorni, le crisi aziendali che investono il nostro paese stanno facendo i conti con norme confuse, ormai inapplicate da mesi.
L'altro principio in ordine al quale il Governo ha operato, oltre quello di liberare l'Italia da lacci e laccioli, è stato quello dell'innovazione. Vorrei cogliere l'occasione di questo intervento per dire che oggi in Parlamento ho depositato un'interrogazione riguardante l'attuazione del comma 205 della legge finanziaria per il 2005. In quel comma si prevedeva il finanziamento del progetto «PC ai giovani», in riferimento ai giovani «computerizzati», che si informatizzano. Anche quel provvedimento necessitava di un decreto attuativo: siamo ormai alla fine dell'anno ed i giovani sedicenni e le loro famiglie ancora aspettano di poter utilizzare tali tecnologie ed innovazioni.
Mi sembra che vi siano molti motivi che sostanziano le nostre critiche al comportamento del Governo in ordine a queste materie (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Comunisti italiani e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che sono esauriti i tempi per le dichiarazioni di voto a titolo personale. Pertanto, d'intesa con il Presidente della Camera, come già avvenuto, accordo 15 secondi di tempo a coloro che vogliano intervenire (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e della Lega Nord Federazione Padana - Commenti dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).
MARCO BOATO. È troppo 15 ...!
PRESIDENTE. Dovete sapere che l'avarizia è una qualità dei genovesi e io non voglio distinguermi...
MARCO BOATO. Non esageri!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zanotti. Ne ha facoltà.
Onorevole Zanotti, mi dispiace cominciare proprio da lei. Non è una mia decisione, io l'ho ampliata!
KATIA ZANOTTI. Signor Presidente, colgo l'occasione di questi 15 secondi per svolgere una considerazione molto generale.
Una voce dai banchi dei deputati del gruppo della Lega Nord Federazione Padana: Basta!
KATIA ZANOTTI. Vorrei solo dire che il Governo di centrosinistra aveva avviato un importante lavoro esattamente in tema di semplificazione.
Il Governo Berlusconi, al riguardo, sta segnando dei passaggi (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Zanotti. Il tempo è tiranno, io no.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Carli, con il mesto accento della Versilia... Ne ha facoltà.
CARLO CARLI. Signor Presidente, desidererei che mi dedicasse un po' di attenzione. Vorrei leggere il comma 8 dell'articolo 15 del provvedimento in esame. In esso si dice che «il DAGL assicura il
coordinamento delle amministrazioni in materia di AIR e di VIR. Il DAGL, su motivata richiesta»...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Carli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fluvi. Ne ha facoltà.
ALBERTO FLUVI. Signor Presidente, comincio a capire l'atteggiamento della maggioranza: da una parte, si rifiuta di partecipare alla discussione quando è in aula; dall'altra, molte volte non è nemmeno in aula, impedendo alla Camera di lavorare (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Verdi-l'Unione).
PRESIDENTE. La ringrazio per questa sua osservazione...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sedioli. Ne ha facoltà (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Verdi-l'Unione).
SAURO SEDIOLI. Signor Presidente, è vero: esiste un problema di semplificazione (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Verdi-l'Unione) ...
PRESIDENTE. Onorevole Sedioli, queste sono cose che io rispetto. Credo, però, che la goliardia sia finita per molti da tanti decenni!
Io ho un animo abbastanza scherzoso, qualche volta anche troppo: mi permetto pertanto di osservare che avete fatto un applauso all'intervento del collega Fluvi, che era ... splendido (Applausi). Tuttavia, ora la parola spetta per 15 secondi all'onorevole Sedioli, che non li ha ancora utilizzati (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Verdi-l'Unione)...
Onorevoli colleghi, voglio essere molto chiaro: a me non piace essere preso in giro!
GIORGIO PANATTONI. Neanche a noi!
PRESIDENTE. Voi state facendo ostruzionismo, ed è un vostro diritto; io chiedo però che siano rispettati i tempi, altrimenti sospendo la seduta (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, di Rifondazione comunista, Misto-Comunisti italiani e Misto-Verdi-l'Unione)!
LUIGI OLIVIERI. Sospendila!
PRESIDENTE. Ora basta! Se credete che sia facile presiedere la seduta in queste condizioni, vi sbagliate. Io non mi faccio prendere in giro da nessuno!
La prego, onorevole Sedioli...
CESARE CAMPA. Il tempo è scaduto!
SAURO SEDIOLI. Il problema - come dicevo - è avvertito particolarmente dai piccoli imprenditori, ormai più impegnati a passare il loro tempo negli uffici pubblici, piuttosto che nelle loro aziende. Questo provvedimento non affronta tale problema, ma taglia e lascia in campo dei mozziconi - magari, senza né capo né coda - che rendono ancora più complicata l'attuazione delle leggi.
Non ho il tempo, signor Presidente, ma vorrei fare una sintesi...
PRESIDENTE. Onorevole Sedioli, la sintesi è il silenzio (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).
Siccome i tempi per gli interventi a titolo personale sono esauriti, se continuate così, mi permetterò di negare quelli che facoltativamente il Presidente Casini mi ha consentito di concedere. Avete capito? Lo dico molto chiaramente (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)!
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Me lo sentivo...! Onorevole Giachetti, ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non ne dubitavo. Siccome ho il massimo rispetto delle sue affermazioni...
PRESIDENTE. Fa molto bene ad avere rispetto!
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, sto dicendo solo quello che penso. Ho rispetto della sua Presidenza.
ROBERTO GIACHETTI. Approfittando anche dell'arrivo in aula del Presidente Casini, mi permetto di sottoporre una questione al Presidente della Camera, perché, ai sensi degli articoli 82, 83 e seguenti del regolamento e in base alla ratio delle norme regolamentari, credo che vi sia una distinzione netta tra ciò che è facoltà del Presidente e ciò che il Presidente deve fare.
Non credo che lei, in questo senso, potrà citare precedenti. Lei può anche, in maniera restrittiva, ridurre a un secondo gli interventi a titolo personale di tutti noi, ma non credo - su questo le chiedo di essere confortato - che lei abbia il diritto di non consentire, ancorché per un secondo, un intervento a titolo personale, perché le norme regolamentari stabiliscono che lei può decidere qual è il tempo di intervento a titolo personale, ma non ha la facoltà di negare il diritto di intervenire, anche per un solo secondo.
Lo dico perché il Presidente Biondi - che ha la mia comprensione, ma il nostro atteggiamento non era diretto certamente nei suoi confronti, piuttosto a cercare di trovare dei rimedi, poiché abbiamo dichiarato un intento ostruzionistico - ha affermato che non avrebbe consentito gli interventi a titolo personale. Credo che la Presidenza non lo possa fare (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, lei pone una questione che sicuramente è meritevole di grande attenzione. Proprio per questo motivo, in ossequio a quanto lei ha affermato e per avere anche io dei chiarimenti, convocherò immediatamente o, al massimo, domani mattina, la Giunta per il regolamento, affinché tale organo possa dare lumi sul tema da lei sollevato.
Un conto è salvaguardare il diritto di parola di tutti e sempre, cosa che la Presidenza che mi onoro, non meritatamente, di aver ricoperto in questi quattro anni ha sempre salvaguardato: in tutte le circostanze, anche quando i tempi erano esauriti, interventi di merito su leggi importanti non sono mai stati negati. Altro conto è, in una fase dichiaratamente ostruzionistica, la necessità che la Presidenza, con la garanzia che deve assicurare all'opposizione, garantisca, nel contempo, anche la maggioranza. Infatti, i diritti da tutelare non sono solo della minoranza, ma anche della maggioranza.
Dunque, in tale ambito mi perdonerà se esprimo piena solidarietà alla scelta del Presidente Biondi di concedere un tempo limitato per gli interventi a titolo personale (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro). Si tratta di una situazione di disagio che nessuno di noi vorrebbe vivere come Presidente di Assemblea. I Presidenti di Assemblea cambiano; domani ve ne saranno altri che si troveranno nella stessa condizione di disagio. Nessuno ha piacere nell'accordare 15 secondi per intervenire, ma bisogna portare avanti i lavori parlamentari pure in presenza di un ostruzionismo legittimo, che tuttavia è tale, non altro.
MARCO BOATO. Ma c'è anche un colpo di mano istituzionale sulla legge elettorale! Questa è la ragione!
PRESIDENTE. Onorevole Boato, sul resto, evidentemente, non voglio entrare: sapete quali sono le motivazioni. Però, si tratta di una questione che credo il Presidente Biondi abbia affrontato nei termini giusti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tidei. Ne ha facoltà.
PIETRO TIDEI. Signor Presidente, questo Parlamento ormai è abituato a subire l'approvazione di provvedimenti che sono spesso l'esatto contrario di ciò che è scritto nel titolo. Lo abbiamo visto con le leggi ad personam<,fv;0>, fatte esclusivamente per salvaguardare interessi (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Tidei.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maurandi. Ne ha facoltà.
PIETRO MAURANDI. L'idea di sostituire una legge annuale con una legge ogni quattro anni a me pare geniale. Il Governo, anziché semplificare la burocrazia, che è un fatto difficile e complicato, ha deciso di semplificare la procedura di semplificazione (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Maurandi.
Constato l'assenza dell'onorevole Lusetti, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale: si intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piglionica. Ne ha facoltà.
DONATO PIGLIONICA. Signor Presidente, intervengo solo per lanciare la proposta di un sondaggio o di una specie di quiz: facciamo leggere questo articolo a cento italiani di cultura medio-alta e vediamo quanti indovinano che il titolo della legge è (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Piglionica.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gasperoni. Ne ha facoltà.
PIETRO GASPERONI. Signor Presidente, il relatore ha espresso parere contrario su tutti gli emendamenti mostrando, così, un atteggiamento di indisponibilità, di rifiuto totale al confronto. In questo modo state paralizzando il Parlamento. Abbandonate questo atteggiamento (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo)...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gasperoni.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Boato 1.70 e Boccia 1.77, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 427
Maggioranza 214
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 227).
Prendo atto che gli onorevoli Bottino e Bellini non sono riusciti a votare.
![]() |
![]() |
![]() |