La Camera,
premesso che:
nel periodo vendemmiale che va dal 1 agosto al 31 ottobre del medesimo anno, vengono effettuate operazioni di raccolta, selezione e trasporto delle uve;
in tale circostanza aumenta, di conseguenza, la necessità da parte delle aziende di utilizzare manodopera stagionale;
tale esigenza, peraltro, è specifica ed esclusivamente legata al periodo 1 agosto-31 ottobre;
ad adottare iniziative normative volte a:
1) consentire nel periodo vendemmiale l'impiego di soggetti titolari di trattamento pensionistico, nonché di studenti di età superiore ad anni 16, regolarmente iscritti a corsi di studi presso scuole medie superiori, inclusi gli istituti universitari;
2) istituire presso l'Istituto nazionale per la previdenza sociale un'apposita gestione separata in cui confluiscono i contributi degli studenti interessati (i contributi - che consistono nella misura del dieci per cento della retribuzione minima tabellare dei salariati in agricoltura e che sono divisi in un terzo a carico del lavoratore e due terzi a carico del committente - sono versati presso gli uffici provinciali dell'Istituto nazione per la previdenza sociale competenti sul luogo ove detti soggetti prestino la loro opera);
3) stabilire il premio per la copertura infortunistica obbligatoria, presso l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro - Inail, nella misura fissa di euro 50;
4) dare facoltà alle regioni di esentare dall'Irap le aziende che impegnano pensionati e studenti nelle operazioni di vendemmia.
9/5310-bis/1.Collavini, Lenna, Romoli, Saro, Misuraca, Scaltritti, Zama.
La Camera,
premesso che:
nei primi giorni del 2004 è entrato in vigore il decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, di attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili che, nel 2010, prevede per l'Italia una quota del 22,1 per cento sul totale dell'energia elettrica prodotta. Nonostante norme e buone intenzioni, il nostro Paese è molto indietro nella realizzazione di tale programma. Si è recentemente calcolato che per mantenere fede all'impegno occorrerebbe un tasso di crescita delle energie rinnovabili superiore al 35 per cento annuo («Rapporto sulle rinnovabili 2004»), tuttavia, molto potrebbe ottenersi dal risparmio energetico inteso non come astensione dal consumo ma come miglioramento dell'efficienza energetica: già nel 1999 gli esperti dell'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente sottolineavano come il nostro Paese avrebbe potuto migliorarla di oltre il 40 per cento se avesse utilizzato le migliori tecnologie a disposizione;
cresce nel frattempo la domanda nazionale di energia elettrica: nel mese di dicembre 2003, secondo i dati diffusi dal gestore di rete, la crescita della domanda ha segnato un rialzo dello 0,9 per cento rispetto allo stesso mese del 2002 a parità di giornate lavorative; nel 2003 la richiesta di energia elettrica è aumentata complessivamente del 2,9 per cento rispetto al 2002, tuttavia la gran parte di questo ulteriore fabbisogno è stata coperta con l'energia ottenuta tradizionalmente tramite centrali termoelettriche;
secondo l'Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente (ENEA) («Rapporto energia ed ambiente 2003» pubblicato nel gennaio di quest'anno) nel 2001 l'Italia ha conquistato il terzo, non invidiabile posto, tra i 15 Paesi membri con quasi il 14 per cento delle emissioni complessive dopo Germania e Regno Unito: dal 1990 al 2001 le stime per l'Europa indicano un aumento di 63 milioni di tonnellate di C02 emesse pari a ur, 2 per cento, mentre l'Italia, per la quale le stime indicano maggiori emissioni per 34 milioni di tonnellate, ha avuto un incremento superiore all'8 per cento;
dal «Rapporto sulle rinnovabili 2004» realizzato dall'istituto di ricerche milanese «Ambiente Italia» emerge che l'Italia resta uno dei Paesi che per il suo approvvigionamento energetico più fa affidamento sul petrolio: il greggio e i suoi derivati coprono il 49 per cento del fabbisogno nazionale, contro una media dei partner europei del 40 per cento, mentre da dieci anni l'apporto delle fonti pulite e a basso impatto ambientale (esclusi, dunque, rifiuti e grande idroelettrico) non va oltre il 4 per cento della domanda di energia elettrica. Nel resto del mondo in dieci anni, rileva il medesimo Rapporto, la produzione mondiale da fonti rinnovabili è cresciuta del 16,4 per cento; il comparto eolico fattura 5 miliardi di dollari e cresce al ritmo del 40 per cento annuo; la superficie di pannelli solari è piu' che decuplicata;
negli ultimi anni anche in Italia si è avuto un discreto incremento dell'energia prodotta da fonte eolica, ma cio' ha prodotto una serie di reazioni locali e nazionali: da un lato gli impatti sul paesaggio italiano, costituzionalmente tutelato, hanno rimesso in discussione le scelte effettuate; dall'altro si consideri che la media delle ore utilizzabili per la produzione eolica supera nel nostro Paese di poco le 2.000 ore annue (su oltre 8.700), soglia minima dell'efficienza, diversamente dai Paesi del nord Europa. Infine, la crescente altezza delle torri (in Spagna se ne progetta una alta un chilometro) e il loro addensamento a decine in quelle che vengono chiamate «wind farro» - punti questi inderogabili se si vuole efficienza dell'investimento - pongono ad amministratori e cittadini tutti i problemi legati alla collocazione degli impianti industriali quali i «parchi eolici»: gigantismo e crescente complessità dei sistemi, impatti visivi e idrogeologici, snaturamento e, in qualche caso, impoverimento (per diminuito valore di case e di terreni e perdita di turismo) delle comunità locali limitrofe, il che non vuol dire negazione dell'utilizzo dell'eolico, quanto un suo inquadramento in un complessivo sistema di valutazione costibenefici che comporti l'utilizzo di quelle «variabili verdi» che occorrerebbe tenere sempre ben presenti quando si decide in merito alla realizzazione di insediamenti industriali;
viceversa, il nostro è il Paese del sole e in questa direzione occorrerebbe procedere, sia per il solare termico per la produzione di acqua calda, che per il fotovoltaico. Lo sanno anche gli italiani che in un recente sondaggio di «Nuova Energia» dichiarano a maggioranza che è il sole il nostro futuro energetico. Con la più recente evoluzione tecnologica e un adeguato sistema di incentivi, il solare già oggi è largamente competitivo, ma l'attuale disponibilità italiana in termini pro capite è 1/40 di quella greca, 1/30 di quella austriaca, 1/10 di quella tedesca a fronte di un potenziale tecnico stimato (Estif 2003) in 191 milioni di metri quadrati, pari a una resa solare di 117 TWh/a. Una massa di energia enorme e non sfruttata;
si consideri che il nostro parco di collettori solari a fine 2001 era di circa 340.000 metri quadrati, con una produzione annua di energia solare di 205 GWh/a (2001). L'intensa crescita nel periodo 1995-2000, (20 per cento annuo) si è concentrata nelle due province autonome di Trento e di Bolzano, che avevano previsto incentivi e alcuni lodevolissimi
progetti, quale quello delle isole solari premiato in sede europea a fine 2002. Pertanto si intende incentivare l'uso di energia solare, anche perché essa è in grado di rispondere alle esigenze di «tanti e piccoli», con un valore economico aumentato dal fatto che tanti piccoli produttori termici o elettrici in proprio realizzano risparmi, riducono gli impatti e annullano il problema della dispersione legato alle grandi reti elettriche; va altresì chiarito che difficilmente gli obiettivi fissati nell'accordo di Kyoto potranno essere raggiunti senza incentivi destinati a consentire l'incremento della quota di produzione da fonti rinnovabili o la forte promozione del risparmio negli utilizzi civili. Gli obiettivi, come detto, sono quelli fissati dalla citata direttiva 2001/77/CE e anticipati dal «Libro bianco per la valorizzazione energetica delle fonti rinnovabili» approvato con deliberazione CIPE 6 agosto 1999, n. 126/99, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 253 del 27 ottobre 1999, che sul fronte del solare prevede l'installazione nel medesimo lasso di tempo di almeno 3 milioni di metri quadrati; il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio gestisce il programma «Tetti fotovoltaici», di cui al decreto direttoriale 16 marzo 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 74 del 29 marzo 2001, che prevede l'erogazione di contributi alle regioni, che vi aggiungono fondi propri di pari entità al fine di concedere contributi sino al 75 per cento della spesa per la quale si richiede il contributo. Nel settembre 2003 sono stati ripartiti 10,3 milioni di euro (cui si aggiungono altri 10 milioni di euro delle regioni) a valere sulle risorse 2002. Tali fondi, erogati assai lentamente, sono assolutamente insufficienti a fronte di richieste pari al triplo. Sarebbe opportuno, quindi, che tali fondi fossero destinati agli edifici pubblici, lasciando ai privati l'agevolazione fiscale. Occorre introdurre inoltre il concetto che in questa fase è importantissimo e in particolare per la PMI di estendere la fascia di agevolazione a tutti gli autoproduttori di energia elettrica da cogenerazione con sistemi a gas metano e a biogas come 99 ai sensi dei requisiti di cui alla delibera n. 42 del 2002;
a predisporre iniziative normative aventi come scopo primario l'incremento dell' utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili come definite dalla direttiva 2001/77/CE, al fine di produrre energia elettrica, energia meccanica e calore, mediante incentivazione di tipo contributivo o/e fiscale, nonché introducendo l'obbligatorietà di installazione per sistemi che vanno dalla micro alla macrogenerazione di energia elettrica e/o di calore e di sistemi di cogenerazione abbinati all' utilizzo di biogas e/o gas metano, per un apporto non inferiore al 15 per cento dei consumi preventivati o medi annuali relativi ad ogni utenza elettrica con esclusione delle accessorie o/e impianto termico autonomi, siano essi pubblici o privati.
9/5310-bis/2.Daniele Galli.
La Camera,
preso atto delle disposizioni in materia di assicurazioni contro i rischi in agricoltura a seguito di calamità naturali,
considerato che la fornitura di formule integrative da parte dello stesso Assicuratore, può indurre a una non corretta e controllabile attribuzione dei due costi assicurativi (polizza con soglia e polizza integrativa), con il rischio di vedere scaricati gran parte dei secondi, non oggetto di contributo statale, sulle polizze oggetto del contributo. Tale rischio già denunciato nel corso del 2004 da autorevoli commentatori del mondo assicurativo, oltre a prefigurare intenti speculativi/truffe ai danni dello Stato, contribuisce a falsare le basi statistiche su cui le commissioni governative calcolano annualmente i parametri
ministeriali sulle aree territoriali e sulle singole specie;
affinché, in tale quadro di interventi previsti, ferma la legittimità dell' assicurato di ricercare coperture integrative sulle parti di danno escluse dalle polizze oggetto del contributo fino all'80 per cento, si intervenga in modo che sia reso impossibile che diventino oggetto di interventi agevolativi i contratti assicurativi collegati a polizze integrative a copertura delle soglie di danno previste in conformità con quanto previsto dal punto 11.5 degli orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato nel settore agricolo, di cui all'articolo 2 comma 2 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102.
9/5310-bis/3.Amoruso.
La Camera,
premesso che:
le cooperative socialmente utili del comune di Napoli e Palermo svolgono una funzione utile sia per i rispettivi comuni che per le province;
si rende necessario tranquillizzare i sopraddetti lavoratori che ormai da venti e più anni si trovano in questa situazione;
la categoria sopraddetta è ad «esaurimento» prova evidente che attualmente sono numericamente meno della metà del numero iniziale;
ad inserire nel prossimo disegno di legge finanziaria per questa categoria di lavoratori un impegno economico di durata triennale.
9/5310-bis/4. Perrotta, Cicala.
La Camera,
considerato che:
la Corte costituzionale, con sentenza n. 30 del 13 gennaio 2004, ha ritenuto che il perdurante necessario rispetto dei principi di sufficienza ed adeguatezza delle pensioni impone l'individuazione di un meccanismo in grado di assicurare «un reale ed effettivo adeguamento dei trattamenti di quiescenza» alle variazioni del costo della vita che al momento manca;
ad assumere idonee iniziative affinché per ogni nuovo contratto pubblico o privato sia inserita ope legis una clausola che preveda una percentuale di incremento anche per i pensionati del settore e non solo per i dipendenti in servizio. Tale clausola impegna i futuri negoziatori e non comporta alcun onere per il bilancio dello Stato, ma tende ad applicare il principio costituzionale di equità e di rispetto degli articoli 3,36 e 38 della Costituzione.
9/5310-bis/5. Biondi, Rosso, Nan.
La Camera,
premesso che:
la Presidenza della provincia di Latina ha istituto un Organismo di confronto e di indirizzo tecnico-politico denominato Conferenza delle Istituzioni, quale sede di concertazione in cui i parlamentari nazionali e comunitari ed i consiglieri regionali eletti nell'ambito territoriale della provincia pontina, il sindaco di Latina, il Presidente della Camera di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato di Latina, procedono ad esaminare, ai fini dell'adozione di pertinenti iniziative di rispettiva competenza, le questioni di maggior rilievo che interessano i settori economici, culturali e sociali della provincia di Latina;
nella riunione del 5 novembre 2004, la Conferenza delle Istituzioni ha esaminato, tra l'altro, le problematiche relative al mancato sviluppo delle infrastrutture viarie esistenti sul territorio. Si tratta di un fenomeno molto grave che
costringe l'area pontina a versare in grosse difficoltà, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza stradale, la capacità dei trasporti, i collegamenti territoriali e gli scambi economici e culturali. In particolare, è stato rilevato che la provincia di Latina è soffocata da un contesto di collegamenti caratterizzato da un sistema stradale longitudinale fondato sulle statali Appia, Pontina e Flacca, posizionate pressoché nel loro antico tracciato originario, da tempo ormai insufficienti a sostenere l'attuale flusso di traffico e contrassegnate da una elevatissima incidentalità, nonché da un sistema di raccordi trasversali inadeguato in quanto basato su due strade urbanizzate quali la Strada Regionale n. 156 e la Formia-Cassino e su un asse di fondamentale importanza indicato solo sulla carta (SR 148 Cisterna-Valmontone). Ulteriore problema è stato riscontrato nella mancanza di connessione diretta del territorio provinciale con il sistema autostradale nazionale, fatto che impone il collegamento alla «Dorsale appenninica» attraverso la SR 156 Monti Lepini fino al casello della Al di Frosinone;
una adeguata e funzionale rete infrastrutturale di collegamento costituisce un elemento indispensabile per lo sviluppo delle attività economiche dell'intero territorio pontino. Anche il varo di una grande piattaforma intermodale a Latina, il potenziamento dello scalo marittimo di Gaeta, l'ampliamento del mercato ortofrutticolo di Fondi (grosse opportunità di lavoro e di sviluppo per l'economia della provincia di Latina), rischiano di restare delle cattedrali nel deserto se non avranno un servizio di trasporti efficiente e di vie di comunicazione adatti a sostenere un volume di traffico che sarà sempre più sostenuto;
è indispensabile creare una moderna rete stradale per rendere più agevoli e sviluppate le attività commerciali che fanno capo al mercato ortofrutticolo di Fondi, tra i più importanti d'Europa, nonché di un apparato industriale manifatturiero con punte di eccellenza nel chimico-farmaceutico, nell'alimentare e nella meccanica e di un importante distretto agroalimentare, capace di qualificare l'intera filiera del comparto, dalla produzione, alla trasformazione, alla tipizzazione fino alla commercializzazione;
il sistema viario pontino detiene il primato nazionale per tasso di mortalità per incidenti, segnatamente sulle due strade regionali n. 148 e n. 156;
per quanto concerne la strada statale 156 dei monti Lepini, il CIPE ha dichiarato che essa rappresenta uno dei segmenti secondari del «corridoio plurimodale tirrenico-nord Europa» in quanto assicura il collegamento dell'asse pontino, in prosecuzione verso sud della direttrice Civitavecchia-Roma, all'autostrada A1 e quindi all'asse Napoli-Salerno-Reggio Calabria;
tale opera, oltre alla rilevanza ai fini della funzionalità del suddetto corridoio, è significativa per l'utilizzo «regionale e locale», essendo in grado di alleggerire le direttrici di traffico che gravitano tra Latina, Frosinone e Roma;
il progetto di adeguamento comprende 4 lotti, di cui:
a) il primo lotto (Prossedi-Pontinia) è in via di realizzazione;
b) il secondo lotto (Pontinia-Sezze) presenta carattere funzionale in quanto costituisce prosecuzione del primo lotto e si inserisce su una viabilità già esistente, consentendo di by-passare il centro di Sezze che viene così liberato dal traffico pesante di attraversamento;
c) il terzo lotto (Sezze-Latina) ed il quarto lotto (Frosinone-Prossedi) sono dotati di progettazione e valutati ai sensi della legge n. 443 del 2001;
per la realizzazione di tale intervento di adeguamento è stata stanziata la cifra di 291,282 milioni di euro;
in merito alla variante alla strada statale n. 7 «Appia», questa ha una valenza europea, costituendo parte del Corridoio plurimodale Tirreno-Nord Europa.
L'opera, denominata «Pedemontana di Formia», è inserita nelle previsioni programmatiche di realizzazione delle infrastrutture strategiche, come individuate dalla Legge obiettivo e ricomprese nell'ambito del DPEF 2005-2008 ai fini dell'approvazione delle voci della Delibera CIPE 121/2001, e nell'intesa generale quadro tra Governo e la regione Lazio del 20 marzo del 2002, quale completamento del corridoio tirrenico meridionale;
l'intervento è previsto nell'ambito del contratto di programma dell'ANAS 2003-2005 per un importo di 91,3 milioni di euro ed il progetto preliminare, corredato dal relativo studio di impatto ambientale è stato redatto dalla regione Lazio. L'importo complessivo della infrastruttura ammonta a 439.157.500 euro e il tempo previsto per l'esecuzione dei lavori è stimato in 2.190 giorni;
delle due opere di cui si discute risulta improcrastinabile ed urgente la definitiva realizzazione, la provincia di Latina ne ha estrema necessità ed il Governo più volte ha assicurato il proprio impegno a permetterne l'ultimazione, purtroppo però ancora oggi diverse questioni sono aperte e si devono al più presto risolvere per conseguire i risultati attesi;
a porre in essere le occorrenti azioni affinché già dal 2005 si dia inizio agli interventi necessari per dar corso alla totale realizzazione delle due opere citate in premessa (S.S. n. 156 dei «Monti Lepini» e variante alla S.S. n. 7 Appia, «Pedemontana di Formia») di cui ha urgente bisogno il territorio della provincia di Latina, nonché l'intero sistema di infrastrutture del Paese;
ad adottare iniziative in maniera puntuale affinché allo scopo di potenziare la strada statale n. 156 siano eseguiti da parte degli enti competenti i seguenti interventi indispensabili per realizzare tale fine:
a) il ripristino della continuità del traffico lungo il vecchio tracciato da e per Frosinone (impedito dal nuovo tracciato del I lotto dell'opera) allo scopo di eliminare l'isolamento nel quale versa oggi l'intero comprensorio;
b) il miglioramento dal punto di vista della sicurezza dello svincolo per Priverno, attualmente pericoloso a causa delle interferenze con la S.P. Casello n. 50 e la S.P. Roccheggiana;
c) il ripristino delle condizioni di sicurezza della viabilità provinciale e comunale di collegamento resa precaria per il continuo transito di mezzi pesanti;
ad adottare iniziative volte a finanziare il terzo lotto di cui in premessa.
9/5310-bis/6.Burani Procaccini, Ricciuti.
La Camera,
premesso che:
la tutela dei beni culturali è compito precipuo del Ministero per i beni e le attività culturali;
nell'anno 2004 ricorrono 1700 anni dal martirio di Santa Giustina (7 ottobre 304), patrona di Padova, prima martire veneta durante la persecuzione di Diocleziano e Massimiano;
il complesso monumentale che costituisce l'abbazia benedettina di S. Giustina di Padova, con i suoi quindici secoli di vita ininterrotta, rappresenta uno dei più cospicui esempi di continuità culturale del Veneto;
nei secoli l'abbazia assunse e consolidò la sua posizione di importantissimo centro religioso e di cultura; questa chiesa, riccamente decorata di mosaici come le più alte basiliche paleocristiane, rappresentò nel cuore e nella cultura padovana il luogo della più alta sacralità ed identificò il simbolo stesso delle origini cristiane della città;
rappresentando il punto di partenza per l'evangelizzazione del Veneto ed uno dei più importanti del nord Italia;
nei corpi di fabbrica abbaziali ha sede una importante biblioteca pubblica (Biblioteca Statale del Monumento Nazionale di S. Giustina);
il complesso monumentale di Santa Giustina in Padova in virtù delle leggi napoleoniche) risulta essere un bene demaniale, di cui l'Abate è il rappresentante e conservatore, in forza di riconoscimento disposto dal Ministero dell'economia e delle finanze - Direzione generale del demanio;
l'enorme estensione dei corpi di fabbrica monastici, rappresentati da edifici di grande pregio storico-artistico, rende assai complessa l'opera dì conservazione e manutenzione degli edifici: le più semplici attività di manutenzione e gestione quotidiana assorbono la gran parte delle risorse economiche dei monaci, rendendo impraticabili interventi di largo respiro o interventi di manutenzioni straordinarie, con un complessivo programma d'interventi;
nonostante la primaria importanza che il complesso di S. Giustina riveste sia dal punto di vista culturale (è qui custodito e venerato il corpo dell'evangelista S. Luca) che da quello storico, artistico e culturale, non è stato ancora possibile realizzare un organico percorso di visita per fedeli e turisti, come pure non è stato ancora possibile realizzare un'adeguata musealizzazione che illustri in maniera didattica la secolare storia del complesso e ne esponga gli innumerevoli tesori d'arte e di fede, oggetto di numerose visite e pellegrinaggi, soprattutto in occasione del presente anniversario;
recenti eventi atmosferici hanno danneggiato gravemente i tetti, con infiltrazioni d'acqua che anche in questi giorni interessano vaste aree del complesso, con particolare danno per le opere artistiche parietali;
a prevedere urgentemente, in occasione delle celebrazioni per il diciassettesimo centenario del martirio di Santa Giustina, interventi straordinari di tutela del patrimonio storico artistico del complesso monumentale che costituisce l'abbazia benedettina di S. Giustina di Padova.
9/5310-bis/7. Rodeghiero.
La Camera,
premesso che:
valutata la povertà infrastrutturale dei collegamenti della Toscana che ne condiziona negativamente consolidate possibilità di sviluppo;
ad intervenire celermente sulle problematiche organizzative e procedurali che stanno rallentando notevolmente i lavori di raddoppio della variante di valico sul tratto dell'A1 Firenze-Bologna;
a considerare il nuovo tratto autostradale appenninico Lucca-Modena priorità del piano generale dei trasporti;
a ricercare celermente con la regione Toscana ogni utile intesa volta a individuare il definitivo tracciato autostradale Rosignano M.-Civitavecchia che rappresenta l'unico tratto mancante del grande collegamento europeo Londra-Madrid-Palermo;
a riconfermare gli impegni finanziari inerenti il potenziamento ed il raddoppio della linea ferroviaria Pistoia-Lucca-Viareggio;
a ribadire le risorse già destinate ed in parte finalizzate alla realizzazione - nell'area dell'Osmannoro- del progetto integrale del polo tecnologico ferroviario.
9/5310-bis/8. Migliori.
La Camera,
premesso che:
in almeno ottantadue Paesi le mine antipersona lasciate in eredità da conflitti spesso ormai lontani continuano a provocare effetti disastrosi e di lungo periodo sulla sicurezza, la salute, l'agricoltura, l'ambiente, l'economia e le possibilità di sviluppo di popolazioni spesso già impoverite da altri fattori;
ogni anno si registrano quasi 20.000 nuove vittime di mine, delle quali l'80 per cento sono civili e il 20 per cento bambini;
l'Italia è stata tra i leader mondiali nella produzione di questi ordigni e la presenza di mine italiane in Paesi quali Afghanistan, Angola, Cambogia, Iraq, Mozambico, Somalia, ex Jugoslavia continua a mettere in pericolo la popolazione civile e ad ostacolare la ripresa postbellica;
la dotazione stanziata ai sensi della legge n. 58 del 2001 (istitutiva del Fondo per lo sminamento umanitario, approvata dal Parlamento praticamente all'unanimità) per le attività umanitarie contro le mine (bonifica, educazione al rischio mine, assistenza alle vittime) per il periodo 2004-2006 è stata dimezzata rispetto al triennio precedente pur a fronte di una perdurante situazione di emergenza in decine di Paesi;
il Ministero degli affari esteri ha quantificato la cifra necessaria per fare fronte a tale emergenza in 36 milioni di euro su base triennale (contro i 7.746.000 stanziati per il triennio 2004-2006);
si celebrerà quest'anno, nel quinto anniversario della sua entrata in vigore, la prima conferenza di revisione del Trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine antipersona, che conta oggi 142 Stati parte, impegnati - sul fronte politico e su quello finanziario - nella lotta per liberare il mondo dalle mine;
il Parlamento, tenuto conto dei vincoli di bilancio per la legge finanziaria 2005, ritenendo che questo problema vada comunque tenuto conto nel futuro;
a valutare l'opportunità di inserire nella Finanziaria 2006 fondi sufficienti a garantire un adeguamento degli stanziamenti destinati al Fondo per lo sminamento umanitario alle effettive necessità delle popolazioni colpite ed alla responsabilità umanitaria del nostro Paese in quanto ex produttore di mine;
a rinnovare, in occasione della conferenza di revisione del Trattato di Ottawa, che si celebrerà a Nairobi dal 29 novembre al 3 dicembre 2004, il proprio impegno concreto, anche a livello finanziario, a contribuire alla eliminazione della minaccia rappresentata dalle mine nel mondo;
a ribadire l'opportunità che in ogni sede l'Italia si adoperi affinché tutti i paesi sottoscrivano il Trattato di Ottawa.
9/5310-bis/9. (Testo modificato nel corso della seduta). Zacchera.
La Camera,
premesso che:
l'Italia, con un consumo di alluminio di oltre 1.600 mila ton/a è il secondo Paese consumatore del metallo leggero in Europa e dispone di una industria di trasformazione importante e competitiva;
la produzione nazionale di primario copre solo il 12 per cento di detto fabbisogno, il valore più vasto tra i Paesi industrializzati dell'occidente; la produzione di primario è integrata ai comparti industriali a monte (allumina) e a valle (trasformazione e secondario) e ne costituisce una indispensabile salvaguardia;
l'energia elettrica è il principale fattore di costo nella produzione dell'alluminio ed il funzionamento economico degli impianti è strettamente subordinato alla
fornitura di energia elettrica a prezzi sostenibili, ovvero in linea con quelli medi pagati dalla concorrenza europea ed internazionale;
il comparto dell'alluminio primario italiano è stato privatizzato nel 1996 e condizione essenziale per il perfezionamento di tale privatizzazione fu la fornitura agli stabilimenti industriali dell'Europa per un periodo di dieci anni, ossia sino al 31 dicembre 2005;
alle intese sottoscritte all'atto della privatizzazione si diede attuazione tramite il decreto MICA 19 dicembre 1995;
l'accordo del prezzo sull'elettricità è stato approvato in sede UE, ove si è riconosciuto che i termini dell'intesa non potessero configurare un ricorso a «aiuti di Stato»;
nel definire una durata decennale del provvedimento si era ipotizzato che il mercato dell'elettricità si sarebbe evoluto in maniera da poter offrire, trascorso tale periodo, prezzi sostenibili da un operatore in competizione sul mercato internazionale;
il Governo ha preso atto dell'attuale fase di transizione che separa l'Europa da una completa liberalizzazione del mercato dell'energia, (con particolare riferimento alle regioni insulari con carenze di infrastrutturazione) e delle conseguenze particolarmente pesanti per le industrie metallurgiche altamente energivore e, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (nel seguito DPCM) del 6 febbraio 2004 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 93 del 21 aprile 2004, ha deliberato di:
estendere il godimento del decreto MICA del 19 dicembre 1995, originariamente finalizzato alla definizione delle condizioni di fornitura di energia agli smelters di alluminio primario, ad una serie di stabilimenti operanti nella produzione e lavorazione di alluminio, piombo, argento e zinco situati in territori insulari caratterizzati da collegamenti assenti o insufficienti alle reti nazionali di energia elettrica e gas;
estendere il trattamento tariffario del decreto MICA sino al 30 giugno del 2007, data entro la quale gli adempimenti relativi al processo di liberalizzazione del mercato dell'energia dovrebbero essere completati in Europa (articolo 2 del DPCM);
nell'interpretazione finora data al DPCM, non tutti gli stabilimenti beneficerebbero dell'estensione temporale della tariffa energetica speciale. In assenza di una estensione degli attuali prezzi di fornitura dell'energia elettrica, la produzione di alluminio non sarà più in condizione di operare economicamente in Italia e l'attività produttiva potrebbe essere arrestata;
a promuovere una soluzione «ponte» che consenta l'estensione decennale del regime tariffario speciale, di cui ai provvedimenti citati, considerando la possibilità di trasferire benefici significativi anche all'industria di trasformazione.
9/5310-bis/10. Saglia.
La Camera,
premesso che:
il sistema dei trasporti nel nostro Paese è essenzialmente affidato ai mezzi su gomma;
da ciò deriva un aumento dei consumi energetici dì origine petrolifera, in particolare dei carburanti per autotrazione benzina e gasolio che sono cresciuti negli ultimi cinque anni complessivamente del 13 per cento (-14 per cento la benzina, +46per cento il gasolio);
ne consegue un maggiore inquinamento, nonostante il miglioramento della motorizzazione dei veicoli, conseguente ad un aumento del parco circolante e delle percorrenze. Tali evidenze hanno riscontro oggettivo anche nell'aumento del traffico limitato (ZTL) o delle generiche righe blu a pagamento; sono aumentate in particolare
le emissioni di C02 (+22,7 per cento) e PM 10, che in tutte le città hanno segnato sforamenti in particolare più del doppio di quelli previsti dalla legge;
l'OMS ha stimato che nelle prime otto città italiane il 4,7 per cento dei decessi annuali sono attribuibili alle polveri fini, emesse principalmente dai veicoli diesel, insieme a 1.900 ricoveri per disturbi respiratori, 2.700 per disturbi cardiovascolari, e oltre 60.000 casi di bronchiti acute e attacchi di asma nei bambini di età inferiore ai 15 anni;
quanto ai consumi di prodotti petroliferi va ricordato che l'Italia dipende dai fornitori esteri per oltre il 90 per cento;
gli operatori del down-stream segnalano che la produzione dei distillati leggeri (benzina e gasolio per auto) è al punto di saturazione e per soddisfare la crescente domanda debbono acquistare all'estero prodotti finiti non più ottenibili dalla lavorazione delle raffinerie italiane;
in tale contesto il metano utilizzato come carburante trova una maggiore e più marcata ragione d'essere sia sotto l'aspetto energetico che ambientale;
si deve precisare che dal punto di vista ambientale il metano è l'unico carburante che nasce pulito in natura senza bisogno di essere trattato per togliere benzene, zolfo e articolato, interventi di «ripulitura» necessari invece sui carburanti liquidi che poi paga il consumatore sul prezzo del carburante;
il metano per auto riduce tutti gli inquinanti regolamentati (HC, NOx, CO2) rispetto a benzina e gasolio dal 25 al 75 per cento mentre abbatte del 100 per cento quelli di zolfo, benzene e articolato;
l'attuale rete distributiva di metano per auto (470 impianti), se ci fosse domanda, potrebbe già servire un circolante di oltre 1,2 milioni di veicoli rispetto agli attuali 400.000. Con ciò si avrebbero significativi risparmi di carburanti petroliferi e conseguenti sul piano ambientale;
in ambito CE una direttiva del 2001 prevede e raccomanda per il 2020 un parco circolante europeo a metano del 10 per cento del totale. Tale raccomandazione per l'Italia significa un obiettivo di 3,5 milioni di veicoli a metano, con un risparmio ottenibile sui consumi di carburanti di origine petrolifera stimato in un 13 per cento e una correlata diminuzione delle emissioni inquinanti;
a fronte di quanto enunciato, risulta necessario alimentare la domanda per uso di autotrazione. Però gli incentivi del Governo a favore delle trasformazioni di veicoli a metano e per l'acquisto di veicoli di fabbrica non si sono rivelati strumento sufficiente: infatti il consistente risparmio che viene concesso agli automobilisti che utilizzano «diesel» (prezzo del carburante inferiore del 20 per cento a quello della benzina che si aggiunge alla maggiore resa chilometrica del 30 per cento rispetto alla benzina) distolgono l'attenzione degli automobilisti dal metano nonostante ciò sia auspicabile sotto l'aspetto ambientale per attenuare il maggiore inquinamento derivante da un sempre maggiore uso dei veicoli diesel;
ad incentivare ulteriormente un maggiore utilizzo del metano per auto e a tal fine ad adottare iniziative normative volte a sopprimere l'importo - per gli anni 2005-2006 e 2007 - della tassa automobilistica disciplinata dal decreto del Presidente della Repubblica 39/1953 e successive modificazioni, per i veicoli omologati per la circolazione esclusivamente mediante l'alimentazione a gas metano o con gas metano, se dotati di dispositivi tecnici conformi alle norme vigenti.
9/5310-bis/11. Raisi.
La Camera,
premesso che:
l'ispettorato centrale repressione frodi attraverso i propri uffici e i laboratori
svolge un'incisiva e capillare attività di vigilanza sul territorio per prevenire e reprimere le frodi nel settore agroalimentare anche in considerazione della crescente richiesta da parte dei produttori e dei consumatori di difesa della qualità delle produzioni e garanzia della sicurezza agroalimentare;
l'Ispettorato centrale repressione frodi sta attuando la riorganizzazione della propria struttura operativa, anche in applicazione della legge n. 77 del 2004, attraverso il completamento delle assunzioni di personale in modo da pervenire alla copertura dei posti in organico;
rilevato che nell'ambito dell'Ispettorato vi è una grave carenza di personale di qualifica dirigenziale in quanto più del 50 per cento dei posti in organico risultano vacanti e vengono coperti con l'attribuzione di incarichi temporanei di reggenza a funzionari di area C;
la situazione rende più difficile l'attuazione di programmi di controllo nei vari comparti del settore agroalimentare e dei mezzi tecnici di produzione agricola, depotenziando l'azione di contrasto alle frodi e ai fenomeni di concorrenza sleale oltre che di tutela dei consumatori;
il reclutamento di nuovo personale della qualifica dirigenziale si pone come esigenza cruciale e fondamentale per completare il processo di rafforzamento della struttura dell'Ispettorato centrale repressione frodi, per garantire un'efficace attuazione della politica sulla sicurezza agroalimentare italiana e difendere la qualità delle produzioni italiane e tutelare i consumatori;
non è possibile ricorrere alle procedure di mobilità del personale dirigenziale da altre amministrazioni in considerazione della necessità di reclutare personale in possesso di peculiari requisiti tecnici e professionali necessari allo svolgimento dei compiti istituzionali dell'Ispettorato stesso, requisiti, fra l'altro, non rinvenibili presso personale di altre Amministrazioni;
occorre pertanto autorizzare sollecitamente l'Ispettorato centrale repressione frodi all'assunzione, attraverso l'espletamento delle relative procedure concorsuali, dei dirigenti necessari a coprire le vacanze di organico;
ad adottare entro brevissimo tempo un provvedimento legislativo anche con carattere di urgenza, che autorizzi l'Ispettorato centrale repressione frodi all'assunzione, tramite l'espletamento delle relative procedure concorsuali, dei dirigenti necessari a coprire le vacanze di organico e consentire alla struttura di poter svolgere in maniera efficace i propri compiti di difesa dei produttori del settore agroalimentare e di tutela dei consumatori.
9/5310-bis/12. Misuraca, Masini.
La Camera,
premesso che:
nel panorama della produzione e della distribuzione commerciale un ruolo strategico è svolto dai 39 quartieri fieristici distribuiti sul territorio nazionale, nei quali annualmente si svolgono oltre 1.000 manifestazioni di carattere internazionale, nazionale e locale, che permettono ad oltre 200.000 imprese italiane di presentare i loro prodotti a 20 milioni di operatori;
è necessario agevolare il processo di modernizzazione delle fiere italiane, indispensabile per favorire l'adeguamento di esse ai moderni circuiti economici e per permettere alle stesse di risultare competitive rispetto alle fiere straniere, alla luce anche delle recenti stime secondo le quali circa la
metà delle esportazioni italiane transita attraverso le esposizioni fieristiche;
a prendere in considerazione l'ipotesi di introdurre agevolazioni per reinvestimenti nel settore fieristico, prevedendo in particolare che:
a) per l'esercizio in corso alla data di entrata in vigore della legge finanziaria per il 2005 e per i cinque successivi, la parte non superiore al 70 per cento degli utili dichiarati dagli enti fieristici, impiegata nell'investimento in beni strumentali, materiali ed immateriali, effettuato nell'esercizio stesso in cui si chiede l'agevolazione e nei tre successivi, non concorra a formare il reddito imponibile ai fini dell'IRES e dell'IRAP;
b) detta agevolazione competa fino alla concorrenza di tali investimenti, non possa comunque eccedere il reddito imponibile al netto degli ammortamenti calcolati con l'aliquota massima, e debba essere espressamente richiesta in sede di dichiarazione annuale dei redditi con l'indicazione della parte di utili destinata al reinvestimento e di un progetto di massima degli investimenti;
c) tali investimenti consistano nella realizzazione nel territorio dello Stato di nuovi impianti, nel completamento di opere sospese, nell'ampliamento, nella riattivazione e nell'ammodernamento di impianti esistenti, nonché nell'acquisto di beni strumentali nuovi anche mediante contratti di locazione finanziaria; gli investimenti immobiliari debbano essere limitati ai beni strumentali per natura.
9/5310-bis/13. Deodato.
La Camera,
premesso che:
la spesa farmaceutica netta a carico del Servizio sanitario nazionale nel periodo gennaio-luglio 2004 è aumentata del +10,5 per cento rispetto ai primi sette mesi del 2003, attestandosi intorno a 7 miliardi 236 milioni di euro;
negli ultimi anni il settore farmaceutico è stato sottoposto a continue manovre di contenimento;
tali interventi con l'aggiunta dell'importante novità sancita dalla partenza, seppur in ritardo, del mercato del farmaco generico che hanno determinato:
un progressivo abbassamento dei prezzi di rimborso relativamente ai prodotti inseriti nelle liste di riferimento del Ministero della salute (prodotto off-patent);
un importante effetto sul contenimento della spesa a carico del Servizio sanitario nazionale;
l'effetto determinato dall'introduzione del farmaco generico però si è via via indebolito sino agli ultimi dati che mettono in evidenza come al contrario l'aumento della spesa è correlato proprio ad un incremento del prezzo medio dei farmaci prescritti che a sua volta è determinato dallo spostamento delle prescrizioni verso medicinali più costosi, con minime variazioni nella composizione che non ne modificano l'effetto terapeutico. È il caso, ad esempio, dei farmaci non coperti da brevetto (generici e farmaci copia inseriti nel sistema di rimborso di riferimento) che vengono progressivamente abbandonati dai medici in favore di farmaci ancora sotto brevetto e, per questo, più costosi;
il mercato del farmaco generico ancorché partito con grande e grave ritardo (novembre 2001) rispetto agli altri paesi europei fa registrare la sua presenza sul mercato italiano con una minima quota pari a circa il 2 per cento del mercato in valore;
che come dimostrato già ampiamente in altre importanti realtà a livello continentale il farmaco generico rappresenta l'unica valida alternativa a nuovi tagli imposti al sistema farmaceutico o ad altre rinunce richieste ai cittadini (ticket e tasse);
che l'ampliamento del mercato del generico è in grado di liberare importanti risorse da destinare alla ricerca ed allo sviluppo di nuove molecole;
che per un reale e competitivo sviluppo del mercato del farmaco generico è necessario introdurre una serie di modifiche in grado di velocizzare al massimo l'immissione in commercio di tali prodotti superando così ogni eventuale impedimento burocratico in grado di interrompere tale iter con gravi ripercussioni per il contenimento della spesa farmaceutica;
a provvedere, in maniera tempestiva e completa, alla modifica del Regolamento ministeriale sancito dalla legge n. 488 del 23 dicembre 1999, in modo tale che la ditta che ottenga l'Autorizzazione all'Immissione in Commercio (AIC) sia tenuta alla commercializzazione del farmaco entro tre mesi. In caso contrario subentrerà la decadenza dell'Autorizzazione e la conseguente perdita delle spese sostenute per ottenerla e non più la semplice sospensione come avviene attualmente.
Tale modifica dovrà avvenire contestualmente al recepimento della Direttiva n. 27/2004 del 31 marzo 2004 sui farmaci generici, che permette di immettere sul mercato tali farmaci immediatamente dopo la scadenza del brevetto del farmaco originatore.
9/5310-bis/14. Minoli Rota, Di Virgilio, Ercole, Castellani, Cuccu, Borriello, Stagno d'Alcontres, Palumbo, Dorina Bianchi.
La Camera,
premesso che:
la popolazione anziana del nostro paese è in forte crescita con un peso percentuale che ha già superato quello dei giovani al di sotto dei 15 anni (17,3 per cento contro il 14,5 per cento); un distacco che è destinato ad accentuarsi nel tempo: nel prossimo decennio, ad esempio, i giovani tra i 15 e i 34 anni diminuiranno di circa 5 milioni, mentre gli anziani aumenteranno di 1,5 milioni. Nel 2030 avremo 15 milioni di anziani ultrassessantacinquenni, che rappresenteranno il 27 per cento della popolazione, e raggiungerà il 33,4 per cento nel 2050;
con l'avanzamento dell'età vi è anche il peggioramento delle condizioni di salute con tutta una serie di patologie invalidanti, disabilitanti e degenerative che portano alla non-autosufficienza;
le famiglie molto spesso non sono in grado di sostenere il carico fisico, psichico ed economico per assistere adeguatamente gli anziani disabili e non è spesso a causa di insufficienza ed inefficienza delle strutture ospedaliere e dei presidi territoriali, esse devono appoggiarsi a strutture ed associazioni che operano nel volontariato;
sarebbe auspicabile consentire e stimolare tutte le iniziative necessarie a consentire la permanenza degli anziani autosufficienti e non presso il proprio domicilio o presso il proprio nucleo familiare
valuti il Governo la possibilità di:
rendere deducibili i contributi previdenziali e le retribuzioni versate al personale addetto all'assistenza a domicilio delle persone non autosufficienti con certificazione di gravità, come previsto all'articolo 3 comma 3 della legge n. 104 del 1992.
9/5310-bis/15. Di Virgilio, Francesca Martini.
La Camera,
premesso che:
il Ministero delle attività produttive, di concerto con il Ministero per l'innovazione e le tecnologie, sentiti gli altri Ministeri interessati sono impegnati in un'azione complessiva al fine di incentivare
l'aggregazione in rete delle piccole e medie imprese e la cooperazione interaziendale;
sono individuate misure atte alla ricognizione, alla formalizzazione, alla creazione ed al rafforzamento delle reti di imprese attraverso interventi volti a favorire l'adozione di strumenti societari e aziendali di integrazione delle imprese in funzione del recupero di competitività nei loro mercati di riferimento;
per lo sviluppo dei distretti industriali sono sia necessarie per favorire sia l'adozione di strumenti che, attraverso le reti di impresa, contribuiscano alla riqualificazione produttiva ed il recupero di competitività degli insediamenti produttivi distrettualizzati sia l'individuazione di strumenti che attraverso le reti di impresa siano in grado di valorizzazione le potenziali o inespresse vocazioni produttive territoriali;
l'economia globalizzata richiede il favorire la formazione di partenariati e collaborazioni tra imprese e gli altri soggetti o centri di competenze per la creazione di filiere complesse, inoltre la formazione di reti di impresa per qualificare la produzione in funzione dei bisogni dei consumatori e degli utenti, anche attraverso strumenti di certificazione e/o qualificazione collettiva o attraverso marchi collettivi;
è necessario dotare le piccole imprese di strumenti manageriali strutturati per la produzione di economie di scala e per la cooperazione interaziendale e favorire l'allestimento di strutture e servizi che, per filiera e/o per settore, completino la dotazione di risorse e competenze esistenti a livello di singole imprese, in modo da rafforzarne gli orientamenti innovativi e la capacità competitiva,
ad introdurre con proprio decreto a provvedere all'istituzione, alla formalizzazione, alla creazione ed al rafforzamento delle reti di imprese.
9/5310-bis/16. Polledri, Didonè.
La Camera,
premesso che:
il Servizio sanitario nazionale provvede a trattenere mensilmente sulle competenze dovute alle farmacie, ai sensi dell'articolo 1, comma 40, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, a titolo di sconto, una quota crescente in funzione del prezzo di vendita al pubblico delle specialità medicinali, al netto dell'IVA;
a fronte di tale meccanismo di progressività degli sconti, si sono registrate dinamiche di spesa che hanno determinato una tendenza costante ad uno spostamento delle prescrizioni verso nuovi farmaci, di prezzo più elevato e pertanto sottoposti ad aliquote di sconto più pesanti;
negli ultimi sette anni l'incidenza dello sconto sulla spesa farmaceutica lorda, in particolare per effetto delle dinamiche inflazionistiche registrate nell'intero periodo, è passata dal 3,82 per cento al 5,50 per cento;
avuto riguardo a tali dinamiche il Ministero delta salute, ai sensi dell'articolo 52, comma 6, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, avrebbe dovuto provvedere, sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative del settore, alla revisione annuale degli intervalli di prezzo e i limiti di fatturato sui quali applicare le predette aliquote;
nel periodo 1997-2003 si è registrato un tasso di inflazione effettivo pari, complessivamente, al 15,8 per cento;
a prevedere la possibilità, in sede di attuazione delle suindicate disposizioni - mediante la revisione degli intervalli di prezzo su cui operano le aliquote a titolo di sconto - di definire una indicizzazione in misura coerente con i tassi di inflazione registrati nel periodo preso in esame delle
fasce di prezzo dei medicinali sulle quali viene calcolata la quota trattenuta dal Servizio sanitario nazionale, nonché dei limiti di fatturato previsti per l'applicazione delle agevolazioni per le farmacie rurali e a basso fatturato.
9/5310-bis/17. (Testo modificato nel corso della seduta). Moroni.
La Camera,
premesso che:
il Governo è impegnato in un'azione di complessiva razionalizzazione della spesa pubblica, anche attraverso una gestione ottimale delle risorse terapeutiche disponibili ai fini di un contenimento dei costi a carico del Servizio sanitario nazionale;
i farmaci OTC sono specialità medicinali di comprovata sicurezza ed efficacia, acquistabili senza bisogno di ricetta medica, per le quali è consentita la comunicazione diretta al pubblico;
i farmaci OTC non sono rimborsati dal Servizio sanitario nazionale e costituiscono l'opzione terapeutica più indicata per il trattamento di disturbi lievi e transitori;
l'attuale classificazione dei farmaci OTC non risponde alla necessità di una chiara e precisa identificazione di questi medicinali, il cui corretto ed appropriato ricorso costituirebbe un elemento di positivo contributo al contenimento dei costi a carico del Servizio sanitario nazionale;
ad introdurre con apposita norma una classe ad hoc «D» per i farmaci OTC.
9/5310-bis/18. (Testo modificato nel corso della seduta). Ercole.
mettere a disposizione del comparto pataticolo, settore non regolamentato da propria OCM, risorse adeguate,
a disporre anche per Il triennio 2005-2007 della copertura finanziaria per i necessari interventi annualmente previsti con adeguati finanziamenti per ciascuno degli anni 2005, 2006 e 2007 così come avvenuto negli anni trascorsi. Tali interventi risultano compatibili con le norme comunitarie in materia di aiuti di Stato al settore agricolo. Tale compatìbilità si evidenzia peraltro dalla circostanza che nel corso di questi anni la Commissione europea non ha posto alcun divieto al loro sostegno, pur non avendo provveduto a dotare il comparto di una propria OCM.
La Camera,
a proseguire gli interventi di risanamento di cui alla legge 1o luglio 1997, n. 206, allo scopo prevedendo uno specifico finanziamento per un periodo di almeno tre anni della legge medesima.
La Camera,
a proseguire gli interventi di risanamento di cui alla legge 1o luglio 1997, n. 206, allo scopo prevedendo uno specifico finanziamento per un periodo di almeno tre anni della legge medesima.
La Camera,
ripristino delle condizioni socio-economiche ed ambientali essenziali ai fini della ripresa delle normali attività produttive;
a prevedere uno specifico intervento finalizzato a favorire il ripristino delle condizioni socio-economiche ed ambientali essenziali ai fini della ripresa delle normali attività produttive in favore delle imprese agricole ed agroalimentari operanti nei comuni del Nord colpite dagli eventi calamitosi degli ultimi due anni.
La Camera,
a ripristinare le agevolazioni sull'IVA in materia di agricoltura trasformando il regime da speciale in ordinario, al fine di evitare l'incertezza provocata nel settore da un susseguirsi di proroghe annuali.
La Camera,
a consolidare l'aliquota IRAP sull'attuale livello dell'1,9 per cento e prevedere, in ogni caso, un piano di progressiva e significativa riduzione nell'ambito del più generale programma di riduzione delle imposte.
La Camera,
a prevedere la concessione di specifiche agevolazioni fondate sull'eliminazione dell'accisa sul gasolio destinato allo svolgimento delle attività di cui all'articolo 2135 del codice civile da parte degli imprenditori agricoli che operano nei piccoli comuni montani con meno di 5000 abitanti.
La Camera,
ad individuare modalità opportune affinché l'Agenzia Italiana del farmaco adotti misure che consentano l'utilizzo esteso dei marchi per le specialità medicinali e la registrazione come OTC in Italia anche di quei farmaci che già lo sono in almeno due Paesi dell'Unione europea.
La Camera,
a completare gli interventi in favore delle imprese colpite dall'influenza aviaria, al
fine di consentire il ripristino delle condizioni economiche, produttive e strutturali preesistenti l'epidemia stessa, prevedendo uno specifico finanziamento per un periodo di almeno 3 anni.
La Camera,
ad espletare ogni tentativo, affinché nelle competenti sedi comunitarie, sia riaperta la questione dell'attribuzione all'Italia di un quantitativo nazionale in linea rispetto al nostro potenziale produttivo ed al fabbisogno di latte sul mercato interno nazionale.
La Camera,
a valutare l'opportunità di rivedere le scelte compiute prevedendo anche la costituzione di un centro di eccellenza con la specificità della prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dei tumori e delle malattie legate all'area industriale della provincia di Siracusa.
La Camera
a valutare l'opportunità di prevedere, onde assicurare la compatibilità socio-ambientale dei contratti d'area, previsti dalla legge 23 dicembre 1996 n. 662, in relazione ai territori interessati, ulteriori strumenti agevolativi per i Comuni in cui sono localizzate le attività produttive di cui al citato strumento di programmazione negoziata, finalizzati all'attuazione dei protocolli di legalità allegati al C.d.A. alla realizzazione di nuove infrastrutture e al miglioramento di quelle esistenti.
La Camera,
a valutare l'opportunità di partecipare direttamente alla realizzazione di manifestazioni politiche e culturali nell'area del bacino del Mediterraneo al fine di agevolare il dialogo interreligioso e le relazioni interculturali per rilanciare nuove forme di cooperazione e partenariato, a partire dalla organizzazione della manifestazione «Luci dal Mediterraneo» giunta alla sua IV edizione.
La Camera,
a tutti gli immobili destinati ai profughi di cui alla predetta legge 137 del 1952 e successive modificazioni»;
ad emanare, nel più breve tempo possibile, norme finalizzate a chiarire e ad integrare sia l'articolo 4 della legge n. 350 del 24 dicembre 2003 commi 223, 224 e 225 sia le altre norme disciplinatiti la materia degli immobili dei profughi per risolvere i seguenti problemi:
La Camera,
agricole, frutticole e sull'esportazione di uva da tavola e dall'incremento delle importazioni di frutta dalla Cina;
a prevedere l'adozioni di provvedimenti idonei a consentire maggiori agevolazioni sia alle imprese ortofrutticole che a quelle impegnate nella produzione di uva da tavola, anche attraverso la visualizzazione dei prezzi all'origine nei punti vendita al dettaglio, il rifinanziamento dei contratti di programma e di interventi per il rinnovamento degli impianti di coltivazione di uva da tavola nei territori I.G.P. (indicazione geografica protetta), controlli più severi sulla qualità e sulla sicurezza alimentare dei prodotti e l'abbattimento dei contributi previdenziali, costi di trasporto e di imballaggi.
La Camera,
ad introdurre con apposita norma una classe ad-hoc per i farmaci OTC, e ad individuare modalità opportune affinché l'Agenzia italiana del Farmaco adotti misure che consentano l'utilizzo estesa dei marchi per le specialità medicinali e la registrazione come OTC in Italia anche di quei medicinali che già lo sono in almeno due Paesi dell'Unione europea.
La Camera,
alla crescita del capitale reale di una collettività sia in senso materiale che immateriale;
ad adottare gli opportuni provvedimenti onde evitare che la realizzazione di progetti di natura culturale siano resi impossibili a causa dell'applicazione da parte della Cassa depositi e prestiti di una interpretazione restrittiva del principio di cui ai. commi citati in premessa, eliminando pertanto un freno alla crescita del patrimonio culturale, sociale, educativo e ambientale di una popolazione e di un territorio.
La Camera,
a prendere in considerazione un intervento legislativo di modifica della legge Galli che consenta una gestione integrata del servizio idrico più consone alle esigenze dei piccoli comuni di montagna, assicurando comunque la trasparenza, l'efficacia, l'efficienza e l'economicità del servizio.
La Camera,
di crescita dell'area dal punto di vista infrastrutturale, turistico e di immagine;
ad adottare gli opportuni provvedimenti diretti ad inserire le opere viarie della Valtellina in un quadro di finanziamento di opere statali, al fine di garantire le risorse necessarie per poter procedere all'appalto del 1o lotto funzionale delle infrastrutture indispensabili al regolare svolgimento dei campionati mondiali di sci del 2005.
La Camera,
ad estendere per motivi di equità e giustizia fiscale detta deduzione agli ex lavoratori frontalieri in stato di quiescenza ed oggi esclusi.
La Camera,
a verificare la possibilità di istituire un fondo rotativo per finanziare la concessione di prestiti d'onore agli studenti universitari che abbiano superato gli esami dell'anno precedente.
La Camera,
sportive dilettantistiche, e dalle centinaia di migliaia dì volontari che le animano e in considerazione del fatto che tali società operano in condizioni finanziarie di grande difficoltà si invita il Governo a proporre al CONI di destinare non meno del 50 per cento dei contributi aggiuntivi previsti dall'emendamento del Governo per le attività dilettantistiche.
La Camera,
a promuovere iniziative per garantire l'aumento degli stanziamenti dedicati alla categoria dei grandi invalidi, rifinanzianziando la citata legge n. 288 del 2002, ovvero ad introdurre e agevolare forme alternative di assistenza.
La Camera,
a stanziare un contributo a favore di ANAS Spa per permettere tale inizio.
La Camera,
a sostenere una politica fiscale a favore delle famiglie che mantengono ed assistono al loro interno persone con disabilità gravi e gravissime come definite dalla legge n. 104.
La Camera,
a definire i requisiti tecnici del sistemi elettronici di identificazione e controllo degli apparecchi da intrattenimento di cui all'articolo 110 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, comma 6 e 7, delle schede di gioco, intese come l'insieme di tutte le componenti hardware e software del congegno stesso, e dei documenti attestanti il rilascio dei nulla osta di cui all'articolo 38 della legge 23 dicembre 2000 n. 388, commi 3 e 4, tali da assicurarne la controllabilità a distanza indipendentemente dal posizionamento sugli apparecchi e dal materiale che si frappone fra chi è preposto alla lettura dei dati e l'apparecchio stesso. I sistemi dovranno
poter garantire l'effettuazione dei controlli anche in forma riservata. Ad ogni nulla osta dovrà corrispondere almeno un sistema elettronico di identificazione. Gli eventuali costi di rilascio dei predetti documenti o sistemi sono a carico dei richiedenti.
La Camera,
a reintegrare nei tradizionali termini e quantitativi lo stanziamento triennale per il «Fondo Trieste» ed il «Fondo Gorizia» di cui alla legge istitutiva del fondo stesso.
premesso che:
la coltivazione della patata è presente in tutte le regioni del nostro Paese, e la possibilità di raccogliere il prodotto per 10 mesi l'anno consente all'Italia di avere una specificità che la rende unica in ambito europeo;
nonostante un costo di produzione elevato, circa 3500 euro/ha, l'offerta si è ormai consolidata in circa 2.2-2.3 milioni di tonnellate, per una PLV di circa 600 milioni euro, che consente di dare importanti risposte sotto l'aspetto socio-economico ai produttori, soprattutto nelle aree marginali e meridionali, sia per le imprese agricole che per l'ampio indotto ad esse collegato (associazionismo, cooperazione, commercio e industria di trasformazione);
il settore della patata è l'unico tra i grandi comparti agricoli non ancora disciplinato da una specifica organizzazione comune di mercato, e ciò costituisce motivo di incertezza per tutte le componenti della filiera, ancor più oggi con l'allargamento dell'Unione europea a 25;
dal 1989 ha sempre beneficiato di interventi nazionali tesi a favorire la stipula di accordi interprofessionali per il prodotto destinato alla trasformazione industriale e lo stoccaggio presso strutture di conservazione ad alta tecnologia, garantendo così un'equilibrata offerta del prodotto sul mercato per dodici mesi all'anno e riducendo notevolmente i rischi di crisi che caratterizzavano il comparto negli anni precedenti;
al fine di rendere possibile una corretta programmazione degli investimenti, sempre più volti alla qualificazione del prodotto (anche attraverso l'introduzione della rintracciabilità di filiera) prevenendo altresì eventuali perturbazioni di mercato nel settore delle patate nel prossimo triennio 2005-2007, sarebbe opportuno
9/5310-bis/19. (Testo modificato nel corso della seduta). de Ghislanzoni Cardoli.
premesso che:
le misure per la lotta obbligatoria contro la flavescenza dotata della vite di cui al decreto ministeriale 31 maggio 2000 non sono risultate sufficienti a risolvere una situazione fitosanitaria che per molti imprenditori agricoli, in specie nelle regioni settentrionali, continua, ancora oggi, ad essere di particolare gravità;
il permanere della situazione di cui sopra contribuisce a rendere particolarmente difficoltoso il ripristino delle condizioni socio-economiche ed ambientali essenziali ai fini della ripresa delle normali attività produttive da parte degli imprenditori interessati;
9/5310-bis/20.Francesca Martini.
premesso che:
gli interventi di risanamento delle aree colpite dalle infezioni di Sharka e di Erwinia Amiylovora, previsti ai sensi della legge 1o luglio 1997, n. 206 non sono risultati sufficienti a risolvere una situazione fitosanitaria che per molti imprenditori agricoli, in specie nelle regioni settentrionali, continua, ancora oggi, ad essere di particolare gravità,
il permanere della situazione di cui sopra contribuisce a rendere particolarmente difficoltoso il ripristino delle condizioni socio-economiche ed ambientali essenziali ai fini della ripresa delle normali attività produttive da parte degli imprenditori interessati;
9/5310-bis/21.Stucchi.
premesso che:
nelle estati degli ultimi due anni numerose imprese agricole ed agroalimentari ad Nord, hanno patito gli effetti di gravi e, per intensità, staordinarie calamità di natura metereologica;
che, a seguito delle avversità meteorologiche di cui sopra molte imprese non sono ancora riuscite a realizzare il
9/5310-bis/22. (Testo modificato nel corso della seduta). Luciano Dussin.
premesso che:
le attività agricole per i rapporti che le legano all'ambiente ed al territorio presentano pecularità tali da renderla sostanzialmente diversa dalle altre attività economiche e da giustificare la necessità dì specifici interventi pubblici di sostegno;
l'applicazione, agli agricoltori, di un regime speciale dell'imposta sul valore aggiunto (IVA) costituisce una delle tradizionali forme di intervento in favore del settore;
oramai da cinque anni, il regime speciale dell'IVA è soggetto a proroga annuale, generando una situazione di provvisorietà che, di fatto, si traduce in una permanente incertezza che non consente agli agricoltori di disporre dei riferimenti necessari per programmare al meglio le loro attività;
9/5310-bis/23. (Testo modificato nel corso della seduta). Fontanini.
premesso che:
l'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) è una imposta, la cui corretta applicazione richiede che il calcolo della base imponibile avvenga attraverso la differenza tra l'ammontare dei corrispettivi e la somma degli acquisti soggetti a registrazione al fini dell'imposta sul valore aggiunto (IVA);
nel settore agricolo, per l'esistenza di un regime speciale per l'IVA e del conseguente esonero dall'obbligo della tenuta della contabilità ordinaria è, di fatto, impossibile giungere alla corretta determinazione della base imponibile, ai fini dell'applicazione dell'IRAP;
stante l'impossibilità di determinare la corretta base imponibile ai fini IRAP, l'onerosità dell'applicazione di tale imposta al settore agricolo è stata limitata attraverso il contenimento dell'aliquota, prorogata di anno in anno al livello provvisorio dell'1,9 per cento, inferiore a quello che era, inizialmente, previsto per l'imposta a regime (4,25 per cento);
l'applicazione di una aliquota agevolata consente di limitare l'onerosità dell'imposta, ma non risolve il problema della sua applicazione al settore agricolo che, per quanto sopra, è riconducibile alla determinazione della base imponibile;
9/5310-bis/24. (Testo modificato nel corso della seduta). Didonè.
premesso che:
la presenza delle attività umane e, in specie di quelle agricole, è di fondamentale importanza ai fini della tutela e della valorizzazione delle risorse economiche sociali ed ambientali delle aree montane;
le azioni volte alla tutela ed alla valorizzazione delle risorse presenti sul territorio sono, da tempo, considerate prioritarie nell'ambito delle politiche di sviluppo rurale e regionale promosse dall'Unione europea nel quadro delle attività dei fondi a finalità socio-strutturale;
le misure a sostegno dello sviluppo delle aree meno favorite e, più in genere, di quelle caratterizzate da situazioni di particolare svantaggio, quali le aree montane rivestono primaria importanza, ai fini del perseguimento del più generale obiettivo dell'integrazione economica e sociale e, quindi, della riduzione degli squilibri interni al Paese;
9/5310-bis/25. (Testo modificato nel corso della seduta). Caparini.
premesso che:
il Governo è impegnato in un'azione di complessiva razionalizzazione della spesa pubblica, anche attraverso una gestione ottimale delle risorse terapeutiche disponibili ai fini di un contenimento dei costi a carico del Servizio sanitario nazionale;
i farmaci OTC sono specialità medicinali di comprovata sicurezza ed efficacia, acquistabili senza bisogno di ricetta medica, per le quali è consentita la comunicazione diretta al pubblico;
i farmaci OTC non sono rimborsati dal Servizio sanitario nazionale e costituiscono l'opzione terapeutica più indicata per il trattamento di disturbi lievi e transitori;
l'attuale classificazione dei farmaci OTC non risponde alla necessità di una chiara e precisa identificazione di questi medicinali, il cui corretto ed appropriato ricorso costituirebbe un elemento di positivo contributo al contenimento dei costi a carico del Servizio sanitario nazionale;
9/5310-bis/26.Rizzi.
premesso che:
nelle regioni del Nord e, in specie in Veneto e Lombardia, si concentra più del 25 per cento della produzione europea (UE a 15) di carni avicole;
gli allevamenti veneti e lombardi furono duramente colpiti dall'epidemia di influenza aviaria del 2000, le cui conseguenze non sono ancora oggi superate, anche a causa dell'incompleto intervento di parte pubblica che, pure, ai sensi della legge 218/1998, avrebbe dovuto essere pronto ed adeguato;
9/5310-bis/27.Bricolo.
premesso che:
la riforma delle norme nazionali di attuazione del regime comunitario delle quote latte, realizzata lo scorso anno, a seguito della conversione in legge 119/2003 del decreto-legge 49/2003 ed entrata «a regime» all'inizio dell'anno in corso, non ha consentito il superamento del complesso dei problemi pregressi accumulatisi nel corso di quasi un ventennio durante il quale l'Italia è stata gravemente inadempiente in materia di applicazione del suddetto regime comunitario;
la previsione, delineata a seguito della recente riforma della politica agricola comunitaria, di confermare fino al 2013 il regime delle quote per il settore lattiero caseario e l'ampliamento a nuovi Paesi membri dell'Unione europea accrescono il disagio dei produttori italiani che si trovano costretti a misurarsi, da un lato con il problema della storica insufficienza dei quantitativi assegnati e, dall'altro lato, con una crescente concorrenza all'interno del mercato europeo;
9/5310-bis/28. (Testo modificato nel corso della seduta). Vascon.
premesso che:
la provincia di Siracusa è stata esclusa dalla possibilità di diventare sede di un «polo sanitario di eccellenza» per la cura delle patologie (tumori e malformazioni prenatali in particolare) derivanti dalla presenza dell'area petrolchimlca Augusta-Priolo-Melilli;
nell'accordo concluso dal ministero con i presidenti delle regioni Sicilia e Calabria rientra invece la realizzazione di poli di eccellenza a Messina;
la proposta di realizzazione di un centro di diagnosi e cura dei tumori a delle malformazioni prenatali a Siracusa si ispira anche alla specificità del territorio che ha una documentata incidenza di patologie legate alla presenza del polo petrolchimico, già dichiarato area ad alto rischio ambientale;
9/5310-bis/29.Giuseppe Gianni.
premesso che:
i contratti d'area, strumento negoziale definito nella legge 23 dicembre 1996 n. 662, sono nati per recuperare, bonificare e riconvertire la produzione di vaste aree industriali dismesse e sono collocati in territori segnati da rilevanti dismissioni di grandi impianti industriali chimici e siderurgici, con tutte le conseguenti difficoltà di riconversione settoriale e di riqualificazione ambientale;
tali strumenti hanno avuto i propri punti di forza nella disponibilità di terreni attrezzati, nella competitività dei costi d'acquisto di capannoni e/o lotti industriali, nelle semplificazioni previste in termini di autorizzazioni e concessioni, nella disponibilità di risorse umane e nella competitività del costo del lavoro;
tra i punti di debolezza, invece, va annoverata prioritariamente la diffusa carenza infrastrutturale che contraddistingue le realtà territoriali su cui si sono insediati gli strumenti in questione. Essi, infatti, pur avendo previsto agevolazioni, non soltanto finanziarie, per le imprese che si sono insediate, non hanno erogato alcuna risorsa che servisse a potenziare i territori ospitanti in materia di infrastrutture e di compatibilità socio-ambientale;
in conseguenza di quanto premesso, nei comuni dove si sono insediati i C.d.A., alcuna risorsa è stata destinata per realizzare e/o potenziare le infrastrutture viarie necessarie, per adeguare le condutture fognarie comunali e/o i depuratori, per potenziare i servizi alle imprese o per offrire servizi socio-sanitari adeguati alle imprese ed agli operatori insediatisi;
non sono state potenziate, inoltre, le difese contro i possibili fenomeni naturali (erosione delle coste che, in qualche caso, mettono a rischio gli insediamenti) o contro i fattori inquinanti, né sono state destinate risorse per l'attivazione dei Protocolli di legalità che, però, sono stati ritenuti ineludibili al fine dell'attivazione stessa degli strumenti;
in questa situazione si accentua il rischio di una frattura tra le aree industriali e i territori circostanti e che non si offrono alle imprese stesse condizioni infrastrutturali e di sicurezza idonee, soprattutto in quei territori più esposti al rischio criminalità;
occorre subito fornire concrete risposte per lo sviluppo futuro di tutti gli insediamenti in questione, dei territori in cui gli stessi sono insediati e dei lavoratori che concorreranno al raggiungimento degli obiettivi prefissati;
9/5310-bis/30.Naro.
premesso che:
il processo avviato con la Conferenza euromediterranea dei ministri degli esteri, tenutasi a Barcellona nel 1995, al fine di creare legami forti e durevoli tra i Paesi del Mediterraneo, attraverso una politica di interdipendenza, fondata sull'uguaglianza, sulla reciprocità e sulla mutua responsabilità, ha assunto una rilevante importanza politica;
il bacino del Mediterraneo descrive una area geopolitica le cui tensioni per le caratteristiche culturali ed i trascorsi storici che le ispirano necessitano di peculiari condizioni di partenariato tra le nazioni ed i popoli;
l'approssimarsi della scadenza dell'istituzione dell'arca di libero scambio che attraverso la creazione di nuove opportunità di investimento nell'ambito di una cooperazione internazionale determinerà condizioni ideali alla crescita sociale ed economica e che l'Unione europea non potrà mantenere ed accrescere la propra prosperità se non sarà in grado di fornirne lo sviluppo anche nei paesi che si trovano nelle immediate vicinanze, contribuendo a riequilibrare le più evidenti disparità;
nei ultimi anni numerosi soggetti pubblici e privati hanno manifestato interesse all'area del Mediterraneo investendo risorse economiche e culturali e hanno evidenziato, pur nel raggiungimento di risultati anche apprezzabili, una carenza di coordinamento politico, che provoca una dispersione e discontinuità nelle loro attività;
l'associazione parlamentari euromediterranei, l'associazione nazionale dei comuni italiani, l'unione delle università del Mediterraneo costituiscono un comitato aperto ai soggetti istituzionalmente riconosciuti al fine di creare momenti di partenariato politico e culturale per sollecitare quelle sinergie che consentono di realizzare nuove opportunità di investimento e di migliorare la qualità degli interventi nei paesi dell'area del Mediterraneo;
9/5310-bis/31.Grillo.
premesso che:
il programma di costruzione degli edifici da assegnare ai profughi, ai sensi dell'articolo 18 e segg. della legge 137/52, è stato riproposto negli esercizi 1957-58 1959-60 dall'articolo 4 della legge 173/58 e per gli esercizi 1960-61, 1962-63 dall'articolo 5 della legge 1219/60;
l'obbligo invece di riserva dei posti, di cui all'articolo 17 della legge l37/52, è stato dapprima prorogato con l'articolo 3 della legge 173/78 ed infine introdotto come precetto di efficacia permanente dell'articolo 34 della legge 763 del 26 dicembre 1981 alla cui stregua «la regione territorialmente competente riserva a favore dei profughi un'aliquota di alloggi compresa da i programmi di intervento in materia di edilizia economica popolare non inferiore al 15 per cento. In tale contesto normativo si sono inserite la legge 865/71 e i decreti del Presidente della Repubblica n. 1036/72 e n. 1037/72;
tali norme hanno normato pure il destino del profughi, nel senso che le due provvidenze dei profughi, disciplinate dalla legge 137/52 - originariamente distinte: sono state unificate nell'unica forma della riserva (ex articolo 17);
con l'articolo 1 comma 24 della 560/93 che consentiva la vendita degli alloggi di edilizia economica popolare a favore degli assegnatari, è stata prevista, per la particolare categoria dei profughi, la possibilità di acquisizione degli stessi, alle condizioni di particolare favore e cioè il 50 per cento del costo di costruzione;
in senso contrario, a tale possibilità, si era espressa la Corte di cassazione con decisione 13949 del 13 dicembre 1999 la quale aveva affermato che la possibilità di acquisizione del bene alle condizioni di miglior favore può essere interpretata solo nel senso che, a quel trattamento, hanno diritto solo i profughi assegnatari degli alloggi realizzati e costruiti per loro ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 18 della legge n. 137 del 1952;
nel comma 3 dell'articolo 45 della legge n. 388 del 2000 è prevista la proroga sino al 30 dicembre 2005 del termine per le domande di cessione in proprietà di alloggi di profughi di cui all'articolo 1, 17-18 della legge 4 marzo 1952 n. 137 e successive modificazioni nonché all'articolo 1 comma 24 della legge 24 dicembre 1993 n. 560;
il comma, inoltre, prosegue nel senso che le disposizioni relative al prezzo degli alloggi (50 per cento del costo di costruzione di ogni singolo alloggio) «si applica
per chiarire ulteriormente la problematica, la direttiva della Presidenza del Consiglio dei ministri del 21 febbraio 2002 ha ribadito questi concetti e ha chiarito che con l'articolo 45 comma 3 della legge 13 dicembre 2000 n. 388 si era inteso estendere la facoltà di acquisto alle condizioni di miglior favore a tutti gli alloggi realizzati a favore dei profughi, sia ai sensi dell'articolo 18 sia ai sensi dell'articolo 17 (e cioè in quota di riserva);
successivamente con l'articolo 4 comma 223-224-225 della legge 24 dicembre 2003 n. 350 si è ritenuto di apportare quei chiarimenti necessari per risolvere i problemi che erano stati sollevati dagli ex I.A.C.P. nonché per conferire chiarezza in materia.
tuttavia, ben lungi dall'operare chiarimenti, le nuove norme hanno fatto sorgere un nuovo contenzioso, tant'è vero che Federcasa, e cioè l'associazione che riunisce tutti gli ex Istituti autonomi case popolari, l'ha interpretata nel senso esattamente opposto a quello che era l'intendimento del legislatore e che era stato recepito, per l'appunto, nella direttiva della Presidenza del Consiglio dei ministri del 21 febbraio 2002;
tutto ciò premesso e considerato;
1) rendere effettivo il diritto di tutti i profughi ad acquisire alle condizioni di miglior favore di cui al comma 24 articolo 1 della legge n. 560 del 1993 gli alloggi che, a prescindere dalla data di costruzione, dalla natura dell'ente proprietario dell'immobile e dalla legge di finanziamento, abbiano ottenuto in assegnazione o siano stati ad essi riservati ai sensi degli articoli 17 e 18 della legge n. 137 del 1952 e successive modificazioni nonché l'articolo 34 della legge n. 763 del 1981;
2) che tale diritto venga esteso anche ai familiari conviventi nonché ai loro eredi;
3) che venga prorogato il termine previsto per la domanda di acquisizione degli immobili ubicati nell'intero territorio nazionale almeno sino al 31 dicembre 2008, prorogando il termine che attualmente l'articolo 45 comma III della legge n. 388 del 2000 ha stabilito nel 30 dicembre 2005;
4) che vengano emanate disposizioni chiarificatrici per quanto concerne il vincolo di destinazione d'uso gravante sugli immobili realizzati o assegnati ai profughi, a prescindere dall'anno di costruzione, dall'ente proprietario ovvero dalla relativa legge di finanziamento, statuendo che tale vincolo di destinazione non può essere modificato, tranne nel caso in cui risultino liberi e ben tre bandi di concorso riservati alla categoria dei profughi siano andati deserti;
5) per quanto concerne gli immobili ad uso diverso da quello abitativo, affinché venga individuata nella Federazione degli esuli, l'ente deputato a individuare l'associazione ad essa aderente, avente personalità giuridica, come il soggetto titolato a richiedere l'acquisto di tali immobili.
9/5310-bis/32.Leone Annamaria.
premesso che:
Le imprese siciliane impiegate nel settore ortofrutticolo e dell'uva da tavola incontrano già da alcuni anni serie difficoltà, acuita dal recente ingresso nell'Unione europea dei nuovi Paesi del bacino mediterraneo, la cui economia è fondata prevalentemente sulle produzioni
9/5310-bis/33. (Testo modificato nel corso della seduta). Drago.
premesso che:
il Governo è impegnato in un'azione di complessiva razionalizzazione della spesa pubblica, anche attraverso una gestione ottimale delle risorse terapeutiche disponibili ai fini di un contenimento dei costi a carico del Servizio sanitario nazionale;
visto che i farmaci OTC sono specialità medicinali di comprovata sicurezza ed efficacia acquistabili senza bisogno di ricetta medica, e per le quali è consentita la comunicazione diretta al pubblico e che i farmaci OTC non sono rimborsati dal Servizio sanitatio nazionale, e costituiscono l'opzione terapeutica più indicata per il trattamento dl disturbi lievi e transitori;
considerato che l'attuale classificazione del farmaci OTC non risponde alla necessità di una chiara e precisa identificazione di questi medicinali, il cui corretto e appropriato ricorso costituirebbe un elemento di positivo contributo al contenimento dei costi a carico del Servizio sanitario nazionale;
9/5310-bis/34. (Testo modificato nel corso della seduta). Dorina Bianchi, Maninetti, Lucchese, Peretti.
premesso che:
in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, il comma 16 dell'articolo 3 della legge 350 del 24 dicembre 2003 stabilisce che le regioni a statuto ordinario, gli enti locali, le aziende e gli organismi di cui agli artico1i 2, 29 e 172, comma 1, lettera b), del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ad eccezione delle società di capitali costituite per l'esercizio di servizi pubblici, possono ricorrere all'indebitamento solo per finanziare spese di investimento;
il successivo comma 18 del medesimo articolo definisce quelle che possano essere considerate spese per investimenti e quindi finanziabili attraverso l'indebitamento;
in particolare la lettera d) del comma 18 inserisce tra le spese anche quelle relative agli «oneri per beni immateriali ad utilizzo pluriennale»;
non è tuttavia chiarito se il concetto di investimento possa avere un significato più ampio intendendosi con esso ricomprendere qualsiasi fattore che contribuisce
9/5310-bis/35.Giuseppe Drago.
esaminato l'AC n. 5310-bis, recante «disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato» (legge finanziaria 2005);
tenuto conto che la legge 5 gennaio 1994, n. 36, cosiddetta «legge Galli», recante «disposizioni in materia di risorse idriche», con lo scopo di riorganizzare il sistema dei servizi idrici in Italia ed assicurare l'integrazione territoriale e funzionale delle diverse attività del ciclo dell'acqua nel servizio idrico integrato, ha previsto la costituzione di ambiti territoriali ottimali - ATO - e la gestione in forma unitaria dei servizi dl acquedotto, fognatura e depurazione;
considerato che, nonostante siano passati 10 anni dall'entrata in vigore della legge n. 36 del 1994 e nonostante in essa fossero previsti termini perentori dì sei mesi, la riforma non è stata ancora completata e ciò dimostra la necessità, di interventi immediati diretti a colmare le lacune legislative e le storture riscontrate nell'applicazione della legge stessa che impediscono di gestire meglio la risorsa acqua e ottimizzare il servizio idrico;
tenuto conto che la stessa legge n. 36 del 1994, all'articolo 9, concernente la disciplina della gestione del servizio idrico integrato, al fine di salvaguardare le forme e le capacità gestionali degli organismi esistenti che rispondono a criteri di efficienza, di efficacia e di economicità, prevede la possibilità della gestione integrata del servizio idrico anche con una pluralità di soggetti e di forme di gestione, previo coordinamento dei gestori, a livello di ambito ottimale, da parte di un unico soggetto;
tenuto conto altresì che soprattutto nei piccoli comuni delle realtà montane alpine e appenniniche, spesso composti da frazioni sparse sul territorio, ove gli acquedotti comunali e i fontanili sono comunemente gestiti in economia, si riscontrano le maggiori difficoltà di applicazione di una rigida disciplina sul gestore unico dell'ATO, mettendo in difficoltà le amministrazioni comunali e rendendo critica la situazione di gestione per i cittadini utenti del servizio idrico;
9/5310-bis/36.Guido Rossi, Parolo.
esaminato l'AC n. 5310-bis, recaante «disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato» (legge finanziaria 2005);
tenuto conto che lo svolgimento dei mondiali di sci del 2005 nella Valtellina rappresenta, per la Valtellina e per la regione Lombardia, non solo un'occasione sportiva ma anche un'ulteriore possibilità
considerato che per la migliore riuscita del progetto sportivo si stanno già impegnando tutte le realtà locali, regione, provincia, comuni, comunità montana e anche privati sponsorizzatori, che con tutte le risorse disponibili appoggiano l'organizzazione dell'evento;
tenuto conto che nonostante le risorse fino ad oggi messe a disposizione, sia da parte dello Stato sia da parte della regione, per assicurare la realizzazione delle infrastrutture funzionali allo svolgimento dei campionati mondiali, la Valtellina è ancora penalizzata da una viabilità assolutamente inadeguata e dalla mancanza di vie di comunicazione con i territori oltre confine e con la rete autostradale nazionale ed europea;
tenuto conto altresì che soprattutto le strade statali 36 e 38, che raggiungono il collasso già con gli incrementi del traffico del fine settimana, si dimostrano attualmente insufficienti a sopportare le punte di traffico conseguenti allo svolgimento di un evento sportivo così importante come quello dei mondiali di sci;
considerato che l'accessibilità alla Valtellina rientra tra le opere di importanza strategica della legge obiettivo come da delibera CIPE n. 121 del 21 dicembre 2001;
tenuto conto che i progetti per la nuova strada statale 38, tratto Colico-Tartano, è in fase di definitiva approvazione e di completamento dell'istruttoria speciale ex «Legge obiettivo» presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
9/5310-bis/37.Parolo.
premesso che:
l'articolo 32 comma 29 della legge finanziaria tutt'ora in discussione ha prorogato per l'anno 2005, per i lavoratori frontalieri in attività di servizio, una deduzione fiscale, già prevista all'articolo 2, comma 11 della legge 27 dicembre 2002 n. 289;
9/5310-bis/38. Bornacin.
premesso che in Italia la percentuale degli studenti universitari laureati è del 9 per cento mentre la media europea è del 23 e che i fondi della legge n. 390 del 1991 vengono usati per borse di studio senza un rientro delle somme versate,
9/5310-bis/39. (nuova formulazione) Buontempo.
in considerazione del fatto che lo sport italiano viene sostenuto dal contributo decisivo delle circa 100.000 società
9/5310-bis/40. Paolone, Lolli.
ricordato che:
la conclusione del servizio obbligatorio di leva ha fatto venir meno l'assistenza degli accompagnatori militari per i grandi invalidi;
lo Stato si è fatto carico di tale problema tramite l'approvazione della legge 27 dicembre 2002, n. 288 («Provvidenze in favore dei grandi invalidi»), che concede un assegno mensile sostitutivo di 878 euro;
la legge prevede la successiva estensione dell'assegno sostitutivo a tutti coloro che fruivano dell'accompagnatore militare;
a tal fine, è necessario reperire risorse aggiuntive per finanziare l'apposito fondo costituito dall'articolo 2 della medesima legge;
9/5310-bis/41. (Testo modificato nel corso della seduta). Campa.
premesso che:
per consentire all'inizio dei lavori relativi alla strada statale n. 38 previsti dalla delibera del 21 dicembre 2001 per l'accesso alla Valtellina,
9/5310-bis/42. Scherini.
in sede di approvazione della legge finanziaria per il 2005,
9/5310-bis/43. Castellani.
9/5310-bis/44. (Testo modificato nel corso della seduta). Gianfranco Conte.
premesso:
il tradizionale impegno a favore dell'economia triestina e giuliana;
le difficoltà derivanti dal recente ingresso della Slovenia nell'Unione europea, che determina la delocalizzazione di imprese e condizioni di sfavore per l'economia triestina e giuliana;
9/5310-bis/45. (Testo modificato nel corso della seduta) Menia, Romoli.