Allegato B
Seduta n. 646 del 28/6/2005


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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
come si evince da una nota dell'Assoconsum, per quanto riguarda i buoni pasto esiste probabilmente un cartello delle società che emettono buoni pasto;
proprio in questi giorni c'è la minaccia degli esercenti che annunciano di non accettare più i buoni pasto;
non bisogna dimenticare che i buoni pasto rappresentano un servizio sociale destinato ai lavoratori -:
se non sia il caso di intervenire a livello normativo, così come è già avvenuto in altre nazioni, al fine di fissare garanzie di affidabilità per tutti gli operatori del settore;
se rivedendo la normativa, non sia il caso di disciplinare anche le gare d'appalto, escludendo aste on-line ed aggiudicazioni al massimo ribasso.
(3-04830)

Interrogazioni a risposta scritta:

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che i pensionati italiani sarebbero complessivamente 16.369.382 e che nella città di Como vi sarebbero 400 pensionati ogni 1.000 abitanti -:
se i dati di cui sopra corrispondano al vero;
quanti pensionati vi siano in Lombardia;
quanti pensionati ogni 1.000 abitanti vi siano a Milano;
quale sia la spesa media pro-capite di ogni pensionato lombardo.
(4-15484)

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che i pensionati italiani sarebbero 16.369.382 e che a Bolzano vi sarebbero 400 pensionati ogni 1.000 abitanti -:
se i dati di cui sopra corrispondano al vero:
quanti pensionati vi siano in Trentino Alto Adige;
quanti pensionati ogni 1.000 abitanti vi siano a Trento;
quale sia la spesa media pro-capite di ogni pensionato altoatesino.
(4-15485)

ONNIS. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in Sardegna, la richiesta di manodopera extracomunitaria, da impiegare nei settori dell'agricoltura e della zootecnia (in particolare, nell'allevamento degli ovini), sarebbe di gran lunga superiore rispetto al numero di stranieri ammessi all'ingresso e al soggiorno in Italia, secondo le quote stabilite in applicazione della legge Bossi-Fini (L'Unione Sarda, edizione del 24 giugno 2005, pagina 10);
si apprende, al riguardo, che nella sola provincia di Nuoro sarebbero ben 150


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le richieste di contratto regolarmente depositate in vista dell'assunzione di lavoratori extracomunitari;
l'amministrazione regionale, nel contesto di una nota recentemente diffusa, ha rilevato che «Il sistema stabilisce un riparto degli ingressi in funzione della tipologia contrattuale ... e in funzione delle provenienze dei cittadini extracomunitari a loro volta legati ad accordi internazionali. Ciò determina una quantificazione precedente al rispetto al bisogno reale e rispetto alla prevalenza di nazionalità differenti in determinate aree territoriali... Agricoltori e allevatori sardi non solo manifestano un fabbisogno superiore alla disponibilità, ma avendo rapporti di lavoro con persone avviate, conosciute e ritenute capaci otterrebbero il miglior risultato se fosse data loro la possibilità di mantenere al lavoro il personale già impiegato» (L'Unione Sarda, citata);
si teme, tra l'altro, che l'impossibilità di regolarizzare i rapporti di lavoro - già in essere o che si vorrebbero costituire - con i cittadini extracomunitari possa indurre tali soggetti alla clandestinità, rendendoli difficilmente controllabii ed esponendoli al rischio di sopraffazioni e abusi;
le associazioni di categoria hanno pertanto sollecitato «l'assegnazione di ulteriori ingressi da destinare al settore agricolo e zootecnico» in Sardegna (fonte citata) -:
quali dati siano a disposizione del Governo in relazione al problema sopra esposto;
quali iniziative si vogliano assumere a tale riguardo, per consentire l'assunzione di un numero maggiore di cittadini extracomunitari, quali prestatori d'opera nei settori dell'agricoltura e della zootecnia in Sardegna, verificando preventivamente, ove se ne profilasse l'opportunità, l'impatto che tali misure potrebbero determinare sul tessuto socioeconomico isolano.
(4-15491)

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che i pensionati italiani sarebbero 16.369.382 e che a Pesaro vi sarebbero complessivamente 250 pensionati ogni 1000 abitanti -:
se i dati di cui sopra corrispondano al vero;
quanti pensionati vi siano in Marche;
quanti pensionati ogni 1000 abitanti vi siano a Ancona;
quale sia la spesa media pro-capite di ogni pensionato marchigiano.
(4-15498)

PERROTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che i pensionati italiani sarebbero 16.369.382 e che a Ferrara vi sarebbero 250 pensionati ogni 1.000 abitanti -:
se i dati di cui sopra corrispondano al vero;
quanti pensionati vi siano in Emilia Romagna;
quanti pensionati ogni 1.000 abitanti vi siano a Bologna;
quale sia la spesa media pro-capite di ogni pensionato emiliano.
(4-15500)

MAURANDI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
un gruppo di lavoratori dipendenti della società Sanac-Vesuvius Italia, dello stabilimento della zona industriale di Assemini (Cagliari), nel 2001 hanno presentato domanda di riconoscimento dell'esposizione all'amianto all'INAIL di Cagliari;
l'INAIL nel 2002 ha respinto la domanda in quanto la documentazione richiesta non consentiva di provare l'effettiva esposizione all'amianto dei lavoratori interessati;


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nel frattempo gruppi di dipendenti della stessa società, impiegati in diversi stabilimenti in Italia, in particolare in Liguria (Bolzaneto e Vado Ligure) e a Taranto, hanno ottenuto dall'INAIL il riconoscimento dell'esposizione all'amianto;
sulla scorta di tale risultato, i lavoratori dello stabilimento di Assemini nel 2003 hanno presentato all'INAIL di Cagliari una nuova domanda di riconoscimento dell'esposizione all'amianto, esibendo nuova documentazione rispetto a quella della domanda precedente e analoga a quella presentata dai lavoratori degli altri stabilimenti;
tutti i lavoratori interessati erano addetti a cicli produttivi identici e svolgevano le stesse mansioni, consistenti nel recupero dei prodotti refrattari degli impianti siderurgici e nella macinazione e miscelazione del materiale di risulta; materiale con elevata presenza di amianto in quanto proveniente dalla demolizione dei forni fusori che, secondo la tecnologia all'epoca universalmente utilizzata, erano realizzati con una intercapedine di fibre di amianto;
la documentazione presentata dai lavoratori dello stabilimento di Assemini, benché fosse analoga a quella presentata dai lavoratori della Liguria, non è stata giudicata idonea dall'INAIL di Cagliari che nel 2004 ha nuovamente respinto la domanda di riconoscimento dell'esposizione all'amianto;
si è venuta così a creare una disparità di trattamento inspiegabile, se non con un l'atteggiamento dell'INAIL di Cagliari ai limiti di ciò che prevede la legge, frutto di una analisi superficiale delle effettive condizioni di lavoro nello stabilimento di Assemini;
nel maggio 2005 la società SANAC presentava - su richiesta dell'INAIL della Sardegna - nuova documentazione attestante la presenza di amianto in diverse fasi di lavorazione negli stabilimenti citati e la conseguente esposizione di numerosi lavoratori -:
non ritenga di dover intervenire per assicurare uniformità di trattamento ai lavoratori interessati e per impedire una grave lesione dei diritti dei lavoratori dello stabilimento di Assemini della società citata.
(4-15527)

MAZZONI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo 23 novembre 1997 n. 469 prevede il conferimento alle regioni e agli enti locali di funzioni e compiti in materia di mercato del lavoro, ai sensi dell'articolo 1 della legge 15 marzo 1997 n. 59;
la regione Campania ha provveduto a dettare la disciplina di settore con legge regionale 13 agosto 1998 n. 14, avente ad oggetto le «Politiche regionali per il lavoro e servizi per l'impiego»;
la successiva legge 12 marzo 1999 n. 68 ha definito i principi e le procedure del collocamento obbligatorio, imponendo una modifica al sistema previgente alla quale regioni ed enti locali avrebbero dovuto adeguarsi;
la regione Campania, senza modificare la legge regionale n. 14/98, dopo oltre tre anni dall'entrata in vigore della legge 68/99, con semplice delibera di giunta - n. 17 del 27 novembre 2002 - ha introdotto dei criteri per la formazione della graduatoria dei lavoratori diversamente abili;
le Commissioni provinciali del lavoro, istituite con la legge regionale citata con compiti di concertazione e consultazione, hanno proceduto in maniera incerta a dare attuazione all'ambiguo combinato disposto di leggi nazionali, regionali e delibere di giunta, creando di fatto gravi distorsioni;
la Commissione provinciale di Napoli ha, dopo oltre sei anni, pubblicato la prima graduatoria dei diversamente abili, operando una riduzione numerica rispetto alle precedenti graduatorie di oltre il 50 per cento;


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non risulta da alcun documento il metodo seguito, non è stata data adeguata pubblicità alle operazioni di formazione della graduatoria e non si offre la possibilità di conoscere la stessa, se non limitatamente alla propria posizione;
l'avviamento al lavoro della categoria dei diversamente abili è avvenuta, dunque, negli ultimi anni in maniera non trasparente, come rilevato, peraltro, più volte, dal difensore civico regionale, ed è regolato da una delibera di giunta e non da una legge, che non tiene conto di tutti gli strumenti di garanzia e di tutela previsti dalla legge n. 68 del 1999 -:
se non ritengano di verificare lo stato di attuazione della legge 12 marzo 1999 n. 68 evidenziando se esistono situazioni di palese violazione della suddetta legge, come nel caso della Campania;
se non ritengano, inoltre, di adottare iniziative normative volte a prevedere ulteriori strumenti di tutela per garantire l'effettivo rispetto del diritto al lavoro dei diversamente abili.
(4-15540)