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PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, dovremmo ora passare all'esame del punto n. 3 dell'ordine del giorno, recante la discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge 8 settembre 2004, n. 237, in materia di interventi urgenti nel settore dell'aviazione civile e delega al Governo per l'emanazione di disposizioni correttive ed integrative del codice della navigazione.
Chiedo al presidente della IX Commissione, onorevole Romani, in che modo ritenga di procedere.
PAOLO ROMANI, Presidente della IX Commissione. Signor Presidente, vi è l'intesa fra tutti i gruppi per riprendere l'esame di tale punto dell'ordine del giorno alle 14,30, al fine di consentire al Comitato dei nove di riunirsi alle 14. È stato già compiuto un importante lavoro preparatorio e ritengo pertanto che vi sia la possibilità di concludere i lavori del Comitato dei nove in tempo utile per la ripresa della seduta alle 14,30.
ANTONIO BOCCIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BOCCIA. Signor Presidente, la vicenda del decreto-legge in materia di aviazione civile fa la sintesi di tutti gli interventi svolti dai colleghi della maggioranza e dell'opposizione negli ultimi tre anni e mezzo sull'andazzo con il quale si procede nei lavori della Camera dei deputati in questa legislatura.
Si tratta di un decreto che è stato trasmesso alla Camera dei deputati nella tarda serata di ieri. È stata imposta una riunione della Commissione competente, affinché nottetempo provvedesse ad esaminarlo. Le norme regolamentari che stabiliscono, ad esempio, l'acquisizione del parere del Comitato per la legislazione, delle relazioni tecniche, dei pareri delle
altre Commissioni, non ultima la Commissione bilancio, sono state trasgredite dalla Presidenza della Camera.
Successivamente, si è tentato in extremis questa mattina, con una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo che non è approdata ad alcun risultato unanime, di introdurre ulteriori elementi di confusione.
Quindi la decisione di procedere in questo modo nell'andamento dei lavori, più che altro, è stata presa dal Presidente della Camera, che si è assunto la responsabilità di insistere affinché il decreto-legge fosse comunque sottoposto l'attenzione dell'Assemblea.
Presidente, stamani, in maniera occasionale e grazie soltanto alla perizia, alla capacità e alla solerzia dei funzionari del Servizio assemblea, sono giunti gli emendamenti, approvati anche questi nottetempo o di prima mattina. Ci sono stati concessi così 15 o 20 minuti di tempo per presentare i subemendamenti: se proprio fosse stato necessario, come lei sa è meglio evitare di disturbare il manovratore... Con i tempi del Senato apportare delle modifiche comporta sempre dei problemi!
Quindi, siccome i nostri lavori dovevano concludersi intorno alle 13,50, sarebbe stato meglio evitare perdite di tempo perché i colleghi del nord devono prendere gli aerei... e perché a Roma è prevista la firma del Trattato costituzionale. Presidente, ora si chiede di riprendere i lavori alle 14,30, quando certamente la maggioranza garantirà il numero legale; saranno tutti presenti a compiere il proprio dovere come l'opposizione. Ma poi magari in Commissione avverrà qualche «ciambottamento»... Insomma Presidente, continuiamo a procedere con un andazzo piuttosto disdicevole. Mi rendo conto che lei non potrà che prenderne atto e annunciare che proseguiremo l'esame del provvedimento alle 14,30. Mi consenta però, a fine seduta, di rivolgere il mio solito «pistolotto» perché né il nostro gruppo né, soprattutto, io come persona, condividiamo questo andazzo (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. La ringrazio anche per la sua sincerità, che è una dote che, quando è veramente sentita, illustra la politica. Le devo ricordare che molti dei suoi rilievi attengono alle modalità con le quali alcune scelte vengono assunte in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo. La funzione del Presidente in quella sede è di raccogliere il massimo dei consensi e, in caso di dissenso, assumere le determinazioni opportune, o, comunque, quelle ritenute necessarie.
In questa situazione siamo tutti, mi permetto di dirlo, parti lese, a cominciare da chi, come il sottoscritto, si trova qui da stamani insieme al Presidente Casini, per cercare di realizzare ciò che, senza una certa discontinuità che riconosco, potrebbe realizzarsi in maniera migliore.
Le ricordo che nella Conferenza dei presidenti di gruppo, dove qualche volta partecipo come uditore (nel senso che non prendo mai la parola), avrei piacere di ascoltare questi stessi concetti dai rappresentanti dei gruppi, che spesso in quella sede assumono un maggiore e caratteristico riserbo.
La ringrazio nuovamente per il suo intervento, del quale informerò il Presidente Casini.
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