Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 610 del 12/4/2005
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(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 5739)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Oricchio. Ne ha facoltà.

ANTONIO ORICCHIO. Signor Presidente, il poco tempo a disposizione impone una brevità dell'intervento tale da non consentire, quindi, di affrontare e di esporre con compiutezza i tanti problemi che rendono drammatica la gestione dei rifiuti in Campania, problemi tutti sottesi al decreto-legge in esame ed al disegno di legge di conversione che stiamo per votare.
Ritengo che il dibattito sull'emergenza in Campania possa e debba rappresentare anche l'occasione per fare il punto sullo stato della questione della gestione dei rifiuti in quella regione e, più in generale, nel nostro paese.
In base alle ultime statistiche europee disponibili, l'Italia è nel gruppo di retroguardia nell'applicazione delle direttive dell'Unione europea sul trattamento dei rifiuti.
Nell'ambito dell'Europa a quindici, quella da più tempo direttamente impegnata ad applicare le regole comuni in materia, così come si sono sviluppate negli ultimi dieci-quindici anni, l'Italia è undicesima per volume di rifiuti in discarica. Stanno peggio di noi solo il Portogallo, il Regno Unito, l'Irlanda e la Grecia. In Campania vi è sicuramente, da anni, una situazione particolare per gravità e difficoltà di soluzione.
Nessuno può negare, quindi, la gravità di una situazione che si trascina in un'emergenza cronica da oltre dieci anni, che è causa e conseguenza di errori di ogni tipo, che ha bruciato risorse a non finire, che è tuttora sempre fonte di rischio di infiltrazioni delinquenziali e camorristiche, e che, soprattutto, è ancora lontana da idonee soluzioni.
Il primo e il più grave problema irrisolto dell'intera questione è il protrarsi dei commissariamenti, che mortificano l'autonomia di comuni e province, e che si traducono, se protratti a lungo, in una vera e propria forzatura della legalità costituzionale e, quel che è peggio, non favoriscono la responsabilizzazione degli enti locali su un tema così complesso e delicato come la gestione rifiuti.
Così come è, anche se con riferimento all'urgenza dettata dall'emergenza rifiuti, il provvedimento appare molto discutibile dal punto di vista della legittimità costituzionale, in quanto interviene di fatto per salvare una società privata, mantenendo fuori enti pubblici costituiti ed individuati per disposizione di legge come principali centri di riferimento e di imputazione sul territorio delle scelte in materia di emergenza e gestione dei rifiuti.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIO CLEMENTE MASTELLA (ore 17,10).

ANTONIO ORICCHIO. Sindaci e presidenti di provincia, se tagliati fuori dai processi decisionali, sono portati inevitabilmente a subire, se non a cavalcare o addirittura a promuovere, proteste popolari invece di governarle in maniera costruttiva. A titolo di esempio, mentre si è consentito l'accesso al credito presso la Cassa depositi e prestiti, di cui all'articolo 1 del decreto-legge in esame, permane tuttora irrisolta la questione di una pari opportunità nel ricorso alla stessa fonte di credito in favore di comuni e di consorzi ben amministrati che esistono anche in Campania, che hanno investito ed investono nel settore dello smaltimento dei rifiuti e della sua riqualificazione. Questione quest'ultima variamente segnalata e sottolineata da operatori pubblici del settore, da enti locali e dall'ANCI regionale.
Noi riteniamo che la complessità della situazione necessiti di una più seria e definitiva via d'uscita dall'emergenza in modo da sottrarre il settore ad interessi di chiaro stampo delinquenziale e camorristico, riportandolo verso una sana e funzionale gestione degna delle più moderne democrazie europee.


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Solo il senso di responsabilità, quindi, e la considerazione che l'odierna votazione costituisce di certo soltanto una tappa nel percorso che dovrà ulteriormente compiersi per uscire dall'emergenza, consentono di evitare oggi un voto contrario sul provvedimento in esame. Dichiaro, quindi, l'astensione dei parlamentari della componente politica Popolari-UDEUR del gruppo Misto su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Popolari-UDEUR).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzoni. Ne ha facoltà.

ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, quello al nostro esame è sicuramente un provvedimento urgente e necessario. La notorietà, triste ed amara, a livello nazionale dell'emergenza rifiuti in Campania mi sottrae dall'obbligo di motivare l'urgenza e la necessità di adottare questo provvedimento. Tuttavia, colgo l'occasione per ripetere in questa sede quello che ormai vado ripetendo da quattro anni.
Il mio è un tentativo diretto a sensibilizzare il Governo a rivolgere in futuro un'attenzione diversa, rispetto a quanto fatto fino ad oggi, nei confronti della situazione di gravissimo disagio che si vive in Campania.
Abbiamo lasciato per troppi anni i cittadini campani vivere un dramma, incolpevoli vittime della inefficienza e della incapacità gestionale. Oggi mi ritrovo ad ascoltare i colleghi del centrosinistra (che fortunatamente annunciano un voto di astensione su questo provvedimento e, in questo modo, ne consentono l'approvazione), soprattutto quelli espressione della regione Campania, sottolineare le negatività che si sono consumate in questi ultimi dieci anni nella loro gestione. A loro ricordo che dalla fine del 1997 ad oggi la regione Campania è stata governata dal centrosinistra.
Questa situazione di emergenza deve essere chiusa. Sono, quindi, perfettamente d'accordo con quelli che hanno ripetutamente rivolto questo appello al Governo. A questo proposito, mi auguro che le dichiarazioni del ministro Matteoli, in ordine alla data ultima del 31 dicembre 2005, siano confermate.
Questa situazione di emergenza è illegittima; ed essa, prorogata di anno in anno, ha consentito la piena e totale deresponsabilizzazione di coloro che erano tenuti alla gestione di quel territorio. Nel corso degli ultimi 11 anni, in particolare dal 1996 ad oggi, di proroga in proroga, per far fronte a tale situazione sono stati concessi alla regione Campania sempre maggiori fondi: si sono spesi circa mille e 800 miliardi di vecchie lire, una cifra non da poco. E l'odierna situazione di totale collasso che registriamo porta inevitabilmente ad interrogarsi sull'utilizzazione di questi fondi.
L'onorevole Oricchio sosteneva poc'anzi che una proroga ulteriore non dovrebbe essere concessa, e che è uno scandalo aver concesso delle proroghe.
Sono d'accordo con il collega. Invero, nel 2001, ho presentato un atto di sindacato ispettivo - è stato uno dei miei primi atti parlamentari - volto a cercare di sostituire al Commissario di Governo allora in carica una gestione più appropriata e più seria, cosa che non è avvenuta. Inoltre, ricordo ai colleghi che le proroghe sono state concesse sempre su richiesta del presidente della regione in qualità di commissario straordinario. L'unica sostituzione operata dal Governo, con indicazione nominativa diversa, è scaturita, nel gennaio 2004, dalle assurde, inopportune ed irresponsabili dimissioni dell'onorevole Bassolino, il quale, dopo avere portato la regione al collasso e dopo avere esaurito i fondi senza realizzare un piano, una progettazione, ha lasciato nelle mani del Governo la gestione del dramma!
Il commissario Catenacci, attuale commissario prefettizio, sta gestendo una situazione così drammatica - con le risorse residuali che ha trovato - nella maniera migliore possibile e con grandissima serietà. Indubbiamente, il compito che gli è stato assegnato è gravoso e, per alcuni aspetti, impossibile; il provvedimento di nomina lo invita, infatti, a dare esecuzione


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agli atti del suo predecessore, ad atti di programmazione che, concretamente, non esistono: non esiste un piano di smaltimento, di gestione dei rifiuti in Campania, ma esistono atti tra i quali non vi è collegamento.
A tale proposito, dal momento che ho sentito l'onorevole Parolo fare riferimento proprio alle province di Benevento e di Avellino, debbo aggiungere che, tra gli atti assolutamente incomprensibili ed inspiegabili del Commissario di Governo - a quel tempo, il presidente della regione Campania -, vi sono proprio quelli con i quali si è proceduto all'individuazione dei siti nelle due province citate, in particolare nella zona dell'arianese per Avellino e nella zona della Valle Caudina, a Montesarchio, per Benevento. L'unica indicazione venuta dal presidente della regione in qualità di Commissario straordinario è stata quella di individuare le due province più piccole e più emarginate come territorio-pattumiera della regione Campania!
Dico all'onorevole Parolo, ma soprattutto al Governo, che dovrà impegnarsi a sostenere il commissario Catenacci per mantenere gli impegni assunti nei confronti della comunità beneventana e nei confronti dei cittadini dell'arianese e per non consentire che indicazioni improprie ed assurde siano portate a compimento. Dopo le proteste legittime dei cittadini dei suddetti territori, il commissario Catenacci si è impegnato ad individuare altri siti, altri territori. Il Governo deve impegnarsi in tal senso.
Sono convinta che il provvedimento in esame non risolva i gravissimi problemi che affliggono la regione Campania dal punto di vista della gestione dei rifiuti. Tuttavia, esso affronta una parte dei problemi: evita un drammatico collasso dei comuni (alleviando un'esposizione debitoria grave) e, dotando il commissario Catenacci di ulteriori poteri straordinari, consente l'utilizzazione degli impianti non a norma di legge, attualmente sottoposti a sequestro. Il provvedimento è parziale, ma importante, perché testimonia l'attenzione del Governo.
Dichiaro, affidandolo al Governo, il voto favorevole dei deputati dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro sul disegno di legge di conversione in esame ed esprimo l'auspicio forte che a tale atto il Governo faccia seguire un percorso fatto di iniziative serie e compiute che portino, il 31 dicembre 2005, alla chiusura definitiva dell'emergenza in Campania ed all'attribuzione delle relative responsabilità a chi ha chiesto ai cittadini della Campania un voto per governare tutto, anche i rifiuti! Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi dell'Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro e di Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Coronella. Ne ha facoltà.

GENNARO CORONELLA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi deputati del gruppo di Alleanza nazionale confermiamo che esprimeremo sul provvedimento in esame un voto favorevole, per le argomentazioni che abbiamo già chiaramente esposto in sede di discussione sulle linee generali.
In questa sede, vorrei porre l'attenzione su talune questioni sollevate durante il dibattito. Che la gestione del commissariamento si sia rivelata un fallimento sotto il profilo sia dell'efficacia dei risultati sia della legittimità dal punto di vista normativo è pacifico. Vorrei ricordare che il rapporto tra il commissario, presidente della regione Campania, ed i presidenti delle province - quindi, gli amministratori locali coinvolti nella faccenda - si è rotto con la famosa ordinanza del ministro dell'interno del 20 dicembre 2000, poi dichiarata illegittima dal Consiglio di Stato con la famosa sentenza del 13 dicembre 2002 n. 6809. Si è creato, dunque, un muro tra gli amministratori ed il presidente della regione, che non si è adoperato per fare in modo che scattasse tra le province un clima di solidarietà che avrebbe dovuto evitare l'aggravarsi della situazione.
Oggi, il Governo compie un atto di buonsenso e di responsabilità. Il Governo


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Berlusconi è colpevole di essere stato coerente sotto l'aspetto istituzionale, perché, come giustamente ha affermato la collega Mazzoni, tutti gli atti del Governo Berlusconi sono stati puntualmente concordati con il presidente della regione Campania. Mi risulta che il Commissario Catenacci tutt'oggi agisca dopo aver consultato il presidente della regione Campania. Stendiamo, dunque, un velo pietoso su tutta la fase che ha caratterizzato la gestione della delega da parte del Governo al presidente della giunta regionale. Auspichiamo, anzi, siamo convinti che la fase commissariale si chiuderà il 31 dicembre, come ha affermato lo stesso ministro Matteoli, perché riteniamo doveroso ed indispensabile il coinvolgimento degli enti locali in una programmazione che deve essere condivisa da tutti i presidenti delle province e da tutti i sindaci dei comuni capoluogo.
Non vorrei aggiungere altro, essendo intervenuto in sede di discussione sulle linee generali. Confermo pertanto il voto favorevole su questo provvedimento del gruppo di Alleanza Nazionale (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Perrotta. Ne ha facoltà.

ALDO PERROTTA. Signor Presidente, non farò la polemica sui circa 300 miliardi sperperati da Bassolino in incarichi e consulenze, senza aver costruito un solo inceneritore, sebbene il precedente Governo di centrodestra della regione Campania avesse individuato siti ed opere. Bassolino ha iniziato tutto daccapo, ricevendo soldi dal Governo di centrodestra e nominando circa 500 consulenti (credo sia il numero esatto). Vorrei, invece, porre l'attenzione su una questione importante di cui ha parlato un collega del centrosinistra, il quale ha fatto un'osservazione molto intelligente: ha dichiarato che si tratta di un problema molto importante che si trascina da anni. Dimentichiamo che dietro lo smaltimento si nasconde la camorra e che sono stati realizzati appalti per il trasporto e lo smaltimento a prezzi - come è stato rilevato - inferiori ai costi del personale! Tuttavia, colleghi del centrosinistra, non dimentichiamo che questi appalti li fece Bassolino che, di fatto, non si preoccupò di verificare a chi fossero stati aggiudicati tali appalti, né di controllare i costi reali di smaltimento e le tabelle. Tale provvedimento affronta il problema della riscossione.
Noi dobbiamo, purtroppo, modificare il sistema di esazione in quanto, negli ultimi sei anni, quasi non si sono registrati introiti. Taluni comuni sono insolventi, tali altri non ottengono i benefici ambientali; alcune ditte, poi, non riscuotono i pagamenti. Si è dovuto ricorrere, dunque, a tale procedura accelerata perché, diversamente, si sarebbe bloccato tutto; si sono dovuti conferire poteri sostitutivi al commissario perché, altrimenti, di nuovo, si sarebbe bloccato tutto; infine, fino ad oggi non è stata riscossa una lira perché il buono, bravo Bassolino non riscuoteva una lira dal servizio mentre, invece, pagava consulenti ed incarichi. Questa è la questione, circa la quale vorrei ricordarvi, onorevoli colleghi, come abbia chiesto che si addivenga all'istituzione di una Commissioni di inchiesta sulla situazione dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania. Ebbene, mentre moltissimi parlamentari del centrodestra hanno aderito all'iniziativa, solo cinque sono i parlamentari del centrosinistra che lo hanno fatto. Ciò va a loro merito; soprattutto, deve riconoscersi il merito dell'attuale commissario che sta lottando contro arretratezze, contro la criminalità organizzata e contro, infine, un'ipocrisia generale della regione Campania che, mentre, per così dire, a parole dichiara l'intenzione di volerlo sostenere, contribuisce di fatto a bloccare il raggiungimento di nuove soluzioni per l'individuazione di siti di stoccaggio e di inceneritori.
Dunque, annuncio il voto favorevole sul provvedimento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villari. Ne ha facoltà.


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RICCARDO VILLARI. Signor Presidente, non posso non sottolineare come gli interventi dei colleghi della maggioranza ridondino di demagogia, pur riguardando una condizione di difficoltà oggettiva che è riconducibile, tra l'altro, alle giunte di centrodestra le cui responsabilità, anzi, si sono anche incrociate. Penso alla giunta Rastrelli, che emanò il bando con i quale, in qualche misura, si conferivano ai privati alcune prerogative, il che certamente non ha giovato alla soluzione del problema. Ebbene, ritengo che in un contesto così difficile, i detti interventi dei colleghi non aiutino, oggi, i cittadini a comprendere la reale portata del fenomeno dell'emergenza rifiuti in Campania; fenomeno che riguarda, trasversalmente, le attuali maggioranza ed opposizione, le quali erano, viceversa, opposizione e maggioranza ieri. Tali giunte hanno cercato, in qualche modo, di affrontare l'emergenza in un contesto oggettivamente molto difficile; sicuramente, le responsabilità sussistono: nessuno, in questa sede, vuole nasconderle. Ma essere demagogici a Roma e populisti in Campania conferma le ragioni per le quali, in Campania, va avanti il centrosinistra, che non illude nessuno e si fa, al contrario, carico delle difficoltà fronteggiando le emergenze (tante volte, per essere sinceri, senza trovare nei prefetti l'opportuno aiuto); tanto, in tal senso, è stato fatto.
Dunque, polemizzare in questa sede, oggi - quasi tutte le responsabilità fossero esclusivamente delle giunte di centrosinistra -, mi sembra, oltre che inesatto, sicuramente ingeneroso. Molto è stato fatto: gli impianti di CdR; è stata avviata una raccolta differenziata, sicuramente da potenziare. Ci si è peraltro confrontati con un clima intimidatorio, in qualche modo alimentato ad arte dalla criminalità organizzata; clima che sicuramente ha rappresentato un ostacolo che, in qualche modo, è stato potenziato dall'oggettiva difficoltà in cui versano, per una sciagurata politica del Governo verso il Mezzogiorno, le popolazioni meridionali, e campane in particolare.
Affermo ciò non come parziale attenuante, ma perché oggettivamente la vicenda ha origini lontane; dunque, non si può, in questa sede, distorcere la realtà sostenendo che tutte le responsabilità sarebbero delle giunte, le quali, in ogni caso, hanno fronteggiato un'emergenza con senso di responsabilità. Il loro atteggiamento, teso, senza alcuna illusione, a denunciare, piuttosto, la realtà delle situazioni e le difficoltà del fenomeno mi sembra riveli responsabilità e capacità di governo.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PIER FERDINANDO CASINI (ore 17,31)

RICCARDO VILLARI. Non intendiamo dire che si sia realizzato il meglio, ma vorrei evidenziare che si è fatto il possibile in un contesto oggettivamente ed estremamente difficile, che vede il suo punto di partenza in un bando per la costruzione dei termovalorizzatori promosso non da giunte di centrosinistra, ma dall'allora presidente della regione Campania Rastrelli.
Allora, forse il centrodestra farebbe bene ad interrogarsi sui motivi per cui, nonostante le condizioni di oggettiva difficoltà in cui versano le popolazioni in Campania, i cittadini abbiano capito, tant'è vero che anche l'ultima provincia governata dal centrodestra, Caserta, dopo il voto popolare è guidata anch'essa da una giunta di centrosinistra. Illudere con la demagogia, rappresentando una realtà distorta, non aiuta oggettivamente nessuno, e non premia nemmeno elettoralmente chi pratica questo genere di politica.
Occorre invece senso di responsabilità, senza troppi clamori, senza platealità, senza rincorrere i fantasmi e senza essere necessariamente «contro», ma coinvolgendo tutte le amministrazioni provinciali che oggi - dato da sottolineare - si dichiarano pronte ad accedere alle proprie prerogative ben oltre l'emergenza.
L'emendamento al decreto-legge presentato dall'opposizione, che sanciva l'improrogabilità oltre il 31 dicembre 2005


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dello stato di emergenza del settore dei rifiuti, testimonia come, da parte del centrosinistra, non vi sia alcuna volontà di centralizzare tali processi, o di continuare a gestire tale questione - come strilla il centrodestra sulla stampa - come se dovessimo elargire consulenze miliardarie e come se il nostro problema fosse non quello di risolvere l'emergenza ma, viceversa, di concedere prebende.
Le carte cantano, così come dimostrano i nostri comportamenti ed anche ciò che è stato realizzato; pertanto, credo che, rispetto a certi argomenti, debba prevalere una logica di maggiore equilibrio. Infatti non si può pensare, per il solo fatto di stare all'opposizione, soltanto a demonizzare, perché, in questo modo, non si fa un favore ai cittadini che non capiscono e non si dà una mano per risolvere emergenze che richiedono il contributo di tutti. Tale logica, invece, andrebbe in qualche modo superata, con realismo e capacità di governo, come noi stiamo facendo.
Anche se verrà commesso qualche errore, comunque si andrà avanti e credo, come ho già affermato precedentemente, che essere così demagoghi a livello nazionale, per poi essere populisti in Campania, sia una posizione che non spiega nulla, che non conviene e che dimostra l'immaturità del centrodestra nella nostra regione (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piglionica. Ne ha facoltà.

DONATO PIGLIONICA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, avevo l'auspicio che si riuscisse a mantenere il confronto su tale argomento evitando di piegare la discussione stessa a logiche di parte. Infatti, quando una vicenda attraversa ben 11 anni, è evidente che si intersecano iniziative, determinazioni, scelte, decisioni ed atti che coinvolgono sostanzialmente tutti.
Vorrei ricordare al collega Perrotta (che, purtroppo, è uscito dall'aula) che la gara d'appalto per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti in Campania è stata predisposta ed effettuata da una giunta di centrodestra, quando presidente della regione, nonché commissario delegato del Governo per l'emergenza rifiuti, era Rastrelli, e che il contratto vede, da parte del presidente Bassolino, la sola firma. Infatti, se osservate la data della sottoscrizione del contratto per la gestione dei rifiuti, scoprirete che risale al maggio o al giugno del 2000: in altri termini, è stato firmato da un presidente di regione appena insediato che ha trovato cinque metri di rifiuti accumulati per strada, un piano predisposto ed una gara assegnata e che, in tale situazione, doveva firmare un contratto!
Per cui, se entrassimo nella polemica, di affermazioni da fare ve ne sarebbero anche troppe. Spesso, infatti, si decide, con una gara, di affidare una concessione - quasi una privativa - ad un singolo soggetto, espropriando nei fatti tutti gli enti locali della possibilità di agire. Faccio un esempio: se, oggi, una provincia della Campania decide di localizzare un impianto di trattamento del ciclo dei rifiuti lo deve fare attraverso il concessionario; non può farlo in maniera autonoma, perché il concessionario ha - dalla raccolta in poi - la privativa sul rifiuto. Questa è una gara predisposta da altri e pertanto va gestita e contemperata con i problemi che si sono verificati. Credo che bandire una gara, con una percentualizzazione delle responsabilità di ciò che rappresenta una situazione drammatica, rappresenti un'opera assolutamente priva di utilità. Se, poi, si fosse istituita, come proposto - lo ricordava l'onorevole Perrotta - una nuova Commissione d'inchiesta, in presenza di una Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, si sarebbe - a mio giudizio - semplicemente costituito un «doppione».
Vi era anche il rischio di una polemica tra nord e sud. È vero che vi è un degrado del territorio campano, in particolare di aree del casertano - e siamo perfettamente a conoscenza di ciò che è avvenuto in tali aree alla fine degli anni Ottanta e Novanta - in cui si sono riscontrati gradi di inquinamento drammatici; è vero che vi


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era la camorra; ma è altrettanto vero che la camorra smaltiva rifiuti prodotti al nord e se le imprese del nord trovavano conveniente smaltire rifiuti in maniera illecita ed a costi minori di quelli che avrebbero sostenuto servendosi degli strumenti leciti, non credo che il nord possa chiamarsi fuori totalmente dalle responsabilità dell'inquinamento. La Lombardia ed il Veneto, con i loro sistemi industriali, erano i principali produttori dei rifiuti che venivano smaltiti illecitamente dalla malavita organizzata in Campania.
La complessità della situazione è, dunque, tale da suggerire a tutti prudenza. Qualcuno ha affermato che il presidente Bassolino avrebbe identificato i luoghi delle discariche. Anche su tale aspetto vi sono alcune imprecisioni. Ricordo, infatti, che più volte, negli ultimi anni il commissario delegato, prefetto Catenacci, ha denunciato di essere stato «abbandonato» dalla politica. Quando gli abbiamo chiesto di spiegare meglio da quale politica fosse stato «abbandonato», egli ha tenuto a precisare, più volte, che sia da parte del Governo - ed ha citato il sottosegretario Letta, il ministro Matteoli, il presidente Berlusconi ed il capo della Protezione civile, Bertolaso -, sia da parte del presidente della regione Campania, ha ottenuto sempre il massimo della collaborazione e della lealtà istituzionale. Quando ha parlato di politica che lo ha «abbandonato» si è riferito anche alla circostanza che, in alcuni casi, a guidare le proteste vi fossero parlamentari locali, sindaci ed anche sottosegretari, che partecipavano a tali proteste anche in modo discutibile, considerando le proprie responsabilità istituzionali.
Tutti noi sappiamo che il provvedimento in esame non risolverà l'emergenza rifiuti in Campania. Onorevoli colleghi, l'emergenza è l'aspetto più drammatico della vicenda, ma con questo provvedimento si chiuderà, sostanzialmente, un contenzioso aperto con la magistratura, che ha sequestrato i sette impianti di produzione del CDR in Campania, perché li ha ritenuti non idonei. Detti impianti producevano, infatti, un combustibile da rifiuti non rispondente ai criteri previsti dal decreto ministeriale del 1 settembre 1998, poiché tale combustibile presentava un tasso di umidità eccessivo e, quindi, un potere calorifico non adeguato.
La realtà è che la vera, drammatica emergenza è costituita da quasi due milioni di balle, cosiddette ecoballe (mai nome fu più profeticamente azzeccato, perché sono sostanzialmente «balle» dal punto di vista della loro idoneità ad essere smaltite). Vi sono, dunque, due milioni di balle, che corrispondono a circa tre milioni di tonnellate, stoccate su piazzali divenuti di fatto discariche abusive: se, infatti, il materiale viene stoccato per molto tempo, non si tratta più di uno stoccaggio, ma una vera e propria discarica.
Questo provvedimento, purtroppo, non mette riparo alla parte più drammatica, ossia cosa fare di questi tre milioni di tonnellate di rifiuti che sono accumulati sul piazzale. Per cui c'è ancora molto da fare: bisognerà accelerare la realizzazione degli impianti; bisognerà che anche la concessionaria dimostri di essere tecnicamente adeguata a svolgere il ruolo che le è stato affidato con una gara di appalto. Infatti, dobbiamo dirci anche questo: l'urgenza di questo provvedimento - lo sappiamo tutti -, oltre che dalla situazione dei rifiuti in Campania, è stata sollecitata anche dall'emergenza di un'azienda che aveva difficoltà finanziarie. Quindi, vi è stato l'impegno doveroso da parte del Governo a tutela di quei posti di lavoro. Tale intervento consente anche di uscire da una difficoltà finanziaria che aveva riflessi sia sulla capogruppo, sia sulla gestione del servizio rifiuti in Campania. Si tratta di un atto doveroso, ma esso non è risolutivo dell'emergenza rifiuti in Campania, che rimane ancora bisognevole di molti interventi.
L'appalto aveva uno dei più grossi difetti che abbiamo già denunciato più volte: esso affidava la localizzazione degli impianti al privato. Già fanno fatica le amministrazioni ad individuare le sedi per la localizzazione degli impianti, figuriamoci se le amministrazioni locali, prive della


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responsabilità della scelta, si potevano arrendere ad accettare le localizzazioni effettuate da un privato! Così si è scatenata una serie di conflitti, che oggi sono in corso anche tra i comuni che contestano di dover pagare la tariffa per lo smaltimento, in quanto affermano che esso non è stato compiuto in maniera adeguata, e di aver dovuto sopportare i costi aggiuntivi relativi all'affitto delle aree per lo stoccaggio delle ecoballe.
La situazione è estremamente complicata. Deve scattare un senso di responsabilità per il quale ciascuno faccia la propria parte, cercando di evitare di piegare alla polemica di parte tale circostanza. Le elezioni, infatti, sono già avvenute e la Campania ha deciso che il centrosinistra va ancora bene per governare quella regione. Quindi, il Governo sta già facendo la sua parte, la regione farà la sua e il commissario - ciò va riconosciuto - sta facendo la sua parte egregiamente: evitiamo di inserire elementi che non aiutano.
Voglio solo ricordare che si è detto che uno dei problemi riguardava l'eccesso di consulenti e di subcommissari nominati dal commissario Bassolino. Con entusiasmo, invece, voi state approvando un decreto-legge che permette al commissario Catenacci di dotarsi di tre subcommissari!

GENNARO CORONELLA. Bassolino, però, lo ha fatto abusivamente!

DONATO PIGLIONICA. Probabilmente, quindi, i subcommissari non erano un capriccio, ma una necessità, tanto che oggi si dice al commissario Catenacci di dotarsi di tre subcommissari e lo si fa per legge. Quindi, è opportuno che depuriamo questa discussione di tutte le polemiche di parte, perché le responsabilità ci sono, ma probabilmente sono più ampie e complessive. Adoperiamoci affinché ognuno svolga la propria parte per risolvere una questione che fa della Campania oggi un buco nero perché, in realtà, il ciclo dei rifiuti va modernizzato, va incrementata la raccolta differenziata, che - come abbiamo già detto - nelle aree del salernitano e del napoletano raggiunge anche quote del 60 per cento, a dimostrazione che nulla è impossibile laddove si stabilisce un corretto rapporto tra popolazione e amministrazione locale.
Vorrei, infine, fare riferimento ad un altro aspetto, che è stato richiamato impropriamente. Le gare di appalto sotto costo erano fatte dai comuni, caro Perrotta, non dal commissario Bassolino! Egli, con i suoi subcommissari, ha fatto venire fuori il «bubbone» quando ha chiuso le discariche. Allora è venuto fuori quello che c'era! Il commissario delegato non faceva le gare di appalto per i comuni.
Ecco perché è utile che tutti approfondiamo meglio la materia, evitiamo le facili polemiche, che sono del tutto improduttive, e sollecitiamo ad ognuno per la propria parte l'etica della responsabilità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Parolo. Ne ha facoltà.

UGO PAROLO. Signor Presidente, vorrei precisare subito che la Lega Nord ha consentito un'agevole approvazione del provvedimento in esame solo per responsabilità di Governo. Non abbiamo avuto alcuna intenzione ostativa perché ci rendiamo conto che si tratta di un momento difficile per il nostro Governo, per la Casa delle libertà, ed è opportuno che ogni forza si assuma le proprie responsabilità. Se avessimo dovuto entrare nel merito del provvedimento, ed in particolare della questione rifiuti campana, probabilmente il nostro atteggiamento sarebbe stato ben diverso.
In dichiarazione di voto finale vorrei ribadire alcuni concetti che ci stanno a cuore. Innanzitutto, è paradossale che il Governo della Casa delle libertà venga messo in croce dall'opposizione riguardo ad una questione che, se il Governo avesse voluto lasciare così com'era, l'avrebbe visto estraneo. Non dobbiamo dimenticarci che il Governo ha voluto nominare un commissario, che è in carica da poco più di un anno, ma la regione Campania è commissariata da ben otto anni: a commissariare


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tale regione non è stato certamente il Governo Berlusconi ma il Governo di centrosinistra. Lo stesso Governo di centrosinistra ha delegato al governatore Bassolino i pieni poteri per cercare di risolvere l'intricata vicenda della gestione e dello smaltimento rifiuti in Campania e Bassolino ha fatto di tutto, almeno stando ai risultati ottenuti, per non ricambiare la fiducia ricevuta dal Governo. Se il Governo Berlusconi non avesse tentato di fare qualcosa di nuovo oggi nessuno potrebbe imputare al Governo alcuna responsabilità. Quindi, è perlomeno ingeneroso, oltre che sicuramente scorretto, dare la colpa al Governo rispetto alla situazione determinatasi.
Tale situazione ha responsabili precisi: il problema sta nell'incapacità della classe amministrativa e politica locale di assumersi le responsabilità che altri amministratori, in tutte le altre regioni d'Italia, si assumono. È facile vincere le elezioni promettendo ai cittadini che non si faranno discariche autorizzate e termovalorizzatori. Cosa pensano i sindaci della Campania, che i sindaci delle altre regioni d'Italia vengano premiati quando dicono ai loro cittadini che occorre realizzare un termovalorizzatore, piuttosto che un impianto di compostaggio, piuttosto che una discarica regolare? Cosa pensano, che i cittadini facciano un monumento al sindaco che dice che bisogna realizzare tali impianti? Certamente no: quei sindaci, normalmente, vengono «castigati». Però, quei sindaci di altre regioni d'Italia si assumono le responsabilità richieste dall'incarico pubblico che ricoprono.
In Campania i cittadini vengono diseducati, vengono abituati a non assumersi le loro responsabilità ed eleggono gli amministratori in base a promesse che, poi, devono essere mantenute. Tale corsa alla non responsabilità generalmente vede coinvolti amministratori di centrosinistra, dato che la stragrande maggioranza degli amministratori locali e provinciali in Campania è di centrosinistra, ma anche di centrodestra. Ripeto: il problema è la mancata capacità di assumersi le responsabilità.
È ingeneroso dire - come ho sentito anche prima dai colleghi del centrosinistra - che tutti devono assumersi la loro quota di responsabilità. È vero che a volte qualche azienda criminale - perché così dobbiamo definirla - del centro-nord ha portato i rifiuti in Campania.
Tuttavia, c'è una bella differenza tra il comportamento irresponsabile, criminale, di un privato e la non capacità di una classe dirigente amministrativa di risolvere il problema e di non accettare che tali cose avvengano! Voglio ricordare le parole del commissario Catenacci, quando qualche mese fa, dimettendosi, disse: come mai, quando sono state aperte centinaia, migliaia di discariche abusive dalla camorra e dalla criminalità organizzata, nessun cittadino e nessun amministratore si è ribellato? Come mai, invece, quando il commissario individua qualunque tipo di soluzione vi è una ribellione generale? Come mai i cittadini e gli amministratori si ribellano di fronte a qualunque proposta del commissario di Governo e tacciono invece di fronte alle centinaia, alle migliaia di discariche abusive aperte dalla criminalità organizzata?
Queste sono le parole del commissario Catenacci e sono parole che, purtroppo, corrispondono alla realtà dei fatti. Finiamola, allora, di fare di ogni erba un fascio! Le cose infatti non stanno così. Ci sono problemi anche nelle altre regioni d'Italia, al nord come al sud, ma generalmente gli amministratori locali, soprattutto a livello provinciale, si assumono le loro responsabilità. Questo però non avviene in Campania, ed è un dato di fatto.
Questo provvedimento, che noi non abbiamo ostacolato solo per responsabilità di Governo, rischia di generare ulteriore confusione. Per questo motivo ci siamo battuti, e ringraziamo il Governo per avere accettato le nostre proposte perlomeno sotto forma di ordini del giorno, affinché venisse definito un piano di rientro certo delle somme che oggi vengono anticipate dalla Cassa depositi e prestiti. Se abituiamo infatti i comuni a non pagare la concessionaria che raccoglie e smaltisce i rifiuti, è evidente che altri cercheranno di


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emulare tale comportamento. È evidente che chi paga si chiederà perché deve farlo e così ad un problema ne aggiungeremo un altro.
Aggiungo inoltre che potrebbero esserci - al riguardo condivido le preoccupazioni espresse da alcuni deputati del centrosinistra - dei problemi seri rispetto alle modalità con le quali avviene lo smaltimento dei rifiuti. Ciò, tuttavia, non legittima le amministrazioni locali a non pagare per un servizio che è stato reso. Semmai esistono altri strumenti, normativamente previsti, per contestare tali modalità di smaltimento, qualora non siano ritenute idonee rispetto ai termini contrattuali che sono stati definiti. Se dovesse passare il concetto che, di fronte ad una prestazione ritenuta non idonea, si può non pagare, cadrebbe tutta l'impalcatura del diritto amministrativo ed oserei dire anche del diritto civile. Siamo dunque di fronte ad un caso unico, che credo rimanga isolato e che mi auguro non abbia a ripetersi. Per questo motivo è interesse del Governo - ma aggiungo anche degli amministratori locali e dei deputati del centrosinistra, che prima hanno imputato delle responsabilità al Governo - che effettivamente questi soldi vengano restituiti alla Cassa depositi e prestiti e che questo tipo di comportamento non abbia a ripetersi.
Infine, mi auguro che il Governo raccolga i suggerimenti che sono venuti dal centrosinistra e che effettivamente rinunci a prorogare ulteriormente l'incarico al commissario di Governo. Questo non perché egli non abbia operato bene - infatti mai come in questi ultimi tempi si è tentato di risolvere il problema e di ciò va dato atto al commissario governativo -, ma semplicemente perché, se la volontà degli amministratori locali e del governatore Bassolino è quella di autogovernarsi, allora ben venga questa volontà. Venga soddisfatta questa volontà e vedremo cosa sapranno fare! L'unica cosa certa è che non sarà più possibile - su questo noi saremo certamente vigili - imputare le proprie responsabilità ad altre amministrazioni, ad altre regioni, come è già avvenuto in passato. Se infatti, di fronte ad un'ulteriore incapacità, si ricorrerà ancora alla scelta di trasferire i rifiuti in Lombardia, piuttosto che in Veneto o in Germania, facendo poi pagare le spese generali a tutta la collettività, cioè a tutti i cittadini italiani, questo certamente non potrà trovarci d'accordo.
Pertanto, il nostro gruppo, per responsabilità di Governo, si asterrà nella votazione di questo provvedimento. Ci auguriamo che, da qui in avanti, si possa veramente cambiare gestione per quanto riguarda la questione rifiuti in Campania (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Federazione Padana).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo Spena. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO SPENA. Signor Presidente, credo che il decreto-legge in esame abbia un unico merito: ci permette di discutere in merito ad una situazione certamente grave e difficile, che ha una storia più che decennale di commissariamento.
Vorrei ricordare che l'obiettivo del commissariamento era quello di portare la regione Campania e le altre regioni fuori dallo spettro delle discariche, per rompere il legame tra le organizzazioni criminali e le amministrazioni nella gestione delle discariche stesse. Se, tuttavia, ancora oggi parliamo di emergenza, quindi di provvedimenti che vengono emanati per fronteggiarla, è evidente il fallimento della gestione della situazione negli ultimi quindici anni; anni durante i quali alla guida del commissariato per l'emergenza rifiuti si sono alternati prefetti ed il presidente della regione, e credo, dunque, che nessuno possa ergersi a paladino della legalità o dell'efficienza.
Il decreto-legge non affronta nemmeno superficialmente il tema dell'emergenza rifiuti in Campania, non permettendo alla stessa di uscire finalmente da tale situazione. È un'emergenza che nasce nel lontano 1998, che è stata gestita dai diversi commissari succedutisi nel tempo e che ha


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alla base un contratto che favorisce esclusivamente l'unico gestore privato, che è il consorzio di imprese che prende il nome di Fibe. Pertanto, tale provvedimento, più che un salvagente per il commissariato, è un salvagente per la Fibe, per il gruppo Impregilo, considerate le acque agitate, anche sul piano finanziario, in cui questo gruppo naviga.
Ci troviamo, pertanto, di fronte ad un gestore privato che ha deciso, unico caso in Italia e, credo, in Europa, l'ubicazione degli impianti, vale a dire dei termovalorizzatori e dei 7 impianti di CDR, senza alcuna idea di pianificazione territoriale. Si sono sollevate, pertanto, le proteste delle comunità e delle popolazioni, come, ad esempio, ad Acerra, ma non solo, perché sono stati scelti siti con gravi problemi di emergenza ambientale.
Rispondendo a molte interrogazioni, anche da me presentate, oltre che da altri colleghi, il Governo ha sempre sostenuto che l'impianto previsto in Campania è il più moderno in Europa. In seguito alle varie proteste, dalla relazione della Commissione VIA, presieduta dall'ingegner Agricola, è emerso alcuni mesi fa che quell'impianto, per essere a norma, necessita di un ulteriore investimento di 25 milioni di euro e di 27 adeguamenti. Non lo dico io, non lo dice la comunità di Acerra, non lo dice il vescovo o il sindaco di Acerra, ma la Commissione VIA presieduta dall'ingegner Agricola. Emerge inoltre che, per entrare in funzione, devono verificarsi tre condizioni, realizzabili nel tempo dato di 18-24 mesi per la costruzione dell'inceneritore: che si riduca l'inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo. Sembra poco, ma sono le richieste della comunità.
È stato affermato che si trattava dell'impianto più moderno del mondo, ma, senza le proteste della comunità di Acerra, avremmo avuto un impianto altamente inquinante che avrebbe peggiorato ulteriormente le condizioni di vivibilità in quel territorio.
In questo quadro, quindi, davanti ad un privato gestore che ha fallito clamorosamente, se è vero peraltro che la magistratura ha sequestrato i sette impianti di CDR, perché non a norma, cosa si determinerebbe? Si produrrebbe di fatto la rescissione del contratto: di fronte al fallimento di un gestore privato che ha scelto l'ubicazione dell'impianto al di fuori di una pianificazione territoriale e delle decisioni degli enti locali, si dovrebbe rescindere il contratto, come da tempo chiediamo; altrimenti, come avviene con questo decreto-legge, si regalano 20 milioni di euro alla Fibe, senza peraltro mettere a norma gli impianti.
Vi sono, peraltro, seri dubbi che i tempi previsti ed i 20 milioni di euro saranno in grado di rendere quegli impianti idonei a produrre un CDR di qualità, perché vi sono, ad avviso di molti scienziati, carenze strutturali, impiantistiche e gestionali, nonché una tecnologia ormai, dopo molti anni, obsoleta.
Credo, quindi, che questo provvedimento, in verità modesto, abbia quale unica ratio quella di regalare alla Fibe milioni di euro per evitare alla stessa società - che è in difficoltà - ulteriori problemi con le banche.
Ritengo inoltre che nel decreto-legge vi sia un'altra inesattezza: il recupero delle somme dovute dai comuni. Ricordo al Governo che esistono decine e decine di contenziosi tra i comuni, il commissariato e la Fibe, perché i comuni non pagano la Fibe in quanto non ricevono in cambio il servizio previsto dal contratto. Infatti, se i comuni sono stati costretti ad individuare le aree di stoccaggio temporaneo e a pagarle con risorse del bilancio comunale, è evidente che non potevano pagare anche il successivo trasferimento alla Fibe. Ad esempio, sono stati spesi 150 milioni di euro per smaltimenti sostitutivi realizzati dal commissariato per conto della Fibe al fine di trasferire i rifiuti fuori dalla regione, precisamente in altre aree del territorio italiano o in Germania.
Ebbene, chi dovrà sostenere tali spese? In base al contratto, nel momento in cui i rifiuti lasciano il comune di appartenenza, entrano nella potestà esclusiva della Fibe e, se quest'ultima non è in grado di riceverli presso i propri impianti, la


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società è responsabile dell'inefficienza e deve provvedere al pagamento del trasferimento all'estero.
Quindi, non ci sono affatto crediti certi ed esigibili da parte del commissario, non ci sono affatto debiti da parte dei comuni, esistono invece responsabilità esclusive di chi ha gestito e consentito alla Fibe di operare negli anni secondo queste modalità.
Peraltro, non si comprende per quale motivo ci sia bisogno di tre subcommissari all'interno della struttura, con costi altissimi rispetto alle effettive competenze del commissariato.
Riteniamo - lo abbiamo detto da anni e in più occasioni - si debba tornare ad una gestione ordinaria, con un meccanismo di codecisione e di responsabilità piena degli enti locali e, soprattutto, con un meccanismo di partecipazione dei soggetti attivi sul territorio - dai comuni, alle province, alle comunità -, affinché si individuino le aree che possono consentire un completamento del ciclo dei rifiuti.
La scelta incondizionata della logica dell'incenerimento dei rifiuti quale unica soluzione è nettamente sbagliata. Noi partiamo dalla concezione dei «rifiuti zero», che vuol dire intervenire sia a monte, producendo una minore quantità di rifiuti, sia a valle, intervenendo seriamente con la raccolta differenziata che preveda gli stoccaggi e che venga gestita dagli enti locali.
Certo, quello dei «rifiuti zero» è un traguardo difficile da raggiungere, ma la realtà è che siamo lontanissimi non solo da questo obiettivo - che la scienza europea ci induce a tenere fermo -, ma anche dal raggiungimento di quello previsto dal decreto Ronchi, che fissava la quota del 35 per cento al 31 dicembre 2003. Ricordo che, nel 2005, la regione Campania non arriva neanche al 10 per cento!
Dunque, questo provvedimento in tale situazione è del tutto inutile, in quanto non fa altro che prolungare una realtà insostenibile.
Bisogna prendere atto che il piano regionale è fallito e che occorre ricostruire insieme agli enti locali e alle comunità un altro piano per i rifiuti, basato sul concetto dei «rifiuti zero». Inoltre, va rescisso il contratto con la Fibe, cui vanno attribuite grosse responsabilità.
Per i motivi che ho tentato brevemente di esporre, il gruppo di Rifondazione comunista esprimerà voto contrario sulla conversione in legge del decreto-legge in oggetto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cennamo. Ne ha facoltà.

ALDO CENNAMO. Signor Presidente, francamente sono rimasto sorpreso dai toni usati in quest'aula. Credo che ormai, a dieci giorni dalla chiusura della campagna elettorale, si sarebbe potuta svolgere una discussione più pacata e maggiormente incentrata sul merito, dal momento che il decreto ripropone il drammatico problema dell'emergenza rifiuti in Campania. Al contrario, ho ascoltato toni che non sarebbero stati opportuni neppure dieci giorni fa, perché argomenti di tale rilevanza non possono che essere affrontati in un clima di reciproco rispetto e collaborazione. Quindi, per sgombrare il campo da ogni equivoco, vorrei subito riconfermare quanto già detto con chiarezza dall'onorevole Piglionica e ribadisco il voto favorevole del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo.
Tuttavia, mi corre l'obbligo di fare alcune semplici precisazioni, senza alcuno spirito polemico. Mi dispiace dire che, a mio giudizio, alcuni autorevolissimi colleghi in questi mesi hanno tenuto un atteggiamento in qualche modo populistico e demagogico, soprattutto in qualche area interna. Ebbene, nei loro interventi odierni forse avrebbero potuto evitare di dire che Bassolino ha iniziato tutto da capo. Infatti, Bassolino si è insediato nel giugno del 2000, quando già era stata annunciata la chiusura delle discariche e, quindi, si era in piena emergenza. In quella fase il presidente della giunta regionale ha dato continuità amministrativa e politica a provvedimenti già assunti dalla giunta precedente, in un clima di collaborazione


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istituzionale e di rispetto per decisioni prese pochi mesi prima.
È indubbio che su tale vicenda sono stati rilevati notevoli e gravi ritardi e siamo i primi a riconoscerlo. Infatti, come si fa a non ammettere che in Campania esiste una grande e grave emergenza rifiuti? Tuttavia, il mio rammarico consiste nel fatto che la discussione odierna, relativa alla conversione di questo decreto-legge, avrebbe potuto consentire una riflessione più pacata e maggiormente incentrata sul merito. Infatti, il prolungamento per oltre un decennio della gestione commissariale di per sé dimostra il ritardo con cui si è partiti sulla vicenda dello smaltimento dei rifiuti e quanto grave sia il distacco e la frattura che i poteri commissariali hanno prodotto sul sistema delle autonomie locali, con le difficoltà conseguenti di individuare i siti ove allocare gli impianti necessari a svolgere tutte le operazioni di smaltimento.
Quindi, in questa sede eviterei di affermare - come ha fatto il mio carissimo collega di Napoli, onorevole Perrotta - che con Bassolino si è iniziato tutto da capo, perché tale affermazione non è vera. Del resto, il fatto che la magistratura abbia tuttora in corso un'indagine su tale delicata vicenda, a partire dall'appalto originario che assegnava ad una grande società italiana il compito, tra gli altri, di individuare i siti, dovrebbe consigliare a tutti maggiore pacatezza e maggiore capacità di riflessione sull'argomento, evitando toni che francamente possono apparire eccessivi in questa fase postelettorale. Credo che sia interesse del Parlamento mettere ordine in questa materia.
Occorre mettere ordine nella complessa materia dello smaltimento dei rifiuti, ma occorre altresì combattere una battaglia ancora dura, durissima, per sconfiggere i poteri criminali che per decenni sono stati i padroni di questo settore e hanno determinato le scelte locali, facendo sì che la Campania diventasse non solo la regione con il maggior numero di discariche abusive, ma anche il ricettacolo e la pattumiera di tutti i rifiuti nocivi d'Italia. Infatti, come ricordato dall'onorevole Parolo, anche per quanto riguarda molti dei rifiuti tossici e nocivi delle altre regioni italiane, grazie alla gestione delle discariche da parte dei poteri criminali la Campania è divenuta la regione-pattumiera d'Italia.
Per sconfiggere la camorra e per sconfiggere tale assetto è necessario un clima di piena collaborazione istituzionale, che ci si è sforzati di creare negli scorsi mesi. Ciò è stato riconosciuto dallo stesso commissario Catenacci, che ha trovato nel Governo, nella regione Campania e nel suo presidente, nel prefetto di Napoli e negli altri vertici istituzionali locali interlocutori validi per affermare un'inversione di tendenza in questa vicenda.
Nessuno si chiami fuori dalle proprie responsabilità, ma insieme determiniamo un clima positivo, per affrontare una questione complessa che - lo ripeto - rischia di produrre danni ancora più gravi rispetto a quelli già verificatisi, in particolare in campo ambientale, e non soltanto in Campania, e, soprattutto, per riguadagnare un clima di fiducia e di collaborazione con i cittadini. Rivolgo un appello ai colleghi a non essere i protagonisti e gli animatori di soluzioni sbagliate: anche quando non vi è il consenso delle popolazioni su determinate scelte, occorre far prevalere la partecipazione, la discussione, il senso della convinzione che bisogna avere nel perseguire scelte giuste. Infatti, solo attraverso il perseguimento di scelte giuste, che si inquadrino in un piano organico relativo all'intero ciclo di smaltimento, si potrà condurre la Campania fuori dai problemi attualmente esistenti e, soprattutto, salvaguardare le nostre popolazioni non soltanto dai pericoli di inquinamento, ma anche dai pericoli conseguenti alla prosecuzione della gestione di alcuni aspetti da parte dei poteri criminali (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cola. Ne ha facoltà.

SERGIO COLA. Signor Presidente, il pacato intervento dell'onorevole Cennamo


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non mi induce a desistere dal mio proposito di formulare alcune osservazioni sull'argomento. Il decreto-legge in esame trova il nostro consenso. Tuttavia, non si può stendere un velo discriminatorio nei confronti di chi è stato il protagonista della crisi dei rifiuti in Campania, vale a dire dell'onorevole Bassolino. L'onorevole Villari, nel suo intervento, ha quasi «santificato» Bassolino. Tuttavia, chi, come me, ha vissuto le situazioni di disagio delle popolazioni dei territori scelti da Bassolino come pattumiera della Campania, non può rimanere inerte. Avete vinto le elezioni ed il popolo vi ha premiato, ma la questione dei rifiuti non può essere risolta attraverso un'assoluzione del presidente Bassolino.
Ricordo all'onorevole Cennamo che nel 1998, attraverso un «ribaltone», la regione Campania sostituì al centrodestra, guidato dall'onorevole Rastrelli, il centrosinistra, guidato da Losco. Ebbene, in circa due anni di amministrazione da parte del centrosinistra il problema non è stato risolto e il piano approvato da Rastrelli non ha trovato attuazione. Ricordo altresì all'onorevole Cennamo che il primo impatto con la gravità del problema non si è avuto all'atto dell'insediamento di Bassolino, bensì nella primavera del 2001, quando tutte le popolazioni della Campania, in particolar modo di Napoli, erano costrette a camminare attraverso veri e propri «festoni» di rifiuti, che emanavano un lezzo maleodorante.
Abbiamo dovuto sopportare tanto, senza alcun tipo di reazione!
Onorevole Cennamo, è stato criticato l'intervento dell'onorevole Perrotta, il quale, però, accennando alle famose consulenze di Bassolino, ha omesso di riferire un particolare importante. Ma voi forse siete bravissimi nell'informare in modo distorto l'opinione pubblica: ammettiamo di non essere altrettanto bravi. Bassolino è stato così bravo da inserire fra i famosi consulenti a 180 milioni l'anno, 15 milioni di vecchie lire al mese (riunitisi sole tre volte in quattro anni), anche degli illustri rappresentanti della stampa quotidiana cittadina. È forse questa la ragione della disinformazione.
Onorevole Cennamo, ciò non può essere assolutamente sottaciuto. Non siamo più in campagna elettorale e quindi siamo ancora più credibili se evidenziamo determinati aspetti. La Corte dei conti, ad esempio, con la deliberazione n. 31 del 2001, ha attribuito determinate responsabilità di carattere contabile ad una gestione scellerata!
Vorrei sapere dall'onorevole Cennamo perché, dopo un anno e mezzo, due anni di gestione Bassolino è stato necessario aprire altre discariche e «donare» a particolari territori (neanche a farlo apposta amministrati dal centrodestra) il lezzo dei rifiuti provenienti da tutta la Campania!
Vorrei chiedere all'onorevole Cennamo se è vero o no che a causa di questo comportamento, di questa scellerata gestione è stato necessario trasferire i rifiuti solidi in Umbria, Toscana e Germania tramite trasporto su rotaia, con un costo di 200 milioni di lire annui, per una spesa complessiva di centinaia e centinaia di miliardi di vecchie lire. Mi pare che su questo, così come su altre vicende stia indagando la magistratura, non so con quale esito. Non credo, però, che tali tematiche siano state trattate dalla stampa cittadina; noi che ne siamo a conoscenza abbiamo il sacrosanto dovere di evidenziarle in questa sede.
Onorevole Villari, la invito a non fare certe affermazioni sulla gestione dei rifiuti da parte di Bassolino, il quale è stato miracolato dal Governo, che non lo ha lasciato - come, invece avrebbe dovuto fare - ad affrontare da solo l'emergenza di cui egli stesso è responsabile.
L'onorevole Villari ora sta rispondendo al telefonino e finge di non sentirmi, ma egli ha santificato Bassolino, che però ha grandissime responsabilità per l'emergenza rifiuti; ha tutta la responsabilità dei disagi che hanno subito i cittadini campani. Questa è la sacrosanta realtà che


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andava sottolineata in questa sede (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Federazione Padana)!

LUIGINO VASCON. Bravo!

SERGIO COLA. Né penso che il tono conciliante dell'onorevole Cennamo possa superare le grandissime colpe e responsabilità che si accompagneranno per sempre alla figura di Antonio Bassolino (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale, di Forza Italia e della Lega Nord Federazione Padana).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.

FRANCESCO STRADELLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO STRADELLA, Relatore. Desidero anzitutto annunciare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia e ringraziare tutti i componenti del Comitato dei nove e della Commissione, i quali, contrariamente alle affermazioni dell'onorevole Cennamo, hanno avuto un approccio molto concreto nei confronti di un problema non più tollerabile, come è emerso anche dal dibattito odierno.
Siamo tutti consapevoli che la situazione determinatasi ha molti padri. Siamo altrettanto consci, però, della necessità di pervenire ad una soluzione definitiva; spetta alle popolazioni campane e ai loro amministratori individuare quelle soluzioni che consentano di porre fine a questa vergogna nazionale. Questa situazione non può più essere tollerata e sopportata; essa grava pesantemente sulle responsabilità di chi ha amministrato in questi anni.
Evidentemente, le considerazioni finiscono per diventare anche di carattere politico, avendo riguardo all'individuazione dei responsabili, di coloro che negli ultimi anni hanno impedito che si trovassero soluzioni. Il radicamento che la malavita ha in Campania ed in molte aree del sud, e che ha consentito un utilizzo dello smaltimento e del trattamento dei rifiuti quale fonte di guadagno, costituisce una situazione che va combattuta da tutti; soprattutto, deve essere conosciuta da parte delle popolazioni e degli amministratori locali, che debbono prendere coscienza e valutare quali siano le soluzioni, accettando i suggerimenti e le indicazioni che provengono dalle direttive europee e da quelle norme che consentirebbero un corretto smaltimento dei rifiuti e che, purtroppo, in alcune aree del paese vengono utilizzate in modo distorto.
Crediamo di aver fatto un buon lavoro e, per questo, ringrazio tutti i colleghi (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).

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