Risposta. - Il mercato settimanale che si svolge nella città di Ventimiglia, anche grazie alla sua posizione strategica di vicinanza al Piemonte e alla vicina Francia, costituisce, da un lato una grande risorsa economica per la città e dall'altro crea non pochi disagi agli abitanti della zona dove il mercato viene allestito.
nel 1995, secondo i quali il regime di concorrenza avrebbe portato con sé una riduzione dei premi, si sono rivelate clamorosamente errate. Infatti l'aumento dei premi, da allora, è stato cospicuo, continuo a inarrestabile;
L'unica via percorribile, dunque, è quella di aumentare il potere contrattuale dei consumatori, fissando nuove regole che offrono maggiore protezione al contraente più debole, cioè l'assicurato;
impegnavano la stessa ANIA a sensibilizzare le imprese di assicurazione affinché fossero applicate agevolazioni tariffarie per l'assicurazione dei ciclomotori -:
Risposta. - Occorre innanzitutto premettere che, in conseguenza della liberalizzazione delle tariffe assicurative sulle responsabilità civile auto intervenuta il 1o luglio 1994 a seguito dell'attuazione della direttiva CEE 92/49, si è assistito negli ultimi anni ad aumenti medi annui, in questo settore, generalmente superiori al costo della vita. In tale contesto, il mercato ha evidenziato un'estrema complessità del «sistema tariffe, con una molteplicità di profili tariffari (circa 2 milioni) che di fatto hanno disorientato i consumatore e hanno reso difficoltoso qualsiasi tentativo di comparazione. Inoltre, la carenza di informazioni sulle condizioni generali di polizza e sui profili tariffari hanno generato una diffusa insoddisfazione nei consumatori sui tempi, le modalità le misure degli indennizzi corrisposti dalle compagnie.
Per quanto concerne le iniziative adottate dal Ministero delle attività produttive nel settore assicurativo occorre ricordare, come evidenziato anche dall'interrogante che, in data 5 maggio 2003, è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra il Ministro delle attività produttive, l'Associazione nazionale delle imprese assicuratrici (ANIA) ed otto Associazioni dei consumatori che fanno parte del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti (CNCU) in materia di tariffe delle assicurazioni della responsabilità civile auto. Con tale documento il Governo ha impegnato l'ANIA a confermare l'invito alle compagnie per una politica di raffreddamento della dinamica tariffaria RC Auto della durata complessiva di dodici mesi per ciascuna compagnia, ferma restando la dinamica del bonus-malus individuale maturata dagli utenti. Qualche risultato sembra essere stato ottenuto: infatti, secondo un'indagine dell'INDIS-Unioncamere su dati ISTAT, nell'anno 2004 l'aumento medio del settore assicurativo RC Auto, rispetto all'anno precedente è stato dello 0,9 per cento, a fronte di un incremento del costo della vita, nello stesso periodo, del 2,2 per cento circa.
Da tale tabella si osserva che per il tipo 3 e per il tipo 4, cui l'interrogazione parlamentare in questione fa particolare riferimento, è stata riscontrata una variazione media percentuale rispettivamente pari a +2,8 per cento e + 4,1 per cento (dato nazionale), con punte rispettivamente del + 6,3 per cento e del +6,1 per cento (Potenza, Reggio Calabria).
quale prevede, tra l'altro, una disciplina contrattuale più favorevole per gli assicurati in talune specifiche situazioni, quali, ad esempio, il furto, la rottamazione o la vendita del veicolo.
ripetersi, di vicende analoghe a quella sopra descritta.
Risposta. - La normativa che disciplina il caso di specie è costituita dai decreti ministeriali 9 luglio 2004 n. 168 e 3 novembre 1999 n. 509. Il primo ha definito le modalità e i contenuti delle prove di ammissione ai corsi di laurea specialistica delle professioni sanitarie ma non ha previsto nulla in merito alla valutazione del titolo di studio in termini di crediti o debiti mentre il secondo, recante norme regolamentari concernenti l'autonomia didattica degli atenei, all'articolo 6, ha specificato i requisiti di ammissione ai corsi di studi in generale ma ha demandato ai regolamenti didattici di ateneo la verifica delle conoscenze acquisite dallo studente.
Risposta. - Al riguardo si fa presente che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni - cui compete la verifica del rispetto, da parte delle emittenti radiotelevisive pubbliche e private, delle disposizioni in materia di tutela dei minori, nonché della corretta applicazione dei limiti di affollamento pubblicitario stabiliti dalla vigente normativa - ha fatto presente che le modalità di computo degli affollamenti orari su cui si basa l'indagine pubblicata dalla rivista Altroconsumo, appaiono difformi dalle prescrizioni vigenti.
sulla citata rivista e quelli elaborati dall'Autorità.
un concorso rivolto alle scuole ed alle Università, finalizzato anche all'esecuzione di una medaglia in ricordo della strage;
Risposta. - Al riguardo si ritiene opportuno rammentare che la ricchezza e l'entità numerica delle proposte presentate al fine della predisposizione del programma filatelico annuale sono tali da comportare inevitabili esclusioni, con le quali, tuttavia, non si intende mettere in discussione la valenza simbolica ovvero l'interesse storico, sociale, artistico o culturale di volta in volta evidenziati dai proponenti.
vivo il ricordo dei tragici eventi legati al suddetto fenomeno.
come esposizione è porto rifugio e pertanto non presenta particolari difficoltà operative di attracco e permanenza. Commercialmente però è una banchina di fortuna in quanto non c'è illuminazione per i passeggeri, che non dispongono di riparo nemmeno di fortuna. È inoltre difficile da raggiungere, in quanto oltre a non essere collegato dai mezzi pubblici, presenta barche e reti sulla banchina, olio, eccetera, che costituiscono pericoli per i passeggeri;
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo in esame si fa presente che le carenze infrastrutturali relative agli attracchi delle Isole Eolie sono state rappresentate dalla società SIREMAR sia alle Amministrazioni comunali sia al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con un dettagliato rapporto.
rispondeva a una richiesta d'indagine «proveniente dall'alto» e diffusa sul territorio;
Risposta. - Si ritiene di dover premettere che sulla questione dell'intervento di due carabinieri presso la scuola media statale «G. Rossini» di via Fosso dell'Osa (Roma), è stato già riferito, in data 22 Settembre 2004, in occasione della discussione della interrogazione a risposta immediata n. 3-03737, presentata dall'onorevole Titti De Simone, quando il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha dichiarato l'assoluta estraneità dell'amministrazione scolastica alla vicenda.
che: «da immagini filmate anche noi abbiamo rilevato che un contatto tra un mezzo anfibio e i pescherecci c'è stato ma non siamo in grado di ricostruire la dinamica e quindi le responsabilità», aggiungendo però che una volta ricostruita la dinamica dell'incidente e accertate le responsabilità la Marina avrebbe proceduto all'eventuale risarcimento;
Risposta. - Occorre in premessa sottolineare, come comunicato in precedenti atti di sindacato ispettivo, che le attività addestrative militari svolte nei Poligoni sono propedeutiche e necessarie a conseguire quella capacità operativa che è requisito imprescindibile di uno strumento militare moderno ed efficace, il cui mandato di difesa della nazione, dei suoi confini e della collettività, discende direttamente dal dettato costituzionale.
circa del 9 marzo 2005, nell'ambito delle operazioni navali in corso, l'unità militare da sbarco denominata «MEN 221», proveniente da Nave «San Marco» (Unità di controllo), dirigeva verso la zona di sbarco, in prossimità della spiaggia di Porto Scudu.
Risposta. - In merito all'episodio dell'esplosione avvenuta, in data 11 aprile 2005, all'interno dello Stabilimento Militare Munizionamento Terrestre nella frazione di Baiano di Spoleto, per cause ancora in
corso di accertamento, è stata già fornita risposta alle interrogazioni n. 4-13698 e n. 4-13818.
permette buona competitività all'industria e soddisfacenti prestazioni tecniche. Il consumo di energia elettrica di questi impianti è in linea con i dati medi mondiali;
Risposta. - La legge 14 marzo 2005, n. 80, di conversione, con modificazioni, del decreto legge 14 marzo 2005, n. 35, recante disposizioni urgenti nell'ambito del Piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale, si riferisce anche agli elementi di merito esposti nell'atto di cui in oggetto.
Risposta. - L'articolo 10 della legge 13 maggio 1999, n. 133, ha riformato la disciplina delle addizionali sui consumi di energia elettrica, attribuendo ai comuni la quota di addizionale relativa ai consumi delle utenze abitative ed alle province la quota di addizionale relativa ai consumi delle utenze diverse (commerciali, industriali, eccetera).
legge 13 maggio 1999, n. 133, - è effettuato, a decorrere dall'anno 2005, per cinque esercizi finanziari».
mai state coinvolte dall'uso di proiettili o materiali ad Uranio impoverito pur contribuendo al numero dei 39.491 conteggiato, non considerando invece le missioni in Somalia coinvolte da queste armi;
chimici o da residui con radioisotopi assegnate ai reparti italiani operanti nelle diverse zone coinvolte da episodi di guerra;
Risposta. - La Difesa pone grande attenzione sulla tematica dell'Uranio impoverito (UD) e si è impegnata nella ricerca di verità scientifiche in tutte le direzioni e con la massima determinazione.
della regione Sardegna; sono inoltre consultabili sul sito internet del Ministero della difesa.
È di tutta evidenza, pertanto, che il monitoraggio è stato avviato nei tempi indicati dalla citata Commissione «Mandelli» e nei termini previsti dalle norme vigenti.
ministeriale - così come non è stato definito con esattezza nemmeno nel rapporto dell'United nations environment Programme (UNEP) su Bosnia Erzegovina pubblicato nel 2003 - in quanto non è possibile ancora oggi desumere dati statisticamente validi nelle aree interessate.
preventive o integrative della risposta d'ospite; riproducibilità sperimentale della malattia; inequivoca dimostrazione statistica dell'associazione fra presunto fattore causale e malattia.
Dunque, nulla si sta tralasciando per acquisire ulteriori elementi di certezza sulla questione e si intende fermamente procedere a tutto campo sino alla determinazione di conoscenze scientifiche che consentano di comprendere il fenomeno nei suoi aspetti eziologici, diagnostici e profilattici.
illogico, alla categoria degli Ufficiali di complemento in ferma biennale e delle forze di completamento che hanno sostenuto lo stesso concorso e le stesse identiche prove, riportando votazioni superiori ai 15 Marescialli successivamente dichiarati vincitori;
Risposta. - In via preliminare, si precisa che per il 2003 le nuove assunzioni di personale in servizio permanente delle Forze armate, ad esclusione dei volontari, sono state assoggettate alla procedura autorizzativa prevista dalla legge 27 dicembre 1997, n. 449.
salvaguardia, per la quale «resta impregiudicata per la predetta Direzione generale la facoltà di revocare il bando, di sospendere o rinviare le prove concorsuali, di modificare, fino alla data di approvazione delle graduatorie di merito, il numero dei posti, di sospendere l'ammissione al concorso applicativo dei vincitori, in ragione di esigenze attualmente non prevedibili né valutabili, nonché in applicazione della legge 24 dicembre 2003, n. 350, in materia di assunzioni di personale per l'anno 2004».
stati immessi in servizio a causa del blocco delle assunzioni, nella situazione di disoccupazione;
Risposta. - Già con l'articolo 3, comma 54, della legge n. 350 del 2003 si disponeva per le università la possibilità di procedere alle assunzioni in deroga al divieto contenuto nell'articolo 53 della medesima legge, sia a seguito del superamento di procedura concorsuale che della valutazione comparativa.
proprio a determinate professionalità, quali proprio i ricercatori universitari vincitori di concorso ed anche il personale tecnico amministrativo vincitore di concorso pubblico presso gli Atenei, ritenute indispensabili e necessarie al fine di assicurare il funzionamento delle singole università.
parte delle università e la loro successiva valutazione è stato predisposto, da parte del M.I.U.R., un apposito format telematico che dovrebbe consentire il tempestivo espletamento dei nuovi concorsi.
per ogni imbarco e sbarco, sul Libretto di Navigazione, e tali annotazioni hanno pieno valore di ufficialità, tanto che esse vengono assunte dall'Inps quale base documentale per l'accertamento dei periodi navigazione utili ai fini pensionistici;
Risposta. - In relazione all'interrogazione in esame si fa presente, come riferito anche dall'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, che le problematiche evidenziate dall'interrogante sono oggetto della risoluzione n. 8-00117 dell'onorevole Rosato, approvata dalle Commissioni riunite IX e XI della Camera, il 13 aprile 2005.
la possibilità per il lavoratori marittimi e per il personale della Marina militare di presentare, in sostituzione del curriculum rilasciato dal datore di lavoro, copia dell'Estratto Matricolare regolarmente rilasciata dalle competenti Capitanerie di Porto, ovvero fotocopie autenticate del libretto di navigazione, circolare che chiarisca, altresì, il termine del 2 ottobre 2003, per la presentazione delle domande al fine di rientrare nella vecchia normativa, sia riferito anche a chi ha presentato domande al proprio ente assicurativo competente.
Risposta. - Si ritiene di dover premettere che sulla questione dell'intervento di due carabinieri presso la scuola media statale «G. Rossini» di via Fosso dell'Osa (Roma), è stato già riferito, in data 22 settembre 2004, in occasione della discussione della interrogazione a risposta immediata n. 3-03737, presentata dall'interrogante, quando il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha dichiarato l'assoluta estraneità dell'amministrazione scolastica alla vicenda.
polizia sarebbe intervenuta nel liceo Tasso di Roma per metter fine alla occupazione studentesca iniziata nella mattinata dello stesso giovedì;
Risposta. - Si risponde, su delega della Presidenza del Consiglio dei ministri ed anche a nome del Ministero dell'interno, alla interrogazione parlamentare indicata in oggetto con la quale lamenta che siano intervenute le Forze dell'ordine per lo sgombero di alcuni istituti scolastici occupati dagli allievi in segno di protesta e chiede l'avvio di un processo di dialogo e di confronto che modifichi le modalità di assunzione delle scelte in materia scolastica.
considerare non giustificate sotto il profilo giuridico - renda impossibile lo svolgimento durante l'intero anno scolastico del prescritto numero di giorni di lezione.
alle attività culturali, sociali, didattiche realizzate dalle istituzioni scolastiche, l'assunzione di responsabilità e compiti che promuovano la cittadinanza attiva dei giovani, in «una dimensione locale, nazionale, europea».
Risposta. - L'Unione europea ha senza indugio denunciato la violenza con la quale è stata repressa dalla polizia turca, lo scorso 6 marzo 2005, una manifestazione ad Istanbul in occasione della festa delle donna. La posizione degli Stati membri è
espressa nella dichiarazione della Troika dell'Unione europea (Presidente di turno, futura Presidenza e Commissione), presente in quei giorni ad Ankara per incontri con le autorità turche.
10), l'ampliamento della libertà di stampa (articolo 30), il prevalere del diritto internazionale pattizio su quello interno (articolo 90). Inoltre, nell'ultimo trimestre del 2004, sono state introdotte significative innovazioni legislative quali l'approvazione dei nuovi codici penale e di procedura penale.
secondo l'interrogante anche se si fosse trattato realmente di esplosione programmata, sarebbe grave che non vi sia stata un'adeguata informazione preventiva tra la popolazione civile, onde evitare situazioni di panico in una zona già fortemente provata dalla vicinanza del poligono;
Risposta. - Prima di entrare nel merito dell'interrogazione, occorre sottolineare che le attività da svolgere in poligono vengono preventivamente valutate ed autorizzate solo dopo un esame dell'impatto ambientale e previa consultazione del Comitato misto paritetico costituito presso la regione Sardegna, ai sensi della legge n. 898 del 1976.
dati registrati dai sensori radar del Poligono: si esclude con assoluta certezza che la traiettoria del missile possa avere interessato l'Istituto tecnico agrario di Muravera trovandosi lo stesso a circa 14 chilometri di distanza dal punto di lancio. L'asse di lancio previsto si sviluppa su una radiale molto diversa di quella relativa a Muravera (oltre 100o); è improbabile che una deflagrazione dell'intensità asserita sia dipesa dal missile stesso, tenuto conto delle condizioni meteorologiche del momento e della quota del missile all'atto dell'esplosione (a circa 1.600 metri sul livello del mare); l'informazione preventiva nei confronti della popolazione è avvenuta secondo le modalità ed i tempi previsti (legge n. 898/1976 articolo 15, comma 1), mediante esposizione dell'ordinanza di sgombero presso i comandi e le capitanerie di porto interessate dall'attività e le trasmissioni radio sulle frequenze marittime previste; il lancio del missile in questione è avvenuto all'interno delle aree di pertinenza dell'amministrazione difesa, preventivamente attivate; l'esplosione del missile, anche se avvenuta in anticipo rispetto a quanto previsto, si è verificata decisamente all'interno della campana di sicurezza, preventivamente sgomberata, come previsto per questa tipologia di lanci.
numerose denunce di questa pratica sono state riportate dall'Unac, che attraverso il suo presidente riferisce come risultino anche numerosi esposti alle procure militari e non sempre in forma anonima;
Risposta. - L'impiego di personale militare in missioni all'estero - in teatro operativo - è definito da apposite direttive degli organi tecnico-operativi di vertice e da disposizioni diramate a livello periferico.
quello in questione che danneggiano l'immagine delle istituzioni militari.
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo cui si risponde, sono state acquisite informazioni dall'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC) che ha fatto conoscere come con il decreto dell'11 gennaio 2002 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 24 gennaio 2002 n. 20 del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti recante «Determinazione del contenuto degli oneri di servizio pubblico per i servizi aerei di linea da e per la Sicilia e da/per le isole della Sicilia», siano stati fissati, in termini di numero, le frequenze minime tra Pantelleria-Trapani e v.v., nonché gli orari e la capacità per garantire lo svolgimento del predetto servizio effettuato dalla società Air One.
nel mese di marzo 1999 il Ministero delle finanze ha comunicato che il decreto dl devoluzione alle Stato non è stato emesso;
Risposta. - Con il documento di sindacato ispettivo in esame l'interrogante chiede notizie in merito alla formalizzazione della vendita, a favore del comune di Gargallo (Novara) dell'immobile sito nel medesimo comune alla via Baroli n. 27, gia facente parte dell'eredità giacente del signor Oddone Remo e devoluto al patrimonio dello Stato ai sensi dell'articolo 586 del codice civile.
di Gargallo, che ha formulato la richiesta di acquisire l'immobile oggetto dell'interrogazione, lo detiene già in locazione.
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo in esame, sono stati richiesti elementi informativi al Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto il quale fa presente che il provvedimento con il quale le isole Tremiti sono state inserite nell'area giurisdizionale del compartimento marittimo di Termoli è il decreto del Presidente della Repubblica 1o marzo 2005 n. 512, pubblicato con la Gazzetta Ufficiale n. 88 del 16 aprile 2005, «Regolamento recante la ridefinizione di uffici marittimi in Abruzzo, Sicilia ed Emilia Romagna».
attuata con il citato decreto del Presidente della Repubblica, consente una più equa ed omogenea distribuzione delle aree interessate anche alla luce di una modifica che non ha riguardato soltanto la circoscrizione di Termoli ma rientra in un assetto più generale che include l'intera zona marittima della neo istituita direzione marittima di Pescara.
tuttavia risultano esservi società private che in molte città italiane offrono ai lavoratori stranieri il servizio di inoltro delle lettere raccomandate, addirittura mediante la predisposizione di appositi moduli prestampati resi disponibili anche in via telematica;
Risposta. - Le circolari n. 1 e 2 del 25 gennaio 2005, emanate da questo Ministero, nel fissare le modalità applicative dei due distinti decreti del Presidente del Consiglio dei ministri (DPCM) del 17 dicembre 2004, di programmazione dei flussi di ingresso di lavoratori extracomunitari e neocomunitari per l'anno 2005, prescrivono che la presentazione delle domande di autorizzazione al lavoro deve essere effettuata «esclusivamente mediante raccomandata spedita da ufficio postale dotato di affrancatrice che attesti oltre alla data anche l'orario di invio».
e che la sua attività possa essere equiparata a quella di una qualunque società privata che svolga attività di spedizione e recapito, rafforzando la ragionevolezza della scelta di esclusività operata da questo Ministero con le circolari attuative dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 dicembre 2004.
Risposta. - In riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, l'ANAS Spa, interessata al riguardo, ha fatto presente che il progetto relativo alla tangenziale sud di Bergamo è stato suddiviso in due parti: Tratto 1 da Villa D'Alme a Treviolo e tratto 3 da Stezzano a Zanica.
studenti delle scuole superiori - continuano ad utilizzare tale servizio in condizioni di grosso disagio causato da frequenti ritardi dei convogli; una qualità scadente del servizio, in relazione al materiale rotabile ed alle condizioni generali di trascuratezza e di pulizia delle carrozze; scarsa sicurezza causata dal sovraffollamento delle carrozze -:
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame ed in ordine al piano di rinnovo materiale rotabile del trasporto regionale messo a punto da Trenitalia s.p.a., Ferrovie dello Stato s.p.a. ha riferito che già a partire dai primi mesi del 2005 sono iniziate le prime consegne di alcuni materiali che proseguiranno fino al 2008 così ripartite: Carrozze a doppio piano: n. 130 nel 2005, n. 205 nel 2006, n. 200 nel 2007 e n. 200 nel 2008; Locomotive monocabine ad integrazione parco esistente: n. 48 nel 2005, n. 64 nel 2006, n. 46 nel 2007 e n. 57 nel 2008; Minuetto: n. 86 nel 2005, n. 86 nel 2006, n. 10 nel 2007 e n. 30 nel 2008.
evidenziato che il quadruplicamento tra Pioltello e Treviglio ovest sulla tratta Milano-Treviglio sarà ultimato ed attivato entro fine 2006/inizio 2007.
di imbarco e sbarco con tempi praticamente raddoppiati;
Risposta. - La compagnia greca di trasporto marittimo ANEK LINES ha preso la decisione di voler cessare a far data dal 10 gennaio 2005 il servizio di collegamento con navi traghetto operato dal porto di Trieste verso la Grecia.
sequestro in data 27 maggio 2004 e immediatamente dissequestrata con provvedimento della Procura della Repubblica di Piacenza;
Risposta. - Agli inizi degli anni '60, in località Stanga-Gargatano del comune di Piacenza, è stata realizzata una cava di materiali inerti.
danneggiati, e con promesse futuribili alle quali non corrisponde alcun atto concreto, né alcuno dei provvedimenti già ora possibili (per esempio un banalissimo aumento del numero delle carrozze negli orari di punta), e comunque necessari, per assicurare un servizio almeno dignitoso;
Risposta. - Occorre premettere che le problematiche rappresentate riguardano servizi di trasporto di interesse regionale che, per le regioni a statuto ordinario a seguito dell'attuazione del decreto legislativo 422/1997 come modificato dal decreto legislativo 400/1999, non sono più di diretta competenza dello Stato ma sono oggetto di diretta regolazione da parte delle Regioni medesime tramite appositi contratti di servizio stipulati direttamente con Trenitalia Spa.
rotabile sull'itinerario Borgo S. Lorenzo-Dicomano-Pontassieve-Firenze.
di tali violazioni e dello scarso tasso di democrazia presente in quel paese;
Risposta. - Occorre precisare innanzitutto che sulla Gazzetta Ufficiale del 22 dicembre scorso è stato pubblicato il decreto del Presidente della Repubblica 16 settembre 2004, n. 303, recante: «Regolamento relativo alle procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato».
«all'esame del Consiglio dei ministri, ai fini dell'adozione di delibere con cadenza semestrale, previa istruttoria da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica e del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica»;
Risposta. - In merito all'atto di sindacato ispettivo in esame, con cui gli interroganti chiedono di conoscere lo stato dell'arte della procedura per le autorizzazioni all'assunzione dei ricercatori e dell'altro personale delle università senza presa di servizio, si fa innanzitutto presente che questa può considerarsi conclusa.
In particolare, per il personale docente, sono state considerate le specifiche situazioni di sotto dimensionamento degli Atenei di recente istituzione.
dal successivo decreto-legge n. 7/2005, convertito nella legge n. 43/2005).
Risposta. - Nello scorso mese di agosto 2004, a Metaponto Borgo (Matera) circa 47 cittadini sudanesi hanno occupato abusivamente un capannone industriale, di proprietà della regione Basilicata.
per mancata sussistenza dei requisiti prescritti dalla Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951.
Risposta. - Si risponde all'interrogazione in esame, concernente gli immobili di proprietà dell'INPDAP siti in Cologno Monzese, Via Einaudi, n. 1.
se siano a conoscenza delle conseguenze negative che il fenomeno esposto in premesa procura all'economia siciliana;
Risposta. - Il fenomeno delle migrazioni è destinato a durare a lungo nel tempo e, secondo stime recenti, a crescere fino a raddoppiare nei prossimi quaranta o cinquant'anni, incidendo profondamente sui processi economici, politici e sociali del bacino del Mediterraneo.
al miglioramento della qualità e quantità dei servizi resi e, in primo luogo, al rispetto dei diritti umani, conformemente alle direttive emanate in materia, a partire da quella del Ministro Bianco del 30 agosto del 2000, fino a quella del Ministro Pisanu dell'8 gennaio 2003.
una pensione mensile inadeguata, che non permette loro di potere adempiere alle spese necessarie -:
Risposta. - L'introduzione di norme che realizzino un adeguamento automatico delle pensioni alla retribuzione - meccanismo a suo tempo denominato «clausola oro» - oggi non è più attuabile, anche per effetto dell'articolo 59, comma 4, della legge n. 449 del 1997, in base al quale, a decorrere dal 1o gennaio 1998, trova esclusiva applicazione l'articolo 11 del decreto legislativo n. 503 del 1992 (perequazione automatica).
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, premettendo che i servizi di trasporto ferroviario di interesse regionale che a seguito del decreto legislativo 422 del 1997 non sono più di competenza dello Stato ma sono regolati direttamente dalle autorità regionali, si richiama per quanto di competenza lo scenario normativo e
regolatorio entro cui si svolge l'erogazione di servizi ferroviari a media e lunga percorrenza.
sarà sottoposto alla Conferenza Stato-Regioni ed alle Commissioni parlamentari.
In particolare si vuole evidenziare come la Business unit passeggeri locale di Trenitalia s.p.a., assicura la gestione e lo sviluppo del trasporto ferroviario in ambito regionale e metropolitano soddisfacendo con i suoi oltre 7.000 treni le richieste di oltre un milione e 300 mila persone che giornalmente utilizzano i suoi servizi. Alla luce di questo impegno è ridisegnata l'offerta ferroviaria secondo criteri ancora più vicini alle necessità della clientela dei treni locali ribaditi nelle Carte dei Servizi regionali e provinciali elaborate dalla società.
Entro il 2006 inoltre saranno climatizzate tutte le carrozze già in servizio.
Relativamente allo stato di pulizia dei treni del trasporto regionale si fa presente che obiettivo principale è quello di conseguire standard di qualità paragonabili ai migliori livelli europei.
Risposta. - Il Governo ha sempre seguito costantemente ed attentamente la tematica concernente la sostituzione dei Carabinieri ausiliari connessa alla sospensione del servizio militare obbligatorio introdotta dalla legge 23 agosto 2004, n. 266.
arruolamento, il 70 per cento dei posti disponibili ai Volontari di truppa delle Forze Armate di età non superiore a trent'anni.
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con l'atto ispettivo in esame si fa presente che il progetto di interramento della fascia costiera retrostante l'ex porto turistico del porto di Ancona fu redatto nell'anno 1998 per un importo di 5.563 milioni di lire, sulla base del quale l'Autorità portuale di Ancona espletò una gara di appalto che vide aggiudicataria dei lavori la Ditta Intercantieri Vittadello, S.p.A. di Padova, con un ribasso d'asta pari al 24,311 per cento. Nell'agosto del 2000 fu quindi stipulato il contratto di appalto per un importo netto pari a circa 4.211 milioni di lire e i lavori furono iniziati dall'impresa nel novembre 2000.
Autorità quali Ministero dell'Ambiente e Capitaneria di Porto.
Risposta. - Va premesso, innanzitutto, che le consultazioni elettorali del 12 e 13 giugno 2004 si sono svolte, su tutto il territorio nazionale, in modo ordinato e regolare.
incrementata del venti per cento, passando, in due mesi, da 1.982 a 2.358 euro; nel caso invece di un assicurando di 19 anni di età con un incidente a carico, la tariffa è passata da 3.131 a 3.636 euro l'anno, con un incremento del 16,13 per cento;
Risposta. - Occorre, innanzitutto, premettere che dal 1o luglio 1994, a seguito della liberalizzazione delle tariffe assicurative sulla responsabilità civile auto, intervenuto in attuazione della direttiva CEE 92/49, si è assistito, nel nostro Paese, ad aumenti dei costi medi annui delle tariffe di questo settore, generalmente superiori al costo della vita. In tale contesto, il mercato ha evidenziato un'estrema complessità del «sistema tariffe», con una molteplicità di profili tariffari (circa 2 milioni), che di fatto hanno disorientato il consumatore e hanno reso difficoltoso qualsiasi tentativo di comparazione. Inoltre, la carenza di informazioni sulle condizioni generali di polizza e sui profili tariffari hanno generato una diffusa insoddisfazione nei consumatori sui tempi, le modalità e la misura degli indennizzi corrisposti dalle compagnie.
favorire l'iniziativa privata e lo sviluppo della concorrenza».
Risposta. - In relazione alla interrogazione in esame si rappresenta quanto comunicato, al riguardo, dall'Istituto nazionale di Previdenza sociale.
esigenze di servizio, di un'autovettura per la Segreteria tecnica del Magistrato delegato della Corte dei Conti, di cinque autovetture per il Collegio dei Sindaci, di cinque autovetture per i Consiglieri di Amministrazione, di sei autovetture per il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza, di tre autovetture a disposizione dei Dirigenti Generali Centrali ed infine, di due autovetture a disposizione delle esigenze della Sede Centrale.
Risposta. - Si fa presente che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni - cui compete la verifica del rispetto, da parte delle emittenti radiotelevisive pubbliche e private, delle disposizioni in materia di tutela dei minori, nonché della corretta applicazione dei limiti di affollamento pubblicitario stabiliti dalla vigente normativa - ha fatto presente che le modalità di computo degli affollamenti orari su cui si basa l'indagine pubblicata dalla rivista Altroconsumo, appaiono difformi dalle prescrizioni vigenti.
stessa con deliberazione 54/03/CONS li ha inclusi nella categoria dei «programmi di attualità».
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato s.p.a. ha riferito preliminarmente che il riconoscimento del diritto di circolazione gratuita nella regione Lombardia è riservata esclusivamente ad agenti ed ufficiali di Polizia giudiziaria - Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria e Corpo forestale dello Stato - ai quali viene rilasciata una tessera di libera circolazione che deve essere usata unicamente nel concreto svolgimento dei loro compiti istituzionali di pubblica sicurezza ed in orario di servizio. Tale diritto stabilito con deliberazione della Giunta regionale della Lombardia n. 7/16747 del 12 marzo 2004 comporta un riconoscimento economico per Trenitalia s.p.a. ancora da definirsi. Non sono previste agevolazioni per i militari appartenenti alle Forze armate.
Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, Ferrovie dello Stato s.p.a. ha riferito che i convogli hanno una composizione derivante sia dalle caratteristiche tecnico-commerciali della relazione sulla quale vengono utilizzati sia dalla frequentazione e dagli orari di circolazione.
I collegamenti della relazione Napoli-Aversa-Roma sono effettuati con treni di 10 vetture mentre quelli della tratta pendolare Napoli-Aversa-Formia con treni TAF di ultima generazione.
Risposta. - Il mercato settimanale che si svolge nella città di Ventimiglia, anche grazie alla sua posizione strategica di vicinanza al Piemonte e alla vicina Francia, costituisce, da un lato una grande risorsa economica per la città e dall'altro crea non
pochi disagi agli abitanti della zona dove il mercato viene allestito.
al massimo in 55 minuti, si svolge su un solo binario e su treni affollatissimi, con passeggeri in piedi già da metà tragitto nelle ore di punta;
Risposta. - Occorre premettere che le problematiche rappresentate riguardano servizi di trasporto di interesse regionale che, per le Regioni a statuto ordinario a seguito dell'attuazione del decreto legislativo 422 del 1997 come modificato dal decreto legislativo 400 del 1999, non sono più di diretta competenza dello Stato ma sono oggetto di diretta regolazione da parte delle Regioni medesime tramite appositi Contratti di Servizio stipulati direttamente con Trenitalia s.p.a..
Anche gli investimenti in corso di realizzazione per il sistema italiano ad alta velocità concorreranno certamente - nel lungo periodo - al processo di miglioramento del trasporto locale in quanto consentiranno una maggiore disponibilità di tracce orarie sulla rete tradizionale.
modifiche agli impianti e in accordo con il fornitore del sistema CTC.
come il Governo intenda affrontare questa delicata situazione;
Risposta. - Il 1o gennaio 2005, IBM, nell'ambito di una operazione di outsorcing delle sue attività di servizi informatici, ha ceduto la sua controllata SELFIN S.p.A al gruppo Met-Fin di Milano ed ha confermato, sia al Ministero delle attività produttive che alle organizzazioni sindacali, l'impegno commerciale a fornire tutte le garanzie necessarie per assicurare un esito positivo all'operazione di esternalizzazione delle citate attività.
quelle non iscritte) di esistere e lavorare...» questo gravissimo atto d'accusa è riportato in un articolo pubblicato lunedì 11 aprile dal quotidiano nazionale La Repubblica;
Risposta. - In relazione all'interrogazione in esame, preliminarmente, si ricorda che un tema di sostegno del volontariato, recentemente, sono stati approvati dal Consiglio dei Ministri dei provvedimenti secondo due direttrici, che passo ad esporre.
di un quindicesimo dei propri proventi in favore del volontariato.
ai suddetti tecnici non è stato rilasciato nessun documento scritto su questa richiesta impedendo di fatto di poter costituire la base per un eventuale ricorso;
Risposta. - La normativa che disciplina il caso di specie è costituita dai decreti ministeriali 9 luglio 2004 n. 168 e 3 novembre 1999 n. 509. Il primo ha definito le modalità e i contenuti delle prove di ammissione ai corsi di laurea specialistica delle professioni sanitarie ma non ha previsto nulla in merito alla valutazione del titolo di studio in termini di crediti o debiti mentre il secondo, recante norme regolamentari concernenti l'autonomia didattica degli atenei, all'articolo 6, ha specificato i requisiti di ammissione ai corsi di studi in generale ma ha demandato ai regolamenti didattici di ateneo la verifica delle conoscenze acquisite dallo studente.
essere richieste integrazioni curriculari ma può essere al massimo suggerito da parte del Comitato di coordinamento tecnico un percorso di aggiornamento da realizzarsi attraverso lo studio individuale.
Risposta. - L'ingresso in Italia del cittadino straniero Islam Nazul, originario del Bangladesh, risale aI 1992, ma la regolarizzazione
della propria posizione è avvenuta soltanto in virtù del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 16 ottobre 1998, in materia di programmazione dei flussi di ingresso di cittadini stranieri non comunitari per l'anno 1998.
in scienze politiche e in giurisprudenza e abilitato all'esercizio della professione di avvocato;
Risposta. - Al riguardo si fa presente che il dirigente dell'Ispettorato per la Sicilia - responsabile dell'organizzazione della medesima articolazione territoriale ai sensi degli articoli 4, comma 2, e 17, comma 1, lettera e) del decreto legislativo n. 165 del 2001 - ha riferito di aver proceduto, a seguito dell'intesa raggiunta con le locali organizzazioni sindacali, alla riorganizzazione dell'Ispettorato medesimo tenuto conto delle disposizioni di cui al decreto del Ministro delle comunicazioni 16 dicembre 2004 (Gazzetta Ufficiale n. 302 del 27 dicembre 2004).
titolarità di tale sezione e di non poter assegnare al direttore amministrativo dottor Petrotta il coordinamento degli affari legali e contenzioso - come richiesto - per incompatibilità ambientale, atteso che il personale applicato a tali mansioni non avrebbe garantito l'assolvimento del servizio qualora si fossero verificate condizioni lavorative diverse dalle precedenti.
normativa e regolamentare delle pubbliche amministrazioni (comune, provincia, regione) la possibilità di esporre gonfaloni e/o bandiere diverse da quella nazionale e dell'Unione europea;
quali siano, nel merito della questione, gli orientamenti e le direttive del ministero dell'interno e quali iniziative vorranno essere intraprese per tutelare e garantire sia la richiamata autonomia degli enti locali in materia di esposizione di simboli e bandiere, sia soprattutto la volontà di pace espressa dalle comunità locali, rappresentata, con il gesto dell'esposizione della bandiera della pace, dalle amministrazioni locali.
Risposta. - La normativa attualmente vigente in materia di esposizione di bandiere e vessilli negli edifici pubblici, contenuta nella legge 5 febbraio 1998, n. 22, concernente disposizioni generali sull'uso della bandiera della Repubblica italiana e di quella dell'Unione europea, e nel regolamento di attuazione, decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2000, n. 121 disciplina esclusivamente l'esposizione della bandiera della Repubblica italiana e dell'Unione Europea.
gli orientamenti espressi dalla Presidenza del consiglio dei ministri con la nota sopra citata.
assicurare che questo programma possa servire a dare lavoro a tutti coloro i quali, nella zona, lo stanno perdendo, causa della crisi di cui sopra.
Risposta. - La proposta di Contratto di programma denominato Nuova VALSUD è stata oggetto di una prima istruttoria, così come previsto dalla Delibera CIPE del 25 luglio 2003 e successivo decreto ministeriale del 12 novembre 2003, conclusasi con esito positivo. Il progetto presentato prevede la realizzazione nell'area Val Basento della Regione Basilicata, di quattro iniziative industriali nel settore dei materiali plastici ed una iniziativa relativa ad una struttura in grado di fornire servizi alle imprese consorziate con laboratori di prove dei materiali e di formazione, oltre a servizi di consulenza ed elaborazione dati.
animali (Adda) i cui rappresentanti hanno relazionato in merito alle condizioni nelle quali sarebbero stati ritrovati gli oltre venti cani rinvenuti senza vita nel parco;
Risposta. - Occorre precisare, innanzitutto, che, sul piano delle iniziative normative di livello nazionale, la legge n. 189 del 20 luglio 2004 (Disposizioni concernenti il divieto contro il maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate) ha introdotto un nuovo sistema giuridico preposto alla tutela degli animali (domestici e selvatici) da ogni forma di maltrattamento, incrudelimento e uccisione, prevedendo sia nuove fattispecie penali sia pesanti sanzioni di natura pecuniaria e, nei casi più gravi, addirittura il carcere.
In merito agli episodi evidenziati dall'onorevole interrogante, il Dipartimento di prevenzione della Asl n. 5 di Napoli, interessato dalla locale Prefettura, ha comunicato che, alla fine di ottobre del 2003, la competente Unità operativa veterinaria di Castellammare di Stabia (Napoli), su segnalazione del locale Comando di polizia municipale e di privati cittadini, presso i boschi del Parco della Reggia, in località Quisisana, rinveniva due cuccioli in precarie condizioni (successivamente deceduti), già accuditi da volontari di un'Associazione protezionistica locale, nonché quattro cani deceduti e in avanzato stato di decomposizione.
Risposta. - Con riferimento, alla cessione della società ESAOTE da parte del gruppo Bracco, si rappresenta quanto segue.
iniziative per le imprese in crisi - istituito presso il Ministero - che si attiva proprio a seguito di una richiesta da parte dell'azienda o delle Organizzazioni Sindacali, una richiesta di incontro da parte delle RSU.
Risposta. - Va premesso, innanzitutto, che in merito alla vicenda ricordata dall'interrogante il prefetto di Piacenza ha assicurato che da informazioni assunte dal comune di Piacenza e da accertamenti esperiti non risultano esposti vessilli non istituzionali su alcuna delle sedi dell'Ente.
Sulla base di tali prescrizioni normative, le Forze dell'ordine sono intervenute, in qualche occasione, segnalando il cennato divieto ai responsabili di sedi o di uffici pubblici sui quali erano state esposte bandiere non consentite.
Risposta. - In merito alle problematiche evidenziate con le interrogazioni indicate in oggetto, si fa presente che le considerazioni ivi svolte appaiono sostanzialmente superate dalla intervenuta approvazione, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 ottobre 2004, del nuovo statuto dell'Aero Club d'Italia e del nuovo statuto tipo degli Aero Club locali, pubblicati nel supplemento ordinario n. 3 alla Gazzetta Ufficiale n. 7 in data il gennaio 2005 - Serie Generale.
loro capacità di ampia disseminazione e per la versatilità delle submunizioni, che possono avere effetti antipersona o anti-blindatura;
ditta ha confermato essere aggiornato) e ci sono indicazioni di produzione da parte di almeno un'altra impresa italiana (SNIA-BDP). L'Italia ha inoltre importato munizioni cluster dalla Germania (proiettili d'artiglieria) e dagli USA (bombe, razzi) ma parrebbe non aver fatto uso di queste munizioni in nessuno dei teatri operativi in cui è stata presente;
Risposta. - Occorre in premessa precisare che i divieti imposti dai Trattati Internazionali alla produzione, ai trasferimenti e all'impiego delle mine antipersona non comprendono le munizioni «cluster».
Pertanto, non essendo la presenza, prossimità o contatto di una persona o veicolo la causa della detonazione delle «cluster-bombs», è internazionalmente riconosciuto che queste non rientrano nella fattispecie oggetto della Convenzione in questione.
di inesplosioni inferiore all'1 per cento.
Risposta. - Occorre precisare innanzitutto che sulla Gazzetta Ufficiale del 22 dicembre scorso è stato pubblicato il decreto del Presidente della Repubblica 16 settembre 2004, n. 303, recante: «Regolamento relativo alle procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato».
di asilo che ha sostituito la Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato.
nel comune di Ventimiglia si tiene ogni venerdì un mercato per commercio in forma itinerante;
tale mercato ha raggiunto notevoli dimensioni e non meno rilevante pubblicità tanto da rappresentare un importante punto di richiamo turistico internazionale;
peraltro, la localizzazione delle bancarelle di vendita, la disorganica regolamentazione delle stesse nonché il mancato controllo su tale, pur difettosa, normativa locale hanno dato vita a gravissimi inconvenienti tali che, ove perpetuati, possono condurre alla cessazione della ricordata manifestazione di commercio ambulante;
in particolare la prefettura e la questura di Imperia, su specifica segnalazione del comando provinciale dei vigili del fuoco, hanno da tempo segnalato gravi motivi di criticità relativi all'incolumità degli utenti del mercato e degli abitanti nelle zone ove esso è localizzato ponendo in evidenza che, ove tali punti di criticità non fossero rimossi, l'attività di commercio ambulante oltrepasserebbe accettabili livelli di rischio;
più specificatamente i punti di criticità consistono in:
a) mancato rispetto da parte dei commercianti autorizzati degli spazi loro assegnati;
b) impossibilità, per l'esigua larghezza delle corsie interne al mercato del transito dei mezzi di soccorso e delle forze dell'ordine;
c) mancanza di vie di fuga adeguate;
d) presenza dei gruppi elettrogeni ubicati al di sotto dei banchi di vendita;
e)posizionamento del parcheggio sull'alveo del torrente Roja, dal quale si accede direttamente all'area del mercato;
f) precaria situazione della circolazione stradale sin dall'uscita autostradale di Ventimiglia;
nonostante i ripetuti avvertimenti, risulta all'interrogante che il comune di Ventimiglia, non avrebbe ottemperato - se non in minima parte - alle prescrizioni imposte dal comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, cosicché i lamentati punti di criticità sussistono tuttora tanto da perpetuare la lamentata situazione di pericolo e da porre in discussione la continuazione dello svolgimento della ricordata, importante forma di commercio ambulante -:
quali istruzioni abbia impartito o intenda impartire alla prefettura, alla questura ed al comando provinciale dei vigili del fuoco perché, nell'ambito delle proprie competenze, a fronte dell'inerzia del comune di Ventimiglia, provvedano a far sì che cessino le situazioni di pericolo degli stessi organi periferici posti in rilievo.
(4-11188)
A tutte le questioni riguardanti il mercato e soprattutto a quelle attinenti la sicurezza, la prefettura di Imperia ha dedicato particolare attenzione analizzando la situazione nell'ambito di apposite riunioni del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica e di altre riunioni tecniche nel corso delle quali sono stati decisi alcuni interventi significativi.
Per contrastare il commercio di merci contraffatte sono stati disposti specifici servizi interforze con l'impiego di tutte le risorse territoriali disponibili, nonché con l'integrazione di unità di rinforzo richieste, di volta in volta e secondo le reali necessità, al dipartimento della Pubblica sicurezza.
Per una più intensa ed efficace opera di controllo e repressione delle irregolarità, il comune di Ventimiglia ha istituito un'apposita sezione dei vigili urbani per la Polizia annonaria e per l'individuazione dei depositi delle merci contraffatte.
È stata inoltre concordata in sede di conferenza regionale di pubblica sicurezza una rigorosa azione di prevenzione attraverso controlli contestuali su tutto il territorio regionale e da ultimo anche sul territorio francese grazie alle intese raggiunte con le Autorità transalpine.
In merito al tema della sicurezza del mercato i sopralluoghi disposti dal Prefetto ed effettuati dai soggetti istituzionalmente coinvolti sull'argomento hanno individuato alcune criticità e situazioni di rischio esistenti nella zona mercatale.
Le relazioni tecniche elaborate, in particolare quella del Comando provinciale dei vigili del fuoco, sono state analizzate nel corso di due riunioni del Comitato provinciale dell'ordine e della sicurezza pubblica tenutosi il 7 e il 22 luglio 2004, dalle quali sono scaturiti una serie di interventi volti a migliorare la pubblica incolumità dei cittadini durante lo svolgimento del mercato.
In particolare, l'amministrazione comunale si è impegnata a far rispettare le zone di ingombro assegnate ai banchi, a sorvegliare affinché le vie di fuga e le zone di passaggio tra i banchi vengano tenute libere da ogni ostacolo, che i gruppi elettrogeni alimentati a combustibile liquido vengano collocati nelle aree appropriate e senza venire in contatto con materiale infiammabile.
A seguito di tali riunioni e recependo le indicazioni fornite dal comando dei vigili del fuoco, il sindaco di Ventimiglia ha emanato un'ordinanza il 23 luglio 2004, contenente nuove misure volte a migliorare i prescritti standard di sicurezza nell'area mercatale.
Il 15 ottobre, inoltre, il consiglio comunale ha adottato un nuovo regolamento che ha recepito, in gran parte, le osservazioni e le soluzioni formulate dalla locale questura e dal citato comando dei vigili del fuoco, prevedendo, fra l'altro una diversa dislocazione dei banchi di vendita mediante l'allungamento del mercato di circa 200/300 metri, in modo da assicurare maggiori condizioni di sicurezza.
Il questore di Imperia e il comandante dei vigili del fuoco, alla presenza di rappresentanti del comune di Imperia, il 22 ottobre successivo, hanno effettuato un ulteriore sopralluogo di verifica che ha evidenziato un sostanziale miglioramento della situazione generale del mercato.
Si rappresenta, infine che, già a partire dal 1o luglio prossimo, sarà in vigore la nuova pianta del mercato, predisposta dal comune di Ventimiglia, secondo i suggerimenti formulati dalle Forze dell'ordine e dai vigili del fuoco in occasione dei sopralluoghi effettuati nella zona.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
le previsioni fatte dai più insigni economisti alla vigilia della liberalizzazione del mercato assicurativo avvenuta
in particolare, la disparità di trattamento assicurativo tra gli autoveicoli e i ciclomotori, la cui polizze, in proporzione arrivano ormai a cifre da capogiro, è giunta a livelli non più tollerabili: spesso, assicurare un ciclomotore costa molto di più che assicurare un'auto;
in base ai dati forniti dall'associazione nazionale degli assicuratori emerge una forte discrepanza fra le assicurazioni dei due mezzi di trasporto. Una forbice che si allarga sempre più quando si prendono ad esempio città del centro e del sud dove le assicurazioni per i motorini comportano una spesa sproporzionata ma, purtroppo, inevitabile;
le stesse elaborazioni ministeriali certificano la forte disparità, non solo dei motorini, ma di tutte le tariffe assicurativa a livello territoriale, con rincari che raggiungono cifre astronomiche in alcune province del centro-sud;
a Napoli, ad esempio, secondo i calcoli dell'Antitrust, per assicurare un motorino nuovo si pagano in media 1.000 euro! Un normalissimo e comune modello di ciclomotore usato, in discrete condizioni, costa tra i 500 e i 700 euro, tanto quanto la relativa polizza che lo assicura per un anno. Ma il rischio è di vedersi richiedere cifre da capogiro: ben 30 compagnie (quasi la metà del totale) non assicurano i ciclomotori da 50 cc per meno di mille euro, mentre cinque imprese hanno ormai superato il muro dei mille e 500 euro per un anno di copertura dagli incidenti. Tanto quanto costa un motorino nuovo di zecca!;
ma le cose non vanno meglio nel resto d'Italia, a Palermo assicurare un ciclomotore da 50 cc, costa in media 585 euro, pari al 1.552 per cento in più rispetto al 1995 e pari al costo medio di una polizza assicurativa, senza furto, di una auto di media cilindrata! A Bari, sempre secondo i calcoli dell'Antitrust, si pagano 561 euro e così via, da Genova (437 euro) a Milano (309 euro), da Bologna (356 euro) a Roma (543 euro);
il fatto che la situazione sia allarmante lo conferma la segnalazione inviata dall'Ancma (Associazione nazionale ciclo, motociclo, accessori) all'Antitrust l'anno scorso, nella quale si lamentava «nell'ultimo periodo un drastico crollo della domanda» di ciclomotori, dovuta, appunto agli aumenti eccessivi delle tariffe;
a tale riguardo, viene ignorata la circostanza che il più delle volte, il motorino rappresenta una vera e propria necessità per il cittadino che, a causa del traffico, specialmente delle grandi città, è costretto ad utilizzare il ciclomotore, in alcuni casi suo unico mezzo di locomozione, per i suoi spostamenti, non percorribili con i mezzi pubblici che, in quasi tutte le città menzionate, scarseggiano e ritardano risultando inefficaci e insoddisfacenti;
tale situazione si aggrava ancor più se si pensa che i possessori di ciclomotori sono spesso penalizzati per la sosta, i parcheggi riservati scarseggiano e costringono i motociclisti a soste «selvagge» che portano inevitabilmente ad essere passibili di multe salate;
a fronte di questa situazione, caricare ulteriormente con polizze proibitive i possessori di un motorino, sembra risultare un'anomalia tutta italiana diretta più ad arricchire le già opulente assicurazioni che a tutelare i bisogni dei cittadini per i quali il motorino rappresenta l'ancora di salvezza per districarsi nel caos delle grandi città;
la soluzione del problema non può essere, come qualcuno ha suggerito, l'abolizione dell'obbligo e nemmeno in un ritorno alle tariffe controllate: la prima soluzione esporrebbe i cittadini a rischi eccessivi, la seconda bloccherebbe il mercato portando alla chiusura di molte compagnie.
le associazioni dei consumatori, al fine di porre rimedio a questa vera e propria vessazione nei riguardi dei proprietari di ciclomotori, hanno presentato da tempo, al Ministro delle attività produttive una serie di valide proposte, purtroppo rimaste ancora senza riscontro, come ad esempio:
l'introduzione di tre categorie a prezzo controllato perché aventi prestazioni limitate per legge; ciclomotori, moto fino a 125 cc/11 kW, moto fino a 25 kW;
l'inserimento, tra i profili «tipo» che le compagnie sono obbligate a rendere pubblici, di quelli relativi alle precedenti categorie, più quelli dei motociclisti con patente senza restrizioni;
la definizione di una tabella di riferimento per le classi Bonus/Malus, come già avviene per le polizze auto (ora ogni compagnia usa una classificazione non confrontabile con le altre);
il riconoscimento del diritto dell'assicurato a trasferire la polizza su un altro mezzo (attualmente quasi tutte le compagnie trasferiscono la polizza solo in caso di vendita o demolizione del veicolo precedentemente assicurato);
il riconoscimento del diritto dell'assicurato a sospendere la copertura per un periodo compreso tra un mese e due anni (molte compagnie concedono la sospensione per le auto ma non per le moto);
l'obbligo, per le compagnie, su richiesta dell'assicurato, di riconoscere la stessa classe di Bonus/Malus su tutte le polizze intestate alla stessa persona;
l'introduzione delle polizze personali (si assicura la persona invece del veicolo) e obbligo per le compagnie di offrire all'assicurato la possibilità di scegliere tra polizza personale e polizza tradizionale (cioè sul veicolo);
la possibilità di sostituire la copertura assicurativa con una fidejussione bancaria di valore pari al massimale minimo previsto per legge (consentirebbe alle aziende di risparmiare il costo della copertura assicurativa dei veicoli aziendali);
il divieto, per le compagnie, di applicare (sul Bonus) aumenti superiori al tasso d'inflazione ufficiale (calcolato dall'ISTAT);
la revoca dell'autorizzazione alle compagnie che dichiarano per tre anni consecutivi perdite superiori al 3 per cento della raccolta premi nel ramo R.C. Auto;
l'obbligo, per le compagnie, di documentare i casi di truffa dichiarati ed il loro valore;
l'obbligo, per le compagnie, di mettere a disposizione del pubblico le statistiche annuali sui sinistri;
si comprende facilmente come far passare queste proposte non è impresa facile, perché gli interessi in gioco delle lobby assicurative sono molto grandi e «ramificati» come dimostrano le salatissime multe comminate più volte dall'Antitrust alle compagnie di assicurazione, sempre con la stessa motivazione: aver costituito un cartello dei prezzi, ovvero si erano messe d'accordo per non farsi concorrenza, spartendosi il mercato secondo la loro convenienza e a danno degli assicurati. Purtroppo, subito è intervenuta la cosiddetta «legge salva-compagnie» che ha regalato alle stesse società di assicurazione ben 4,2 miliardi di euro di mancati rimborsi agli assicurati;
tuttavia, il Governo, tramite lo stesso Ministro per le attività produttive, il 5 marzo dello scorso anno, aveva sottoscritto un protocollo d'intesa insieme all'ANIA (Associazione Nazionale delle Imprese Assicuratrici) e alle associazioni dei consumatori, dove le parti «consapevoli degli elevati livelli tariffari applicati a tale segmento di rischio (ciclomotori), soprattutto in alcune aree territoriali caratterizzate da un alto numero di sinistri e dal notevole incremento del costo dei relativi risarcimenti»
se il Ministro in indirizzo abbia provveduto alla verifica dell'attuazione dei suddetti impegni, prevista dallo stesso protocollo d'intesa entro il mese di aprile 2004 e, in caso affermativo, quali siano stati i risultati evidenziati, atteso che di fatto nessun beneficio concreto risulta ad oggi riscontrato dai proprietari di ciclomotori assicurati, sempre che non si voglia intendere per riduzione delle polizze il calo dello 0,22 per cento annunciato nei mesi scorsi, ossia una riduzione di appena 1 euro su una polizza da 500 euro, dopo che negli ultimi anni le tariffe sono più che raddoppiate;
se e quali ulteriori iniziative intendano assumere affinché le compagnie assicurative siano indotte ad adottare almeno alcune delle ragionevoli proposte, sopra indicate, formulate dalle associazioni dei consumatori per favorire agevolazioni tariffarie sull'assicurazione dei ciclomotori.
(4-11171)
Le più recenti iniziative di carattere normativo concernenti il settore sono state dapprima la legge 5 marzo 2001, n. 57 (disposizioni in materia di apertura e regolazione dei mercati) e, successivamente, la legge 14 dicembre 2002, n. 273 (Misure per favorire l'iniziativa privata e lo sviluppo della concorrenza).
La legge n. 57 del 2001, aveva introdotto norme per la trasparenza dei servizi assicurativi per i veicoli a motore e previsto l'attribuzione all'Istituto di vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo - ISVAP di alcune nuove funzioni di vigilanza. In particolare, le disposizioni contenute nell'articolo 1 imponevano alle imprese di assicurazione di rendere pubblici i cosiddetti premi annuali di riferimento mediante opuscoli, materiale promozionale, ovvero annunci pubblicitari.
Le imprese erano tenute, inoltre, a comunicare all'ISVAP, al Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti - C.N.C.U. e alle Camere di commercio, industria, artigianato ed agricoltura competenti per territorio, i premi annuali di riferimento offerti agli utenti in ogni singola provincia all'inizio di ogni semestre. La Direzione generale competente del Ministero delle attività produttive, per conto del C.N.C.U., ha provveduto, a pubblicare sul proprio sito WEB i dati relativi ai profili tariffari comunicati dalle compagnie assicurative a decorrere dal 10 luglio 2001, fino a quando tale disposizione di legge non è stata successivamente abolita con la legge n. 273 del 2002.
La legge n. 273 del 2002, attualmente in vigore, costituisce un primo tentativo di riforma organica del settore, poiché introduce una serie di misure atte a favorire la tutela dei consumatori per i servizi assicurativi nel settore RC Auto. In particolare, l'articolo 21, prevede l'istituzione, da parte del Ministro delle attività produttive, di un comitato di esperti»... con il compito di osservare l'andamento degli incrementi tariffari praticati dalle imprese di assicurazione operanti nel territorio della Repubblica...» e, allo scopo di prevenire comportamenti fraudolenti da parte degli utenti la creazione presso l'ISVAP di una banca dati dei sinistri. L'articolo 22 stabilisce, inoltre, che le stesse imprese assicurative sono tenute a rendere pubblici, attraverso adeguati strumenti informativi, le tariffe applicate e le condizioni generali di polizza.
Circa gli elementi più dettagliati sul tema delle tariffe della R.C. auto, nonché sull'attuazione degli impegni assunti con il citato Protocollo d'intesa del 5 maggio 2003 (riduzioni e sconti sulle tariffe dei ciclomotori ecc.), così come richiesto dall'interrogante, si evidenzia quanto segue.
In via preliminare, si forniscono in allegato i dati, elaborati dall'ISVAP, relativi alle tariffe medie ponderate praticate dalle imprese di assicurazione nelle 21 province capoluogo di regione tra il 1o gennaio 2004 e il 1o gennaio 2005, riferite a quattro profili tariffari - tipo:
tipo 1-18enne di sesso maschile, assicurato per la prima volta, formula tariffaria bonus malus, massimale minimo di legge, autovettura 1300 cc benzina;
tipo 2-40enne di sesso maschile, classe di massimo sconto, formula tariffaria bonus malus massimale minimo di legge, autovettura 1300 cc benzina;
tipo 3-18enne di sesso maschile, assicurato per la prima volta, formula tariffaria bonus malus, massimale minimo di legge, ciclomotore 50 cc;
tipo 4-18enne di sesso maschile, assicurato per la prima volta, formula tariffaria bonus malus, massimale minimo di legge, motociclo 250 cc.
Per quanto riguarda la richiesta di rendere pubblici i «profili-tipo» dei motocicli, si richiama l'articolo 22 della legge n. 273 del 2002, che sostituisce l'articolo 12-bis della legge 24 dicembre 1969, n. 990 (Assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti). Tale norma, infatti, introduce l'obbligo per le imprese di assicurazione di pubblicizzare i premi e le condizioni di polizza presso ogni punto vendita e mediante siti internet, in modo da consentire agli utenti di calcolare i premi e prendere visione delle condizioni di polizza per autoveicoli, motocicli, ciclomotori e natanti da assicurare.
A tal fine l'ISVAP, con circolare n. 502 del 25 marzo 2003, ha disposto che presso ogni punto vendita e nel proprio sito le imprese siano obbligate a fornire alla generalità degli utenti un preventivo personalizzato in relazione a tutti i diversi tipi di veicoli previsti nella tariffa ad ogni tipologia di rischio e per l'intero territorio nazionale.
Per quanto concerne altre proposte d'intervento formulate nell'interrogazione parlamentare in questione, si evidenzia che alcune di queste riguardano la verifica degli accordi sottostanti al Protocollo d'intesa sottoscritto in data 5 maggio 2003 dal Ministero delle attività produttive con le Associazioni dei consumatori e l'Ania, il
Riguardo alla proposta di introdurre tariffe controllate per l'assicurazione RC Auto di alcune tipologie di motocicli o ciclomotori o il divieto generalizzato di applicare aumenti superiori al tasso ufficiale di inflazione per gli assicurati inseriti in classi di merito favorevoli, si sottolinea il fatto che ciò sarebbe in contrasto con la liberalizzazione tariffaria disposta dalla Terza direttiva danni 92/49/CE.
Come è noto, infatti, la norma comunitaria intende garantire il principio della libertà tariffaria nell'intero settore dell'assicurazione danni, senza alcuna limitazione per l'assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore. Tale principio implica il divieto di ogni sistema di notifica preventiva o sistematica e di approvazione delle tariffe che un'impresa di assicurazione si proponga di utilizzare nei suoi rapporti con i contraenti, con la conseguenza che non è consentito ad alcun Paese membro di intervenire autoritativamente sulla libertà delle imprese di determinare autonomamente i livelli tariffari.
In relazione alle altre proposte concernenti misure volte a favorire la mobilità degli assicurati attraverso l'introduzione di una «tabella di riferimento unica delle classi bonus/malus», anche per i mezzi a due ruote e l'eliminazione dei vincoli al trasferimento delle polizze già in corso, l'ISVAP ha comunicato che sta valutando l'applicazione concreta della tabella unica anche ai ciclomotori di riferimento, che faciliterebbe la portabilità della copertura e il confronto dei costi.
In ordine alla proposta di introduzione a scelta del singolo interessato di polizze personali anziché legate al veicolo, ciò contrasterebbe, come è noto, con l'attuale sistema dell'assicurazione obbligatoria RC Auto definito dalla legge n. 990 del 1969 che non consente tale possibilità.
Per quanto, infine, concerne i riferimenti all'introduzione degli obblighi di documentazione in caso di truffa e di pubblicazione dei dati relativi ai sinistri, l'ISVAP richiama l'attenzione, da una parte, sul disposto del nuovo articolo 642 codice penale riformulato dall'articolo 24 della citata legge n. 273 del 2002, che rimette la scelta di perseguibilità del reato alla querela della parte offesa, e, dall'altra, sull'istituzione della Banca dati sinistri, prevista dall'articolo 2, comma 5-quater, della legge 26 maggio 2000, n. 137 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 marzo 2000, n. 70, recante disposizioni urgenti per il contenimento delle spinte inflazionistiche), intervenuta con provvedimento ISVAP n. 1764 del 21 dicembre 2000.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Roberto Cota.
il 3 dicembre 2004, i vincitori del test di ammissione per il corso di Laurea specialistica in Scienza delle professioni sanitarie tecniche e diagnostiche si sono recati, come da convocazione del presidente del Corso, presso l'auletta dell'Istituto di radiologia dell'Università di Padova per comunicazioni relative al suddetto Corso;
in tale occasione, ai tecnici con diploma di abilitazione regionale è stato detto che, prima di potersi iscrivere agli esami del Corso di Laurea specialistica, dovevano recuperare 50 Crediti Formativi Universitari, contrariamente a quanto previsto da diversi decreti del Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca scientifica;
al di là della mancata equiparazione dei titoli professionali, non è stata rilasciata alcuna documentazione scritta relativa alla valutazione, impedendo di fatto agli interessati di presentare ricorso -:
se ritenga di dover adottare le iniziative di competenza, onde scongiurare il
(4-12658)
Il citato decreto 509/1999 non ha stabilito nulla in merito al riconoscimento di eventuali crediti o debiti formativi a carico dell'immatricolando dal momento che questa materia è di esclusiva competenza delle università, vigente l'autonomia didattica delle stesse.
Sulla base del descritto quadro normativo non si ritiene che il comportamento dell'Ateneo di Padova possa dirsi in contrasto con alcuna legge dello Stato.
L'università, infatti, ha ammesso al corso di laurea specialistica in scienze delle professioni sanitarie tecniche e diagnostiche gli studenti vincitori del concorso, seppure con debito formativo, rientrando nella facoltà degli organi accademici sia la valutazione della preparazione dei singoli studenti che lo stabilire eventuali debiti.
L'università di Padova, alla quale sono stati richiesti elementi istruttori, ha, inoltre, trasmesso un estratto del verbale del consiglio della facoltà di medicina e chirurgia del 10 marzo 2005 con il quale si è provveduto a formalizzare le linee guida per l'ammissione ai corsi di laurea specialistica delle professioni sanitarie.
Queste sono state delineate, a seguito di una riunione svoltasi il 31 gennaio 2005 con il prorettore alla didattica, professor Voci, il prorettore per la condizione studentesca e il diritto allo studio, professor Scutari, i membri dei CTO delle lauree specialistiche delle professioni sanitarie, ed i responsabili delle segreterie studenti, approvate dalla commissione didattica e, con il predetto verbale, dal consiglio di facoltà entrando a far parte integrante dei singoli regolamenti selle lauree specialistiche delle professioni sanitarie, già approvati dalla facoltà.
Queste stabiliscono che nelle ipotesi di ammissione diretta, essendo questa prevista in deroga al superamento dell'apposita prova, sia da considerarsi presupposta l'adeguata preparazione individuale dello studente al quale, pertanto, non possono essere richieste integrazioni curriculari ma può essere al massimo suggerito da parte del comitato di coordinamento tecnico un percorso di aggiornamento da realizzarsi attraverso lo studio individuale.
In ordine, invece, all'iscrizione dei candidati utilmente collocati nella graduatoria di ammissione, è previsto che, se questi sono in possesso della laurea triennale, della quale la specialistica rappresenta il percorso sequenziale, essi saranno tenuti a seguire il percorso standard senza dover effettuare alcuna integrazione curriculare.
Se, invece, sono in possesso di altro titolo, pur idoneo all'accesso, si deve predisporre un «contratto formativo individuale» con la determinazione del percorso didattico da compiere quale insieme di conoscenze formative imprescindibili per frequentare il biennio specialistico, tenuto conto di quanto suggerito dall'Osservatorio nazionale delle professioni sanitarie nella mozione del 21 ottobre 2004 in tema di riconoscimento dei titoli pregressi per il conseguimento della laurea triennale delle professioni sanitarie.
Tale percorso comprende, secondo le indicazioni del Consiglio di corso di studio sia una integrazione del curriculum, con attribuzione a seguito di verifica di un numero di CFU non superiore a 25, sia la frequenza obbligatoria di specifiche attività formative, con forme di verifica dell'apprendimento anche in itinere.
Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Letizia Moratti.
nel settembre scorso l'associazione «Altroconsumo», una delle più rappresentative nel campo della difesa dei consumatori, in collaborazione con l'Osservatorio di Pavia, ha effettuato un'indagine per accertare se le regole imposte dalla vigente regolamentazione in materia di diffusione pubblicitaria fossero realmente rispettate nelle reti televisive nazionali Rai 1, Rai 2, Rai 3, Canale 5, Rete 4, Italia 1 e La 7 ed in tre circuiti locali quali Telelombardia, Odeon TV e 7Gold;
la ricerca è stata condotta monitorando una settimana di programmazione televisiva e la diffusione dei messaggi pubblicitari nelle due fasce orarie che vanno dalle ore 16.00 alle ore 19.00, la cosiddetta fascia protetta, e dalle ore 19.00 alle ore 22.30, fascia in cui i minori seguono generalmente i programmi televisivi insieme ai genitori;
l'indagine effettuata ha rilevato che i limiti orari di affollamento pubblicitario, stabiliti dalla legge 233/90, e poi ribaditi dalla legge 112/04, la cosiddetta legge Gasparri, sono stati largamente ignorati proprio nella fascia oraria monitorata, che è poi quella più delicata in quanto registra la maggior presenza di utenti in età non matura;
il Codice di autoregolamentazione prevede che la pubblicità di alcolici non deve in alcun modo essere trasmessa in fascia protetta, avviene invece che, in palese violazione dell'articolo 10 della legge 112/04, non viene prestata alcuna attenzione alla tutela dei minori, trasmettendo spot pubblicitari di alcolici e bevande energetiche proprio durante le ore in cui i minori vedono da soli la TV;
in violazione dell'articolo 4, comma 1, lettera C) della legge 112/04, inoltre, i cartoni animati destinati ai bambini vengono ripetutamente interrotti da spot pubblicitari;
nella pubblicità destinata ai giovani e giovanissimi si evidenziano messaggi non trasparenti e quindi poco salutari anche sotto il profilo nutrizionale, con una sollecitazione continua e poco filtrata a consumare merendine, snack e dolciumi, cibi generalmente ricchi di grassi e conservanti -:
se non intenda intervenire sul piano legislativo adottando iniziative normative volte a prevedere disposizioni più rigorose che vietino spot di qualsiasi tipo nella fascia oraria protetta e soprattutto nelle trasmissioni rivolte espressamente ad un pubblico minorenne.
(4-12725)
Nel calcolo, infatti, sono state incluse, oltre alla pubblicità tabellare, anche le sponsorizzazioni - soggette ad un diverso regime (decreto ministeriale n. 581 del 1993) - le telepromozioni che la legge n. 112/04 ha parificato alle televendite assoggettandole al solo limite di affollamento giornaliero, ed i trailer cinematografici che non sono riconducibili alla nozione di pubblicità, atteso che l'Autorità stessa con deliberazione 54/03/CONS li ha inclusi nella categoria dei «programmi di attualità».
Inoltre, è stato fatto notare che nell'indagine di cui trattasi non è stata considerata la possibilità - prevista dalla normativa vigente - di applicare agli affollamenti orari un margine di oscillazione del 2 per cento in eccesso, da recuperare nell'ora precedente o in quella successiva.
Da tale diversa impostazione dipendono le discordanze esistenti fra i dati pubblicati
Nel precisare che non esiste alcuna norma che vieta la pubblicità di prodotti alimentari e di dolciumi, l'Autorità medesima ha significato che nel periodo monitorato (settembre 2004) la RAI non ha mai trasmesso telepromozioni e, pertanto, gli affollamenti pubblicitari sono risultati in linea con i limiti previsti.
Per le emittenti private, invece, l'Autorità ha rilevato degli sforamenti - seppure di entità diversa rispetto a quella indicata nell'indagine in argomento - ed ha avviato i relativi procedimenti sanzionatori; allo stato attuale due di essi hanno trovato conclusione, in un caso con l'archiviazione ed in un altro caso con un'ordinanza-ingiunzione (delibera n. 28/05/CSP dell'8 marzo 2005) di irrogazione della sanzione nel massimo edittale.
Per quanto attiene alle interruzioni dei cartoni animati segnalate dall'indagine di Altroconsumo che ha messo in evidenza la trasmissione, da parte di RAI 2, di pubblicità all'interno del programma di cartoni animati andato in onda tra le ore 20 e le ore 20,30 nel periodo suddetto, la medesima Autorità ha precisato che il monitoraggio ha evidenziato che gli spot pubblicitari sono stati trasmessi fra un cartone e l'altro, secondo una modalità che non costituisce violazione, in quanto ciascun cartone rappresenta un programma autonomo.
Con riferimento a tale tipo di interruzione l'Autorità ha comunque fatto presente di aver avviato, nel corso del 2004, un procedimento sanzionatorio nei confronti di una emittente televisiva in ambito nazionale, conclusosi con un provvedimento di archiviazione (delibera 263/04/CSP del 17 novembre 2004) avendo riscontrato che gli episodi oggetto di segnalazione non afferivano a cartoni animati per bambini, ma ad un lungometraggio cinematografico o a un cartone animato per adulti, soggetti a diverso regime per quanto si riferisce alle interruzioni pubblicitarie, mentre un altro procedimento istruttorio è in corso per violazione del divieto pubblicitario di cartoni animati destinati a minori.
In merito, inoltre, alle eccezioni sollevate nell'inchiesta dell'associazione Altroconsumo circa l'orientamento che rende ammissibile l'inserimento di pubblicità fra i singoli cartoni animati all'interno di programmi contenitori, l'Autorità ha specificato che l'orientamento, originariamente adottato dal Garante per la radiodiffusione e l'editoria, è stato fatto successivamente proprio dalla Commissione per i servizi e prodotti e, conseguentemente tanto l'attività di monitoraggio delle trasmissioni, quanto i successivi esiti sanzionatori, si conformano a tale indirizzo.
Per quanto concerne la trasmissione di spot di bevande alcoliche, nel premettere che il codice di autoregolamentazione TV e minori prevede che tali interruzioni pubblicitarie non debbano essere effettuate all'interno dei programmi direttamente rivolti ai minori, ovvero in adiacenza ai programmi per minori, la ripetuta Autorità ha comunicato che i controlli non hanno evidenziato violazioni a tale disposizione ed, a titolo di esempio, ha segnalato che la pubblicità di bevande alcoliche, quali la birra, sul canale Italia 1 viene solitamente trasmessa a ridosso del telegiornale di prima serata in onda elle ore 18,30 o subito dopo il «meteo» che segue il telegiornale; tali programmi, infatti, pur essendo trasmessi nella fascia protetta (cioè nell'orario tra le ore 16,00 e le ore 19,00), non sono qualificabili come dedicati ai minori.
Quanto, infine, agli spot di bevande energetiche, non esistono specifici divieti alla loro trasmissione.
Il Ministro delle comunicazioni: Mario Landolfi.
fin dall'aprile 2003 l'«Associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980» aveva inviato al ministero e a Poste Italiane la proposta di emissione di un francobollo commemorativo in occasione del 250 anniversario della strage, che sarebbe caduto nell'agosto 2005, il cui bozzetto doveva scaturire da
il 10 ottobre 2003, il sindaco di Bologna, il presidente della provincia ed il presidente della regione Emilia-Romagna hanno trasmesso una lettera al ministro delle comunicazioni ed al responsabile della Divisione Filatelia di Poste Italiane per sostenere la proposta dell'Associazione;
anche tramite il direttore della filiale di Bologna di Poste Italiane iniziarono, da allora, i contatti con il ministero e con la Divisione Filatelia per la realizzazione del progetto, con l'intesa che l'Associazione avrebbe indetto il concorso e avrebbe trasferito i primi venti elaborati a Poste Italiane per la decisione finale;
dall'ottobre 2004, dopo aver chiesto chiarimenti in merito alla volontà di partecipazione all'attuazione del progetto da parte del ministero e di Poste Italiane, l'Associazione non ha più avuto notizie, nonostante i continui solleciti;
lo scorso 2 marzo 2005 l'Associazione ha comunque indetto il concorso «per l'esecuzione di un francobollo che il Governo non ha voluto emettere» -:
se il Ministro non intenda adottare tempestivi provvedimenti per dare esecuzione alla proposta dell'Associazione, al fine di esprimere la volontà del Governo di non lasciar passare la commemorazione del 25 anniversario della strage nell'oblio, rinnovando la memoria di quel tragico evento della più recente storia nazionale.
(4-13463)
Tali scelte, infatti, derivano dalla necessità di contenere il numero delle emissioni di carattere commemorativo e celebrativo - che, peraltro, riflette un'esigenza rappresentata da tempo da tutte le categorie interessate - e determinano l'eliminazione ditemi, soggetti e ricorrenze pure meritevoli di considerazione.
Ciò premesso, si significa che tra gli elementi di valutazione alla base della definizione del programma filatelico figura quello di evitare di rappresentare nei francobolli, per quanto possibile, catastrofi o avvenimenti tragici che hanno interessato il nostro Paese.
Le eccezioni verificatesi in questi anni si riferiscono a francobolli nei quali più che gli eventi tragici in cui sono risultate coinvolte, sono state ricordate le figure dei protagonisti (i giudici Borsellino e Falcone, il generale Dalla Chiesa, il commissario Calabresi) oppure eventi collegati alla seconda guerra mondiale (l'eccidio della divisione Acqui, l'eccidio di Sant'Anna di Stazzema).
Non risultano essere stati emessi francobolli per ricordare eventi tragici, come i sismi che hanno funestato il nostro Paese o le alluvioni o, caso recente, il 40o anniversario della tragedia del Vajont, avvenimenti per i quali è sempre stata avanzata la proposta di emissione mai accolta dalla Consulta per la filatelia.
Anche nel caso in esame del 25o anniversario della strage della stazione di Bologna la proposta, pur sottoposta nelle sedute del 27 novembre 2003, del 7 luglio e del 29 novembre 2004 all'esame della predetta Consulta - organo collegiale, che, come è noto, coadiuva il Ministro delle comunicazioni nella definizione del programma annuale - non ha trovato accoglimento.
Si fa presente, infine, che in data 4 maggio 2005 la IX Commissione della Camera dei deputati ha approvato la risoluzione n. 7-617 dell'on.le Meroi recante l'impegno per il Governo di provvedere, nel prossimo programma filatelico, all'emissione di un francobollo a ricordo di tutte le vittime del terrorismo, al fine di mantenere
Il Ministro delle comunicazioni: Mario Landolfi.
la Siremar ha inoltrato a tutte le Autorità e Enti competenti rapporto formale sui pontili destinati all'attracco degli aliscafi nel settore Eolie rappresentando scalo per scalo, le condizioni aggiornate di operabilità tecnica e la conseguente e non meno importante rispondenza, sia in termini commerciali che in quella di sicurezza, nei confronti dell'utenza come di seguito:
Alicudi. Lo scalo, a causa dell'insufficienza del fondale, non consente di posizionare i mezzi opportunamente, ad evitare che le ali subiscano danni, pertanto i Comandanti devono operare appoggiando l'unità solo sul primo rullo esterno (all'altezza della plancia). L'unica bitta utilizzata come spring si trova in uno stato molto precario, di totale vetustà. Tale bitta peraltro non è nemmeno ancorata perfettamente e non è escluso si possa spezzare se sottoposta a sforzo, in caso di risacca. Il primo respingente è una gomma per camion, assolutamente inidonea; il secondo respingente è caduto; il terzo manca della parte superiore. Si segnala infine che le grate di ferro sono ancora divelte, con notevole pericolo procurato ai passeggeri, i quali non dispongono di alcun riparo o tettoia. Nessuna illuminazione sia in termini di ausilio all'approdo né per l'utenza. Scalo particolarmente esposto in caso di libeccio e scirocco;
Filicudi. La struttura dell'approdo è gravemente danneggiata ed il braccio interno (lato terra) è stato del tutto asportato dai marosi, ne consegue un'inaccettabile difficoltà delle manovre di ormeggio e disormeggio e di quelle di imbarco-sbarco dei passeggeri, anche in condizioni meteomarine favorevoli. Anche qui nessun riparo per l'utenza, nessuna illuminazione sia in termini di ausilio all'approdo né per l'utenza. Scalo particolarmente esposto in caso di tramontana, scirocco e levante;
Filicudi Pecorini. C'è solo un pontile di fortuna, assolutamente non attrezzato e ad alto rischio;
Rinella. Lo slancio che porta la passerella a bordo è da sostituire (o quantomeno riparare). È necessario inoltre risistemare le catene del primo respingente (una da sostituire del tutto, dell'altra rinforzarne il maniglione). Presente illuminazione, non c'è struttura per l'utenza. Esposizione particolare in caso di scirocco, mezzogiorno ponente e libeccio;
Santa Maria Salina. In atto operabilità sufficiente, pur se lo scalo rimane esposto in caso di libeccio; sono presenti tettoie e panchine, ed illuminazione sia di ausilio all'approdo che per i passeggeri;
Panarea. A causa delle mareggiate, anche qui vi è insufficienza di fondale, e i mezzi toccano con le ali anche con mare calmo. È presente illuminazione. Scalo esposto in caso di grecale, levante, scirocco, mezzogiorno e libeccio;
Stromboli. Scalo al momento sufficientemente operabile. Non v'è però alcun riparo per i passeggeri. Esposizione particolare in caso di grecale, levante, scirocco, mezzogiorno, libeccio (se forte);
Lipari. Punta Scaliddi (banchina utilizzata anche per le navi): ci sono gomme che fungono da parabordo ma con la risacca appena accennata si rischiano seri danni alle ali, che potrebbero anche staccarsi in caso di forte urto. Non vi è illuminazione né riparo per i passeggeri. L'esposizione è rilevante in caso di grecale, levante e scirocco. Con la risacca anche bassa è impossibile operare. Pontile a giorno: il passeggero è seriamente esposto alle intemperie, che distruggono la protezione gommosa del pontile a grata con enorme facilità. Struttura esposta seriamente con grecale, levante e scirocco. Con mare forza 2-3 è possibile attraccare e sbarcare i passeggeri in sicurezza. Pignataro:
Vulcano. I respingenti del pontile lato sud sono posizionati in modo da costituire pericolo per i bottazzi e per i finestrini dei mezzi. Per l'utenza esiste illuminazione e una struttura minima di grecale, levante e scirocco. Per l'utenza esiste illuminazione e una struttura minima di riparo;
al fine di assicurare la regolarità e la sicurezza dei servizi è assolutamente indispensabile, secondo gli interroganti, il ripristino delle condizioni minime di operabilità tecnica dei pontili, secondo le indicazioni sopra evidenziate -:
quali provvedimenti urgenti intenda adottare in merito.
(4-12715)
Tuttavia, in relazione al contenuto di tale rapporto si pone in evidenza che i porti in questione sono di competenza regionale e che alla relativa manutenzione e/o riparazione devono provvedere le competenti Amministrazioni comunali.
Si fa presente, inoltre che, ai sensi dell'articolo 17, comma 1 lettera c) della legge n. 109/94 come modificata dalle leggi regionali n. 7/2002 e 7/2003, gli ex uffici delle OO.MM. ora SIIT possono effettuare attività di studio, progettazione e direzione lavori di opere marittime e portuali per conto delle singole amministrazioni della regione siciliana, soltanto previo apposito incarico.
Giova tuttavia porre in luce che con l'Accordo di programma quadro per il trasporto marittimo sottoscritto tra Stato e regione Sicilia in data 5 novembre 2001 è stato previsto l'importo di euro 25.822.844,95 a valere sul POR Sicilia 2000-2006 per la realizzazione di «opere per la messa in sicurezza dei porti delle Isole Eolie» per le quali questa Amministrazione sta redigendo i relativi progetti.
Nell'ambito di tali progetti potranno essere realizzati gli interventi finalizzati ad assicurare l'operatività tecnica dei pontili in argomento.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
secondo quanto riportato dagli organi di stampa, in data 13 settembre 2004 presso la scuola media statale di via Fosso dell'Osa si sono presentati, prima nel complesso distaccato, poi nella sede centrale, due carabinieri che avrebbero posto una serie di domande, prima al collaboratore del dirigente scolastico e poi a quest'ultimo, inerenti l'applicazione della Riforma della scuola;
in particolare, i militi volevano sapere se c'era stata piena osservanza di quanto dispone la Riforma Moratti, se qualcuno ne avesse ostacolato in qualche modo l'applicazione, se si erano verificati scioperi, soprattutto nella prima ora di lezioni;
di fronte alla comprensibile e legittima costernazione del dirigente scolastico e del suo collaboratore, che chiedevano delucidazioni su chi avesse autorizzato l'iniziativa, i militi rispondevano che essa non era stata presa a livello locale ma
la stessa cosa si sentiva rispondere il presidente del Consiglio di Istituto, rivoltosi alla stazione dei carabinieri di zona;
a parere dell'interrogante nel caso in questione si configura un'accettabile intimidazione nei confronti del corpo docente -:
chi abbia autorizzato l'indagine in oggetto e quali fini essa persegua.
(4-10956)
Per completezza di informazione si fa presente che il comando generale dell'Arma dei carabinieri, II Reparto - ufficio operazioni, ha riferito che «il 13 settembre 2004, in occasione dell'inizio dell'anno scolastico, una pattuglia della stazione carabinieri di San Vittorino Romano, nel corso di una perlustrazione, ha preso contatti con i presidi, i docenti ed il personale di alcune scuole primarie e secondarie di I grado ubicate nel territorio di competenza.
L'iniziativa è stata adottata, a livello locale, analogamente agli anni precedenti, per proporre la presenza dell'Arma quale referente per ogni esigenza concernente la sicurezza degli studenti e delle infrastrutture.
Nel contesto di tale attività i militari dell'Arma, presso la scuola media statale «Rossini», hanno avuto un breve colloquio con il preside, professor Lino Fazio, al quale hanno rivolto domande esclusivamente sui menzionati aspetti di interesse istituzionale, con particolare riguardo al riproporsi di eventuali fenomeni di bullismo. Nella circostanza, non venivano segnalate problematiche sotto il profilo della sicurezza».
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
il giorno 9 marzo 2005, nel corso di una manifestazione delle marinerie sulcitane nelle acque attorno al poligono di Teulada, un mezzo da sbarco della Marina italiana urtava due pescherecci; secondo la testimonianza dei proprietari delle barche danneggiate, l'impatto sarebbe avvenuto mentre un'unità anfibia della Marina Militare in esercitazione tentava di superare il blocco dei manifestanti; l'imbarcazione militare avrebbe infatti accelerato improvvisamente per superare il presidio dei pescatori e sarebbe entrata in collisione con le 2 barche dei pescatori;
secondo i signori Luciano Marica e Romeo Puddu, proprietari delle barche, la ricostruzione degli accadimenti - riportata dal quotidiano Liberazione in data 1 aprile 2005 - è la seguente: un gruppo di imbarcazioni di pescatori stava manifestando per chiedere la bonifica del mare davanti al poligono di Capo Teulada e contro l'interdizione delle acque alla pesca; a un tratto alcuni mezzi anfibi militari italiani e spagnoli tentavano di sfondare il presidio davanti a Porto Scudu, effettuando delle gimcane tra i pescherecci e compiendo brusche virate allo scopo di intimorire i manifestanti; alle proteste dei pescatori, che reclamavano a gran voce la tutela del diritto al lavoro, gli equipaggi spagnoli bloccavano i motori mentre il mezzo italiano tentava di accelerare e finiva per urtare le imbarcazioni dei pescatori;
il colonnello Giancarlo Cardaropoli, del Comando regionale sardo, avrebbe ammesso
i signori Puddu e Marica, hanno attualmente i pescherecci agli ormeggi in attesa di verificare eventuali cedimenti strutturali, operazione possibile solo portando la barca in un bacino di carenaggio, per farla periziare da un tecnico e quindi ripararla, ma non sono nelle possibilità economiche per poterlo fare; d'altra parte, la pesca è l'unica forma di sostentamento per le loro famiglie e con le imbarcazioni ferme vengono perse preziose giornate di lavoro;
i danni riportati dalle imbarcazioni sono i seguenti: la barca del signor Marica presenta un'evidente spaccatura sulla murata sinistra, mentre in quella del signor Puddu l'impatto ha danneggiato la prua e divelto un fregio; per stilare una stima precisa dei danni occorre stabilire se vi è stata compromissione del telaio delle imbarcazioni e il costo per trasportare i pescherecci al bacino di carenaggio è di circa 2000 euro -:
se non ritenga urgente attivarsi affinché si provveda al risarcimento dei danni subiti dalle imbarcazioni dei pescatori nel corso di una manifestazione pacifica per il diritto al lavoro e causati dal comportamento tenuto dall'equipaggio di un mezzo anfibio militare che secondo l'interrogante deve qualificarsi irresponsabile e che solo per una casualità non ha comportato conseguenze ben più gravi.
(4-13639)
In particolare, il poligono di capo Teulada è la principale risorsa addestrativa dell'Esercito ed è di fondamentale importanza per il raggiungimento degli obiettivi addestrativi.
Le attività addestrative vengono preventivamente valutate ed autorizzate solo dopo un esame dell'impatto ambientale e previa consultazione del Comitato misto paritetico costituito presso la regione Sardegna, ai sensi della legge n. 898 del 1976.
Le stesse sono, inoltre, soggette ad una rigorosa applicazione di specifiche norme tese a verificare il rispetto degli aspetti di sicurezza e di impatto ambientale.
Ciò posto, la Difesa ha già riferito in merito all'episodio verificatosi nel marzo scorso nelle acque antistanti il poligono di capo Teulada, in concomitanza di esercitazioni militari, fornendo risposta ad analogo atto (n. 4-13415).
Ad integrazione di quanto già rappresentato, nel ribadire che la notizia del presunto speronamento di una imbarcazione da pesca da parte di un mezzo anfibio italiano risulta infondata, si sottolinea che le affermazioni dell'ufficiale addetto alla pubblica informazione del Comando militare autonomo della Sardegna sono presumibilmente riferibili ad un'intervista telefonica rilasciata ad un giornalista del quotidiano «Liberazione», in cui venivano commentate alcune immagini diffuse dal telegiornale di un'emittente locale.
In tale circostanza è stato riferito che, sebbene le immagini mostrassero una motovedetta affiancata ad imbarcazioni da pesca, tuttavia, non vi erano elementi tali da ricondurre l'affiancamento ad una collisione tra le due unità.
Peraltro, si conferma che l'ipotesi di uno speronamento viene esclusa dai filmati effettuati rispettivamente dall'Ufficiale Addetto alla Sicurezza e da due rappresentanti della stampa locale (Il Giornale di Sardegna e La Nuova Sardegna).
In particolare, le competenti Autorità militari hanno riferito che alle ore 10,30
Durante il transito di avvicinamento alla spiaggia, nave «San Marco» ha avvisato il comandante della «Men 221» della presenza in mare di alcuni pescherecci.
Tali pescherecci, successivamente, hanno superato il mezzo da sbarco e tagliato la rotta, ad una distanza di circa 50 metri.
Il Comandante dell'unità navale ha fermato prontamente il mezzo, mantenendo una distanza superiore a 10 metri dai pescherecci, i quali si sono avvicinati ulteriormente fino a circa 3 metri (senza mai venire in contatto) ed intimato al conducente del mezzo di non procedere.
Una motovedetta della Polizia, che aveva nel frattempo raggiunto la zona, ha consigliato al comandante della Men 221 di non proseguire verso la costa.
La stessa, ricevuta conferma di rientrare da parte di Nave San Marco, ha invertito la rotta e si è diretta, lentamente, verso l'unità di controllo.
È di tutta evidenza che l'analisi della dinamica dei fatti non lascia in alcun modo intravedere comportamenti censurabili da parte del personale militare coinvolto, le cui attività sono sempre improntate a criteri di professionalità, competenza e rigoroso rispetto delle norme.
Si soggiunge, altresì, che non essendosi verificato alcun danno, non vi è, di conseguenza, la necessità di intraprendere iniziative volte al relativo risarcimento.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
secondo quanto riportato in un comunicato emesso dalla RSU dello SMMT di Baiano di Spoleto in data 11 aprile 2005, i manufatti esplosi a seguito dell'incidente verificatosi presso lo stabilimento di Baiano in data 10 aprile 2005 sono stati prodotti da una ditta privata e successivamente inviati presso lo stabilimento affinché, attraverso una modifica ideata nello stabilimento stesso e approvata dallo Stato Maggiore, venissero messi in completa sicurezza;
nel corso degli ultimi 5 anni sarebbe stata ripristinata quasi completamente tutta la produzione dei vecchi manufatti difettosi, mentre il rimanente sarebbe andato distrutto nell'esplosione del 10 aprile 2005;
nei manufatti prodotti da enti come lo SMMT di Baiano, anche a distanza di decenni dalla data di fabbricazione, non si sono mai verificati deterioramenti e pericoli, grazie all'esperienza e all'alta professionalità dei lavoratori impiegati presso l'ente SMMT; da anni, tuttavia, si parla di privatizzare lo SMMT e l'esodo di tecnici e di quadri dirigenziali, nonché il mancato stanziamento degli investimenti necessari a salvaguardare il posto di lavoro degli oltre 250 dipendenti civili dello SMMT e a garantire la completa sicurezza degli impianti, lasciano presagire che quello della privatizzazione potrebbe essere il destino riservato allo stabilimento di Baiano di Spoleto -:
se non ritenga che il processo di privatizzazione avviato con il decreto legislativo 28 novembre 1997, n. 459 - sulla riorganizzazione dell'area tecnico-industriale del Ministero della difesa - e successivamente con il decreto di attuazione decreto ministeriale 20 gennaio 1998, oltre a pregiudicare il futuro lavorativo di centinaia di dipendenti civili dalle alte capacità professionali, costituisca un grave rischio per la sicurezza della lavo razione dei pericolosi manufatti, sulla quale verrebbe a cadere qualsiasi possibilità di controllo pubblico.
(4-13821)
Per completezza d'informazione, si precisa che attesa la necessità di disporre urgenti misure per la rimozione delle situazioni di pericolo e per la messa in sicurezza dei luoghi interessati, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha emesso l'ordinanza n. 3433 per la nomina del generale in ausiliaria Carmine Fiore quale commissario delegato.
Detto commissario ha il compito di sovrintendere al completamento delle operazioni di bonifica di tutta l'area esterna alla Stabilimento in questione e di provvedere, altresì, ad accertare, determinare e quantificare i danni causati dall'esplosione, anche sulla base delle segnalazioni del comune di Spoleto e dei risultati delle attività istruttorie svolte da un apposito comitato composto dai rappresentanti di tutte le amministrazioni coinvolte.
Ciò premesso e con specifico riferimento al presunto processo di privatizzazione dello Stabilimento in parola, il decreto legislativo n. 459/ 1997 ha disposto la ristrutturazione dell'area tecnico-industriale della Difesa attraverso una riorganizzazione ed un rilancio produttivo, che renda gli stabilimenti pienamente efficienti e consenta, nel contempo, di conseguire l'economica gestione.
In tale processo, appare opportuno sottolineare il ruolo che svolge l'Agenzia industrie difesa (istituita a norma dell'articolo 22 del decreto legislativo n. 300/1999), nell'assicurare la gestione coordinata delle attività di nove stabilimenti che le sono stati conferiti (compreso Baiano di Spoleto), allo scopo di riorganizzarli, promuoverne il rilancio produttivo e pervenire ad una gestione economica degli stessi.
Ciò posto, l'Agenzia industrie difesa, che ha varato un circostanziato programma di investimenti, correlato al piano industriale dello stabilimento di Baiano di Spoleto, è istituzionalmente pubblica amministrazione e non un'azienda privata, e rappresenta lo strumento istituito allo scopo di assicurare l'efficiente ed efficace proseguimento delle attività delle strutture industriali affidate nel pieno rispetto delle leggi vigenti, ivi incluse quelle che attengono alla sicurezza sul lavoro.
Conseguentemente, il «rischio» ipotizzato dall'interrogante in relazione ad una mancanza di «controllo pubblico», è del tutto infondato.
Con riferimento, in ultimo, agli eventuali pregiudizi del futuro lavorativo dei dipendenti civili dello stabilimento, si assicura che l'Agenzia, nel pieno rispetto delle procedure di legge, garantisce a tutto il personale interessato - previa concertazione con le parti sociali - il rientro nella Pubblica amministrazione e, in particolare, nella Difesa.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
l'Italia è, nel mondo, tra i paesi a più alta intensità di consumo dell'alluminio, la produzione nazionale di alluminio primario, però, copre solo il 12 per cento del fabbisogno, per cui la sua produzione integrata ai comparti industriali a monte e a valle (trasformazione e secondario), ne costituisce un'indispensabile salvaguardia;
nel processo produttivo del metallo leggero, l'energia elettrica costituisce una vera e propria «materia prima», la cui disponibilità e, chiaramente, il suo prezzo, determinano sia la competitività che la sopravvivenza economica degli impianti esistenti;
la produzione di alluminio primario è quella che comporta un maggior impiego di energia elettrica tra i vari metalli;
ALCOA S.p.a. opera in Italia con due stabilimenti per la produzione del Primario, uno in Sardegna, con capacità di 150.000 t/anno, e uno nel Veneto, a Fusina, con capacità di 45.000 t/anno, i quali sono tra di loro strettamente integrati. Entrambi gli impianti, avviati nei primi anni '70, lavorano con una tecnologia che
la possibilità di proseguire l'attività per questi stabilimenti, è strettamente legata al prezzo dell'energia elettrica, il quale deve essere in linea con quelli praticati alla concorrenza in campo internazionale;
nel 1996, l'alluminio primario italiano è stato privatizzato, con la cessione degli stabilimenti ad ALCOA S.p.a. Nell'accordo di cessione si prevedeva per ALCOA S.p.a. l'impegno dal mantenimento dell'occupazione e la realizzazione di un piano industriale che necessitava di importanti investimenti, mentre il Governo si impegnava a fornire ALCOA S.p.a. energia elettrica ad un prezzo agevolato in linea con quello medio europeo, per 10 anni;
in base a questo accordo ALCOA S.p.a., ha goduto di agevolazioni sulle tariffe dell'energia elettrica per tutti i suoi stabilimenti, tariffe che, senza questo alleggerimento, sono le più care d'Europa;
dette agevolazioni sono previste per altri due anni ad ALCOA S.p.a., ma solo per lo stabilimento (primario e fonderie) presente in Sardegna, e non per quelli presenti nel resto d'Italia, come l'impianto veneziano di Fusina per il quale scadono a fine anno;
le agevolazioni di cui trattasi, contribuiscono in maniera sostanziale, a far sì che grandi industrie come ALCOA S.p.a., trovino ancora conveniente continuare a produrre in Italia, allontanando l'ipotesi di una delocalizzazione produttiva, con conseguente chiusura parziale o totale di alcuni impianti, così come recentemente ventilato dalla dirigenza di ALCOA S.p.a., in seguito al mancato rinnovo delle agevolazioni in argomento;
dallo scioglimento di questo «nodo» relativo all'energia elettrica, dipenderà il futuro degli stabilimenti di ALCOA S.p.a. in Italia, esso rappresenta infatti per l'industria, una delle più importanti voci di spesa -:
se non ritenga di intervenire, affinché vengano rinnovate le agevolazioni tariffarie elettriche ad ALCOA S.p.a. per lo stabilimento di Fusina (Venezia), così come è stato per quello esistente in Sardegna, al fine di scongiurare una chiusura anche parziale dello stabilimento veneziano, che lascerebbe a casa, entro breve tempo, centinaia di operai;
se non ritenga inoltre, di definire con ALCOA S.p.a. accordi di più lungo periodo nei quali, a fronte di tariffe energetiche favorevoli, corrisponda un maggiore impegno di ALCOA S.p.a. su investimenti e salvaguardia occupazionale.
(4-11484)
L'articolo 11, comma 11, della citata legge dispone infatti che l'applicazione di condizioni tariffarie favorevoli per le forniture di energia elettrica di cui all'articolo 1, lettera c), del decreto-legge 18 febbraio 2003, n. 25, convertito con modificazioni, dalla legge 17 aprile 2003, n. 83, sia prorogata a tutto l'anno 2010 alle condizioni tariffarie di cui al 31 dicembre 2004.
Con riferimento al campo di applicazione, si fa presente che tra i soggetti beneficiari del provvedimento sono comprese le industrie operanti nel settore della produzione di alluminio primario su tutto il territorio nazionale.
Si evidenzia, ancora che il Ministero delle attività produttive, insieme agli Uffici delle altre amministrazioni interessate, ha avviato un confronto, tuttora in corso, con i Servizi della Commissione europea al fine di esaminare eventuali riflessi della misura in parola sotto il profilo della disciplina in materia di aiuti di Stato.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Valducci.
si apprende con grande preoccupazione degli amministratori locali, della recentissima determinazione del Ministero degli interni denominata «determinazione di conguagli relativi all'applicazione nei confronti dei comuni della disciplina dell'addizionale sui consumi di energia elettrica», pubblicata sul sito INTERNET del Ministero degli interni, che dispone l'obbligo per i comuni di provvedere alla restituzione al Ministero di ingenti somme, a titolo di conguaglio, per maggiori introiti trasferiti ed incassati relativi alle addizionali sui consumi di energia elettrica per il periodo 2000-2004;
tale conguaglio viene motivato con il fatto che gli importi richiesti in restituzione sarebbero stati erroneamente erogati a seguito di un precedente errore di calcolo imputabile all'agenzia delle dogane;
si cita ad esempio che l'ammontare della somma da restituire a carico del piccolo comune di Campolongo Maggiore (Venezia), ammonterebbe a complessivi euro 157.000,00, dei quali 126.000,00 per il periodo pregresso 2000-2004 e 31.000,00 per l'anno 2005;
si tratta, con tutta evidenza, di una richiesta che, se accolta, finirebbe col gettare sul lastrico le finanze locali, già disastrate dalle recenti leggi finanziarie, comportando di fatto l'interruzione delle attività di numerosi enti locali, tra i quali sicuramente Campolongo Maggiore -:
secondo l'interrogante, dalla sostanziale laconicità della summenzionata determinazione non è desumibile alcun dato che possa consentire il puntuale controllo di quanto in essa sostenuto;
quale sia il fondamento giuridico della predetta richiesta, ai sensi della legge 133 del 1999, articolo 10, comma 11;
se la restituzione di dette somme sia effettivamente dovuta;
se gli importi richiesti siano il risultato di corrette procedure di calcolo;
nell'eventualità di dover provvedere al versamento, se sussista la possibilità di individuare forme di restituzione rateizzata.
(4-13375)
Il comma 11 del citato articolo 10 ha stabilito, inoltre, che i trasferimenti erariali ai comuni fossero variati - in diminuzione o in aumento - in misura pari alla somma del maggiore o minore gettito derivante dalla revisione delle addizionali stesse.
Tale modifica dei trasferimenti erariali è stata operata nel corso dell'anno 2003, in via provvisoria, per gli anni precedenti, utilizzando dati stimati forniti dai competenti uffici.
Nel corso dell'anno 2004, sulla base dei dati definitivi comunicati dal Ministero dell'economia e delle finanze, si e evidenziato uno scostamento tra gli importi provvisoriamente attribuiti e quelli effettivamente spettanti, con la conseguente necessità, - eccetto che per un limitato numero di casi, - di disporre recuperi di somme a carico di numerosi Comuni, in alcuni casi di ingente importo, in quanto riferiti a più esercizi.
I dati definitivi relativi ai saldi per gli anni 2000/2002 ed alla quota annuale (in aumento o in diminuzione) da applicare sui trasferimenti per l'anno 2003 e 2004, nonché i necessari conguagli tra gli importi definitivi e quelli precedentemente applicati, portano ad una operazione complessiva di «recupero», da attuare nei confronti dei comuni, di circa 436 milioni di euro.
In ordine a tale problematica, si evidenzia che il Governo, con il decreto-legge 31 marzo 2005, n. 44, all'articolo 2, ha previsto che «il recupero a valere sui trasferimenti erariali delle maggiori somme corrisposte, in via presuntiva, ai Comuni dal Ministero dell'interno, per gli anni 2004 e precedenti - ai sensi dell'articolo 10 della
Con tale norma il Governo ha voluto diluire il recupero del credito in argomento in un periodo quinquennale, in modo da attutire gli effetti negativi che tale operazione può avere sui bilanci degli Enti locali.
Tale disposizione, prevista dal citato decreto legge, è stata poi modificata dalla legge di conversione 31 maggio 2005 n. 88 la quale ha stabilito ulteriori agevolazioni a favore dei Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti; questi ultimi, infatti dovranno restituire le somme a titolo di conguaglio per maggiori introiti trasferiti ed incassati, in otto esercizi finanziari e non più in cinque, come previsto dal decreto legge.
Con tale norma il legislatore ha voluto agevolare i Comuni di minor dimensioni che gestiscono bilanci meno flessibili.
Nel caso specifico, il comune di Campolongo Maggiore, con una popolazione di 9.361 abitanti alla data del 31 dicembre 2003, dovrà restituire la somma dovuta in cinque esercizi finanziari, in quanto non rientra nell'ipotesi prevista dalla legge di conversione, la quale, come detto, è finalizzata ad agevolare ulteriormente soltanto i Comuni di minori dimensioni.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
il 22 dicembre 2000 il Ministro della difesa insediava una Commissione (relatore Mandelli) per indagare sui casi di malformazioni genetiche riguardanti militari che in missioni all'estero potevano essere stati a contatto con proiettili o altri materiali militari contenenti uranio impoverito;
la Commissione Mandelli nell'arco di pochi mesi presentava due successive relazioni (marzo e maggio 2001) nelle quali concludeva che, a seguito dell'indagine svolta su 39.491 militari italiani impegnati fra il 1995 e il 2000 nell'area dei Balcani, si rilevavano 35 casi (con 9 decessi) riguardanti linfoma di Hodgkin LH (11 casi), linfoma non Hodgkin LNH (5 casi), leucemia linfatica acuta (2 casi), tumori solidi (17 casi);
il confronto con i registri dei tumori disponibili in alcune località italiane (specie nel Nord) indicava una significativa anomalia per i casi LH (circa tre volte i valori attesi) e valori normali o inferiori per le altre forme;
considerati anche alcuni rilevamenti di radioisotopi in zone di guerra (non nell'area di Sarajevo dove ha operato la gran parte delle forze italiane e dove avevano operato la gran parte dei 35 ammalati) e la irrilevante presenza di Uranio in varie analisi di controllo su gruppi di militari, la commissione concludeva auspicando ulteriori indagini ma affermando che, allo stato dei fatti, non emergevano rilevanze fra materiali ad Uranio impoverito e i casi di malformazione considerati;
numerose obiezioni venivano fatte anche da vari organismi e tecnici indipendenti sulla attendibilità dello studio effettuato, in particolare dall'Osservatorio Militare (maresciallo Domenico Ruggero), dall'ANA-VAFAF, dall'associazione di difesa delle vittime militari (Falco Accame), da membri del Politecnico di Torino (radioprotezionista professor Massimo Zucchetti), dall'ex membro in pensione dell'Istituto Superiore di Sanità Giorgio Cortellessa, da altri scienziati collegati al Tribunale Clark che indaga su tali problemi a livello internazionale;
fra le principali obiezioni che portavano ad invalidare le relazioni Mandelli vi erano:
1) il numero di militari ammalati all'epoca dell'indagine risultava inferiore alla metà dei casi di cui vari organismi erano a conoscenza;
2) alcune delle località prese in considerazione che non risultavano essere
3) il metodo di indagine, secondo quanto risulta all'interrogante, non prendeva in considerazione gli effetti sulle popolazioni civili sia all'estero sia nei pressi dei vari poligoni militari italiani, né le nascite di bambini ammalati o morti prenascita, figli di militari coinvolti in missioni;
la relazione, resa pubblica (professor Nedan Luijc dell'ospedale di Belgrado) sulla popolazione di Hadzici e Han Pijesak (località presso Sarajevo) dove si rilevava negli ultimi anni un alto numero di tumori (150 all'anno su un gruppo di 5000 residenti); tali località erano sede di una fabbrica per la manutenzione di armi controllata dai Serbi durante l'assedio di Sarajevo durato tre anni (1992-1995) e di una caserma serbo-bosniaca, entrambe bombardate da aerei A10 nell'agosto 1995 e nel dicembre 2000 per le quali la Nato aveva ufficialmente riconosciuto l'uso di almeno 3400 proiettili contenenti Uranio impoverito (11.000 nell'intera area dei Balcani); nelle predette località successivamente avevano operato numerosi gruppi di militari italiani fra i quali molti di quelli ammalati;
più recentemente le organizzazioni sindacali militari hanno indicato in 263 i casi di ammalati ex Bosnia di cui 23 almeno deceduti, inoltre associazioni indipendenti rendevano nota una ricerca indicante 12 casi di bambini nati malformati da militari coinvolti in missioni e 11 casi di bambini nati da civili operanti o abitanti a ridosso di Poligoni militari italiani, parte dei quali deceduti;
pur non riconoscendo ufficialmente significativi indizi di rapporto fra armi all'uranio e patologie, in momenti diversi venivano emanate dalle autorità militari norme comportamentali e di sicurezza riguardanti l'esposizione a sostanze pericolose in zona di guerra (ad esempio le norme di protezione emanate il 22 novembre 1999 dal Comando Brigata Multinazionale West in Kosovo e le norme riguardanti i reparti della Folgore dell'8 maggio 2000), norme di cui è difficile valutare l'adeguatezza, l'estensione e la reale conoscenza e applicazione in campo, e veniva comunque respinta qualunque ipotesi di rapporto fra anomalie genetiche e specifico uso di proiettili all'Uranio sia a livello italiano e tanto meno in ambito di comportamenti NATO;
a distanza di almeno due anni dai fatti indicati, è stata resa nota in questi giorni una ricerca condotta dall'Università di Modena nell'ambito di un programma di ricerca europeo riguardante alcuni militari ammalati coinvolti in missioni all'estero nel cui organismo sono state riscontrate tracce significative di nano-particelle di metalli pesanti (Piombo, Zirconio, Rame, Ferro, eccetera) e la cui presenza viene giustificata soltanto in presenza di reazioni ad altissime temperature (almeno 3000 gradi) quali sono quelle raggiunte dai proiettili anticorazza ad Uranio impoverito;
da tali riscontri viene suggerita una nuova teoria di contaminazione prevalente di tipo chimico dovuta a radioisotopi, in particolare è stato indicato fra gli altri il caso del generale Fernando Termentini, attualmente ammalato, che pur avendo operato durante lo sminamento nei Balcani ed in altre aree non era stato sentito dalla commissione Mandelli (intervistato di recente da Rainews24);
è di pochi giorni fa la notizia che organismi indipendenti hanno affermato che la zona di Nassirya in Iraq, dove operano un migliaio di carabinieri e militari italiani, è stata oggetto nel corso della recente guerra USA-Iraq di pesanti bombardamenti con l'uso di migliaia di proiettili contenenti Uranio impoverito (come riportato dal quotidiano L'Unione Sarda del 4 dicembre 2003) -:
se il Governo sia a conoscenza se esistano e quali siano le norme di comportamento per la sicurezza da inquinanti
se sia stato fatto seguito, a quasi 3 anni di distanza, ad ulteriori verifiche riguardanti i gruppi di militari presi in considerazione dalla commissione Mandelli e se nel caso siano stati modificati i criteri di calcolo statistico;
se corrisponde a verità la notizia dell'uso di proiettili contenenti uranio impoverito nelle zone dell'Iraq dove attualmente operano forze italiane e, in caso affermativo, ne siano stati messi al corrente i responsabili militari locali e quali norme siano state prescritte e applicate dai militari e carabinieri coinvolti;
se il Governo non ritenga opportuno riproporre agli organi europei civili e militari la suddetta tematica non escludendo la richiesta di bandire l'utilizzo, almeno in forma di moratoria, di armi contenenti Uranio impoverito al fine di escludere il rischio di contaminazioni radiologiche o chimiche durature del territorio, dei militari e delle popolazioni coinvolte.
(4-08357)
Sino ad ora le indagini effettuate e gli studi condotti, sia in ambito nazionale che internazionale, non hanno dimostrato scientificamente l'esistenza di un nesso di causalità tra l'utilizzo di munizionamento contenente uranio impoverito - peraltro mai usato dalle Forze armate italiane - e le patologie riscontrate nei militari.
Quanto ai Poligoni italiani si ribadisce che presso tali strutture non è previsto né autorizzato l'impiego di munizionamento «speciale» (nel cui ambito è compreso anche quello all'uranio impoverito).
Ciò detto, in relazione alle malformazioni genetiche ed ai presunti nessi di causalità con lo svolgimento delle attività militari è opportuno fornire alcune precisazioni sui risultati ottenuti a seguito di un controllo ambientale sistematico effettuato presso il poligono di Salto di Quirra al quale presumibilmente si riferisce l'interrogante.
L'amministrazione Difesa ha commissionato all'università degli studi di Siena uno studio per stabilire lo stato dell'ambiente della zona del predetto poligono, attiguo al comune di Escalaplano.
L'Ateneo senese ha reso disponibili i risultati degli studi svolti, relativi ad otre 1.500 campioni e a circa 25.000 determinazioni analitiche, da cui, a conferma di quanto reso noto a suo tempo dal presidio multizonale dell'ASL di Cagliari, si evince che all'interno dell'area del poligono non è individuabile alcuna traccia di uranio che abbia un'origine diversa da quella naturale, con il riscontro di valori anomali di metalli pesanti di accertata origine naturale.
Lo studio, nel contempo, ha consentito di rilevare che - in alcune zone al di fuori del poligono, interessate da attività minerarie pregresse - le concentrazioni di alcuni elementi tossici raggiungono valori molto superiori ai limiti accettabili.
Al riguardo, è da evidenziare che da tempi molto remoti l'intera area è stata di interesse minerario e che, al di fuori del perimetro del poligono (località Baccu Locci, a circa 700 metri a Sud-Est), è presente una ex miniera, gestita dalla società Rumianca dal 1938 al 1965, anno della sua dismissione.
In merito, il responsabile scientifico della ricerca, il professor Riccobono, ha concluso lo studio proponendo un intervento di recupero, consistente nella rimozione e nell'appropriato collocamento dei fanghi di miniera consolidati.
Tali materiali - estremamente inquinati da elementi tossici, soprattutto arsenico - sono al momento oggetto dell'erosione fluviale e dell'azione del vento che li ridistribuiscono continuamente su più vaste superfici, propagando questa anomalia geochimica artificiale fino al mare.
I risultati dello studio sono stati resi noti alle Autorità istituzionali e al presidente
Per quanto concerne le iniziative finalizzate all'accertamento dei casi di tumore ed eventuali fatti espositivi eziopatogenetici verificatisi nell'impiego nelle aree operative di Bosnia e Kosovo, è stato previsto (ex legge n. 27 del 2001) un monitoraggio volontario e gratuito su tutti i cittadini italiani che si fossero trovati in quelle zone a far data dall'agosto 1994.
In esito a ciò, il Ministero della difesa, con l'attivazione della Commissione ministeriale tecnico-scientifica presieduta dal professor Mandelli, ha avviato, sin dal 2001, il monitoraggio sui militari in servizio che ne avessero titolo, secondo un protocollo definito dalla Commissione.
Con il decreto interministeriale 22 ottobre 2002, che ha formalmente recepito il protocollo definito dalla Commissione Mandelli nel 2001, sono state disciplinate le modalità di accesso a tale iniziativa per tutte le altre categorie di cittadini italiani presenti nelle medesime aree balcaniche (personale della Polizia di Stato, personale di rappresentanza diplomatica e familiari, organizzazioni non governative, eccetera).
Infine, con l'Accordo Stato-Regioni del 30 maggio 2002 è stato attivato un comitato tecnico-scientifico interministeriale, presieduto dal Ministero della salute, con partecipazione di rappresentanti del Ministero della difesa e di altri comparti interessati, con il compito di dirigere le necessarie iniziative volte a dare piena realizzazione a tutte le attività previste dal monitoraggio stesso.
Le suddette attività comportano, fra l'altro, l'implementazione di un archivio informatico centralizzato del personale avente titolo al monitoraggio. L'archivio consentirà l'accurata registrazione di tutte le patologie tumorali del personale in questione.
Si rammenta, inoltre, che la citata Commissione «Mandelli» a conclusione dei lavori ha formulato alcune raccomandazioni conclusive, così riassumibili:
necessità di monitoraggio a lungo termine delle patologie neoplastiche insorgenti nelle coorti di soggetti impegnati nelle aree balcaniche;
necessità di studi ambientali di monitoraggio per l'uranio impoverito in tutte le aree balcaniche ove siano impiegati gli specifici munizionamenti;
necessità di promuovere studi nazionali ed internazionali finalizzati non solo a meglio definire gli effetti biologici dell'esposizione all'uranio impoverito, ma anche a individuare eventuali altri fattori di rischio causali o concausali nell'insorgenza di linfomi, presenti nelle aree di operazioni.
Riguardo alle obiezioni mosse dal presidente dell'ANAFAF, Falco Accame occorre fare alcune precisazioni.
Il mandato della citata Commissione «Mandelli» era finalizzato a rilevare possibili rischi espositivi presenti in aree di operazioni, includenti anche e non solo Uranio impoverito (UD).
Lo studio non poteva, dunque, essere ristretto alle «enclaves» di militari italiani operanti o residenti nelle sole zone sottoposte a bombardamento con munizioni contententi UD ma, necessariamente, doveva essere esteso a tutti i militari italiani impiegati in tutte le aree di operazioni del Teatro balcanico.
Circa la mancata inclusione nello studio di personale impiegato in Somalia, si precisa che il lungo periodo di tempo intercorso dalla missione all'avvio della Commissione e l'assenza di significativi «clustering» di casi di patologie tumorali nella popolazione militare impiegata non giustificavano un ampliamento di indagini che, comunque, si sarebbe posto ai di fuori del mandato ricevuto dalla Commissione.
Quanto all'impatto del presunto inquinamento ambientale da DU sulla salute delle popolazioni civili, questo non poteva essere preso in considerazione dalla Commissione
Per quanto attiene l'incidenza di malformazioni congenite rilevate su neonati di un'area intensamente contaminata della Bosnia Erzegovina, si deve segnalare come un recente studio pubblicato sul Croatian Medical Journal (anno 2003, n. 44-5, pagg. 579-584) ha raggiunto la seguente conclusione: «despite alleged environmental pollution in some regions of the former Yugoslavia, which was attributed to military activities and the presence of depledted Uranium (the "Balcan sindrome"), there was no significant postwar increase in the prevalence of congenital malformations».
Va sottolineato, che le malformazioni ipotizzate nell'atto di sindacato ispettivo non sono assolutamente riferibili a possibile contaminazione da uranio impoverito.
La Commissione ministeriale, tuttavia, non ha preso in esame gli effetti malformativi sui figli di militari impegnati in missioni in teatri operativi né gli effetti su popolazioni civili residenti nelle vicinanze di poligoni militari perché non aveva ricevuto tale mandato.
La competenza sanitaria per indagini su popolazioni civili, in ambito nazionale, inoltre, spetta al Ministero della salute.
I siti di Hadzici e Han Pijesak, citati come sedi residenziali nelle quali il professor Nedan Luijc dell'università di Belgrado avrebbe indicato l'insorgenza di numerosi casi oncologici, risultano effettivamente essere stati sottoposti a intensi bombardamenti con munizioni contenenti DU, in quanto sedi di installazioni militari (manutenzione di carri armati e depositi di munizioni).
Tali siti, prossimi alla città di Sarajevo, sono stati indagati da un punto di vista dell'inquinamento ambientale, così come riportato dal predetto Rapporto UNEP e, specificatamente nella località Hadzici, è stata rinvenuta una contaminazione idrica (l'unica rilevata fin ora nelle località nel Teatro balcanico) non significativa da un punto di vista radiologico e chimico-tossicologico.
Analoga contaminazione ambientale è stata rilevata mediante bioaccumulatori (licheni).
Al di fuori di segnalazioni non ufficiali (analoghe a quella ascritta al professor Nedan Luijc, di cui non esistono tracce nell'attuale bibliografia scientifica) non esistono dati statisticamente validi indicanti il grave impatto sulla salute delle popolazioni residenti.
Relativamente, invece, all'indagine cui si fa riferimento, la dottoressa Gatti dell'università di Modena ha esaminato un numero imprecisato di campioni bioptici di alcuni militari italiani affetti da patologia emolinfoproliferative, reduci da aree operative balcaniche, mediante un'innovativa metodica di microscopia elettronica a scansione ambientale.
L'esame ha evidenziato: la presenza di manoparticelle di elementi, anche metallici (fra i quali, alluminio, rame, mercurio, magnesio), normalmente non presenti. Il deposito di tali manoparticelle, alla luce di un'ipotesi formulata dalla Gatti, sarebbe dovuto o all'inalazione e/o all'ingestione di esse; l'assenza di nanoparticelle di Uranio Depleto nei campioni esaminati.
Dal punto di vista scientifico, la presenza di tali nanoparticelle nelle cellule tumorali non viene, di per sé sola, considerata causa delle neoplasie.
A tal proposito, viene richiamato che per le patologie ad eziologia monofattoriale o tendenzialmente monofattoriale, per le quali, cioè, sia possibile delineare un nesso di causalità piuttosto che un nesso di probabilità, il processo di individuazione di un agente causale dovrebbe soddisfare i cosiddetti «postulati di Evans», che prevedono: incidenza/prevalenza della patologia più alta negli esposti che nei non esposti; esposizione più comune negli ammalati che nei sani; esposizione antecedente l'insorgenza della patologia; spettro di possibili risposte, misurabili nell'ospite nei confronti dell'agente causale; riduzione della frequenza della malattia conseguente ad eliminazione della presunta causa; espressione di malattia ridotta o eliminata dopo adozione di adeguate misure
Ciò posto, si ritiene che i risultati dello studio della dottoressa Gatti costituiscano, al momento, un ulteriore importante contributo al quadro complessivo delle ipotesi.
In tale contesto, la dottoressa Gatti potrà essere coinvolta nelle attività di studio e di ricerca condotte dalla Difesa.
Naturalmente i risultati sperimentali conseguiti potranno avere maggiori riscontri con approfondimenti degli studi e possibili pubblicazioni scientifiche recensite a livello nazionale o internazionale.
In particolare, il lavoro dovrà venire corredato della metodologia statistica di supporto indispensabile per l'attendibilità scientifica.
Inoltre, dovrà prevedere un idoneo gruppo di controllo, costituito, ad esempio, da campioni bioptici di neoplasie provenienti da pazienti con anamnesi negative per esposizioni in aree balcaniche, oppure da cellule di soggetti sani.
Si potranno così accertare ed, eventualmente, scartare o, meglio ancora, precisare possibili fattispecie di rischio espositivo che, allo stato, possono essere solo oggetto di ipotesi.
Per quanto riguarda le misure adottate a tutela della salute dei militari italiani in territorio iracheno, si precisa che l'immissione del personale nel teatro operativo è subordinata al completamento degli accertamenti previsti prima dell'invio in missione (preimpiego), nonché all'effettuazione delle misure di profilassi e di vaccinazione disciplinate dalla competente direzione generale per la sanità militare.
Tutto il personale, peraltro, è opportunamente addestrato in patria sulle misure cautelative da adottare nelle zone ipotizzate a rischio.
Tali misure si concretizzano in una serie di norme comportamentali riportate, peraltro, anche in due manuali pieghevoli in distribuzione ed oggetto di apposite lezioni.
Lo stesso, inoltre, ha come dotazione individuale l'indumento protettivo permeabile completo di maschera anti-NBC e di dosimetro per il rilevamento dell'eventuale esposizione a radiazioni presenti in teatro.
Nell'ambito delle misure di protezione nucleare, batteriologica e chimica (NBC), va sottolineato che la citata Compagnia NBC ha il compito di verificare l'assenza di aggressivi chimici e/o di anomali livelli di radioattività nelle aree di responsabilità, nonché di delimitare eventuali aree contaminate e di effettuare la decontaminazione di emergenza di persone, mezzi e materiali interessati da aggressivi chimici e radiologici.
La Difesa nella ricerca di verità scientifiche ha avviato uno studio teso a superare l'iniziale focalizzazione al solo uranio impoverito, ed in grado di fornire una risposta esaustiva ai molti dubbi in materia.
Lo studio, riprendendo anche le raccomandazioni contenute nella relazione finale della citata Commissione tecnico-scientifica, sviluppa un'indagine prospettica seriale sulle unità militari attualmente operanti nel teatro iracheno.
Il protocollo di una simile ricerca - la prima a livello mondiale - è il risultato di un ponderato lavoro di revisione scientifica promosso dal professor Mandelli, congiuntamente alla sanità militare e vede la partecipazione di Istituzioni nazionali di rilievo internazionale.
Con questo studio, denominato SIGNUM (Studio sull'impatto genotossico nelle unità militari), potranno essere identificati eventuali nessi di causalità o concausalità esistenti fra fattori genotossici eventualmente presenti nelle aree di operazioni e patologie degenerative.
Si deve, infine, rimarcare come tale studio prenda in esame non solo l'eventuale impatto genotossico dell'uranio impoverito, ma anche molti fattori di pericolo, capaci di lasciare un segno anche indiretto della loro esistenza ed azione, mediante campionamento ed analisi incrociate su diverse matrici biologiche (urina, sangue e capelli).
È evidente come, sulla base delle indicazioni risultanti potranno essere tratti utili indizi per meglio comprendere, ed eventualmente gestire, le problematiche sanitarie ipotizzate.
Anche l'attività che verrà svolta dalla Commissione parlamentare d'inchiesta a base monocamerale (Senato), istituita il 17 novembre 2004, potrà contribuire a fornire elementi nuovi per fare ulteriore chiarezza su tale questione che attiene alla sicurezza e alla salute dei nostri militari.
Quanto all'ultimo quesito, riguardante la possibilità di interessare «gli organi europei» si sottolinea che l'Italia ha attivamente sostenuto l'adozione della risoluzione comune del Parlamento europeo del 17 gennaio 2001 con la quale, nonostante le discordanti risultanze delle indagini scientifiche ad oggi condotte in materia, in applicazione del principio di precauzione, veniva chiesto ai Paesi dell'unione europea che sono anche membri della NATO di proporre una moratoria sull'utilizzo delle armi all'uranio impoverito.
Dopo l'adozione della citata Risoluzione comune, nel febbraio 2001 la Commissione europea (ai sensi dell'articolo 31 del trattato EURATOM) ha incaricato un Comitato ad hoc di esperti scientifici di raccogliere le informazioni disponibili sugli effetti delle armi all'uranio impoverito su salute ed ambiente e di formulare un parere in proposito.
Tale parere, pur sottolineando la limitatezza degli elementi di fatto disponibili, segnalava che i casi di esposizione esaminati non davano adito a diretti motivi di preoccupazione di ordine sanitario.
Il Comitato di esperti si asteneva, in ogni caso, dall'indicare agli Stati membri specifiche misure di intervento.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
nella Gazzetta Ufficiale IV serie speciale n. 38 del 14 maggio 2004 veniva pubblicato il bando di concorso, per titoli ed esami, indetto dal Ministero della Difesa, per il reclutamento di: 177 sottotenenti in servizio permanente del ruolo speciale delle Armi di fanteria, cavalleria, artiglieria, genio, trasmissioni dell'Esercito, con riserva di 106 posti a favore degli appartenenti al ruolo dei marescialli, e 71 posti a favore degli Ufficiali in ferma biennale e delle forze di completamento;
i posti messi a concorso per il ruolo Marescialli, 106, è ben oltre il 50 per cento del totale di quelli a disposizione e ciò risulterebbe in violazione di quanto previsto dalla legge;
lo Stato Maggiore dell'Esercito, con nota n. 8814/081103 del 24 dicembre 2004, comunicava la riduzione del numero dei suddetti posti messi a concorso, adducendo motivi connessi alla legge finanziaria n. 350 del 24 dicembre 2003;
tale riduzione ha comportato l'arruolamento in servizio permanente di 30 Ufficiali a fronte dei 71 previsti ove, di questi ultimi, ne erano rimasti idonei solo 56;
il numero di 106 candidati appartenenti al ruolo Marescialli, in violazione a quanto previsto dal bando, sarebbe stato ampliato a 121 idonei, quindi di 15 unità in più e ben oltre il predetto limite del 50 per cento, limite peraltro individuato dalla Corte Costituzionale;
secondo l'interrogante, l'inserimento dei 15 Marescialli, in aggiunta al numero inizialmente previsto di 106, non potrebbe considerarsi giustificato dal fatto che detti sottufficiali già si trovavano nella posizione di servizio permanente, in quanto la Corte Costituzionale ha specificato che, qualora sussista un passaggio da una categoria inferiore ad una superiore, si assisterebbe ad una novazione del rapporto che dovrebbe essere, pertanto, autorizzato;
la riduzione sarebbe stata applicata unicamente, e a parere dell'interrogante, in modo palesemente discriminatorio e
nel corso dell'iter concorsuale risulta all'interrogante che sarebbe stata più volte violata, dall'Amministrazione, la legge n. 241 del 1990 in fatto di dovuta informazione ai soggetti aventi diritto e, soprattutto, non appare definito il responsabile del procedimento amministrativo cui fare riferimento;
la policy dello Stato Maggiore dell'Esercito, in merito alla gestione delle assunzioni di personale già selezionato e giudicato idoneo, e, nel caso specifico compreso nel numero dei vincitori inizialmente indicati dal bando, di fatto escluderebbe, nonostante l'imperativo della legge, la possibilità di utilizzare il principio della graduatoria aperta e, pertanto, si deduce che il dovere di risparmiare il denaro pubblico, contenendo e razionalizzando le elevate spese concorsuali attingendo, appunto, dagli idonei selezionati, non rientra di fatto nella policy dello Stato Maggiore dell'Esercito e che tale policy potrebbe configurare un danno all'erario;
risulta all'interrogante che il Ministero della Difesa avrebbe intenzione di indire un nuovo concorso per un numero di posti pari o di poco superiore al precedente analogo concorso in argomento, contravvenendo al disposto della legge n. 311 del 2004 che, per quanto riguarda i termini di validità delle graduatorie per l'assunzione di personale nelle amministrazioni pubbliche per gli anni 2005, 2006, 2007, allorquando dette assunzioni sono soggette a limitazioni, proroga la loro validità per un triennio;
la risposta fornita dal Ministero della Difesa ad una interrogazione presentata in Commissione Difesa appare all'interrogante estremamente generica e, pertanto, non giudicabile congrua in quanto, benché si afferma che le valutazioni dell'Amministrazione siano rispettose della normativa vigente, mancherebbero concreti riferimenti normativi a sostegno di quanto deciso;
la stessa risposta all'interrogazione di cui sopra, sarebbe, secondo l'interrogante discriminatoria nella parte ove vengono citate le percentuali dei tagli applicati sui candidati, ove occorre precisare che la decurtazione ha interessato unicamente la categoria Ufficiali, benché calcolata sul numero totale dei concorrenti e senza tenere conto che quest'ultima categoria, al termine delle selezioni, già risultava ridotta da 71 a 56 idonei -:
quali siano i precisi riferimenti normativi ai quali il Ministero della Difesa si è attenuto nello svolgimento dell'iter concorsuale ed in particolare nelle determinazioni finali per la formalizzazione della graduatoria;
quali siano i precisi riferimenti normativi che impediscono l'utilizzo dell'istituto della graduatoria aperta per l'assunzione degli Ufficiali e che conseguentemente giustificano, rendendo lecita, la facoltà di indire un nuovo concorso con aggravio della spesa pubblica.
(4-14563)
Infatti, in base a tale norma le nuove assunzioni avrebbero potuto essere autorizzate solo se i corrispondenti costi avessero trovato capienza in un apposito fondo comune a tutte le amministrazioni interessate.
Tale disciplina è stata confermata anche per il 2004 dalla legge «finanziaria 2004».
In tale quadro, la competente Direzione generale per il personale militare, in attesa della predetta autorizzazione, ha emanato, per le assunzioni del 2004, i bandi di concorso, tra cui quello in argomento, che contemplavano la cosiddetta clausola di
Successivamente, in data 29 luglio 2004, il Consiglio dei ministri ha deliberato in merito alla riduzione delle assunzioni pianificate dalle Forze armate per tale anno, deliberazione successivamente recepita con il decreto del Presidente della Repubblica 25 agosto 2004, che per le Forze armate si è tradotta in una decurtazione del 33 per cento.
In esito a tale «taglio» sui reclutamenti pianificati, l'esercito ha operato conseguentemente un'iniziale riduzione percentuale delle assunzioni dei ruoli speciali, ripartita uniformemente tra i singoli concorsi (varie armi, arma trasporti e materiali, corpo di commissariato e amministrazione).
In tale ambito, tuttavia, è stato avviato il monitoraggio dei concorsi esperiti nel 2004, volto all'eventuale recupero di personale in sostituzione di taluni candidati dimissionari.
Tale iniziativa ha consentito di recuperare unità in misura tale da ridurre la citata decurtazione dal 33 per cento al 23,5 per cento anche questa applicata uniformemente tra i vari concorsi.
Quanto alla riserva di posti ai marescialli, tenuto conto che il predetto personale risulta già in servizio permanente, ovvero titolare di un rapporto d'impiego con l'Amministrazione difesa di tipo fisso e continuativo, risulta evidente come, in termini finanziari, l'applicazione dei noti «tagli» alle assunzioni non potesse interessare tale categoria di personale ma esclusivamente i posti a concorso disponibili per il personale non proveniente dal servizio permanente.
Pertanto, l'Amministrazione ha operato secondo la normativa vigente in materia.
A tal riguardo, è opportuno sottolineare che il T.A.R. Lazio, in relazione ad un ricorso esperito da un partecipante al concorso per il reclutamento di 24 sottotenenti in servizio permanente del ruolo speciale del Corpo di amministrazione e commissariato, ha stabilito che «legittimamente l'Amministrazione ha ridotto proporzionalmente i posti a seguito del taglio al piano dei reclutamenti, consentendo, così come indicato, l'alimentazione dei ruoli speciali in misura di poco inferiore al 70 per cento».
Con riferimento, in ultimo, alla possibilità di mantenere aperte le graduatorie dei citati concorsi anche successivamente alla conclusione dei relativi iter, la stessa non appare percorribile per motivazioni dettate da una corretta alimentazione ed armonica dinamica dei ruoli soggetti a specifici vincoli.
Peraltro, non vi è alcuna norma di legge che dispone il mantenimento delle graduatorie aperte, ma solo la facoltà da parte dell'Amministrazione (ai sensi dell'articolo 3, comma 3 del decreto legislativo n. 490 del 1997), relativamente ai concorsi per la nomina ad ufficiale in s.p., «di colmare le vacanze organiche che si dovessero verificare entro la data di approvazione della graduatoria nel limite di un decimo dei posti messi a concorso».
Si assicura, comunque, che il Governo è sensibile alla tematica in questione, alla quale non mancherà di dedicare la massima attenzione, e di adoperarsi al fine di individuare le soluzioni che consentano, in avvenire, di evitare il ripetersi di simili situazioni e tali da salvaguardare le legittime aspettative di quanti hanno sostenuto una procedura concorsuale pubblica.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
da circa due anni i 700 vincitori del concorso per professore universitario associato e ordinario si trovano, non essendo
il permanere del suddetto blocco costringe molti di loro ad un esilio forzato all'estero per poter proseguire il proprio lavoro di ricerca;
l'immissione in ruolo degli idonei non strutturati apporterebbe alla ricerca italiana linfa vitale importante di nuove competenze e nuove ricchezze intellettuali garantendo anche nuovi contatti internazionali al sistema universitario italiano -:
se ritenga opportuno attivarsi affinché sia sospeso il blocco delle assunzioni dei docenti universitari e, di conseguenza, impegnarsi affinché nella legge finanziaria per l'anno 2005 siano previsti i fondi economici necessari alla copertura finanziaria delle assunzioni medesime.
(4-11011)
Il Dipartimento della funzione pubblica, al quale sono stati richiesti elementi istruttori sulla questione ha precisato che con il decreto del Presidente della Repubblica 25 agosto 2004, emanato in attuazione della predetta normativa, è stata autorizzata, per il settore Università, una spesa complessiva annua lorda a regime pari a venti milioni di euro, di cui 4.166.667 di euro, quale onere relativo all'anno 2004 e ventimilioniseicentosessantasette euro, corrispondente alla spesa complessiva annuale lorda a regime, a decorrere dall'anno 2005, da far valere sul fondo di cui al predetto articolo 3, comma 54, della legge n. 350 del 2003.
Il medesimo decreto del Presidente della Repubblica, all'articolo 1, comma 4, ha previsto, inoltre, che per il predetto settore, con successivo provvedimento adottato ai sensi dell'articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, venissero individuati il contingente complessivo di personale da assumere ed i criteri di ripartizione tra i singoli Atenei, tenendo conto delle richieste e delle esigenze dei singoli istituti universitari, nonché del contingente e della spesa relativa al personale assunto nell'anno 2003 sulla base dei decreti del Presidente della Repubblica del 31 luglio e del 24 novembre 2003, fermo restando il limite delle risorse finanziarie assegnate al settore dell'Università dal decreto stesso.
In attuazione del predetto decreto del Presidente della Repubblica è stato pertanto pubblicato, nella Gazzetta Ufficiale n. 18 del 24 gennaio 2005, serie generale, il decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 2004, recante l'individuazione del contingente complessivo del personale da assumere ed i criteri di ripartizione tra i singoli Atenei.
I criteri di ripartizione individuati dal Dipartimento della funzione pubblica, fermo restando le richieste e le esigenze dei singoli Atenei, sono stati i seguenti: in primo luogo, il rapporto tra la spesa 2003 per assegni fissi al personale di ruolo ed il fondo di finanziamento ordinario (FFO) assegnato nello stesso esercizio. Gli Atenei che hanno superato il limite del 90 per cento, previsto dall'articolo 51 legge n. 449 del 1997, sono stati esclusi dal finanziamento mentre per i restanti si è proceduto in proporzione alla distanza dal limite indicato.
Inoltre è stata individuata la distanza del FFO, assegnato nel 2003, rispetto al FFO teorico. Al riguardo, sono state considerate solamente le situazioni di sotto finanziamento rispetto al modello di riequilibrio adottato nell'esercizio allora corrente con il decreto ministeriale n. 89 del 7 maggio 2003.
In particolare, per il personale docente, sono state considerate le specifiche situazioni di sotto dimensionamento degli Atenei di recente istituzione.
Si è valutato, anche, il minor rapporto docenti e studenti.
Nel dare corso alle richieste di autorizzazione all'assunzione si è data priorità
Ai fini della determinazione e del calcolo dell'onere finanziario complessivo, si è anche preso in considerazione il differenziale concernente la spesa annua lorda nel caso di assunzione di personale già dipendente di pubbliche amministrazioni, incluse le università.
I criteri adottati hanno tenuto conto sia delle priorità relative alla tipologia di personale di cui si è detto sia del rapporto tra la spesa per il 2003 per assegni fissi al personale di ruolo ed il fondo di finanziamento ordinario (FFO) assegnato nello stesso esercizio oltre che del limite del 90 per cento previsto dall'articolo 51 della legge n. 449 del 1997. In merito, detti criteri hanno considerato fino al 70 per cento delle assunzioni da autorizzare mediante il fondo di 20 milioni di euro per il 2005 le richieste di assunzione relative al personale ricercatore e tecnico-amministrativo fatte dai singoli atenei, e per il restante 30 per cento al rapporto tra la spesa per il 2003 per assegni fissi al personale di ruolo e il fondo di finanziamento ordinario (FFO) assegnato nello stesso esercizio.
Ciò posto, con il decreto del Presidente della Repubblica del 30 novembre 2004 il Governo ha di fatto autorizzato un contingente di seicentocinquantasei unità concernenti le Università, corrispondente ad una spesa complessiva annua lorda a regime pari a 20.000.000 milioni di euro, di cui 3.718.527 di euro quale onere relativo all'anno 2004 e 20.000.000 di euro corrispondente alla spesa complessiva annua lorda a regime per l'anno 2005 autorizzato, ai sensi dell'articolo 3 della legge 24 dicembre 2004, n. 350, con il decreto del Presidente della Repubblica del 25 agosto 2004, tra i singoli istituti universitari.
Il medesimo decreto ha previsto che le università che intendessero, per esigenze organizzative e gestionali sopravvenute, assumere unità di personale appartenenti a categorie e professionalità diverse rispetto a quelle richieste ed autorizzate con esso, ovvero utilizzare graduatorie concorsuali diverse rispetto a quelle considerate nel corso dell'istruttoria prevista dall'articolo 39, comma 3-bis, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, fossero autorizzate ad avviare le relative assunzioni, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 34, della legge 27 dicembre 1997, n. 289, naturalmente fermo restando il limite delle risorse finanziarie assegnate a ciascuna amministrazione dal citato decreto.
Il Governo ha continuato a mostrare una particolare attenzione per il sistema universitario e per le aspettative del personale del comparto in attesa di assunzione predisponendo, con la legge finanziaria 2005, l'intervento auspicato dall'interrogante.
Com'è noto tale legge ha previsto, nuovamente, la non applicazione alle Università del blocco delle assunzioni confermato, invece, per il triennio 2005-2007, per le altre amministrazioni pubbliche.
All'articolo 1, comma 105, inoltre questa ha stabilito la predisposizione, da parte degli Atenei, di una programmazione triennale del fabbisogno di personale da inviare al M.I.U.R., per l'effettuazione di una valutazione in ordine alla coerenza con le risorse presenti nel fondo di finanziamento ordinario (fermo restando il limite del 90 per cento ai sensi della normativa vigente) entro il 31 marzo 2005, (data individuata dal successivo decreto legge n. 7 del 2005, convertito nella legge n. 43 del 2005).
È stato pertanto stabilito che le università possano provvedere alle assunzioni di personale dei concorsi espletati prima del 1o gennaio 2005 e portare a compimento i concorsi già banditi con l'unico limite rappresentato dal non poter provvedere a nuovi bandi di procedure comparative finalizzate alla copertura dei posti di personale docente e ricercatore, nonché ai bandi per l'assunzione di personale tecnico amministrativo, se non in conformità della citata programmazione triennale di fabbisogno di personale.
Al fine di rendere tempestive le operazioni connesse all'assunzione dei dati da
L'impegno del Governo volto a favorire lo sviluppo del sistema universitario è evidenziato anche dal lauto incremento, considerata l'attuale situazione economica, previsto per il fondo di finanziamento ordinario delle università.
Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Letizia Moratti.
l'articolo 13, comma 8, della legge 257 del 27 marzo 1992, «Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto», prevedeva, per i lavoratori che fossero stati esposti all'amianto per un periodo superiore a dieci anni, che l'intero periodo soggetto all'assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali derivanti dall'esposizione all'amianto gestita dall'INAIL, fosse moltiplicato per il coefficiente 1,5;
l'articolo 47, comma 1, del decreto legge n. 269, del 30 settembre 2003, come modificato in sede di conversione dalla legge n. 326 del 24 novembre 2003, ha ridotto il coefficiente di rivalutazione all'1,25;
l'articolo 47, comma 2, della stessa legge stabilisce, che quanto disposto al comma 1 si applichi anche «ai lavoratori a cui sono state rilasciate dall'INAIL le certificazioni relative all'esposizione all'amianto sulla base degli atti d'indirizzo emanati sulla materia dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali» antecedentemente alla data di entrata in vigore del decreto;
l'articolo 47, comma 5, della stessa legge stabilisce inoltre che i lavoratori che intendano ottenere il riconoscimento dei benefici di cui al comma 1, compresi quelli a cui è stata rilasciata certificazione dall'INAIL prima del 1 ottobre 2003, devono presentare domanda alla sede INAIL di residenza entro 180 giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto interministeriale di cui al comma 6, a pena di decadenza del diritto agli stessi benefici;
da quanto si rileva in premessa del decreto ministeriale del 27 ottobre 2004, in attuazione dell'articolo 47 della legge 326, emanato dal Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali (Gazzetta Ufficiale n. 295, 17 dicembre 2004), è superata la preclusione presente nella previgente disciplina, e viene esteso ai lavoratori non coperti da assicurazione obbligatoria gestita dall'INAIL il beneficio consistente nella valutazione del periodo di esposizione all'amianto ai fini pensionistici, fissando un termine di decadenza per la presentazione all'INAIL della domanda di rilascio della certificazione di esposizione all'amianto;
in forza di ciò, anche la Gente di Mare, iscritta alle matricole di cui agli articoli 118 e 119 del Codice della Navigazione, e coperta da assicurazione obbligatoria gestita dall'Ipsema, può presentare all'INAIL la richiesta di rilascio della certificazione attestante l'esposizione all'amianto;
il comma 3, dell'articolo del decreto ministeriale dispone che: «l'avvio del procedimento di accertamento dell'INAIL è subordinato alla presentazione, da parte del lavoratore interessato, del curriculum lavorativo, predisposto secondo lo schema di cui all'allegato 2, rilasciato dal datore di lavoro, dal quale risulti l'adibizione, in modo diretto ed abituale, ad una delle attività lavorative di cui al medesimo articolo 2, comma 2, comportanti l'esposizione all'amianto»;
i lavoratori marittimi sono disciplinati da una legislazione speciale in materia di collocamento e disciplina del rapporto di lavoro, tutte le informazioni richieste dal curriculum di cui al citato articolo 3, sono regolarmente annotate,
a differenza di quanto avviene nella generalità dei casi, per i lavoratori marittimi la sede di residenza della società armatrice non corrisponde quasi mai dalla zona di residenza del lavoratore, come dimostra la situazione più tipica relativa a marittimi residenti in Campania, Puglia, o Sicilia e società armatrici con sede a Genova, Venezia o Trieste;
il marittimo cambia di norma molti datori di lavoro nel corso della propria carriera lavorativa e quindi la richiesta di dichiarazione dovrebbe essere rivolta ad una pluralità, spesso anche molto numerosa, di aziende e non a pochi datori di lavoro come avviene invece nella generalità dei casi;
queste circostanze, oggettivamente diverse da quelle dei restanti lavoratori, rendono molto problematico da parte dei marittimi l'esercizio di un diritto che il legislatore, abolendo il vincolo dell'iscrizione all'INAIL, ha voluto rendere possibile per tutti i lavoratori esposti all'amianto secondo le mansioni ed i requisiti disposti dalla normativa, a prescindere dall'Istituto che gestisce l'assicurazione obbligatoria;
molte società di navigazione non esistono più da anni e quelle che sono ancora sul mercato non hanno rilasciato sinora tali attestati, né intendono rilasciarne, in quanto, come dichiarato il 15 febbraio 2005 nel corso di un incontro tra Federlinea e la Segreteria Nazionale di Federmar Cisal, l'associazione amatoriale nazionale ritiene inapplicabile al settore marittimo la legge n. 326 del 2003 e il successivo decreto del 27 ottobre 2004;
a fronte della negativa posizione assunta dall'armamento, la Federmar Cisal ha dichiarato per il giorno 15 marzo 2005 una giornata di sciopero dell'intero settore marittimo -:
se il Ministro non rilevi una condizione dl obiettiva iniquità laddove la medesima normativa si trovi ad applicare coefficienti di rivalutazione diversi tra assicurati INAIL e assicurati non-INAIL, nonostante esistano pronunce giudiziali che hanno ribadito come il beneficio debba essere esteso a quei lavoratori che, al di là del tipo di assicurazione cui sono stati assoggettati, hanno tutti i requisiti per il riconoscimento del beneficio stesso;
se, al fine di individuare i lavoratori marittimi che sono stati realmente esposti al rischio amianto (es. manutenzione caldaie in sala macchine) il Ministro non ritenga di emanare disposizioni urgenti che consentano ai lavoratori marittimi di sostituire la Dichiarazione di cui all'allegato 2 del decreto ministeriale 27 ottobre 2004, con copia dell'Estratto matricolare regolarmente rilasciata dalle competenti Capitanerie di Porto, ovvero fotocopie autenticate del libretto di navigazione;
se, in considerazione dell'ingente numero di lavoratori coinvolti e dell'oggettiva difficoltà per molti di loro di raccogliere la documentazione richiesta, il Ministro non ritenga opportuno emanare urgentemente una disposizione affinché i termini per i lavoratori che intendano ottenere il riconoscimento dei benefici di cui al comma 1 dell'articolo 47 del decreto-legge n. 269 siano prorogati di ulteriori 180 giorni a far data dalla scadenza del termine previsto, cioè dal 15 giugno 2005.
(4-13279)
Con la suddetta risoluzione, il Governo si impegna ad emanare una circolare esplicativa, ad integrazione del decreto attuativo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali del 27 ottobre 2004, che stabilisca, ai fini di presentazione della domanda all'INAIL,
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
risulta all'interrogante da notizie apparse sulla stampa che il 13 settembre 2004 - primo giorno di scuola - l'istituto comprensivo Gioacchino Rossini della periferia romana sarebbe stato oggetto di un accertamento da parte dei carabinieri i quali avrebbero rivolto al dirigente scolastico domande in merito alla corretta applicazione della riforma Moratti, ad eventuali irregolarità, a presenza di forme di protesta da parte dei docenti;
al presidente del consiglio di istituto, che si è recato presso la caserma dei carabinieri per avere informazioni in merito, è stato riferito che non si trattava di una iniziativa isolata ma di indagini a carattere generale richieste dall'alto e diffuse sul territorio;
questo episodio si inserisce in un quadro delineato dalla vicenda della lettera inviata ai dirigenti scolastici nello scorso agosto;
ad avviso dell'interrogante, il clima di intimidazione e di pressione che si sta operando sul mondo della scuola risulta di una gravità inaccettabile e indegna di un paese civile e democratico -:
se ritiene di dover accertare i fatti e di assumere informazioni su eventuali responsabilità in merito ad un episodio estremamente grave.
(4-10960)
Per completezza di informazione si fa presente che il Comando generale dell'Arma dei carabinieri, II Reparto-Ufficio operazioni, ha riferito che «il 13 settembre 2004, in occasione dell'inizio dell'anno scolastico, una pattuglia della stazione Carabinieri di San Vittorino Romano, nel corso di una perlustrazione, ha preso contatti con i presidi, i docenti ed il personale di alcune scuole primarie e secondarie di I grado ubicate nel territorio di competenza.
L'iniziativa è stata adottata, a livello locale, analogamente agli anni precedenti, per proporre la presenza dell'Arma quale referente per ogni esigenza concernente la sicurezza degli studenti e delle infrastrutture.
Nel contesto di tale attività i militari dell'Arma, presso la scuola media statale «Rossini», hanno avuto un breve colloquio con il preside professor Lino Fazio, al quale hanno rivolto domande esclusivamente sui menzionati aspetti di interesse istituzionale, con particolare riguardo al riproporsi di eventuali fenomeni di bullismo. Nella circostanza, non venivano segnalate problematiche sotto il profilo della sicurezza».
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
risulta all'interrogante che nel pomeriggio di giovedì 25 novembre 2004 la
secondo notizie apprese dalla stampa ai giovani è stato dato un lasso di tempo assolutamente iniquo per abbandonare la scuola trascorso il quale la polizia ha fatto irruzione nell'edificio radunando tutti presenti nel cortile della scuola circondata da camionette e da mezzi blindati;
anche nella città di Bergamo la polizia ha sgomberato un istituto superiore, il liceo scientifico Lussana;
è del 22 novembre 2004 la cronaca dello sgombero da parte delle forze dell'ordine del liceo romano Manara eseguito con modalità sconcertanti;
la diffusione della protesta e dell'opposizione agli interventi legislativi sulla scuola che sta prendendo vita nelle scuole superiori da parte degli studenti, si inserisce in una stagione non conclusa di agitazioni, proteste e opposizione diffuse su tutto il territorio nazionale, da parte di comitati di genitori e lavoratori della scuola primaria;
la protesta studentesca si aggiunge alle imponenti manifestazioni che hanno avuto luogo nel corso degli ultimi anni;
tutto questo costituisce la testimonianza della sussistenza di un grave e profondo malcontento, di una radicata e consapevole critica che il Paese esprime nei confronti delle scelte in materia di istruzione di questa maggioranza;
l'unica risposta che si sta adottando è quella repressiva e antidemocratica;
la comparsa di un movimento studentesco non può essere affrontato con la repressione e la violenza che l'interrogante considera contrari a qualsiasi logica pedagogica e di dialogo democratico;
secondo l'interrogante, ridurre la protesta studentesca ad una mera questione di ordine pubblico è contrario ad una cultura democratica e dialettica propria di qualsiasi paese civile;
la scelta di intervenire duramente nei confronti delle proteste studentesche è il segno di una scelta governativa che comporta, di fatto, l'eliminazione di qualsiasi espressione del dissenso, della critica e qualsivoglia contestazione proveniente dall'ambito studentesco e non solo -:
se non si ritenga auspicabile l'avvio di un processo di dialogo e confronto che modifichi la modalità di assunzione delle scelte in materia scolastica, imposte dall'alto senza alcuna considerazione dei soggetti direttamente coinvolti, secondo l'interrogante adottata fino ad oggi dal Ministro Moratti e rifiutata dalle diverse componenti del mondo della scuola.
(4-11863)
Al riguardo si premette che l'uso dello strumento dell'occupazione quale forma di protesta lede i fondamentali diritti individuali e infrange la legalità.
Il blocco delle attività didattiche costituisce, peraltro, un danno per gli studenti ed una riduzione del loro diritto di apprendimento.
Occorre anche considerare che i capi d'istituto nella loro veste di responsabili dell'andamento didattico delle scuole non possono non adoperarsi per evitare che le forme di protesta possano degenerare in comportamenti di particolare gravità o gravi rischi per la sicurezza, né possono sottrarsi all'obbligo di intervenire per scongiurare l'eventualità che il protrarsi delle assenze - che in questi casi sono da
È per tali motivi che i dirigenti scolastici, degli istituti, ai quali fa riferimento l'interrogante, sono intervenuti presso la questura per denunciare la situazione di illegalità dovuta all'occupazione dei locali da parte di alcuni studenti chiedendo il ripristino della legalità e del funzionamento del servizio pubblico.
In particolare, per quanto riguarda i licei Tasso e Manara di Roma la prefettura di Roma ha fatto presente che a seguito delle denunce dei presidi, effettuate presso i rispettivi commissariati di competenza, «Castro Pretorio» e «Monteverde» la forza pubblica è intervenuta e nel pomeriggio del 22 e 25 novembre 2004 in entrambi gli istituti è stata ripristinata l'attività scolastica.
La medesima prefettura ha precisato che «...nel liceo "Manara" gli studenti, nel tentativo di impedire l'ingresso delle Forze dell'ordine, sbarrando tutti gli ingressi con armadi sedie e quant'altro reperito nell'istituto, hanno infranto il vetro di una porta di accesso e, durante le operazioni di sgombero, un giovane studente, nel tentativo di bloccare l'accesso alle Forze dell'ordine ha scagliato un banco contro un agente della polizia di Stato che, trasportato al pronto soccorso dell'ospedale "Nuovo Regina Margherita", ha riportato una prognosi di 5 giorni per ferite alla gamba destra.
Al termine dello sgombero è stato riscontrato che i giovani occupanti avevano imbrattato le pareti dei vari ambienti con scritte di ogni genere oltre alla rottura della porta sopra menzionata».
Dell'accaduto è stata informata l'A.G. competente con la denuncia di 26 giovani, tutti minorenni, affidati successivamente ai genitori, di cui due esterni all'istituto, per invasione di edificio pubblico, danneggiamento aggravato ed interruzione di pubblico servizio.
Per quanto concerne il liceo classico «Tasso», durante le operazioni di sgombero non si è verificato alcun incidente e, a dire del preside, nulla è stato asportato o danneggiato.
Anche in questa occasione è stata informata l'A.G. competente in merito all'identificazione di 40 giovani, di cui 25 minori, affidati successivamente ai genitori.
Con riguardo poi alla richiesta di avvio di un processo di dialogo e di confronto si fa presente che il diritto dovere da parte degli studenti di rappresentare i propri bisogni e di esprimere il proprio parere in merito alle questioni scolastiche, anche attraverso forme di rappresentatività diretta come le consulte provinciali, è pienamente riconosciuta così come sono pienamente tutelati i diritti degli studenti tant'è che presso questo Ministero opera da tempo un'apposita Direzione generale per lo studente.
Inoltre, attraverso la Conferenza nazionale dei presidenti delle consulte provinciali intercorre tra questo Ministero e la più alta rappresentanza istituzione degli studenti un costante dialogo, a livello provinciale sui temi che di volta in volta vengono posti all'ordine del giorno.
Nella logica del confronto dialettico e critico (su temi scelti e proposti dagli stessi studenti) e della valorizzazione del protagonismo studentesco, opera il forum delle associazioni studentesche maggiormente rappresentative, istituito con decreto ministeriale n. 79 dell'11 luglio 2002, come luogo di confronto con il Ministero e soprattutto come laboratorio di «esercizio della cittadinanza».
Il Ministero, inoltre, coordina e supporta una serie di attività progettate e realizzate con il diretto coinvolgimento dei principali soggetti della scuola: gli studenti, le famiglie, i docenti, secondo i princìpi cui si ispira la legge n. 53 del 2003 di riforma del sistema scolastico, nella convinzione che sia necessario costruire un sistema educativo che abbia «al centro i bisogni, gli interessi, le aspirazioni, i sogni di realizzazione degli studenti, le attese delle loro famiglie, il lavoro degli insegnanti».
Le molte attività realizzate per e con gli studenti hanno l'obiettivo di favorire il protagonismo giovanile, la partecipazione
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.
il 6 marzo 2005 in Turchia, durante una manifestazione pacifica indetta da una ventina di associazioni di donne, le forze di polizia hanno scatenato nei confronti delle partecipanti al corteo una repressione di inaudita violenza, denunciata dall'associazioni turca Ihd per i diritti umani, e documentata da immagini televisive che hanno scosso gran parte dell'opinione pubblica europea;
il corteo di circa duemila donne, riunito in prossimità degli uffici del sindaco a Istanbul, è stato bloccato mentre tentava di raggiungere il luogo prescelto per il comizio finale dove doveva essere letto pubblicamente un documento sul significato dell'8 marzo e sui diritti delle donne. Contro le manifestanti, duramente percosse con manganellate, botte e calci mentre cercavano di mettersi al riparo dalla carica dei poliziotti in pieno assetto antisommossa sono stati sparati lacrimogeni e gas urticanti in pieno viso;
questo episodio non è che l'ultimo di una lunga serie di azioni repressive e brutali che il governo di Ankara mette in atto nei confronti di manifestazioni di pubblico dissenso; solo qualche settimana prima erano state attaccate dalle forze di polizia le donne dell'Associazione per i diritti dei detenuti politici che protestavano davanti al Palazzo di Giustizia di Istanbul così come più volte è avvenuto nei confronti di studenti, operai, intellettuali, militanti curdi e altre componenti della società civile che hanno portato in piazza il loro legittimo diritto alla protesta. Tali episodi evidenziano come la critica dell'Unione Europea alla fragilità delle istituzioni democratiche e alla inosservanza dei diritti civili in Turchia abbia una palese evidenza;
irappresentanti di Bruxelles, guidati dal commissario per l'allargamento dell'Europa per valutare i progressi del governo in merito alla questione dei diritti umani in vista dell'avvio dei negoziati per l'adesione della Turchia all'Ue - presenti in quel paese proprio nei giorni in cui si è verificato questo vergognoso episodio - hanno duramente stigmatizzato l'avvenimento. «I diritti delle donne sono una parte importante nei dossier in discussione con il governo turco - hanno dichiarato - siamo preoccupati nel vedere l'uso di una forza tanto sproporzionata, proprio alla vigilia della nostra visita», mentre proteste ancora più dure sono arrivate dal presidente dell'Europarlamento Josef Borrell che ha ricordato ad Ankara «gli impegni presi» chiedendo «sanzioni contro gli atti inqualificabili e incompatibili con le ambizioni della Turchia di far parte un giorno della Ue» -:
se il Ministro non ritenga opportuno esprimere la più grande preoccupazione per gli avvenimenti denunciati in premessa sia presso il governo di Ankara che in sede Ue;
se non consideri necessario sottolineare formalmente - come già è stato fatto dal Parlamento europeo - come ogni passo di integrazione della Turchia in Europa sia espressamente condizionato dalla effettiva verifica di concreti interventi che muovono verso la garanzia dei diritti umani civili e di una generale democratizzazione delle istituzioni in quel Paese.
(4-13581)
L'Unione europea ha quindi condannato l'uso sproporzionato della forza da parte della polizia turca ai danni di una manifestazione pacifica, chiedendo l'avvio immediato di un'indagine.
Tale richiesta è stata reiterata durante i successivi colloqui, tenuti dalla Trojka con le autorità turche, nel corso dei quali è stata anche indicata l'aspettativa europea di ulteriori avanzamenti in materia di diritti culturali, «tolleranza zero» nella lotta alla tortura, eliminazione delle disparità socioeconomiche regionali, condizione della donna, libertà religiose. Le autorità turche hanno quindi fornito ampie assicurazioni al riguardo ed hanno tempestivamente aperto un'approfondita inchiesta sull'accaduto, giungendo all'immediata sospensione dal servizio di alcuni agenti coinvolti nelle violenze.
Riguardo alla verifica sulle garanzie dei diritti civili e dell'effettiva democratizzazione delle istituzioni in Turchia, il Consiglio europeo del 17 dicembre 2004, nel pronunciarsi a favore dell'avvio dei negoziati di adesione con Ankara il prossimo 3 ottobre 2005, ha nondimeno esplicitamente previsto il costante monitoraggio della Commissione, di concerto con tutti i Paesi membri, sulla «piena ed effettiva attuazione del processo di riforma politica intrapreso dalla Turchia, in particolare per quanto riguarda le libertà fondamentali ed il rispetto integrale dei diritti umani».
A tal fine, la Commissione è chiamata a riferire regolarmente al Consiglio in merito alle eventuali inadempienze degli impegni assunti da Ankara, «compresa l'attuazione della politica di tolleranza zero nei confronti della tortura e dei maltrattamenti».
Nell'ambito delle strutture comunitarie, l'Italia collaborerà pienamente con l'Unione europea nella sua opera di monitoraggio del processo di riforme della Turchia e nel ricorso a tutti i previsti strumenti di pressione necessari ad assicurare il rispetto da parte della Turchia dei principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell'uomo, delle libertà fondamentali e dello stato di diritto su cui si fonda l'Unione.
In linea con quanto indicato dal Consiglio europeo del dicembre scorso, nel futuro «quadro negoziale» con la Turchia sarà previsto che, qualora esista una «grave e persistente violazione» da parte di un Paese candidato dei princìpi e dei valori su cui si fonda l'Unione europea, «la Commissione, di sua iniziativa o su richiesta di 1/3 degli Stati membri, raccomanderà di sospendere i negoziati e proporrà le condizioni per la loro eventuale ripresa. Il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata su tale raccomandazione, dopo aver sentito il Paese candidato, deciderà di sospendere i negoziati e in merito alle condizioni per la loro ripresa».
Il Paese non ha peraltro formato oggetto di nessuna risoluzione per violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali nel corso della III Commissione dell'Assemblea generale delle Nazioni unite a New York (settembre-dicembre 2004), né nell'ambito dei lavori della Commissione per i Diritti Umani a Ginevra (14 marzo-22 aprile 2005). È utile, inoltre, sottolineare come negli ultimi anni la Turchia abbia dato una forte accelerazione al processo di riforme politiche, che restano una priorità nell'agenda europea del Paese insieme alla realizzazione dei criteri economici di Copenaghen e dell'acquis comunitario. Le riforme politiche in questione vertono in particolare, per quanto concerne il settore dei diritti umani, sull'ampliamento delle libertà di associazione, di opinione e di stampa e sul riconoscimento dei diritti culturali delle etnie non turche.
In merito all'avanzamento del Paese verso la piena garanzia dei diritti umani e la democratizzazione delle istituzioni, si segnala l'approvazione il 7 maggio 2004 da parte del Parlamento turco di un pacchetto di emendamenti di dieci articoli della Costituzione, che hanno introdotto, tra le altre, le seguenti fondamentali riforme: la completa eliminazione della pena di morte dal testo costituzionale (articoli 15, 17, 38, 87), l'introduzione nella legge primaria del principio di parità uomo-donna (articolo
A riprova della volontà turca di garantire la concreta attuazione delle riforme per migliorare le istituzioni democratiche e assicurare il pieno rispetto dei diritti umani, l'Esecutivo ha istituito lo scorso anno un meccanismo di monitoraggio delle riforme con funzioni di controllo e di stimolo, di cui fanno parte i Ministeri degli Esteri, della gustizia e dell'interno. L'ultima riunione ha avuto luogo il 29 marzo 2005 e, nel corso dell'informativa su tale incontro, ai capi Missione dell'Unione europea, svolta dal Segretario generale per l'Unione europea del Ministero degli affari esteri turco, Ambasciatore Sungar, è stato rilevato come il Governo turco abbia mantenuto fermo l'impegno di monitorare attivamente il processo di riforme politiche in vista della loro piena ed effettiva realizzazione. Nel corso della stessa informativa, l'Ambasciatore Sungar ha fatto il punto sullo stato di avanzamento e di attuazione delle riforme, tra cui quelle nel campo dei diritti umani: gli sviluppi più rilevanti per quanto concerne il rispetto dei diritti delle donne sono rappresentati, nel quadro della gender equality dall'entrata in vigore della legge sull'organizzazione e compiti della Direzione generale per la Condizione femminile (novembre 2004) e dalla creazione di una Commissione parlamentare per i diritti della donna (gennaio 2005). La nuova legge sulle municipalità ha creato, inoltre, strutture protette per le donne ed i bambini nei centri urbani con popolazione superiore a 50.000 abitanti.
I relazione, più in generale, alla realizzazione di ulteriori riforme nel campo dei diritti umani, si segnala l'adozione di provvedimenti a tutela delle minoranze religiose ed in materia di protezione e tutela dei soggetti impegnati nella difesa dei diritti fondamentali (Human Rights Defenders). Per quanto concerne, invece, l'adesione della Turchia agli strumenti internazionali a tutela dei diritti umani, sono attualmente in corso i processi di ratifica del Protocollo 13 sull'abolizione definitiva della pena di morte, della Carta Sociale Europea e del protocollo opzionale al Patto sui diritti civili e politici. Nel maggio 2004 è stato adottato quindi un emendamento costituzionale che ha gettato le basi giuridiche per l'adesione della Turchia allo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale.
Si può pertanto ritenere che la Turchia ha avviato un vasto e capillare processo di riforme interne, che hanno modificato in profondità l'assetto giuridico e costituzionale del Paese, avendo tra gli obiettivi anche la tutela dei diritti umani seconde gli standards europei.
La vera sfida è oggi sicuramente costituita dalla capacità delle autorità turche di assicurare l'effettiva applicazione delle riforme, avendo ragione delle resistenze presenti nei settori più conservatori della società e dell'amministrazione pubblica, incluse le forze dell'ordine, la burocrazia e parti della magistratura. Le stesse autorità turche sono peraltro ben consapevoli di queste difficoltà ed hanno predisposto una serie di meccanismi incaricati di monitorare il pieno rispetto delle riforme, affermando che le stesse costituiscono una scelta strategica anche a prescindere dai parametri di carattere politico stabiliti per l'adesione all'Unione europea.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.
risulta all'interrogante che a Muravera, Sardegna, mercoledì 5 maggio, un missile partito dal poligono di tiro di Salto di Quirra è esploso nella vicinanza della costa causando il panico tra la popolazione e in particolare tra i ragazzi dell'Istituto Agrario - che si è venuto a trovare sulla traiettoria del missile - i quali hanno avvertito un forte boato accompagnato dalle vibrazioni dei vetri e dell'edificio stesso, come in presenza di una forte scossa sismica;
il coinvolgimento di popolazioni civili in esercitazione militari, come quella in oggetto, svoltasi fuori dall'area militare, nei pressi di un centro abitato e sopra una zona costiera dove operano numerose cooperative di pescatori è ad opinione dell'interrogante, una prassi del tutto anomala e di inusitata gravità per le eventuali conseguenze sulle popolazioni stesse -:
se quanto riferito in premessa risponda al vero;
se esistano e quali eventualmente siano le disposizioni del Ministero della difesa che legittimino l'attuazione di esercitazioni militari fuori dai previsti parametri di sicurezza e se il Ministro non intenda rapidamente revocarle di fronte alla qualità dei fatti in questione, ristabilendo la rigorosa osservanza delle procedure previste dalla legge, non concedendo deroghe, né alle strutture militari nazionali, né tanto meno alle imprese private che «affittano» il poligono di Quirra, adottando in conseguenza tutte le misure necessarie oggi per garantire il territorio e la sua popolazione dai rischi che derivano dall'intensificazione dell'indiscriminato uso militare della regione;
se il Ministro non ritenga indispensabile di fronte a questa escalation dell'uso militare del territorio di Salto di Quirra e alla ricaduta in termine di sicurezza e salute pubblica mettere in atto una sospensione di tutte le attività militari nella zona e ripensare complessivamente la questione delle servitù militari sull'isola.
(4-14659)
Inoltre, qualsiasi attività esercitativa è soggetta ad una rigorosa applicazione di specifiche norme tese a verificare il rispetto degli aspetti di sicurezza e di impatto ambientale.
Nel caso di specie l'attività è stata, come di consueto, preceduta dalla verifica di tutti i dispositivi di controllo, della compatibilità delle condizioni ambientali e, soprattutto, delle misure di sicurezza messe in atto per ridurre al minimo il rischio di eventuali malfunzionamenti.
Ciò detto, nell'ambito dell'attività operativa del Poligono interforze di Salto di Quirra, nel primo semestre dell'anno corrente, è stata pianificata una campagna di addestramento ai lanci superficie-aria di missili Nike/Hercules.
Tale attività prevedeva l'effettuazione di sei lanci da svolgere nell'arco di tre settimane (2 per settimana) programmate nel periodo dal 25 febbraio al 20 maggio 2004.
In particolare, il giorno 5 maggio 2004 sono stati effettuati due dei lanci previsti.
Il primo lancio è avvenuto rispettando i parametri di volo pianificati - distanza di esplosione a circa 55 chilometri dal punto di lancio ed asse di lancio orientato per 90o.
Nel secondo lancio, invece, la detonazione del missile è avvenuta prematuramente, a breve distanza dal punto di lancio, a causa di un malfunzionamento.
Tale detonazione si è verificata per l'attivazione del sistema di autodistruzione del missile, dovuta alla mancanza di segnale guida, così come previsto dal sistema di sicurezza del missile e, comunque, ben all'interno della campana di sicurezza, completamente sgombera.
I sensori radar ottici e ad infrarossi devoluti all'inseguimento del vettore hanno infatti monitorato il missile ed il booster, dopo l'avvenuto distacco, in tutte le fasi del volo fino all'esplosione dello stesso e alla successiva ricaduta dei frammenti all'interno dell'area di sgombero.
Sulla base delle informazioni desunte dalla relazione di missione e dell'analisi dei
In altri termini, l'esercitazione in questione è stata condotta in assoluta sicurezza ed in nessun momento c'è stato pericolo alcuno sia per la popolazione che per le abitazioni.
Per quanto riguarda le preoccupazioni dell'interrogante circa le ricadute negative delle attività addestrative militari svolte in Sardegna, occorre chiarire che tali operazioni sono propedeutiche e necessarie a conseguire quella capacità operativa che è requisito imprescindibile di uno strumento militare moderno ed efficace, il cui mandato di difesa della nazione, dei suoi confini e della collettività, discende direttamente dal dettato costituzionale.
Ciò detto, non, si mette in dubbio il fatto che lo svolgersi di attività di addestrative comporti ripercussioni sul contesto territoriale, sotto diversi aspetti.
Proprio per compensare tali ripercussioni, la Difesa si muove attraverso diversi istituti, organismi e procedure tese a mitigarne l'impatto sulla cittadinanza.
In particolare, per quanto concerne le servitù militari e l'uso dei poligoni, quest'ultimo, peraltro, limitato ai mesi non interessati dal turismo balneare, le decisioni in merito sono assunte in seno al Comitato paritetico misto, ove le realtà regionali e le esigenze militari trovano il corretto alveo di confronto e di decisioni concordate.
In relazione a quanto precede non si ravvede la necessità-opportunità di «sospendere le attività militari nella zona» così come richiesto dall'interrogante.
In conclusione, si può assicurare che la Difesa pone e continuerà a porre costante attenzione per limitare il disagio arrecato alla collettività, direttamente o indirettamente, dalle attività svolte nei poligoni militari.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
in un'inchiesta del giornalista Sigfrido Ranucci per Rainews 24, trasmessa anche in chiaro su Raitre alle ore 7,40 del 29 luglio scorso e in molti quotidiani della stessa giornata viene portato alla luce, attraverso testimonianze dirette, un sistema, parrebbe ormai consolidato da tempo, di tangenti pagate da militari per poter partecipare a missioni all'estero;
nel dicembre del 2003, un colonnello dell'esercito, attualmente in pensione con il grado di generale, venne arrestato a Motta di Livenza (Treviso) mentre intascava settemila euro da un tenente al quale aveva promesso una missione all'estero, dopo averne intascati ben 46mila da altri militari, come successivamente accertato dal Tribunale militare di Padova che lo ha poi condannato (5 maggio 2004) ad una pena di due anni per truffa e peculato;
nell'inchiesta di Rainews e sulla stampa (il manifesto 29 luglio) viene raccontato come esisterebbe un vero e proprio sistema di raccomandazioni per poter partecipare a missioni all'estero a cui si accederebbe attraverso pagamento di tangenti, l'importo delle quali può arrivare fino 8-10 mila euro;
tale situazione sarebbe estremamente diffusa e generalizzata, visto che ne riferiscono militari appartenenti a varie strutture territoriali sia dei carabinieri e sia dell'esercito, al nord come al sud dell'Italia -:
quali informazioni il Governo abbia a proposito di queste vicende;
se vi siano inchieste in atto al fine di appurare questo fenomeno ed individuarne i responsabili;
cosa, il Governo, intenda fare affinché tali episodi, che gettano una luce negativa sul ruolo democratico delle forze armate, non abbiano a ripetersi.
(4-14660)
Esse stabiliscono i requisiti necessari e prevedono la selezione del personale senza privilegio o favoritismo alcuno.
Ciò nonostante, in esito ad alcune segnalazioni anonime, sono state effettuate le opportune verifiche che, ad oggi, non hanno fatto emergere riscontri oggettivi, ad eccezione dell'unico caso immediatamente denunciato alla procura competente.
In particolare, con sentenza di patteggiamento in data 5 maggio 2004, divenuta irrevocabile il successivo 25 giugno, il tribunale militare di Padova ha condannato a due anni di reclusione il colonnello Filippo Marinelli, già comandante del Cimic Group South (con sede in Motta di Livenza - Treviso), arrestato il 10 dicembre 2003, in flagranza di reato, dai Carabinieri del comando provincia1e di Treviso.
Il predetto organo giudicante, nella richiamata sentenza, ha evidenziato, tra l'altro, che l'ufficiale si era fatto consegnare denaro in contanti, mai restituito, a fronte di esigenze personali o della caserma del tutto false, raggirando le parti offese, le quali, in buona fede, avevano aderito alle richieste in prospettiva di una missione all'estero, oppure di benefici di servizio o, ancora, per non essere danneggiate in sede di valutazione della documentazione caratteristica.
Dalle risultanze processuali, non è emerso il coinvolgimento di altre persone in relazione ai presunti illeciti connessi con l'impiego dei nostri militari all'estero.
Ciò conferma la singolarità dell'episodio e la solidità etico-morale delle istituzioni militari.
Quanto all'articolo di stampa dal titolo Tangenti per andare a Nassijriya pubblicato il 29 luglio 2004 dal quotidiano il Manifesto, è stato trasmesso al comando provinciale carabinieri di Roma per il successivo inoltro all'autorità giudiziaria della capitale.
Inoltre, lo stesso comando provinciale è stato incaricato di informare l'autorità giudiziaria in ordine al contenuto del servizio diffuso il 29 luglio 2004 da Rai News 24, nonché di un'intervista andata in onda il 26 settembre 2004, durante la trasmissione Mai dire iene, nella quale un sedicente militare dell'Arma ha affermato di aver ricevuto richieste di tangenti per essere inviato in missione all'estero.
Le relative indagini sono tuttora in corso.
La Difesa, nell'ottica della massima trasparenza e in uno spirito di fattiva collaborazione, conferma il proprio impegno e la propria disponibilità a fornire qualsiasi elemento di riscontro, qualora se ne prospettasse l'esigenza.
Altresì si provvederà a denunciare all'autorità giudiziaria eventuali eventi come
In conclusione, è ragionevole ritenere che la vicenda citata costituisca un mero caso isolato.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
la compagnia aerea Air One, per il periodo natalizio che va dal 21 dicembre 2003 al 7 gennaio 2004, ha aggiunto un terzo volo sulla tratta Trapani-Pantelleria;
il servizio, che avrebbe dovuto essere reso per tutto il periodo invernale, è stato concesso soltanto per un brevissimo periodo;
il terzo volo, sulla tratta Trapani-Pantelleria, è assolutamente necessario anche dopo le festività natalizie considerato che gli aerei da e per Trapani lasciano a terra, ad ogni volo, un cospicuo numero di passeggeri;
nell'organizzazione del trasporto aereo sembra che sia esclusa ogni valutazione delle necessità della popolazione locale, sicché i danteschi scontano gravissimi disagi cui occorre in qualche modo porre fine -:
se non ritenga di dover adottare ogni iniziativa di propria competenza affinché possa essere assicurato un terzo volo sulla tratta Trapani-Pantelleria per l'intero periodo invernale al fine di assicurare un sistema di collegamenti idonei a garantire le minime esigenze degli abitanti dell'isola di Pantelleria.
(4-07924)
Tale decreto testualmente ha statuito:
«almeno 2 voli in andata e 2 in ritorno dal 1o ottobre al 31 maggio e 3 voli in andata e 3 in ritorno dal 1o giugno al 30 settembre e durante le festività pasquali e natalizie».
Pertanto, l'Ente riferisce che la società Air One ha operato regolarmente il servizio secondo quanto stipulato in sede di convenzione per affidamento del servizio di trasporto aereo, servizio che ha avuto scadenza lo scorso 31 maggio 2005.
Comunque, a seguito degli stanziamenti previsti dalla finanziaria, ENAC fa conoscere che sono state avviate le procedure di proroga per un anno per il predetto servizio e in questa fase potrà essere valutato l'eventuale aumento del numero dei voli.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
in relazione all'eredità giacente di certo Oddone Remo, formalizzata innanzi al Pretore di Borgomanero (Novara) nel settembre 1996 il Comune di Gozzano (provincia di Novara) ha richiesto, sin dal gennaio 1998, al Ministro delle finanze circa le modalità per acquisire l'immobile di proprietà del defunto, composto di tre vani, e Sito in Comune di Gargallo alla Via Baroli n. 27, e comunque manifestando l'intendimento di esercitare il diritto di prelazione;
nel mese di ottobre 1998 al Ministero delle finanze ha chiesto alla Pretura di Borgomanero se l'eredità del defunto Oddone Remo Sia già stata devoluta allo Stato ex-articolo 586 del codice civile;
nel mese di aprile 1999 il Ministero delle finanze ha chiesto alla Pretura di Borgomanero di emettere il decreto dl devoluzione;
in data 26 novembre 1999, l'immobile viene acquisito gratuitamente al patrimonio dello Stato a seguito di richiesta della Pretura di Borgomanero (come da nota di trascrizione n. 17328 Reg. Gen.);
nel mese di giugno 2002 il Ministero delle finanze comunicava che erano in corso gli atti per acquisire l'immobile tra i beni patrimoniali dello Stato;
nel mese di ottobre 2002 il Comune di Gargallo sollecita nuovamente l'acquisto dell'immobile, e, nel contempo ne richiedeva l'utilizzo in via provvisoria;
nel mese di dicembre 2002 il Ministero delle finanze autorizza provvisoriamente l'occupazione dell'immobile peraltro declinando - com'è giusto che sia - ogni responsabilità;
attesa la totale inabitabilità dell'immobile, il Comune di Gargallo ha provveduto ad effettuare importanti lavori di ristrutturazione informandone ovviamente il Ministero delle finanze;
nel mese di aprile 2003 il Comune di Gargallo chiede al Ministero della economia di accelerare quanto più possibile la procedura per la vendita dell'immobile al Comune di Gargallo;
in data 27 agosto 2003, il Ministero dell'economia - Agenzia del Demanio di Novara - comunica che il bene immobile è stato inserito nell'elenco dei beni cedibili in corso di approvazione da parte del competente ufficio regionale con sede a Torino;
nel mese di dicembre del 2003 il Comune di Gargallo sollecita per l'ennesima volta la compravendita dell'immobile;
nel mese di aprile del 2004 il Comune di Gargallo ancora una volta sollecita la vendita dell'unità immobiliare con richiesta di inserimento del bene nel piano di dismissione degli immobile patrimonio dello Stato;
nel mese di febbraio 2005 il Comune di Gargallo ancora una volta sollecita Agenzia del Demanio - Sezione staccata dl Novara - per formalizzare la compravendita atteso che non risultano esservi ostacoli ne formali nè sostanziali;
appare all'interrogante francamente inspiegabire che non si riesca a perfezionare una compravendita con un Comune che da anni, di fatto, occupa l'Unità immobiliare da anni, che vi ha fatto importanti lavori di ristrutturazione e che deve soltanto provvedere al pagamento del prezzo di cui lo Stato, ritarda l'incasso -:
se vi siano ostacoli che giustifichino il ritardo nella formalizzazione della vendita dell'unità immobiliare già di proprietà del defunto Oddone Remo sita in Comune di Gargallo (Novara) alla Via Baroli n. 27;
in caso affermativo, quali siano gli ostacoli che si frappongono alla vendita;
in caso negativo quali siano le ragioni che giustificano il ritardo della formalizzazione della vendita, atteso che per l'erario vi è il massimo interesse ad incassare, quanto prima possibile, il prezzo della cessione, mentre nel contempo vi è eguale interesse da parte del Comune di Gargallo a definire la partita immobiliare.
(4-13330)
Al riguardo l'agenzia del demanio ha osservato, in via preliminare, che il comune
In merito alla vendita della suddetta unità immobiliare, l'agenzia del demanio ha fatto presente che, sulla base delle informazioni acquisite dalla competente filiale Piemonte in data 6 maggio 2005, risulta che la stessa ha ricevuto dalla Direzione centrale area operativa dell'Agenzia del demanio, l'autorizzazione a formalizzare la vendita del bene immobile in favore della predetta amministrazione comunale, secondo le procedure previste dall'articolo 1, commi 436, 437 e 438 della legge del 30 dicembre 2004, n. 311 (legge finanziaria per il 2005).
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Maria Teresa Armosino.
con una decisione d'autorità il ministero delle infrastrutture e dei trasporti, disattendendo le aspettative e le richieste delle istituzioni e della popolazione locale, ha trasferito il bacino marittimo delle Isole Tremiti dalla giurisdizione della Capitaneria di porto di Manfredonia a quella di Termoli;
con questa decisione, che all'interrogante appare assurda, con la quale sono stati ignorati, di fatto, i profondi legami di natura storica, commerciale e culturale che legano le Isole Tremiti alla Daunia e alla Puglia, si è consumato l'ennesimo «scippo» nei confronti della Capitanata;
così come si è ignorato il fatto che l'unica scuola esistente alle Tremiti e la stessa Parrocchia sono collegate alla città di Manfredonia e non a Termoli;
a parere dell'interrogante tale decisione sembra, inoltre, seppellire la necessità, da più parti espressa, di arrivare al più presto al potenziamento del porto di Manfredonia;
secondo l'interrogante, dietro tale decisione vi è forse anche la volontà insensata di arrivare al distacco, di natura amministrativa, delle Isole Tremiti dalla provincia di Foggia -:
se non si ritenga necessario rivedere immediatamente la decisione presa, al fine di reinserire le Isole Tremiti nel loro naturale alveo culturale, commerciale e storico, prevedendo, a tal fine, tutti i provvedimenti utili al rafforzamento della Capitaneria di porto di Manfredonia.
(4-14245)
A riguardo è stato evidenziato che, a monte del provvedimento di che trattasi, l'iniziativa di modificare nel senso descritto l'ambito di ripartizione delle giurisdizioni marittime è stata promossa dalle stesse comunità locali, per il tramite degli enti territoriali, i quali hanno fortemente auspicato l'elevazione di Pescara ed Ortona al rango, rispettivamente, di direzione marittima e capitaneria di porto.
Successivamente, su tutte le prescrizioni oggetto del provvedimento è stata svolta un'articolata istruttoria che ha determinato una convergenza di consenso anche sulle modifiche delle circoscrizioni territoriali degli uffici marittimi interessati.
Quindi, a detta dell'autorità marittima, le motivazioni che supportano la scelta di far rientrare le Isole tremiti nel compartimento marittimo di Termoli sono da ricondurre ai seguenti aspetti.
In primo luogo, la ripartizione della giurisdizione degli spazi marittimi e costieri,
In tal maniera si ritiene vengano valorizzate le caratteristiche marittime delle nuove circoscrizioni e, in particolare per quanto riguarda l'inclusione delle isole Tremiti nella zona di giurisdizione di Termoli, venga offerta una più proficua possibilità di collegamento favorita anche dalla maggiore vicinanza geografica.
Altro aspetto significativo e confermativo di quanto evidenziato concerne un completo assetto dei servizi di trasporto marittimo che, per la sede di Termoli, risultano completamente attivi nel corso dell'anno.
Ulteriori fattori che rendono oltremodo opportuna l'inclusione delle isole Tremiti nella giurisdizione della capitaneria di porto di Termoli sono costituiti: dalla maggiore celerità nell'espletamento del servizio trasporto traumatizzati, nonché delle operazioni di ricerca e soccorso in caso di pericolo per la vita umana in mare; da una più razionale disciplina degli spazi marittimi utilizzati per la pesca dei molluschi bivalvi, con riduzione del livello di conflittualità esistente tra i ceti pescherecci dei due compartimenti limitrofi di Termoli e Manfredonia; da un'accresciuta sicurezza e regolarità nella fornitura di approvvigionamenti alle Isole in questione, anche durante i mesi invernali.
Tali motivazioni, di per sé valide a giustificare la scelta operata, non intaccano gli altri criteri ripartitivi relativi all'articolazione amministrativa della provincia di Foggia nel pieno rispetto dei contesti storici e che, in tal modo, vengono salvaguardati nel presupposto che risultano ad essi rispondenti le scelte di governo del territorio operate dagli enti a ciò preposti.
Le distinzioni delineate consentono, quindi, di riportare alle rispettive tradizioni i diversi comparti finora analizzati.
Pertanto, a detta del comando generale del corpo delle capitanerie di porto, se sul piano storico amministrativo esiste un vincolo forte con la provincia di Foggia, è altrettanto vero che, alla luce di interessi marittimi ormai consolidatisi nel tempo, legame parimenti forte sussiste con il porto di Termoli.
Tale profilo tende anzi ad assumere connotati di autentica concretezza se, unitamente alle connessioni di natura storica, viene riguardata la reale portata tecnico-operativa dei collegamenti assicurati dal porto di Termoli. La circostanza ha fornito un contributo decisivo e lineare per la scelta operata per la cui rivisitazione non paiono sussistere, allo stato attuale, i presupposti.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
in merito alla questione dell'autorizzazione al lavoro per lavoratori extracomunitari e neocomunitari di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 dicembre 2004 ed in particolare riguardo alla modalità di presentazione a mezzo posta ai competenti Uffici provinciali delle domande di autorizzazione, sono intervenute le circolari del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Direzione generale dell'immigrazione, n. 1 e n. 2 del 25 gennaio 2005, a chiarire che le richieste de quo possono essere presentate esclusivamente a mezzo lettera raccomandata spedita da un ufficio di Poste Italiane Spa;
è stato diramato dallo stesso Ministero del lavoro il comunicato stampa del 1 febbraio 2005 per ribadire che saranno validamente accolte solamente le domande presentate tramite raccomandata spedita da un ufficio del servizio postale pubblico;
nello stesso senso si era già espresso il Consiglio di Stato con la sentenza n. 82 del 13 gennaio 2005;
sono notevoli il rilievo sociale della questione ed il rischio che si determini confusione in una materia di così particolare delicatezza, considerato anche il volume di richieste che le Poste si troveranno a dover gestire -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza della grave situazione segnalata e quali iniziative urgenti, nell'ambito delle rispettive competenze, intendano assumere nei confronti delle società private che a tutt'oggi offrono ai lavoratori stranieri il servizio di inoltro delle raccomandate, al fine di evitare che tali società possano appellarsi ad una mancata conoscenza della disciplina illustrata e si creino intralci ed ostacoli all'espletamento della delicata fase di presentazione e raccolta delle domande di permesso di soggiorno, con grave pregiudizio delle ragioni degli stessi lavoratori stranieri.
(4-12706)
Precisazioni sulla corretta interpretazione di questa indicazione, sono state fornite anche dall'ufficio stampa di questo Ministero, che in data 1o febbraio 2005 ha diramato il seguente comunicato: «A seguito della notizia apparsa su alcuni organi di informazione circa la possibilità di inoltrare le domande di autorizzazione al lavoro per i lavoratori extracomunitari e neocomunitari con modalità diverse dalla presentazione in un ufficio postale, si ribadisce che le domande in questione possono essere presentate esclusivamente a mezzo raccomandata spedita da un ufficio di Poste italiane SpA, secondo quanto già disposto nelle circolari di questo Ministero nn. 1 e 2 del 25 gennaio 2005».
Tale avviso è stato, ulteriormente, ribadito nella circolare ministeriale n. 6 del'11 febbraio 2005.
La SpA Poste Italiane, concessionaria del servizio postale universale ai sensi del decreto legislativo 22 luglio 1999 n. 261, articolo 1, comma 2, lettera o), in quanto organismo che fornisce l'intero servizio postale universale su tutto il territorio nazionale, risulta riservataria, ai sensi dell'articolo 4, comma 5, degli invii raccomandati per le procedure amministrative e giudiziarie inerenti l'attività della pubblica amministrazione e le gare ad evidenza pubblica.
Il Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza n. 1206 del 2 marzo 2001, evidenzia che le Poste italiane SpA, affidataria della cura di rilevanti interessi pubblici, conserva inalterata a propria connotazione pubblicistica, con la conseguenza che, malgrado la trasformazione in società per azioni, è destinata a rimanere pubblica in quanto di rilevanza strategica e perché temporaneamente sotto il controllo pubblico.
L'interesse pubblico, sotteso alla prescrizione dell'uso del servizio raccomandato per la trasmissione dei plichi contenenti le richieste di autorizzazioni, va senz'altro riconosciuto nell'esigenza di conseguire pubblica certezza circa gli estremi della spedizione (data di invio, identificazione del mittente e data della ricezione) e di attribuire l'esclusivo compito di registrare e documentare tali informazioni al servizio postale pubblico.
L'onere formale imposto ai richiedenti non risulta particolarmente «vessatorio, discriminatorio o di difficile attuazione ma si connette ad una prassi diffusissima ragionevole e perfettamente attendibile».
Le considerazioni svolte inducono ad escludere che Poste italiane SpA, a seguito della privatizzazione, operi in regime concorrenziale
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Grazia Sestini.
da diverso tempo e dopo un iter travagliato è stato presentato il progetto definitivo per la realizzazione della «Tangenziale Sud» in provincia di Bergamo;
si precisa che, l'Anas di Milano e la Giunta provinciale di Bergamo hanno approvato una convenzione in cui la Provincia stessa si faceva carico di definire il progetto esecutivo dell'opera, - ora pronto - ed in attesa di approvazione presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
si fa notare inoltre che, il completamento della «Tangenziale Sud» di Bergamo (in particolare delle tratte da Treviolo a Villa D'Almè e da Zanica a Stezzano), determinerebbero la realizzazione di un'infrastruttura fondamentale per la mobilità nella Bergamasca -:
entro quali tempi sarà approvato il progetto esecutivo dell'opera e quali iniziative il Ministro intenda assumere, con i poteri che gli sono propri, presso ANAS S.p.A. per verificare con la massima priorità, i tempi e le modalità della realizzazione del progetto.
(4-14539)
Il tratto 1 consisterà in varianti ed ammodernamenti della ex strada statale n. 470, mentre il tratto 3 sarà un nuovo collegamento stradale.
L'ANAS ha redatto il progetto esecutivo ed il 27 dicembre 2000 ha pubblicato il bando di gara per l'appalto dei lavori. Il 2 luglio del 2003 il bando è stato annullato a seguito di sentenze del TAR competente e del Consiglio di Stato che hanno accolti ricorsi contro il progetto.
Pertanto è necessario predisporre un nuovo progetto preliminare, definitivo ed esecutivo.
Il Ministero delle infrastrutture dei trasporti il 23 maggio scorso ha dato il nulla osta per la stipula della convenzione. Pertanto, in data 19 luglio 2005, la provincia di Bergamo e l'ANAS stipuleranno una convenzione che prevede la progettazione preliminare e definitiva carico della provincia con la supervisione tecnica ed il finanziamento dell'ANAS.
Una volta approvato il progetto definitivo l'ANAS realizzerà la nuova infrastruttura mediante appalto integrato.
Tratto 2 da Treviolo a Stezzano.
La progettazione e la costruzione è a carico della provincia di Bergamo e consiste in un ammodernamento della ex strada statale n. 470 dir. Detto intervento è in fase di progettazione ed è finanziato dalla regione Lombardia.
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti: Pietro Lunardi.
da diverso tempo, e con particolare frequenza negli ultimi mesi, si verificano continui e ripetuti disagi nel trasporto ferroviario tra Bergamo e Milano (via Treviglio e via Carnate) dovuti ad un numero insufficiente di carrozze rispetto all'utenza;
durante le ore di punta, molti pendolari - lavoratori, studenti universitari e
quali iniziative il Ministro intenda assumere, con i poteri che gli sono propri, presso Trenitalia S.p.A. per verificare:
a) se e in quali tempi avrà seguito l'ammodernamento del parco rotabile - assicurato da Trenitalia - e la completa sostituzione delle motrici ormai obsolete;
b) se e quando potrà essere superata la criticità relativa al materiale rotabile grazie all'acquisto di nuove carrozze, per l'esercizio giornaliero, tra cui anche i nuovi complessi a due piani;
c) in che tempi è previsto il definitivo completamento e la messa in opera del raddoppio ferroviario nella tratta Bergamo-Treviglio, e quali vantaggi, in termini di percorrenza e di sicurezza, tale opera comporti;
d) se sia prevista, nell'accordo siglato tra RFI ed i comuni di Arcene, Levate e Stezzano, la costruzione di opere accessorie (pensiline, parcheggi, vie di accesso etc.) quale sia, inoltre, il contributo reale che RFI intende fornire a tali Comuni - nei quali è prevista la costruzione di nuove stazioni - e se i tempi di fine lavori siano compatibili con la prevista entrata in funzione delle stazioni stesse;
e) se sia prevista, con l'entrata in vigore del nuovo orario, una intensificazione del servizio metropolitano nelle nuove stazioni sopracitate;
f) in quali tempisia previsto il termine dei lavori per il quadruplicamento dei binari tra Treviglio e Pioltello (da quest'ultimo comune fino a Milano-Lambrate il quadruplicamento è stato ultimato) e quali vantaggi, in termini di percorrenza e di sicurezza, tale opera comporti.
(4-14546)
Si evidenzia che a partire dal 2004 è stato inoltre avviato il progetto di investimento per le nuove carrozze ad alta capacita la cui consegna avverrà secondo i seguenti tempi: n. 170 nel 2008, n. 300 nel 2009, n. 300 nel 2010 n. 1490 oltre.
Oltre al piano di rinnovo del materiale, proprio al fine di ridurre i disservizi per clientela, a partire dal mese di febbraio 2005 è stato attivato anche un piano straordinario manutenzione del materiale rotabile già in servizio che ha consentito complessivamente il recupero di 50 locomotive e 150 carrozze che verranno utilizzate nella composizione dei treni come previsto nei contratti di servizio stipulati con le regioni.
Inoltre, sono stati avviati nel corso del 2005 i programmi di ristrutturazione e ammodernamento del materiale rotabile relativo a 110 carrozze a piano ribassato, 50 carrozze a doppio piano e 100 carrozze media distanza.
Infine, con particolare riferimento alla regione Lombardia, un piano straordinario prevede l'acquisto di 5 nuovi treni Vivalto, di 37 nuove locomotive e la sostituzione di quelle più vecchie. Nuove locomotive sono state già consegnate; altre 7 saranno consegnate entro il 2005 e 21 entro il 2006. Alla fine dello scorso mese di marzo erano state già sostituite 30 vecchie locomotive.
Per quanto riguarda la linea Milano-Treviglio-Bergamo, Ferrovie dello Stato ha
Il raddoppio della tratta Treviglio-Bergamo, già attivato nel tratto Treviglio Ovest-Verdello, sarà completato ed attivato nella sezione Verdello-Bergamo.
L'inaugurazione del tratto in questione è prevista per il prossimo 19 luglio.
Il potenziamento della linea comporterà, oltre alla riduzione dei tempi di percorrenza, al momento non quantificabili essendo ancora in discussione alcune particolarità relative al quadruplicamento, un notevole miglioramento della regolarità e fluidità del traffico nonché l'aumento di capacità della linea.
Con riferimento alla sicurezza dell'esercizio, i lavori sulla linea Bergamo-Treviglio comprendono: la soppressione di tutti i passaggi a livello e la realizzazione delle opere sostitutive già completata ad esclusione del passaggio a livello di Verdello Dalmine situato al chilometro 11+227 che sara soppresso entro il mese di dicembre 2006; l'apparato di segnalamento blocco conta assi (BCA) gia realizzato su tutta la linea; la realizzazione ed attivazione entro dicembre 2006 del blocco automatico banalizzato (BAB); la realizzazione ed attivazione entro dicembre 2005 del sistema controllo marcia treno con installazione di apparecchiature sia a terra sia a bordo finalizzate al controllo della velocità del treno istante dopo istante, con conseguente arresto della marcia in caso di superamento della velocità massima consentita.
Inoltre nelle nuove fermate di Levate, Stezzano ed Arcene è prevista la costruzione di tre parcheggi per un totale di 950 posti auto.
In particolare il parcheggio di Levate - per un totale di 250 posti - sarà realizzato da Rete ferroviaria italiana spa entro il dicembre 2005.
Il parcheggio di Stezzano da 350 posti sarà realizzato in due fasi. La prima per 190 posti sarà completata da Rete ferroviaria italiana spa entro il dicembre 2005; la seconda, per i restanti 160 posti, sarà realizzata successivamente dal Comune nell'area ferroviaria interessata dai lavori per la quarta corsia autostradale. Per tale opera Rete ferroviaria italiana spa ha già versato il relativo contributo al comune.
Infine il parcheggio di Arcene da 350 posti sarà realizzato, entro il 2005, dal comune per conto di Rete ferroviaria italiana spa insieme ad altre opere di urbanizzazione.
L'attivazione delle tre nuove fermate è prevista con l'orario in vigore dal dicembre 2006. In tale contesto è intenzione della regione Lombardia e della Provincia di Bergamo creare per il nodo di Bergamo un servizio suburbano ad alta frequenza indipendente dall'attuale servizio in direzione Milano.
Tale servizio, tuttavia, potrà essere realizzato solo al termine delle particolarità legate ai lavori di quadruplicamento tra Treviglio e Melzo richiedendo inoltre un impegno di risorse sia in termini di personale sia di materiale rotabile al momento non disponibili ma di cui Ferrovie dello Stato assicura terrà conto nella programmazione della nuova offerta.
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti: Pietro Lunardi.
la compagnia greca di trasporto marittimo Anek Lines ha preso la decisione irrevocabile di abbandonare il porto di Trieste, in primo luogo per le condizioni disagevoli, in cui è costretta ad operare;
la compagnia greca denuncia una inadeguatezza delle strutture del porto di Trieste, tale da non averle consentito di svolgere agevolmente il proprio lavoro, l'ufficio della compagnia, infatti, è una struttura fatiscente; la stretta banchina dove attraccano i traghetti fa temere per l'incolumità dei passeggeri;
stesso problema per la banchina «fronte mare» dove i traghetti possono calare solo uno dei due portelloni di poppa con notevole ritardo sulle operazioni
inadeguati risultano anche i servizi della struttura portuale, quali i servizi igienici e di ristorazione;
la mancanza di spazi per il parcheggio è stata causa del mancato compimento di redditizie operazioni con importanti case automobilistiche, per il trasporto in Grecia di automobili;
questa situazione ha provocato il dirottamento a Venezia di circa 230 mila passeggeri con una conseguente perdita annua stimata intorno ad un milione di euro -:
se il comportamento delle autorità portuali di Trieste sia da ritenersi responsabile di tale situazione, e quali provvedimenti intenda prendere il Ministro per arginare questa perdita di traffico che penalizza il porto di Trieste.
(4-11725)
Risulta che l'armamento è giunto a tale decisione dopo aver verificato l'impossibilità di ricomporre i forti dissidi che da lungo tempo contrapponevano la stessa ANEK LINES al terminalista triestino di riferimento, la ASTRO S.r.l., società (peraltro partecipata in quota minoritaria dalla stessa ANEK LINES) concessionaria del terminal traghetti localizzato alla radice del Molo VII presso l'ormeggio operativo n. 57, specializzato nel traffico di passeggeri e materiale rotabile da/per la Grecia.
Tali contrasti sarebbero sorti proprio perché alla scadenza naturale del contratto concessorio (31 dicembre 2005) sia l'armatore che il terminalista intenderebbero assumere, ciascuno per proprio interesse commerciale, il controllo esclusivo del citato terminale specializzato.
L'autorità portuale di Trieste, per evitare il dirottamento di tale imponente traffico Ferry/Ro-Ro su altri scali dell'Alto Adriatico, non solo ha provveduto a consolidare l'efficienza delle infrastrutture del terminale assegnato in concessione alla società ASTRO, facilmente documentabile sulla base dell'elenco degli investimenti effettuati dall'APT negli ultimi anni, ma si è prodigata per cercare di trattenere a Trieste l'armamento ANEK LINES, assicurando allo stesso, nel caso di assegnazione in sede di gara del citato terminale, l'ulteriore miglioramento della funzionalità, della produttività e della sicurezza delle infrastrutture già esistenti (allargamento della rampa, riqualificazione dei piazzali di manovra e relativa caratterizzazione di cui al progetto definitivo 1547/A e B ecc) così come si evince dal quadro economico dei progetti già finanziati di seguito riportati, aggiornato a tutto il 31 dicembre 2004.
Quadro economico di spesa per progetto: Stazione Marittima Molo VII - Ormeggio n. 57, progetto n. 1568, importo complessivo euro 1.290.000,00; potenziamento della radice Lato Sud del Molo VII ed aree limitrofe, progetto n. 1547 suddiviso in n. 2 lotti (A e B), progetto n. 1547/A - sistemazione piazzali, importo complessivo euro 1.186.440,99 e progetto n. 1547/B - sistemazione opere a mare (progetto già approvato dal Genio Civile), importo complessivo euro 1.859.072,00; totale complessivo euro 4.335.512,99.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
risulta da notizie di stampa (Libertà del 2-3-4-5-6 e 8 giugno 2004) che sarebbero in corso delle attività di indagine relativamente a una cava di materiali inerti ubicata in località «Stanga-Gargatano» nel Comune di Piacenza;
detta cava, oggetto di indagine anche da parte del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, sarebbe stata sottoposta a
in data 10 giugno 2004 la stessa sarebbe stata oggetto di ulteriore controllo, utilizzandosi a tal fine anche un elicottero;
la Procura della Repubblica di Piacenza avrebbe affidato la verifica tecnica delle condizioni di regolarità della cava, per quanto riguarda gli aspetti ambientali, agli Uffici Territoriali dell'Agenzia regionale di Protezione Ambientale, mentre un tecnico libero professionista sarebbe stato investito di identico incarico da parte dei Carabinieri -:
se le indagini si siano chiuse e, in caso affermativo, quale ne sia l'esito.
(4-10686)
Le attività di scavo ivi eseguite negli anni successivi hanno determinato la fuoriuscita di una falda acquifera che, riversatasi nel bacino della cava, ha dato luogo alla formazione di un laghetto.
Il 28 maggio 2004, personale del comando provinciale Carabinieri di Piacenza ha posto sotto sequestro la suddetta zona, dopo aver rilevato che l'impresa subappaltatrice stava estraendo ghiaia oltre la profondità consentita dal Piano d'estrazione mineraria.
Nella circostanza, il responsabile della ditta Bassanetti Nello S.r.l. è stato deferito all'Autorità giudiziaria, poiché ritenuto responsabile dei reati di furto, deturpamento delle bellezze naturali e violazione degli obblighi imposti nelle escavazioni.
Allo stato degli atti risulta che il responsabile della ditta sia stato rinviato a giudizio solo per il reato di furto. Inoltre, la Procura della Repubblica di Piacenza, presso cui è pendente il relativo procedimento, ha successivamente dissequestrato l'area.
Inoltre, in data 10 giugno 2004, i militari del nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Bologna nel corso di ulteriori accertamenti, hanno sequestrato in prossimità della cava in argomento, un'area di circa 500 mq. adibita a discarica abusiva di rifiuti speciali non pericolosi, deferendo all'Autorità giudiziaria i responsabili della ditta Fioretti, appaltatrice dei lavori di escavazione.
A seguito di successive ispezioni, effettuate con l'ausilio di personale del centro carabinieri subacquei di Genova, è stata rilevata la presenza, nel fondale del predetto lago e lungo il perimetro dell'intera area lacustre, di varie tipologie di rifiuti urbani speciali, nonché, nelle vicinanze, di un'altra discarica abusiva.
Con riferimento a tale ultimo procedimento, risulta che lo stesso sia stato archiviato.
Si precisa, in ultimo, che i reparti dell'Arma dei carabinieri, durante le ispezioni non si sono avvalsi di consulenti tecnici.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
si ripetono ormai sistematicamente casi di grave disservizio sulle linee ferroviarie dell'hinterland fiorentino Borgo S. Lorenzo - Firenze, e Borgo S. Lorenzo - Pontassieve - Firenze;
oltre che condizioni intollerabili per lo stato del materiale rotabile, per il sovraffollamento, per l'insufficiente numero di vagoni, eccetera si devono registrare anche ricorrenti ritardi che danneggiano pesantemente gli utenti sotto il profilo sia del lavoro che dello studio, senza che alcuno sia costretto a risarcirli;
alle legittime e sacrosante proteste degli utenti, che per autotutelarsi in modo efficace sono stati costretti a organizzarsi in «comitato dei pendolari», Trenitalia risponde con giustificazioni non soltanto risibili ma anche al limite dell'irrisione dei
oltre alle responsabilità e inadempienze specifiche di Trenitalia sulle linee sopra citate si devono denunciare, a parere dell'interrogante, anche le inadempienze e responsabilità generali di codesto Ministero che si sta pericolosamente disimpegnando dalla realtà fiorentina e toscana;
i lavoratori delle FS dell'area fiorentina denunciano infatti una situazione sempre più grave, che li ha indotti nei giorni scorsi a una forte iniziativa di lotta e di protesta, raccogliendo sulle loro rivendicazioni (in particolare in merito all'ingiustificabile ritardo nella realizzazione del polo tecnologico dell'Osmannoro) il consenso anche della Regione Toscana -:
come sia possibile garantire effettivamente, e subito, ai cittadini del Mugello e della Val di Sieve il diritto a una mobilità efficiente e dignitosa;
entro quando il Governo garantirà il finanziamento degli investimenti, compresi quelli relativi al rinnovo del materiale rotabile, indispensabili a tale fine;
quali e quante risorse dello Stato siano state trasferite alla Regione Toscana negli ultimi cinque anni, con destinazione il trasporto territoriale su rotaia;
quale sia l'età media del materiale rotabile in funzione sulle due linee sopra citate;
se esistano piani dello Stato per il rinnovo del materiale rotabile toscano.
(4-13897)
Tuttavia, considerata la rilevanza della questione, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha attivato un tavolo tecnico con le regioni per promuovere un coordinamento ed una cooperazione più stretta tra i compiti dell'Amministrazione delle regioni e delle imprese ferroviarie.
Si evidenzia inoltre che gli investimenti previsti dal contratto di programma 2001-2005, sia quelli connessi al potenziamento dell'infrastruttura esistente nel breve-medio periodo sia quelli finalizzati alla realizzazione di una nuova infrastruttura nel lungo periodo, contribuiranno certamente al miglioramento della mobilità ferroviaria anche e soprattutto per il trasporto locale.
L'attività di monitoraggio e la conseguente relazione annuale al Parlamento sulla realizzazione degli investimenti mostra infatti l'impegno profuso dal gestore dell'infrastruttura ferroviaria nell'attuazione degli interventi nei nodi e sulle direttrici: i dati rilevati confermano che continua l'incremento della spesa per i programmi inerenti gli investimenti sulle direttrici.
Anche gli investimenti in corso di realizzazione per il sistema italiano ad alta velocità concorreranno certamente - nel lungo periodo - al processo di miglioramento del trasporto locale in quanto consentiranno una maggiore disponibilità di tracce orarie sulla rete tradizionale.
Premesso il quadro generale fin qui esposto, al fine di fornire elementi di risposta agli specifici quesiti posti è stata interessata Ferrovie dello Stato S.p.a. che ha riferito che di recente si è svolta una riunione tra la Regione Toscana, la Provincia di Firenze, la direzione regionale di Trenitalia S.p.a. della Toscana e la Comunità montana della montagna fiorentina per verificare lo stato di attuazione dell'accordo sottoscritto il 24 aprile 2001 riguardante la qualità dei servizi il rinnovamento del materiale
A seguito di tale incontro è emerso che tutti gli impegni sottoscritti, tra i quali nuovi servizi tariffe - con la possibilità di percorrere con un unico titolo sia le linee via Vaglia sia quelle via Pontassieve - interventi di restyling e climatizzazione sul materiale rotabile rete di vendita monitoraggio delle performances, sono stati rispettati.
Ferrovie dello Stato ha anche fornito il seguente prospetto dal quale si evince un trend di miglioramento per quanto concerne la puntualità sulle linee Firenze-Borgo S. Lorenzo via Vaglia: puntualità fascia 0-15: novembre 92 per cento; dicembre 90 per cento; gennaio 92 per cento; febbraio 93 per cento; marzo 92 per cento; aprile 94 per cento; e Firenzo-Borgo S. Lorenzo via Pontassieve: puntualità fascia 0-15: novembre 80 per cento; dicembre 85 per cento; gennaio 87 per cento; febbraio 56 per cento; marzo 88 per cento; aprile 92 per cento.
Attualmente la Direzione regionale di Trenitalia s.p.a. sta realizzando una serie di progetti finalizzati al miglioramento dei servizi per la clientela riguardanti il comfort e l'entrata in circolazione dei nuovi convogli Minuetto sia diesel sia elettrici che saranno impiegati anche sull'anello ferroviario del Mugello.
Per quanto concerne il miglioramento dei canali di informazione oltre a quelli già usati da Trenitalia S.p.a. sono state adottate ulteriori innovazioni quali: l'istituzione di un «punto di ascolto» a Firenzo S. Maria Novella; l'installazione di un monitor con informazioni dinamiche; l'istituzione di prossima attivazione del servizio telefonico Prontotreno con numero 055-2345194; il servizio SMS2GO per abbonati e non su richiesta ed il nuovo sito di Trenitalia S.p.a..
Inoltre si sottolinea che il piano previsto per l'ammodernamento del parco rotabili cofinanziato dalla Regione Toscana prevede l'acquisto di nuove carrozze e locomotori oltre ad una serie di interventi di restyling su quelli già in uso con un impegno complessivo di circa 250 milioni di euro come sottoindicato.
Materiale rotabile e relativo contributo regionale: n. 4 TAF, 6,2 milioni di euro (25 per cento); n. 4 Minuetto, 3,5 milioni di euro (25 per cento); n. 10 locomotive E 464, 5,4 milioni di euro (25 per cento); Revamping n. 110 carrozze a piano rialzato, 8,1 milioni di euro (25 per cento); vari interventi di restyling, 1,3 milioni di euro (66 per cento).
Inoltre sono ancora in via di definizione gli accordi per l'acquisto di: 16 Minuetto 10 diesel e 6 elettrici; 10 locomotive E464; 50 carrozze a doppio piano; 6 carrozze semipilota a doppio piano.
Infine Ferrovie dello Stato ha reso noto che è in corso la riprogettazione dell'intera offerta commerciale regionale in veste di orario cadenzato coordinato - Memorario di tutte le linee regionali per il periodo 2005-2008 il quale prevede un incremento complessivo del 20 per cento treni km che saranno a regime nel 2008 e per i quali sono previsti contributi aggiuntivi da parte della regione Toscana pari a circa 30 milioni di euro per anno.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
da martedì 23 novembre 2004 a Venezia un gruppo di cittadini kurdi, provenienti da diverse città italiane, ha iniziato uno sciopero della fame per il riconoscimento dello status di rifugiati politici;
le violazioni dei diritti umani in Turchia e negli altri stati nei quali il popolo kurdo risiede sono state ampiamente dimostrate;
sono stati espressi forti dubbi sull'ammissione della Turchia alla comunità europea, anche in sede di parlamento europeo, proprio in virtù della constatazione
non sono cessate le operazioni militari dell'esercito turco contro le organizzazioni della resistenza del popolo kurdo con numerose vittime (49 dal 1 giugno al 28 settembre) e l'evacuazione di alcuni villaggi;
i diritti all'autodeterminazione del popolo kurdo vengono reiteratamente disconosciuti;
paesi come la Germania ospitano 900.000 rifugiati mentre l'Italia ne accoglie circa 10.000 ed ancor oggi è assente una specifica normativa sul diritto d'asilo. Al vaglio della commissione nazionale per il diritto d'asilo ci sono le istanze di alcuni cittadini kurdi residenti a Venezia;
di fronte a chi fugge da terre dove c'è una situazione di persistente repressione il diritto d'asilo è l'unica risposta civile -:
se non ritenga di dover accogliere le domande d'asilo presentate finora dai suddetti cittadini kurdi e di dover garantire la loro protezione umanitaria.
(4-11820)
Sulla base di tale regolamento, emanato in attuazione dell'articolo 32, comma 1-ter della legge n. 189/2002, sono operative a decorrere dal 21 aprile scorso sette commissioni territoriali per esaminare le domande presentate dai richiedenti asilo presenti nei Centri di identificazione o nei Centri di permanenza temporanea e assistenza nella cui circoscrizione territoriale è collocato il Centro.
Le predette Commissioni esamineranno le istanze per il riconoscimento dello status di rifugiato presentate dopo il 21 aprile 2005, e cioè dopo l'entrata in vigore del regolamento, fissata al 120o giorno dalla data di pubblicazione del decreto del Presidente della Repubblica.
Per l'esame delle domande presentate entro quella data, sarà invece competente una speciale sezione stralcio della istituenda Commissione nazionale per il diritto di asilo che ha sostituito la Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato.
L'applicazione del combinato disposto degli articoli 31 e 32 della legge n. 189/2002 e del suddetto regolamento consentiranno senz'altro un esame molto più celere delle istanze dei richiedenti e una definizione della loro posizione in tempi certi.
Per quanto riguarda, in particolare, la posizione dei cittadini curdi richiedenti asilo, nella provincia di Venezia, si rappresenta che la Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato ha segnalato, nel mese di gennaio 2005, alla locale questura la possibilità di rilasciare ai predetti immigrati un permesso di soggiorno per motivi umanitari, successivamente concesso.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Giampiero D'Alia.
il decreto del Presidente della Repubblica 25 agosto 2004, recante «Autorizzazione alle assunzioni di personale nelle pubbliche amministrazioni a norma dell'articolo 3 della legge 24 dicembre 2003, n. 350» stabilisce l'autorizzazione, per gli Atenei pubblici, ad assumere un contingente di personale;
il medesimo decreto del Presidente della Repubblica stabilisce anche che i criteri di ripartizione (ma anche la consistenza stessa del contingente) saranno stabiliti da un successivo provvedimento adottato ai sensi del comma tre dell'articolo 39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449;
la legge stabilisce che le richieste di autorizzazione ad assumere siano sottoposte
dal momento dell'adozione del decreto del Presidente della Repubblica dello scorso agosto non si è più avuta notizia dell'iter delle assunzioni che sono particolarmente attese dai ricercatori e da altro personale universitario senza presa di servizio -:
quali siano le ragioni delle inadempienze da parte del Governo e dei conseguenti ritardi e quali iniziative intenda adottare con la massima celerità possibile perché siano applicate le norme statali e sia ristabilito il diritto di coloro che attendono ormai da anni la presa di servizio nei ruoli per cui sono stati vincitori di concorso.
(4-12214)
Come è noto l'articolo 3, comma 54, della legge 350/2003 ha disposto per le università la possibilità di procedere alle assunzioni in deroga al divieto contenuto nell'articolo 53 della medesima legge, sia a seguito del superamento di procedura concorsuale che della valutazione comparativa.
Il decreto del Presidente della Repubblica del 25 agosto 2004, emanato in attuazione della predetta normativa, secondo quanto precisato dal dipartimento della funzione pubblica, al quale sono stati richiesti elementi istruttori sulla questione, ha autorizzato, per il settore università, una spesa complessiva annua lorda a regime pari a venti milioni di euro, di cui 4.166.667 di euro quale onere relativo all'anno 2004 e ventimilioniseicentosessantasette euro, corrispondente alla spesa complessiva annuale lorda a regime, a decorrere dall'anno 2005, da far valere sul fondo di cui al predetto articolo 3, comma 54, della legge n. 350/2003.
Il medesimo decreto del Presidente della Repubblica, all'articolo 1, comma 4, ha previsto, inoltre, che per il predetto settore, con successivo provvedimento adottato ai sensi dell'articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, venissero individuati il contingente complessivo di personale da assumere ed i criteri di ripartizione tra i singoli Atenei, tenendo conto delle richieste e delle esigenze dei singoli istituti universitari, nonché del contingente e della spesa relativa al personale assunto nell'anno 2003 sulla base dei decreti del Presidente della Repubblica del 31 luglio e del 24 novembre 2003, fermo restando il limite delle risorse finanziarie assegnate al settore dell'università dal decreto stesso.
In attuazione del predetto decreto del Presidente della Repubblica 25 agosto 2004, e stato pertanto pubblicato, nella Gazzetta Ufficiale n. 18 del 24 gennaio 2005, serie generale, il decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 2004, recante l'individuazione del contingente complessivo del personale da assumere ed i criteri di ripartizione tra i singoli Atenei.
Tali criteri, individuati dal Dipartimento della funzione pubblica, fermo restando le richieste e le esigenze dei singoli Atenei, sono stati i seguenti: in primo luogo, il rapporto tra la spesa 2003 per assegni fissi al personale di ruolo ed il fondo di finanziamento ordinario (FFO) assegnato nello stesso esercizio. Gli Atenei che hanno superato il limite del 90 per cento, previsto dall'articolo 51 legge n. 449/1997, sono stati esclusi dal finanziamento mentre per i restanti si è proceduto in proporzione alla distanza dal limite indicato.
Inoltre è stata individuata la distanza del FF0, assegnato nel 2003, rispetto al FFO teorico. Al riguardo, sono state considerate solamente le situazioni di sotto finanziamento rispetto al modello di riequilibrio adottato nell'esercizio allora corrente con il decreto-ministeriale n. 89 del 7 maggio 2003.
Si è valutato, anche, il minor rapporto docenti e studenti.
Nel dare corso alle richieste di autorizzazione all'assunzione si è data priorità proprio a determinate professionalità, quali proprio i ricercatori universitari vincitori di concorso ed anche il personale tecnico amministrativo vincitore di concorso pubblico presso gli Atenei, ritenute indispensabili e necessarie al fine di assicurare il funzionamento delle singole università.
Ai fini della determinazione e del calcolo dell'onere finanziario complessivo, si è anche preso in considerazione il differenziale concernente la spesa annua lorda nel caso di assunzione di personale già dipendente di pubbliche amministrazioni, incluse le università.
I criteri adottati hanno tenuto conto sia delle priorità relative alla tipologia di personale di cui si è detto sia del rapporto tra la spesa per il 2003 per assegni fissi al personale di ruolo ed il fondo di finanziamento ordinario (FFO) assegnato nello stesso esercizio oltre che del limite del 90 per cento previsto dall'articolo 51 della legge n. 449/97. In merito, detti criteri hanno considerato fino al 70 per cento delle assunzioni da autorizzare mediante il fondo di 20 milioni di euro per il 2005 le richieste di assunzione relative al personale ricercatore e tecnico-amministrativo fatte dai singoli atenei, e per il restante 30 per cento al rapporto tra la spesa per il 2003 per assegni fissi al personale di ruolo e il fondo di finanziamento ordinario (FFO) assegnato nello stesso esercizio.
Ciò posto, con il decreto del Presidente della Repubblica del 30 novembre 2004 il Governo ha di fatto autorizzato un contingente di seicentocinquantasei unità concernenti le università, corrispondente ad una spesa complessiva annua lorda a regime pari a 20.000.000 di euro, di cui 3.718.527 di euro quale onere relativo all'anno 2004 e 20.000.000 di euro corrispondente alla spesa complessiva annua lorda a regime per l'anno 2005 autorizzato, ai sensi dell'articolo 3 della legge 24 dicembre 2004, n. 350, con il decreto del Presidente della Repubblica del 25 agosto 2004, tra i singoli istituti universitari.
Il medesimo decreto ha previsto che le Università che intendessero, per esigenze organizzative e gestionali sopravvenute, assumere unità di personale appartenenti a categorie e professionalità diverse rispetto a quelle richieste ed autorizzate con esso, ovvero utilizzare graduatorie concorsuali diverse rispetto a quelle considerate nel corso dell'istruttoria prevista dall'articolo 39, comma 3-bis, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, fossero autorizzate ad avviare le relative assunzioni, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 34, della legge 27 dicembre 1997, n. 289, naturalmente fermo restando il limite delle risorse finanziarie assegnate a ciascuna amministrazione dal citato decreto.
Posto che le procedure connesse con l'adozione del decreto del Presidente della Repubblica in argomento sono state effettuate dal Ministero dell'economia e delle finanze e dalla funzione pubblica, deve ritenersi che dei ritardi e delle eventuali inadempienze, lamentate dagli interroganti, con l'atto di sindacato ispettivo, dovranno eventualmente rispondere le predette Amministrazioni.
Per completezza di trattazione occorre precisare che il Governo ha continuato a mostrare una particolare attenzione per il sistema universitario e per le aspettative del personale del comparto in attesa di assunzione predisponendo, con la legge finanziaria 2005, nuovamente, la non applicazione alle università del blocco delle assunzioni confermato, invece, per il triennio 2005-2007, per le altre amministrazioni pubbliche.
All'articolo 1, comma 105, inoltre questa ha stabilito la predisposizione, da parte degli Atenei, di una programmazione triennale del fabbisogno di personale da inviare al M.I.U.R., per l'effettuazione di una valutazione in ordine alla coerenza con le risorse presenti nel fondo di finanziamento ordinario (fermo restando il limite del 90 per cento ai sensi della normativa vigente) entro il 31 marzo 2005, (data individuata
È stato pertanto previsto che le università possano provvedere alle assunzioni di personale dei concorsi espletati prima del 1o gennaio 2005 e portare a compimento i concorsi già banditi con l'unico limite rappresentato dal non poter provvedere a nuovi bandi di procedure comparative finalizzate alla copertura dei posti di personale docente e ricercatore, nonché ai bandi per l'assunzione di personale tecnico-amministrativo, se non in conformità della citata programmazione triennale di fabbisogno di personale.
Al fine di rendere tempestive le operazioni connesse all'assunzione dei dati da parte delle università e la loro successiva valutazione è stato predisposto, da parte del M.I.U.R., un apposito format telematico che dovrebbe consentire il tempestivo espletamento dei nuovi concorsi.
L'impegno del Governo volto a favorire lo sviluppo del sistema universitario è evidenziato anche dal lauto incremento, considerata l'attuale situazione economica, previsto per il fondo di finanziamento ordinario delle università.
Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Letizia Moratti.
una quarantina di giovani sudanesi, in attesa del riconoscimento di rifugiati politici, vivono a Metaponto-Bernalda in Basilicata in una condizione disperata quanto disumana;
lo Stato li ha assistiti con una diaria di 18 euro per i primi 45 giorni dall'arrivo nel nostro Paese, che avvenne circa due anni fa;
tutti «ufficialmente» ignorano la loro presenza ed essi da quasi un anno vivono in un capannone abbandonato senza i più elementari servizi, quali acqua, luce, bagni, eccetera;
vivono di stenti e di carità e lavorano nei campi molto saltuariamente, non potendo, in mancanza del previsto riconoscimento essere assunti regolarmente;
soltanto la Caritas regionale interviene meritoriamente per alleviare la loro triste condizione;
a giudizio dell'interrogante, il Governo non può ulteriormente dilazionare il riconoscimento per detti rifugiati, scappati dal Sudan, dove da un ventennio c'è una guerra, di cui i grandi media nazionali ed internazionali ormai non danno più notizie -:
se e in quali tempi si intenda riconoscere a favore dei giovani sudanesi lo status di rifugiati politici;
se il Ministro interrogato non intenda concordare con la Regione Basilicata ed i Sindaci iniziative tese ad accordare una civile ed adeguata sistemazione nei vari comuni, attraverso il collocamento di piccoli gruppi in diverse località per rendere più facile la sistemazione stessa e la integrazione con la popolazione locale.
(4-10342)
Anche a seguito dell'interessamento della prefettura di Matera, sono stati assistiti e ospitati dalla Caritas e dalla locale associazione di volontariato Tolbà.
Successivamente, la Commissione centrale per il Riconoscimento dello status di rifugiato ha proceduto all'esame di 28 delle 47 istanze di asilo presentate dai sudanesi, di cui 3 si sono concluse con il riconoscimento del beneficio richiesto; 17 con la proposta alle questure territorialmente competenti di concessione di un soggiorno per motivi umanitari ai sensi dell'articolo 5, comma 6, del decreto legislativo n. 286/1998; altre 3 si sono concluse negativamente perché i richiedenti si sono resi irreperibili; 5 richieste sono state respinte
Le restanti 19 istanze saranno esaminate nelle prossime sedute dalla speciale sezione stralcio della istituenda Commissione nazionale per il diritto di asilo che ha sostituito la Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato.
Si assicura, infine, che l'applicazione del combinato disposto degli articoli 31 e 32 della legge n. 189/2002 e del relativo regolamento attuativo consentiranno un esame più celere delle istanze dei richiedenti e una definizione della loro posizione in tempi certi.
In ordine all'ultimo quesito posto dall'interrogante si ricorda che l'attuale ordinamento prevede in capo agli enti territoriali l'attuazione delle disposizioni in materia di assistenza.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Giampiero D'Alia.
nel comune di Cologno Monzese si è verificata, per un errore nella pubblicazione del decreto di passaggio alla SCIP di immobili di proprietà dell'INPDAP, la mancata vendita;
nella trascrizione del decreto ministeriale del 30 novembre 2001 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14 dicembre 2001, si è rilevato un errore nella specificazione dei mappali: infatti i mappali che riguardano le unità abitative di Via Einaudi 1 sono 226, 227 e 228 (non corrispondente SUB da 1 a 323 e non da 1 a 180 come erroneamente scritto) mentre nel decreto è esplicitato solo il 226. Nella casella unità immobiliari è correttamente riportato il n. 323;
tale grave errore ha bloccato la vendita degli alloggi ed il disagio dei cittadini è notevole -:
se si intenda attivarsi affinché gli uffici preposti provvedano a sanare tale situazione e si possa procedere alla vendita degli alloggi di Via Einaudi n. 1 in Cologno Monzese.
(4-11293)
Al riguardo, premesso che questa Amministrazione ha riservato la dovuta attenzione alla problematica segnalata con il documento parlamentare, in ordine alla mancata puntuale individuazione delle citate unità abitative, si precisa che tali cespiti saranno inseriti presumibilmente nel pacchetto immobiliare oggetto della terza cessione di immobili del patrimonio pubblico, attualmente in corso di completamento.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Maria Teresa Armosino.
quasi giornalmente centinaia di clandestini vengono scaricati sulle coste della Sicilia dal continuo afflusso di «carrette del mare»;
agli albergatori dell'isola pervengono disdette di chi aveva prenotato e non giungono nuove prenotazioni;
centinaia di africani e asiatici dimorano indisturbati nelle isole siciliane -:
quali interventi abbiano predisposto per scoraggiare, od ostacolare, il fenomeno sopra descritto.
(4-08452)
L'immigrazione clandestina è la patologia di questo fenomeno e, almeno in linea teorica, si deve prevedere che essa tenderà a seguirne l'aumento. Quella via mare è la forma più povera, più disperata e più pericolosa di immigrazione irregolare.
Il Governo è stato il primo in Europa a denunziarne pubblicamente, documentandoli, gli esiti troppe volte tragici e a indurre, con successo, l'Unione europea a sviluppare su questo tema una politica comune, nella convinzione che nessuno dei Paesi europei più esposti può farcela da solo a controllare il fenomeno e, viceversa, perché tutta l'Europa si è ampiamente giovata dell'immigrazione e continua a giovarsene.
L'immigrazione clandestina via mare è la più disperata e pericolosa forma di immigrazione. I trafficanti che la organizzano non si fanno scrupolo di sovraccaricare le «carrette del mare» e di mantenere al minimo le scorte di carburante. Così i migranti affrontano nelle condizioni peggiori una traversata che, quando non si conclude tragicamente, comunque riserva loro disagi e maltrattamenti, spesso destinati a proseguire anche dopo lo sbarco, con la loro consegna al turpe mercato del lavoro nero.
Nell'area del Mediterraneo, nessun Paese si è finora impegnato al pari dell'Italia nelle attività di soccorso in mare e di accoglienza in terra.
I nostri doveri di solidarietà, non debbono farci dimenticare, tuttavia, che il traffico dei clandestini è gestito da gruppi criminali di diverse nazionalità che lucrano profitti enormi, con un fatturato annuo che, da recenti indagini, è risultato superiore a quello del traffico di droga, e che sono tanto cinici nel gestire la sofferenza umana quanto abili e determinati nello sfruttare le opportunità nascoste nelle pieghe dei codici di navigazione, del diritto d'asilo e delle legislazioni nazionali sull'immigrazione.
Il progressivo intrecciarsi dello sfruttamento dell'immigrazione illegale, non solo con il traffico di esseri umani, di armi e di droga, ma anche con il terrorismo internazionale, impone una particolare vigilanza sui clandestini provenienti dal Corno d'Africa, dove Al Qaeda si è ormai insediata stabilmente, così come su quelli provenienti dall'area subsahariana, dove l'estremismo islamico si diffonde rapidamente.
Non è possibile, dunque, lasciare spazio a dubbi o incertezze, perseguendo con severità e durezza chi sfrutta l'immigrazione illegale e, nello stesso tempo, assistendo con umanità chi ne è vittima.
Così come devono essere proseguite le attività volte a favorire l'immigrazione legale, in armonia con le esigenze di sviluppo dell'Europa e in collaborazione con i Paesi di origine e transito dei migranti.
In questo quadro, come evidenziato dall'interrogante, anche grazie alle favorevoli condizioni meteomarine, si ripetono, periodicamente, sull'isola di Lampedusa - ma anche in altri punti della costa siciliana - numerosi sbarchi di gruppi, anche consistenti, di clandestini.
Il Ministero dell'interno, in considerazione delle implicazioni connesse a tale posizione geografica, ha sempre posto particolare attenzione al Centro di permanenza temporanea di Lampedusa, che è istituzionalmente destinato a fornire un primo soccorso agli extracomunitari che sbarcano sull'isola in attesa del loro trasferimento, immediatamente dopo le prime operazioni di identificazione ed assistenza, presso altre strutture della Sicilia o del territorio nazionale.
L'attività gestionale del centro di Lampedusa, come degli altri centri esistenti sul territorio nazionale, è, pertanto, oggetto di una continua attività di monitoraggio, finalizzata
In piena collaborazione con l'amministrazione comunale di Lampedusa, è stata recentemente individuata la struttura della ex caserma dell'esercito «Luigi Adorno» come il sito che potrà ospitare - sono in corso le necessarie intese tra i due Dicasteri - un nuovo e più adeguato centro di accoglienza per extracomunitari, con la conseguente chiusura di quello attualmente operante.
A questo proposito si ricorda che l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 aprile 2005, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 96 del 27 aprile scorso, autorizza, fra il Ministero dell'interno e quello della Difesa, la permuta dell'area demaniale ove è attualmente situato il Centro, con l'altra area demaniale ubicata nel territorio del medesimo comune e sede della caserma «L. Adorno». È altresì stabilito che per gli interventi da attuare sui sedimi appartenenti al demanio militare il Ministero dell'interno è autorizzato ad avvalersi delle strutture tecniche del Ministero della Difesa per quanto attiene alla progettazione, all'affidamento, all'esecuzione e al collaudo delle opere da realizzare.
Per quanto riguarda le preoccupazioni espresse dall'interrogante in ordine al disagio di carattere economico e sociale degli abitanti dell'isola, derivante dagli sbarchi, si può affermare che le stesse non trovano riscontro.
Infatti, a Lampedusa i clandestini soggiornano per un tempo brevissimo, prima del loro dislocamento presso altre strutture italiane.
La normale vita sociale e turistica dell'isola, di conseguenza, non viene condizionata e gli abitanti di Lampedusa hanno sempre mostrato un atteggiamento solidale verso gli extracomunitari, riconosciuto con il conferimento a quella comunità di una medaglia d'oro al merito civile.
Sotto il profilo delle iniziative di carattere normativo, si ricorda che, con l'entrata in vigore dei provvedimenti attuativi previsti dalla legge n. 189 del 2002, la nuova disciplina potrà dispiegare compiutamente i suoi effetti.
Va ricordato, infatti, che il 25 febbraio scorso è entrato in vigore anche l'ultimo dei quattro regolamenti attuativi, quello generale, previsto dall'articolo 34, comma 1, della legge n. 189, concernente disposizioni di revisione ed armonizzazione del regolamento n. 394 del 1999.
I tre regolamenti precedentemente emanati riguardano rispettivamente le modalità di coordinamento delle attività del gruppo tecnico presso il Ministero dell'interno con l'apposita struttura della Presidenza del Consiglio dei ministri, la razionalizzazione e l'interconnessione delle comunicazioni tra amministrazioni pubbliche e le procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato.
Sempre sotto il profilo attuativo delle nuove disposizioni in materia di immigrazione, si ricorda il provvedimento interministeriale del 14 luglio 2003, che regolamenta il contrasto in mare dell'immigrazione clandestina e, da ultimo ma non certo per ultimo, va sottolineata la positiva conclusione della complessa operazione che ha riguardato oltre 750.000 domande di regolarizzazione, portata a termine in poco più di un anno.
Si rappresenta infine che la cosiddetta legge Bossi-Fini non è nata con la pretesa di essere definitiva, bensì si ha la consapevolezza che quella in vigore è una normativa completa e impegnativa che deve essere sottoposta a continue verifiche e valutazioni.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Giampiero D'Alia.
i docenti delle scuole italiane, andati in pensione, alcuni anni or sono, percepiscono
se non si ritenga di poter adottare iniziative normative finalizzate a fornire un'adeguata soluzione a tale questione.
(4-09486)
La stessa Corte costituzionale si è più volte pronunciata in merito.
Tra le decisioni più significative si ricordano: la sentenza n. 62 del 1999 che ha ribadito l'inesistenza di un principio costituzionale di adeguamento automatico dei trattamenti pensionistici agli stipendi; l'ordinanza n. 531 del 2002 che esclude l'esistenza, nel nostro ordinamento giuridico, di una norma o di un principio generale che imponga l'estensione automatica degli incrementi retributivi spettanti al personale in servizio, al trattamento di quiescenza dei soggetti pensionati; la sentenza n. 30 del 2004 che ha sancito che non costituisce violazione di alcun canone costituzionale la circostanza che il legislatore, nel prevedere un incremento della retribuzione del personale in servizio, non lo abbia esteso alle pensioni già liquidate. La Corte, con tale pronuncia, ha affermato che, nonostante la mancata estensione produca uno scostamento tra trattamenti pensionistici maturati in tempi diversi, essa non contrasta con l'articolo 3 della Costituzione, essendo giustificata dal diverso trattamento economico di cui lavoratori hanno goduto durante il rapporto di servizio e che era vigente nei diversi momenti in cui i relativi trattamenti pensionistici sono maturati; ordinanza della Corte costituzionale n. 383 del 14 dicembre 2004 la quale, infine, ha ribadito che, nel corso degli anni, il rispetto dell'articolo 36 della Costituzione è stato perseguito, dapprima, con singole leggi emanate per specifici settori, attraverso le quali si è provveduto ad adeguare le pensioni al successivo andamento dei livelli retributivi e, successivamente, in via generale, attraverso l'introduzione di un meccanismo di adeguamento della pensione all'andamento del costo della vita (articolo 11 decreto legislativo n. 503/92 e articolo 34 legge n. 448/98 - Misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo).
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
è avvilente la situazione di mancato funzionamento dei servizi delle ferrovie dello Stato, in particolare per quanto concerne le linee di collegamento con le grandi città, che costituiscono la disperazione giornaliera dei pendolari;
il servizio ferroviario italiano versa in condizioni di grave difficoltà;
i vagoni che trasportano persone, sono colmi di sporcizia e cartacce, i gabinetti sono inaccessibili;
non funziona mai il riscaldamento in inverno e l'aria fredda d'estate; i ritardi nelle partenze e negli arrivi sono vistosi -:
quali iniziative di carattere urgente si intendano assumere presso Ferrovie dello Stato spa affinché sia posto fine allo stato di cose descritto in premessa.
(4-12659)
La quota preponderante di servizi ferroviari a media e lunga percorrenza è erogata da Trenitalia s.p.a. in regime di autonomia commerciale senza contributi da parte dello Stato e senza controllo pubblico sulla declinazione dell'offerta di relazioni servite, tipologia di servizi prestati, fermate, eccetera. Era invece previsto un meccanismo di controllo tariffario regolato da ultimo dalla delibera CIPE n. 173 del 1999 che consentiva in via mediata di controllare la qualità dei servizi erogati poiché subordinava l'autorizzazione agli aumenti anche al conseguimento di pre-definiti standard di qualità cosiddetti price cap. Tanto l'autorizzazione agli aumenti quanto gli standard di qualità erano individuati con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
Come noto, dall'inizio del 2002 tale meccanismo, secondo Ferrovie dello Stato, è di fatto interrotto in ragione di specifica richiesta del Ministero dell'economia e delle finanze a sospendere le variazioni tariffarie già autorizzate.
Va evidenziato che il blocco tariffario potrebbe sempre più compromettere gli equilibri economico-finanziari di medio-lungo periodo dell'impresa ferroviaria e dunque la capacità dell'impresa stessa di erogare servizi soddisfacenti dal punto di vista qualitativo e quantitativo.
Inoltre nel momento in cui il sistema di price cap è stato sospeso e le tariffe sono di fatto invariate ai livelli del 2001, gli impegni dell'impresa ferroviaria in termini di qualità da un lato cessano di essere correlati ad effetti di tipo premiale, poiché gli aumenti tariffari sono in ogni caso inibiti quali che siano i livelli di qualità conseguiti, e dall'altro trovano la principale codifica nella Carta dei Servizi.
Si evidenzia che quest'ultima costituisce un impegno assunto dall'impresa ferroviaria nei confronti dei propri utenti, sul quale il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha sistematicamente esercitato un controllo e formulato le proprie valutazioni di merito richiedendo all'impresa medesima modifiche o integrazioni; analogamente sono stati puntualmente acquisiti dati atti a verificare l'andamento effettivo della qualità nei servizi in questione ovvero a verificare il livello di conseguimento degli obiettivi posti dalla Società nella Carta dei Servizi.
Nondimeno si sottolinea che tale forma di intervento non si inquadra entro ambiti la cui esatta portata sia specificata dalle norme né parrebbe associabile ad effetti sanzionatori nel caso di inottemperanza da parte della Società.
In aggiunta ai servizi in autonomia commerciale l'offerta di trasporto ferroviario a media e lunga percorrenza è costituita anche dagli espressi notturni regolati con contratto di servizio stipulato tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Trenitalia s.p.a..
Giova evidenziare al riguardo che anche la tariffa relativa a tali servizi è sostanzialmente bloccata dalla fine del 2001 e che i contributi pubblici peraltro sistematicamente inferiori allo sbilancio costi-ricavi di produzione del servizio - certificato da una società esterna - sono anch'essi invariati dal 1997.
Quanto sopra ai fini delle questioni sollevate nell'atto cui si risponde.
Si aggiunge inoltre al fine di fornire un quadro informativo completo sull'argomento che il Contratto di Servizio nazionale 2002-2003 non è stato sottoscritto attesa la necessità di definire previamente la questione relativa all'applicabilità dell'IVA ai servizi ivi disciplinati.
Al riguardo il 18 giugno 2002 fu richiesto un parere all'Agenzia delle entrate competente per materia emanato in fine il 17 marzo scorso. In esso è sancito l'obbligo di applicazione dell'IVA alle compensazioni spettanti all'impresa ferroviaria.
In esito a ciò il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha richiesto al Ministero dell'economia e delle finanze il corrispondente adeguamento dei capitoli di bilancio - pena la necessità di ridurre i servizi oggetto del contratto - ed il contratto di servizio 2004-2005 è stato inoltrato al CIPE ai fini della prescritta deliberazione in data 3 giugno 2005 e successivamente
Pertanto ad oggi la prestazione degli obblighi di servizio è regolata dall'articolo 10 clausola di continuità del Contratto di Servizio 2000-2001 che - in quanto all'epoca stipulato ex post - non contiene prescrizioni puntualmente individuate in termini di obiettivi di qualità a carico dell'impresa ferroviaria e di correlati meccanismi sanzionatori.
Sulla questione Ferrovie dello Stato s.p.a. ha ritenuto di riferire quanto segue.
La strategia del Gruppo Ferrovie dello Stato ha per obiettivo il mantenimento della leadership in Europa (oggi primi per sicurezza, secondi per investimenti e terzi per volumi di traffico).
A tal fine le azioni intraprese sono:
1) incrementare la capacità della rete sotto il profilo quantitativo e qualitativo con l'obiettivo di aumentare la quota modale del traffico su ferro attraverso il potenziamento dell'infrastruttura la Grande T della linea AV/AC, i valichi alpini, gli itinerari merci e nuove tecnologie. Rete Ferroviaria Italiana s.p.a. è fortemente impegnata a realizzare importanti interventi sull'infrastruttura che permettono di incrementare e migliorare la capacità della rete. Il piano d'impresa 2004-2007 prevede circa 37 miliardi di euro di investimenti.
In particolare gli obiettivi principali sono:
configurazione della rete per un'integrazione del sistema AV/AC e rete convenzionale nella logica dei corridoi e dell'interoperabilità europea;
focalizzazione degli investimenti sui nodi delle grandi aree metropolitane quali elementi critici per l'efficiente funzionamento della rete e per lo sviluppo dei servizi;
upgrading infrastrutturale e tecnologico delle linee e degli impianti per migliorare le prestazioni tecniche e la qualità percepita dai clienti ed incrementare i livelli di sicurezza;
al sud nuove linee e potenziamento della rete esistente finalizzati all'integrazione delle direttrici ed allo sviluppo del traffico regionale;
2) raggiungere elevati standard di qualità ed aumentare la soddisfazione del cliente con la realizzazione di iniziative finalizzate a migliorare la qualità dei servizi offerti e ad ampliare la gamma anche grazie ad un rinnovamento della flotta del materiale rotabile. Trenitalia s.p.a. ha previsto uno sforzo significativo in termini di nuovi investimenti, che nel piano d'impresa 2004-2007 ammontano a circa 6 miliardi di euro così ripartiti:
2 miliardi di euro per acquisto di nuovo materiale;
2,5 miliardi di euro per revamping e manutenzione ciclica;
1,5 miliardi di euro per tecnologie sistemi informativi ed altro;
3) raggiungere livelli di efficienza per competere sul mercato liberalizzato attraverso alleanze ed acquisizioni per rafforzare il posizionamento competitivo del Gruppo Ferrovie dello Stato sui mercati internazionali.
Tra i mezzi più moderni utilizzati per il trasporto locale ci sono: 199 treni treni ad alta frequentazione; la E 464; 200 treni Minuetto; 450 treni Vivalto. Quest'ultimo è un treno con carrozze a doppio piano realizzato per rispondere all'elevata domanda di mobilità locale nelle tratte più frequentate.
Di notevole portata anche gli investimenti che Trenitalia s.p.a. ha pianificato per migliorare l'assistenza e l'informazione ai clienti del trasporto locale. Tra essi il nuovo sistema di informazioni a bordo denominato Oboe che permette ai centri di controllo di monitorare tramite un canale satellitare la posizione del treno in tempo reale e di aggiornare costantemente i clienti nel corso del viaggio con tutte le informazioni utili per il servizio.
Nel 2005 inoltre è entrato in funzione il nuovo servizio di informazione sull'orario dei treni via SMS che permette ai clienti di chiedere e ricevere informazioni sia sulla puntualità sia sulle possibili soluzioni di viaggio per itinerari prefissati.
Tra il 2004 ed il 2007 Trenitalia s.p.a. ha previsto investimenti complessivi per un ammontare di oltre 6 miliardi di euro di cui 5,3 destinati al rinnovo della flotta. In particolare per il trasporto locale la società sta procedendo con:
la climatizzazione di tutte le carrozze entro il 2006;
l'acquisto di 310 nuove locomotive E 464 200 treni Minuetto 450 treni Vivalto e 99 complessi di treni ad alta frequentazione;
la ristrutturazione di circa 2.600 carrozze;
il revamping di 600 carrozze.
Vengono utilizzati quali indicatori la qualità erogata, e la qualità percepita verificati tramite l'esecuzione di controlli delle prestazioni di pulizia eseguite e d'indagini di customer satisfaction.
I sistemi di verifica del conseguimento degli obiettivi prefissati fanno parte dei meccanismi di gestione regolati dai contratti di pulizia e forniscono indicazioni che consentono di definire con le imprese di pulizia le azioni necessarie alla rimozione di eventuali carenze riscontrate.
In particolare le indagini sul livello di soddisfazione della clientela forniscono elementi di valutazione che sono utilizzati negli incontri periodici contrattualmente previsti con le imprese di pulizia.
Sono stati inoltre concordati con le imprese appaltatrici piani straordinari per risolvere le situazioni più critiche rimodulando il programma degli interventi ed intensificandoli laddove si registrano esiti insoddisfacenti.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
nei piccoli centri si avverte la scarsa presenza del numero dei carabinieri in servizio e tale problema si è aggravato con l'assenza degli ausiliari, dopo la fine del servizio obbligatorio di leva -:
come il Ministro interrogato ritenga di intervenire per procedere ad un consistente aumento degli organici dei carabinieri, che appare indispensabile per il controllo del territorio, in particolare nei piccoli centri.
(4-13355)
La questione, infatti, per i riverberi che avrebbe determinato sull'ordine e sulla sicurezza pubblica del Paese, è stata già oggetto di immediato ed adeguato intervento governativo finalizzato alla graduale e completa sostituzione di tale personale.
Infatti, l'Esecutivo con le leggi finanziarie 2002, 2003 e 2004 ha opportunamente previsto un programma di graduale assunzione di 12.000 Carabinieri effettivi, in sostituzione del personale ausiliario, riservando, in particolare, nell'ambito di ogni
Tale iniziativa assume notevole rilevanza per avere il duplice scopo di continuare a mantenere ad un livello adeguato l'efficienza operativa dell'Arma dei Carabinieri anche dopo la sospensione della coscrizione obbligatoria e di offrire opportunamente continuità occupazionale al suddetto personale volontario al termine delle ferme contratte.
Va ricordato, infine, che il Governo, sempre in tema di iniziative assunte per far fronte ad esigenze straordinarie di controllo del territorio è intervenuto anche in sede di legge «finanziaria 2005», prevedendo le risorse necessarie per l'assunzione di 1.400 unità extra-organico volte a potenziare l'impiego del cosiddetto Carabiniere di quartiere e, di conseguenza, ad incrementare ulteriormente il dispositivo di sicurezza dell'Arma.
È di tutta evidenza che la tematica relativa alla sostituzione dei Carabinieri ausiliari è stata attentamente seguita dal Governo e ad essa sono state dedicate adeguate risorse.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
in questi giorni l'autorità giudiziaria di Ancona ha aperto un'inchiesta relativa ai lavori di interramento della fascia costiera della ex darsena del porto turistico che doveva essere riempita con sabbia proveniente dalla cava per il costo di 1.833.300.000 invece è stata sostituita attraverso una variante interna firmata dal Presidente dell'autorità portuale e con la sabbia dragata dal fondo marino a costo zero;
tale variante risulta essere in contrasto con il decreto ministeriale 145 del 2000 che prevede che la variante dovrebbe essere istruita e sottoscritta dal responsabile del procedimento;
la stampa ha ampiamente dato notizia di tale inchiesta richiedendo anche la pubblicazione della variante, ma l'autorità portuale si è limitata a dire che dopo 13 mesi dalla proposta di variante la stessa è stata sottoscritta;
tale ritardo era dovuto alla mancanza dei mezzi (draga) da parte dell'impresa proponente la variante -:
se il Ministro intenda verificare la correttezza delle procedure e dei risultati economici che secondo la stampa avrebbe dovuto comportare un risparmio di oltre un miliardo per le casse dello Stato.
(4-10414)
L'impresa ha poi proposto, ai sensi dell'articolo 11 del decreto ministeriale n. 145 del 2000, una perizia di variante migliorativa in diminuzione di spesa, accolta dall'Autorità Portuale, dopo le necessarie valutazioni tecnico-economiche ed amministrative e previa determinazione favorevole del Responsabile del Procedimento.
La variante è consistita nella sostituzione delle sabbie di cava previste per il riempimento del progettato terrapieno con quelle ritenute idonee provenienti dal dragaggio di prestabiliti specchi acquei rientranti nell'ambito del porto di Ancona e, quindi, di competenza dell'Autorità Portuale, previa autorizzazione delle competenti
Il nuovo prezzo a corpo formulato dall'impresa per il riempimento con sabbie di mare, comprendente, oltre agli oneri relativi al dragaggio anche altri interventi accessori, è stato oggetto di esame e valutazione da parte dell'amministrazione appaltante prima di essere accettato e diventare oggetto di apposito atto aggiuntivo.
È stato infine accertato che le prove geotecniche di addensamento e consolidamento che hanno interessato il terrapieno realizzato, eseguite a cura dell'Università degli studi di Ancona, hanno fornito risultati soddisfacenti e conformi ai parametri di progetto.
Il costo di riempimento con materiale di cava era previsto nel contratto originale per circa 2.070 milioni di lire, mentre quello comportante l'utilizzo delle sabbie di dragaggio è risultato pari a circa 1.480 milioni di lire, con una differenza di 590 milioni che, a seguito del ribasso d'asta del 24,311 per cento risulta essere di 445 milioni di lire.
Si fa presente che nel marzo del 2002 fu stipulato con l'Impresa l'atto aggiuntivo al contratto originario. Per i lavori di che trattasi è stato emesso il certificato di collaudo per un importo complessivo di euro 1.830.385,15.
Per quanto concerne l'inchiesta aperta dalla locale Magistratura, è da sottolineare che la stessa è stata avviata nel 2002, con acquisizione progressiva nel tempo di tutta la documentazione tecnico-amministrativa relativa all'appalto, sia presso l'Autorità portuale che presso il direttore dei lavori e l'impresa appaltatrice. Non risulta da atti ufficiali che la suddetta inchiesta abbia avuto esiti.
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
nel Comune di Calenzano (Firenze), come peraltro riportato anche dalla stampa locale, sono stati strappati e danneggiati, nella notte fra il 22 ed il 23 maggio, tutti i manifesti elettorali del candidato della lista di AN Alberti Jacopo, di fatto così avvantaggiando gli altri candidati -:
quali iniziative urgenti si intendono assumere per assicurare un corretto e regolare svolgimento dell'attuale consultazione elettorale.
(4-10139)
Per quanto riguarda l'episodio richiamato dall'onorevole interrogante, la Prefettura di Firenze ha precisato che il candidato alle elezioni provinciali, i cui manifesti di propaganda furono strappati nella notte fra il 22 e il 23 maggio 2004, a Calenzano (Firenze), non ritenne di sporgere denuncia dell'accaduto.
In merito alle misure adottate per assicurare il sereno svolgimento della campagna elettorale, la stessa Prefettura ha evidenziato di aver ripetutamente richiamato, in quel periodo, l'attenzione dei sindaci dei comuni, della provincia per garantire la massima regolarità ed imparzialità nell'attività di propaganda dei candidati, sottolineando come, anche in quella provincia, la consultazione elettorale si sia svolta nel rispetto delle regole e in un clima di corretta competizione politica.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
secondo le rilevazioni rese pubbliche in questi giorni dalla Associazione dei Consumatori (Adiconsum) - in due mesi le nuove polizze di assicurazione per la responsabilità civile degli automezzi hanno subito notevoli aumenti;
a Milano, in caso di età dell'assicurando pari a 18 anni, la tariffa annua è
a Napoli, in caso di età dell'assicurando pari a 18 anni, la tariffa annua è incrementata del 16,10 per cento, passando, in due mesi da 2.670 a 3.100 euro; nel caso invece di assicurando di 19 anni di età con un incidente a carico, la tariffa annua è passata, in due mesi, da 4.626 a 6.387 euro con un aumento del 38,07 per cento;
a Roma, per un assicurando di 19 anni con un incidente a carico la tariffa è incrementata del 38,08 per cento passando, in due mesi, da 3.659 a 5.052;
infine, a Palermo, per un assicurando di 42 anni senza incidenti a carico, la tariffa annua è passata, in due mesi, da 493 a 587, con un incremento del 19,07 per cento; il numero degli incidenti risulta in costante diminuzione (da un minimo dell'8 per cento ad un massimo del 20 per cento), a seconda delle rilevazioni;
secondo l'interrogante sono ingiustificati e inaccettabili gli aumenti sopra descritti -:
quali misure intenda adottare per scongiurare ulteriori aumenti da parte delle compagnie di assicurazione (che presentano bilanci sempre migliori e profitti sempre crescenti), tali da provocare nuovi danni al tenore di vita di tutte le famiglie italiane, ma soprattutto di quelle i cui redditi netti - secondo le più recenti rilevazioni - sono rimasti stazionari da ben otto anni, contro un aumento medio dell'intera Unione europea del 17 per cento, con punte del 20 per cento in Francia e in Germania.
(4-09860)
Le più recenti iniziative di carattere normativo relativo al settore sono state, prima, la legge n. 57/2001 e, successivamente, la legge n. 273/2002.
La legge 5 marzo 2001, n. 57, recante: «Disposizioni in materia di apertura e regolazione dei mercati» aveva introdotto norme per la trasparenza dei servizi assicurativi per i veicoli a motore e previsto l'attribuzione all'Istituto di vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo - ISVAP - di alcune nuove funzioni di vigilanza. In particolare, le disposizioni contenute nell'articolo 1 imponevano alle imprese di assicurazione di rendere pubblici i cosiddetti premi annuali di riferimento mediante opuscoli, materiale promozionale ovvero annunci pubblicitari. Le imprese erano tenute, inoltre, a comunicare all'ISVAP, al Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti - C.N.C.U. - e alle Camere di commercio, industria, artigianato ed agricoltura competenti per territorio, i premi annuali di riferimento offerti agli utenti in ogni singola provincia all'inizio di ogni semestre.
La competente Direzione generale del Ministero delle attività produttive, per conto del C.N.C.U., ha provveduto a pubblicare sul proprio sito web i dati relativi ai profili tariffari comunicati dalle compagnie assicurative a decorrere dal 10 luglio 2001 fino a quando tale disposizione di legge non è stata abolita dalla successive legge n. 273 del 12 dicembre 2002, recante: «Misure per
La legge n. 273/2002, attualmente in vigore, costituisce un primo tentativo di riforma organica del settore, poiché introduce una serie di misure atte a favorire la tutela dei consumatori per i servizi assicurativi nel settore RCAuto. In particolare, all'articolo 21 tale legge prevede (istituzione, da parte del Ministro delle attività produttive, di un comitato di esperti «...con il compito di osservare l'andamento degli incrementi tariffari praticati dalle imprese di assicurazione operanti nel territorio della Repubblica...» e, allo scopo di prevenire comportamenti fraudolenti da parte degli utenti, la creazione presso l'ISVAP di una banca dati dei sinistri. L'articolo 22 della medesima legge stabilisce, inoltre, che le stesse imprese assicurative sono tenute a rendere pubblici, attraverso adeguati strumenti informativi, le tariffe applicate e le condizioni generali di polizza.
Per quanto concerne le iniziative adottate dal Ministero delle attività produttive riguardo al settore assicurativo, si ricorda che, in data 5 maggio 2003, è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra il Ministro delle attività produttive, l'Associazione nazionale delle Imprese Assicuratrici (ANIA) ed otto Associazioni dei consumatori che fanno parte del Consiglio nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU) in materia di tariffe delle assicurazioni della responsabilità civile auto. Con tale documento il Governo ha impegnato l'ANIA a confermare (invito alle compagnie per una politica di raffreddamento della dinamica tariffaria RCAuto della durata complessiva di dodici mesi per ciascuna compagnia, ferma restando la dinamica del bonus-malus individuale maturata dagli utenti.
Qualche risultato sembra essere stato ottenuto: infatti, secondo un'indagine dell'INDIS-Unioncamere su dati ISTAT, nell'anno 2004 l'aumento medio del settore assicurativo RCAuto, rispetto all'anno precedente è stato dello 0,9 per cento, a fronte di un incremento del costo della vita, nello stesso periodo, del 2,2 per cento circa.
Un apporto rilevante al contenimento delle tariffe RCAuto potrà essere, altresì, fornito dagli effetti positivi della patente a punti, dall'intensificazione della lotta alle frodi assicurative mediante una maggiore utilizzazione della banca dati istituita presso l'ISVAP, dalla prossima attuazione della tabellazione delle invalidità dal 10 al 100 per cento prevista dalla citata legge n. 273 del 2002, nonché dall'estensione della procedura CID anche ai sinistri con danni a persone non superiori a 15 mila euro verificatisi dal 1o giugno 2004.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Roberto Cota.
risulta all'interrogante che siano state date in uso le macchine dell'Inps a tutti i dirigenti -:
se il Ministro disponga di informazioni al riguardo e se intenda accertare quante sono le macchine date in uso ai dirigenti di tale istituto e quali siano i criteri in base ai quali avvengano le assegnazioni, anche al fine di verificare se vi siano state eventuali anomalie, con particolare riferimento agli anni dal 1996 al 2003.
(4-08494)
L'Istituto fa presente che il funzionamento dell'autoparco della Sede Centrale dell'INPS è sempre stato disciplinato da specifiche delibere.
Attualmente, l'assegnazione delle autovetture è disciplinata da un «ordine di servizio», adottato in data 10 marzo 1999, che ha operato una ridistribuzione delle autovetture in dotazione all'Istituto.
Nello specifico, il suddetto ordine di servizio ha disposto l'assegnazione in via esclusiva di due autovetture; rispettivamente al Presidente ed al Direttore generale, e l'attribuzione in via cumulativa e per le
Da ultimo, l'INPS fa presente di aver provveduto alla riduzione della spesa del 10 per cento per gli anni 2005/2006/2007 secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 12 della legge 30 dicembre 2004 n. 311.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
a seguito di una segnalazione pervenuta all'interrogante da parte dell'associazione «Altroconsumo», si evince che le reti televisive non rispettano le regole sulla pubblicità;
in seguito all'indagine effettuata nel settembre scorso, da Altroconsumo assieme all'Osservatorio di Pavia, monitorando per una settimana di programmazione televisiva, si sono riscontrati dati preoccupanti in merito al rispetto delle regole pubblicitarie ed al contenuto dei messaggi;
i limiti orari di affollamento pubblicitario stabiliti dalla legge 6 agosto 1990, n. 233 e ribaditi dalla legge 3 maggio 2004, n. 112 (successivamente Legge Gasparri) sono stati ignorati, nella fascia oraria dalle 16 alle 22, dai seguenti canali: Raiuno, Raidue, le tre reti Mediaset e La7;
in violazione dell'articolo 10 della Legge Gasparri, non è stata prestata adeguata attenzione alla tutela dei minori nei messaggi pubblicitari rivolti, sia per contenuto che per collocazione nel palinsesto, a bambini od adolescenti, ed, in fascia protetta, sono andate in onda pubblicità di alcolici e di bevande energetiche;
nonostante il divieto ribadito dall'articolo 4, comma 1, lettera c) della Legge Gasparri, i cartoni animati destinati ai bambini sono stati interrotti da messaggi pubblicitari;
la qualità degli spot mandati in onda, spesso, lascia desiderare, poiché agli utenti, in questo caso i bambini, arriva una immagine distorta. Ad esempio in riferimento agli spot riguardanti il profilo nutrizionale, gli stimoli che arrivano sono improntati a stili di vita poco sani, con la sollecitazione continua a comprare, e poi mangiare, dolciumi e merendine di ogni genere, che non fanno sicuramente bene se mangiati di continuo perché ricchi di zuccheri e grassi -:
se non ritenga di adottare una apposita iniziativa di carattere normativo volta a stabilire il divieto di programmare spot di qualsiasi tipo nella fascia oraria protetta, tra le ore 16 e le 19 nonché il divieto assoluto di programmare spot pubblicitari espressamente rivolti ai bambini.
(4-12974)
Nel calcolo, infatti, sono state incluse, oltre alla pubblicità tabellare, anche le sponsorizzazioni - soggette ad un diverso regime (decreto ministeriale n. 581 del 1993) - le telepromozioni che la legge n. 112 del 2004 ha parificato alle televendite assoggettandole al solo limite di affollamento giornaliero, ed i trailer cinematografici che non sono riconducibili alla nozione di pubblicità, atteso che l'Autorità
Inoltre, è stato fatto notare che nell'indagine di cui trattasi non è stata considerata la possibilità - prevista dalla normativa vigente - di applicare agli affollamenti orari un margine di oscillazione del 2 per cento in eccesso, da recuperare nell'ora precedente o in quella successiva.
Da tale diversa impostazione dipendono le discordanze esistenti fra i dati pubblicati sulla citata rivista e quelli elaborati dall'Autorità.
Nel precisare che non esiste alcuna norma che vieta la pubblicità di prodotti alimentari e di dolciumi, l'Autorità medesima ha significato che nel periodo monitorato (settembre 2004) la RAI non ha mai trasmesso telepromozioni e, pertanto, gli affollamenti pubblicitari sono risultati in linea con i limiti previsti.
Per le emittenti private, invece, l'Autorità ha rilevato degli sforamenti - seppure di entità diversa rispetto a quella indicata nell'indagine in argomento - ed ha avviato i relativi procedimenti sanzionatori; allo stato attuale due di essi hanno trovato conclusione, in un caso con l'archiviazione ed in un altro caso con un'ordinanza - ingiunzione (delibera n. 28/05/CSP dell'8 marzo 2005) di irrogazione della sanzione nel massimo edittale.
Per quanto attiene alle interruzioni dei cartoni animati segnalate dall'indagine di Altroconsumo che ha messo in evidenza la trasmissione, da parte di RAI 2, di pubblicità all'interno del programma di cartoni animati andato in onda tra le ore 20,00 e le ore 20,30 nel periodo suddetto, la medesima Autorità ha precisato che il monitoraggio ha evidenziato che gli spot pubblicitari sono stati trasmessi fra un cartone e l'altro, secondo una modalità che non costituisce violazione, in quanto ciascun cartone rappresenta un programma autonomo.
Con riferimento a tale tipo di interruzione l'Autorità ha comunque fatto presente di aver avviato, nel corso del 2004, un procedimento sanzionatorio nei confronti di una emittente televisiva in ambito nazionale, conclusosi con un provvedimento di archiviazione (delibera 263/04/CSP del 17 novembre 2004) avendo riscontrato che gli episodi oggetto di segnalazione non afferivano a cartoni animati per bambini, ma ad un lungometraggio cinematografico o a un cartone animato per adulti, soggetti a diverso regime per quanto si riferisce alle interruzioni pubblicitarie, mentre un altro procedimento istruttorio è in corso per violazione del divieto pubblicitario di cartoni animati destinati a minori.
In merito, inoltre, alle eccezioni sollevate nell'inchiesta dell'associazione Altroconsumo circa l'orientamento che rende ammissibile l'inserimento di pubblicità fra i singoli cartoni animati all'interno di programmi contenitori, l'Autorità ha specificato che l'orientamento originariamente adottato dal Garante per la radiodiffusione e l'editoria, è stato fatto successivamente proprio dalla Commissione per i servizi e prodotti e, conseguentemente tanto l'attività di monitoraggio delle trasmissioni, quanto i successivi esiti sanzionatori, si conformano a tale indirizzo.
Per quanto concerne la trasmissione di spot di bevande alcoliche, nel premettere che il codice di autoregolamentazione TV e minori prevede che tali interruzioni pubblicitarie non debbano essere effettuate all'interno dei programmi direttamente rivolti ai minori, ovvero in adiacenza ai programmi per minori, la ripetuta Autorità ha comunicato che i controlli non hanno evidenziato violazioni a tale disposizione ed, a titolo di esempio, ha segnalato che la pubblicità di bevande alcoliche, quali la birra, sul canale Italia 1 viene solitamente trasmessa a ridosso del telegiornale di prima serata in onda elle ore 18,30 o subito dopo il «meteo» che segue il telegiornale; tali programmi, infatti, pur essendo trasmessi nella fascia protetta (cioè nell'orario tra le ore 16,00 e le ore 19,00), non sono qualificabili come dedicati ai minori.
Quanto, infine, agli spot di bevande energetiche, non esistono specifici divieti alla loro trasmissione.
Il Ministro delle comunicazioni: Mario Landolfi.
i militari della Lombardia viaggiano gratis sui treni lombardi quando vanno o rientrano dalla caserma;
di tale agevolazione non beneficiano i militari campani -:
quali siano i motivi per cui i militari campani non beneficino dell'agevolazione in questione e in particolare, se ciò sia in particolare, se ciò dovuto alla mancata stipula di un'apposita convenzione tra la Regione Campania e Trenitalia.
(4-13529)
Peraltro, la società ferroviaria ha precisato che le agevolazioni per i viaggi in ambito regionale sono regolamentate dal decreto legislativo 422/1997 il quale attribuisce alle regioni tutti i compiti e le funzioni relative al servizio pubblico di trasporti di interesse regionale e locale.
In particolare l'articolo 17 del predetto decreto prevede che regioni, province e comuni definiscano ai sensi della normativa comunitaria gli obblighi di servizio pubblico tra i quali rientrano la previsione di gratuità o altre agevolazioni in favore di particolari categorie di persone prevedendo nei contratti di servizio la relativa compensazione economica. Ciascun ente locale può pertanto richiedere al vettore ferroviario, relativamente al proprio ambito territoriale, il riconoscimento di gratuità a condizione che si faccia esso stesso carico dell'onere.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
i treni regionali dovrebbero avere di norma sei carrozze;
il treno sulla tratta Aversa-Minturno ha solo quattro carrozze, tra l'altro sporche e fatiscenti;
a causa della mancanza di queste due carrozze, i viaggiatori sono costretti a viaggiare costipati -:
se il Ministro interrogato ritenga di dover intervenire presso Trenitalia affinché il treno in questione sia dotato delle due carrozze mancanti.
(4-13530)
In particolare sulla relazione Napoli-Aversa-Formia-Roma, Ferrovie dello Stato ha fatto presente che i treni a carattere regionale hanno una composizione più elevata di quella di cui all'atto ispettivo ad eccezione di due treni circolanti prima delle ore 6.00 in un orario quindi non interessante la fascia pendolare.
Per quanto riguarda poi il materiale rotabile è in corso un progressivo rinnovamento del parco vetture ed i costanti controlli effettuati nell'ultimo anno hanno portato al miglioramento del giudizio della clientela confermato nell'ultimo rilevamento relativo al bimestre febbraio-marzo 2005.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
la città di Ventimiglia - 26 mila abitanti circa - ogni venerdì, comprese le festività, per tutta la giornata, è letteralmente invasa da decine e decine di migliaia di acquirenti, provenienti dal Piemonte, dalla Liguria e dalla vicina Francia, che si recano al locale mercato ambulante - unico nel suo genere - che si svolge esclusivamente lungo alcune vie cittadine (lungo Roja, via Rossi, via Oberdan, via Veneto e via Felice Cavallotti);
tale mercato che ha una valenza internazionale, (in ordine di grandezza è il secondo in Europa) si compone di circa 440 banchi e si sviluppa, per circa tre chilometri, lungo una superficie di ampiezza variabile dai 4 ai 12 metri, tenendo conto degli accessori e degli annessi (furgoni, tendoni, scatoloni di carico e scarico) ad esso collegati;
i cittadini residenti nella zona del mercato, che si sono organizzati in un comitato di quartiere denominato «giardini al mare», ogni venerdì non possono accedere liberamente alle proprie abitazioni, né a piedi e né con i propri mezzi;
i suddetti cittadini hanno più volte sollevato il problema alle locali istituzioni, lamentando il fatto che per tutta la giornata del mercato è impossibile accedere nell'area in oggetto con ambulanze, mezzi dei vigili del fuoco o altri mezzi di pronta emergenza;
il comando dei Vigili del fuoco di Imperia, a seguito di un sopralluogo effettuato in data 9 luglio 2004, con formale verbale, protocollo «n. 7210» del 20 luglio 2004, indirizzato al sindaco del comune di Ventimiglia e al prefetto della provincia di Imperia, ha richiesto di intraprendere ogni utile iniziativa, volta a razionalizzare il lay-out del mercato, per consentire il transito dei mezzi di soccorso e per agevolare il deflusso delle persone attraverso adeguate vie di esodo;
a seguito del sopralluogo suddetto, il comando dei Vigili del fuoco di Imperia ha altresì certificato che «durante il mercato la disposizione dei banchi, in molti punti, ha una configurazione tale da non consentire un adeguato deflusso dei frequentatori» e ha attestato «la presenza di numerosi gruppi elettrogeni alimentati a combustibili liquidi a servizio degli impianti elettrici dei banchi, il cui improprio utilizzo potrebbe aumentare i rischi di incendio dei materiali combustibili in esposizione»;
lo stesso questore di Imperia, in data 20 luglio 2004, ha inviato al prefetto della provincia di Imperia formale richiesta di intervento -:
se non ritenga opportuno intervenire, presso i soggetti interessati, al fine di studiare, insieme alle parti, soluzioni capaci di eliminare le problematiche suddette, nell'area in cui insiste settimanalmente il mercato, nell'intento di garantire e salvaguardare la sicurezza dei cittadini e di assicurare adeguatamente il normale transito dei mezzi di soccorso.
(4-11133)
A tutte le questioni riguardanti il mercato e soprattutto a quelle attinenti la sicurezza, la Prefettura di Imperia ha dedicato particolare attenzione analizzando la situazione nell'ambito di apposite riunioni del Comitato provinciale per l'Ordine e la Sicurezza pubblica e di altre riunioni tecniche nel corso delle quali sono stati decisi alcuni interventi significativi.
Per contrastare il commercio di merci contraffatte sono stati disposti specifici servizi interforze con l'impiego di tutte le risorse territoriali disponibili, nonché con l'integrazione di unità di rinforzo richieste, di volta in volta e secondo le reali necessità, al Dipartimento della Pubblica sicurezza.
Per una più intensa ed efficace opera di controllo e repressione delle irregolarità, il Comune di Ventimiglia ha istituito un'apposita sezione dei Vigili Urbani per la Polizia annonaria e per l'individuazione dei depositi delle merci contraffatte.
È stata inoltre concordata in sede di Conferenza regionale di Pubblica Sicurezza una rigorosa azione di prevenzione attraverso controlli contestuali su tutto il territorio regionale e da ultimo anche, sul territorio francese grazie alle intese raggiunte con le autorità transalpine.
In merito al tema della sicurezza del mercato i sopralluoghi disposti dal Prefetto ed effettuati dai soggetti istituzionalmente coinvolti sull'argomento hanno individuato alcune criticità e situazioni di rischio esistenti nella zona mercatale.
Le relazioni tecniche elaborate in particolare quella del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, sono state analizzate nel corso di due riunioni del Comitato provinciale dell'Ordine e della Sicurezza pubblica tenutosi il 7 e il 22 luglio 2004, dalle quali sono scaturiti una serie di interventi volti a migliorare la pubblica incolumità dei cittadini durante lo svolgimento del mercato.
In particolare, l'Amministrazione comunale si è impegnata a far rispettare le zone di ingombro assegnate ai banchi, a sorvegliare affinché le vie di fuga e le zone di passaggio tra i banchi vengano tenute libere da ogni ostacolo, che i gruppi elettrogeni alimentati a combustibile liquido vengano collocati nelle aree appropriate e senza venire in contatto con materiale infiammabile.
A seguito di tali riunioni e recependo le indicazioni fornite dal Comando dei Vigili del Fuoco, il Sindaco di Ventimiglia ha emanato un'ordinanza il 23 luglio 2004, contenente nuove misure volte a migliorare i prescritti standard di sicurezza nell'area mercatale.
Il 15 ottobre 2004 inoltre, il Consiglio comunale ha adottato un nuovo regolamento che ha recepito, in gran parte, le osservazioni e le soluzioni formulate dalla locale Questura e dal citato Comando dei Vigili del Fuoco, prevedendo, fra l'altro una diversa dislocazione dei banchi di vendita mediante l'allungamento del mercato di circa 200/300 metri, in modo da assicurare maggiori condizioni di sicurezza.
Il Questore di Imperia e il Comandante dei Vigili del Fuoco, alla presenza di rappresentanti del Comune di Imperia, il 22 ottobre 2004, hanno effettuato un ulteriore sopralluogo di verifica che ha evidenziato un sostanziale miglioramento della situazione generale del mercato.
Si rappresenta, infine che, già a partire dal 1o luglio 2005 sarà in vigore la nuova pianta del mercato, predisposta dal Comune di Ventimiglia, secondo i suggerimenti formulati dalle Forze dell'Ordine e dai Vigili del Fuoco in occasione dei sopralluoghi effettuati nella zona.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
come si evince anche da alcuni articoli di stampa, ad esempio quello pubblicato su Il Messaggero del 19 gennaio 2005, la situazione ferroviaria sulla tratta Velletri-Roma è al limite del collasso;
il percorso lungo 42 Km, che secondo l'orario ufficiale dovrebbe essere coperto
sulla linea in questione i problemi più ricorrenti denunciati dai pendolari sono: a) ritardi cronici giornalieri che vanno da 10-20 minuti, ogni volta per un motivo diverso (guasti alla linea, passaggi a livello rotti, calo di tensione elettrica); b) treni sporchi; c) aria condizionata puntualmente rotta e che il più delle volte sprigiona aria fredda; d) mancanza di informazione o di altro tipo di comunicazione ai viaggiatori; e) mancanza di manutenzione su tutta la linea;
i pendolari della linea in oggetto, costituitisi in apposito Comitato, di recente, hanno presentato un esposto alla Procura per i ritardi continui registratisi nel periodo compreso tra Natale e Capodanno;
il 17 gennaio 2005, il treno partito da Velletri alle 7,33 invece di giungere a Roma alle 8,25, è arrivato alle 9,38, causa rottura di un altro treno alla stazione di Ciampino;
il perdurare di tale situazione crea veri e propri stati di stress ai passeggeri colpiti dal disservizio e determina in tante persone l'inevitabile scelta di tornare all'auto privata, che costringe ad addossarsi gli altissimi costi dei parcheggi e contribuisce al peggioramento del traffico e dell'inquinamento, specialmente per la città di Roma;
su linea ferroviaria in questione, il 27 gennaio 1992, all'altezza della Stazione di Casabianca - a seguito di un incidente quasi simile a quello verificatosi di recente a Crevalcore e che ha causato la morte di 17 persone - in uno scontro tra due treni pendolari per un mancato scambio a Ciampino, sono morte 6 persone (3 pendolari e 3 macchinisti) e ne sono rimaste ferite altre 100 -:
se non ritenga opportuno attivarsi presso Ferrovie affinché sia posta in essere una precisa verifica nel servizio effettuato, per assicurare rispetto di orari, regolarità ed efficienza dei servizi ai passeggeri e siano garantite condizioni di accettabilità dei mezzi, affinché i cittadini che regolarmente pagano tariffe ben superiori alla qualità del servizio offerto, possano esercitare il loro diritto essenziale alla mobilità attraverso un trasporto ferroviario dignitoso ed efficiente;
quali iniziative intenda intraprendere per sollecitare, con le dovute procedure, il potenziamento della predetta linea ferroviaria.
(4-12506)
Tuttavia, considerata la rilevanza della questione, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha attivato un tavolo tecnico con le Regioni per promuovere un coordinamento ed una cooperazione più stretta tra i compiti dell'amministrazione delle Regioni e delle imprese ferroviarie.
Si evidenzia inoltre che gli investimenti previsti dal Contratto di Programma 2001-2005, sia quelli connessi al potenziamento dell'infrastruttura esistente nel breve-medio periodo sia quelli finalizzati alla realizzazione di una nuova infrastruttura nel lungo periodo, contribuiranno certamente al miglioramento della mobilità ferroviaria anche e soprattutto per il trasporto locale.
L'attività di monitoraggio e la conseguente relazione annuale al Parlamento sulla realizzazione degli investimenti mostra infatti l'impegno profuso dal Gestore dell'infrastruttura ferroviaria nell'attuazione degli interventi nei nodi e sulle direttrici: i dati rilevati confermano che continua l'incremento della spesa per i programmi inerenti gli investimenti sulle direttrici.
Premesso il quadro generale fin qui esposto, al fine di fornire elementi di risposta agli specifici quesiti posti è stata interessata Ferrovie dello Stato s.p.a. che ha riferito quanto segue.
La linea FR 4 che collega Albano Frascati e Velletri a Ciampino e quindi a Roma confluendo nella tratta Ciampino-Roma su cui circolano anche i treni della linea FR 6 Roma-Cassino nonché i treni della lunga percorrenza è caratterizzata nelle fasce orarie del traffico pendolare da una intensa circolazione.
Al fine di contenere il problema del sovraffollamento dei treni su tale linea la Direzione regionale Lazio di Trenitalia s.p.a. nel dicembre 2003 ha istituito un nuovo treno Velletri-Roma in partenza alle ore 6.57 ed ha programmato con il nuovo orario in vigore dallo scorso mese di dicembre l'aggiunta di una ulteriore vettura sui 39 treni in servizio con materiale a doppio piano.
Per quanto riguarda gli indici di puntualità dei treni sulla tratta Roma-Velletri, nel mese di novembre 2004 l'82 per cento dei treni è arrivato con un ritardo non superiore ai 5 minuti, contro l'81 per cento registrato, nello stesso mese del 2003 ed il 94 per cento dei treni con un ritardo non superiore ai 15 minuti; nel mese di dicembre 2004 l'81 per cento dei treni ha presentato un ritardo non superiore ai 5 minuti contro il 79 per cento registrato nello stesso mese dell'anno precedente, ed il 91 per cento dei treni con un ritardo non superiore ai 15 minuti.
La pulizia delle carrozze, effettuata secondo un apposito programma elaborato in base al turno del materiale ed alla frequentazione, rientra negli impegni assunti con il Contratto di Servizio stipulato da Trenitalia s.p.a. con la Regione Lazio ed è quindi soggetto a verifiche anche con i rappresentanti della Regione stessa in ordine al controllo del raggiungimento degli standard prefissati.
Vengono ancora svolti frequenti controlli dal personale della Direzione regionale Lazio di Trenitalia s.p.a. e, nel caso di mancato raggiungimento dei livelli qualitativi previsti, sono applicate le relative penali a carico della ditta incaricata.
Per tutti i materiali vengono poi programmate ciclicamente o straordinariamente soste nell'Officina materiale rotabile per consentire interventi di manutenzione durante i quali le anormalità segnalate o riscontrate in sede di controllo vengono scrupolosamente eliminate.
Dal 1o gennaio 2005 è attivo su alcuni treni della linea FR 4 il sistema «Infotreno» che consente di gestire automaticamente le informazioni attraverso un sistema di bordo per la diffusione in tempo reale di annunci sonori alla clientela; in futuro sarà introdotto anche su convogli composti da vetture a doppio piano.
Per quanto riguarda più dettagliatamente i guasti ascrivibili al materiale rotabile, questi si sono verificati per 2 volte nel mese di novembre 2004 e 2 nel mese di dicembre 2004 su una media mensile di 1594 treni circolanti.
L'evento verificatosi il 17 gennaio di cui è cenno nell'atto ispettivo ha avuto origine da un guasto al treno 3356 proveniente da Cassino circolante sulla tratta Ciampino-Roma in orario precedente al treno 7208 anch'esso citato nell'atto ispettivo; il guasto ha provocato a catena una serie di ritardi per tutti i convogli circolanti sulla linea citata e di conseguenza anche per i treni della FR 4 Roma-Velletri.
Per quanto concerne i ritardi attribuibili a criticità di carattere infrastrutturale la Direzione compartimentale di Rete Ferroviaria Italiana s.p.a. ha precisato che il trend dei guasti alla linea è in netta diminuzione; i più significativi sono quelli relativi ai passaggi a livello dovuti generalmente a cause esterne e alla disconnessione degli impianti periferici dal controllo traffico centralizzato (CTC) di Ciampino determinati da eventi metereologici. Per questa ultima casistica di guasto sono state apportate
In ordine all'alimentazione la criticità più rilevante che impatta con la regolarità della circolazione è rappresentata dal fatto che la linea è alimentata a sbalzo dalla unica sottostazione elettrica (SSE) situata a Ciampino, estremità della linea. Pertanto, soprattutto in coincidenza con treni effettuati con locomotive tipo E 464, l'alimentazione può non essere sufficiente a garantire una tensione al pantografo adeguata ad impedire l'apertura dell'interruttore di macchina posto a bordo del locomotore.
Per tale motivo è in corso di realizzazione la nuova SSE a Cecchina con due gruppi raddrizzatori ciascuno da 3,6 MW. L'attivazione è prevista entro il corrente anno e consentirà di sfruttare a pieno le potenzialità del materiale rotabile attualmente circolante sulla linea.
Ferrovie dello Stato ha infine evidenziato che il ritardo realizzativo dell'opera, di circa un anno, è dovuto al mancato benestare del comune di Albano nonostante i solleciti inoltrati a questo da Rete Ferroviaria Italiana s.p.a..
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.
il 31 dicembre 2004 il gruppo IBM Italia ha ceduto la Selfin spa di Caserta, azienda con 340 dipendenti operante nel settore delle tecnologie dell'informazione alla Soc. MET FIN sas, riducendo, nei fatti, la propria presenza industriale nell'Italia meridionale di oltre il 50 per cento;
il 5 novembre 2004 con una interrogazione a firma degli onorevoli Gambini, Gasperoni e Diana, era stato richiesto di verificare che vi fossero precise garanzie di rilancio produttivo della Selfin oltre al mantenimento dei livelli occupazionali in considerazione sia della collocazione geografica della Selfin, che opera ed è presente prevalentemente nelle regioni Campania, Sicilia e Sardegna, sia delle allora già evidenti differenti dimensioni, e conseguenti capacità finanziarie ed industriali, tra il gruppo cedente (la IBM) e la società acquirente (MET FIN sas);
lo stesso ministero delle attività produttive aveva verificato l'esistenza di un impegno commerciale da parte della IBM sufficiente a fornire tutte le garanzie necessarie affinché l'esito dell'operazione fosse positivamente accolto da tutte le parti;
la MET FIN in tali sedi ufficiali si era impegnata a presentare entro il mese di gennaio 2005 un adeguato Piano Industriale dettagliato capace di azzerare il contratto di solidarietà che investe circa 166 lavoratori per la quasi totalità dislocati a Caserta, verificando anche l'eventuale ingresso nella società di soggetti pubblici;
la Selfin è stata durante gli anni in cui apparteneva al Gruppo IBM Italia, ed è tuttora, oggetto di agevolazioni e contributi da parte delle Amministrazioni Pubbliche per migliorare e garantire la capacità produttiva e la presenza competitiva sui mercati di riferimento al fine non solo del mantenimento ma di un ulteriore incremento dei livelli occupazionali;
i dipendenti della Selfin con l'ingresso della nuova proprietà, a causa di ritardi ingiustificati e in contrasto con le vigenti normative hanno dovuto ripetutamente mobilitarsi per vedere corrisposte le retribuzioni già a partire dal mese di febbraio 2005;
la MET FIN, capogruppo di diverse società operanti nel settore delle tecnologie dell'informazione aveva già dato, nei mesi precedenti alla acquisizione della Selfin, evidenti segnali di difficoltà operativa e finanziaria posticipando di molti mesi la erogazione degli stipendi e relative contribuzioni -:
quale sia la sua valutazione in merito agli accadimenti fin qui esposti;
se non ritenga di accogliere la richiesta delle organizzazioni sindacali di riaprire il tavolo tra le parti fin qui coinvolte nella azione di vendita;
quali misure intenda adottare per garantire il rilancio della azienda e gli attuali livelli occupazionali;
se non occorra valutare percorsi alternativi che possano dimostrarsi più efficaci di quelli finora previsti.
(4-14458)
La strategia della società acquirente Met-Fin, dichiarata nell'ambito degli incontri intrattenuti presso il MAP, è stata, sin dall'inizio, quella di implementare le sinergie tra le sue aziende e la Selfin, al fine di attivarne un processo di integrazione e sviluppo, pur nel rispetto delle individualità di ognuna di esse, in particolare, con l'acquisizione della SELFIN, la Met-Fin ha, altresì, dichiarato di voler estendere la sua presenza nel centro e nel sud Italia e di ampliare la gamma dell'offerta alla clientela privata e al mercato della sanità.
Met-Fin, nelle stesse occasioni di incontro al MAP, si è impegnata a mantenere ed a valorizzare, anche con appositi corsi di formazione e con l'immissione di figure con specifica professionalità commerciale, tutto il personale a ruolo Selfin al 31 dicembre 2004 (346 lavoratori).
Da una verifica condotta dal Ministero delle attività produttive sui bilanci del Gruppo Met-Fin al 31 dicembre 2003, ultimi disponibili a quella data, non sono emersi elementi di criticità sulla capacità del gruppo di poter finanziariamente sostenere gli impegni di rilancio delle attività della Selfin.
Ciò nonostante, il programma di integrazione produttiva illustrato da Met-Fin al momento dell'acquisizione ha registrato, sin dai primi mesi dell'anno, ingiustificati rinvii e lo stesso piano di formazione e di riqualificazione professionale è, di conseguenza, slittato.
Già nel mese di marzo il Gruppo Met-Fin ha evidenziato difficoltà d'ordine finanziario. Le organizzazioni sindacali hanno, infatti, informato, tempestivamente, sia il MAP sia la stessa IBM che alla Selfin non venivano corrisposte le retribuzioni ai dipendenti con la dovuta regolarità e che le condizioni finanziarie in cui si trovava Met-Fin erano tali da non poter assicurare la continuità operativa delle attività informatiche della Selfin.
Il Ministero delle attività produttive sta seguendo, con la necessaria attenzione, l'evolversi della situazione relativa alla Met-Fin e ha richiamato IBM alle responsabilità che le competono, queste non possono esaurirsi nella mera presa d'atto che la cessione di un proprio ramo di attività a soggetti terzi non abbia avuto l'esito sperato, per esclusiva responsabilità del soggetto acquirente a rispettare gli impegni contrattualmente assunti.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Valducci.
«... Il mondo del volontariato dà battaglia al Governo che vuole tagliargli i fondi. E lo fa con lettere al Presidente della Repubblica, del Senato e della Camera, con appelli pubblici, presidi in piazza, conferenze stampa e incontri. Tutto per dire: giù le mani dai soldi che permettono alle organizzazioni che fanno volontariato (oltre diciottomila quelle iscritte nei registri regionali, quasi altrettante
le associazioni di volontariato nazionali e locali - Anpas, Arci, Auser, Avis, Telefono Azzurro, Legambiente, Confederazione nazionale Misericordie d'Italia, Società di san Vincenzo, Associazione Ong italiane, solo per citarne alcune - le consulte e anche sindacati si stanno mobilitando per bloccare il taglio, pari a loro dire al 75 per cento, dei fondi destinati ai Centri servizio al volontariato, organismi nati per formare, dare consulenza e fare aggiornamento. Creati dalle stesse associazioni di volontariato nel 1997, rappresentano un punto di riferimento locale che, gratuitamente, mette a disposizione conoscenze, esperienze e tecnologie alle centinaia di migliaia di volontari italiani;
togliere fondi ai Centri servizio al volontariato pregiudicherebbe la formazione e la preparazione dei volontari, intaccando la qualità delle loro attività che vanno dall'assistenza domiciliare ai malati, alla tutela dell'ambiente, alla protezione civile e hanno un peso non trascurabile nella società;
sempre secondo il mondo del volontariato nessuna richiesta di concertazione, di mediazione né tanto meno di spiegazioni sono arrivate loro da parte del Governo -:
se dai Ministri interrogati siano state attentamente valutate tutte le conseguenze che questa drastica riduzione dei fondi provocherebbe sulla sulla valorizzazione e sviluppo del mondo del volontariato;
quali iniziative intendano adottare per assicurare lo sviluppo del volontariato che del servizio civile volontario, vista l'importanza di entrambi per la coesione sociale, la qualità della vita e lo sviluppo del nostro paese.
(4-13691)
La prima attiene al decreto-legge n. 35 del 2005 (convertito, con modificazione, nella legge n. 80 del 2005), concernente «Disposizioni urgenti nell'ambito del Piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale». In particolare, l'articolo 14, del suddetto decreto prevede il meccanismo cosiddetto «più dai meno versi», che riguarda, in sostanza, la possibilità di dedurre le liberalità effettuate da persone fisiche e giuridiche in favore delle ONLUS (e le organizzazioni di volontariato sono «ONLUS di diritto) nei limiti del 10 per cento del reddito complessivo dichiarato e comunque nella misura massima di 70.000 euro annui.
Si tratta di una novità che rivoluziona il welfare, perché introduce per la prima volta in Italia il principio di sussidiarietà fiscale, attraverso il quale il cittadino recupera una quota di libertà sulle risorse che altrimenti avrebbe dovuto destinare allo Stato a titolo di imposizione fiscale, destinando così le risorse direttamente a quegli enti che producono una utilità sociale e costituendo un risparmio di spesa per lo Stato.
Con le nuove norme, pertanto, i cittadini divengono «padroni» delle loro imposte, infatti possono destinarne direttamente una parte ad associazioni, patronati, enti di formazione e di promozione sportiva, centrali cooperative.
Non è strano che una norma del genere venga ospitata nel Pacchetto competitività, visto che recenti dati Istat confermano che proprio dal terzo settore arriva una delle risposte più vive ed efficaci ai problemi di crescita - anche occupazionale - del nostro Paese.
La seconda direttrice attiene, poi, al disegno di legge n. AC 5736, dove è, inoltre, inserita una norma, l'articolo 17, che modifica ed integra la legge 11 agosto 1991, n. 266. La norma modifica le modalità con cui le fondazioni di origine bancaria sono tenute ad assolvere l'obbligo di devoluzione
Attualmente, le risorse devono essere destinate alla costituzione di centri di servizio per il volontariato (CSV), che possono erogare - come suggerisce anche la loro denominazione - solo «Servizi» in favore delle organizzazioni di volontariato e non sempre essi riescono ad impiegare l'ingente quantità di risorse in loro favore accantonate.
La modifica proposta permette di liberare una quota - decisa dai comitati di gestione ma sempre in modo che sia assicurata ai CSV una quota non inferiore al 50 per cento dell'ammontare delle risorse presso i fondi speciali di ambito regionale e, comunque, sufficiente perché gli stessi CSV possano svolgere i compiti loro assegnati - in favore di un sostegno finanziario diretto ai progetti presentati dalle organizzazioni di volontariato o (residualmente) in favore degli enti e delle organizzazioni private che realizzino progetti del servizio civile.
Naturalmente, la legge non introduce un obbligo, ma lascia la facoltà di decidere ai comitati di gestione, nei quali siedono rappresentanti delle fondazioni, del volontariato, degli enti locali ed un rappresentante del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Anche in questo caso, vista l'idoneità della progettualità degli organismi di volontariato di partecipare ad accrescere la competitività del Paese, l'inserzione di questa norma nel cosiddetto «Pacchetto competitività» non è parsa inopportuna.
Inoltre, è in procinto di essere presentato al Parlamento, il disegno di legge di iniziativa governativa nel quale si delinea una più complessiva riforma della legge quadro in materia di volontariato.
Al progetto, già richiesto dagli stessi operatori del settore nella IV Conferenza nazionale del volontariato, che si è tenuta nell'ottobre del 2002, il Ministero del lavoro e delle Politiche sociali ha lavorato per più di due anni al fine di produrre un testo il più possibile partecipato e rispettoso di tutte le esigenze.
Gli esiti del lavoro sono stati sottoposti a tutti gli operatori interessati: volontariato, fondazioni bancarie, Agenzia per le ONLUS e componenti dell'Osservatorio del volontariato.
Sinteticamente, in relazione ai contenuti del provvedimento: sono state riconosciuti i cosiddetti enti di secondo livello; sono stati segnati degli adeguati «paletti di confine» con enti che hanno finalità similari ma natura diversa; sono state semplificate le modalità costitutive, organizzative e di gestione delle organizzazioni di volontariato; è stata rafforzata la mission dell'Osservatorio nazionale per il volontariato, quale organo consultivo del Ministro, infine, è stata introdotta la possibilità per gli organi di direzione delle organizzazioni di maggiore diffusione nazionale di godere di permessi non retribuiti.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Grazia Sestini.
in seguito al decreto 9 luglio 2004, n. 168 firmato dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Letizia Moratti che ridefinisce le modalità di accesso ai corsi di laurea specialistica delle professioni sanitarie, il 3 dicembre ha avuto luogo la convocazione, presso l'Istituto di radiologia dell'Università di Padova, di coloro che hanno superato il test d'ammissione al Corso di laurea specialistica in Scienze delle professioni sanitarie tecniche e diagnostiche per l'anno accademico 2004-2005;
in quell'occasione, i tecnici di radiologia con il diploma di abilitazione regionale hanno scoperto che - contrariamente a quanto previsto da apposite circolari del Ministero e diversamente da quanto avviene in altri atenei italiani - si sarebbero potuti iscrivere agli esami di tale Corso di laurea specialistica soltanto dopo aver recuperato un punteggio che ammontasse a 50 crediti formativi universitari;
l'aver pienamente sottovalutato i titoli professionali pregressi e la palese violazione delle leggi dello Stato appaiono secondo l'interrogante come un tentativo congiunto di escludere dal Corso di laurea specialistica in Scienze delle professioni sanitarie tecniche e diagnostiche coloro che non siano in possesso di laurea, dal momento che già il bando di ammissione presentava alcuni particolari impedimenti per tale categoria di candidati;
quanto avvenuto all'Istituto di radiologia dell'Università di Padova conferma quanto già segnalato dall'interrogante in un precedente intervento, ovverosia il contrasto con le leggi dello Stato in materia di equipollenza dei titoli professionali quali la legge n. 42 del 1999, la legge n. 251 del 2000 e la legge n. 1 del 2002, mentre in questo caso è evidente l'assegnazione di punteggi diversi che penalizza chi ha conseguito il titolo nelle scuole regionali -:
se il Ministro non reputi opportuno fare chiarezza sul caso specifico del punteggio diversificato richiesto come supplemento ai tecnici con diploma di abilitazione regionale;
se ritenga di doversi attivare affinché venga adottato un sistema unico di valutazione in modo da garantire un trattamento uniforme in tutti gli atenei del Paese evitando le sopraccitate disparità così come previsto dalle norme vigenti.
(4-12204)
Il citato decreto 509 del 1999 non ha stabilito nulla in merito al riconoscimento di eventuali crediti o debiti formativi a carico dell'immatricolando dal momento che questa materia è di esclusiva competenza delle Università, vigente l'autonomia didattica delle stesse.
Sulla base del descritto quadro normativo non si ritiene che il comportamento dell'Ateneo di Padova possa dirsi in contrasto con alcuna legge dello Stato.
L'Università, infatti, ha ammesso al corso di laurea specialistica in Scienze delle professioni sanitarie tecniche e diagnostiche gli studenti vincitori del concorso, seppure con debito formativo, rientrando nella facoltà degli organi accademici sia la valutazione della preparazione dei singoli studenti che lo stabilire eventuali debiti.
L'università di Padova, alla quale sono stati richiesti elementi istruttori, ha, inoltre, trasmesso un estratto del verbale del consiglio della facoltà di Medicina e Chirurgia del 10 marzo 2005 con il quale si è provveduto a formalizzare le linee guida per l'ammissione ai corsi di laurea specialistica delle professioni sanitarie.
Queste sono state delineate, a seguito di una riunione svoltasi il 31 gennaio 2005 con il Prorettore alla Didattica, Professor Voci, il Prorettore per la condizione studentesca e il diritto allo studio, Professor Scutari, i membri dei CITO delle Lauree specialistiche delle professioni sanitarie ed i responsabili delle segreterie studenti, approvate dalla Commissione didattica e, con il predetto verbale, dal Consiglio di facoltà entrando a far parte integrante dei singoli regolamenti delle Lauree specialistiche delle Professioni sanitarie, già approvati dalla facoltà.
Queste stabiliscono che nelle ipotesi di ammissione diretta, essendo questa prevista in deroga al superamento dell'apposita prova, sia da considerarsi presupposta l'adeguata preparazione individuale dello studente al quale, pertanto, non possono
In ordine, invece, all'iscrizione dei candidati utilmente collocati nella graduatoria di ammissione, è previsto che, se questi sono in possesso della laurea triennale, della quale la specialistica rappresenta il percorso sequenziale, essi saranno tenuti a seguire il percorso standard senza dover effettuare alcuna integrazione curriculare.
Se, invece, sono in possesso di altro titolo, pur idoneo all'accesso, si deve predisporre un «contratto formativo individuale» con la determinazione del percorso didattico da compiere quale insieme di conoscenze formative imprescindibili per frequentare il biennio specialistico, tenuto conto di quanto suggerito dall'Osservatorio nazionale delle professioni sanitarie nella mozione del 21 ottobre 2004 in tema di riconoscimento dei titoli pregressi per il conseguimento della laurea triennale delle professioni sanitarie.
Tale percorso comprende, secondo le indicazioni del Consiglio di Corso di Studio sia una integrazione del curriculum, con attribuzione a seguito di verifica di un numero di CFU non superiore a 25, sia la frequenza obbligatoria di specifiche attività formative, con forme di verifica dell'apprendimento anche in itinere.
Quanto previsto dalla predetta delibera è stato applicato anche ai tecnici di radiologia protagonisti della vicenda oggetto della presente interrogazione.
Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Letizia Moratti.
il giovane Nazrul Islam, cittadino del Bangladesh, vive in Italia dal 1992;
nel 1996 rimaneva vittima di una feroce aggressione che lo ha reso invalido al 100 per cento, e, da anni, è ospite nella Casa Missione della Carità di Palermo, gestita dalle Suore di Madre Teresa di Calcutta;
pur avendo recuperato le capacità intellettive, è incapace di deambulare, l'esposizione orale è molto stentata ed anche gli arti superiori sono piuttosto deboli, non è, quindi, in condizione di poter svolgere un lavoro, pertanto, il suo permesso di soggiorno per lavoro è stato sostituito da un permesso per motivi di salute;
tale permesso, concesso sulla base di certificazioni ospedaliere, è valido soltanto per sei mesi e non consente al giovane di partecipare ad una vita attiva; non gli viene consentito di essere ammesso a corsi professionali (cosa che contribuirebbe allo sviluppo delle sue capacità intellettive, che sono le uniche risorse a lui rimaste);
non gli è stato concesso un permesso per motivi umanitari, che gli consentirebbe maggiori opportunità di inserimento, malgrado le opportune e reiterate richieste;
gli è stata riconosciuta l'invalidità civile al 100 per cento con diritto all'accompagnamento, ma non gli viene concessa l'erogazione dei benefici economici perché non è in possesso della carta di Soggiorno, che viene riconosciuta a chi, residente da sei anni, è in grado di versare i contributi per l'attività lavorativa o di avere una indipendenza economica -:
quali iniziative, anche di carattere normativo, si intendano adottare per rimuovere le cause di questo tipo di discriminazione e assicurare la necessaria tutela al fine di evitare una vera e propria emarginazione sociale, e quali iniziative intenda porre in essere per risolvere il caso di cui si è detto in premessa.
(4-10010)
In tale occasione, ha ottenuto un permesso di soggiorno per lavoro autonomo, valido fino al 29 maggio 2000, successivamente rinnovato, per attesa occupazione, fino al 29 maggio 2001.
Nel novembre dello stesso anno l'Ufficio Immigrazione della Questura di Palermo, ha ricevuto dal signor Jazul istanza di rilascio di permesso di soggiorno per motivi di salute, con allegata certificazione, rilasciata dalla locale Azienda sanitaria locale n. 6, che attestava lo stato di grave infermità dell'interessato.
Di conseguenza, è stato rilasciato un permesso di soggiorno per motivi di salute, con scadenza 30 dicembre 2001, successivamente rinnovato a seguito di nuove certificazioni mediche che confermavano il permanere dello stato di invalidità ed il bisogno di cure. Il permesso attualmente in vigore scadrà il prossimo 30 settembre e potrà essere ulteriormente rinnovato permanendo le condizioni di infermità di volta in volta certificati dalle strutture sanitarie.
In merito al possibile rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari, si ricorda che il rilascio di detto titolo trova fondamento giuridico nella Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951, nonché nell'articolo 5, comma 6, del decreto legislativo n. 286 del 1998.
L'articolo 19 di tale provvedimento, in conformità all'articolo 10 della Costituzione, prevede il divieto di respingere o espellere il cittadino straniero che possa essere oggetto di persecuzione per motivi di razza, sesso, religione, lingua, cittadinanza, condizioni personali e sociali o opinioni politiche nel paese di appartenenza (il cosiddetto principio del non-refoulement).
Sulla base della predetta normativa e su richiesta del soggetto interessato, le Commissioni territoriali per il riconoscimento dello status di rifugiato, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 settembre 2004, n. 303, qualora non ravvisino gli estremi per la concessione dell'asilo politico ma ritengano comunque che il richiedente, rientrando nel proprio Paese, possa versare in condizioni di pericolo, può disporre la concessione di un permesso di soggiorno straordinario per motivi umanitari, rinnovabile annualmente, secondo quanto prescrive l'articolo 28 decreto del Presidente della Repubblica n. 394 del 1999, come modificato dal decreto del Presidente della Repubblica 18 ottobre 2004, n. 334.
Allo stato attuale, le norme in vigore, non prevedono che il Questore possa rilasciare, motu proprio, il soggiorno per motivi umanitari.
Si vuole ricordare, infine, che l'articolo 15 del citato decreto del Presidente della Repubblica 18 ottobre 2004, n. 334, prevede che tra le fonti di reddito necessarie per richiedere la carta di soggiorno vengano incluse anche quelle derivanti dal riconoscimento del trattamento pensionistico per invalidità.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Giampiero D'Alia.
a seguito dell'applicazione del decreto ministeriale 16 dicembre 2004 la dirigente dell'Ispettorato territoriale della Sicilia, organo periferico del ministero delle comunicazioni, dottoressa Lilla Mangione, azzerava la precedente organizzazione del lavoro tanto da rendersi necessaria, su proposta di Cgil-Cisl-Uil, la prevista concertazione;
alla direzione della prima sottoarticolazione, squisitamente amministrativa, della nuova struttura organizzativa dell'Ispettorato territoriale della Sicilia veniva imposto dalla dirigente di seconda fascia, dottoressa Lilla Mangione, un ingegnere area C3, con profilo professionale di ingegnere direttore coordinatore, preferendolo al dottor Salvatore Petrotta anch'egli di area C3, con profilo professionale di direttore amministrativo, munito di laurea
la stessa dirigente rigettava le proposte di Cgil-Cisl-Uil che, in subordine, chiedevano che al dottor Petrotta venisse affidato il coordinamento degli affari legali e del contenzioso;
la dirigente forniva la seguente spiegazione: «Incarichi di coordinamento degli affari legali e del contenzioso. Non si ritiene di derogare alla proposta dell'Amministrazione in quanto il personale ad esso applicato agli affari legali e del contenzioso dell'area C1 tecnica, che a suo tempo ha manifestato la propria disponibilità ad espletare le mansioni peraltro completamente al di fuori della qualifica di appartenenza e che sino alla data odierna ha svolto in maniera eccellente l'incarico assegnato, non garantirebbe l'assolvimento di tale compito nel caso in cui si venissero a configurare condizioni lavorative diverse da quelle previste nella bozza dell'Amministrazione che, anche in questo caso, si è ispirata al principio di continuità» -:
se non ritenga gravi e dannose per la stessa Amministrazione le motivazioni addotte, le quali configurano, secondo l'interrogante, la evidente violazione di diritti sanciti dal contratto collettivo nazionale del lavoro 98/2001 del comparto ministeri, dall'articolo 52 del decreto legislativo n. 165 del 2001, dall'articolo 2103 del codice civile, dall'allegato 1, tuttora vigente, del decreto del Presidente della Repubblica 17 gennaio 1990, n. 44, istitutivo del profilo professionale di direttore amministrativo -:
se non ritenga configurarsi, nel caso di specie, quello che appare all'interrogante un comportamento di sostanziale ostracismo nei confronti del dottor Petrotta, già oggetto nel recente passato di illegittimo trasferimento, in quanto portatore di handicap grave, per la cui revoca l'interrogante presentò due interrogazioni parlamentari (4-08321 del 9 dicembre 2003 e 4-09123 del 1 marzo 2004);
se non ritenga che sia quantomeno censurabile l'atto compiuto dalla dirigente dell'Ispettorato territoriale della Sicilia la quale ammette che il personale applicato agli affari legali, tutto tecnico di area C1, è sprovvisto di corrispondente qualifica funzionale e di specifici titoli professionali;
quali iniziative intenda adottare per porre fine a quelle che, secondo l'interrogante, rappresentano continue vessazioni e discriminazioni nei confronti del dottor Petrotta.
(4-13791)
In tale sede si è preso atto che la quasi totale mancanza di personale di adeguata qualifica ha determinato la necessità di ricorrere all'applicazione, su base volontaria, di personale tecnico allo svolgimento di mansioni amministrative.
Pertanto, nella distribuzione dei carichi di lavoro il dirigente dell'Ispettorato territoriale in parola ha riferito di aver tenuto conto - ove possibile - dei compiti svolti in precedenza dal personale che aveva manifestato la propria disponibilità ad espletare mansioni non ricomprese nella qualifica di appartenenza e che aveva svolto l'incarico assegnato con grande spirito di abnegazione e collaborazione, riportando risultati considerati più che soddisfacenti.
Nel contesto della descritta situazione, basata su equilibri precari, il dirigente in questione aveva comunicato alle organizzazioni sindacali di aver assegnato la titolarità del settore che si occupava, fra l'altro, dell'ufficio legale e contenzioso, all'unità C3S tecnica che già aveva, in passato, la
Nel corso della concertazione, in cui tali argomentazioni sono state ampiamente dibattute, le ripetute organizzazioni sindacali hanno avanzato, fra le altre, la proposta - al momento accettata dal dirigente in argomento - che le otto unità appartenenti all'area C3 e C3S che non hanno trovato applicazione alla direzione delle sottoarticolazioni o dipendenze perché già assegnate, dipendono amministrativamente e disciplinarmente dal dirigente, pur espletando compiti appartenenti funzionalmente alle sottoarticolazioni.
A completamento di informazione si fa presente che l'accordo sulla riorganizzazione dell'Ispettorato di cui trattasi è stato firmato con le organizzazioni sindacali Uil, Confsal, Ugl, Unionquadri e Rsu.
Il Ministro delle comunicazioni: Mario Landolfi.
con deliberazione n. 26 dell'8 ottobre 2004, il consiglio comunale di Campomarino (Campobasso) ha votato favorevolmente la proposta di dichiarare il comune di Campomarino «Città della Pace», proponendo di denuclearlo e smilitarizzarlo, di rifiutare in futuro di ospitare nel proprio territorio caserme e siti militari strategici, armi, ordigni e scorie radioattive, di incentivare il servizio civile e le missioni di pace, e di esporre la bandiera della pace in tutti gli edifici pubblici presenti nel territorio comunale;
l'8 febbraio 2005, i consiglieri di minoranza che all'atto del voto si erano opposti alla suddetta deliberazione, hanno inviato al Prefetto di Campobasso un esposto con il quale invitavano lo stesso Prefetto a prendere i provvedimenti di propria competenza al fine di rimuovere da tutte le sedi istituzionali quelli che definivano vessilli illegali;
il 10 febbraio 2005, il prefetto di Campobasso ha quindi assunto l'iniziativa di inviare al Sindaco di Campomarino una diffida affinché, nel termine perentorio di 10 giorni, provvedesse alla rimozione della bandiera della pace dalle sedi degli enti pubblici ricadenti nel comune richiamando la fattispecie di cui agli articoli 292 (vilipendio della bandiera) e 329 (rifiuto di obbedienza) del codice penale;
la norma richiamata dalla Prefettura di Campobasso per motivare la diffida dall'esporre la bandiera della pace fa riferimento a una direttiva della Presidenza del Consiglio pervenuta alle prefetture in data 11 febbraio 2003, secondo la quale «non possono essere esposte bandiere straniere (esposte esclusivamente in occasioni di incontri internazionali) e neppure simboli privati (esempio insegne di partito, simboli di associazioni ed organismi vari)»;
appare singolare il parere espresso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in riferimento ad una legge che non reca alcun esplicito divieto in tal senso e che di fatto comporta, secondo l'interrogante, una chiara lesione dei principi di autonomia e di federalismo sanciti dalla Costituzione;
l'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2000, n. 121 (in Gazzetta Ufficiale 16 maggio 2000, n. 112), citato nell'esposto, afferma che: «La esposizione delle bandiere all'esterno e all'interno delle sedi delle regioni e degli enti locali è oggetto dell'autonoma normativa e regolamentare delle rispettive amministrazioni. In ogni caso la bandiera nazionale e quella europea sono esposte congiuntamente al vessillo o gonfalone proprio dell'ente ogni volta che è prescritta l'esposizione di quest'ultimo, osservata la prioritaria dignità della bandiera nazionale», dunque demanda all'autonomia
il Comune di Campomarino (Campobasso), con la deliberazione in premessa ha infatti inteso esercitare l'autonomia regolamentare riconosciuta dal decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2000, n. 121;
la legge 5 febbraio 1998, n. 22, richiamata nel suddetto esposto, prevede l'abrogazione - a seguito dell'emanazione di apposito regolamento - del regio decreto-legge 24 settembre 1923, n. 2072, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 dicembre 1925, n. 2264 (regio decreto-legge del Governo Mussolini e convertito in legge promulgata Vittorio Emanuele III) e cioè delle disposizioni che hanno disciplinato, al tempo del fascismo, l'esposizione della bandiera rimaste in vigore oltre ogni ragionevole durata;
ad avviso dell'interrogante il decreto del Presidente della Repubblica n. 121 del 2000 non contiene alcuna sanzione penale né alcun rinvio espresso a norme del codice penale, pertanto l'esposizione della bandiera internazionale della pace non costituisce reato, in quanto non esiste nel nostro ordinamento alcuna specifica norma sanzionatoria;
la bandiera della pace non costituisce né una bandiera di nazione straniera, né un simbolo privato, ma rappresenta un valore, come appunto la pace, che in teoria dovrebbe appartenere a tutti, una bandiera che non fa riferimento ad un'associazione, ma ad un'idea consacrata nella nostra Costituzione e dunque dovrebbe avere rilievo universale;
l'articolo 11 della nostra Carta costituzionale stabilisce che l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, pertanto l'esposizione della bandiera della pace all'esterno delle abitazioni private si trova in linea con i principi consacrati dalla nostra Costituzione, dunque vietare che una bandiera che esprime convenzionalmente queste sensibilità, possa sventolare anche da un edificio pubblico è un sopruso politico;
sono numerosi gli enti locali che, con atti ufficiali, come delibere di consiglio o di giunta, hanno voluto affiancarsi e sostenere questa campagna, esponendo i colori della pace dai palazzi istituzionali e promuovendo il valore della pace per la costruzione di una civiltà umana aperta, solidale e rispettosa dei diritti e dei doveri di ogni singolo cittadino;
è scorretto, secondo l'interrogante, anche richiamare il reato di vilipendio della bandiera dello Stato, previsto dall'articolo 292 del codice penale, poiché quest'ultimo presuppone una manifestazione di spregio o disprezzo del nostro tricolore. A tal proposito la giurisprudenza è venuta in aiuto con sentenza del Tribunale di Milano che ha correttamente sostenuto che: «Il vilipendio punito dall'articolo 292 del codice penale non è qualsiasi forma di dissenso politico e aggressione allo Stato ed ai suoi simboli rappresentativi, bensì è il comportamento gratuitamente offensivo e fine a se stesso esorbitante dal legittimo esercizio della libertà di manifestazione del pensiero, in quanto non funzionale alla manifestazione di critica politica» (25 maggio 2001);
ad avviso dell'interrogante è da ritenersi grave una forzatura dell'interpretazione delle leggi che leda nel contempo l'autonomia istituzionale delle regioni e delle province autonome e il diritto ad esprimere, seppur simbolicamente, sentimenti di pace e di giustizia, ricordati nella Costituzione -:
se non ritenga, alla luce della normativa vigente in materia di esposizione delle bandiere, di dover confermare la legittimità dell'iniziativa assunta dal Comune di Campomarino (Campobasso), intervenendo presso la prefettura di Campobasso ed invitando le autorità preposte a ritirare l'atto di diffida;
(4-13168)
La sola eccezione prevista è quella relativa all'esposizione di bandiere di Paesi stranieri nei casi di incontri e manifestazioni internazionali e del vessillo o gonfalone delle regioni e degli enti Locali ogni volta che ne sia prescritta l'esposizione.
In particolare, l'articolo 10 del citato decreto del Presidente della Repubblica contempla, al secondo comma, che i rappresentanti del Governo nelle Province sono tenuti a vigilare sull'adempimento delle disposizioni concernenti l'esposizione delle bandiere.
Il successivo articolo 12 riconosce un ambito specifico in materia di esposizione della bandiera alla autonomia normativa e regolamentare degli enti locali, facendosi comunque salvo l'obbligo di esposizione congiunta del vessillo o gonfalone proprio dell'ente con la bandiera nazionale e quella europea.
La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha chiarito che sugli edifici pubblici statali, possono essere esposte esclusivamente la bandiera nazionale ed europea, mentre sugli edifici pubblici delle regioni e degli enti locali possono essere aggiunte le rispettive bandiere ufficiali.
Inoltre, è stato precisato che non possono essere comunque esposte bandiere straniere, ammesse esclusivamente, come enunciato nelle premesse, in occasione di incontri internazionali, e neppure simboli privati, quali insegne di partito, simboli di associazioni e organismi vari.
L'esposizione sugli edifici pubblici di simboli privati di qualunque natura determina una violazione sanzionabile anche ai sensi degli articoli 292 e 323 del codice penale.
La nota della Presidenza del Consiglio è stata successivamente diffusa dal Ministero dell'interno, per conoscenza e orientamento, a tutti i Prefetti della Repubblica.
Sulla base di tali prescrizioni normative, le Forze dell'ordine sono intervenute, in qualche occasione, segnalando il cennato divieto ai responsabili di sedi o di uffici pubblici sui quali erano state esposte bandiere non consentite.
Si vuole comunque precisare che il diniego espresso non ha riguardato il significato attribuito alla bandiera della pace - che evoca un valore assoluto consacrato nella Costituzione ed ovviamente universalmente riconosciuto - ma ogni simbolo non avente carattere di ufficialità istituzionale.
Alla luce di tali premesse, e con riferimento alla vicenda enunciata dall'interrogante, si fa presente che con circolare del 13 febbraio 2003, la prefettura di Campobasso ha comunicato a tutte le amministrazioni pubbliche periferiche e locali l'orientamento interpretativo in materia.
Ciò premesso, con un esposto del 7 febbraio 2005 diretto al prefetto di Campobasso, i Consiglieri comunali di minoranza del comune di Campomarino hanno segnalato, invocando il rispetto della normativa vigente in materia di esposizione delle bandiere nazionale ed europea, che quel Consiglio comunale nella seduta dell'8 ottobre 2004 aveva assunto una delibera con la quale si disponeva l'esposizione della «bandiera della pace» su tutti gli edifici pubblici presenti nel proprio territorio.
Gli esponenti, nel precisare che detta deliberazione aveva trovato effettiva attuazione, hanno richiamato puntualmente anche
In conseguenza dell'esposto, il prefetto di Campobasso, dopo averne informato preventivamente il sindaco di Campomarino, nell'esercizio dei doveri di vigilanza sull'adempimento delle disposizioni sull'esposizione delle bandiere, demandati ai Prefetti dall'articolo 10 comma 2 del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 121 del 2000, ha invitato lo stesso sindaco all'osservanza delle predette disposizioni e delle direttive interpretative a suo tempo formulate dalla Presidenza del consiglio dei ministri.
Il successivo 18 febbraio il Sindaco di Campomarino ha rassicurato il Prefetto in merito all'avvenuto adempimento alle direttive impartite.
In conclusione, si osserva che l'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica n.121 del 2000, nel demandare all'autonomia normativa e regolamentare delle regioni e degli enti locali, l'esposizione delle bandiere, all'esterno ed all'interno delle rispettive sedi, con la prescrizione esplicita che ogni qual volta è prescritta l'esposizione del Gonfalone o vessillo proprio dell'Ente devono essere esposte anche le bandiere nazionale ed europea, esclude la possibilità di individuare altri vessilli, bandiere eccetera da poter affiggere nelle proprie sedi.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Michele Saponara.
il 15 febbraio scorso, alcune decine di lavoratori della Pnt e di altre aziende in crisi dell'area industriale della Val Basento hanno bloccato la strada Matera-Ferrandina, per sensibilizzare l'opinione pubblica e le Istituzioni, locali e nazionali, sulla delicata situazione economica e occupazionale della Val Basento;
il blocco si è tenuto, infatti, in concomitanza con una riunione in svolgimento a Roma, relativa al contratto di programma della Nuova Valsud, che prevede quattro investimenti in Val Basento;
la Val Basento soffre da tempo di problemi occupazionali gravi e lascia la Basilicata nelle ultime posizioni della classifica dell'occupazione nazionale;
la Nuova Valsud sta per aprire quattro stabilimenti in Basilicata;
l'accordo con la Regione risale al 25 novembre 2004: in quell'occasione la Regione diede il via libera per delocalizzazioni produttive di aziende del Nord nell'area industriali in Val Basento, in provincia di Matera;
il progetto presentato dalla Nuova Valsud interessa l'area industriale della zona di Pisticci e consiste nella fornitura di servizi reali alle imprese consorziate e nella produzione di materiali plastici;
il programma di investimenti del Consorzio prevede la creazione di 282 posti di lavoro, tra i quali 187 ricoperti dai lavoratori provenienti dalle liste di mobilità delle aziende in crisi del polo chimico della Val Basento;
l'investimento complessivo del contratto di programma è pari a circa 81 milioni di euro e il finanziamento pubblico copre fino al 50 per cento dell'investimento riconosciuto ammissibile (si tratta di fondi Cipe con una quota del 10 per cento a carico della Regione);
da notizie in possesso dell'interrogante risulta che la stessa Regione Basilicata ha ribadito, nel corso di una recente riunione al Ministero delle Attività produttive, che considera «prioritario» l'intervento del Consorzio Nuova Valsud, in modo tale da favorire le decisioni attese da parte del Cipe, che si appresta a finanziare il relativo contratto di programma -:
se non ritengano opportuno intervenire, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, presso i soggetti interessati, a tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori, al fine di sbloccare definitivamente il contratto di programma, e nell'intento di
(4-13221)
Gli investimenti risultati ammissibili sono di 80.891.000,00 euro, le agevolazioni massime concedibili sono pari a 52.282.500,00 euro e nei complesso prevedono una occupazione di 282 unità, di cui 189 provenienti dalle liste di mobilità di dipendenti delle aziende in crisi della zona (tra le quali la Nylstar).
La Regione Basilicata, con deliberazione di Giunta del 24 novembre 2004, n. 2731, ha espresso il parere favorevole sulla compatibilità regionale della proposta e la partecipazione in cofinanziamento regionale nel limite del 10 per cento del contributo concedibile. Con successiva nota del 17 dicembre 2004, il Presidente della Regione si è dichiarato disponibile a cofinanziare il Contratto di Programma con un importo doppio rispetto a quanto già deliberato.
Per quanto riguarda il restante finanziamento del contributo pubblico, secondo quanto dichiarato dal soggetto proponente, questo non graverebbe sulle risorse stanziate per i contratti di programma, in quanto la proposta era inserita tra quelle previste dalla delibera CIPE n. 120/99 (Economie dell'Accordo Val Basento) e, nella conseguente Intesa Istituzionale di programma sottoscritta il 5 gennaio 2000 tra il Governo e la Regione Basilicata.
Sulla base di tale affermazione è stata avviata una interlocutoria con le Amministrazioni interessate, dalla quale non è risultato alcun perfezionamento sottoscritto di detto intento che consenta di attribuire alla proposta la copertura del finanziamento pubblico, né tanto meno un eventuale carattere di priorità rispetto alle altre molteplici iniziative in istruttoria e in attesa di definizione (l'istanza in questione è stata presentata in data 23 giugno 2004 e secondo l'ordine cronologico di presentazione - requisito base per la trasparenza della nuova procedura a tutela degli altri soggetti proponenti - occupa il 77o posto).
Si informa, come risulta da una nota del Ministero dell'Economia e delle Finanze, che in un incontro avvenuto a Palazzo Chigi nei primi giorni di marzo u.s., avente ad oggetto «Istruttoria della norma per assicurare soluzione a impegni di Governo per situazioni di crisi» si afferma che per gli interventi situati negli undici Comuni individuati, tra i quali è indicato anche il Comune di Pisticci, dove è localizzata la proposta del Consorzio Nuova Valsud, è stata individuata una soluzione possibile, da approfondire con la Ragioneria Generale dello Stato, di prevedere una dotazione a carico della prossima Legge finanziaria da utilizzare attraverso la legge n. 181 del 1989 e/o altri strumenti.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Giuseppe Galati.
da notizie diffuse dalle agenzie di stampa si è appreso un episodio di particolare gravità verificatosi presso il Parco della Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia;
all'interno del richiamato parco si sarebbe registrata una vera e propria strage di cani, ai quali sarebbe stata cagionata la morte attraverso insidiose esche avvelenate;
la denuncia dell'episodio è stata presentata dall'Associazione per la difesa degli
l'intervento dei veterinari, allertati dai volontari dell'associazione, non ha consentito neanche di mettere in salvo gli ultimi cuccioli abbandonati;
il gravissimo episodio non è purtroppo un caso isolato, considerando che, anche in altre zone di Castellammare, sono stati denunciati casi analoghi;
in base alla denuncia dell'Adda (Associazione per la difesa degli animali), gli indifesi animali, già vittime dell'incivile pratica dell'abbandono, avrebbero trovato la morte ingerendo veleno per topi, con conseguente emorragia interna;
il gravissimo episodio, rivela una totale assenza di principi etici e morali, da parte degli autori del reato, che impunemente e quotidianamente calpestano i diritti degli animali -:
se i Ministri interrogati, nell'ambito delle rispettive competenze, ed accertati i fatti denunciati, intendano adottare iniziative normative affinché pratiche barbare, improntate al totale disprezzo della vita e degli animali, cessino di esistere;
quali attività di controllo dei parchi e delle zone pubbliche, più predisposte ad accogliere i cani abbandonati, si intendano attuare e potenziare per prevenire eventuali e futuri episodi di tale grave inciviltà.
(4-07950)
Tale normativa stabilisce, in particolare, che chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagioni la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi.
Nel caso di maltrattamenti (tra i quali rientrano, oltre alle lesioni, la sottoposizione a fatiche o lavori insopportabili, la somministrazione di sostanze stupefacenti o vietate, nonché a trattamenti tali da provocare danni alla salute dell'animale), il responsabile è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro.
Anche l'abbandono è, inoltre, punito con la detenzione fino a un anno o con la multa che può arrivare fino a 10 mila euro.
Va, tuttavia, ricordato che la legge 14 agosto 1991, n. 281, legge quadro in materia di animali e prevenzione del randagismo, attribuisce alle Regioni la competenza ad adottare, sentite le associazioni che operano nel settore, appositi programmi di prevenzione, nonché a concedere sovvenzioni e a regolare, in linea generale, il risanamento dei canili comunali e la costruzione di rifugi per cani.
In Campania, in particolare, la materia del randagismo è disciplinata con legge regionale n. 16 del 2001 e, ai sensi di tale normativa, i Comuni, al fine di arginare il fenomeno sul territorio di competenza, devono organizzare canili a diretta gestione comunale o, in alternativa, affidare in convenzione a privati il servizio di custodia dei cani randagi.
Inoltre, i Dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie locali - che, in base alla predetta legge regionale, hanno il compito di accalappiare gli animali randagi avvalendosi del proprio personale tecnico e veterinario nonché di prestare assistenza e cura agli animali ricoverati presso i canili - non possono procedere all'accalappiamento dei cani e al loro ricovero presso un canile comunale o convenzionato, senza la preventiva autorizzazione degli organi comunali.
Sulla vicenda, l'Assessorato regionale alla sanità, interpellato al riguardo dalla stessa Prefettura di Napoli, ha fatto presente che tali episodi non sono ricorrenti in quel territorio e che sono stati regolarmente denunciati all'Autorità giudiziaria.
Lo stesso Assessorato ha assicurato che il Servizio veterinario della citata Asl NA 5 è sempre fortemente impegnato nella prevenzione e nel contenimento del fenomeno del randagismo attraverso programmi di sterilizzazione chirurgica degli animali e di educazione sanitaria nelle scuole, finanziati dalla Regione e attuati anche in collaborazione con le Associazioni protezionistiche locali, per favorire le adozioni ed evitare gli abbandoni degli animali.
In particolare, la predetta Azienda, in collaborazione con tutte le Associazioni protezionistiche presenti sul territorio, svolge - attraverso l'allestimento di stands la distribuzione di volantini, manifesti e opuscoli illustrativi, l'organizzazione di corsi per gli alunni delle scuole - un'attività volta a creare nella popolazione una reale coscienza civile, rispettosa dei diritti degli animali e intesa a salvaguardare e prevenire il ripetersi di episodi come quello descritto dall'onorevole interrogante.
Allo stesso fine, il citato Assessorato ha fatto presente che tutte le Unità operative veterinarie del territorio interessato sono state allertate.
Per quanto riguarda, infine, l'attività di controllo dei parchi e delle zone pubbliche, si assicura che è stata sensibilizzata l'amministrazione comunale di Castellammare di Stabia al fine di incrementare l'attività di vigilanza boschiva, con particolare riguardo alla prevenzione e repressione degli illeciti penali e amministrativi perpetrati all'interno dei parchi pubblici.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.
l'interrogante ha appreso la notizia della messa in vendita dell'azienda Esaote da parte della proprietà;
l'Esaote possiede stabilimenti a Firenze e a Genova per la costruzione di apparecchiature biomedicali;
lo stabilimento è di estremo interesse distinguendosi come centro produttivo di eccellenza nel settore a livello europeo;
i suoi prodotti sono presenti in altri Paesi e la sua uscita dal sistema Italia potrebbe pregiudicare una perdita sia in termini economici, sia di occupazione, sia di prestigio per il nostro Paese -:
quali siano le informazioni del Governo in materia e quale azione il Governo italiano voglia sviluppare per difendere le potenzialità produttive di uno stabilimento così importante per l'economia e per l'occupazione italiane, qual è l'Esaote.
(4-13345)
Il Ministero delle attività produttive, è consapevole del fatto che la citata società è tra i principali produttori a livello mondiale in ricerca, in produzione e marketing per le apparecchiature di diagnostica medica e servizi collegati. Tuttavia, fa presente che non può intervenire su scelte imprenditoriali di natura prevalentemente privatistica.
Riguardo alla cessione della società in questione, allo stato risulta pervenuta all'Ufficio
Tale Ufficio, preposto anche alla soluzione delle situazioni definite «vertenze», oltre a rendersi disponibile ad effettuare tutto quanto possa essere utile per la salvaguardia delle potenzialità produttive dell'azienda e per la difesa dell'occupazione, sta valutando la possibilità di apertura di «un tavolo» con le parti interessate.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Valducci.
il Ministero dell'interno, con nota 13 febbraio 2003, ha diramato a tutti i Prefetti il pronunciamento della Presidenza dei Consiglio dei ministri nella quale si precisa che sugli edifici pubblici, secondo la normativa in vigore, possono essere esposti solo vessilli istituzionali;
perdura invece presso alcuni edifici pubblici (per esempio, ad una finestra del comune di Piacenza) l'esposizione della bandiera cosiddetta della pace, simbolo peraltro dei cosiddetti no global -:
quali azioni intenda promuovere per ottenere l'osservanza delle disposizioni vigenti in tema di esposizione di bandiere e la conseguente rimozione dagli edifici pubblici di vessilli che si ritiene abbiano mero connotato politico.
(4-10996)
Si vuole comunque ricordare, in linea generale, che la normativa attualmente vigente in materia, contenuta nella legge 5 febbraio 1998 n. 22, concernente disposizioni generali sull'uso della bandiera della Repubblica italiana e di quella dell'Unione europea, e nel regolamento di attuazione, decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2000, n. 121 disciplina esclusivamente l'esposizione della bandiera della Repubblica Italiana e dell'Unione Europea.
La sola eccezione prevista è quella relativa all'esposizione di bandiere di Paesi stranieri nei casi di incontri e manifestazioni internazionali e del vessillo o gonfalone delle regioni e degli enti Locali ogni volta che ne sia prescritta l'esposizione.
In particolare, l'articolo 10 del citato decreto del Presidente della Repubblica contempla, al secondo comma, che i rappresentanti del Governo nelle Province sono tenuti a vigilare sull'adempimento delle disposizioni concernenti l'esposizione delle bandiere.
Il successivo articolo 12 riconosce un ambito specifico in materia di esposizione della bandiera alla autonomia normativa e regolamentare degli enti locali, facendosi comunque salvo l'obbligo di esposizione congiunta del vessillo o gonfalone proprio dell'ente con la bandiera nazionale e quella europea.
La Presidenza del Consiglio dei ministri ha chiarito che sugli edifici pubblici statali possono essere esposte esclusivamente la bandiera nazionale ed europea, mentre sugli edifici pubblici delle regioni e degli enti locali possono essere aggiunte le rispettive bandiere ufficiali.
Inoltre, è stato precisato che non possono essere comunque esposte bandiere straniere, ammesse esclusivamente, come enunciato nelle premesse, in occasione di incontri internazionali, e neppure simboli privati, quali insegne di partito, simboli di associazioni e organismi vari.
L'esposizione sugli edifici pubblici di simboli privati di qualunque natura determina una violazione sanzionabile anche ai sensi degli articoli 292 e 323 del codice penale.
La nota della Presidenza del Consiglio è stata successivamente diffusa dal Ministero dell'interno, per conoscenza e orientamento, a tutti i prefetti della Repubblica.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Michele Saponara.
un commissario straordinario di un Ente pubblico dovrebbe dare attuazione a provvedimenti per garantire la corretta gestione dell'Ente stesso;
al contrario l'architetto Giuseppe Leoni nominato con decreto 22 ottobre 2002, Commissario straordinario dell'Aero Club d'Italia ha provveduto ad affidare servizi per conto dell'Aci stesso alla Ditta GEO SAT con sede in via Piave, 44, Vergiate, che sarebbe presieduta dallo stesso Commissario straordinario, come specificato nell'atto di sindacato ispettivo n. 5-01939 del 6 maggio 2003;
il Presidente dell'Aero Club di Casale Monferrato, con provvedimento del Consiglio Direttivo dell'8 dicembre 2002 ha radiato dall'Aero Club di Casale i soci Franco Fracassi, Stefano Celeghini, Paolo Della Valle e Attilio Zolfanelli che avevano denunciato gravi irregolarità commesse dal Presidente e dal Consiglio nella gestione del predetto Aero Club;
il Commissario straordinario dell'Aero Club d'Italia, malgrado l'evidenza dei fatti ed i pareri espressi dai propri legali, non intende reintegrare i soci radiati, ignorando il ricorso a lui presentato, ponendosi così in difesa dei loro avversari nei cui confronti sono state già accertate gravi violazioni in materia amministrativa e penali ancora in corso di accertamento;
i motivi per cui la nomina del Commissario straordinario dell'Aero Club d'Italia, conferita per sei mesi all'architetto Leoni, è stata rinnovata alla scadenza, benché fossero già noti i gravi problemi sollevati dalla sua gestione dell'Ente, anche per la posizione a dir poco ambigua assunta nei confronti di soci dello stesso Aero Club federato che avevano denunciato irregolarità, già in parte accertate -:
se il Governo intende revocare la funzione affidata all'architetto Giuseppe Leoni;
quali sono state le azioni di controllo sull'Aero Club d'Italia promosse dall'Enac e dal dipartimento del trasporto aereo;
se il Governo intende istituire una commissione d'inchiesta per far luce sulla gestione dell'Aero Club d'Italia che da molti anni suscita gravi perplessità, anche considerando il continuo ripetersi di incidenti aerei mortali, mai registrati nella vita dell'Ente.
(4-07854)
Il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti: Mario Tassone.
le munizioni cluster sono armi di grandi dimensioni - lanciate da mezzi aerei oppure da sistemi di artiglieria, lanciarazzi e lanciamissili - che si aprono a mezz'aria spargendo ad ampio raggio centinaia (o, nel caso di quelle di artiglieria, decine) di submunizioni più piccole;
dal punto di vista militare, le munizioni cluster sono molto apprezzate per la
queste armi sono in grado di distruggere obiettivi ampi quali campi d'aviazione e postazioni missilistiche terra-aria e risultano efficaci contro bersagli in movimento o di cui non si conosce la posizione precisa, come truppe nemiche o veicoli;
le submunizioni sono progettate in modo da esplodere al momento dell'impatto al suolo, a differenza delle mine antipersona che sono progettate per essere attivate dal contatto con la vittima. Tuttavia, nei casi in cui le submunizioni non funzionano come previsto, sono estremamente pericolose e possono esplodere al minimo tocco o spostamento, diventando così di fatto delle mine antipersona;
il tasso di mancata esplosione dichiarato dalle case produttrici è del 5 per cento, ma in realtà i dati raccolti sul campo segnalano indici molto più alti, anche fino al 20-25 per cento. Questo tasso è influenzato da fattori tecnici ma anche dalle condizioni del terreno e dall'altezza da cui sono lanciate. Tutte le armi hanno un tasso di mancato funzionamento ma le munizioni cluster sono particolarmente pericolose per una serie di motivi:
1) l'alto numero di submunizioni che rilasciano, moltiplicato per l'indice di mancata esplosione fa sì che ogni singola munizione cluster produrrà una quantità notevole di pericolosi ordigni inesplosi. Un esempio: nella seconda guerra del golfo, le forze USA hanno usato 10.728 munizioni cluster per un totale di circa 1.800.000 submunizioni. Se anche quelle inesplose fossero in effetti solo il 5 per cento, si tratterebbe comunque di 90.000 ordigni letali disseminati sul terreno;
2) l'instabilità delle submunizioni le rende estremamente pericolose per chi le dovesse toccare e ancora più difficili da rimuovere e distruggere delle mine antipersona;
3) la potenza delle cariche con cui sono armate le rende ancora più letali delle mine antipersona: gli incidenti causati da submunizioni uccidono con più frequenza e in un raggio ben superiore rispetto alle mine antipersona;
per quanto il numero dei conflitti in cui si è fatto uso di munizioni cluster sia ancora relativamente limitato, il danno causato alle popolazioni civili sia durante gli attacchi che dopo (a causa delle sub-munizioni inesplose) è sempre enorme. L'impatto non si limita inoltre all'uccisione o al ferimento di civili: una pesante contaminazione da munizioni cluster può infatti avere profonde implicazioni socio-economiche, ostacolando la ricostruzione e lo sviluppo postbellici;
munizioni cluster sono stoccate negli arsenali di 57 Paesi, di cui: 5 in Africa; 5 in America; 7 in Asia; 22 in Europa (anche l'Italia); 7 tra le repubbliche ex sovietiche; 11 in Medio Oriente e Nord Africa;
finora, sono state usate in 16 Paesi: in Europa, (Albania, Bosnia, Russia (Cecenia), Serbia-Montenegro, Kossovo); in Asia, (Afghanistan, Cambogia, Laos, Vietnam); in Africa: (Ciad, Eritrea, Etiopia, Sudan); in Medio Oriente, (Arabia Saudita, Iraq, Kuwait, Libano);
l'Italia è uno degli almeno 57 Paesi che hanno nei propri arsenali munizioni cluster. Si sa che gli stock italiani comprendono le cosiddette DPICM - Dual Purpose Conventional Munitions lanciate con sistemi di artiglieria MLRS - Multiple Launch Rocket System - che hanno un alto tasso di mancato funzionamento: circa una submunizione su sei rimane inesplosa. Risulta inoltre che l'Aviazione Militare Italiana ha in dotazione cluster bomb tipo (MK2)BL755 contenenti 147 bombette tipo MK 1 HE (2,15 lbs);
l'Italia è (o è stato) uno dei 33 Paesi produttori di munizioni cluster. Almeno due modelli di munizioni ckuster risultano inseriti nel catalogo della Simmel Difesa con sede a Colleferro (Roma) (catalogo che, in risposta ad una ricerca avviata, la
il nostro Paese ha conosciuto, per quanto limitatamente, gli effetti di queste armi quando, nel 1999, si dovette procedere al blocco della pesca in alto Adriatico dopo che aerei USA in rientro dalle missioni nei Balcani scaricarono in mare ordigni esplosivi tra cui bombe cluster. L'indennizzo corrisposto per il blocco della pesca ammontò all'equivalente di circa 43 milioni di euro -:
quali siano il numero, il modello e la provenienza delle munizioni cluster immagazzinate negli arsenali delle forze armate italiane, al fine di determinare l'esistenza di stock di munizioni il cui uso rischierebbe di causare danni sproporzionati alle popolazioni civili nelle aree in cui dovessero essere usate (e che sarebbe quindi auspicabile distruggere);
quale sia il ruolo che questo tipo di munizioni riveste nelle strategie di difesa del nostro Paese e in quali occasioni sono state utilizzate dalle nostre forze armate;
quali siano i modelli di munizioni cluster e della componentistica prodotta in Italia e se il nostro Paese è in alcun modo coinvolto in progetti di natura europea o multilaterale per lo sviluppo e la produzione di sistemi d'arma che utilizzano munizioni cluster;
quali siano i Paesi verso cui l'Italia esporta o ha esportato questo tipo di munizioni;
quale sia il giudizio complessivo del ministero della difesa sulla utilità dell'utilizzo di queste armi.
(4-11502)
In particolare, la Convenzione di Ottawa definisce:
«mina antipersona» una mina progettata in modo tale da esplodere a causa della presenza, prossimità o contatto di una persona e tale da incapacitare, ferire o uccidere una o più persone;
«mina» una munizione progettata per essere posta sotto, sopra o presso il terreno o qualsiasi altra superficie, e per essere detonata dalla presenza, prossimità o contatto di una persona o veicolo.
Parimenti, il Protocollo V addizionale alla Convenzione su «Certe Armi Convenzionali» concluso a Ginevra nel novembre 2003 non vieta l'uso, delle «cluster bombs», ma si limita ad incoraggiare gli Stati Parte all'adozione di misure preventive - afferenti sia i processi di produzione, sia le modalità d'impiego - tese a minimizzare la diffusione di residuati bellici esplosivi, categoria che ricomprende anche le munizioni «cluster» inesplose.
In merito al «ruolo rivestito da tale munizionamento», si precisa che, in linea generale, gli armamenti, il munizionamento e gli equipaggiamenti in dotazione alle nostre Forze Armate rispondono all'esigenza di garantire allo strumento militare l'adeguato livello qualitativo, quantitativo e di prontezza operativa per adempiere ai compiti istituzionali ed onorare al meglio gli impegni internazionali assunti.
A tal fine le nostre Forze Armate dispongono di varie tipologie di munizionamento «cluster».
Quanto al presunto malfunzionamento, occorre precisare che le bombette «cluster», attualmente in produzione in varie nazioni, sono dotate di un meccanismo di auto-distruzione per assicurare in ogni caso il funzionamento ed hanno un tasso complessivo
L'Italia, altresì, sta lavorando, di concerto con altri Paesi europei (Germania, Francia e Inghilterra) per mettere a punto un dispositivo che consentirà la totale autodistruzione delle «cluster bombs» in caso di mancato funzionamento.
In tale quadro, si sottolinea che la questione del controllo delle esportazioni di materiali di armamento costituisce una delle priorità della comunità internazionale.
A tal fine il Governo ha continuato a seguire con ogni necessaria attenzione l'attività dei pertinenti fori di coordinamento multilaterale dei controlli all'esportazione e di non proliferazione e pone la massima attenzione affinché sia salvaguardato il rispetto dei Trattati e degli Accordi internazionali sottoscritti.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.
dal giorno 24 novembre 2004 i cittadini curdi conducono un rigoroso sciopero della fame e mantengono un presidio in Campo San Geremia davanti alla sede Rai di Venezia, per ottenere il riconoscimento del diritto d'asilo;
gran parte dei manifestanti sono stati o sono attualmente ospiti delle strutture di accoglienza gestite dal Comune di Venezia e dal privato sociale a causa degli inaccettabili tempi di attesa, mediamente oltre i diciotto mesi, necessari ad ottenere una risposta alla domanda di asilo politico;
in Turchia l'esercito è impegnato in operazioni di sistematica distruzione delle organizzazioni politiche e dei villaggi curdi, con un bilancio di morte e deportazioni inaccettabili;
paesi come la Germania ospitano 900.000 rifugiati mentre l'Italia ne accoglie circa 10.000 ed ancor oggi è assente una legge organica, in grado di dare concreta applicazione ai principi riconosciuti dalla nostra Costituzione e agli impegni assunti dallo Stato con la sottoscrizione delle convenzioni internazionali di Ginevra e Dublino; la stessa legge Bossi-Fini prevedeva l'istituzione di commissioni territoriali, anche con la partecipazione degli enti locali, capaci di snellire le procedure e ridurre i tempi per l'esame delle pratiche: a due anni e mezzo dalla sua approvazione, mancano i regolamenti applicativi e gli articoli sul diritto d'asilo sono rimasti lettera morta -:
se il Ministro sia a conoscenza dell'urgenza di queste realtà;
quali iniziative intenda mettere in atto per ottimizzare le politiche di rilascio del diritto d'asilo senza dover arrivare, come sta avvenendo ai cittadini curdi a Venezia, a della proteste i cui esiti potrebbero rivelarsi fatali.
(4-11987)
Sulla base di tale regolamento, emanato in attuazione dell'articolo 32, comma 1-ter della legge n. 189/2002, sono operative a decorrere dal 21 aprile scorso sette Commissioni territoriali per esaminare le domande presentate dai richiedenti asilo presenti nei Centri di identificazione o nei Centri di permanenza temporanea e assistenza nella cui circoscrizione territoriale è collocato il Centro.
Le predette Commissioni esamineranno le istanze per il riconoscimento dello status di rifugiato presentate dopo il 21 aprile 2005, e cioè dopo l'entrata in vigore del regolamento, fissata al 120o giorno dalla data di pubblicazione del decreto del Presidente della Repubblica.
Per l'esame delle domande presentate entro quella data, sarà invece competente una speciale sezione stralcio della istituenda Commissione nazionale per il diritto
L'applicazione del combinato disposto degli articoli 31 e 32 della legge n. 189/2002 e del suddetto regolamento consentiranno senz'altro un esame molto più celere delle istanze dei richiedenti e una definizione della loro posizione in tempi certi.
Per quanto riguarda, in particolare, la posizione dei cittadini curdi richiedenti asilo, nella provincia di Venezia, si rappresenta che la Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato ha segnalato, nel mese di gennaio 2005, alla locale questura la possibilità di rilasciare ai predetti immigrati un permesso di soggiorno per motivi umanitari, successivamente concesso.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Giampaolo D'Alia.