...
il comune di Cantalupo in Sabina (Rieti) ha dato parere favorevole all'installazione in prossimità del cimitero comunale (e comunque a 160 metri dalle abitazioni civili) di una stazione radio-base della Ericsson-Wind, con delibera approvata il 17 settembre 2004;
il 27 ottobre 2004 l'amministrazione comunale di Cantalupo in Sabina (Rieti), nella persona del sindaco Giorgio Tenerini, ha firmato un contratto di locazione di 3 anni con la Ericsson-Wind, per un totale di 45.000,00 euro;
l'amministrazione comunale ha ricevuto in anticipo la prima annualità di 15.000,00 euro;
a far data dal 15 marzo 2005 hanno avuto inizio i lavori nella zona a ridosso delle mura cimiteriali;
la mattina seguente l'inizio dei lavori la popolazione cominciava un presidio del sito prescelto con oltre 200 persone, dando vita anche ad un comitato spontaneo denominato «Legittima difesa» che ha promosso una raccolta di firme;
in data 2 ottobre 2004 venivano consegnate al comune le 361 firme raccolte contro l'installazione della stazione radio-base della Ericsson-Wind (che prevede un traliccio alto 37 metri attaccato al piccolo e caratteristico cimitero comunale) e il rischio riconosciuto di insorgenza di malattie neoplastiche, della tiroide o cardiovascolari;
il comitato in data 13 aprile 2005 organizzava un'assemblea pubblica con 250 partecipanti nella quale il sindaco si dichiarava legato ai vincoli del contratto firmato, ma disponibile ad una nuova soluzione;
in una lettera alla popolazione resa nota in data 20 aprile 2005 il sindaco sosteneva di non riconoscere l'attività del comitato «Legittima difesa» e anche dopo l'intervento del prefetto di Rieti, continuava ad interrompere le comunicazioni con il comitato;
il 19 aprile 2005 veniva indetto un consiglio comunale straordinario nel quale il sindaco rinnovava la volontà di voler installare l'antenna e di creare un regolamento per individuare siti più sicuri per le future antenne;
le onde elettromagnetiche prodotte dall'istallazione dell'antenna si sommerebbero a quelle dei tre elettrodotti esistenti sul territorio del Comune che hanno già provocato un altissimo numero di casi di tumore -:
se il Governo intenda adottare iniziative affinché sia attivato un sistema di monitoraggio costante sull'inquinamento elettromagnetico, eventualmente anche in concomitanza con altre forme di inquinamento ed in particolare con quello elettrico, che interessi l'intero territorio nazionale.
(4-14294)
il 25 marzo 2005, all'interno di una cisterna proveniente da allevamenti localizzati nei comuni di Gavignano e Segni e destinata alla Centrale del Latte di Roma, è stato rilevato latte contaminato per la presenza di una sostanza conosciuta con il nome di esaclorocicloesano;
l'esaclorocicloesano è un composto che deriva dal ciclo di produzione del lindano, insetticida organoclorurato utilizzato abbondantemente in Italia fino agli anni ottanta sulle colture come antiparassitario;
secondo le Schede Internazionali di Sicurezza Chimica, l'esaclorocicloesano è una sostanza che può determinare effetti negativi per l'uomo sul sistema nervoso centrale, sul sangue, sul fegato, sui reni. Si sospetta inoltre che tale sostanza sia tossica per l'uomo, come evidenziato da test condotti su animali, e forse addirittura cancerogena;
la contaminazione da esaclorocicloesano si sta espandendo a macchia d'olio seguendo il percorso del fiume Sacco, le cui acque vengono utilizzate dagli allevatori per irrigare il foraggio degli animali, in molti dei quali è stata riscontrata una presenza in eccesso di tale pesticida;
il contenuto delle ordinanze che i sindaci dei Comuni coinvolti stanno firmando in queste ore per tutelare la salute pubblica è sempre lo stesso: distruzione del latte prodotto e divieto di mobilitazione del bestiame «malato» -:
come intendano procedere per garantire la sicurezza della stragrande maggioranza dei cittadini, che, a loro insaputa, consumano quotidianamente un alimento base quale è il latte con consistente rischio per la propria salute;
se non ritengano necessario ed urgente programmare interventi mirati al sostegno delle aziende agricole direttamente o indirettamente danneggiate dai provvedimenti a tutela della salute pubblica disposti dalle autorità competenti;
se non ritengano opportuno ed urgente disporre provvedimenti straordinari per bonificare e mettere in sicurezza i siti contaminati.
(4-14299)