Allegato B
Seduta n. 554 del 2/12/2004


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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

LOSURDO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nello stabilimento Galbani di Corteolona è stata smantellata e portata in Slovacchia una linea secondaria per la produzione di mozzarella, che di norma viene utilizzata nei periodi di più forte accrescimento della domanda;
risulta che da alcuni giorni, subito dopo lo smantellamento ed il trasferimento della linea di produzione di cui sopra, alcuni tecnici meccanici - elettricisti della Galbani di Corteolona si sono anch'essi trasferiti in Slovacchia;
tale evento ha destato vivo allarme tra la popolazione locale che trova nei due stabilimenti Galbani di Corteolona e di Certosa una tradizionale e concreta possibilità di sbocco lavorativo;
i sindacati presenti negli stabilimenti di cui sopra hanno dichiarato di essere vivamente preoccupati per le sorti dello stabilimento anche per la scarsità di plausibili comunicazioni aziendali ed attendono con ansia una convocazione per i primi di dicembre un incontro nel quale dovrebbero essere illustrati gli obiettivi degli stabilimenti Galbani in provincia di Pavia;
quel che si teme non è tanto il diritto della Galbani di spostare alcune linee di produzione, per lo più secondarie, in altre nazioni quanto il probabile fatto commerciale della vendita di quei prodotti in mercati dove gravita la produzione degli


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stabilimenti italiani. È chiaro che in tal caso le scelte della Galbani verrebbero motivate solo dall'incidenza dei costi di produzione senza tener conto dei diritti dei lavoratori e quindi con spregio delta loro sicurezza;
tale politica della Galbani rientra in un quadro di scelte più generali dell'industria italiana che pur tuttavia gode di supporti pubblici di varia natura a sostegno della loro attività produttiva nel nostro Paese;
tali indirizzi produttivi trovano ampia eco nel dibattito politico e da parti di alcuni autorevoli esponenti governativi si è giunti ad ipotizzare la cessazione dell'intervento pubblico a sostegno dell'industria italiana che non tenga in nessun conto indirizzi fondamentali del lavoro e dell'economia nazionale -:
se sia a conoscenza dei fatti su esposti e quali iniziative intenda adottare per evitare che alcune scelte della Galbani possano incidere pesantemente sulla occupazione della provincia di Pavia.
(5-03759)

Interrogazioni a risposta scritta:

GALANTE. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Scarperia (Firenze) è insediata la Par.co, una delle più importanti aziende locali coi suoi quasi 100 addetti, produttrice di serbatoi in plastica per auto e moto;
il mercato della Par.co è ovviamente esposto alle fluttuazioni di quello delle auto e delle moto ma, ciò nonostante, non ha registrato - come sostengono documentatamente la RSU e le maestranze - alcuna sostanziale flessione della domanda, negli ultimi anni, compreso l'anno in corso;
la messa in mobilità di oltre un terzo degli addetti (trentasei) da parte dell'azienda, la cui procedura è stata attivata nei giorni scorsi, non pare avere dunque alcun fondamento produttivo o economico;
è legittimo, quindi, il sospetto da parte dell'interrogante, che l'operazione possa essere indirizzata ad altri fini, come ad esempio quello di liberarsi del personale ritenuto inidoneo vuoi per motivi di natura fisico-medica (non tali, peraltro, da compromettersi l'attività lavorativa degli interessati), vuoi per motivi di attivismo sindacale (che la Costituzione e le leggi tutelano);
un taglio siffatto del personale, inoltre, avrebbe in breve tempo conseguenze tali da dissestare definitivamente l'assetto produttivo, precludendo dunque alla chiusura di un'attività assai rilevante per il comune di Scarperia e per l'intero Mugello;
nei negoziati con l'azienda i lavoratori e la RSU hanno evidenziato tutte le tematiche sopra enunciate, dichiarandosi comunque disponibili a concordare soluzioni alternative al drastico e immotivato taglio dei trentasei dipendenti, con la previsione invece di una mobilità incentivata e volontaria e di forme di flessibilità (quale il passaggio da rapporti di lavoro a tempo parziale);
la conflittualità sindacale sul territorio tende ad allargarsi, grazie anche alla solidarietà concreta sul terreno della lotta sociale che i lavoratori di altre aziende intendono prestare ai loro colleghi della Par.co;
i tempi per arrivare a un accordo rispettoso di tutti i soggetti in causa sono ormai strettissimi -:
se intendano intervenire, anche attivando le Autorità di Governo presenti sul territorio provinciale e notoriamente attente alle dinamiche sociali, per favorire la ricerca di un accordo che non sacrifichi in alcun modo il diritto al lavoro (anche per i soggetti svantaggiati), il diritto a esercitare senza ricatto alcuno l'attività sindacale, e infine il diritto di un territorio -


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sottoposto a grandi tensioni ambientali, subite a vantaggio dell'intera comunità nazionale - di avere certezze sul futuro delle attività produttive in esso insediate.
(4-11872)

CENTO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la legge 8 agosto 1995, n. 335 di riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare, prevede (articolo 1 - comma 13) che, per i lavoratori che alla data del 31 dicembre 1995 potevano far valere un'anzianità contributiva di almeno diciotto anni, la pensione viene interamente liquidata in base al sistema retributivo;
il successivo comma 23 dello stesso articolo attribuisce la facoltà di optare per la liquidazione del trattamento pensionistico esclusivamente con le regole del sistema contributivo in favore dei lavoratori altrimenti liquidati secondo il sistema retributivo o misto;
successivamente, l'articolo 2 del decreto-legge 28 settembre 2001, n. 355, convertito in legge, con modificazioni, dall'articolo 1 della legge 27 novembre 2001, n. 417, con norma di interpretazione autentica, ha chiarito che tale disposizione si interpreta nel senso che l'opzione è concessa limitatamente ai lavoratori di cui al comma 12 del predetto articolo 1 (ossia ai lavoratori che alla data del 31 dicembre 1995 potevano far valere un'anzianità contributiva inferiore a diciotto anni) che avessero tuttavia maturato un'anzianità contributiva pari o superiore a quindici anni, di cui almeno cinque nel sistema contributivo. Il comma 2 ha aggiunto che la liquidazione del trattamento pensionistico esclusivamente con le regole del sistema contributivo è comunque concessa a coloro che avevano già esercitato il diritto di opzione entro data di entrata in vigore del decreto-legge;
il signor Enrico Canna, il 30 dicembre 2003, ha presentato all'INPS domanda di pensione ai sensi dell'articolo 1, comma 19, della legge n. 335 del 1995. Tale comma si riferisce alla pensione di vecchiaia per i lavoratori i cui trattamenti pensionistici sono liquidati «esclusivamente secondo il sistema contributivo»;
secondo la certificazione allegata alla domanda il signor Canna poteva già vantare, al 31 dicembre 1995, ben 26 anni di contribuzione, essendo un lavoratore precoce;
l'agenzia di Vigevano (Pavia) dell'INPS, il 17 febbraio 2004, ha respinto la domanda di pensione n. 60040414 in quanto il richiedente «non aveva esercitato il diritto di opzione per il sistema contributivo entro il 1o ottobre 2001, come previsto dall'articolo 2 comma 2 del decreto-legge n. 355 del 28 settembre 2001»;
la reiezione della domanda è stata confermata il 24 marzo 2004;
a seguito di ricorso, il Comitato provinciale INPS ha confermato tali deliberazioni lo scorso 27 luglio 2004;
da nessun documento - né del richiedente né dell'INPS - risulta che alla data del 31 dicembre 1995 il signor Canna avesse meno di 18 anni contributivi, né alcuna obiezione è stata sollevata in proposito;
l'articolo 2 del decreto-legge n. 355 del 2001, al comma 2 richiamato nella motivazione della reiezione, non prevede alcuna opzione, ma contiene la clausola di salvaguardia precedentemente illustrata -:
se il Ministro interpellato sia a conoscenza dei fatti esposti, se ritenga corretta l'interpretazione adottata dall'agenzia INPS di Vigevano e in caso negativo, se intenda intervenire presso l'INPS affinché sia revocato il provvedimento di reiezione della pensione del signor Canna.
(4-11890)