Allegato B
Seduta n. 588 del 17/2/2005


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DIFESA

Interrogazioni a risposta orale:

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro della difesa. - Per sapere se risponda a verità che durante l'assedio di Baghdad e nel corso della battaglia di Falluya sarebbero state utilizzate armi, come il napalm, del tutto bandite dalle convenzioni internazionali, come registrato dalla Mezzaluna rossa che, esaminando i cadaveri, avrebbe appunto evidenziato i classici segni del napalm; inoltre se le nostre autorità politiche e militari non ritengano di dover pretendere dalle altre truppe della coalizione l'assoluto divieto di ogni tipo di arma bandito dalle convenzioni internazionali.
(3-04230)

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
Umberto Cupertino, uno dei quattro operatori della sicurezza privata sequestrato e quindi liberato in Iraq, commentando le strazianti immagini del video che mostra Giuliana Sgrena piangente ed implorante, ha dichiarato, al quotidiano Il Tempo di giovedì 17 febbraio 2005 alla pagina 6, quanto segue: «I carcerieri sanno tutto di quello che accade qui da noi, forse addirittura hanno i loro informatori»;
la dichiarazione proviene da chi ha avuto modo, durante la sua lunga e drammatica prigionia, di verificare le informazioni di cui venivano quotidianamente a disporre i criminali -:
se, alla luce delle informazioni acquisite, si possano ritenere credibili le affermazioni di Umberto Cupertino e se si ritenga che gli informatori possano essere di nazionalità italiana.
(3-04233)

Interrogazione a risposta in Commissione:

PISA, RUZZANTE, PINOTTI e LUMIA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
in data 1 dicembre 2004, il delegato del COCER Esercito, maresciallo capo Pasquale Fico inviava all'attenzione del Ministro della difesa una lettera, per sottoporgli l'opportunità di un rifinanziamento della legge n. 492 del 1975, a favore di cooperative edilizie costituite esclusivamente tra il personale delle Forze armate e il personale delle Forze di polizia;
la richiesta trova giustificazione nella situazione in cui si trovano molte famiglie che hanno costruito in cooperativa e sono costrette a pagare mutui molto onerosi;
a distanza di pochi giorni dall'invio della lettera il maresciallo Fico si vedeva rinviato a giudizio disciplinare per «invio diretto di documenti al signor Ministro della difesa»;
in sostanza è stato chiesto al Comandante del Reparto Sanità del 6o Reggimento di manovra, di Novara, da cui dipende il maresciallo Fico di valutare se l'invio della lettera al Ministro della Difesa fosse sanzionabile sotto il profilo disciplinare visti gli articoli 4 della legge n. 382 del 1968, articolo 12 del RDM, articolo 1 e 12 del decreto del Presidente della Repubblica n. 691 del 1979;
il procedimento disciplinare svoltosi il 14 febbraio si è concluso con un rimprovero scritto;
a giudizio degli interroganti, nessuno degli articoli del regolamento di disciplina né dei regolamenti d'attuazione della rappresentanza militare vietano l'invio da parte di un delegato del COCER di una lettera al Ministro per segnalare un problema che è di sicura competenza sia del delegato eletto sia dell'organismo nella sua collegialità;
la lettera può anzi rappresentare un garbato strumento per pone informalmente all'attenzione del Ministro un problema


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che successivamente può anche essere discusso nelle sedi istituzionali -:
se il Ministro o organi del suo Gabinetto abbiano sollecitato l'avvio di un procedimento disciplinare dichiarandosi in attesa di conoscerne il risultato;
se intenda comunque intervenire affinché la sanzione inflitta al maresciallo Fico venga annullata.
(5-04005)

Interrogazioni a risposta scritta:

STUCCHI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la Caserma Riccardo Moioli, sita nel comune di Presezzo (Bergamo), che da anni non è più sede di reparti militari, dal 2004 è stata adibita temporaneamente da parte dell'Arma dei Carabinieri a deposito di mezzi dimessi destinati alla rottamazione o alla vendita;
nel 2004 erano state sollecitate risposte certe da parte del Ministero della difesa in merito ai tempi di smaltimento/trasferimento ad altro luogo delle circa 600 autovetture dimesse (interrogazione 4-08891 dell'11 febbraio 2004);
entro il 2005 gran parte del sito (20.000 mq) diverrà proprietà dell'amministrazione comunale, che in tal modo ha portato a termine un obiettivo perseguito da tutte le amministrazioni di Presezzo che si sono succedute dal 1992 in poi;
il persistere di questa situazione di degrado della caserma non favorisce i progetti d'intervento e di recupero della struttura proposti dall'amministrazione locale, iniziative che hanno il sostegno di tutte le realtà politiche, imprenditoriali e sociali presenti sul territorio comunale -:
quando il comando regionale dell'Arma intenda provvedere alla totale rimozione degli automezzi accatastati nell'ex sito militare.
(4-13068)

FILIPPO MARIA DRAGO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il personale civile in forza al distretto militare di Catania ha dichiarato lo stato di agitazione;
la mancanza di notizie applicative sul riordino dei distretti militari pone infatti serie perplessità in ordine al loro futuro professionale, ovvero alla loro nuova assegnazione nel medesimo Ministero o in altro o, addirittura, in altro ente locale della medesima provincia;
dopo la chiusura del Consiglio di Leva (organo che nel distretto militare di Catania è formato da undici civili) e del Gruppo selettori della provincia etnea avvenuta il 31 dicembre 2004 ai sensi del decreto legislativo n. 464 del 1997, l'ormai prossima chiusura dell'Ufficio Leva Militare, prevista per il 31 dicembre 2005, è fonte di notevole apprensione per i dipendenti del Distretto Militare di Catania, i quali temono che un simile provvedimento si verifichi per il distretto in cui prestano servizio, anche in considerazione del fatto che non vi sono comunicazioni ufficiali circa il mantenimento o meno dello stesso;
i dipendenti lamentano tale assoluta mancanza di informazioni certe ed ufficiali, la quale risulta ancor più desiderata viste le inevitabili notizie ufficiose che si susseguono quotidianamente;
inoltre, si evidenzia l'assenza di organizzazione nel lavoro in funzione dei futuri cambiamenti e la mancata determinazione degli organici effettivi del distretto militare, il che sembra sottintendere una precisa volontà protesa allo smantellamento di quest'ultimo -:
quali iniziative il Ministro interrogato ritenga opportuno intraprendere al fine di rendere noto ai dipendenti civili del distretto militare di Catania quale futuro professionale li attenda.
(4-13070)


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BULGARELLI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
in Europa secondo lo studio del Natural Resources Defence Council sono stoccate, in varie basi militari, 480 bombe atomiche; Ghedi (40 bombe), Aviano (50 bombe) e Chiasso sarebbero i luoghi di stoccaggio delle testate italiane; la presenza di bombe nucleari a Ghedi Torre sarebbe relativamente recente e posteriore alla guerra fredda; il campo di aviazione a capacità di offesa atomica più vicino al Ticino avrebbe infatti ricevuto a metà degli anni '90 le testate in precedenza schierate a Rimini: secondo lo studio del Natural Resources Defence Council, la responsabilità operativa sarebbe passata dagli Stati Uniti all'Italia e gli ordigni sarebbero destinati a essere lanciati dai Tornado della 102a e della 154a squadriglia, appartenente al sesto stormo; sempre stando al rapporto, il caso di Ghedi Torre sarebbe di particolare gravità perché si tratterebbe dell'unica base nazionale in Europa con oltre 20 bombe;
gli ordigni in questione sarebbero le bombe B61 (più precisamente i tipi B61-3, B61-4 e B61-10), ordigni tattici affusolati (adatti ad essere trasportati, fissati alle ali, dai cacciabombardieri), lunghi circa 3,5 metri e con un peso di 320 chilogrammi; la loro potenza può variare da 0,3 a 170 chilotoni (quella della bomba sganciata su Hiroshima era di circa 15 chilotoni) -:
se corrisponda al vero quanto sostenuto dal rapporto del Natural Resources Defence Council e, in caso affermativo, perché tale notizia sia stata fino ad ora tenuta celata all'opinione pubblica italiana.
(4-13074)

BULGARELLI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato dagli organi di stampa una troupe televisiva svizzera che stava filmando all'esterno del perimetro della base militare di Ghedi Torre, in provincia di Brescia, è stata fermata dai carabinieri e trattenuta per oltre quattro ore nella caserma della base;
la troupe stava filmando, accompagnata da alcuni militanti del Brescia Social Forum, i reticolati che circondano la base, riprendendo, come è stato chiarito da uno dei giornalisti fermati, solo «ciò che è comunque visibile dalla strada» -:
quali siano i motivi che hanno indotto al fermo dei giornalisti svizzeri e se risponda al vero che sia stato sequestrato il materiale girato.
(4-13090)