Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 675 del 21/9/2005
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(Questioni di ordine pubblico connesse all'integrazione dei giovani islamici nel tessuto socio-culturale italiano - n. 3-05025)

PRESIDENTE. L'onorevole Di Luca ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-05025 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).

ALBERTO DI LUCA. Onorevole ministro, la cosiddetta scuola islamica di via Quaranta, a Milano, è stata chiusa perché operava in una condizione di obiettiva illegalità e, altresì, perché vi si impartivano insegnamenti diretti a contrastare qualsiasi integrazione dei ragazzi di religione musulmana nel tessuto socio-culturale di Milano e del nostro paese.
Tale motivata decisione ha dato luogo a forme di protesta inaccettabili, ed anche oggi, dinanzi al tragico incidente stradale che ha causato la morte di un bambino egiziano, assistiamo ad una sgradevole strumentalizzazione del doloroso evento per alzare ancor più il tono della polemica.
Dai recenti, drammatici eventi di Londra ci giunge un monito preciso: quegli attentati sono stati preparati da musulmani nati e cresciuti in Inghilterra. Ciò dimostra quanto sia pericoloso e sbagliato tollerare la formazione di comunità chiuse...

PRESIDENTE. Onorevole Di Luca...

ALBERTO DI LUCA. ...di cittadini extracomunitari, spesso ostili nei confronti dei valori politico-culturali del paese ospitante.


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PRESIDENTE. Il ministro dell'interno, onorevole Pisanu, ha facoltà di rispondere.

BEPPE PISANU, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevole interrogante, ho dichiarato altre volte che la società aperta deve rimanere chiusa, ferreamente chiusa ai violenti e gli intolleranti; voglio in questa occasione ringraziare il Parlamento per avere approvato in pochissimi giorni un provvedimento di legge che garantisce la tenuta di questa chiusura nel nostro paese, salvaguardando, però, ogni possibilità di dialogo e pacifica convivenza con l'Islam moderato.
Ho dianzi ricordato che il prefetto di Milano ed il provveditore agli studi hanno ampiamente chiarito come, nella scuola pubblica italiana e nei suoi programmi, vi sia ampio rispetto per la religione e la cultura dell'Islam. Nelle nostre scuole vi è posto, oggi, per gli alunni musulmani, come ve ne sarà, domani, nel mondo del lavoro, al quale essi potranno accedere con pienezza di diritti se saranno cresciuti nel rispetto delle nostre leggi.
Appena ieri, il Presidente Ciampi ha esortato gli studenti italiani a tendere la mano «ai giovani stranieri che vivono in mezzo a noi» ed ha aggiunto che la nostra scuola «contribuirà a renderli cittadini responsabili della Repubblica. Essi sono venuti per ricevere, ma anche per dare».
Ribadisco, però, che tale crescita e tale arricchimento reciproco debbono, tuttavia, avvenire nell'ambito dei nostri ordinamenti e dei nostri valori. Proprio per tale ragione, non sarà tollerata l'esistenza di scuole che risultino totalmente o parzialmente in contrasto con gli articoli 33 e 34 della nostra Carta costituzionale e con le leggi che ne garantiscono l'attuazione.
Assicuro, infine, la Camera dei deputati che il problema è seguito con la massima attenzione dalla collega Moratti e da me, nel più stretto coordinamento tra le nostre amministrazioni, a livello sia centrale sia periferico.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Luca ha facoltà di replicare.

ALBERTO DI LUCA. Ringrazio l'onorevole ministro per la risposta.
Lei sa, ministro, che noi di Forza Italia, ed io personalmente, apprezziamo la sua politica, per così dire, delle due mani: accogliere gli stranieri regolari - che, quindi, hanno un lavoro ed una casa - ed essere, invece, fermi ed intransigenti con quanti entrino clandestinamente nel nostro paese o non vogliano rispettare le nostre leggi.
Mi fa piacere che anche il Presidente della Repubblica Ciampi, ieri, abbia lanciato un messaggio in tal senso, affermando che dobbiamo tendere la mano ai giovani stranieri. Certo, è giusto che sia così, come ancor più giusto è quanto lei ha testè affermato, vale a dire che non sarà tollerata l'esistenza di scuole che risultino in contrasto con le nostre leggi e la nostra Costituzione.
Io, signor ministro, nutro una sola piccola paura: non vorrei che, in nome di un finto solidarismo, corressimo il rischio di ospitare persone alle quali si tollera o si perdona più di quanto sia giusto tollerare o perdonare ai nostri concittadini italiani. Pertanto, ancora una volta, ben venga la politica «delle due mani»: massima apertura a chi entra nel nostro paese da regolare, ma le chiediamo un maggiore vigore sia nel bloccare l'ingresso di clandestini, sia nel chiedere a chiunque il rispetto assoluto di tutte le nostre leggi (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia)!

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