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PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Antonio Pepe. Ne ha facoltà.
ANTONIO PEPE. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole di Alleanza nazionale e mi riallaccio a quanto affermato in sede di discussione sulle linee generali. Ho accettato la riformulazione proposta dal Governo, che ringrazio per avere ascoltato le nostre richieste.
Innanzitutto, devo ribadire - lo faccio per evitare ingiuste criminalizzazioni - che Foggia (lo dico da foggiano, orgoglioso di esserlo) è una città che nulla ha da invidiare, anche in termini di ordine pubblico, ad altre città italiane. È una città in crescita che trova nell'agricoltura e nella capacità di lavoro dei suoi abitanti una delle sue principali fonti di sviluppo economico.
Certamente - lo ha ricordato molto bene nel suo intervento il sottosegretario Vitali -, la situazione dell'ordine pubblico nella provincia ha attraversato, negli ultimi anni, fasi diverse. Io ritengo innanzitutto doveroso ringraziare le Forze dell'ordine per l'impegno e la professionalità che hanno sempre mostrato e che hanno consentito di raggiungere nell'anno 2004 significativi risultati positivi nell'azione di contrasto alla criminalità, risultati confermati da concordanti provvedimenti dell'autorità giudiziaria.
Certamente, l'incidenza criminale nella provincia rimane elevata; vi è un consistente numero di rapine, furti, truffe, estorsioni, vi sono fenomeni di criminalità organizzata, anche per la presenza di malavita non locale, di malavita forestiera, estera. Questi fenomeni possono certamente compromettere la crescita e lo sviluppo nella nostra città. Occorrono più uomini e mezzi delle Forze dell'ordine, perché, come ha ricordato il sottosegretario Vitali, la pianta organica risale al 1981. Sono 875 le unità previste per la Polizia di Stato, 970 per i carabinieri, 441 per la Guardia di finanza, e sono sicuramente insufficienti, specie considerando la crescente azione connessa al controllo del territorio, all'aumento del numero di abitanti
e alle crescenti esigenze connesse al contrasto dell'immigrazione clandestina e ai servizi di ordine e sicurezza pubblica presso il centro di identificazione di Borgo Mezzanone, che sarà tra poco attivato.
Anche la situazione presso il tribunale di Foggia non è rosea; il carico di lavoro è enorme, sia nel civile sia nel penale, la carenza di personale è di ostacolo nel coordinamento delle indagini e nella celebrazione dei processi. I tempi si allungano, e sappiamo che una giustizia troppo lenta equivale ad una negata giustizia.
Da qui deriva l'impegno preso questa sera dal Governo, dal sottosegretario Vitali, di attivarsi per aumentare l'organico togato e l'organico amministrativo; questi impegni del Governo, che ha assegnato al tribunale di Foggia risorse straordinarie per assicurare la celebrazione delle udienze, con la verbalizzazione e con l'uso della stenotipia, rappresentano sicuramente un segnale di attenzione importante verso il territorio e testimoniano la sensibilità del Governo nell'affrontare e risolvere le problematiche, quando esse vengono all'attenzione del Governo.
Quindi, voglio ringraziare espressamente, in particolare, il sottosegretario Vitali, che, in prima persona, come nuovo sottosegretario pugliese, insieme al sottosegretario Mantovano, si è attivato per risolvere questo problema. Sono certo, cari colleghi, in conclusione, che grazie all'aiuto che verrà dal Governo, grazie agli impegni oggi presi dal Governo, riusciremo a fare di Foggia una città sicura, una città nella quale, partendo proprio dai più giovani, riusciremo a far trionfare la cultura della illegalità zero e dove ogni cittadino, consapevole dei suoi diritti e dei suoi doveri, potrà vivere in tranquillità e sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sinisi. Ne ha facoltà.
GIANNICOLA SINISI. Signor Presidente, ho firmato anche io la mozione Violante n. 1-00413, e, in questa breve dichiarazione di voto, mi associo alla richiesta di un voto favorevole a tale mozione e a quelle che hanno presentato i colleghi Pepe e Leone.
La provincia di Foggia, signor Presidente, onorevoli colleghi, è un territorio promettente sul quale lo Stato più volte, insieme ai privati, ha scommesso in ordine agli investimenti. Oggi siamo in una situazione di gravissimo disagio, a causa di una criminalità dilagante e alla mancanza di interventi sulle grandi questioni sociali, quali le sacche di emarginazione, la mancanza di prospettive occupazionali e l'emergenza della casa.
Voglio ricordare che il Governo Prodi individuò il sito ex Enichem di Manfredonia, non solo come destinatario di un progetto di bonifica, ma anche come il più interessante e innovativo intervento di solidarietà imprenditoriale nazionale, attraverso una forma di gemellaggio con gli imprenditori del nord-est e con una prospettiva occupazionale di oltre quattromila nuovi occupati, che, nel contratto d'area di oggi, è già una consistente realtà industriale.
Il Ministero dell'interno accompagnò questa decisione con il programma Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno, 2.600 miliardi di vecchie lire di risorse europee, inserendo Manfredonia e la provincia di Foggia fra i dieci siti destinatari dei più massicci interventi di innovazione tecnologica al servizio delle Forze di polizia operanti sul territorio. La programmazione negoziata, strategia nazionale di quel Governo, finanziò il patto territoriale per l'agricoltura a Foggia a sostegno dell'agroalimentare e il Dipartimento per gli affari sociali inserì Foggia nella sperimentazione del reddito minimo di inserimento, e quasi quattromila famiglie (se non vado errato, signor Presidente) ne trassero beneficio e sostegno.
Sono state oggi abbandonate le politiche industriali a sostegno di quell'area; non è più stata coltivata la programmazione negoziata; è stato abolito il reddito minimo di inserimento e non sostituito da nessuna altra misura, pure annunciata. Il programma Sicurezza per lo sviluppo del
Mezzogiorno ha perso, strada facendo, la sua forza propulsiva ed è diventato uno strumento finanziario di sostegno, per la mancanza di investimenti ordinari a favore della sicurezza. Nel frattempo, il Sisde, nel 2003, lanciava l'allarme sull'efferatezza e sulla capacità criminale della cosiddetta Nuova società, con oltre 800 affiliati nelle sue batterie, e le autorità locali continuavano a parlare di bande di straccioni. Di tali crimini, signor Presidente, voglio ricordare: l'omicidio, compiuto l'anno scorso, dell'imprenditore Mario Cavaliere - raggiunto da numerose richieste estorsive fino a quando non è stato ucciso (e su quella morte è calato il silenzio) -; l'omicidio di un consigliere comunale di Alleanza nazionale, episodio nel quale veniva contestualmente ferito un pregiudicato il quale, un mese dopo, era nuovamente fatto oggetto di un agguato.
A ciò si somma il gravissimo disagio sociale abitativo, come risulta dalle vicende relative alla morte di due bambini in una baracca ed al crollo di una abitazione nel centro storico, con il suo corollario di vittime. È evidente, signor Presidente, onorevoli colleghi, che il Governo non ha una strategia di intervento complessivo e che è totalmente distratto rispetto ad un territorio con una popolazione importante per lo sviluppo complessivo della Puglia e del sud.
L'avvicendamento disordinato dei vertici delle Forze di polizia - che solo nell'ultimo anno hanno conosciuto una relativa stabilità e qualche risultato - e la tragica scomparsa del valoroso procuratore della Repubblica, la scorsa estate, hanno ulteriormente messo in difficoltà un sistema di contrasto del crimine già duramente provato dall'incalzare della criminalità tradizionale e dalle nuove forme di criminalità.
È necessaria un'attenzione particolare del Governo e della nazione affinché la magistratura venga messa in condizione di operare, vigilando non solo sulla celebrazione dei processi ma anche sullo svolgimento delle indagini. Che a queste non segua il dibattimento è un problema; non si arriva mai alla formazione del giudicato. Anche gli uomini migliori delle Forze di polizia devono assumere posizioni di vertice e devono motivare adeguatamente il personale, che deve essere rinnovato e potenziato, nonché dotato dei mezzi tecnici necessari.
È altresì necessaria una risposta alle emergenze sociali costituite da povertà e casa; sono scomparse dall'agenda degli impegni del Governo quelle iniziative avviate dal Governo precedente. Non è una rivendicazione dei meriti, signor Presidente, ma la rappresentazione di un'esigenza obiettiva che deve far comprendere come la mancanza di attenzione verso un territorio produca un ineluttabile processo degenerativo, oggi evidente a tutti e assai più difficile da recuperare.
Oltre alle indagini sui troppi delitti impuniti, servono risorse per la sicurezza, risorse per combattere la povertà, per dare una casa a chi non la possiede; serve un progetto di sviluppo che riempia il vuoto lasciato dopo l'abbandono delle strategie di sviluppo del Mezzogiorno che aveva impostato il centrosinistra. Forse, serve anche una cultura diversa della classe di Governo, che comprenda come integri una politica non il demolire quanto hanno compiuto i propri avversari predecessori, ma il costruire con proposte nuove il futuro senza spezzare la continuità dell'azione dello Stato, senza la quale il paese non può né progredire né crescere.
Ci auguriamo che il Parlamento possa sollecitare con questo dibattito le soluzioni necessarie, ma anche l'attenzione del Governo e delle altre istituzioni del paese; soprattutto, auspichiamo che non vi sia bisogno di nuove tragedie per dare fondamento alle nostre istanze (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dario Galli. Ne ha facoltà.
DARIO GALLI. Signor Presidente, intervengo a nome del gruppo della Lega nord per dichiarare la nostra astensione
dal voto su tutte le mozioni in discussione. Tale posizione non si deve certo ad un disaccordo nel merito - e, quindi, circa la gravità della situazione e la necessità, di conseguenza, di intervenire (non solo a Foggia, in Puglia, ma in tutte le regioni italiane con grossi problemi di criminalità e di sicurezza) -; ci asteniamo perché queste mozioni, per così dire, servono ancora una volta a pacificare la coscienza per alcuni giorni, fino alla prossima occasione. Si continua, invece, a chiudere colpevolmente gli occhi sulla situazione effettiva, che è nota a tutti e che la Lega nord denuncia ormai da decenni (ma che si continua comunque a non voler riconoscere).
Qui si chiede di nuovo, come al solito - perché sembra che sia questa l'unica cosa da fare in Italia! -, di incrementare gli organici sia delle Forze dell'ordine, sia della magistratura. Vorrei ricordare che, sotto questo punto di vista, la Puglia non è sottodotata, poiché dispone del numero di dipendenti previsto dalle piante organiche per quanto concerne gli uomini in divisa, mentre altre regioni - guarda caso, quelle del Nord, quelle che pagano più tasse in cambio di minore sicurezza - sono, invece, gravemente sottodotate. Mi riferisco, ad esempio, alla Lombardia, con 18 mila uomini in meno, o al Veneto, con 8 mila uomini in meno (ma potremmo citare anche tutte le altre regioni).
Vorrei comunque evidenziare che complessivamente il nostro paese, con oltre 300 mila persone in divisa tra carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di finanza e guardie forestali, visto che anche queste sono state ormai militarizzate - comprese le 12 mila della Calabria, che qualche giorno fa hanno dato grande prova di sé, durante la nevicata -, è all'avanguardia in Europa, nel senso che abbiamo, in proporzione, il doppio degli uomini in divisa rispetto alla Germania ed il triplo rispetto ai paesi scandinavi, dove mi sembra che la sicurezza pubblica non sia un problema quotidiano. Ciò perché sulla carta abbiamo numeri enormi, che sono anche stipendi enormi e reali a carico della collettività fiscale; ciò nonostante la maggior parte di queste persone sono male impiegate oppure, semplicemente, anziché lavorare sulla strada, stanno negli uffici, se non sono addirittura impegnate - dopo anni che si denunciano queste cose - a fare la scorta alle mogli dei potenti quando vanno a fare la spesa al supermercato (e speriamo solo al supermercato)!
Pertanto, si tratta non di incrementare ulteriormente tale numero, ma di far finalmente lavorare in maniera adeguata queste persone. Oltretutto, nel caso specifico, quelle pochissime persone in divisa (in termini percentuali) che riescono ad andare sulla strada - devo dirlo con grande onestà e riconoscenza, sia come politico, sia soprattutto come cittadino - compiono veramente il proprio dovere, poiché i poliziotti ed i carabinieri che stanno sulla strada, alla guida delle volanti, per pattugliare i quartieri delle nostre città, il loro dovere lo fanno.
Il secondo vero problema, che, anche in questo caso, non può essere risolto con una richiesta di incremento dell'organico, è rappresentato dalla magistratura. Vorrei rilevare che, con 9.000 magistrati (dopo l'ultimo concorso indetto dal ministro Castelli), abbiamo il doppio dei giudici rispetto alla media europea. Anche in tal caso, tuttavia, dovremmo verificare come sono impiegati tali magistrati, quante ore al giorno lavorano, quanti giorni alla settimana lavorano, quante settimane al mese lavorano, quanti mesi all'anno lavorano, quanti giorni prendono per malattia, quanti sono i giorni di assenza ingiustificata, quanti sono quelli di ferie e via dicendo. Occorrerebbe verificare, inoltre, quanto tempo perdono per processare le persone che raccolgono firme e quanto tempo perdono, invece, a processare i delinquenti veri!
Allora, se i magistrati, anziché trascorrere il loro tempo in elezioni interne, a far politica - quando la politica, invece, dovremmo farla noi, che siamo eletti dal popolo - ed a discutere se ciò che i parlamentari, rappresentanti del popolo, decidono sia giusto o sbagliato, e se vada applicato o meno, facessero, invece, il
proprio dovere, probabilmente un altro bel prezzo del problema che stiamo discutendo sarebbe risolto.
In questo caso, invece, vediamo che vengono commessi dei delitti, e che molti delinquenti, arrestati da chi sta sulla strada a lavorare, dopo pochi mesi, al massimo dopo qualche anno, anche se hanno commesso i delitti più crudeli ed efferati, sono di nuovo liberi! Vorrei ricordare che nel Veneto ci sono bande di pugliesi - visto che parliamo di Puglia e di Foggia - che compiono ricorrentemente rapine sulle strade ai furgoni portavalori: ebbene, questi delinquenti vengono arrestati, ma si scopre che sono gli stessi che, magari, sono stati fermati qualche mese prima, perché i magistrati li assolvono direttamente, oppure li fanno entrare in prigione e poi li fanno uscire immediatamente!
Colleghi, se vogliamo risolvere il problema non «laviamoci» la coscienza con le mozioni e chiedendo ancora un incremento dei numeri - e, soprattutto, degli stipendi -, quando sappiamo che tutto ciò non risolverà assolutamente nulla. Cerchiamo invece di mettere gli uomini in divisa in condizione di lavorare in sicurezza ed in maniera adeguata sulla strada, togliamo le persone dai servizi di scorta e dagli uffici, mettendoli sulla strada a lavorare.
Ai magistrati, poi, diciamo di fare il loro dovere, di non giudicare i legislatori legittimamente eletti dal popolo, ma di applicare con giustizia - e con la giusta severità - le leggi. Facciano un po' meno politica, facciano un po' meno «passerella» sui giornali, facciano anche qualche stupidaggine in meno, quale l'ultima sugli islamici arrestati, facciano - ripeto - il loro dovere!
Per tutte queste ragioni, e per molte altre che potremmo esporre, la Lega Nord si astiene dal voto su queste mozioni (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Federazione Padana).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, anch'io ho sottoscritto la mozione Violante n. 1-00413. Come Socialisti democratici italiani, voteremo a favore della riformulazione proposta dal Governo. Apprezziamo anche le mozioni dell'onorevole Antonio Pepe n. 1-00418 e dell'onorevole Antonio Leone n. 1-00417. Credo sia necessario ragionare sulle motivazioni che hanno indotto molti di noi a presentare queste mozioni al fine di fare in modo che il problema della città di Foggia e della Capitanata, fosse portato all'attenzione di quest'Assemblea.
La mozione Violante non soltanto evidenzia le carenze di organico, sia delle Forze dell'ordine sia della magistratura, non solo pone in evidenza le difficoltà strutturali delle Forze dell'ordine e della magistratura, ma pone all'attenzione del Governo le problematiche sociali, su cui ovviamente non abbiamo ricevuto risposta da parte dello stesso Governo, lo sviluppo, le questioni della infrastrutturazione di una parte importante della regione Puglia, ossia di uno snodo importante della nostra realtà nazionale.
Stiamo vivendo, negli ultimi tempi, in particolar modo nel corso dell'ultimo anno, una grave crisi dal punto di vista occupazionale ed industriale. Stanno chiudendo sistematicamente molte piccole e medie imprese. Si stanno creando le condizioni di tutto ciò, grazie anche agli interventi - che definirei sciagurati - di questo Governo, nella misura in cui, ad esempio, si tenta di esternalizzare le realizzazioni delle targhe, che erano - e sono ancora oggi - patrimonio di un'importante industria dello Stato, il poligrafico. Si tratta di un'industria che sta smantellando, giorno dopo giorno, a causa di una scelta non industriale della proprietà, ossia il Ministero dell'economia e finanze. È un'azienda che ha offerto grandi possibilità di sviluppo e di occupazione ed ha creato le condizioni necessarie a creare una situazione diversa all'interno della città di Foggia e della sua provincia.
A ciò si aggiunge la considerazione che - come evidenziato in precedenza, è sciagurata da parte del Governo - si tenta di dare
in esternalizzazione uno tra i prodotti più importanti, con grande valore aggiunto, fino ad oggi realizzato in uno stabilimento di Foggia.
Vi sono anche considerazioni di carattere infrastrutturale: ad esempio, questo Governo, ancora oggi, non riesce a dare risposte importanti con riferimento agli snodi autostradali e ferroviari, determinando una condizione di grande difficoltà per lo sviluppo e per l'occupazione di un'area importante della regione Puglia e - come ho già detto prima - dell'intero Mezzogiorno d'Italia.
Basta pensare ai grandi depositi delle ferrovie, ai tratti di ferrovia a binario unico ed alle autostrade dal punto di vista degli snodi e delle tre corsie che non sono stati realizzati. Basta pensare agli impegni che questo Governo ha assunto per le strade statali nn. 16 e 17, in cui si determinano sistematicamente situazioni di grande rischio sia per la sicurezza sia per lo sviluppo economico della stessa provincia.
Ciò significa, in buona sostanza, che il sistema sociale ed occupazionale della città, in questi anni, si è determinato sempre più con grande difficoltà. Lo diceva poco fa il collega Sinisi, quando sottolineava che il Governo di centrosinistra aveva posto in essere meccanismi importanti come, ad esempio, il reddito di inserimento, che fu trasformato da questo Governo in reddito di ultima istanza, che, ancora oggi, la regione Puglia, cui spettano delle competenze anche in virtù dei fondi di carattere nazionale, non è stata in grado di poter determinare.
Ciò significa costruire scientemente una lacerazione del tessuto sociale di questa città; è un tessuto sociale lacerato, dove la criminalità riesce a pescare quei giovani che non sono in grado di trovare una loro occupazione e una condizione di stabilità dal punto di vista economico e sotto il profilo di una prospettiva di inserimento nel mondo del lavoro.
L'onorevole Sinisi lo sottolineava: in questa città vi sono circa diecimila persone che non hanno alcuna possibilità di reddito. Non vi è la possibilità - come sottolineava anche la nota della prefettura di Foggia - di allentare le tensioni abitative che esistono nella città di Foggia. Carissimi colleghi, onorevoli rappresentanti del Governo, gli IACP, nel 2001, hanno inviato una lettera all'amministrazione comunale, dicendo di non avere disponibilità di risorse per realizzare alloggi economici e popolari. Ciò significa che questo Governo non è stato in grado di erogare risorse per realizzare alloggi economici e popolari e, quindi, di dare sfogo alla grande tensione abitativa che oggi vede coinvolte circa tremila famiglie che non hanno la possibilità di un alloggio.
Non si tratta, certamente, di problemi che riguardano esclusivamente gli enti locali. Infatti, sicuramente, tale problema riguarda il comune di Foggia, ma anche il Governo e la regione, che dovevano stanziare fondi sia nel settore sociale sia per quanto riguarda la politica abitativa di questa realtà cittadina e provinciale.
Allora, credo sia necessario affrontare con grande responsabilità i problemi di questa città e di questa provincia, che vengono ad essere incastonati nell'ambito dei problemi più generali di un Mezzogiorno d'Italia che langue ed ha grosse difficoltà. Ciò perché non vi è una politica attiva da parte di questo Governo, volta a realizzare le infrastrutture, a dotarsi di strumenti per rilanciare un'attività economica e industriale e, quindi, a creare sviluppo, mettendo il Mezzogiorno d'Italia e questa nostra realtà cittadina e provinciale nelle condizioni di competere e di recuperare il gap con il resto della realtà nazionale, inserendosi nel sistema europeo.
Siamo profondamente convinti che vi è la necessità di aprire un dibattito forte sulle città del Mezzogiorno, in particolare sulla città e sulla provincia di Foggia. Non è vero che gli organici...
PRESIDENTE. Onorevole Di Gioia...
LELLO DI GIOIA. Concludo, signor Presidente. Non è vero che gli organici delle Forze dell'ordine e della magistratura sono quasi normali. Non è così.
Basta vedere che alla sera in quella città girano semplicemente due volanti e credo sia importante che si possa girare con più volanti per dare più sicurezza e certezza ai cittadini di Foggia.
Ritengo che sia necessario dare risposte immediate sia ai magistrati, sia alle forze dell'ordine, per creare quelle condizioni affinché i cittadini foggiani, i cittadini della capitanata, possano avere più certezza e sicurezza. Soprattutto, credo che bisogna adoperarsi affinché vi siano quelle condizioni di sviluppo economico e sociale per dare risposte ai bisogni di quella realtà (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-socialisti democratici italiani, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Verdi-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gironda Veraldi. Ne ha facoltà.
AURELIO GIRONDA VERALDI. Vorrei dire all'Assemblea che nessuno più di me ha titolo per parlare del fenomeno criminale di Foggia. Ho apprezzato le iniziative assunte sia dall'onorevole Violante, sia dagli onorevoli foggiani, perché queste iniziative hanno il merito di avere richiamato l'attenzione su questo fenomeno, che allo stato è veramente grave ed allarmante, tant'è vero che sento la nostalgia del fenomeno criminale che caratterizzava quella zona, ossia l'abigeato, che era il reato grave che affliggeva quei territori.
Da quando la criminalità organizzata si è appropriata di quel territorio e lo gestisce con i commerci illeciti che, purtroppo, sono una piaga non soltanto del foggiano, ma di tutto il paese, c'è da fare una considerazione. Non voglio criminalizzare né depenalizzare coloro che si interessano del problema e, tuttavia, devo dare atto alle Forze dell'ordine, alla magistratura e agli uffici del pubblico ministero dell'impegno quotidiano che essi profondono per cercare di reprimere il fenomeno.
Il problema è un altro, ossia che questi reati restano impuniti e vi dovete chiedere perché. Ve lo dico io: Foggia ha un primato rispetto a tutta l'Italia, e cioè che da 20 o 30 anni, ossia da quando è stato creato il pentitismo, Foggia non ha mai avuto un pentito. Pertanto, i magistrati e le Forze di polizia devono lavorare ed intensificare la loro attività solo avendo riguardo ai mezzi normali di prova, che sono deficitari, perché non c'è il pentito di turno.
Allora, avviene qualcosa di cui bisogna preoccuparsi: le ordinanze di custodia cautelare che sono ardite, e che, forse, sono determinate da questa esigenza di giustizia e di politica criminale, trovano l'impatto negativo sia davanti al tribunale del riesame, sia spesso davanti alla Corte di cassazione. Ciò significa che si reimmettono nel terreno fertile della delinquenza coloro che hanno già delinquito. Allora, non criminalizziamo e non diciamo che non ci si interessa. Diamo atto al Governo che ha posto la propria attenzione sul fenomeno; non sia, però, un'attenzione precaria. Il fenomeno è grave e ve lo dice un avvocato che in quella zona ha lavorato per quarant'anni e sa quali sono le cause, senza parlare della sociologia e dei problemi vari. Quindi, è bene che su questo fenomeno il Governo resti attento, assicurando ciò che con le mozioni hanno chiesto i deputati interessati (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Folena. Ne ha facoltà.
PIETRO FOLENA. Vorrei invitare a compiere una riflessione più attenta sui dati che abbiamo di fronte i colleghi che hanno qualche dubbio - ne abbiamo sentito qualcuno poco fa - a proposito dell'utilità rappresentata dal fatto che l'Assemblea esamini e approvi questi documenti su Foggia.
Nella provincia di Foggia, durante lo scorso anno, ci sono stati 51 omicidi e 73 tentati omicidi. In una triste classifica nazionale di omicidi, Foggia è al quarto posto dopo Napoli, Milano e Roma ma, se si calcola il rapporto con la percentuale della popolazione, è al primo posto.
La nostra mozione, che è il frutto di un lavoro deciso dal gruppo parlamentare dei Democratici di sinistra a livello nazionale, di un'opera di ascolto di una delegazione che nelle settimane passate ha incontrato la magistratura, le istituzioni, le forze sociali e che poi, al rientro da quel vasto ascolto, ha proposto all'attenzione del Parlamento questo documento - a cui si sono aggiunti successivamente i documenti positivi, che noi voteremo, del collega Antonio Leone e del collega Antonio Pepe - vuole rappresentare la definitiva affermazione di un'attenzione nazionale verso Foggia che non può essere episodica o straordinaria.
Il collega Gironda Veraldi ha detto poc'anzi come, anche sulla base della sua esperienza, egli possa confermare quanto noi stiamo affermando. A proposito della lunga relazione di dati e di nomi che il collega Vitali ha letto, vorrei dire che dalle indagini - che si riferiscono quasi tutte all'ultimo anno, anno e mezzo - svolte dalla DDA di Bari, dalla magistratura, dalla Polizia, dai Carabinieri e dalla Guardia di finanza e che hanno colpito non definitivamente ma in modo molto importante alcuni dei clan più importanti e significativi, da quelle indagini - per chiunque abbia avuto modo di leggere gli atti, che sono pubblici - emerge in modo spaventosamente inquietante il grado di penetrazione della criminalità in molti ambienti.
Queste indagini - lo dico nell'assoluto rispetto dei diritti degli indagati e senza alcun accento giustizialista - hanno toccato esponenti della magistratura, esponenti delle Forze dell'ordine, esponenti dell'imprenditoria, esponenti della politica, esponenti di un vasto mondo che conta, i quali negli anni passati avevano diffuso l'idea - alla quale molti in buona fede avevano creduto - che tutto sommato la criminalità foggiana fosse «minore» e che il territorio foggiano fosse, sì, oggetto di infiltrazioni camorristiche o mafiose o calabresi o di altre parti del paese, ma non avesse una sua testa, una sua cupola politica. Invece queste indagini dimostrano che è proprio vero quanto l'onorevole Gironda Veraldi diceva poc'anzi e cioè che una mafia come quella foggiana, che non ha conosciuto un pentito, ha avuto per anni una capacità di tenuta stagna assolutamente impressionante. E se ora, sulla base delle denunce che noi abbiamo fatto dall'inizio della legislatura - ricordo il dibattito con il collega Mantovano scaturito dallo svolgimento di atti di sindacato ispettivo che avuto luogo due anni fa e che fu l'avvio del lavoro che poi ha portato la Commissione antimafia ad effettuare tre missioni nel territorio della provincia di Foggia -, la stessa magistratura di Bari, la direzione distrettuale antimafia, ha ricavato nuovo elemento, nuovo organico, nuovo stimolo, nuovi mezzi per poter individuare e colpire alcune di queste realtà, ebbene, questo è il momento di non lasciare la presa!
Ho sentito per un lungo periodo, nella città di Manfredonia - nel cui collegio sono stato eletto -, da persona assolutamente perbene, al di sopra di ogni sospetto, in assoluta buona fede, un giudizio sui Romito come se fossero, sì, degli ex contrabbandieri, che però alla fine si erano riciclati in attività lecite e non pericolose. A me è parso abbastanza chiaro, operando in quel territorio, che i Romito esercitavano invece una funzione molto più grave. Il quadro investigativo lo conferma in modo clamoroso; parrebbe perfino che questo clan sia quasi alla testa di questa cupola provinciale, della quale gli investigatori stanno parlando.
Nel momento in cui cominciano ad essere inferti questi colpi nelle indagini, vi è il bisogno di una doppia iniziativa: in primo luogo, occorre fornire all'attività ordinaria della giustizia tutti gli strumenti che non sono stati forniti. Non vorrei polemizzare con il collega Galli, che ha già fatto un'orazione contro i magistrati che non lavorano, ma gli uffici della procura della Repubblica di Foggia lamentano mancate coperture per il 40 per cento ed una presenza di cinque uditori giudiziari con funzioni, su 9 unità operanti. È un organico insufficiente, che andrebbe aumentato; al riguardo, abbiamo accettato le modifiche proposte dall'onorevole Vitali,
ma riteniamo che tale organico andrebbe aumentato. Ogni magistrato della procura della Repubblica di Foggia sopporta un carico medio di circa 5 mila fascicoli, partecipa a 26 udienze mensili ed è impegnato su base mensile in tre, quattro giorni di turno esterno ed in due, tre giorni di turno posta.
Abbiamo sentito poco fa che avete trovato le risorse straordinarie per gli stenotipisti. Spero che gli avvocati penalisti di Foggia interrompano questo sciopero e che venga reiterato questo investimento. Vi è però il bisogno di completare rapidamente l'organico. Il ministro della giustizia deve operare in questa direzione, forse anche considerando quella proposta di legge, che il collega Bonito, il collega Di Gioia ed il sottoscritto abbiamo avanzato - ma so che anche altri colleghi della maggioranza hanno avanzato proposte in tal senso -, per istituire a Foggia una sezione distaccata della corte d'appello di Bari, nella quale poter avere una sezione della DDA (Direzione distrettuale antimafia), che possa autonomamente operare sullo specifico di questa terribile sanguinosa mafia foggiana.
Vi è poi l'aspetto riguardante la polizia e i carabinieri: nella città di Foggia ci sono due volanti, che operano nel servizio di pattuglia della città. Si tratta di dati che non possono essere mantenuti, a fronte di questi numeri.
L'altro importante aspetto, sul quale il collega Di Gioia ed il collega Sinisi hanno parlato ampiamente, riguarda il degrado sociale. Quando l'onorevole Violante ed altri componenti del nostro gruppo sono andati a Foggia, eravamo all'indomani dell'omicidio Biagini e di altri fatti di sangue, così come eravamo anche all'indomani di fatti che hanno dimostrato il livello di degrado terribile al quale si è giunti. Vorrei citare due episodi, perché essi hanno colpito l'opinione pubblica. Il primo riguarda un signore anziano, che viveva nel centro storico di Foggia, il quale sopravviveva raccogliendo bombole di gas esaurite. Le accumulava nello scantinato nel quale viveva, ma una di queste è esplosa e sono morte due famiglie. Si tratta di una tragedia della povertà.
Una seconda tragedia, qualche giorno dopo, si è verificata in una baraccopoli, sempre nel centro di Foggia, dove due bambine sono morte asfissiate e carbonizzate nell'incendio di una baracca. Si è scoperto poi che poco dietro il comune, poco dietro il palazzo di giustizia, poco dietro i grandi palazzi più importanti di Foggia, c'è una baraccopoli di dimensioni preoccupanti. È stato un errore aver tagliato il reddito minimo di inserimento, che con il ministro Turco noi sperimentammo nella scorsa legislatura e che ha permesso di intervenire in quella realtà, per cominciare a costruire una speranza (che non bastava, ma che era comunque un aggancio). Occorre tornare a politiche che abbiano questo segno.
Bisogna ritornare a quelle politiche che hanno portato al contratto di area di Manfredonia, di Mattinata, di Monte Sant'Angelo che ha cominciato a dare alcuni frutti.
Solo la programmazione negoziata può determinare occupazione e sviluppo industriale. Vi è, soprattutto, bisogno di un piano straordinario per la casa a Foggia. Magari, colleghi, il problema non riguarda solo questa città. Chi conosce le grandi città del Mezzogiorno sa che esiste il problema abitativo, che non può essere risolto dal mercato. Vi è una parte della popolazione che non si può permettere il costo degli affitti. Occorre, pertanto, un nuovo massiccio piano pubblico di edilizia economica e popolare che si ponga l'obiettivo prioritario di affrontare tali problematiche in alcune grandi e medie città del Mezzogiorno.
Solo in tal modo risponderemo efficacemente a questi problemi, colpendo i criminali, ma anche rispondendo a quel disagio sociale in un modo diverso rispetto a quanto non sia stato fatto nel corso di questi ultimi anni (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Antonio Leone. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, vorrei, in primo luogo, ringraziare il sottosegretario Vitali per l'attenzione, per la puntuale relazione e per le risposte concrete che ha fornito, oltre che dargli il benvenuto in quest'aula nel suo nuovo ruolo. A tale proposito, gli rivolgo un augurio di buon lavoro.
Vorrei uscire dagli schemi degli interventi che si sono svolti fino adesso per evitare di sciorinare una serie di luoghi comuni, di numeri, di cose che non vanno e che sono sotto gli occhi di tutti, principalmente dei parlamentari foggiani già da tempo. Per quanto riguarda il sottoscritto ed il collega Pepe, si è già discusso del problema in quest'aula in sede di svolgimento di strumenti di sindacato ispettivo o di esame di proposte di legge già nella scorsa legislatura.
Pertanto, dire che occorre intraprendere interventi sui numeri, sull'efficienza, varando discipline legislative per evitare quanto sta accadendo in provincia di Foggia, è superfluo da parte di un parlamentare, che, come il sottoscritto, rappresenta quella zona. Bisogna, invece, mettere in rilievo altre cose che esulano forse da quest'aula e che sono proprie di un tessuto sociale che, forse, molti non conoscono.
Perché tacere che esistono realtà nella provincia di Foggia, legate a tradizioni, a culture, a idee di sviluppo economico che sono completamente diverse da una zona ad un'altra nella stessa provincia della Capitanata (questo è il nome storico della provincia di Foggia)? Perché non dire che alcune scelte economiche effettuate fino ad ora non sono state del tutto idonee a risolvere i problemi che, oggi in quest'aula, da entrambe le parti, sono stati denunciati? Perché non dire che la questione abitativa, tema centrale di queste mozioni e che ha un nesso sicuramente legittimo, rispetto a quanto si afferma nelle mozioni, parlando di criminalità, è anche il frutto di una posizione residuale del modo di fare impresa da parte dell'imprenditoria foggiana, che intende la questione del «mattone» solo e soltanto come un business o come redditizia speculazione?
Perché non riflettere sugli interventi intrapresi, sciorinati dal collega Sinisi a proposito del contratto d'area «in quel di Manfredonia», dal momento che - non è una criminalizzazione, una contestazione o un'opposizione che sto sollevando nei confronti di quelle prese di posizione - le imprese del Trevigiano si sono localizzate in quel luogo, senza, tuttavia, aver portato una cultura di impresa in una zona che ha bisogno di essere aiutata anche in questo senso?
Perché non dire che si criminalizza una situazione che è evidentemente grave, ma che non deve essere posta all'attenzione dell'opinione pubblica e, principalmente, degli imprenditori come se si trattasse di una zona «intoccabile», nella quale non si può «fare impresa»?
Questo è il motivo per cui non sono tra coloro che vogliono mettere il manto su una certa condizione. A mio avviso, esiste una situazione che, per molti versi, è uguale a quella che si riscontra in tante altre parti del paese; pertanto, non bisogna forzare i toni sul tasso di criminalità per non spaventare gli imprenditori o chi intende visitare quelle bellissime terre.
Bisogna fare in modo che, una volte per tutte, emerga una cultura diversa a seguito di questo dibattito (che apprezzo, perché vi hanno partecipato tutte le forze politiche che siedono in quest'aula), grazie al quale è stato portato all'attenzione del Governo un problema gravissimo quale quello del disagio di quell'area. Non si tratta, però, di un disagio sociale legato alla criminalità.
Quando, nella mozione Violante ed altri n. 1-00413, si richiama quanto accaduto a Manfredonia a proposito della povera Giusi Potenza, la quindicenne barbaramente uccisa in quella provincia, occorre evidenziare che quell'omicidio non è legato ad una microcriminalità o ad una criminalità organizzata, ma è uno dei tanti
omicidi che accadono anche in altre parti d'Italia e che tuttavia non devono suscitare nell'opinione pubblica la convinzione che a Manfredonia esiste il branco e che esistono le sette sataniche.
Se è vero quanto affermato in quest'aula, se è vero che il disagio sociale non è legato necessariamente ad una situazione di criminalità, ma ad un tentativo di sviluppo economico e di ripresa di una provincia della quale sono orgoglioso di essere cittadino, ritengo non ci si possa recare a Foggia con la Commissione antimafia ed affermare che esistono collusioni mafiose - e parlo di amministrazioni che non appartengono alla mia forza politica -, per poi magari schierarsi con quelle amministrazioni nelle prossime elezioni regionali.
Bisogna avere la coscienza ed il coraggio di portare avanti le battaglie in cui si crede per garantire una vita sociale libera dalla criminalità e legata invece ad un benessere e ad un interesse del Governo, affinché lo sviluppo non derivi da un dibattito come questo, ma legittimamente e gratuitamente rispetto ad una zona dell'Italia che, oltre ad essere bella, ha tutti i requisiti per porsi sullo stesso piano di altre zone del nostro paese che sono state sempre valorizzate (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
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