Allegato B
Seduta n. 646 del 28/6/2005


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DIFESA

Interrogazione a risposta immediata:

GIBELLI, DARIO GALLI, CÈ, GUIDO GIUSEPPE ROSSI, LUCIANO DUSSIN, BALLAMAN, BIANCHI CLERICI, CAPARINI, DIDONÈ, GUIDO DUSSIN, ERCOLE, FONTANINI, GIANCARLO GIORGETTI, LUSSANA, FRANCESCA MARTINI, PAGLIARINI, PAROLO, POLLEDRI, RIZZI, RODEGHIERO, SERGIO ROSSI, STUCCHI e VASCON. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato recentemente da alcuni organi di stampa, non


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meno di cinquanta ex militari un tempo addetti alla vecchia base del primo Roc di Monte Venda, in provincia di Padova, risultano essere stati colpiti da una gravissima patologia, nota come mesotelioma pleurico;
sulla genesi del mesotelioma pleurico, la cui gestazione può essere anche pluridecennale, incide l'esposizione alle polveri di amianto, materiale che risulta essere presente nella galleria «protetta» della vecchia base del primo Roc;
in relazione ai decessi già verificatisi sono state avviate un'inchiesta della magistratura civile ed una della magistratura militare per omicidio colposo;
esiste, altresì, un'indagine della procura militare in corso per accertare le cause esatte di numerosi decessi che sarebbero imputabili alla presenza di amianto sulle navi della marina militare e potrebbero portare il totale delle morti sospette a quota quattrocento -:
per quanto risulti al Governo, quale sia il numero esatto di persone potenzialmente ed effettivamente colpite, cosa intenda fare e se, in particolare, non giudichi a questo punto opportuno, almeno, disporre in via amministrativa uno screening sanitario sugli ex militari un tempo distaccati a Monte Venda.
(3-04836)

Interrogazione a risposta orale:

DEIANA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
ampio risalto è stato dato sulla stampa all'inchiesta della magistratura milanese sul rapimento da parte di agenti dei servizi segreti Usa di uno straniero residente in Italia, in seguito alla quale sarebbero stati emessi degli ordini di cattura nei confronti di cittadini statunitensi, presunti operativi della Cia;
dalle ricostruzioni della vicenda pubblicate dai giornali, l'aeroporto di Aviano appare come il punto di snodo principale della vicenda; attraverso Aviano sarebbero passati gli agenti americani con al seguito l'uomo illegalmente sequestrato;
al di là di tutti gli altri inquietanti aspetti della vicenda su cui il governo, per altro più volte interpellato, ha finora ritenuto di non dover esprimere alcun giudizio - soprattutto in relazione alla gravissima violazione della sovranità e delle leggi italiane da parte di funzionari di un governo alleato - deve essere chiarito con assoluta urgenza come sia stato possibile che un aeroporto militare italiano possa essere stato teatro di fatti così gravi senza che vi fosse da parte delle autorità militari responsabili dello stesso alcuna reazione e informazione;
la questione della sovranità italiana sulla base aerea di Aviano venne posta con forza in occasione della strage del Cermis ad opera di quattro aviatori statunitensi decollati dalla medesima base;
di fronte alle evidenti carenze della linea di comando italiana che aveva omesso di vigilare sulle attività dei reparti Usa di stanza nella base stessa, il governo aveva a più riprese confermato la revisione degli accordi che regolano i rapporti tra Italia e Stati Uniti nella stessa base e nelle altre basi statunitensi presenti sul territorio nazionale;
così evidentemente non è stato, se attraverso uno degli aeroporti militari italiani più sorvegliati e controllati (al suo interno si trovano, tra l'altro, numerosi ordigni nucleari), siano potuti passare indisturbati agenti stranieri con al seguito una persona da loro sequestrata;
va ricordato che, sulla base, oltre al personale dell'Aeronautica militare e dei carabinieri, si trovano anche la 121a e 122a squadriglla Sios il cui compito è vigilare sulla sicurezza della base contro minacce interne ed esterne, controllare i comportamenti del personale permanente e temporaneo, svolgere attività di intelligence e counter-intelligence;
non risulta che il comandante della base di Aviano abbia segnalato alle autorità


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gli anomali comportamenti di cittadini statunitensi presenti all'interno del recinto militare su cui lo stesso comandante ha giurisdizione assoluta e che gli organi di sicurezza italiani, carabinieri e squadriglie Sios di Aviano si siano mal attivati in relazione a queste stesse attività illegali;
risulta, invece, che un aereo con immatricolazione civile sia atterrato e decollato dalla base senza che nessuno abbia accertato le generalità dei civili che si trovavano a bordo e non risulta che sia prassi che personale e aerei civili, non coperti dagli accordi che regolano l'uso della base, possano liberamente muoversi nella base stessa, entrare e uscire dal territorio nazionale, senza che ci sia un solo controllo doganale e di polizia -:
se non intenda aprire un'immediata inchiesta sui comportamenti del comandante della base per accertare eventuali omissioni colpose o dolose, estendendola naturalmente anche alla catena di comando superiore che doveva essere informata dei fatti.
(3-04829)

Interrogazioni a risposta scritta:

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
sono note le richieste di riconoscimento giudiziale delle cause di servizio da parte dei militari che hanno operato e che operano in zone con il pericolo di contaminazione dell'uranio impoverito;
sono note anche alcune pronunce dei Tribunali che hanno accolto le domande giudiziali proposte dai militari ammalatisi o, purtroppo, dai loro ered -:
quante siano le cause promosse da militari già operanti in zone con la presenza di uranio impoverito e quali esiti abbiano avuto;
quali esiti abbiano avuto le eventuali impugnazioni nei confronti di sentenze che hanno accolto le domande dei ricorrenti;
quali siano state le argomentazioni peritali, riprese dalle pronunce dei giudici, a sostegno delle tesi della sussistenza del rapporto eziologico fra l'esposizione all'uranio impoverito e l'insorgenza di gravi patologie di natura oncologica.
(4-15480)

ASCIERTO. - Al Ministro della difesa, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il signor Giuseppe Vuxani, dipendente dell'INPS di Trieste, ha ottenuto agevolazioni di carriera e benefici pensionistici sulla base della qualifica di «partigiano combattente» producendo documenti emessi dalla allora Repubblica Federativa Socialista jugoslava dai quali risulta il suo inquadramento nei reparti d'assalto dei partigiani jugoslava di Tito;
in due distinte cause penali presso il Tribunale ed il Giudice di Pace di Trieste, il detto Giuseppe Vuxani ha sostenuto di ritenersi addirittura offeso perché denominato «partigiano jugoslavo» qualifica che egli stesso ha invece chiesto e ottenuto con la domanda presentata al Ministero della Difesa in data 7 ottobre 1968 per ottenere la qualifica di partigiano combattente ed i relativi benefici;
in tali procedimenti penali, di cui era promotore, il Vuxani, in contrasto con quanto dichiarato in vari atti, ha smentito di aver partecipato volontariamente alle formazioni partigiane, sostenendo, inoltre, di non aver mai preso parte ad alcun combattimento per cui la sua qualifica di «partigiano combattente» risulterebbe priva di fondamento giuridico -:
se non ritengano di valutare se ricorrono gli estremi per revocare la qualifica di «partigiano combattente» non spettante, con il conseguente annullamento degli avanzamenti di carriera e della concessione dei benefici pensionistici;
di provvedere al recupero da parte dell'INPS delle quote di stipendio e delle quote di pensione indebitamente pagate,


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sulla base di una documentazione smentita in sede giudiziale dallo stesso beneficiario;
di acquisire copia dei fascicoli attualmente giacenti presso la Corte d'appello di Trieste e alla Suprema Corte di Cassazione, al fine di chiarire la «pirandelliana» posizione di Giuseppe Vuxani.
(4-15537)