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FABIO STEFANO MINOLI ROTA. L'informazione scientifica sul farmaco svolge un ruolo primario nell'informazione del medico e costituisce l'anello di congiunzione tra la ricerca scientifica sviluppata nei più moderni centri di ricerca e la classe medica che opera sia sul territorio che in azienda ospedaliera.
Il medico deve avere, attraverso il colloquio con l'informatore scientifico, l'aggiornamento indispensabile per svolgere correttamente la professione sotto il profilo terapeutico.
L'ordinamento della categoria degli informatori, che occupa circa ventiquattromila persone, è necessario per contrastare la tendenza attuale che porta alla trasformazione dell'attività da professione tecnico-scientifica ad azione più marcatamente promozionale e commerciale. Per definizione infatti l'informatore non è assimilabile all'agente di commercio e deve essere posto nella condizione di poter dare ai suoi interlocutori informazioni scientificamente rilevanti ed aggiornamenti utili, di stressare l'aspetto commerciale teso all'esclusivo potenziamento delle vendite. A tal riguardo, durante l'esame del provvedimento è emersa una accesa discussione sui tipi di contratto di lavoro previsti nello svolgere la professione di informatore; dal decreto n. 541 del 1992 si evince chiaramente che il rapporto di lavoro deve essere univoco ed a tempo pieno, ovvero non deve prevedere la contemporanea presenza di più rapporti di lavoro con soggetti aziendali diversi. Sul termine «a tempo pieno» si è spesso speculato se dovesse escludere o no il rapporto d'agenzia.
Alcune aziende hanno interpretato la norma in un senso ed altre in quello opposto e la scelta è stata dettata esclusivamente da fattori economici.
La proposta di legge sull'istituzione dell'albo degli informatori scientifici del farmaco porta chiarezza in materia introducendo il concetto anche di rapporto autonomo ed in questo si configura chiaramente la figura dell'agente che, per stessa definizione giuslavoristica, non può essere che un operatore autonomo.
Questa definizione rende inutili ulteriori specificazioni che, peraltro, andrebbero valutate attentamente anche alla luce della bozza di applicazione del regolamento regionale emessa lo scorso 13 gennaio. In questa disposizione, che si rifà all'autonomia regionale sancita nell'articolo 48 della legge finanziaria 2003, viene ribadita la definizione del decreto n. 541 del 1992, ma soprattutto si sottolinea che l'informatore non può esercitare attività commerciale in farmacia ed in senso lato. Ora l'agente che per definizione è retribuito sulla base del fatturato per tradizione esercita un'attività commerciale.
In conclusione, da un lato si sta dibattendo su di un albo che definirà una sorta d'idoneità e dall'altro si stanno già mettendo delle limitazioni che impediranno ad alcuni idonei di lavorare. Penso che sia opportuno fare una riflessione di base.
Finché l'agente verrà retribuito sostanzialmente sulla base delle vendite questo andrà in contraddizione con la volontà di separare informazione da vendita.
Inutile negare che attualmente l'attività di informazione è spesso caratterizzata da eccessive visite ai medici per creare momenti prettamente persuasivi che potrebbero avere come unico scopo l'incentivo della prescrizione e del consumo di farmaci, prescindendo dalle effettive necessità del paziente e della formazione del medico. Tutte le regolamentazioni attualmente
in discussione sull'argomento si muovono verso l'obiettivo comune di limitare il rischio che questi aspetti abbiano il sopravvento su quelli scientifici come è accaduto spesso negli ultimi anni, ed è documentabile da diversi fatti di cronaca.
La delicatezza del ruolo dell'informatore scientifico sul farmaco lo rende ago della bilancia in un momento economicamente delicato come quello che il nostro paese sta attraversando tra il corretto utilizzo di questo importante strumento terapeutico ed uno spreco in terapie inutili e potenzialmente dannose di risorse che potrebbero esser meglio utilizzate altrove.
La soluzione che può fornire all'informatore scientifico del farmaco la necessaria autonomia per poter operare in coscienza e, al contempo, la possibilità di un controllo di tipo deontologico sulla sua attività, è stato individuato nella realizzazione di un albo professionale.
Questo strumento permetterà di attribuire all'informatore scientifico del farmaco una dignità professionale pari a quella dei suoi interlocutori (medici e farmacisti) e sottrarre l'attività degli informatori ad un controllo completamente discrezionale da parte della azienda farmaceutica da cui dipende. Inoltre, attraverso l'istituzione di un ordine professionale, che si dovrà necessariamente dotare di un proprio codice deontologico, sarà più semplice per il Ministero della salute perseguire quei comportamenti che deviano dai precetti di tale codice configurandosi come illegali.
L'etica dell'informazione passa attraverso codici e regolamentazioni condivise. A questo proposito il Ministero della salute ha fatto una proposta concreta che poi è stata condivisa da tutti gli attori principali e rappresenta il primo passo per un aggiornamento della legge che regolamenta tutto il settore dell'informazione medico-scientifica: il decreto legislativo n. 541 del 1992.
Per quanto si tratti di principi generali, già da questi primi passi si individua la volontà di fare maggiore chiarezza tra tutto ciò che è promozione e quanto invece dobbiamo considerare informazione scientifica.
Non mancano certo ricerche e studi che sottolineino quanto una corretta informazione è vincolata ad una osservazione che abbia un fondamento etico. Altrimenti si perde il presupposto oggettivo e le distorsioni non possono che minare alla fonte il dato su cui si basa l'eventuale intervento terapeutico.
È noto che vi sono diverse maniere per influenzare il medico prescrittore e l'operatore sanitario nella scelta di un farmaco piuttosto di un altro. Tempo fa uno studio identificò almeno sedici maniere con cui i medici possono subire la pressione del mercato nell'ambito delle loro scelte. La letteratura scientifica è ricca di esempi che documentano quanto i messaggi informativi vengono comunicati in maniera differente a seconda dell'audience a cui ci si rivolge (specialista, medico, paziente). È difficile trovare una società scientifica che non si sia posta il problema di autoregolamentarsi nell'ambito della comunicazione e la maggior parte dei codici risponde a criteri condivisibili e simili a quanto di recente lo stesso Ministero ha reso pubblico. Tuttavia non vi sono adeguati strumenti di verifica e valutazione della reale applicazione di queste regole. Nel nostro paese si sconta, in questo senso, soprattutto l'asimmetria di una comunicazione che conta diverse migliaia di professionisti, portatori di messaggi promozionali e di una quota di mercato dedicata alla promozione che non è paragonabile agli investimenti pubblici.
L'informazione sul farmaco deve necessariamente avere come obiettivo quello di una crescita culturale negli operatori sanitari e nel paziente, ma come tale necessita di un impegno continuo per l'aggiornamento.
In Italia stiamo solo recentemente acquisendo un approccio che vede la professionalità dell'operatore sanitario vincolata alla formazione continua. In questo senso la (in)formazione necessita di professionalità specifiche e che abbiano la missione di fornire continuamente dati ed
aggiornamenti utili alla pratica clinica. L'efficienza di queste figure non può ovviamente essere misurata sulla base del numero di farmaci che vengono venduti ma dovrebbe misurarsi sul grado di aggiornamento e informazioni utili trasmessi al prescrittore e/o operatore sanitario.
In ogni caso occorre riconoscere che l'industria farmaceutica ha contribuito negli anni passati in modo pressoché assoluto all'aggiornamento medico, vicariando una macroscopica carenza di iniziative da parte delle regioni, delle aziende sanitarie e ospedaliere, che non hanno fondi adeguati e molto spesso non riescono ad ottimizzare proficuamente quelli disponibili. Le imprese non hanno finanziato soltanto l'organizzazione e la partecipazione a congressi propri, ma soprattutto hanno sostenuto i congressi delle società scientifiche nazionali e internazionali; e non hanno fornito ai medici soltanto materiale propagandistico di propria produzione, ma anche materiale scientifico rilevante. Ma lo squilibrio tra la povertà delle iniziative pubbliche e la ricca e variegata offerta di interessanti proposte delle industrie farmaceutiche espone i medici al rischio di una formazione parziale, talvolta non utile al Servizio sanitario nazionale (SSN). In effetti il doppio mandato di rispettare le aspettative del mercato con gli impegni di operare per il bene comune (salute pubblica) è un presupposto su cui è difficile trovare un corretto equilibrio.
Bisogna pertanto ripartire su un nuovo livello, assicurando all'impresa il diritto alla propaganda dei propri prodotti, ma soprattutto garantendo al personale del Servizio sanitario nazionale un aggiornamento e una formazione indipendente che risponda alle esigenze delle aziende sanitarie e ospedaliere. Il fulcro intorno al quale dovrà ruotare la nuova normativa è pertanto quello di separare l'informazione dalla propaganda, in modo che si possano distinguere le iniziative culturali da quelle commerciali. Nessuno può mettere in discussione il fatto che il personale sanitario merita e ha bisogno di un aggiornamento autonomo e indipendente. Le diverse iniziative del Ministero non risolvono di per sé il problema di un'informazione indipendente sui farmaci. Negli ultimi anni si è però cercato di trovare una migliore definizione dei percorsi che abbiano come orizzonte una informazione indipendente sui farmaci. Molte delle problematiche sopraesposte avranno una maggiore probabilità di risoluzione quando si avrà chiaro che l'etica di un'informazione sul farmaco è vincolata alla crescita di professionalità specifiche, sicuramente l'Albo è uno strumento che tutelerà questo processo.
È per tutte queste motivazioni, nel ringraziare gli uffici ed i funzionari della Commissione e dell'Assemblea per la fattiva collaborazione, che il gruppo di Forza Italia voterà favorevolmente all'istituzione dell'Albo degli informatori scientifici sul farmaco.
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