![]() |
![]() |
![]() |
PRESIDENTE. L'onorevole Banti ha facoltà di
EGIDIO BANTI. Signor Presidente, vorrei svolgere un breve intervento per illustrare l'interpellanza presentata anche dai colleghi Zara - seduto qui al mio fianco -, Bottino, Rosato e Boccia. Lo svolgerò in maniera breve, in quanto l'argomento è in questi giorni oggetto di forte preoccupazione e di molte iniziative sul territorio della Liguria, in particolare nella parte di levante, interessato dalle costruzioni navali militari nei cantieri soprattutto di Riva Trigoso, in provincia di Genova, e di Muggiano, in provincia di La Spezia.
dire che si vuole onorare l'accordo, ma occorre anche dire come il Governo intende onorarlo.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la difesa, senatore Francesco Bosi, ha facoltà di
FRANCESCO BOSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, il programma Fremm si inquadra nell'ambito di una cooperazione internazionale fra l'Italia e la Francia finalizzata allo sviluppo e alla costruzione di una nuova linea di fregate multimissione. Si tratta di 27 unità complessive, di cui 10 per la Marina militare italiana, caratterizzate da elevata flessibilità di impiego e con la capacità di operare in tutte le situazioni.
PRESIDENTE. La ringrazio, signor sottosegretario.
EGIDIO BANTI. Grazie, signor Presidente.
FRANCESCO BOSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Mi pare che non sia questo il problema.
EGIDIO BANTI. Noi non abbiamo dubbi che questo Governo, che peraltro ha ancora un anno di vita (poi si vedrà ...), intenda realizzare un programma pluriennale della portata già detta. Il problema è diverso: i lavoratori dei cantieri interessati, i quali, dal prossimo anno, contavano di poter continuare a lavorare sulla base dell'accordo italo-francese e del relativo progetto e rischiano di non poterlo più fare se non saranno attivate subito le necessarie procedure, desiderano sapere - ed è un loro legittimo diritto - se, nei prossimi mesi, potranno continuare a svolgere il loro lavoro, secondo le assicurazioni date, o se dovranno aspettarsi di essere posti in cassa integrazione da un'azienda a capitale pubblico che è sostanzialmente dello Stato.
sindacali, dalle forze politiche e, molto modestamente, dai parlamentari di centrodestra e di centrosinistra di quella regione, è assolutamente fondata.
Tali cantieri confidano, per dare continuità non solo ad una tradizione illustre di costruzioni navali militari italiane, ma anche ai posti di lavoro e a considerevoli attività nell'indotto, sull'applicazione dell'accordo italo-francese per la costruzione delle fregate multimissione, denominate Fremm, delle quali dieci debbono essere costruite dal nostro paese.
L'interpellanza si sostanzia in una domanda: come intende il Governo italiano dare corso ad un accordo internazionale sottoscritto dal ministro Martino soltanto pochi mesi or sono? Risulta infatti che, mentre il Governo francese ha provveduto, nella corrispondente legge finanziaria dell'anno in corso, ad onorare l'accordo prevedendo la sua attivazione dal punto di vista finanziario, altrettanto non è avvenuto in Italia.
In questo momento, quindi, la direzione Navi militari di Fincantieri si trova nell'impossibilità di predisporre le attività concernenti i bandi di gara e tutte le altre ad esse connesse, finalizzate alla costruzione di queste importanti e anche innovative unità navali militari.
Ciò ha creato e crea molta preoccupazione e molta inquietudine soprattutto tra i dirigenti, gli impiegati e le maestranze dei cantieri navali liguri. Proprio oggi si è svolto a Riva Trigoso e a Muggiano uno sciopero che ha destato preoccupazione anche per quanto concerne l'ordine pubblico. Più volte è stato assicurato che queste commesse - ricordo che si tratta di un impegno internazionale - avrebbero avuto il loro corso, ma purtroppo ci troviamo ancora oggi di fronte alla mancanza dei relativi finanziamenti. Conseguentemente, i carichi di lavoro dei cantieri in questione per i prossimi mesi - sono necessari diversi mesi per procedere all'effettiva applicazione del contratto - saranno drasticamente ridimensionati con forti conseguenze, ripeto, sia nell'attività di questo importante comparto industriale sia nell'indotto.
Nei giorni scorsi, i parlamentari liguri, senza distinzioni di appartenenza politica (alla pattuglia appartiene a pieno titolo anche il Presidente Biondi), hanno unitariamente chiesto al prefetto di Genova, insieme ai sindacati e ai rappresentanti del territorio, di rappresentare al Governo l'esigenza che quantomeno non si perda quello che è stato definito «l'ultimo treno», cioè il provvedimento in materia di competitività che nelle prossime ore dovrebbe essere all'esame del Consiglio dei ministri. La domanda che poniamo è la seguente: il Governo intende inserire all'interno del provvedimento in materia di competitività la realizzazione dell'accordo italo-francese sulle fregate Fremm? Noi gli chiediamo di farlo, e glielo chiediamo tutti insieme senza alcuno spirito di parte, proprio perché su questa problematica vi è una volontà comune di tutta la regione Liguria, e credo anche di tutto il paese. Pertanto, che cosa intende fare a questo riguardo il Governo? Ieri, il ministro Giovanardi, intervenendo sullo stesso punto, ha dato delle assicurazioni generiche e del tutto insoddisfacenti. Non basta, infatti,
Le nuove unità navali saranno l'espressione di un progetto di grande valore strategico, operativo e tecnico, a livello europeo. La dinamica del programma prevede l'acquisizione delle unità navali nell'arco di sette anni a partire dal 2010. Il progetto in questione riveste una grande rilevanza per la Marina militare e per l'industria nazionale in quanto orientato a rilanciare e a rafforzare lo sviluppo e l'acquisizione da parte delle imprese italiane di conoscenze e capacità produttive nel campo delle tecnologie avanzate ed innovative. Ciò consentirà di fare acquisire elevati livelli di competitività sul mercato internazionale non solo al settore cantieristico-navale, ma anche ai comparti produttivi di alta ed elevata tecnologia del settore civile.
In considerazione degli impegni assunti con la Francia e confermati nell'ottobre scorso, in occasione dell'incontro tra i Ministri della difesa dei due paesi, con la firma di una dichiarazione congiunta relativa all'avvio della fase di produzione delle nuove fregate, il Governo assicura che si procederà nella realizzazione del programma nei tempi e con le modalità concordate. Come è stato ricordato ieri dal ministro Giovanardi, altre informazioni sono state già fornite. Rientra nella competenza del Governo individuare le modalità e le fonti di finanziamento, ma in ordine alle garanzie di procedibilità nella realizzazione di cui si parla non debbono esserci assolutamente dubbi né strumentalizzazioni di sorta.
L'onorevole Banti ha facoltà di
Signor sottosegretario, vorrei farle notare, anzitutto, che il ministro Giovanardi non ha fornito ulteriori informazioni, ma esattamente quelle che ha dato lei, usando le stesse parole e rendendo un'identica dichiarazione, del tutto insoddisfacente da questo punto di vista.
Ahimè, dalla sua risposta, signor sottosegretario (mi rendo conto che si tratta di una risposta predisposta dagli uffici), risulta che non vi sono garanzie di immediata esecuzione dell'accordo: se vi fossero, lei ce le avrebbe date. Non essendovi garanzie, è del tutto evidente che l'inquietudine manifestata dal prefetto di Genova, dagli enti locali della Liguria, dalle organizzazioni
A questo punto, bisognerà non far mancare le iniziative adeguate in tutte le forme ed occasioni possibili. Per quanto riguarda quelle di carattere parlamentare, dovremo presentare emendamenti ed atti volti all'esecuzione di un accordo che, evidentemente, in questo momento, il Governo non ritiene di attuare immediatamente. Dico «immediatamente» non per il gusto di strumentalizzare - piuttosto, la strumentalizzazione è presente nella risposte del Governo -, ma perché il punto non è quello di attuare il programma dal 2010 in poi, bensì quello di garantire i carichi di lavoro dei cantieri navali. Non è che ci possiamo prendere in giro!
Poiché la direzione navi militari di Fincantieri - non il primo passante - ha chiaramente dichiarato che sono necessari dai sei agli otto mesi affinché vengano attivate le procedure (bandi, gare e quant'altro) per dare inizio ai lavori preliminari (la consegna dell'acciaio per le lamiere, e così via), è del tutto evidente che, se nelle prossime settimane, nei prossimi giorni, non verrà garantito il finanziamento, nel 2006 non vi saranno i carichi di lavoro previsti, con la conseguenza che l'attuazione di un accordo che, sulla carta, verrà confermato - onore al merito, mi vien da dire, signor sottosegretario - sarà differita a tempi migliori, forse a nuovi Governi, di cui, a questo punto, non posso che auspicare un arrivo il più possibile rapido, per rappresentare il nostro paese in sede internazionale e di fronte ai lavoratori, agli enti locali ed a quanti sono preoccupati per la tutela di un territorio, per la tutela del lavoro e per la tutela dello sviluppo del nostro paese.