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periodo tale decisione non comporti ulteriori riduzioni di personale nella strategia che prosegue senza sosta di smantellamento dei presidi sul territorio molisano.
che per l'Azienda è più strategico avere stabilimenti sulla costa di ponente. Le organizzazioni sindacali, all'annuncio, hanno denunciato che le intenzioni dell'azienda non rispettano il piano industriale presentato e l'accordo sottoscritto in luglio, rompendo il tavolo delle trattative e varando proteste e scioperi nei tre stabilimenti;
originari, che pur restano negli organismi di direzione locale e per la commercializzazione locale del prodotto (attività che non impiegherà più di una decine di persone);
il 22 novembre 2004 l'Enel Direzione territoriale Lazio Abruzzo e Molise ha comunicato alle segreterie regionali del Molise CGIL, CISL, UIL l'intento di sopprimere, a partire da febbraio 2005, i presidi territoriali insistenti sul territorio di Larino, Frosolone, Bojano, Venafro;
si ritiene che il mantenimento dei quattro nuclei operativi di Larino, Frosolone, Bojano e Venafro rivesta invece fondamentale importanza soprattutto dal punto di vista del mantenimento di un servizio efficiente, garantendo la sorveglianza e il tempestivo intervento in caso di guasti in zone ad alta produttività regionale;
l'attuazione della decisione dell'Enel desta inoltre profonde preoccupazioni in merito alle conseguenze che potrebbe comportare nel breve e medio periodo sui livelli occupazionali in una regione già segnata dalla crisi economica;
le organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL hanno espresso piena contrarietà all'intento dell'Azienda di procedere alla soppressione dei quattro presidi operativi in Molise mettendo in evidenza come tale decisione sia maturata senza promuovere un tavolo di confronto fra azienda, istituzioni e sindacati -:
se non ritenga opportuno assumere iniziative urgenti volte a scongiurare la chiusura dei quattro presidi operativi Enel in Molise;
quali iniziative intenda assumere immediatamente al fine di verificare se l'attuazione della decisione dell'Enel non comporti svantaggi per il funzionamento dei servizi in relazione alla capacità tempestiva di intervento dell'Azienda in caso di guasti con gravi ripercussioni sui cittadini molisani e sull'intero sistema produttivo regionale e se nel breve e medio
(3-03943)
X Commissione:
il giornale La Sicilia dell'11 novembre 2004 pubblica un articolo in cui denuncia la sospensione della fornitura di energia elettrica a Ginostra, frazione di Stromboli (Messina);
in precedenza la frazione era rimasta priva di elettricità anche per 48 ore;
la particolare ubicazione del territorio rende difficoltosi, in alcuni periodi dell'anno, gli interventi di riparazione e manutenzione -:
quali interventi si intendano attuare affinché gli abitanti di Ginostra abbiano garantiti i servizi indispensabili per i quali pagano regolari canoni.
(5-03752)
dagli anni '60 è attivo nel territorio di Rimini un pastificio con annesso mulino, creato all'epoca dall'azienda dei fratelli Ghigi, produttori attivi dal 1870. Nello stabilimento riminese è stata prodotta la prima pasta all'uovo industriale, la Paesanella, marchio capostipite di tutti gli analoghi prodotti italiani sul mercato. La proprietà dello stabilimento riminese è passata attraverso vari gruppi industriali fino al 2000, quando la Danone ha ceduto la proprietà alla Colussi spa di Perugia, della quale il pastificio è diventato il terzo stabilimento produttivo della divisione pasta Agnesi, insieme con quelli di Fossano (Cuneo) e Imperia;
la Colussi, appena acquisito lo stabilimento, ha chiuso il mulino ed esternalizzato il magazzino, riducendo il personale da oltre cento a 70 unità. Dichiarando tuttavia la funzione strategica dello stabilimento riminese, l'azienda perugina ha modificato il piano di produzione introducendo il lavoro anche al sabato e la domenica. Nello stesso tempo ha varato l'ammodernamento delle linee produttive nei tre stabilimenti per circa 7 miliardi di vecchie lire, parte dei quali hanno interessato i macchinari del pastificio riminese, investimenti approntati anche grazie a finanziamenti pubblici;
il programma aziendale di ammodernamento dei tre stabilimenti e l'importanza dell'impianto riminese sono stati confermati dalla proprietà anche nell'ultimo accordo, sottoscritto il 29 luglio del 2004 con le organizzazioni sindacali. Il 15 settembre, durante un incontro con i sindacati, la proprietà ha illustrato il buon andamento aziendale, la cui redditività stava superando ogni più rosea aspettativa. Il buon andamento dei conti aziendali è confermato da notizie di stampa che riportano, nell'arco del 2003, utili per 5 milioni di euro superiori all'anno precedente, la crescita di ricavi, l'acquisizione di nuovi marchi come la Sapori, oltre a quelli prestigiosi già di proprietà, come Pasta Agnesi, Riso Audisio, Flora, Misura e Liebig, e della spinta positiva agli utili data dalla divisione pasta, della quale il pastificio riminese è parte;
nonostante le dichiarazioni e l'andamento aziendale, il 21 settembre scorso, durante l'incontro tra l'Azienda e il coordinamento dei rappresentanti sindacali dei tre pastifici, a sorpresa, la Direzione ha comunicato di essere in avanzata trattativa con un possibile acquirente dello stabilimento di Rimini, che tale acquirente non avrebbe intenzione di proseguire la produzione e che pertanto entro un anno sarebbe cessata l'attività dello stabilimento;
le motivazioni addotte sono: l'allettante offerta economica ricevuta, e il fatto
la vicenda ha destato grande preoccupazione nell'area riminese e recentemente sono intervenuti anche gli Enti locali, preoccupati per le ricadute che la chiusura dello stabilimento avrebbe sull'economia e, ovviamente, per le famiglie dei lavoratori. La difesa di questo patrimonio produttivo si è concretizzata negli ordini del giorno che hanno l'obbiettivo di scoraggiare ogni possibile trasformazione della realtà industriale in un «assett» di carattere immobiliare. L'Amministrazione comunale riminese, attraverso un ordine del giorno votato in Consiglio Comunale il 30 settembre, si è impegnata a mantenere la destinazione d'uso industriale dell'area del pastificio, escludendo modifiche degli strumenti urbanistici in senso residenziale o commerciale, e richiesto un incontro con l'azienda. Analogo atto d'indirizzo è stato approvato dal Consiglio Provinciale di Rimini il 12 ottobre 2004. Nel successivo incontro tra vertici aziendali, Sindaco di Rimini e Presidente della Provincia, la Colussi ha dichiarato infine l'intenzione di chiudere lo stabilimento riminese, senza più motivare la scelta con la vendita, come invece annunciato poche settimane prima -:
in che modo il Governo intenda intervenire per scongiurare una chiusura che, stando alle premesse e alle dichiarazioni dell'azienda, appare del tutto immotivata, oltre che dannosa per l'economia del territorio e delle famiglie dei lavoratori coinvolti, e se una eventuale chiusura del pastificio di Rimini sia compatibile con le procedure e gli obblighi che regolano le sovvenzioni pubbliche ricevute dalla Colussi spa in questi anni.
(5-03753)
alla luce dei risultati dell'attività svolta nell'ambito della discussione del disegno di legge Comunitaria 2004, riguardante il recepimento della direttiva 2003/54/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 giugno 2003, relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica, si è evinta la volontà di una proroga non quantificata in materia di rinnovo delle concessioni di grandi derivazioni per uso idroelettrico;
la normativa comunitaria prevede l'obbligo di indire gare al termine delle concessioni;
la proroga delle concessioni in essere unitamente alla mancata indizione di gare sicuramente produce mancati introiti da parte dell'erario -:
quale sia la ratio di tale proroga e a quanto corrisponderebbe il danno dovuto al mancato introito dell'erario pubblico, al verificarsi delle ipotesi sopra indicate, per ogni anno di proroga.
(5-03754)
nella regione Valle d'Aosta è in atto in generale una grave crisi di carattere industriale;
nella stessa regione in questo mese ha cessato l'attività l'azienda «Napapijri», industria gioiello dell'abbigliamento con sede a Quart;
«tale industria-gioiello nell'abbigliamento» (le parole sono tratte dal commento del quotidiano La Stampa) «che a dispetto del nome nordico ha un DNA tutto valdostano» è nata nel 1990 da un geniale binomio tra design e capacità imprenditoriali;
l'attività pluridecennale dell'azienda di Quart (Aosta) viene a cessare per il disimpegno dall'attività diretta dei proprietari
l'Azienda è stata venduta a un colosso americano, la VF della North Carolina non perché in crisi o in difficoltà economica, ma proprio per il contrario, perché attiva e interessante per il mercato, secondo i più noti canoni della globalizzazione;
sempre secondo i più classici canoni della globalizzazione la VF americana ha capitalizzato il pregio del marchio sui mercati, ha attivato un processo di riorganizzazione e di delocalizzazione produttiva ed ha chiuso l'attività nella sede valdostana;
tale chiusura, oltre a peggiorare la capacità produttiva e reddituale della regione, particolarmente la zona della «bassa valle», espelle dal lavoro 93 persone dipendenti di tale azienda senza altro sostegno al reddito -:
quali iniziative intenda mettere in campo per frenare l'esodo di attività che costituiscono una ricchezza nazionale oltreché un pregio per il territorio, nonché, nello specifico caso, quali iniziative si intendano adottare affinché si addivenga ad un'utile interlocuzione che, coinvolgendo i cedenti e la nuova proprietà del Nord Carolina, affermi le condizioni per il mantenimento dell'attività nella sede di Quart (Aosta).
(5-03755)
Elco-Brandt, multinazionale nel settore degli elettrodomestici, ha rilevato da Ocean lo stabilimento di Verolanuova in Provincia di Brescia;
all'atto di acquisto Elco-Brandt aveva sottoscritto presso il Ministero dell'Attività Produttive l'accordo sindacale ed il piano industriale;
nelle ultime settimane i sindacati ed i Sindaci del territorio circostante all'azienda hanno sollecitato un incontro con il Ministro delle Attività Produttive, al fine di verificare il rispetto degli accordi da parte dell'azienda -:
quali iniziative intenda assumere il Ministero delle Attività Produttive in ordine al rilancio della competitività della Elco-Brandt di Verolanuova, Brescia.
(5-03756)
il23 agosto la Direzione di Wella Italia di Castiglione delle Stiviere, in Provincia di Mantova, ha comunicato la chiusura dello stabilimento entro il primo trimestre 2005 con il licenziamento di quasi 200 lavoratori;
la produzione riguarda prodotti destinati ai parrucchieri, lo stabilimento produce quasi esclusivamente per il mercato italiano, dopo di che gli stabilimenti europei, si specializzano, ed all'Italia viene destinato il settore Styling (paste, creme di gel);
la Wella un anno fa, nella primavera del 2003, viene acquisita dalla Procter & Gamble, per una somma di 7 miliardi di euro;
la nuova proprietà avvia un processo di riorganizzazione alla ricerca di sinergie tra i due gruppi: la P&G ha una linea di prodotti simili alla Wella, che in Unione europea non è mai riuscita a commercializzare, sono particolarmente forti nella grande distribuzione al pubblico;
Procter è una grande multinazionale che, soltanto nel settore Beauty, ha registrato un fatturato di 12 miliardi di dollari nell'esercizio Finanziario 2002/2003, un risultato che la pone tra le maggiori aziende del settore a livello mondiale con 130 marchi commercializzati in 180 nazioni;
a seguito dell'accordo di dominio e di trasferimento degli utili siglato il giugno scorso è stato fatto uno studio internazionale congiunto sulle produzioni il cui risultato è stato il consolidamento delle strutture produttive;
tale consolidamento è contraddetto in Italia in quanto viene decisa la chiusura dello stabilimento di Castiglione delle Stiviere che ha sempre brillato per la sua capacità produttiva e per la sua redditività;
quello di Castiglione delle Stiviere è l'unico stabilimento della Wella esistente in Italia e la sua chiusura equivale, di fatto, all'abbandono di una produzione nazionale toccando direttamente il sistema economico nazionale; ad oggi non sono ancora chiari gli impegni presi dalla P&G, per lo stabilimento di Castiglione -:
quali iniziative immediate intenda assumere in relazione alla situazione sopra descritta.
(4-11819)