Allegato B
Seduta n. 576 del 27/1/2005


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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
dal quotidiano l'Unità il 23 gennaio 2005 e l'Unione Sarda, La Stampa e La Repubblica del 22 gennaio 2005, è emerso che il professor Pietro Melis, docente di filosofia presso la Facoltà di scienze della formazione dell'Università degli studi di Cagliari, ha pubblicato, con il sigillo accademico, negli annali di scienze della formazione la pubblicazione l'Occidente e il diritto naturale testo indispensabile per sostenere l'esame del professore nel quale a pagina 123, Melis sostiene «il cosiddetto tempio ebraico era in realtà un grande mattatoio, dove i cosiddetti sacerdoti cospargevano continuamente l'altare del sangue degli animali ancora vivi».
tale premessa consente al Melis di sostenere che l'antisemitismo è giusto e che non ci si potrebbe dolere delle camere a gas;
lo stesso Melis ha inviato il suo testo a 140 biblioteche italiane, e a molti politici «oltre che ad alcuni noti omosessuali» con una lettera di accompagnamento contenente frasi insultanti;
oltre alla lettera di accompagnamento anche il testo l'Occidente e il diritto naturale contiene una lunga serie di insulti omofobi e antisemiti, come, a pagina 30, «l'omosessualità è il risultato degli errori dovuti al complesso meccanismo della differenziazione sessuale, che non ha funzionato come normalmente avrebbe dovuto funzionare. Dal punto di vista scientifico è innegabile che gli omosessuali sono degli anormali, incolpevoli risultati di errori del sistema riproduttivo», a pagina 31, «gli omosessuali [...] non possono pretendere di essere considerati normali», e ancora, a pagina 40 «Per quanto riguarda il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali, non è necessario essere cristiani per avvedersi che si tratta di un assurdo


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giuridico proprio alla luce del diritto naturale, essendo gli omosessuali errori della natura» -:
se ritenga di assumere opportune iniziative affinché opinioni contrarie alla Costituzione e ad ogni principio di civiltà non circolino all'interno di una istituzione universitaria e non vengano diffuse tra gli studenti.
(2-01431) «Grillini, Magnolfi, Siniscalchi, Kessler, Zunino, Abbondanzieri, Bimbi, Zanella, Giacco, Zanotti».

Interrogazione a risposta orale:

ANEDDA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in uno scritto intestato «Annali di Scienze della Formazione della Università di Cagliari» (nuove serie vol. XXVII - 2004 - Parte I) predisposto dal Professor Pietro Melis ed intitolato «Scontro tra culture e metacultura scientifica: l'Occidente ed il diritto naturale», si legge (a pagina 13): «il cosiddetto tempio ebraico era in realtà un grande mattatoio dove i cosiddetti sacerdoti cospargevano continuamente l'altare del sangue degli animali ancora vivi. In considerazione di ciò è giusto dichiararsi antisemiti nei riguardi degli ebrei credenti né ci si può dolere del fatto che questi siano finiti nelle camere a gas naziste»; ed ancora: «La religione ebraica è la radice velenosa dell'antropocentrismo occidentale oltre che dell'islamismo»;
lo scritto ha suscitato vibrate rimostranze da parte del rabbino capo Riccardo Di Segni che si è rivolto al Magnifico Rettore dell'Università di Cagliari per avere delle spiegazioni -:
se ritengano di assumere opportune iniziative affinché opinioni come quella richiamata, secondo l'interrogante, assurde e spregevoli, contrarie al comune sentimento, alla Costituzione e ad ogni principio di civiltà non circolino all'interno di una istituzione universitaria e per impedire che vengano diffuse tra gli studenti.
(3-04139)

Interrogazione a risposta scritta:

FATUZZO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il Governo ha più volte ribadito - nell'ambito dell'attuazione della legge di riforma dei cicli scolastici - l'importanza riservata all'educazione fisica;
l'impegno dichiarato di potenziare il ruolo dei docenti di educazione fisica e sportiva nella scuola - anche coinvolgendoli in altre attività quali l'educazione stradale, l'educazione alla salute, alimentare ed ambientale ecc. - mal si concilia tuttavia con la riduzione dell'orario complessivo delle lezioni dedicato a questa fondamentale disciplina;
i decreti di attuazione della riforma Moratti stabiliscono che l'insegnamento delle scienze motorie e sportive oscilli da un minimo di 54 ore annuali ad un massimo di 66 ore, un passo indietro rispetto alle attuali due ore settimanali obbligatorie che moltiplicate per 33 settimane di lezione garantiscono a tutti gli studenti 66 ore di lezione annuali, cioè la quota massima che la riforma assegna all'educazione fisica;
nei giorni scorsi, inoltre, il Ministero dell'istruzione ha presentato un'ipotesi di riforma per la Scuola superiore in cui si prevede di fatto una riduzione delle ore obbligatorie di educazione fisica da due ad un'ora; la seconda ora, infatti, sarebbe solo facoltativa e si farebbe solo in caso di rinuncia ad altre materie;
tale decisione sta ingenerando allarme e confusione tra i docenti e le famiglie, che vedono minacciati il ruolo e la funzione dello sport nel più generale processo di formazione dei giovani;


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in un contesto dove si auspica, al contrario, un forte investimento nella formazione e nell'aggiornamento dei docenti in servizio, il paventato dimezzamento delle ore settimanali per l'educazione fisica lascerebbe senza tutela migliaia di insegnanti in quanto determinerebbe nel tempo una drastica riduzione degli organici;
grande preoccupazione nel merito è stata espressa, tra l'altro, dai vertici dello sport italiano i quali denunciano il fatto che l'Italia è già ultima in Europa per l'educazione motoria e che una tale misura ci porterebbe ancora più indietro rispetto agli altri paesi europei;
destano impressione i dati forniti daIl'Uisp in base ai quali un giovane italiano che completa il ciclo scolastico primario e secondario usufruisce di 850 ore di educazione fisica rispetto alle 2.500 di un suo coetaneo in Francia;
studi medico-scientifici hanno dimostrato che la progressiva sedentarietà e la chiusura individualistica del nostro vivere quotidiano stanno acutizzando preoccupanti tendenze, di origine articolata e complessa, prima fra tutte l'obesità;
nel nostro paese l'argomento è di grande attualità: si conta che il 36 per cento dei bambini di nove anni siano obesi e restino tali anche da adulti;
recentemente il Ministro della salute è più volte intervenuto annunciando una campagna di prevenzione del sovrappeso e dell'obesità e lo stesso Ministero dell'istruzione ha promosso in via sperimentale un progetto che prevede trenta minuti di attività fisica al giorno in più, all'interno o all'esterno delle scuole -:
se non ritenga opportuno assumere le necessarie iniziative per ripristinare se non addirittura aumentare le due ore settimanali obbligatorie di insegnamento dell'educazione fisica, ciò al fine di preservare la funzione educativa e sociale dello sport e al tempo stesso di contribuire maggiormente alla prevenzione dell'obesità giovanile, fenomeno che sta assumendo i caratteri di una vera e propria emergenza nazionale.
(4-12613)