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diritto annuale di cui all'articolo 18 della legge 29 dicembre 1993, n. 580 e successive modificazioni, è condizione dal 1 gennaio dell'anno successivo all'emissione del bollettino di pagamento, per il rilascio delle certificazioni da parte dell'Ufficio del registro delle imprese»;
l'intervento del Comitato per l'occupazione della Presidenza del Consiglio dei ministri e se intenda vigilare sull'uso corretto delle risorse pubbliche nei processi di delocalizzazione.
l'articolo 35 della legge 27 dicembre 1997, n. 449 (legge finanziaria per il 1998) dispone che: «L'avvenuto pagamento del
la norma sopraccitata è tale da frustrare il sistema di pubblicità istituito dalle Camere di commercio allorché la richiesta documentazione si riferisca a società o ditte che hanno omesso di pagare il previsto diritto camerale, con l'aberrante conclusione che i diritti stessi dovrebbero essere corrisposti da coloro che hanno bisogno di avvalersi del sistema di pubblicità, specie in caso di società o imprese in decozione, con completo stravolgimento del sistema di pubblicità -:
quali iniziative normative il Ministro competente intenda attuare per porre rimedio ad una siffatta situazione.
(5-04235)
i giornali di oggi 21 aprile 2005 nella cronaca toscana danno grande risalto alla notizia che la proprietà della Zanussi, la società svedese Eletrolux, ha comunicato ufficialmente alle organizzazioni sindacali dello stabilimento di Scandicci che una parte consistente della produzione verrà tagliata e in particolare la produzione di piccoli frigo, detti free standing, che vengono prodotti nello stabilimento fiorentino;
secondo la proprietà si intende dare così avvio ad un processo di riorganizzazione produttiva per dimezzare entro il 2008 i suoi 27 stabilimenti sparsi in Europa e spostare parte della produzione in paesi asiatici;
Eletrolux punta a tagliare la produzione di 300.00 piccoli frigo con il conseguente licenziamento di 250 unità di lavoro;
attualmente nello stabilimento di Scandicci sono occupati circa 650.000 persone che, nella maggior parte dei casi non raggiungeranno nei prossimi anni l'età della pensione e che quindi non potranno pienamente usufruire degli ammortizzatori sociali;
la parziale chiusura di questo stabilimento produttivo è un ulteriore impoverimento del tessuto produttivo dell'area fiorentina già in difficoltà per la crisi di altri importanti comparti come il tessile e la meccanica;
immediata è stata la risposta dei lavoratori che sono scesi in sciopero nel tentativo di respingere la chiusura produttiva e aprire un serio confronto con la proprietà;
la scelta dell'Eletrolux non tiene conto della possibilità di riorganizzare la produzione con nuovi investimenti per diversificare le nuove produzioni, come più volte sollecitato anche dalla regione Toscana e dagli enti locali -:
quali iniziative intendano assumere i Ministri interrogati al fine di verificare la fondatezza e la necessità del piano industriale presentato, che andrebbe visto alla luce di nuovi investimenti produttivi e se, non ritengano opportuno aprire un confronto anche con le organizzazioni sindacali per agevolare una soluzione positiva della vertenza della Zanussi.
(4-13844)
come si evince da un comunicato Ansa, del 19 aprile 2005, l'Anfao, Associazione nazionale fabbricanti di articoli ottici, ha firmato un protocollo con l'agenzia delle dogane ed una convenzione con il Ministero delle attività produttive per la salvaguardia della salute del consumatore e per frenare il fenomeno della contraffazione di occhiali falsi;
nel 2004 sono stati sequestrati oltre 620 mila;
siamo di fronte ad un fenomeno che oltre a ritorcersi contro le aziende produttrici, mette a repentaglio soprattutto la salute, ossia la vista, dei consumatori;
è stato realizzato il progetto «Falstaff», una banca dati multimediale capace di controllare in tempo reale l'autenticità dei prodotti in entrata alle dogane -:
se non si ritenga di estendere il progetto «Falstaff» a tutti i prodotti immessi sul mercato, al fine di garantire le aziende produttrici ed anche la salute dei consumatori, sempre che il prodotto in questione possa risultare pericoloso per la stessa;
se il protocollo e la convenzione citati in premessa siano stati sottoscritti anche dalle altre associazioni.
(4-13846)
il settore del tessile-calzaturiero sta vivendo in Italia un momento di forte crisi dovuto fondamentalmente all'agguerrita concorrenza cinese, fatta anche di contraffazione e concorrenza sleale; si stima che nel primo trimestre dell'anno in corso si sia registrato un incremento del 1300 per cento delle importazioni dalla Cina di calzature, del 600 per cento nel settore della maglieria e del 400 per cento in quello delle confezioni;
questa crisi è fotografata dagli ultimi dati Istat che indicano come a febbraio il fatturato dell'industria italiana del tessile e dell'abbigliamento sia diminuito dell'8,1 per cento rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, mentre gli ordinativi siano diminuiti del 10,3 per cento;
molte aziende stanno cercando di delocalizzare i propri stabilimenti in altri paesi, come l'Albania, l'India o la stessa Cina, dove il bassissimo costo della mano d'opera consente loro di far fronte alla concorrenza, con gravi conseguenze nei distretti italiani dove si registra un numero crescente di lavoratori licenziati o messi in cassa integrazione;
la situazione di crisi coinvolge, in particolare, il settore tessile calzaturiero pugliese e in particolare dell'area del nord barese, dove almeno il 20 per cento delle aziende del settore ha chiesto la procedura di mobilità o la cassa integrazione con una perdita di posti di lavoro stimabile entro la fine dell'anno in corso in circa due terzi;
la situazione di crisi coinvolge anche aziende con una storia di successo come, ad esempio, la Cofra di Barletta; impresa che ha contribuito, anche grazie a consistenti finanziamenti pubblici, allo sviluppo del calzaturiero barlettano e che prima e più di altre ha intravisto nella qualità la risposta alle sfide dei mercati ma che sta, oggi, procedendo ad una parziale delocalizzazione in Albania a cui dovrebbe seguire la chiusura dello stabilimento pugliese - che diventerebbe nella migliore delle ipotesi un semplice punto di riferimento commerciale - e un'apertura di stabilimenti produttivi in Cina e in India;
a questo fine la stessa Cofra aveva avviato in data 15 marzo 2005 la procedura di licenziamento per 241 lavoratori su un organico complessivo di 350 unità; successivamente, anche a seguito delle agitazioni sindacali, detta procedura è stata revocata senza peraltro che fossero resi noti i motivi di tale decisione e mentre si diffondevano voci di una imminente cessione dello stabilimento e dello stesso marchio Cofra ad un gruppo indiano;
anche la Commissione Europea ha espresso nei giorni scorsi forte preoccupazione per la situazione, dichiarando che «non possiamo stare a guardare mentre interi settori vengono spazzati via dalle esportazioni tessili cinesi» e ha deciso di adottare a breve adeguate misure di salvaguardia -:
quali iniziative si intendano adottare per affrontare l'emergenza produttiva ed occupazionale del settore tessile e calzaturiero del nord barese, anche attraverso
(4-13847)
l'azienda argentiera «Zaramella» di Ronchi di Villafranca (Padova), azienda storica della provincia di Padova che occupa attualmente 54 lavoratori, versa in una particolare situazione di crisi che sta mettendo seriamente a rischio la prosecuzione dell'attività;
da quanto si apprende dalle rappresentanze sindacali, la proprietà sarebbe addirittura intenzionata a presentare, a causa della situazione debitoria, un'istanza di auto fallimento;
i 54 lavoratori, in data 13 aprile 2005, hanno addirittura trovato i cancelli della fabbrica chiusi e, senza nessun preavviso, si sono ritrovati senza lavoro e nell'impossibilità di capire quale sarà la sorte dell'azione e del loro posto di lavoro;
i lavori hanno organizzato una serie di manifestazioni sia davanti alla fabbrica che alla prefettura di Padova per rendere nota la drammatica situazione che si sta profilando per ben 54 famiglie della provincia di Padova -:
se il Governo sia al corrente della crisi in cui versa l'azienda argentiera «Zaramella» di Ronchi di Villafranca (Padova);
se il Governo, vista la situazione finanziaria in cui versa l'azienda, non intenda intervenire attraverso delle misure che siano in grado di scongiurare il fallimento e l'ennesima perdita di posti di lavoro nella provincia di Padova;
cosa intenda fare il Governo, nel breve periodo, per le 54 famiglie della provincia di Padova che, senza alcun preavviso, hanno perso il loro posto di lavoro;
se il Governo, visto l'ingente numero di aziende della provincia di Padova che in questi ultimi anni hanno chiuso i battenti, non intenda intervenire con misure di sostegno straordinarie alle aziende in crisi, in modo da evitare il ripetersi di eventi come quello descritto in narrativa.
(4-13899)
l'azienda Cipros di Saonara (Padova) di recente incorporata dalla Teminox di Milano (società collegata alla tedesca Thyssenkrupp), che attualmente occupa 72 lavoratori e che da circa 50 anni è una delle aziende leader nelle lavorazioni superficiali in acciaio (lastre, lamiere e nastri), sta attraversando un particolare momento di crisi che rischia di mettete in discussione quasi tutti i lavoratori attualmente impiegati nello stabilimento;
la direzione di Cipros ha infatti presentato un piano di riorganizzazione che eliminerebbe dallo stabilimento padovano il comparto produttivo con conseguente eliminazione di 53 posti di lavoro su 72 (rimanendo a Saonara solo il magazzino e l'ufficio commerciale);
per i posti di lavoro in esubero l'azienda avrebbe proposto un loro assorbimento parziale (per circa il 30 per cento nello stabilimento milanese di Ceriano Laghetto mentre, per gli altri lavoratori, non resterebbero che gli ammortizzatori sociali stabiliti dalla legge sulla mobilità;
le organizzazioni sindacali, che in più occasioni avevano cercato di trovare assieme alla dirigenza dell'azienda una soluzione alla crisi in atto, hanno chiesto il ritiro del piano e hanno proclamato lo stato di agitazione;
si tratta della ennesima azienda della provincia di Padova che chiude i battenti o che subisce un pesante ridimensionamento, provocando un impoverimento irreversibile del tessuto economico produttivo padovano, con ricadute occupazionali molto preoccupanti -:
se il Governo sia al corrente della crisi in cui versa l'azienda Cipros di Saonara (Padova);
se il Governo, vista la situazione in cui versa l'azienda, non intenda intervenire attraverso delle misure che siano in grado di rilanciare la produttività e di scongiurare l'ennesima perdita di posti di lavoro nella provincia di Padova;
se il Governo, visto l'ingente numero di aziende della provincia di Padova che in questi ultimi anni hanno chiuso i battenti o fortemente ridimensionato i loro organici, non intenda intervenire con misure di sostegno straordinarie alle aziende in crisi, in modo da evitare il ripetersi di eventi come quello descritto in narrativa.
(4-13900)
con lettera del 1o marzo 2005, il Calzaturificio M.N.C. di Bottazzin, che opera a Noventa Padovana (Padova), ha comunicato ai lavoratori la messa in liquidazione della società e la cessazione di ogni attività, con conseguente risoluzione di tutti i rapporti di lavoro in essere con messa in mobilità;
tale decisione, nata da una mancanza di commesse e dalla riduzione drastica della clientela (secondo quanto precisato dall'azienda), riguarderà tutto il personale per un totale di ben 104 lavoratori;
si tratta della ennesima azienda della provincia di Padova che chiude i battenti, impoverendo drasticamente il tessuto economico produttivo padovano -:
se il Governo sia al corrente della messa in liquidazione del Calzaturificio M.N.C. di Bottazzin di Noventa Padovana (Padova);
se il Governo, vista la situazione in cui versa l'azienda, non intenda intervenire per fare in modo che i lavoratori possano usufruire della cassa integrazione;
se il Governo, visto l'ingente numero di aziende della provincia di Padova che in questi ultimi anni hanno chiuso i battenti o fortemente ridimensionato i loro organici, non intenda intervenire con misure di sostegno straordinarie alle aziende in crisi, in modo da evitare il ripetersi di eventi come quello descritto in narrativa.
(4-13901)
all'interno dell'Alitalia esiste un'importante divisione aziendale dedicata all'informatica che impiega oltre 550 lavoratori, con alti standard di qualità e di professionalità; l'information technology rappresenta infatti per le aziende del trasporto aereo un settore nevralgico per la gestione delle informazioni, per lo sviluppo del traffico e per le politiche commerciali nonché per l'automazione di tutte le attività specifiche di una compagnia (manutenzioni aeromobili, turnazione equipaggi, definizione network eccetera);
gli accordi sottoscritti dal Governo, dall'azienda e dalle organizzazioni sindacali per il salvataggio ed il rilancio di Alitalia Spa, hanno provveduto a ridisegnare l'assetto organizzativo della compagnia, prevedendo la costituzione di Alitalia Fly ed Alitalia Servizi; gli intendimenti della Compagnia palesano, d'altra parte, la volontà di separare il settore informatico dell'Alitalia facendo confluire una parte consistente della divisione informatica in Alitalia Servizi ed una parte restante e di ridotte dimensioni in Alitalia Fly;
in un documento relativo alla fusione avvenuta tra Air-France e KLM, la società francese disegna come prossima la prospettiva di un accordo con il gruppo italiano, con una riduzione dei costi che dovrebbe necessariamente passare attraverso la «soppressione dei doppioni delle due compagnie, quali i call center di prenotazione, i sistemi informatici, le destinazioni di lungo raggio comuni e la manutenzione» -:
se non ritenga opportuno favorire l'assorbimento del settore informatico della compagnia nella società Alitalia Fly in considerazione della valenza strategica che il mercato del trasporto aereo assegna a queste attività;
se non ritenga opportuno inquadrare le sorti della divisione informatica Alitalia nel «piano di rilancio del comparto informatico e per la creazione del polo informatico nazionale», che il Governo starebbe mettendo a punto.
(4-13927)