Allegato B
Seduta n. 670 del 14/9/2005


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DIFESA

Interrogazione a risposta orale:

CARLI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
si apprende dagli organi di stampa del 13 settembre 2005 (quotidiano Il Tirreno, pagina IV, cronaca Versilia, quotidiano La Nazione, pagina IX, cronaca della Versilia) che alla annuale manifestazione in suffragio delle vittime dell'atroce attentato al World Trade Center di New York dell'11 settembre 2001 e di tutte le vittime del terrorismo internazionale che si è svolta domenica 11 settembre 2005 a Massaciuccoli nel comune di Massarosa (Lucca) e organizzata dallo stesso comune, il picchetto d'onore era composto da guardie appartenenti all'Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon;
detto Istituto è un Ente morale sotto la vigilanza del ministero della difesa e conta attualmente oltre 5.000 soci, in Italia e all'estero;
il picchetto di dette guardie è stato preferito al tradizionale picchetto militare dell'Esercito della Repubblica italiana;
pur apprezzando lo spirito di solidarietà da parte di detto Istituto in ricordo delle vittime dell'attentato terroristico, che ha colpito tragicamente un paese amico dell'Italia repubblicana, gli Stati Uniti d'America, è discutibile secondo l'interrogante l'opportunità di invitare un ente che si rifà all'Italia monarchica dato che l'11 novembre 1941, quattro giorni dopo l'attacco del Giappone (alleato dell'Italia monarchica) a Pearl Harbour, l'Italia dichiarò guerra agli Stati Uniti;
ad avviso dell'interrogante, appare discutibile l'opportunità che un ente locale dello Stato repubblicano faccia ricorso in occasioni tanto solenni ad un istituto di chiara ispirazione monarchica, fatto salvo ovviamente il diritto di tutti di professare i propri convincimenti e le proprie idee;
le scelte sbagliate della Monarchia italiana che consentì l'ascesa al potere del fascismo e avallò la scellerata politica fascista, costarono al nostro Paese, agli Stati Uniti e al mondo intero gravi lutti e numerose tragedie -:
se il Ministro intenda accertarsi se le funzioni svolte da tale istituto in occasione della manifestazione di cui alle premesse siano confacenti alle finalità dell'istituto che è sotto la sorveglianza del ministero della difesa e se la manifestazione abbia comportato oneri finanziari a carico dello Stato.
(3-05018)

Interrogazione a risposta immediata in Commissione:
IV Commissione:

PISA, RUZZANTE, PINOTTI, ANGIONI, LUMIA, DE BRASI, LUONGO e ROTUNDO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
personale militare in servizio attivo conduttore di alloggio demaniale che è stato inviato in missione militare all'estero, in ragione dell'indennità di missione percepita per tale attività ha superato nell'anno 2004 la soglia di reddito fissata con decreto ministeriale e ha ricevuto la comunicazione di rilascio forzoso dell'alloggio assegnato;
gli effetti di tale situazione sono decisamente paradossali in quanto l'incremento reddituale è da ritenersi del tutto occasionale e collegato ad una contingenza dove è corrisposto in ragione della particolare situazione di rischio a cui il personale viene esposto quando partecipa a missioni militari armate fuori area ed ancor più segnatamente per le missioni svolte in territorio iracheno;
la mancata continuità nella conduzione dell'alloggio demaniale comporta un danno morale e materiale che coinvolge l'intero nucleo familiare del militare ed è


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di gran lunga superiore al beneficio economico derivato dalla percezione dell'indennità di missione per il periodo trascorso all'estero;
sarebbe veramente abnorme se un militare chiamato a partecipare ad una missione fuori area fosse costretto a scegliere sulla base degli effetti negativi che tale attività può avere nella sua vita familiare -:
quali iniziative ritenga di adottare il ministro interrogato per far sì che modesti ed occasionali scostamenti dal tetto di reddito non divengano causa di rilascio forzoso dell'alloggio demaniale assegnato.
(5-04721)

Interrogazione a risposta in Commissione:

PISA, RUZZANTE e DEIANA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
come noto, in base all'articolo 98, 3o comma della Costituzione, possono essere introdotte con legge limitazioni al diritto d'iscriversi ai partiti politici per i magistrati, i militari di carriera in servizio attivo, i funzionari e agenti di polizia, i rappresentanti diplomatici e consolati all'estero;
il Parlamento, dopo una approfondita discussione in sede dei lavori preparatori della legge n. 382 del 1978, (Norme di principio sulla disciplina militare), ritenne di non avvalersi della facoltà di stabilire limitazioni al diritto di iscrizione ai partiti politici per i militari in servizio attivo;
successivamente vennero emanate dal governo mediante decreti-legge norme urgenti in materia, ma queste decaddero per la loro mancata conversione in legge;
il diritto in questione quindi, allo stato attuale, è perfettamente esercitabile, fermi restando, a norma della citata legge n. 382 del 1978, il divieto di partecipare a riunioni o manifestazioni di partiti, associazioni e organizzazioni politiche, nonché di svolgere propaganda a favore o contro partiti, associazioni o organizzazioni politiche o candidati a elezioni politiche o amministrative ai militari durante i attività di servizio, in luoghi militari o in uniforme;
tale quadro non appare discutibile e su questa linea correttamente si esprimevano il Ministero dell'intero, interpellato dal Sindacato di Polizia e successivamente il Comando Generale della Guardia di Finanza;
a giudizio degli interroganti, appare del tutto incongrua, oltrechè contraria alla legge, la risposta del Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri alla delibera n. 193 del Cobar del Comando Regione Emilia Romagna datata 7 ottobre 2004 nella quale viene inopinatamente espresso come «si ritiene che l'ordinamento giuridico vigente non autorizzi l'iscrizione del personale delle Forze Annate ai partiti politici» -:
come il Ministro rettificare le affermazioni del Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri.
(5-04728)

Interrogazione a risposta scritta:

BULGARELLI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato da il Giornale di Sardegna dell'8 settembre 2005 «al fine di incrementare le capacità operative ed addestrative del poligono» che comprende le aree di Quirra, Perdasdefogu e capo San Lorenzo verrà costruito un aeroporto;
la richiesta di autorizzazioni, firmata dal colonnello Giovanni Badino è stata presentata al Comitato paritetico per le servitù militari e ai sindaci di Villaputzu e Villagrande Strisaili, due dei comuni nel cui territorio ricade il territorio usato dagli eserciti italiani e stranieri per l'addestramento e dalle industrie belliche per collaudare armi sempre più potenti ed efficaci. Il Comitato ha per ora sospeso l'esame del progetto, come hanno fatto i


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due sindaci Gianfranco Piu (Villaputzu) e Gabriele Basoccu (Villagrande): tutti attendono dall'Aeronautica dati più precisi, in quanto - secondo il Comitato e i primi cittadini - per ora le carte militari non darebbero un chiaro ed esauriente quadro di come dovrebbe essere l'infrastruttura e di quale impatto avrà sull'ambiente, di certo, a giudicare dalle dimensioni, non sarà irrilevante;
dal progetto elaborato dall'Ottavo reparto genio campale di Ciampino emergono, infatti, fin d'ora alcuni punti molto precisi. Tecnicamente è una «striscia tattica polifunzionale»: si tratta di una pista di atterraggio lunga, si legge nei documenti, un chilometro e mezzo. Da quanto mostrato dalle foto satellitari i lavori per un aeroporto dentro il poligono sono già stati avviati, anche se in posizione diversa rispetto alle mappe allegate alle carte;
«Il Comando del poligono sperimentale interforze del salto di Quirra - si legge nel documento firmato dal colonnello Badino - ha manifestato l'esigenza di realizzare in tempi rapidi una striscia tattica polifunzionale al fine di incrementare le capacità operative ed addestrative del poligono stesso. La nuova infrastruttura consentirebbe la prova e la sperimentazione dei velivoli teleguidati UAV»: si tratta di aerei senza pilota, comandati a distanza, usati per lo spionaggio ma in grado di svolgere le funzioni di bombardiere leggero per attacchi contro obiettivi nemici». L'Aeronautica militare spiega che oggi Quirra è in difficoltà perché «la presenza contemporanea di un numero di elicotteri pari a 5 o 6 unità satura, al momento attuale, le capacità recettive del poligono». Serve l'aeroporto, dunque, per due ulteriori ragioni: la prima è che il poligono è «frequentemente utilizzato da elicotteri da trasporto tattico con armamento a bordo», la seconda è che 1.500 metri di lunghezza consentono l'atterraggio dei seguenti aerei militari: Hercules C130 (trasporto truppe e mezzi), Amx (caccia) e A10, velivoli da attacco al suolo in grado di sparare proiettili anticarro all'uranio impoverito -:
se non si ritenga inopportuno intensificare l'attività di un poligono di tiro fortemente già ora contestata dalla società civile e dalle istituzioni locali;
se corrisponda al vero che nel poligono si troverebbero anche aerei con munizionamenti ad uranio impoverito;
se non si reputi opportuno soprassedere da tale decisione visto e considerato che i problemi di salute ed economici causati dal poligono alla parte di popolazione che vive nelle aree limitrofe alla base, sono lungi dall'essere chiariti e risolti.
(4-16541)