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PRESIDENTE. L'onorevole Loiero ha facoltà di
AGAZIO LOIERO. Signor ministro, lei vede che cosa sta succedendo in Calabria? C'è un escalation continua di criminalità che avanza. La 'ndrangheta è diventata la più importante associazione criminale del mondo (così si dice nei rapporti di polizia). Mentre tutto questo avviene a livello planetario, in Calabria intimidazioni e violenze agli amministratori locali e agli imprenditori, ai semplici lavoratori sono storie di ogni giorno.
PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha facoltà di rispondere.
CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Veramente, signor Presidente, la situazione è esattamente l'opposto di quella che descrive l'onorevole Loiero, perché l'attenzione del Governo e dello Stato nei confronti di questi problemi è altissima.
un'operazione coordinata dalle procure di Catanzaro e di Roma contro la 'ndrangheta calabrese. Il 2 ottobre sei persone sono state arrestate dalla DIA di Reggio Calabria in esecuzione di un ordine di carcerazione. Il 4 ottobre cinque uomini sono stati arrestati a Vibo Valentia nell'ambito di un'operazione denominata «superbotto». Il 6 ottobre vi sono stati tredici arresti in un'operazione condotta dai carabinieri a Catanzaro.
PRESIDENTE. L'onorevole Loiero ha facoltà di replicare.
AGAZIO LOIERO. Mentre il ministro Giovanardi parlava, mi sono immedesimato in quei pochi calabresi che sono ora davanti alla televisione. Il suo è un messaggio di tranquillità, ma è veritiero? Tutto ciò è avvertito dalla popolazione?
CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Anch'io ho fornito delle cifre!
AGAZIO LOIERO. Mi ascolti per darle l'idea del confronto, le ricordo che il personale della sola squadra mobile di
Palermo ammonta a 320 unità! Questa è la dimostrazione della sottovalutazione assoluta di questo fenomeno.
Insomma, questa regione è sotto assedio: il 2 ottobre, ad Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone, un boss della 'ndrangheta, Carmine Arena, è stato ucciso con un bazooka; a Vazzano, due operai che lavoravano al riciclaggio dei rifiuti sono stati feriti (lavoravano presso un'azienda di cui è comproprietario il presidente degli imprenditori calabresi, Callipo). Tutto questo sembra avvenire nell'indifferenza dello Stato.
Qualche mese fa si è recato sul posto il direttore centrale della Criminalpol De Sena, il quale ha illustrato un piano per fronteggiare questa escalation di criminalità. Ora, siccome di questo piano non se ne è fatto più nulla, ci chiediamo se dobbiamo rassegnarci, in quanto calabresi, a questo stato di cose.
Ricordo, fra le altre, l'operazione condotta il 6 settembre dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di finanza, nella quale sono state arrestate settanta persone per reati che vanno dall'associazione di tipo mafioso a quella finalizzata al traffico di stupefacenti, nonché per omicidio, usura e rapina. Altre 90 persone sono state tratte in arresto il 22 settembre dall'Arma dei carabinieri, sempre per associazione mafiosa, traffico internazionale di stupefacenti, estorsione ed altri gravi reati, in
Tutto questo dimostra che l'incontro, che è avvenuto su incarico del ministro Pisanu, del vicecapo della Polizia con i responsabili della Calabria nel mese di luglio, sta dando dei risultati molto significativi, anche se mi rendo conto che stiamo parlando di centinaia di persone arrestate, quindi, di un fenomeno molto vasto. Tuttavia, questi successi e queste operazioni sono stati determinati sulla base di un piano che ha previsto l'intensificazione immediata del controllo del territorio, anche con l'impiego di unità specialistiche delle Forze di polizia e l'avvio, tramite l'attività di coordinamento dei prefetti, della progettualità necessaria per l'adozione di nuove tecnologie finalizzate alla sorveglianza di aree sensibili e alla conclusione, entro la fine dell'anno, di operazioni di polizia di rilievo, come quelle che stanno avvenendo, con informative già presentate all'autorità giudiziaria.
Ricordo, inoltre, la realizzazione di attività investigative preventive volte all'attuazione anche di misure patrimoniali di prevenzione antimafia, nonché la messa a punto, d'intesa con il commissario per il coordinamento delle iniziative antiestorsione, dello snellimento delle procedure di accesso ai fondi; la predisposizione di mirati progetti tecnologici, concordati anche con gli enti locali, per l'elevamento degli standard di sicurezza, da finanziare anche con i fondi europei del programma operativo nazionale sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d'Italia.
Per rendere fattibili queste iniziative, nell'ottica del potenziamento degli uffici della Polizia di Stato nella regione Calabria, è previsto entro l'anno un'ulteriore assegnazione di 52 unità presso le diverse sedi portando l'organico, attualmente già di 4.240 unità, a 4.470 unità.
Quindi si tratta di 250 unità ulteriori rispetto all'organico attuale.
Questo sforzo straordinario, compiuto a luglio, sta già conseguendo dei risultati importantissimi grazie ad un'attività di contrasto giornaliera, che ha portato a operazioni tese a sgominare, come avvenuto sul territorio, associazioni di tipo mafioso e della 'ndrangheta, con l'arresto di numerosi soggetti implicati in queste attività.
Visto che le ha evocate, vorrei fornire anch'io alcune cifre. Ministro, nelle nostre zone il personale di polizia è totalmente insufficiente. Le fornisco delle cifre che renderanno l'idea dello squilibrio esistente in Italia e di quanto il problema della criminalità sia insufficientemente valutato dal Governo. Nella provincia di Crotone, dove si è verificato il gravissimo incidente del bazooka, il personale di polizia ammonta ad un totale di 255 unità, delle quali 32 sono addette alla squadra mobile. Le ricordo, inoltre, che a Crotone si vive l'emergenza profughi, che impegna molto personale di polizia. A Vibo Valentia ci sono 300 poliziotti, di cui 30 ... Ministro, perché gesticola? Sto fornendo delle cifre non contestabili!
In conclusione, sa in quali condizioni versano le procure calabresi? Si tratta di piccole procure, fatiscenti, trascurate, dove si verificano - quasi giornalmente - delle intimidazioni ai procuratori. Vorrei che di ciò si prendesse atto. Avremmo preferito (intervengo anche a nome dei colleghi Camo e Meduri; è un problema che avvertiamo tutti) che fosse presente il ministro dell'interno, anche per dare una certa solennità al confronto.