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PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (vedi l'allegato A - A.C. 5590 sezione 4).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Spini. Ne ha facoltà.
VALDO SPINI. Signor Presidente, sento il dovere di spiegare il nostro comportamento.
Il nostro orientamento, anche rispetto ai singoli articoli, è connaturato all'impegno o meno del Governo di rispettare la legge n. 185 del 1990. Dunque, abbiamo disturbato l'onorevole Boniver dal suo silenzio per chiederle se, per caso, potesse esprimere qualche parola su tale questione. È stato indelicato, mi rendo conto, ma credo sia lecito sotto il profilo parlamentare. Sbaglio? Credo che il rispetto di questa legge sia l'elemento discriminante di una discussione politica di grande rilievo.
Esprimerò un voto contrario sull'articolo in esame, poiché il Governo ha fatto intendere che esprimerà un parere contrario sulla proposta emendativa che chiede il rispetto della legge n. 185 del 1990 riguardante il commercio delle armi.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Spini. Le ripeto che il Governo può decidere di assumere l'atteggiamento che vuole.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Mattarella. Ne ha facoltà.
SERGIO MATTARELLA. Signor Presidente, naturalmente, il Governo decide liberamente ciò che intende fare, se parlare o no, e va rispettato. Tuttavia, mi permetto di ricordare che, con riferimento alle due questioni importanti che sono state poste, sarebbe interessante saperne di più. Le questioni sono, in primo luogo, l'interpretazione degli accordi, che di fatto aggira, disapplicandole, le normali procedure di controllo della legge n. 185 sul commercio delle armi e sul loro controllo e, in secondo luogo, l'equiparazione di qualunque altro paese ai paesi che fanno parte della NATO o dell'Unione europea.
Seguendo questa interpretazione applicativa dei trattati bilaterali, l'Italia non avrà più in questa materia un rapporto speciale con i paesi della NATO o dell'Unione europea, ma tutti gli altri paesi saranno alla stregua di quelli che appartengono alla Alleanza atlantica o all'Unione europea. Si tratta quindi, di due
questioni importanti. Sarebbe bene che il Governo dicesse qualcosa di più.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cima. Ne ha facoltà.
LAURA CIMA. Signor Presidente, ovviamente, siamo contrari all'approvazione dell'articolo 2 del disegno di legge anche per la posizione assunta dal Governo sulle proposte emendative presentate, ma anzitutto perché il disegno di legge, in questo modo, stravolge la legge n. 185 del 1990 sulla esportazione delle armi, ampliando ulteriormente la controriforma di tale provvedimento. Infatti, il Parlamento non potrà più controllare la natura e la destinazione degli armamenti prodotti ed esportati nel quadro di questo accordo, sicché l'accordo stesso, di fatto, allargherà le possibilità di commercio, consentendo anche quelle ipotesi di triangolazioni che già abbiamo denunciato in occasione della detta controriforma.
I Verdi, al Senato, hanno già votato - allora, piuttosto isolati perché forse non ci si era resi conto di cosa significassero queste ratifiche - contro l'approvazione del provvedimento; siamo ora soddisfatti nel constatare che finalmente si è colto - in particolare, grazie al contributo dato dall'onorevole Mattarella - quale sia il nodo sotteso alla ratifica di questi trattati. Le spiegazioni fornite dal Governo finora - non adesso, ma in Commissione (come ricordava il sottosegretario), e ieri, in occasione della discussione sulle linee generali - sono assolutamente non esaurienti. Anche gli ordini del giorno preannunciati - noi anticipiamo la nostra posizione al riguardo perché sappiamo che la maggioranza al riguardo ha presentato ordini del giorno - non bastano nel modo più assoluto a chiarire l'intenzione di non stravolgere la legge n. 185.
In realtà, la si sta stravolgendo, e vi è la volontà precisa di farlo; siamo contenti che se ne prenda atto. Quindi, l'opposizione, unitariamente, esprimerà un voto contrario sul provvedimento.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'unica proposta emendativa presentata all'articolo 2.
GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA, Relatore. Signor Presidente, non ripeto quanto già riferito ieri in sede di discussione sulle linee generali e do, quindi, per acquisite le considerazioni e le valutazioni - ritengo di fatto assorbita dall'ordine del giorno della maggioranza la proposta emendativa presentata - che spingono la Commissione a formulare un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Mattarella 2.01; altrimenti, se i firmatari dell'articolo aggiuntivo insistono nella loro pur legittima richiesta, il parere della Commissione è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
MARGHERITA BONIVER, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Mattarella 2.01.
PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Mattarella 2.01 formulato dal relatore.
SERGIO MATTARELLA. Signor Presidente, l'invito non può essere accolto in quanto il significato, il contenuto, il valore, le conseguenze dell'approvazione di questo articolo aggiuntivo sono del tutto diverse da quanto scaturirebbe dall'ordine del giorno presentato dal relatore, che pure ringrazio per lo sforzo compiuto. Sforzo che ritengo però insufficiente in quanto non eviterebbe i due errori indicati.
PRESIDENTE. Sta bene.
Colleghi, l'onorevole Mantovani ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sulla proposta emendativa; dobbiamo tuttavia prima votare l'articolo, essendo la proposta emendativa in questione un articolo aggiuntivo.
Passiamo, dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 367
Votanti 365
Astenuti 2
Maggioranza 183
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 162).
Passiamo, dunque, alla votazione dell'articolo aggiuntivo Mattarella 2.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantovani. Ne ha facoltà.
RAMON MANTOVANI. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo presentato dall'onorevole Mattarella, firmato da diversi deputati dell'opposizione, tende a ripristinare ciò che, con la norma attuativa di accompagno del trattato di collaborazione militare con l'Algeria, si tende a fare, ossia lo «svuotamento» della legge n. 185 del 1990. Con questo articolo aggiuntivo, come dicevo, si tende a ripristinare l'attuazione della legge n. 185 del 1990 relativamente ai controlli ed alle autorizzazioni su tutti i commerci di armi tra l'Italia e l'Algeria.
Di cosa stiamo parlando? Se le colleghe ed i colleghi della maggioranza hanno prestato attenzione, il relatore ed il Governo hanno avuto un avviso diverso su questa proposta emendativa: il relatore - che all'inizio dell'iter di questo provvedimento in Commissione aveva sollevato, per primo, dubbi sulla lettera della norma che stiamo esaminando - ha formulato una richiesta di ritiro dell'articolo aggiuntivo, considerandolo assorbito dal suo ordine del giorno n. 9/5590/1. Il relatore, ma è una mia interpretazione, ha, in tal modo, espresso imbarazzo. Lo stesso relatore, infatti, sa benissimo che non sarebbe l'articolo aggiuntivo in questione ad essere assorbito, bensì l'ordine del giorno. Se il relatore ritiene che questo articolo aggiuntivo possa essere assorbito dal suo ordine del giorno n. 9/5590/1, evidentemente non esiste un contrasto, dal suo punto di vista, tra l'articolo aggiuntivo e lo stesso ordine del giorno. Il Governo, invece, ha espresso un parere totalmente contrario.
Di cosa stiamo parlando, colleghe e colleghi? L'onorevole Mattarella lo ha spiegato molto bene. Il Governo, nell'anno 2003, ha stipulato 7 accordi di diverso tipo e natura, tutti insistenti nel campo della difesa, delle collaborazioni militari e dei memorandum d'intesa militare, nei quali ha, di fatto, introdotto un superamento - io sostengo: uno svuotamento - della legge n. 185 del 1990. Tali accordi rappresentano, infatti, sicuramente un precedente: non si capirebbe, in futuro, un atteggiamento diverso nei confronti di un altro paese. Perché applicare una norma privilegiata nei confronti dell'Algeria e non una, ad esempio, nei confronti del Marocco? Perché applicarla nei confronti dell'India e non dell'Indonesia? Perché applicarla nei confronti del Gibuti e non di un altro paese?
È evidente che la lobby del commercio delle armi, della costruzione e della produzione di armamenti, che ha sempre tentato, dal 1990, di «neutralizzare» gli effetti della legge n. 185 del 1990, questa volta ha trovato la strada per esprimere il suo interesse ed il suo punto di vista. La legge n. 185 del 1990 si ridurrebbe al rango - se questi provvedimenti rimarranno tali, ma mi auguro che non lo saranno nella prossima legislatura, perché noi, come Parlamento, possiamo modificarli, essendo non la lettera del trattato interessato da ciò che diciamo - di una «legge manifesto» e la sua forza di controllo ed autorizzazione del commercio delle armi sarebbe del tutto - o, in grandissima parte - vanificata.
Di ciò stiamo parlando, non di altro. Infatti, perfino il Governo ha avuto un atteggiamento imbarazzato in Commissione. Sono venuti cinque o sei sottosegretari di diversi ministeri: alcuni hanno affermato che non corrisponde a verità ciò
che diceva il relatore e ciò che dicevamo noi, ossia che vi fosse uno «svuotamento» della legge n. 185 del 1990. Un altro sottosegretario è venuto in Commissione ed ha affermato che il Governo ha effettivamente proceduto a stabilire un rapporto privilegiato dal punto di vista dell'attuazione della legge n. 185 del 1990, avendo compiuto una scelta politica, ossia di privilegio, nel commercio delle armi e nei trattati di collaborazione militare con alcuni paesi. Alla domanda su quale fosse la linea di politica estera che avesse ispirato tale scelta di collaborazione privilegiata, non vi è stata alcuna risposta.
Colleghe e colleghi, se si vota favorevolmente a questo articolo aggiuntivo, non si mette assolutamente in discussione il trattato, sul quale parlerò in sede di dichiarazione di voto finale: semplicemente si ripristina la vigenza e la forza di controllo e di autorizzazione sul controllo del commercio delle armi della legge n. 185 del 1990.
Ognuno si assuma le proprie responsabilità! Questo è un voto molto importante, sul quale si accenderanno i riflettori e verrà posta anche una lente d'ingrandimento da parte della società civile di questo paese.
Non si può, da una parte, parlare di pace, di promozione della pace, della legalità internazionale, della promozione e del rispetto del diritto internazionale e, dall'altra, rinunciare ad uno dei punti più avanzati della legislazione europea per quanto attiene il commercio delle armi. Non si può, da una parte, condannare i conflitti armati, che vengono tutti combattuti con armi costruite in questo continente e negli Stati Uniti d'America, e, dall'altra parte, agevolare il commercio delle armi, che finiranno nelle mani dei bambini soldato e che insanguineranno i territori nei quali poi, magari, dovremo intervenire con aiuti umanitari. Ognuno si assuma le sue responsabilità!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spini. Ne ha facoltà.
VALDO SPINI. Signor Presidente, intervengo molto semplicemente per dire che il relatore Landi di Chiavenna ha senz'altro colto lo spirito delle nostre preoccupazioni. Nel suo ordine del giorno si parla di esercitare un controllo stringente sulle imprese private da parte del Governo. Ciò è senz'altro lodevole. Però, il nostro articolo aggiuntivo può veramente garantire di adempiere allo spirito di quanto proposto. Infatti, in esso si stabilisce semplicemente che per queste operazioni si applica l'articolo 9, comma 4, della legge 9 luglio 1990, n. 185, che è stato sinora vigente. Ciò è accaduto fino ad ora, prima di questo atteggiamento del Governo.
Il tema è di grande rilievo e fortemente dirimente. Infatti, una volta saltato il meccanismo delle intese intergovernative ed affidato al rapporto fra le imprese private uno scambio di questo genere, il controllo del Governo non può che essere estremamente labile.
Invece, lo strumento di controllo del Governo è proprio l'intesa intergovernativa, che dà modo di esercitare una funzione politica e dà modo anche di gestire ciò che rientra nello spirito della legge n. 185. Quest'ultimo era nel senso di dire che l'Italia, il popolo italiano, le istituzioni italiane, non ritengono di poter autorizzare eventuali profitti, arricchimenti e quant'altro, che possano avvenire in rapporto a tensioni o a conflitti che avvengono sul piano internazionale, a meno che non vi sia un parere politico del Governo italiano. Non mi sembra un tema di poco conto!
Del resto, la legge n. 185 fu approvata con un larghissimo consenso. Anche le forze politiche a cui ogni tanto si riferiscono alcuni nostri colleghi che oggi fanno parte della maggioranza (si sente spesso parlare di un richiamo alle radici cattoliche e così via) dovrebbero ricordare il voto del 1990. Ecco il motivo per cui ci sentiamo di condurre una battaglia particolarmente sentita: infatti, il tema è di grande rilievo e veramente dirimente.
Capisco che un ordine del giorno è, in qualche modo, una presa d'atto delle nostre
ragioni; ma non vorremmo un ordine del giorno che poi si scontri con una situazione giuridica compromessa. Mi sembra che un semplice richiamo alla situazione attuale, alla difesa di quanto prescritto attualmente dalla legge n. 185 sia la soluzione più limpida, più semplice e più trasparente. Chiediamo a tutti i deputati che si sentono legati a questo spirito di votare a favore dell'articolo aggiuntivo in esame. In tal modo, avremo la garanzia di poter effettuare questa collaborazione nel campo della difesa con l'Algeria - così come con gli altri paesi successivamente - ma di non farne, attraverso una legge ordinaria che recepisce un Accordo di cooperazione, l'oggetto di uno stravolgimento di una legge dello Stato nella quale il nostro popolo ha creduto, per la quale l'opinione pubblica si è adoperata e sulla quale il dibattito nel paese è stato veramente profondo e sentito (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
SERGIO MATTARELLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Mattarella, lei è già intervenuto sul complesso degli emendamenti. Le do, tuttavia, brevemente la parola, conoscendo la sua capacità di sintesi.
SERGIO MATTARELLA. Signor Presidente, ho chiesto anch'io di intervenire perché ciò è stato consentito ad altri; comunque, il mio intervento sarà brevissimo.
Intervengo soltanto per dire che, se il mio articolo aggiuntivo 2.01 fosse approvato, muterebbe il nostro atteggiamento sul provvedimento di ratifica. Infatti, non abbiamo nulla contro la collaborazione con l'Algeria; al contrario! Tuttavia, non possiamo accettare che ciò avvenga in violazione di norme che nel nostro paese disciplinano da 15 anni il controllo sul commercio delle armi.
GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIAN PAOLO LANDI di CHIAVENNA, Relatore. Molto sinteticamente, vorrei fugare il dubbio e le perplessità che la maggioranza e il Governo in qualche modo abbiano proditoriamente svuotato le finalità meritorie della legge n. 185 del 1990.
Se vogliamo depurare dal punto di vista ideologico le valutazioni che sono state espresse, evidentemente con coerenza ideologica, dal collega Mantovani e da altri colleghi, il problema si è posto sulla base interpretativa del regolamento di esecuzione, emanato nel 1999 dal Governo di centrosinistra.
Noi abbiamo semplicemente voluto rimarcare che non vi è alcun svuotamento della legge n. 185 del 1990, che è un atto interpretativo necessario da sottolineare e valutare. È in questo senso che va indirizzato l'ordine del giorno che ho voluto predisporre e che il Governo ha anticipato che accoglierà. Non vi è alcuno svuotamento. I valori e i principi su cui si fonda la legge n. 185 del 1990 vengono riconosciuti e rispettati anche da questa maggioranza e da questo Governo. Vengono rispettati i principi delle intese intergovernative e vi è comunque la riconferma di tutte quelle procedure necessarie e rigorose per il regolare controllo delle attività fra le imprese dei due paesi contraenti.
Quindi, vorrei rassicurare l'Assemblea e chi dovesse ascoltare questo dibattito sul fatto che questo Governo e questa maggioranza evidentemente non si sono inventati un processo di delegificazione di fatto della legge n. 185 del 1990. Rimangono inalterati tutti i principi fondamentali su cui si basano il commercio e le regole di controllo e di monitoraggio, tanto che il Governo nei prossimi giorni sarà chiamato a rispondere sull'attuazione della legge n. 185 del 1990 per quanto riguarda l'anno 2004.
Quindi, invito l'opposizione, contrariamente a quanto è stato fatto legittimamente nei confronti della maggioranza, a valutare attentamente ed a non dare una caratura ideologica a questo dibattito, perché non vogliamo esportare armi per
uccidere, ma vogliamo semplicemente mantenere fermo il principio secondo cui queste iniziative di commercio di armi possono essere utili per tutta una serie di ragioni che abbiamo individuato, anche per quanto riguarda la cultura della pace nel mondo.
È utile che questi memorandum siano approvati e avevo auspicato il più largo consenso. A tal fine avevo voluto indirizzare le perplessità anche dei colleghi dell'opposizione attraverso la presentazione di un ordine del giorno. Così non è stato, ma ritengo opportuno e doveroso, per quanto mi è possibile, precisare che questa maggioranza e questo Governo hanno mantenuto l'attenzione giusta e puntuale sull'applicazione della legge n. 185 del 1990.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cima. Ne ha facoltà.
LAURA CIMA. Se fosse come sostiene il relatore, ossia che il Governo e questa maggioranza non hanno nessuna intenzione di ampliare quella che ho chiamato la «controriforma della legge n. 185» con questi memorandum di intesa, non si capirebbe il motivo per cui l'articolo aggiuntivo che stiamo sostenendo non viene accettato. Non c'è nulla, né un aumento di spesa, né un cambiamento della filosofia degli accordi, che osti al fatto che l'articolo aggiuntivo sia accettato.
Mi pare, tra l'altro, che quest'ultimo non abbia nulla di ideologico, onorevole relatore. Ritengo che esso sia molto concreto e mirato. Quindi, al di là di quello che ciascuna forza politica intervenuta in questo dibattito e che ha sostenuto questo articolo aggiuntivo può sostenere rispetto all'uso ed al commercio delle armi, qui c'è semplicemente una richiesta di non bypassare una legge importante. Per cui, tanti di noi hanno «battagliato» per evitare il commercio allegro, legale e illegale, che l'Italia prima di questa legge esercitava.
Non si può avere una doppia morale e, soprattutto, non si può affermare che si tutela la legge quando non si vuole accogliere una proposta emendativa semplice e tutt'altro che ideologica. Tra l'altro, non è stato spiegato il motivo per cui questo articolo aggiuntivo non viene ritenuto accoglibile, perché con tutti i discorsi che avete fatto e con tutte le contraddizioni rilevate dall'onorevole Mantovani, non è stato spiegato il motivo per cui questo articolo aggiuntivo non possa essere accolto. Si preferisce spaccare il Parlamento, pur di andare avanti con una linea di politica estera non esplicitabile in questa fase, perché altrimenti non si comprenderebbe per quale motivo questo modo di operare nei memorandum di intesa e negli accordi commerciali non venga esteso ai memorandum con altri paesi. Questa è la ragione politica contenuta in questi provvedimenti che noi denunciamo. Io credo che la società, le associazioni e coloro che hanno difeso la legge n. 185 del 1990 da tutti gli attacchi siano molto coscienti di ciò e abbiano trasmesso le loro osservazioni a tutti i deputati di ogni gruppo parlamentare. Non si può far finta di non sapere che chi vota contro questo articolo aggiuntivo abbia questa filosofia.
Credo che tutta la buona volontà del relatore nel cercare di giustificare il provvedimento, trasfondendo la proposta emendativa in un ordine del giorno non sia accettabile da parte nostra.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Cima.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Mattarella 2. 01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 358
Votanti 356
Astenuti 2
Maggioranza 179
Hanno votato sì 171
Hanno votato no 185).
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