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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dalla III Commissione permanente del Senato: Concessione di un contributo volontario al Fondo di cooperazione tecnica dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) e dell'abbinata proposta di legge d'iniziativa del deputato Perrotta.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, onorevole Pacini, ha facoltà di svolgere la relazione.
MARCELLO PACINI, Relatore. Signor Presidente, il provvedimento che il Governo
sottopone all'approvazione del Parlamento riguarda l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, istituita nel 1957 con lo specifico scopo di realizzare un forum intergovernativo indipendente per la cooperazione scientifica nel campo nucleare.
Alla data della ratifica dello statuto, nel lontano 1957, l'Agenzia contava diciotto Stati membri; attualmente, tale numero è salito a centotrenta, sicché l'Agenzia ha ormai assunto una rilevanza centrale nelle odierne relazioni internazionali. Da vari decenni, si configura come un punto di riferimento imprescindibile per tutti gli Stati membri per ciò che concerne la cooperazione in campo nucleare; sottolineo quest'ultima espressione perché, normalmente, l'AIEA è più nota, invece, per le altrettanto - e forse ancor più, in certi momenti - importanti attività ispettive: le due funzioni sono, peraltro, strettamente correlate talché, se non vi fosse l'una, mancherebbe anche l'altra.
L'organizzazione si propone, infatti, di rafforzare la vigilanza e la protezione fisica dei materiali nucleari per impedire il traffico dei medesimi e delle tecnologie utilizzabili per la costruzione di armi di distruzione di massa; tale obiettivo è particolarmente rilevante in un'epoca in cui le organizzazioni terroristiche dimostrano la loro capacità operativa a livello internazionale.
L'obiettivo fondamentale che l'AIEA, pertanto, si prefigge consiste nel promuovere l'applicazione pacifica dell'energia atomica attraverso alcune linee di intervento prioritarie: la pianificazione delle attività da intraprendere nei paesi che decidono di perseguire l'opzione nucleare, per assicurare che le competenze scientifiche e nucleari da essi acquisite siano utilizzate esclusivamente per finalità pacifiche; l'adozione di regole standard condivise dagli Stati membri in merito ad un'applicazione priva di rischi per le persone e per l'ambiente dell'energia nucleare; l'azione volta ad agevolare lo sviluppo della tecnologia e delle conoscenze tecniche a favore dei Paesi in via di sviluppo; la verifica, attuata tramite un capillare sistema di ispezione, dell'adempimento degli obblighi da parte degli Stati (obblighi, sempre e tutti, finalizzati ad un uso esclusivamente pacifico del materiale nucleare).
È proprio nel settore delle ispezioni interne agli Stati che sono stati intrapresi i piani di sviluppo delle capacità nucleari; ambito nel quale l'AIEA ha oramai imposto, grazie all'alto livello di competenza scientifica del suo personale, standard di verifica ormai di altissimo livello.
La rilevanza centrale di tale attività risulta tanto maggiore qualora si pensi che la maggior parte delle convenzioni della AIEA sono stipulate con paesi che si impegnano, nei confronti della comunità internazionale, a non possedere armi nucleari; l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, dunque, ha l'obbligo di verificare che tale impegno sia rispettato.
Possiamo concludere, quindi, affermando che, sotto questo profilo, l'Agenzia in oggetto rientra nel quadro delle organizzazioni che esercitano un'azione di diplomazia preventiva, che si è rivelata estremamente efficace, in alcuni casi critici (qualcuno è ancora in corso), proprio per poter verificare il corretto uso del materiale nucleare.
L'Agenzia internazionale per l'energia atomica, tuttavia, come ho affermato all'inizio della mia relazione, è impegnata anche nella diffusione delle tecnologie nucleari (applicate, naturalmente, a scopo pacifico, per lo sviluppo economico e per il miglioramento della qualità della vita) nei paesi meno economicamente fortunati. Tale compito strategico fondamentale è richiesto dagli stessi paesi che dovrebbero esserne i beneficiari; di conseguenza, il contributo straordinario che ci viene domandato, pertanto, intende ottimizzare il compito dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, che talvolta resta in ombra.
Si può concludere, quindi, che, proprio perché l'Agenzia internazionale per l'energia atomica rappresenta uno dei più attivi e più efficaci strumenti per costruire un mondo più sicuro e più prospero, e proprio perché questa stessa Agenzia internazionale
si propone di facilitare il decollo economico e il miglioramento della qualità della vita nei paesi meno fortunati, credo che il contributo straordinario che il Governo ci chiede di concedere debba essere utilmente e sollecitamente approvato dall'Assemblea.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
MARGHERITA BONIVER, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, desidero innanzitutto ringraziare, ancora una volta, il relatore, onorevole Pacini. Intervengo per sostenere ciò che è stato già affermato, vale a dire che l'Italia, pur avendo votato a favore dell'istituzione del Fondo di cooperazione tecnica dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, vi ha contribuito solo saltuariamente, negli ultimi due anni, con fondi della cooperazione del Ministero degli affari esteri.
Attraverso il provvedimento in esame, dunque, si creano i presupposti per assicurare la regolare, corretta e tempestiva esecuzione degli impegni italiani nel contesto dell'AIEA, al quale, come sappiamo, è stato attribuito il ruolo fondamentale (oggi forse maggiormente visibile) di «guardiano» della corretta applicazione del Trattato di non proliferazione nucleare.
In realtà, la maggior parte delle attività dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica sono indirizzate alla promozione degli usi pacifici dell'energia nucleare. Tali iniziative sono mirate soprattutto: alla promozione di alti livelli di sicurezza nell'utilizzo dell'energia nucleare; alla prevenzione della scarsità di beni alimentari, attraverso la gestione del suolo e dell'acqua, la diffusione di tecniche specifiche per la nutrizione e la fertilizzazione delle piante, la posizione degli allevamenti e la conservazione del cibo; alla salvaguardia della salute umana, attraverso lo sviluppo e l'applicazione di tecnologie nucleari, facendo ricorso a tecniche quali la medicina nucleare, la radioterapia, la biologia con radiazioni, la dosimetria e l'igiene nutrizionale.
Tutte queste attività, come mi sembra ovvio, vengono considerate essenziali dai paesi in via di sviluppo, che rappresentano la maggioranza dei membri in seno all'AIEA, per mantenere intatti i compiti di istituto e la natura stessa dell'Agenzia, a fronte delle crescenti e relativamente nuove competenze nel campo del contrasto alla proliferazione nucleare che le sono state affidate nel corso degli ultimi anni.
Va tenuto presente, infine, che, non essendo tali attività finanziate a valere sui fondi del bilancio ordinario dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, l'unico meccanismo attraverso il quale esse sono realizzabili è quello previsto dall'istituzione di questo apposito fondo. È peraltro il caso di sottolineare che quest'ultimo viene alimentato con contributi nominalmente «volontari», ma che, in realtà, sono determinati attraverso la stessa «scala contributiva» fissata nell'ambito delle Nazioni Unite, utilizzata per finanziare il bilancio ordinario dell'Agenzia.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Spini. Ne ha facoltà.
VALDO SPINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, domani potremo già esprimere il voto finale su questo provvedimento, approvato dal Senato. Noi spingiamo sempre l'Italia, per quanto ci è possibile, sulla strada di questa collaborazione internazionale, nonché a farsi carico - a livello planetario - dei grandi problemi di cooperazione e ad affrontare responsabilmente i problemi causati delle minacce e dai rischi nucleari.
Se vi è qualcosa che ha un carattere veramente internazionale, non vi è dubbio che ciò è l'energia nucleare. Tutti ricordiamo che l'Italia decise di dismettere il proprio programma energetico nucleare in seguito ad un incidente - quello di Chernobyl - verificatosi in una delle repubbliche dell'ex Unione Sovietica, l'Ucraina. Da tale punto di vista, quindi, un potenziamento deciso dell'attività dell'AIEA è giusto e importante, sia per quanto riguarda le 220 convenzioni promosse e stipulate
dalla stessa AIEA con diverse nazioni per utilizzare in maniera pacifica il materiale nucleare, sia per l'azione di ispezione volta a verificare il rispetto del trattato di non proliferazione nucleare per quanto riguarda l'armamento.
Stiamo trattando di uno dei grandi problemi di politica internazionale, ossia della preoccupazione, espressa nei confronti di alcuni Stati, che si stiano apprestando strutture non solo pacifiche, ma anche idonee a diventare armamento di carattere nucleare. Ricordiamo, in particolare, la vicenda iraniana. Da parte mia, in Commissione, avevo auspicato che il Governo ci dicesse qualcosa al riguardo; lo potrà sempre fare in sede di replica, perché, come noto, vi è stata una lodevole iniziativa di Francia, Regno Unito e Germania per esercitare un'azione di mutua comprensione tra l'Iran e gli Stati Uniti e tentare di «svelenire» la tensione in atto. L'AIEA ha avuto un ruolo molto importante in questo campo, perché ha continuamente richiamato l'Iran ad una serie di impegni, e ciò ha portato, il 26 novembre 2004, all'accordo da parte iraniana per la sospensione dei procedimenti di arricchimento dell'uranio e delle altre attività utili per la costruzione di armi nucleari.
La nostra richiesta è che l'azione dei tre paesi menzionati abbia due possibili sviluppi: il primo - che forse è già stato in parte assicurato - è che sia l'Unione europea in quanto tale a farsi carico, anche attraverso l'intervento del futuro ministro degli esteri europeo, attualmente Alto responsabile PESC, Solana; il secondo - qualora il precedente intervento non avvenisse - che l'Italia si affianchi a Francia, Regno Unito e Germania nell'azione ricordata. Sappiamo molto bene che tali «formazioni» diplomatiche rappresentano anche un segnale di mutua importanza che questi tre paesi si attribuiscono reciprocamente, e non vorremmo che l'Italia rimanesse indietro su questo terreno. Ma non si tratta solo di un problema di etichetta o di prestigio: stiamo trattando uno dei grandi problemi del nostro tempo. Evidentemente, la possibilità di «svelenire», se non di eliminare del tutto la tensione tra i paesi occidentali e l'Iran su tale aspetto è di grande rilievo per tutto lo scacchiere, compreso quello iracheno ed afgano - ed il Medio Oriente, più in generale -, anche per le interrelazioni tra le confessioni musulmane prevalenti in Iran e quelle presenti in altri paesi dell'area.
Siamo perfettamente a conoscenza che il tema cui siamo di fronte oggi è assai più ampio, realmente planetario e riguarda il potenziamento di un'Agenzia che ha una caratteristica globale. Credo, tuttavia, che sia giusto da parte nostra il richiamo ad un'azione importante da parte dell'Italia. Sarebbe, infatti, incomprensibile che l'Italia, che ha investito molto in termini diplomatici nel rapporto con l'Iran, mantenendo con esso rapporti diplomatici anche in momenti in cui quelli di tale paese con il mondo occidentale erano in crisi, si trovi, ora, fuori dal gruppo di quei paesi che stanno tentando di portare avanti la ricordata mediazione. Ciò comprometterebbe quello che di positivo il nostro paese aveva fatto.
Nel ribadire, sottosegretario Boniver, il voto favorevole del nostro gruppo su questo provvedimento, che domani potrà essere licenziato in via definitiva, essendo stato già approvato dal Senato, reitero in questa sede la richiesta avanzata in Commissione, che il Governo prenda spunto anche da questa occasione per aggiornarci sia sugli sviluppi dell'iniziativa sopra menzionata nel settore iraniano, sia sull'apporto specifico che l'Italia può offrire alla risoluzione di tale vicenda.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Perrotta. Ne ha facoltà.
ALDO PERROTTA. Signor Presidente, questa è una giornata fortunata: a sentire il collega Spini, sembra che anche il provvedimento in discussione verrà approvato quasi all'unanimità.
VALDO SPINI. Perché no?
ALDO PERROTTA. Se ricordo bene, questa agenzia fu fondata nel 1957 e i suoi
obiettivi iniziali erano quelli di promuovere le sicure e pacifiche applicazioni dell'energia atomica, vigilando, al tempo stesso, contro il suo impiego a fini distruttivi.
Ad oggi, gli Stati membri della AIEA sono 136 e, ogni giorno, duecento esperti conducono ispezioni in loco in ogni parte del pianeta. Il loro scopo è quello di garantire che il materiale fissile non venga dirottato dai legittimi usi pacifici verso programmi di armamento clandestini.
Non dobbiamo assolutamente dimenticare che la sicurezza nucleare e il non riarmo di regimi terroristici o dittatoriali sono dovuti, in gran parte, alla AIEA. L'agenzia contribuisce, pertanto, alla pace e alla sicurezza internazionale, stabilizza gli sforzi per fermare la diffusione delle armi e muove verso un nuovo mondo libero dalla minaccia delle armi nucleari.
Ma, oltre a svolgere il ruolo di guardiano della non proliferazione nucleare, questa agenzia sovrintende anche all'applicazione di tecnologie nucleari per l'umanità. Ricordo una vicenda che sembrerà strana e un po' bislacca, ma che è importantissima per alcuni paesi africani. Molto tempo fa la mosca tze-tze praticamente invase l'Africa. Dieci anni fa, in molti territori di questo continente non vi era più un solo capo di bestiame: erano stati tutti abbattuti dalla terribile malaria trasmessa dalla mosca tze-tze. Quasi tutti gli animali morirono. Oggi, invece, attraverso l'AIEA, gli agricoltori possono possedere fino a 300 capi di bestiame, tutti sani: ciò è stato possibile grazie all'intervento dell'Agenzia, che ha irradiato e liberato mosche tze-tze sterilizzate proprio in una base della AIEA che si trova a Tanga, una zona della Tanzania.
Vi è sempre lo spettro dell'atomo, della bomba atomica e così via. Ma, come si vede, quasi sempre l'energia atomica è necessaria - purché vi siano i dovuti controlli - alla sopravvivenza dell'umanità.
Pertanto, a conclusione di quanto esposto, credo che la corresponsione di un contributo italiano all'AIEA sia indispensabile per garantire il raggiungimento di questi risultati, nella speranza che l'applicazione delle tecnologie nucleari, per i paesi africani e non, sia sempre maggiore.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Mattarella. Ne ha facoltà.
SERGIO MATTARELLA. Signor Presidente, preannuncio il nostro voto favorevole sul provvedimento in discussione, al di là degli importanti impegni sul fronte internazionale che l'AIEA sta affrontando. Basta far riferimento ai suoi scopi di fondo, volti a promovere l'utilizzo pacifico dell'energia nucleare, a trasferire tecnologie verso i paesi in via di sviluppo, a definire e garantire i livelli di sicurezza nell'uso del nucleare e a verificare, attraverso l'attività ispettiva, che non vengano violati i trattati che presidiano la sicurezza del mondo.
Queste ragioni fondamentali sono ampiamente sufficienti - e ad esse si aggiungono quelle contingenti e importanti già ricordate da alcuni colleghi - per dare ragione dell'intervento finanziario che il nostro paese intende svolgere e che è sottoposto alla nostra approvazione.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
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