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E)
il dottor Marcello Lucchese, responsabile del centro multidisciplinare per la chirurgia dell'obesità grave del policlinico di Firenze e presidente della Associazione italiana obesità, ha rilasciato dichiarazioni impressionanti circa particolari risvolti di questa condizione, o patologia, che ormai interessa un italiano su dieci;
l'obesità - è bene ricordarlo - cresce al ritmo dell'8 per cento l'anno e meno del 50 per cento degli anziani si trovano in condizioni di normalità di peso, solo il 38 per cento degli uomini ed il 44 per cento delle donne, mentre è addirittura devastante fra i bambini;
l'obesità non è soltanto una condizione che si associa con patologie gravi, come le cardiopatie, il diabete, alcune neoplasie e osteoartrite (e dunque in una più ridotta aspettativa di vita), ma crea particolarissimi problemi anche dal punto di vista della cura, atteso che molte apparecchiature mediche predisposte per la salvaguardia della salute per gli obesi sono impraticabili o difficilmente praticabili;
molti macchinari che consentono diagnosi precoci di malattie tumorali o cardiovascolari o cerebrali, tramite operazioni basate sulla tomografia assiale computerizzata (tac) o sulla risonanza magnetica, sono inaccessibili agli obesi gravi, così come i lettini ospedalieri delle sale di radiologia e di chirurgia;
le preoccupazioni manifestate dal dottor Marcello Lucchese (si veda Libero di giovedì 26 maggio 2005) sono oltre tutto destinate ad accrescersi proprio in ragione del forte aumento dell'obesità, vera e propria malattia sociale -:
quali iniziative intenda assumere per tentare di contenere l'aumento dell'obesità, anche attraverso azioni sinergiche con altri dicasteri e, in particolare, con il Ministro dell'istruzione, dell'università e ella ricerca, atteso lo sviluppo della patologia nell'età infantile a causa di pessime abitudini alimentari;
quali problemi siano effettivamente stati segnalati circa il problema molto serio dell'inaccessibilità, da parte degli obesi gravi, di molte apparecchiature sanitarie e persino dei lettini della radiologia e delle sale chirurgiche, come denunciato dal presidente dell'Associazione italiana obesità.
(3-04821)