Allegato B
Seduta n. 647 del 29/6/2005


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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il


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Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
in base alla sentenza 17791/2004 della Terza Sezione Civile del Tribunale di Roma, con atto di citazione notificato il 7 aprile 2000 per l'udienza fissata il giorno 16 giugno 2000 il signor Carmelo Saracino conveniva in giudizio l'UDEUR chiedendo che fosse dichiarata illegittima l'esclusione dell'attore dalla lista elettorale depositata il 10 marzo 2000 e la condanna della convenuta al risarcimento del danno, pari alle spese sostenute per la propria candidatura e ad un ulteriore importo per i danni conseguenti l'esclusione del candidato da liquidarsi in via equitativa;
dai contenuti della citata sentenza emerge chiaramente come la domanda di accertamento del diritto soggettivo del signor Carmelo Saracino ad essere incluso nella lista elettorale depositata il 10 marzo 2000 per l'UDEUR, e della illegittimità dell'esclusione dell'attore dalla lista, non sia stata ritenuta meritevole di accoglimento in sede giudiziale, in quanto non esisteva alcun obbligo giuridico dell'associazione UDEUR né, in capo allo stesso signor Saracino, il diritto soggettivo ad essere inserito nella lista dei candidati per l'UDEUR alle elezioni amministrative regionali 2000;
in particolare, nessun accordo in tal senso veniva provato, venendo così automaticamente esclusa l'ipotesi che il signor Saracino potesse vantare nei confronti dell'UDEUR la pretesa ad essere inserito nella lista elettorale derivante da contratto;
ciononostante la citata sentenza 17791/2004 del 7 giugno 2004 ha condannato l'UDEUR al risarcimento del danno in favore del signor Saracino Carmelo ai sensi dell'articolo 2043 del Codice Civile - ovverosia in base ai principi giuridici della responsabilità extracontrattuale o aquiliana - per il fatto di aver leso «l'aspettativa» del signor Carmelo Saracino ad essere candidato nelle elezioni regionali del 2000 e, dunque, per il fatto di aver leso il suo legittimo affidamento, indipendentemente dall'esistenza o meno di un obbligo contrattuale in tal senso o di un dovere giuridico in capo a UDEUR;
l'articolo 2043 del codice civile definisce illecito «qualsiasi fatto, doloso o colposo, che cagioni ad altri un danno ingiusto», sancendo l'obbligo, per colui che ha commesso il fatto di risarcire il danno;
tale norma costituisce il cardine del sistema, come si è detto, della responsabilità extracontrattuale e l'ingiustizia del danno cagionato costituisce pertanto l'elemento peculiare dell'illecito civile;
non ogni fatto dannoso, quindi, genera l'obbligo di risarcimento, ma solo il fatto che contrasti con un dovere giuridico (contra ius) e soltanto in questo caso il danno può ritenersi ingiusto e quindi meritevole di tutela;
la dottrina tradizionale individuava il danno risarcibile nella sola lesione dei diritti soggettivi assoluti che, imponendosi erga omnes, ovverosia nei confronti di tutti, legittimano la pretesa alla relativa osservanza da parte di chiunque;
in tempi più recenti, tuttavia, si è assistito ad un progressivo ampliamento delle situazioni considerate meritevoli di tutela da parte dell'ordinamento, che ha indotto ad elaborare nuovi modelli di risarcimento ispirati ai principi costituzionali di solidarietà, eguaglianza e sicurezza sociale nei rapporti tra i privati;
la più recente giurisprudenza ha altresì ammesso la tutela risarcitoria oltre i confini del diritto soggettivo in senso stretto prevedendo, in taluni casi, il risarcimento del danno derivante dalla lesione di una legittima aspettativa o dalla perdita di una chance;
pur tuttavia, detta estensione della risarcibilità del danno ex articolo 2043 del Codice Civile non può e non deve prescindere


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dal carattere «doloso» o «colposo» del fatto che abbia cagionato ad altri un danno ingiusto;
nella fattispecie in questione - come descritta dalla presente interrogazione - essendo chiara e acclarata che la formazione delle liste dei candidati ad opera dei partiti rientri nel novero dei poteri decisionali della stessa associazione partitica e si debba escludere a priori la titolarità di un diritto alla candidatura in capo ad un qualsiasi soggetto, non si comprende come possa essere imputabile nei confronti dell'Associazione UDEUR un «fatto doloso o colposo» nell'aver stabilito l'esclusione dalle elezioni amministrative regionali 2000 il signor Carmelo Saracino;
anche nei casi specifici di responsabilità pre-contrattuale o delle trattative, che costante giurisprudenza riconduce ai principi della responsabilità extracontrattuale ex articolo 2043 del Codice Civile, l'affidamento non può ingenerarsi se la trattativa non abbia riguardato gli elementi essenziali del contratto, salvo ipotesi particolari, da valutarsi con attenzione, come nel caso di contraenti abituali;
nella fattispecie in questione - come del resto desumibile dalla citata sentenza - non possono in alcun modo delinearsi gli estremi della provata esistenza di una trattativa in corso tra il signor Carmelo Saracino e l'Associazione UDEUR, altrimenti bisognerebbe ragionevolmente concludere che ogni qualvolta un soggetto risulti iscritto nelle liste elettorali di un Partito Politico abbia concluso e definitivamente perfezionato un contratto con lo stesso che era già in via di formazione; ad avviso degli interroganti quanto descritto dalla presente interrogazione potrebbe aprire un precedente di assoluta gravità sociale, perché capace di ingenerare nei confronti dello stesso elettorato il convincimento che la scelta di un candidato per le competizioni elettorali non dipenda esclusivamente dall'acclarata aderenza dello stesso alle ideologie e all'attività di lavoro di un partito, bensì dall'esistenza di un mero atto transattivo di scambio patrimoniale -:
se il Governo sia a conoscenza di altri casi di specie in cui siano stati adottati provvedimenti giudiziali di risarcimento del danno;
se non ravvisi nel provvedimento giurisdizionale in questione profili di abnormità tali da dar corso ad un procedimento disciplinare;
se non intenda adottare iniziative normative volte a garantire l'autonomia di scelta degli organi dirigenti di un partito nella predisposizione delle liste dei candidati.
(2-01604)
«Mastella, Cusumano, Potenza, Luigi Pepe, Acquarone, Pisicchio, Nuvoli, Iannuccilli, Mongiello, Oricchio, De Franciscis, Boato».

Interrogazioni a risposta scritta:

FRAGALÀ. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
secondo uno studio pubblicato dall'International Policy Network, la ragione per la quale dopo decenni di dichiarazioni di buona volontà e 400 miliardi di dollari di sostegno occidentale, l'Africa versa in condizioni economiche e sociali pessime è che gli aiuti non funzionano, anzi, fanno del male nella maggior parte dei casi;
a poche settimane dal G8 di luglio in Scozia, che avrà al centro delle discussioni la lotta alla povertà, e a pochi giorni dalle marce e dalla serie di concerti di beneficenza, previsti in tutto il mondo, che lo accompagneranno, questo è l'attacco finora più forte alla Rock Star Economics, quel complesso di teorie rese popolari da musicisti e attori che sostengono la necessità di raddoppiare subito gli aiuti ai Paesi più poveri;
Julian Morris, direttore dell'International Policy Network (Ipn) - Istituto britannico che ha pubblicato l'analisi - sostiene che gli aiuti «premiano il fallimento


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e rafforzano regimi che diversamente sarebbero stati fatti fuori». I dati portati da Erixon mostrano che via via che gli aiuti all'Africa aumentavano dal 5 per cento del Pil continentale (1970) al 18 per cento (1995), la crescita del Pil il pro-capite crollava dal 15-17 per cento a negativa, per riprendere a metà anni Novanta quando gli aiuti sono tornati a calare;
lo studio rileva che se i governi occidentali facessero come richiesto da Jeffery Sachs, l'economista che ha studiato la strategia Onu per sradicare la povertà, e come proposto dal primo ministro inglese Tony Blair, cioè se aumentassero gli aiuti all'Africa di 25 miliardi di dollari l'anno, «le conseguenze potrebbero essere devastanti. Troppo spesso gli aiuti non hanno fatto che ingigantire le èlite politiche e tolto potere all'uomo comune». Erixon confuta alla radice la teoria indiscussa da decenni, secondo la quale gli aiuti esteri avrebbero la forza di dare la spinta iniziale a un'economia e rompere così il circolo vizioso della povertà»;
in realtà l'economista sostiene che i Paesi poveri sono tali perché mancano delle istituzioni di una società libera, le quali creano le condizioni di base per lo sviluppo. In altri termini, a condannare alla povertà sarebbe l'assenza di diritti di proprietà, di leggi e di norme, di mercati aperti, di governi onesti e non invadenti, di commercio estero;
gli aiuti al contrario producono due effetti negativi: spostano l'attenzione dal problema vero, cioè dalla creazione di istituzioni che funzionano; e soprattutto spingono ai margini gli investimenti privati, dando risorse a regimi dispotici per continuare ad opprimere, minare la democrazia, perpetrare la povertà;
ilrisultato dello studio dell'Ipn, pubblicato assieme a centri di ricerca di Sudafrica, Hong Kong, India, Ghana, Israele e Nigeria, analizzando gli effetti degli aiuti sulla crescita in generale, avrebbe dunque scoperto che sono sempre negativi, portando come esempio da seguire, di contro, il Botswana, il quale si è dato buone istituzioni economiche e ha avuto una bassa interferenza di aiuti esteri, con la conseguenza che il suo tasso di crescita è stato negli scorsi anni tra i più alti del mondo, ed il suo reddito pro-capite è oggi di ottomila dollari l'anno, contro i meno di mille di molti paesi africani -:
se quanto sopra esposto, a giudizio dei Ministri interrogati e alla luce degli studi economici e sociali condotti in Italia, corrisponda a verità.
(4-15579)

FRAGALÀ. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
legge regionale 26 marzo 2002 n. 2 della regione Sicilia in tema di programmazione finanziaria, l'articolo 60 - Agevolazioni fiscali stabiliva: «Al fine di favorire la ricomposizione fondiaria, aumentare le economie di scala e di ottimizzare il ritorno degli investimenti nel settore agricolo, gli atti elencati al primo comma dell'articolo 1 della legge 6 agosto 1954, n. 604, da chiunque posti in essere fino alla data del 31 dicembre 2006, sono soggetti alle imposte di registro e ipotecaria nella misura di cui all'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 601 e sono esenti dalle imposte di bollo e catastale»;
la Direzione regionale della Sicilia, Ufficio della Fiscalità, con propria circolare chiariva che la ratio della norma era quella di favorire la ricomposizione fondiaria e/o l'aumento delle economie di scala e/o di ottimizzare il ritorno degli investimenti e pertanto chiariva che le agevolazioni fiscali previste dal suddetto articolo 60 spettassero a «chiunque» ponesse in essere atti di acquisto di terreni a destinazione agricola;
con circolare autonoma protocollo 2005/30/L/25079, l'Agenzia delle Entrate Direzione Generale della Sicilia, revocava le agevolazioni della legge regionale, interpretando la L.R. Sicilia n. 2 del 2002


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articolo 60 ed adducendo la mancata produzione nei relativi atti di acquisto di terreni agricoli di apposita certificazione attestante l'esistenza di requisiti;
detta interpretazione ha creato gravissime ripercussioni nel settore economico, e diffuso panico nella collettività che dapprima è stata indotta, secondo la mens legis ad operare in una certa direzione, per poi, a distanza di anni, vedersi revocare le agevolazioni che erano state stabilite per legge;
delle due l'una, o erano dovute le agevolazioni fiscali previste dalla legge, o al contrario, occorreva chiedere, come prospettato dal Direttore Regionale dell'Agenzia delle Entrate della Sicilia, le certificazione attestante determinati requisiti -:
quale sia l'orientamento del Ministro interrogato in ordine alla suesposta questione e come valuti l'iniziativa della Agenzia delle Entrate Direzione Regionale della Sicilia.
(4-15586)

MINNITI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
in data 16 novembre 2004 con l'interrogazione 4-11655 presentata nella seduta n. 547 della Camera dei deputati sono state rivolte al Presidente del Consiglio una serie di richieste tendenti a chiarire un eventuale ruolo di organismi italiani e gli elementi di cui era a conoscenza il Governo sulla vicenda della scomparsa dell'imam egiziano Abu Omar in relazione alle notizie riportate da un inchiesta giornalistica del «Sunday Times» e gli atti di una indagine in corso da parte della magistratura milanese;
il Ministro Carlo Giovanardi rispondeva all'interrogazione il 31 gennaio di quest'anno, affermando: «che, sia il Ministero degli Affari Esteri, sia il SISMI ed il SISDE, appositamente interpellati dal Comitato esecutivo per i servizi di informazione e di sicurezza - Cesis -, hanno comunicato di non disporre di elementi di riscontro su quanto riferito dall'articolo apparso sul Sunday Times e ripreso dalla stampa nazionale. Si fa comunque presente, al di la degli articoli di stampa che il Governo italiano si è sempre fatto promotore, sia attualmente sia in passato, della Difesa del rispetto dei diritti umani in tutti i consessi internazionali.»;
alla luce dei più recenti sviluppi dell'inchiesta giudiziaria milanese che hanno portato alla emissione di ben 13 mandati di cattura sulla base di circostanze dettagliate che fanno presumere altrettante individuate responsabilità, e delle ulteriori notizie apparse sulla stampa nazionale e internazionale -:
se il Governo non ritenga di dover rivedere la risposta fornita nel gennaio scorso o se ne riconferma il contenuto;
come comunque giudichi l'inquietante vicenda che appare come la più grave violazione della sovranità nazionale della storia repubblicana del nostro paese;
quali passi intenda compiere nei confronti delle autorità degli Stati Uniti affinché si realizzi una cooperazione piena con l'autorità giudiziaria italiana, vi sia una chiara ricostruzione dei fatti avvenuti e il conseguente accertamento delle responsabilità.
(4-15589)