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PRESIDENTE. L'onorevole Grandi ha facoltà di
ALFIERO GRANDI. Signor Presidente, la Breda Menarini bus è un'azienda importante, storica, che esiste da tantissimi anni e che è conosciuta dappertutto: molti autobus, infatti, riportano la sigla storica di tale azienda, che ha sempre realizzato mezzi per il trasporto urbano. Quest'ultima ha attraversato molte traversie: tra
l'altro, non appartiene più alla proprietà originaria, ma, attraverso una serie di vicissitudini, è entrata nel gruppo Breda, quindi, in Finmeccanica. Tale azienda, con il faticoso lavoro svolto negli ultimi anni, ha nuovamente acquisito una condizione di produttività e di mercato molto interessante. Essa, infatti, ha davanti a sé una prospettiva di lavoro di alcuni anni, ha superato il momento di maggiore difficoltà e resta un punto produttivo molto significativo per la città di Bologna.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, onorevole Armosino, ha facoltà di
MARIA TERESA ARMOSINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, onorevoli colleghi, gli argomenti posti dall'onorevole interpellante ci hanno consigliato di rivolgerci alla società. In relazione a tali fatti, il primo dato emerso è stato adesso annunciato: il 16 febbraio è stato siglato il contratto di cessione di Breda Menarini bus da parte di Finmeccanica alla società Dipiudì. La cessione è stata preceduta da un processo di riorganizzazione che ha centrato gli obiettivi di efficienza prefissati salvaguardando la competitività industriale. Durante tale fase Finmeccanica si è fatta sempre garante, sia dal punto di vista organizzativo, sia dal punto di vista economico. Le azioni di risanamento intraprese, infatti, oltre a migliorare la produzione dovrebbero determinare il conseguimento di un risultato operativo in pareggio nell'anno corrente, anche se la situazione finanziaria permane tuttora critica.
PRESIDENTE. L'onorevole Grandi ha facoltà di
ALFIERO GRANDI. Signor Presidente, la risposta dell'onorevole Armosino è piena di buona volontà e ciò, naturalmente, va apprezzato. Tuttavia, devo fare alcune precisazioni da cui l'onorevole Armosino capirà meglio le ragioni per cui alcuni punti richiedono chiarimenti ulteriori, anche se registro come fatto importante l'impegno preso ad intervenire su Finmeccanica.
sottosegretario ci ha ufficialmente confermato - che ha portato alla sigla il 16 febbraio scorso di un accordo tra Finmeccanica e De Luca, del quale apprendiamo in questo momento ufficialmente la notizia.
a garanzia dell'operazione, sia nelle modalità con cui vengono chiariti i progetti.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
Tale azienda è parte del gruppo Finmeccanica, che è da tempo oggetto di una ristrutturazione non sempre chiaramente comprensibile. Il gruppo Finmeccanica è di proprietà dell'attuale Ministero dell'economia e delle finanze; l'azionista è, di conseguenza, il Governo e la responsabilità politica di tutto ciò è indubbia. L'impressione è che il gruppo stia sostanzialmente vendendo tutto ciò che può, per concentrarsi solo su quello che viene considerato l'elemento centrale, ossia il settore militare. Sul settore civile vi è una grande disattenzione, in qualche caso, un disinteresse; in questo caso, la vendita.
La richiesta avanzata fin dall'inizio non è stata solo quella di mantenere la collocazione attuale nell'ambito del gruppo Breda e, quindi, di Finmeccanica (questa, naturalmente, sarebbe stata la soluzione preferibile); è anche stata presa in considerazione la possibilità di trovare sbocchi diversi e di andare in un'altra direzione. Da parte dei sindacati, in particolare, vi è stata la disponibilità, insieme ai lavoratori, ad esaminare e valutare anche altre possibilità, ponendo evidentemente alcune condizioni. Ne ricordo una molto importante: quella per cui, nel caso di una fuoruscita dell'azienda, quest'ultima sia graduale e vi sia un coinvolgimento per un periodo intermedio di tempo in grado di garantire che un'eventuale acquisizione non comporti semplicemente l'acquisizione del marchio, per poi magari realizzare lo stesso prodotto attraverso un decentramento produttivo selvaggio. Non è un timore campato per aria. La Breda Menarini ha già conosciuto avvoltoi di questo tipo, che si sono fatti avanti e che hanno pensato bene di poter acquisire questa azienda e di «spacchettarla», in modo da produrre con delle subforniture un prodotto con la stessa sigla, ma non con lo stesso sistema produttivo.
Un sistema di questo tipo, invece, ha bisogno di capacità di ricerca e di innovazione e di una politica di investimenti. Siamo più che mai immersi nella grande vicenda dell'inquinamento ambientale, in particolare nelle città, ed è del tutto evidente che la ricerca nella direzione di mezzi di trasporto pubblici meno inquinanti, più efficienti e in grado di funzionare meglio è una questione di grandissimo rilievo economico e di natura sociale, oltre che politica naturalmente. Vi è quindi bisogno di una risposta diversa da quella fornita finora.
Purtroppo, vorrei dire al sottosegretario (non ho fatto in tempo a menzionare questo fatto nell'interpellanza urgente, perché la notizia non era ancora giunta) che le trattative si sono concluse con una drammatica rottura tra sindacati e azienda. È una rottura molto seria, perché, sostanzialmente, Finmeccanica ha avuto l'atteggiamento di chi dice: noi ce ne andiamo, incassiamo ciò che dobbiamo e poi si vedrà.
Signor sottosegretario, non ci può essere un atteggiamento di questo tipo da parte di un'azienda pubblica, di uno dei grandi gruppi industriali che restano in questo paese e che dovremmo cercare di salvaguardare in ogni modo. In ogni caso, non ci può essere un atteggiamento di questo tipo nei confronti di un'azienda come la Breda Menarini, importante non solo per la città, ma anche per il settore in cui opera e per le prospettive produttive di questo comparto.
Per questo nell'interpellanza chiediamo al Governo di esercitare i diritti dell'azionista, cioè di dare indicazioni molto precise, fare recedere Finmeccanica dall'atteggiamento oltranzista che ha tenuto e consentire, di conseguenza, una ripresa delle trattative.
D'altra parte, Finmeccanica non ha mai ricercato alcun intento speculativo nella cessione, anzi si è posta come obiettivo la ricerca di un acquirente in grado di garantire continuità industriale e con capacità finanziarie adeguate per consolidare e sviluppare i rapporti commerciali. A tale riguardo si precisa che il mantenimento della continuità produttiva costituiva uno dei punti degli accordi aziendali a suo tempo sottoscritti. Consegue che la dismissione di Breda Menarini bus rientra in una riorganizzazione del gruppo Finmeccanica centrata su obiettivi di efficienza e miglioramento della produzione nei settori a tecnologia avanzata, nei comparti elettronico, informatico ed aerospaziale, che rappresentano il core business aziendale, e nel portare a termine positivamente il processo di dismissione delle attività non strategiche che comporta l'adozione di tutte le idonee garanzie dal punto di vista sia organizzativo industriale, sia occupazionale.
Per quanto consta a questa amministrazione, Finmeccanica ha sempre informato le organizzazioni sindacali di ogni dettaglio inerente l'operazione. Comunque, prendo senz'altro buona nota dell'invito rivoltomi a verificare quanto si è affermato in ordine alla rottura delle relazioni sindacali. Accolgo, altresì, l'invito ad intervenire su Finmeccanica perché avvenga una ripresa delle medesime.
In primo luogo, la società che lei ha citato come nuovo acquirente fa capo ad un signore che si chiama De Luca, più noto per essere proprietario del Siena calcio. Naturalmente, avrà anche altre ragioni per essere noto, perché se è proprietario di una squadra di calcio avrà anche proventi sufficienti per poterla mantenere. Questo signore si è presentato con un'intervista su Il Resto del Carlino all'inizio di gennaio in cui preannunciava che nell'arco di qualche settimana avrebbe inviato i suoi rappresentanti in azienda per cominciare a ragionare seriamente sul passaggio.
A seguito dell'apparizione di questa intervista, da lui concessa su Il Resto del Carlino, che è il quotidiano più diffuso nella città di Bologna, Finmeccanica disse che non c'era ancora nulla di definito e che questa sorta di autocandidatura un pochino eccessiva da parte di De Luca era in qualche modo, non dico destituita di fondamento, ma comunque non da prendere così in considerazione. Dopodiché, è cominciata una trattativa con le organizzazioni sindacali, al fine probabilmente di rassicurare i sindacati, ma al tempo stesso andava avanti la trattativa - come il
Pertanto, la sua risposta, signor sottosegretario, è stata molto utile, perché ci conferma che mentre venivano date assicurazioni sul fatto che non ci fosse fretta e quant'altro - al riguardo, ho tenuto in questo periodo uno stretto rapporto con i lavoratori, i sindacati e le istituzioni locali -, nello stesso tempo andava avanti una reale trattativa; quindi quello era un modo per depistare l'attenzione di chi era preoccupato e voleva capirci qualcosa. Dunque, la prima questione è che vi è stata un'azione non limpida da parte di Finmeccanica nella conduzione della partita, cosa che si è dimostrata poi essere assolutamente vera, così come veniva dipinta nell'intervista, cioè De Luca stava effettivamente comprando l'azienda Breda Menarini.
La seconda questione, sulla quale non c'è stata una risposta adeguata, è la seguente. Chi compra dovrebbe presentare un piano produttivo ed occupazionale, presentandosi quindi industrialmente. Naturalmente può darsi che il signor De Luca sia il migliore industriale dei prossimi vent'anni, però per ora è un industriale sostanzialmente sconosciuto; ciò, almeno, se si considera che acquista un'azienda di 350 dipendenti che necessita di capitali, di investimenti, di ricerca e di capacità di lavorare anche sotto il profilo politico, per inserire la propria attività in progetti di programmazione e di attività nella politica del trasporto pubblico, che compete al Governo, alle regioni, agli enti locali e così via. Si tratta dunque di una materia che ha una sua complessità. Pertanto, la seconda questione che sottopongo al Governo, e sulla quale chiederei di effettuare un supplemento di accertamento, riguarda innanzitutto la fotografia più esatta del soggetto che si candida a rilevare definitivamente questa azienda.
Il terzo aspetto è relativo alle garanzie sia occupazionali, sia in termini di ricerca, innovazione ed investimento. C'è un unico modo per ottenere delle garanzie in questa direzione, perché per quanto si possa presentare al meglio, lucidando gli ottoni e cambiando le cravatte, il signor De Luca è e resta, sotto il profilo industriale - Siena calcio, ripeto, è un altro discorso -, una persona che non si capisce come possa aspirare a gestire un'azienda così complessa ed impegnativa come questa. Può darsi che egli ci riesca, e naturalmente ognuno di noi auspica che vi siano nuovi imprenditori in grado di fare il proprio mestiere al meglio che possono. Tuttavia, la garanzia migliore - soprattutto dopo anni di fatica per riconquistare un assetto produttivo positivo, come quello che oggi ha di fronte la Menarini - è che Finmeccanica non sparisca dall'orizzonte. Pertanto la nostra richiesta è quella di fare in modo che, nell'ambito di questo accordo, siano non soltanto chiarite le garanzie in termini occupazionali, di investimenti e di ricerca, nonché le garanzie di una presenza italiana interessante ed importante in un settore delicato e di prospettiva come questo, ma sia anche chiarito che per una fase produttiva abbastanza consistente - diciamo cinque, sei anni o comunque il tempo che è necessario - la Finmeccanica resti coinvolta in questo ambito, anche con la previsione di precise penali. Perché ovviamente il timore che noi abbiamo - lei, sottosegretario, ha abbastanza esperienza per avere visto che occasioni di questo tipo si sono già presentate - è che questo signore compri il marchio, ma poi tutto il resto vada a chiudere o comunque che sia ridimensionato fortemente.
Quindi, nessun intento speculativo: prendo atto che questo è detto da Finmeccanica ed è riportato dal Governo. Ho il dovere di credere ad un impegno di questo tipo, tuttavia vorrei vedere anche come esso viene realizzato. Quindi chiederei a lei, signor sottosegretario, giacché ha preso impegno a discutere, a ragionare e a svolgere il ruolo di azionista verso Finmeccanica, di fare in modo che tale intento non speculativo emerga con chiarezza sia nei modi con i quali la Finmeccanica resta
Tali progetti devono essere chiariti non soltanto ai lavoratori, ma anche al comune, alla provincia, alla regione, vale a dire alle istituzioni locali. Del resto, è una prassi da cui non si può sfuggire e che lei, del resto, conosce benissimo.
Infine, vorrei esprimere altre due considerazioni.
La prima è la seguente: si sta profilando una denuncia alla magistratura da parte dei sindacati, perché si ritiene che questa operazione non presenti le caratteristiche non speculative come da lei rilevato. Si teme cioè che la vendita a De Luca sia sostanzialmente di favore e che preluda ad un comportamento del tipo: pensaci tu, fanne quello che vuoi, basta che ci togli la rogna dalle tasche!
Tale questione si pone contro le caratteristiche e le norme di legge tuttora vigenti, in presenza di un passaggio di proprietà ed un cambio di destinazione proprietaria, come in questo caso. In particolare, Finmeccanica è vulnerabile, perché non ha rispettato i passaggi, le forme e le modalità del passaggio di proprietà. Nei confronti di Finmeccanica potrebbe essere presentata alla magistratura una denuncia che potrebbe rilevarsi molto pesante ed in grado di interrompere l'idillio con il signor De Luca.
La seconda questione riguarda l'accordo. Vi è stata una rottura delle trattative, ma le suddette si possono riprendere. Le trattative devono essere riprese e l'impegno che lei si è assunto per quanto riguarda la Finmeccanica lo interpreto in un certo modo e spero di non allargare troppo il concetto da lei espresso. Mi riferisco al fatto che il Governo, in quanto azionista, darà a Finmeccanica la direttiva di procedere perché l'accordo avvenga nei limiti del possibile con le organizzazioni sindacali e trovi un consenso da parte delle istituzioni locali, perché un passaggio di questo tipo non può essere compiuto a dispetto della società che ospita l'apparato produttivo. Poiché, sottosegretario, la risposta da lei fornita presenta elementi interessanti, ma è necessariamente interlocutoria (del resto, lei ha assunto un certo impegno ed io gliene sto chiedendo altri), le chiederei di procedere in via breve in questo modo.
Se lei ritiene di fornire delle risposte anche in via breve al sottoscritto, ai parlamentari della città, in modo da rassicurare i sindacati e le amministrazioni comunali, potremo evitare di tornare sull'argomento, altrimenti, se ciò non fosse possibile, dovremo tornare sulla questione attraverso lo strumento dell'interpellanza urgente, come abbiamo fatto oggi. Io, naturalmente conto sulla sua disponibilità a lavorare ed a collaborare.
Ringrazio i colleghi che hanno partecipato ed i rappresentanti del Governo che sono intervenuti per fornire le doverose risposte.