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Signor Presidente, per coloro che tengono a questa Organizzazione, di alzarsi in piedi e dire è ora di finirla» (cfr. Agenzia Apcom 26 luglio 2005 alle ore 22,16);
è nota la forte polemica internazionale, con le inevitabili tensioni diplomatiche, derivante dalle forti e, a giudizio dell'interrogante, condivisibili dichiarazioni rese dall'Ambasciatore italiano presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite dottor Marcello Spatafora;
l'intervento del rappresentante italiano è stato definito «durissimo ed esplosivo» nella parte in cui ha ipotizzato un comportamento «non morale» dei paesi del cosiddetto G4 (Germania, Brasile, India e Giappone) finalizzato ad ottenere consensi sulla loro proposta di riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite;
in particolare, secondo le agenzie di stampa il dottor Marcello Spatafora ha dichiarato testualmente: «Signor Presidente, con il termine questione etica relativa alla riforma del Consiglio di Sicurezza, mi riferisco al fatto che i G4 sono ricorsi a leve finanziarie e pressioni finanziarie al fine di indurre un governo ad allinearsi o non allinearsi a una certa posizione, o di appoggiare o votare in favore di una certa bozza. Noi tutti sappiamo in questa Assemblea che cosa sta succedendo in certe capitali, in alcune capitali. Con la minaccia, ad esempio, di tagliare aiuti finanziari, o fermare lo svolgimento di certi progetti. Ora è tempo,
tutti i commentatori hanno ritenuto di dover individuare nella Germania e nel Giappone i Paesi accusati dall'ambasciatore italiano;
imbarazzo e sconcerto hanno seguito le parole dell'Ambasciatore dottor Spatafora -:
se il Governo abbia condiviso ed anzi concordato con l'Ambasciatore dottor Marcello Spatafora la pesante ma precisa e circostanziata denuncia resa pubblica nell'aula dell'Assemblea Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite;
se il Governo intenda insistere per l'avvio di una Commissione d'Inchiesta sul comportamento dei Paesi del cosiddetto «G4» in relazione alle accuse documentate dal nostro Ambasciatore;
quali prospettive offra, concretamente, il progetto alternativo di riforma dell'ONU illustrato all'Assemblea Generale dall'Ambasciatore del Canada a nome della coalizione «United for Consensus» che prevede l'elezione di dieci nuovi membri non permanenti, da insediare con mandato biennale e con la possibilità di rielezione.
(5-04679)