Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 634 del 30/5/2005
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Discussione del testo unificato delle proposte di legge Ascierto ed altri; Pisicchio; Rivolta: Disposizioni per la concessione di una promozione a titolo onorifico agli ufficiali e sottufficiali delle Forze armate e della Guardia di finanza collocati nella riserva o in congedo assoluto (2011-2717-3250) (ore 10,30).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del testo unificato delle proposte di legge d'iniziativa dei deputati Ascierto ed altri; Pisicchio; Rivolta: Disposizioni per la concessione di una promozione a titolo onorifico agli ufficiali e sottufficiali delle Forze armate e della Guardia di finanza collocati nella riserva o in congedo assoluto.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al resoconto della seduta del 25 maggio 2005.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 2011 ed abbinate)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Ha facoltà di parlare il relatore, onorevole Tarantino.

GIUSEPPE TARANTINO, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento al nostro esame è frutto dell'unificazione delle proposte di legge A.C. 2011, della quale anch'io sono firmatario, A.C. 2717 e A.C. 3250. Esso prevede in sostanza il riconoscimento agli ufficiali e ai sottufficiali delle Forze armate collocati nella riserva o in congedo assoluto di una promozione al grado superiore, a titolo onorifico. Questo riconoscimento, del quale ribadisco l'esclusivo carattere onorifico, può essere erogato a condizione che sussistano determinati requisiti. È necessario che il militare sia stato posto in congedo o nella riserva per raggiunti limiti di età, che abbia ottenuto nel corso della sua carriera giudizi di apprezzamento, che non abbia riportato condanne con sentenze passate in giudicato e che non abbia usufruito in precedenza di altre promozioni a titolo onorifico.
È importante precisare che tale riconoscimento è concesso, prescindendo dal grado rivestito e anche oltre il grado massimo previsto per il ruolo di appartenenza, a tutti gli ufficiali e i sottufficiali di tutte le Forze armate (Esercito, Marina militare, Aeronautica militare, Arma dei carabinieri, Corpo della Guardia di finanza), con l'esclusione dei generali di corpo d'armata e gradi equiparati. È prevista inoltre, in fase di prima applicazione, una norma transitoria per quegli ufficiali e sottufficiali che, al momento dell'entrata in vigore della legge, non siano ancora stati collocati nella riserva o in congedo assoluto. In tal caso, la decorrenza del beneficio onorifico della promozione decorre dal giorno del collocamento nella riserva o in congedo assoluto o, se successivo, dal giorno utile individuabile nella specifica posizione di grado maturata.
È fondamentale poi la precisazione dell'articolo 4, circa il carattere unicamente onorifico del riconoscimento. Tale articolo precisa infatti che esso non comporta alcun beneficio economico o retributivo e che, qualora il militare dovesse essere


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richiamato in servizio, egli ritornerebbe ad avere il grado con il quale era stato collocato nella riserva o in congedo permanente. Ai sensi dell'articolo 5, questa promozione a titolo onorifico viene conseguita a seguito di apposita domanda, presentata dagli interessati e corredata da autocertificazione riguardante il possesso dei requisiti previsti dall'articolo 2 del provvedimento.
L'iter del provvedimento in Commissione è stato abbastanza snello. Al riguardo, devo dare atto che tutte le forze politiche si sono ritrovate d'accordo sul testo unificato in oggetto, che dunque è stato adottato all'unanimità in Commissione difesa, la quale peraltro già illo tempore ne aveva addirittura chiesto l'esame e l'approvazione in sede legislativa. Per ciò che riguarda l'iter del provvedimento presso le altre Commissioni del Parlamento, sia la I (affari costituzionali) sia la V (bilancio) hanno espresso parere favorevole, mentre la XI Commissione (lavoro), pur avendo espresso parere favorevole, ha però osservato la necessità di precisare nel provvedimento che la promozione non produce alcun beneficio di tipo economico-retributivo; la Commissione difesa ha recepito tale osservazione, come risulta dall'articolo 4, comma 1, del provvedimento.
Aggiungo che questo provvedimento giunge all'esame dell'Assemblea forse dopo dieci anni. Una proposta similare era infatti già stata presentata nel corso della XII legislatura e poi riproposta nel corso della XIII legislatura, senza avere mai la fortuna di arrivare all'attenzione dell'Assemblea di questo Parlamento. Oggi registriamo dunque un momento importante, perché il provvedimento è ormai giunto al nostro esame, qui in Assemblea, dove al termine della discussione sulle linee generali verrà esaminato in modo analitico. Così facendo, prestiamo finalmente attenzione agli ufficiali e sottufficiali delle Forze armate, i quali, con un grande spirito di abnegazione, hanno servito il nostro paese.
In un momento, particolarmente delicato, in cui il nostro paese sta riscoprendo e rivalutando i principi morali e gli ideali che sono alla base dell'impegno delle Forze armate, ritengo opportuno che il Parlamento mostri una particolare attenzione nei confronti di tale problematica.
Nel prosieguo della discussione saranno prese in considerazione alcune proposte emendative presentate, alcune delle quali rivestono particolare interesse, perché tendono a nobilitare ulteriormente il riconoscimento previsto dal provvedimento
Sicuramente l'attenzione che il Governo e l'intero Parlamento presteranno rappresenterà un ulteriore passo in avanti per migliorare questa proposta legge attesa da tempo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

FILIPPO BERSELLI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la proposta di legge all'esame dell'Assemblea è intesa a concedere una promozione a titolo onorifico agli ufficiali e sottufficiali delle Forze armate, compresa l'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza, cessati dal servizio permanente per limiti di età e collocati nella riserva o in congedo assoluto.
Il provvedimento, quindi, si rivolge al personale, ormai in pensione da diversi anni, che conserva nei confronti dell'amministrazione militare obblighi di servizio solamente in caso di guerra e, comunque, che si vuole continuare a promuovere ad ulteriore riconoscimento dei meriti acquisiti durante l'attività di servizio.
Per meglio comprendere la valenza e l'incidenza del provvedimento, occorre considerare la fondamentale importanza che, nell'organizzazione militare, riveste la gerarchia quale elemento insopprimibile, anzi caratterizzante per consentire l'assolvimento dei compiti di istituto assegnati. Dalla necessità della gerarchia deriva l'importanza rivestita dal grado che, per l'amministrazione, rappresenta il complesso dei diritti e dei doveri che esprimono e connotano la posizione gerarchica stessa e per il singolo soggetto costituisce il riconoscimento dell'impegno meritocratico nello svolgimento del proprio servizio.


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Per tale motivo, l'ordinamento del personale militare prevede procedure di conferimento delle promozioni molto ponderate: i soggetti candidati vengono scrutinati attraverso un esame dettagliato delle loro caratteristiche tecnico-professionali e del rendimento offerto da ciascuno nello svolgimento degli incarichi, soprattutto nei periodi di comando. Addirittura, la normativa prevede che il soggetto valutato debba dimostrare, tra gli altri requisiti, di essere in possesso, già nel grado rivestito, dell'attitudine a ben operare nel grado superiore.
In questo peculiare contesto, quindi, l'attribuzione di un grado deve essere particolarmente oculata, giacché esso, in un contesto di scarsa differenziazione della meritocrazia sotto il profilo economico, finisce per essere il principale strumento con cui il singolo vede gratificato il proprio impegno professionale.
Per tali motivi, l'ordinamento ha sempre derogato, in modo molto prudenziale, al principio generale, peraltro ampiamente acquisito nell'ordinamento giuridico generale, secondo cui deve sussistere in via ordinaria un'effettiva corrispondenza tra qualifica del dipendente e funzione svolta. Infatti, le promozioni a titolo onorifico, che pure esistono, sono collegate ad eventi di stretta straordinarietà, tanto da essere riferite normalmente al solo personale che abbia partecipato ad operazioni di guerra o alla guerra di liberazione.
L'ordinamento, invero, per non stressare il principio generale di corrispondenza tra grado e funzione svolta, prevede il riconoscimento di un'altra tipologia di promozione, quella cosiddetta «alla vigilia», per effetto della quale al personale collocato in congedo non per demerito viene conferito il grado immediatamente superiore a quello effettivamente rivestito in costanza di servizio a riconoscimento dell'attività professionale prestata in armi.
Se il provvedimento non venisse emendato, questi valori potrebbero essere messi in discussione. Pertanto, il Governo - che non è contrario a questo provvedimento né per ragioni di principio né per ragioni di metodo - si attende dall'Assemblea, in particolare dal relatore, dal presidente della Commissione un'attenta riflessione, affinché venga approvato il miglior testo possibile, in modo da fugare quelle perplessità che albergano non soltanto in alcuni, ma in molti degli addetti ai lavori.
Da un lato, infatti, ciò che era una promozione riservata dalla legge a pochi eletti per meriti eccezionali, quella cioè a titolo onorifico, potrebbe - presidente Ramponi - apparire un'ordinaria procedura di avanzamento per pensionati; ciò non è possibile. Dall'altro, lo stesso grado, che nella carriera militare costituisce un obiettivo di sacrificio e dedizione, potrebbe essere svilito ad un riconoscimento del tutto svincolato da merito e dedizione e, quindi, potrebbe apparire inflazionato e non corrispondente alla realtà della professione cui si è dedicata una vita intera.
Quali potrebbero essere gli effetti pratici della norma in esame se non fosse emendata in senso migliorativo? I sottufficiali, che normalmente in servizio già raggiungono - stante la peculiarità della loro carriera - il massimo grado della propria categoria, diventerebbero «vecchi sottotenenti», cioè corrispondenti al primo grado della categoria degli ufficiali, con conseguente perdita dell'identità di sottufficiale costruita nell'attività di servizio.
Gli ufficiali, invece, che con la promozione «alla vigilia» normalmente già raggiungono il grado di colonnello - vale a dire il primo grado della dirigenza militare -, diventerebbero tutti generali, grado del tutto non corrispondente al loro percorso militare.
Rileviamo dunque un qualche imbarazzo nella proposta di legge sottoposta all'esame dell'Assemblea che, all'articolo 4, comma 2, chiarisce che, in caso di richiamo, il personale beneficiario delle promozioni a titolo onorifico deve essere reimpiegato con il grado precedentemente rivestito. Quindi, si può essere richiamati non con il grado acquisito a titolo onorifico, bensì con quello precedentemente ricoperto. Così, il sottotenente ritornerebbe a fare il maresciallo e il generale a fare il colonnello.


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In conclusione, il Governo richiama il Parlamento alla massima attenzione su questo provvedimento, al fine di evitare che un generalizzato innalzamento dei gradi, che non è funzionale alle esigenze dell'amministrazione, possa produrre un numero abnorme di persone che rivestono gradi dirigenziali, danneggiando anche un po' l'immagine delle nostre Forze armate.
Ribadisco dunque la disponibilità del Governo a favorire qualsiasi iniziativa della Camera volta ad approvare il miglior testo possibile, tale da non ingenerare da parte di alcuno le perplessità emerse sul testo in esame.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Pisa. Ne ha facoltà.

SILVANA PISA. Signor Presidente, siamo favorevoli a questo provvedimento e condividiamo il richiamo, espresso sia in Commissione sia in aula da parte della maggioranza e del Governo, ad una sobrietà per non inflazionare un riconoscimento che, altrimenti, finirebbe per essere banalizzato.
Mi pare che questo sia il ragionamento sostenuto anche dal sottosegretario, che oggi è stato particolarmente incisivo su tale aspetto, più di quanto non sia avvenuto in tante riunioni svolte in Commissione. Infatti, è dal 2003 che la Commissione si riunisce su tale argomento e mai vi era stato da parte dell'esecutivo un atteggiamento così risoluto.
Il nostro consenso al provvedimento in esame è stato condizionato ad un emendamento, approvato in Commissione, in base al quale i soggetti ai quali viene riconosciuta la promozione onorifica devono aver lasciato il servizio per raggiunti limiti di età. È stato stimato che non ne sarebbero scaturiti maggiori oneri; quindi, dal momento che si tratta di un provvedimento atteso - così come sottolineato in Commissione -, non abbiamo espresso in proposito alcuna contrarietà.
Pertanto, vorrei ribadire il nostro indirizzo favorevole, anche se ci dichiariamo aperti al ragionamento esposto stamattina per la prima volta.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Rocchi. Ne ha facoltà.

CARLA ROCCHI. Signor Presidente, ritengo che le osservazioni che si possono svolgere su questo provvedimento attengano strettamente al merito.
In cosa consiste un riconoscimento onorifico? All'interno di una struttura gerarchica si tratta di un istituto legato alla specificità, al merito e alla riconoscibilità - che definirei quasi personale - del riconoscimento stesso. Che si tratti di un riconoscimento atteso è testimoniato dal fatto che sull'argomento esistono tre differenti proposte di legge, tutte convergenti verso la medesima finalità. Tuttavia, non è stata ancora risolta la perplessità manifestata oggi con evidenza dal Governo. Se un riconoscimento onorifico risulta essere uno strumento di gratificazione proprio perché non risulta automatico, bensì specifico e legato al merito, alla professionalità e a quant'altro connesso alla carriera di una persona, il rischio che sottende al provvedimento in oggetto, se non accuratamente calibrato, è quello di dar vita ad un istituto generalizzato, che non renderebbe un buon servizio in primo luogo alle persone che ne ricevono i cosiddetti benefici.
Quindi, il lavoro che siamo chiamati a svolgere è proprio quello di valutare, emendare e prendere in considerazione il provvedimento in oggetto, dal momento che è ancora all'attenzione del Parlamento. Non vi è dubbio che in proposito esistono grosse aspettative e che queste sono legittime, perché il lavoro delle nostre Forze armate deve ottenere riconoscimenti positivi in misura ampia. Si tratta di un lavoro, di una professionalità e di un impegno che devono essere valutati positivamente dal Parlamento e dall'intera comunità nazionale per gli effetti che producono.
Proprio per rendere un buon servizio a queste persone, bisogna che il riconoscimento sia esplicito, non generalizzato né penalizzante nei confronti di chi lo riceve: in altre parole, non può riceverlo egualmente una persona che lo merita molto ed


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un'altra che non lo merita affatto. Le stesse Forze armate non vorrebbero un provvedimento siffatto per quella che è la nostra conoscenza dell'etica e dell'animo delle Forze armate medesime.
Quindi, la posizione del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo è nel senso di prestare una forte attenzione positiva al provvedimento in esame nonché alla sua definizione puntuale e precisa, affinché vengano ridotti al minimo o addirittura azzerati i rischi paventati dalla maggioranza, dall'opposizione e, soprattutto, dal Governo.

PRESIDENTE. Non essendovi altri...

LUIGI RAMPONI, Presidente della IV Commissione. Chiedo di parlare. L'avevo già segnalato tre volte, Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Ramponi, lei non risulta inserito nell'elenco degli iscritti a parlare. Tuttavia, visto che lo chiede, ha facoltà di parlare.

LUIGI RAMPONI, Presidente della IV Commissione. Signor Presidente, avevo già alzato la mano tre volte, convinto di essere stato visto.

PRESIDENTE. Onorevole Ramponi, per poter intervenire in sede di discussione sulle linee generali, occorre iscriversi almeno un'ora prima del dibattito. Sto facendo un'eccezione.

LUIGI RAMPONI, Presidente della IV Commissione. Signor Presidente, non potrei intervenire dopo la replica del Governo.

PRESIDENTE. Effettivamente no.

LUIGI RAMPONI, Presidente della IV Commissione. Allora non intervengo.

PRESIDENTE. Se intende svolgere un intervento succinto, ne ha facoltà.

LUIGI RAMPONI, Presidente della IV Commissione. Il mio intervento sarà succinto.
Signor Presidente, innanzitutto vorrei ringraziare il Governo per la sua dichiarazione di disponibilità. Inoltre, condivido quanto affermato in merito alla gradualità e alla prudenza con cui occorre rendere operativo il provvedimento in oggetto.
Infine, vorrei tranquillizzare facendo alcune precisazioni, già anticipate dal relatore, perché nell'ambito degli emendamenti presentati sono contenute risposte che vanno nella direzione chiesta dal Governo. In particolare, per quanto riguarda l'applicabilità della norma, sono state presentate proposte emendative - che abbiamo intenzione di approvare - le quali affermano che la norma potrà essere applicata quando il soggetto viene posto in congedo assoluto.
I soggetti vengono posti in congedo assoluto dopo aver dato cinque anni di disponibilità nell'ausiliaria e tre o quattro anni nella riserva. Si tratta dunque di un riconoscimento a titolo onorifico che premia chi, pur lasciando il servizio, ha continuato a dare la propria disponibilità.
Quanto alle preoccupazioni riguardanti il fatto che la promozione, quando si è in servizio, è oggetto di accurata valutazione (ne so qualcosa personalmente) e che dunque non è opportuno concedere promozioni generalizzate e a pioggia, va in primo luogo osservato che una delle condizioni poste dal provvedimento in esame è che il soggetto sia stato esaminato per il grado successivo, non promosso per la piramidalità della carriera militare ma giudicato idoneo. Il testo unificato prevede dunque un giudizio di idoneità.
È stato sottolineato un ulteriore aspetto, relativo allo svilimento del grado o quanto meno alle situazioni di imbarazzo fra coloro che sono stati promossi regolarmente e coloro che invece vengono promossi a norma del provvedimento in esame. Si tratta di un problema che non sussiste, in quanto tutti fruiscono del provvedimento stesso: pertanto, se un capitano viene promosso, a titolo onorifico, maggiore, chi era già maggiore diventerà tenente colonnello, e via dicendo. La promozione a titolo onorifico vale per tutti, eccetto per chi ha già raggiunto il grado di


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generale di divisione, per il quale non si ritiene opportuno che si pervenga al grado di vertice.
È stato inoltre sollevato il problema dei sottufficiali. Si è detto: un maresciallo che diventa sottotenente diventa un «vecchio sottotenente»; purtroppo è vecchio, e che sia un vecchio maresciallo o un vecchio sottotenente non mi pare sia molto differente!
Concludo ringraziando il Governo per la disponibilità e la maggioranza e l'opposizione per la convergenza che si è realizzata nonché garantendo che il Comitato dei nove terrà conto delle necessarie esigenze di prudenza, con l'auspicio tuttavia di pervenire rapidamente all'approvazione del provvedimento in esame che, come è stato osservato, è atteso ed è nell'interesse di tutti.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

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