Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 660 del 21/7/2005
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(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 5952)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucchese. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del gruppo dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro sul provvedimento in esame e chiedo l'autorizzazione alla pubblicazione del testo della mia dichiarazione di voto in calce al resoconto della seduta odierna.

PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, dichiaro il voto contrario del gruppo della Margherita su un provvedimento che è stato presentato dal ministro della salute con grande enfasi, ma che sta già dimostrando notevoli limiti. Infatti, il decreto-legge in esame è stato annunciato come un intervento serio per ridurre il costo dei medicinali da banco, a totale carico dei cittadini. Il ministro, per rimarcare tale aspetto, in sede di replica al termine della discussione sulle linee generali, ha quasi accusato l'opposizione di voler sottovalutare tale iniziativa sociale. Egli ha parlato di un posizione quasi snobista dell'opposizione di fronte alla possibilità di ridurre il prezzo dei farmaci, che incidono soprattutto sui bilanci delle famiglie meno agiate.
No, signor ministro! Sappiamo che, dinanzi alla crisi economica che vive il nostro paese, le famiglie sono giunte a tagliare anche le spese per i farmaci necessari per curare patologie minori. Noi non sottovalutiamo l'importanza sociale della riduzione del prezzo dei medicinali, però non possiamo accettare un decreto-legge che non coglie i risultati annunciati. La scelta del Governo, infatti, rappresenta una scorciatoia; porre uno sconto fino al 20 per cento è una scorciatoia che sta dimostrando già tanti limiti.
Infatti, ci sono regioni, signor ministro - lei dovrebbe saperlo -, che non stanno praticando lo sconto previsto dal decreto-legge in esame. Faccio riferimento alla mia regione, la Sicilia, che con il governo di centrodestra è stata la prima regione ad introdurre il ticket sulle medicine e sui


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ricoveri di pronto soccorso. Oggi, questo stesso governo di centrodestra non assume nessuna iniziativa per rendere operativo un decreto adottato da un Governo della stessa colorazione politica.
Quindi, vi sono regioni che non praticano lo sconto e, laddove questo viene praticato, ci troviamo di fronte a situazioni paradossali. Lo stesso farmaco, in una farmacia viene venduto ad un determinato prezzo, mentre in una farmacia di un quartiere vicino viene venduto ad un prezzo diverso, più basso o più alto. Si verifica, così, un fatto molto importante, per noi negativo, signor ministro: la non uniformità sul territorio nazionale del prezzo del farmaco. Per noi, questo tema rientra nel diritto costituzionale alla salute.
Non ci siamo però limitati alla critica. Proprio la delicatezza del settore ci ha indotto ad avanzare alcune proposte, che sono state respinte anche se avevano l'ambizione di produrre alcuni cambiamenti strutturali.
Abbiamo chiesto di ridefinire il prezzo di questi farmaci ed una equiparazione con i prezzi vigenti in Europa. Abbiamo verificato che in Italia tali farmaci costano molto di più che negli altri paesi dell'Unione europea. Abbiamo quindi chiesto di allineare i prezzi applicati in Italia con quelli registrati nei principali paesi europei.
Non volendo inseguire la demagogia, abbiamo chiesto (in attesa della definizione dei nuovi metodi relativi ai prezzi) di ridurre del 10 per cento i prezzi di tutti medicinali di fascia C. Quindi, signor ministro, non vi è alcuna sottovalutazione da parte nostra dell'importanza di ridurre le spese per i nostri cittadini.
Ma non ci siamo limitati ad avanzare proposte relative ai farmaci delle fasce C e C-bis. Abbiamo presentato anche alcune proposte emendative volte a ridurre la spesa farmaceutica a carico del Servizio sanitario nazionale. Certo, si tratta di interventi non semplici: lo sappiamo. Quindi, abbiamo anche ipotizzato una gradualità nell'applicazione di tali misure.
Abbiamo cercato di suggerire alcune proposte per favorire un maggiore ricorso ai farmaci generici. Abbiamo tentato non di ridurre la professionalità del medico, ma di qualificarla, di moralizzarla. Abbiamo chiesto che nelle prescrizioni tramite ricetta venisse indicato il principio attivo e non il nome commerciale; questo, chiaramente, per evitare le distorsioni presenti in tale settore. Abbiamo poi segnalato la necessità di applicare una norma presente nella legge finanziaria, relativa alle confezioni ottimali per la fase iniziale delle terapie. Su questo aspetto siamo stati inascoltati.
Concludo, signor Presidente, ricordando che il ministro ha esordito nel suo incarico, quasi a voler segnare una discontinuità con il suo predecessore, avanzando delle proposte, che noi abbiamo considerato ad effetto, propagandistiche. Ha parlato della necessità di intervenire sulle liste d'attesa ed ha promosso un intervento dei NAS. Si è trattato di un intervento episodico, di cui non abbiamo visto i risultati: il problema delle liste è rimasto. Non ci sono neanche le maggiori risorse, che il ministro Storace avrebbe dovuto già prevedere nella predisposizione del Documento di programmazione economico-finanziaria. Un documento povero anche per la parte relativa agli interventi sociali e sanitari.
Il ministro Storace si è presentato parlando di nuovo della sperimentazione Di Bella; a questo riguardo, noi non abbiamo motivo per avere pregiudizi. Aspettiamo ancora una volta i risultati, anche perché non è nostra intenzione creare forti aspettative in un mondo di grande sofferenza quale è quello degli ammalati oncologici. Vogliamo, però, ribadire l'appello fatto dai medici oncologi italiani e, quindi, le segnaliamo, ministro Storace, la necessità di intraprendere iniziative per l'accesso immediato di tutti i pazienti alle cure con antitumorali innovativi.
Da ultimo, il ministro Storace ha voluto fare propaganda sulla riduzione della spesa farmaceutica. Questo intervento presenta limiti chiari e netti. Il provvedimento


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predisposto dal Governo rischia, infatti, di creare discriminazioni tra cittadini di diverse regioni e di diverse città.
Vi è anche preoccupazione per la fine del prezzo unico, ed affermare ciò non significa essere contro la diminuzione del prezzo del farmaco a totale carico del cittadino. Noi avevamo fatto le nostre proposte alternative, e voi le avete respinte. Si trattava di proposte per interventi strutturali, in grado di incidere, sulla base di un piano organico, sulla riduzione della spesa farmaceutica, pubblica e privata, ma, purtroppo, è mancato il coraggio del Governo.
Tutte queste motivazioni sono alla base del voto contrario che noi della Margherita, DL-L'Ulivo, esprimeremo sul provvedimento in esame. Il nostro è un voto contrario molto critico e, proprio per tale motivo, invitiamo il Governo a fare meno propaganda e più fatti concreti (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ercole. Ne ha facoltà.

CESARE ERCOLE. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del gruppo della Lega Nord Federazione Padana su questo provvedimento e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (Applausi).

PRESIDENTE. Onorevole Ercole, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Valpiana. Ne ha facoltà.

TIZIANA VALPIANA. Signor Presidente, utilizzerò pochi minuti per manifestare tutte le nostre perplessità, che peraltro abbiamo già evidenziato ampiamente sia durante la discussione sulle linee generali sia nel corso dell'esame delle proposte emendative.
Del provvedimento in esame non condividiamo la parte in cui si prevede la possibilità per le farmacie, pubbliche e private, di applicare ai farmaci, quelli senza obbligo di prescrizione medica e quelli di automedicazione, uno sconto fino al 20 per cento sul prezzo massimo stabilito dall'azienda produttrice. Condividiamo, invece, quella parte del provvedimento in cui si obbliga il farmacista, al quale sia presentata una ricetta medica che contenga la prescrizione di un farmaco di fascia C, ad informare il cliente della presenza in commercio di medicinali equivalenti ma più economici, sempre che sulla ricetta non risulti l'apposizione da parte del medico della non sostituibilità del farmaco, nei casi previsti con riferimento alla patologia per la quale si prescrive il farmaco stesso.
Siamo assolutamente favorevoli a qualsiasi forma di contenimento della spesa dei farmaci, sia quando questi sono a carico delle famiglie sia quando sono a carico del Servizio sanitario nazionale. Operare un tentativo in questa direzione lo riteniamo non solo opportuno, ma anche dovuto. Riteniamo, altresì, che le modalità con le quali si persegue tale fine attraverso questo decreto-legge siano assolutamente sbagliate. Noi crediamo, infatti, che prevedere l'applicazione di sconti non omogenei su tutto il territorio nazionale avrà degli effetti perversi ed esattamente contrari a quelli che si sarebbero voluti ottenere.
Non comprendiamo, se non per il tentativo di utilizzare questo provvedimento a fini propagandistici, che cosa abbia spinto il Ministero della salute ad adottare una politica di sconti a carico soltanto delle farmacie, non obbligatorio ed opzionale in ordine alla sua identità, e perché non abbia invece pensato ad un'opera di riduzione generalizzata, diffusa ed ordinata, spalmata sui vari livelli della distribuzione, dei prezzi dei farmaci. Previsione, questa, che noi avevamo fatta nostra presentando alcuni emendamenti con i quali chiedevamo uno sconto spalmato tra imprese produttrici, distributrici e farmacie.


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L'applicazione degli sconti rimessa alla libertà e all'autonomia delle singole farmacie comporterà, a nostro avviso, degli effetti gravissimi sul mercato farmaceutico. Da una parte, si produrranno discriminazioni tra i cittadini, poiché soltanto alcuni potranno godere degli sconti; dall'altra, cosa che consideriamo ancora più seria, si ingenererà nella società civile il convincimento che i farmaci possano essere regolati dal mercato secondo gli stessi principi di concorrenza validi per i prodotti di consumo.
Riteniamo, infatti, che i cittadini potranno avere vantaggi o svantaggi da questi sconti opzionali a seconda che risiedano o meno nei pressi di farmacie che applicano le riduzioni. In altre parole, prevediamo svantaggi economici per tutti coloro che non saranno in grado di «rincorrere» la farmacia più vantaggiosa, primi fra tutti coloro che hanno problemi legati alla mobilità, come gli anziani ed i disabili, verso i quali l'attenzione al prezzo dei farmaci dovrebbe essere maggiore.
Pensiamo, inoltre, al caso delle farmacie rurali, già notoriamente in difficoltà, le quali saranno impossibilitate, nella gran parte, ad applicare gli sconti. Evidentemente, ciò causerà, a danno dei cittadini che abitano in zone rurali, di montagna o disagiate, uno svantaggio ancora più grave di quello economico, perché sarà completamente compromesso il necessario rapporto di fiducia tra farmacia ed assistito.
Peraltro, attraverso lo sconto opzionale, verranno in qualche modo discriminate alcune malattie rispetto ad altre. È evidente, infatti, che i farmacisti potranno praticare sconti più alti sui medicinali acquistati in quantità maggiori (quali quelli che curano malattie più frequenti e spesso meno gravi).
In conclusione, riteniamo che l'unicità del prezzo dei farmaci su tutto il territorio nazionale, principio che il decreto-legge in esame andrà a sgretolare, avrebbe garantito una maggiore eguaglianza tra i cittadini ed avrebbe maggiormente tutelato la loro salute, e che il prezzo differenziato creerà, al contrario, pesanti differenze ed iniquità.
Circa gli effetti che il provvedimento in esame potrà produrre, ritengo del tutto inopportuno l'approccio commerciale sottostante. Esso porterà i cittadini a considerare il farmaco un prodotto come tutti gli altri e ad acquistare e consumare più farmaci perché più convenienti: logica che consideriamo del tutto aberrante e del tutto distorcente, a fronte di quel percorso di educazione alla salute che in tutti questi anni si era cercato di sviluppare.
Ancora una volta, verranno utilizzati i farmaci più scontati perché più pubblicizzati e più facili da reperire. Si avrà, quindi, una babele di prezzi che condurrà ad una logica concorrenziale ed autorizzerà comportamenti consumistici, che mal si conciliano con il settore dei farmaci, con il reale rischio di costringere i farmacisti a dedicare più tempo alla discussione dei prezzi applicati che a fornire all'assistito un consiglio di tipo professionale (opera che è, in realtà, il cuore del lavoro del farmacista).
Siamo convinti che le scelte operate con il decreto-legge in esame condurranno ad un deterioramento ...

PRESIDENTE. Onorevole Valpiana ...

TIZIANA VALPIANA. ... della concezione stessa del farmaco da parte della popolazione e ad una concezione consumistica che sarebbe, invece, da combattere e disincentivare. Infatti, l'obiettivo primario della salute del cittadino dovrebbe essere perseguito con attenzione agli aspetti commerciali ma, ancor prima, con la dovuta attenzione alla qualità del servizio ed alla professionalità offerti.
Per tutte queste ragioni, ed anche per quelle riguardanti l'articolo aggiuntivo in materia di intra moenia, il voto contrario dei deputati di Rifondazione comunista è scontato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castellani. Ne ha facoltà.


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CARLA CASTELLANI. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale su un provvedimento che si occupa del costo dei farmaci a totale carico dei cittadini e segna il primo passo di una strategia più complessa, che dovrà vedere la filiera del prezzo dei farmaci trovare un punto di incontro affinché il prezzo dei farmaci nel nostro paese si adegui il più possibile a quello dei paesi europei.
Onorevoli colleghi, al Senato il provvedimento in esame ha incontrato una sostanziale condivisione da parte dei gruppi dell'opposizione, alcuni dei quali si sono astenuti.
Anche in questo ramo del Parlamento, il provvedimento in oggetto trova una sostanziale sottile condivisione, visto che i colleghi dell'opposizione sono presenti in aula e mantengono il numero legale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maura Cossutta. Ne ha facoltà.

MAURA COSSUTTA. Signor Presidente, noi Comunisti italiani, come il resto dell'opposizione, esprimeremo un voto contrario sul provvedimento in esame.
Signor ministro, onorevoli colleghi, in Commissione abbiamo appena concluso la discussione sul DPEF. Ebbene, tale documento è semplicemente l'epilogo della politica fallimentare di questo Governo, tanto aggressiva quanto fallimentare, che non ha prodotto sviluppo economico. Siamo giunti ad un drammatico declino e i dati economici sono paragonabili addirittura a quelli del secondo dopoguerra. Non c'è stato sviluppo e c'è un declino spaventoso dei livelli di sicurezza e di coesione sociale. Ma non è previsto nulla, ministro Storace, in tema di sanità.
Ci accingiamo a votare un provvedimento che possiede i requisiti dell'urgenza, ma, contemporaneamente, il Documento di programmazione economico-finanziaria non contiene alcuna indicazione sulla politica sanitaria del prossimo anno. E vi dovrebbe essere l'urgenza, perché abbiamo solo un anno di tempo o, almeno, voi dovreste avere un anno di tempo per dimostrare ai cittadini ciò che avete promesso! In realtà, sapete partorire semplicemente questo «decreto-burla», che è propaganda sulla cosiddetta spesa farmaceutica. Sappiamo che, in questi anni, la spesa a carico dei cittadini è pesantemente aumentata per i farmaci, ma anche per i servizi, ed i cittadini sono costretti pagare di tasca loro, semplicemente perché sta continuando lo smantellamento della sanità pubblica. Credo, quindi, che questa sia la vera urgenza delle politiche sanitarie.
Avete introdotto i ticket - ed il ministro Storace ne è a conoscenza -, avete proceduto alla privatizzazione della sanità (persino nel Lazio stavate per svendere il patrimonio immobiliare dei maggiori ospedali della capitale) ed avete proceduto allo smantellamento strisciante della riforma sanitaria del centrosinistra, destrutturando anche il rapporto tra modello istituzionale e modello organizzativo con la controriforma della Costituzione e della devolution. Ora, che cosa partorite? Un provvedimento sul cosiddetto aiuto alle famiglie sul costo dei farmaci. Di ben altro ci sarebbe bisogno! Ben altre sono le urgenze!
Innanzitutto, le regioni virtuose hanno lavorato ed hanno presentato alcune proposte. Ma voi non affrontate uno degli aspetti più negativi del sistema, ossia lo sforamento della spesa farmaceutica, il suo tendenziale aumento a carico dei cittadini, un intreccio di politiche economiche, sanitarie, di organizzazione del mondo del lavoro. Tutto questo non lo affrontate! Non affrontate una questione basilare, che non è quella di applicare lo sconto sui farmaci di fascia C senza la prescrizione. Non affrontate il problema di inseriere in fascia A i farmaci essenziali per la cura delle malattie! Questo chiedono i cittadini per risparmiare effettivamente rispetto alla garanzia del diritto di salute.
Voi partorite un cosiddetto provvedimento di urgenza, un decreto-legge per un possibile sconto non uguale su tutto il territorio nazionale (quindi, aumentano le


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disparità territoriali tra nord e sud, tra città e campagna, tra piccole e grandi farmacie). Si tratta di un «provvedimento beffa», un «provvedimento vergogna», che non affronta i problemi straordinari ed urgenti del nostro Servizio sanitario nazionale, vale a dire quelli che abbiamo indicato.
La relatrice per la maggioranza sul Documento di programmazione economico-finanziaria e la documentazione degli uffici della Camera ci dicono che, per quanto riguarda la sanità, nel documento non vi sono indicazione in ordine alla copertura dei contratti. Non lo dice l'opposizione, ma la documentazione degli uffici e persino la relatrice per la maggioranza sul Documento di programmazione economico-finanziaria in Commissione affari sociali! E la stessa relatrice, nonostante non vi sia una parola sugli investimenti, quindi sull'aumento delle risorse in conto capitale, ad esempio per il sud, né sul fondo per la non autosufficienza, ha espresso un parere positivo.
E lei, ministro, come primo atto del suo ministero, viene qui a proporci un provvedimento d'urgenza, un decreto-legge, su una questione che lei affronta in modo assolutamente inefficace e per propaganda.
Credo che questa responsabilità ve la dovrete assumere tutta e che i cittadini siano maturi e consapevoli per giudicarvi, anche su questo decreto-legge (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Comunisti italiani e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Labate. Ne ha facoltà.

GRAZIA LABATE. Signor Presidente, avevamo sperato che il ministro Storace avesse la sensibilità di raccogliere l'opera che l'opposizione ha svolto su questo decreto-legge. Con buona pace del collega Massidda, siamo qui a garantire il numero legale (altro che ostruzionismo!), perché, ad iniziare dal merito degli articoli di questo decreto-legge, ci siamo sforzati (ministro Storace, lei deve darcene atto, altrimenti non vale averci chiesto di trasformare le questioni di merito in ordini del giorno) di migliorare il provvedimento per andare nella direzione per cui, anche agendo sui farmaci di fascia C o su quelli da banco (che - hanno ragione la collega Cossutta e tutti i colleghi dell'opposizione intervenuti - non erano il tema principale), considerato che in questo paese l'inflazione ha impoverito i bilanci delle famiglie, i cittadini italiani potessero avere dei risparmi.
Invito il ministro Storace e il sottosegretario Cursi, però, a non indicare numeri arbitrari: si è addirittura parlato di 100 euro di risparmio l'anno. Me lo vorrei augurare, ma così non sarà!
La verità è che invece siete stati sordi. Tutti gli inviti ad entrare nel merito avevano un solo denominatore comune: il decreto era blindato, bisognava approvarlo così com'era. È per questo che vi abbiamo detto che avete adottato un decreto-legge di propaganda. Otto provvedimenti di legge (e questo è il nono) in quattro anni hanno tagliato, direttamente e indirettamente, la spesa, il ricavo delle industrie, hanno scaricato sulle regioni e sui cittadini aumenti di costi e modalità di copayment, per risparmiare quel tetto di spesa che voi avevate proposto al 13 per cento, e che ogni volta l'innovazione farmacologica fa slittare, perché oggi ci si ammala di patologie per curare le quali occorrono farmaci molto costosi.
Oggi, invece, ci avete proposto questo decreto-legge, che ho chiamato bonariamente «lo specchietto per le allodole»: introducete altre distorsioni, ministro Storace; trasformate il farmaco in un bene di consumo; rischiate di determinare distorsioni nei consumi dei medicinali con la politica delle scorte (anche se sono di fascia C, sono sempre medicinali!) e, infine, scardinate il principio del prezzo unico. Per questo abbiamo proposto un'emendamento che prevede che entro il 31 dicembre veniate qui a dirci che cosa abbiamo risparmiato; voi lo sapete bene, infatti, che questo decreto-legge non farà risparmiare nessuno!


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Non mi si venga a dire, poi, che non si poteva prevedere lo sconto unico in tutta l'Italia: cito la legge n. 156 del 2 agosto 2004, adottata dal Governo di centrodestra, in cui avete previsto uno sconto unico e bloccato, ai produttori, del 4,12 per cento. Ministro Storace, lei poteva prevederlo del 10, 15 o 20 per cento, ma ogni cittadino doveva sapere che non doveva migrare di quartiere in quartiere, di città in città; doveva avere il diritto di entrare in una farmacia e sapere che quello era lo sconto al quale la legge dello Stato gli aveva dato diritto!
Avete voluto fare la burla? Noi voteremo «no»! Non condivideremo l'ennesima bolla di sapone sulla politica del farmaco; ma i cittadini vi sapranno giudicare, perché hanno capito benissimo che il marketing sulla salute non funziona e che il prossimo anno saremo tutti al cospetto del giudizio popolare (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.

FABIO STEFANO MINOLI ROTA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO STEFANO MINOLI ROTA, Relatore. Signor Presidente, associandomi a lei nel ringraziare gli uffici per il lavoro svolto, preannunzio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia alla conversione in legge del decreto-legge in esame e chiedo alla Presidenza di autorizzare la pubblicazione del testo integrale della mia dichiarazione di voto in calce al resoconto della seduta odierna.

PRESIDENTE. Onorevole Minoli Rota, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Onorevoli colleghi, ricordo che l'onorevole Massidda, all'inizio della parte pomeridiana della seduta, mi aveva chiesto di riferire in ordine alla situazione a Londra. Vorrei solo fornirvi le notizie che ha dato la televisione inglese: il primo ministro Blair ha tenuto una conferenza stampa per rassicurare gli inglesi e per comunicare che non ci dovrebbero essere vittime nelle esplosioni verificatesi nel centro di Londra; naturalmente, ha chiesto di riprendere le ordinarie occupazioni e di mantenere la calma, per cui le notizie che provengono, al momento, direttamente dalla fonte del Governo inglese sono relativamente rassicuranti (relativamente, evidentemente).

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