Allegato B
Seduta n. 515 del 27/9/2004

%


Pag. I

INTERROGAZIONI PER LE QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA

BOCCHINO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il trasporto ferroviario gestito da Trenitalia s.p.a continua ad essere condizionato da disservizi, quali affollamento delle carrozze, soppressione delle corse su molte linee, frequenti ritardi dei treni, scarsa informazione ai passeggeri, pulizia non effettuata a bordo e nelle stazioni, mancata esposizione dell'orario ferroviario, mancata esposizione degli indicatori del binario di partenza che rendono incresciose ed insostenibili le condizioni in cui i passeggeri sono costretti a viaggiare;
il preoccupante dato è emerso oltre che da una inchiesta condotta a cavallo tra il 2002-2003 dalla associazione dei consumatori «Altroconsumo», anche dai monitoraggi compiuti dalle Regioni nell'esplicazione dei loro poteri di controllo, quale il Veneto che ha rilevato 200 infrazioni, la Toscana che ha denunciato numerosi episodi di ritardo su gran parte delle linee della rete regionale per problemi strutturali legati alla scarsa manutenzione, le aree meridionali che continuano a registrare un servizio sempre più inadeguato e carente;
nell'ultimo contratto di servizio pubblico 2002-2003 stipulato tra il ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la società Trenitalia s.p.a. sono state inserite disposizioni volte a garantire un livello ottimale di qualità dei servizi offerti nel rispetto di indicatori e standard predefiniti, nonché modalità per il monitoraggio dei servizi prestati;
l'articolo 10 del contratto suddetto prevede che il ministero delle infrastrutture e trasporti effettui una valutazione dei servizi prestati ai fini dell'adempimento degli obblighi contrattuali, anche in ambito regionale ed un meccanismo di penalità per il mancato conseguimento degli obiettivi di qualità;
l'articolo 12, comma 1, secondo capoverso, del citato contratto dispone che il ministero parteciperà alla valutazione delle procedure di rilevazione della qualità percepita dall'utenza sulla quale sono basati i fattori e gli standard di qualità previsti dall'articolo 7;
la Trenitalia s.p.a. ha adottato, per rafforzare il rapporto di trasparenza e di confronto leale con la propria clientela, la Carta dei Servizi «nazionale» per i servizi di mobilità a media e lunga percorrenza e 21 Carte di servizi regionali per le singole mobilità locali con le quali ha assunto una serie di impegni qualitativi e quantitativi e ha precisato i fattori che determinano la «Qualità del Servizio»;
con le suddette Carte la Trenitalia s.p.a. ha rinnovato l'impegno della Società, fornendo uno strumento per tenere vivo il rapporto di collaborazione e di confronto sia con i singoli clienti, sia con le associazioni che li rappresentano, sia con gli enti con cui ha sottoscritto i singoli contratti di servizio;


Pag. II


l'articolo 9, comma 4, del Contratto di Servizio 2002-2003 riconosce al Ministero, secondo le modalità organizzative e temporali che ritiene più opportune, rilevazioni e controlli per verificare il rispetto degli impegni contrattuali da parte della società -:
quali iniziative il Ministro intenda adottare e se non ritenga opportuno effettuare quelle rilevazioni e controlli sui servizi effettivamente resi da Trenitalia s.p.a. per riuscire a garantire all'utente collegamenti ferroviari rapidi, affidabili e decorosi e trasformare così il trasporto ferroviario in una valida ed ecologica alternativa ad altri mezzi di trasporto.
(4-07338)

Risposta. - In merito all'atto parlamentare cui si risponde, che riguarda soprattutto i servizi regionali, per quanto di competenza, si evidenzia che tali servizi per le regioni a statuto ordinario, a seguito dell'attuazione del decreto legislativo n. 422 del 1997, come modificato dal decreto legislativo n. 400 del 1999, non sono più di diretta competenza dello Stato e sono regolati direttamente dalle regioni mediante appositi Contratti di Servizio stipulati fra Trenitalia spa e le competenti Autorità regionali.
Di conseguenza, per tali servizi non trova applicazione il Contratto di Servizio nazionale che, tra l'altro, regola - per quanto attiene al trasporto ferroviario a media e lunga percorrenza - una quota soltanto del totale dei servizi erogati dall'impresa ferroviaria (Espressi nazionali notturni).
In merito alla qualità dei servizi in autonomia commerciale si evidenzia che dall'inizio del 2003 è di fatto interrotto il meccanismo che subordinava l'autorizzazione agli aumenti tariffari al raggiungimento di specifici standard di qualità e le tariffe sono, di fatto, invariate dal 2001.
La Carta dei Servizi costituisce un impegno assunto dall'impresa ferroviaria nei confronti dei propri utenti sul quale il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha sistematicamente esercitato un controllo e formulato le proprie valutazioni richiedendo all'impresa ferroviaria modifiche o integrazioni; analogamente, sono stati puntualmente acquisiti dati atti a verificare l'andamento effettivo della qualità nei servizi in questione, ovvero a verificare il livello di conseguimento degli obiettivi posti dalla Società nella Carta dei Servizi.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.

BUEMI e SANDI. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
il signor Aldo Cugnasco di Asti, che aveva sottoscritto dei contratti con Tele + e Stream nel gennaio 2003, si è ritrovato, dopo l'acquisizione delle due emittenti da parte della Sky, ad avere dei servizi diversi e nettamente inferiori rispetto a quelli pattuiti e previsti dai precedenti contratti di abbonamento;
in seguito a questa situazione il signor Cugnasco, a cui non era stato tempestivamente comunicato il cambio del gestore e le conseguenti differenze di servizi, decise di disdire il contratto e comunicò, il 21 ottobre 2003, tale decisione a Sky Italia, cercando, al contempo, di consegnare il decodificatore e la smart card all'ufficio della Sky service di zona, che però si rifiutò di prenderli in consegna in quanto non abilitato e non in possesso del modulo di reso;
da mesi, ormai, il signor Cugnasco, che si è trovato costretto a farsi assistere da un legale, sta cercando di risolvere il proprio contratto con la Sky Italia che continua a richiedere i pagamenti, ignorando tutto quanto viene ad essa comunicato tramite regolari raccomandate con ricevuta di ritorno;
le condizioni generali di abbonamento dovrebbero essere fornite agli utenti in condizioni di effettiva leggibilità, senza necessità di far ricorso, come accade adesso, ad una lente di ingrandimento -:


Pag. III


se sia a conoscenza di situazioni simili nell'intero territorio nazionale e della loro entità e se non ritenga di dover adottare iniziative normative volte a modificare il quadro legislativo vigente, secondo l'interrogante inadeguato a tutelare in modo effettivo le esigenze informative degli utenti.
(4-10087)

Risposta. - Al riguardo, nel rammentare che con decisione del 2 aprile 2003 la Commissione europea ha autorizzato la concentrazione Newscorp/Telepiù, dando vita alla piattaforma unica satellitare Sky, si fa presente che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) è stata incaricata dalla predetta Commissione europea di garantire che tale operazione non comportasse disagi agli ex abbonati Telepiù.
In proposito la delibera 334/03/CONS della predetta Autorità recante «Disposizioni procedurali relative alla risoluzione delle controversie attribuite all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ai sensi della decisione della Commissione europea COMP/M.28376 del 2 aprile 2003», stabilisce che in caso di controversia tra la piattaforma unica e i suoi abbonati è applicabile la procedura di cui all'allegato A alla delibera 182/02/CONS.
Tale procedura prevede che in prima istanza sia esperibile presso il Corecom (comitato regionale per le comunicazioni) un tentativo di conciliazione, senza costi per l'utente, nel quale le parti possano giungere ad una soluzione di comune accordo della controversia.
Si segnala, peraltro, che nel caso in cui il Corecom non sia attivo o non risulti delegato dall'Autorità, il tentativo potrà essere svolto innanzi agli organi non giurisdizionali di risoluzione delle controversie in materia di consumo che rispettino i principi sanciti dalla raccomandazione della Commissione 2001/310/CE, ai sensi dell'articolo 12 della delibera 182/02/CONS.
Qualora il tentativo di conciliazione non abbia successo, l'utente potrà attivare, in alternativa al ricorso al Giudice ordinario, una seconda fase della procedura attraverso un'istanza di definizione della controversia da inoltrare all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, la quale provvede con atto vincolante (articolo 4 della citata delibera 334/03/CONS).
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.

BULGARELLI. - Al Ministro della difesa, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
gli organi di stampa hanno riferito in questi giorni dell'aggravamento delle condizioni di salute di alcuni tra i numerosi militari italiani ammalatisi dopo la missione in Kossovo; è noto che in quella occasione - come peraltro in Bosnia, Somalia e Iraq - i nostri militari furono esposti agli effetti dell'uranio impoverito senza disporre delle necessarie protezioni;
la letteratura scientifica internazionale ritiene ormai accertato il legame tra l'utilizzo di proiettili ad uranio impoverito e l'insorgere di neoplasie maligne; la stessa commissione Mandelli, insediatasi nel 2000, non escluse la possibilità di tale legame; nel maggio del 2003, inoltre, l'Università di Modena ha effettuato analisi su alcuni militari reduci dal Kossovo ammalatisi di leucemia riscontrando la presenza di metalli pesanti nel midollo -:
se non ritenga opportuno istituire una nuova commissione d'inchiesta medico-scientifica che appuri in maniera definitiva, con il supporto di una casistica purtroppo notevolmente accresciutasi nel tempo, la reale incidenza dell'esposizione all'uranio impoverito sull'insorgere delle malattie riscontrate nei nostri militari.
(4-08833)

Risposta. - La Difesa pone grande attenzione sulla tematica dell'Uranio impoverito e si è impegnata nella ricerca di verità scientifiche in tutte le direzioni e con la massima determinazione.
Sino ad ora le indagini effettuate e gli studi condotti, sia in ambito nazionale che internazionale, non hanno dimostrato scientificamente l'esistenza di un nesso di causalità tra l'utilizzo di munizionamento


Pag. IV

contenente Uranio impoverito - peraltro mai usato dalle Forze Armate italiane - e le patologie riscontrate nei militari.
Nell'ambito delle iniziative finalizzate all'accertamento dei casi di tumore ed eventuali fatti espositivi eziopatogenetici verificatisi nell'impiego nelle aree operative di Bosnia e Kosovo, è stato previsto (ex legge n. 27/2001) un monitoraggio volontario e gratuito su tutti i cittadini italiani che si fossero trovati in quelle zone a far data dall'agosto 1994.
In esito a ciò, il ministero della difesa, con l'attivazione della Commissione ministeriale tecnico-scientifica presieduta dal professor Mandelli, ha avviato, sin dal 2001, il monitoraggio sui militari in servizio che ne avessero titolo, secondo un protocollo definito dalla Commissione.
Con il decreto interministeriale 22 ottobre 2002, che ha formalmente recepito il protocollo definito dalla commissione Mandelli nel 2001, sono state disciplinate le modalità di accesso a tale iniziativa per tutte le altre categorie di cittadini italiani presenti nelle medesime aree balcaniche (personale della polizia di Stato, personale di rappresentanza diplomatica e familiari, organizzazioni non governative, eccetera).
Infine, con l'Accordo Stato-regioni del 30 maggio 2002 è stato attivato un Comitato tecnico-scientifico interministeriale, presieduto dal ministero della salute, con partecipazione di rappresentanti del ministero della difesa e di altri comparti interessati, con il compito di dirigere le necessarie iniziative volte a dare piena realizzazione a tutte le attività previste dal monitoraggio stesso.
Le suddette attività comportano, fra l'altro, l'implementazione di un archivio informatico centralizzato del personale avente titolo al monitoraggio. L'archivio consentirà l'accurata registrazione di tutte le patologie tumorali del personale in questione.
Per quanto attiene, invece, all'ipotesi eziopatogenetica di alcune forme tumorali, insorte in area balcanica e presuntivamente legate all'inalazione di nanoparticelle liberate in seguito all'impatto di dardi all'Uranio impoverito con strutture corazzate o rinforzate, essa è tuttora priva di sostegno scientifico e di una corretta metodologia statistica.
L'ipotesi al momento non appare verificabile, per due motivi:
a) l'imprescindibile necessità di un approccio bioptico di confronto di tipo invasivo eticamente non proponibile in studi su soggetti sani;
b) l'impossibilità a prevedere le sedi di deposito delle microparticelle nel corpo umano.

A tal riguardo, nella ricerca di verità scientifiche ha preso corpo uno studio teso a superare l'iniziale focalizzazione al solo Uranio impoverito, ed in grado di fornire una risposta esaustiva ai molti dubbi in materia.
Lo studio, recentemente avviato, riprendendo anche le raccomandazioni contenute nella relazione finale della citata, commissione tecnico-scientifica, sviluppa un'indagine prospettica seriale sulle unità militari attualmente operanti nel teatro iracheno.
Il protocollo di una simile ricerca - la prima a livello mondiale - è il risultato di un ponderato lavoro di revisione scientifica promosso dal professor Mandelli, congiuntamente alla Sanità Militare e vede la partecipazione di Istituzioni nazionali di rilievo internazionale.
Con questo studio, denominato SIGNUM (Studio sull'Impatto Genotossico nelle Unità Militari), potranno essere identificati eventuali nessi di causalità o concausalità esistenti fra fattori genotossici eventualmente presenti nelle aree di operazioni e patologie degenerative.
Si deve, infine, rimarcare come tale studio prenda in esame non solo l'eventuale impatto genotossico dell'Uranio impoverito, ma anche molti fattori di pericolo, capaci di lasciare un segno anche indiretto della loro esistenza ed azione, mediante campionamento ed analisi incrociate su diverse matrici biologiche (urina, sangue e capelli).
È evidente come, sulla base delle indicazioni risultanti da detto studio potranno essere tratti utili indirizzi per meglio comprendere, ed eventualmente gestire, le problematiche sanitarie ipotizzate.


Pag. V


In conclusione, nulla si sta tralasciando per acquisire ulteriori elementi di certezza sulla questione e si intende fermamente procedere sino alla determinazione di conoscenze scientifiche che consentano di comprendere il fenomeno nei suoi aspetti eziologici, diagnostici e profilattici.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.

CENTO. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
con decreto del 24 gennaio 2001 il Ministero delle comunicazioni ha soppresso, presso l'Istituto Superiore delle Comunicazioni e delle Tecnologie dell'informazione, l'ufficio 9 denominato «analisi dei materiali e servizi postali» istituendo conseguentemente un nuovo ufficio denominato «studio e ricerca», in un settore di attività sociali ed economiche in forte espansione, che utilizzano le telecomunicazioni come indispensabile supporto, con particolare riferimento alle caratteristiche tecniche, di qualità, di riservatezza, di sicurezza e di interoperabilità relative ai servizi di telelavoro, telemedicina e teledidattica -:
quali siano ad oggi i risultati conseguiti dalla creazione dell'ufficio «studio e ricerca»;
quante persone siano applicate presso il suddetto ufficio e se esse siano sufficienti a sviluppare i programmi stabiliti nel 2001 dal Ministro interrogato, soprattutto per quanto riguarda l'applicazione del telelavoro in particolare nel settore pubblico.
(4-08827)

Risposta. - Al riguardo si ritiene opportuno riassumere brevemente l'evoluzione che, negli ultimi anni, ha interessato il ministero delle comunicazioni e, di conseguenza, anche l'Istituto superiore delle comunicazioni e delle tecnologie dell'informazione (ISCT).
Tale Istituto - all'epoca denominato Istituto superiore delle poste e delle telecomunicazioni - è stato, fino al 1992, l'organo esecutivo tecnico-scientifico comune delle due aziende facenti capo all'allora ministero delle poste e delle telecomunicazioni, ovvero l'amministrazione poste e telecomumcazioni (P.T.) e l'Azienda di Stato per i servizi telefonici (ASST).
Come è noto la legge n. 58 del 1992 ha sancito la privatizzazione dell'ASST e, pertanto l'ISCTI è rimasto organo tecnico-scientifico della sola Amministrazione p.t.
La legge n. 71 del 1994, a sua volta, ha disposto la trasformazione dell'amministrazione p.t. in ente pubblico economico con l'obbligo della successiva trasformazione in società per azioni, trasformazione regolarmente avvenuta il 28 febbraio 1998.
A seguito delle vicende suddette l'ISCTI ha perso parte del suo personale ma non ha visto ridimensionare le proprie competenze in materia di telecomunicazioni che, peraltro, sono state riaffermate dall'articolo 12, comma 2, della citata legge n. 71 del 1994.
Con l'istituzione dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni - avvenuta ad opera della legge n. 249 del 1997 - il cui personale, in prima attuazione della citata legge, è stato reclutato tramite una selezione del personale dipendente dal Ministero delle comunicazioni, l'organico dell'ISCTI ha subito la perdita di due dirigenti e di quattro unità di alto livello, mentre i compiti allo stesso assegnati sono stati incrementati con l'affidamento di nuove competenze.
Dal contesto normativo sinteticamente delineato emerge che sarebbe stato anacronistico il mantenimento di un ufficio con compiti di «analisi dei materiali e dei servizi postali», mentre risultava necessario creare un ufficio dedicato a studi e ricerca nei settori emergenti nel campo delle tecnologie dell'informazione.
Pertanto, pur in presenza di una carenza di personale aggravata dal blocco delle assunzioni riguardante la pubblica amministrazione, è stato istituito l'ufficio in parola che prevedeva una fase iniziale di programmazione dell'attività con graduale applicazione di personale altamente specializzato, in relazione agli obiettivi proposti dal dirigente.
Il progetto ideato non ha, tuttavia, avuto sviluppi in quanto il dirigente preposto non


Pag. VI

si è rivelato all'altezza dell'incarico conferitogli, per cui è stato necessario provvedere ad una distribuzione delle attività di ricerca fra gli altri dirigenti dell'Istituto in modo da raggiungere, comunque, il conseguimento degli obiettivi assegnati all'ISCTI stesso.
A completamento di informazione si specifica che è in corso di avanzata definizione il riordino del ripetuto ISCTI, che dovrebbe renderne l'organizzazione e la gestione più flessibile, dinamica ed autonoma.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.

CESARO. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
i locali degli uffici postali delle aree periferiche di Napoli sono molto spesso sottodimensionati, carenti ed inadeguati a sostenere tutto il flusso di utenza che quotidianamente li travolge;
la «criticità» e la problematicità che la carenza di spazio dei suddetti uffici postali crea, soprattutto in alcune zone dell'area tra Miano e Secondigliano, è più volte stata fatta presente alle autorità territoriali preposte, quali assessorato al patrimonio, direzioni delle PP.TT, prefetto e sindaco di Napoli;
nello specifico dell'ampliamento dell'ufficio postale Napoli 70 di Miano sono state personalmente investite le autorità sopraccitate. Durante il consiglio di quartiere del 14 dicembre 2001 è stata perfino approvata all'unanimità la proposta di ampliare, con l'utilizzo dei locali adiacenti, l'ufficio in questione;
non si contano più gli atti e le petizioni raccolte e presentate a chi di dovere per la risoluzione del presente problema;
nonostante gli impegni, la considerazione degli spazi esistenti, il progetto, corredato da planimetrie e quant'altro per poter considerare un pronto intervento in questo senso, ad oggi nulla sembra essere stato ancora fatto. L'ufficio postale Napoli 70 di Miano e quelli limitrofi sono costretti ad operare nell'asfissia di locali insufficienti e inadeguati che costringono i cittadini tutti, a delle lunghe ed interminabili file, molto spesso all'addiaccio d'inverno e sotto un sole caliente d'estate. La situazione risulta oltremodo tragica se si pensa che il 70 per cento degli utenti degli uffici postali in generale è costituito da anziani -:
quali immediati provvedimenti intenda adottare per dare risposte e risolvere, in tempi brevi, l'onerosa questione sopraesposta. Per garantire, nell'immediato, un servizio migliore ai cittadini tutti.
(4-08340)

Risposta. - Al riguardo si ritiene opportuno precisare che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, la gestione aziendale rientra nella competenza degli organi statutari della società, atteso che il Ministero delle comunicazioni - quale Autorità nazionale di regolamentazione del settore postale - ha tra i propri compiti solo quello di verificare il corretto espletamento del servizio universale erogato da Poste Italiane.
Ciò premesso, allo scopo di poter disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato dall'interrogante, si è provveduto ad interessare la società Poste Italiane la quale, in relazione alle lamentate carenze degli uffici postali ubicati nell'area compresa tra Miano e Secondigliano alla periferia di Napoli, ha comunicato quanto segue.
Il presidio territoriale dei quartieri in parola, che contano circa 20.000 famiglie, è assicurato da sei uffici postali, con un totale di 36 sportelli operativi.
La stessa società ha, poi, reso noto che tutti gli uffici postali in questione vengono sottoposti a costante monitoraggio al fine di adeguare i servizi offerti alle reali esigenze della clientela, senza peraltro sottovalutare il peculiare contesto socio-ambientale che impone all'azienda di osservare particolari accorgimenti nell'esecuzione degli interventi di
lay out.
Quanto all'ufficio postale di Napoli «70», in località Miano, fin dall'anno 2000,


Pag. VII

secondo quanto precisato dalla società Poste Italiane, sono stati avviati contatti con le autorità comunali al fine di rendere possibile l'utilizzo di alcuni locali limitrofi all'ufficio postale in questione allocato in un fabbricato di proprietà comunale.
La medesima società ha, inoltre, comunicato che dai numerosi sopralluoghi effettuati è emerso che gli spazi a disposizione risultavano essere troppo angusti e pertanto inidonei a risolvere le problematiche logistiche dell'ufficio postale.
A completamento d'informazione la stessa società Poste ha fatto presente che, recentemente, le autorità comunali hanno avanzato una nuova offerta di locali, peraltro ancora occupati dai servizi comunali, la cui idoneità è tuttora al vaglio dei responsabili territoriali dell'azienda.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.

MAURA COSSUTTA. - Al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
gli Stati Uniti intendono riposizionare le proprie truppe in tutto il mondo, e in particolare in Europa, in ragione dell'obiettivo della lotta al terrorismo;
a tal fine l'amministrazione americana ha avviato consultazioni con i Paesi alleati per rendere operative le relative scelte -:
se il territorio nazionale è interessato dal progetto degli Stati Uniti d'America e, in particolare, quali eventuali modifiche si intendono apportare, anche solo al fine di potenziamento, alla attuale dislocazione territoriale, di uomini e di mezzi delle basi americane;
se corrisponde a verità il fatto che in tale contesto il Governo italiano abbia già acconsentito alla richiesta del Governo USA di raddoppiare il canale dei Navicelli sul litorale pisano per permettere alle navi americane di svolgere con maggiore efficacia le operazioni di carico e scarico necessarie alla base militare di Camp Darby.
(4-08272)

Risposta. - La Difesa ha già avuto modo di riferire sulle questioni sollevate dagli interroganti, rispondendo ad analogo atto di sindacato ispettivo.
Gli Stati Uniti sono impegnati in un processo complessivo di trasformazione del loro strumento militare, avviato dal Sottosegretario della Difesa fin dall'inizio del suo mandato. Si tratta di una trasformazione funzionale ad una dottrina d'impiego incentrata su una maggiore mobilità e flessibilità delle forze, per adeguarle agli impegni che caratterizzano il quadro geostrategico attuale, primo tra tutti la lotta al terrorismo.
Tale processo contempla una possibile ridislocazione delle forze e dunque una riconfigurazione della presenza militare statunitense nel mondo, comunque senza incremento quantitativo degli effettivi. Il processo rimane soggetto, di fatto, a consultazioni con alleati e patners, in vista delle conseguenti decisioni operative che verranno assunte in sintonia con i paesi interessati.
In tale contesto di revisione strategica, non si può escludere che possa essere inserita anche una diversa dislocazione della presenza militare americana sul territorio nazionale.
Tale modifica degli assetti dovrà, naturalmente, configurarsi nell'ambito degli accordi che regolano la materia concernente l'utilizzazione delle basi in Italia, da parte di forze alleate. Sono accordi che trovano il proprio fondamento:
a) nel Trattato di Washington;
b) nelle Convenzioni di Londra e di Ottawa, del 1951;
c) nel Protocollo di Parigi, del 1952;
d) nel decreto n. 2083 del Presidente della Repubblica, del 1962.

In tale quadro di impegni assunti dall'Italia nell'ambito dell'Alleanza del Nord Atlantico, si inseriscono quelli con gli Stati Uniti:
a) il Bilateral Infrastructure Agreement, del 1954;
b) lo Shell Agreement, del 1955;
c) vari accordi tecnici integrativi.


Pag. VIII

Con riferimento alle ipotizzate attività di ristrutturazione della Base di Camp Darby si precisa che, come ampiamente illustrato anche in altre sedi, si tratta solo di migliorie infrastrutturali per le quali non è necessaria alcuna revisione dei preesistenti Accordi bilaterali.
In particolare, era stato in passato autorizzato un progetto di ampliamento e di potenziamento delle capacità di carico/scarico della banchina del canale navigabile «Navicelli» a seguito di un «Capability Package» NATO, ma i relativi lavori non risulta siano stati mai realizzati.
In conclusione, oggi, come nel passato, la presenza di forze statunitensi in alcune basi nazionali è riconducibile agli accordi sottoscritti dal nostro paese nell'ambito della storica alleanza tra i due paesi nel quadro della NATO, fattore imprescindibile di salvaguardia della pace, della libertà e della democrazia.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.

TITTI DE SIMONE e RUSSO SPENA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
da molti anni presso la sede dell'istituto italiano di cultura di Parigi, si tengono corsi di lingua italiana a vari livelli;
per l'anno scolastico 2003/2004 l'istituto italiano di cultura aveva provveduto, nel settembre 2003, a programmare e pubblicizzare due sessioni di corsi d'italiano, una nel periodo autunnale e l'altra nel periodo primaverile;
dal prossimo mese di febbraio i corsi di lingua organizzati dall'istituto di cultura italiano a Parigi, che contano attualmente circa 850 iscritti, saranno sospesi e il secondo semestre non avrà luogo;
della sospensione delle lezioni non è stata data direttamente notizia agli interessati - professori e studenti - che sono venuti a conoscenza del fatto da un articolo pubblicato dal quotidiano La Stampa il giorno 8 gennaio scorso;
gli studenti sono stati informati solo successivamente con una lettera con la quale il neo-direttore Giorgio Ferrara comunicava che alla fine del primo semestre, all'inizio di febbraio, i corsi sarebbero stati sospesi per riprendere soltanto nell'ottobre 2004;
con la medesima lettera gli allievi sono stati informati anche del fatto che i corsi non si sarebbero più svolti nell'attuale sede dell'istituto, presso l'hotel Galliffet, ma probabilmente presso il liceo italiano Leonardo da Vinci, all'Ecole militare, in un'ipotesi di accorpamento anche con l'ente privato Dante Alighieri;
in tal caso le aule potranno essere utilizzate soltanto in una determinata fascia oraria serale e non risultano essere, o poter essere, attrezzate adeguatamente allo svolgimento di corsi di lingue;
in seguito alla decisione dell'istituto gli insegnanti dei corsi hanno perso il lavoro da un giorno all'altro e sono rimasti senza stipendio in quanto il rapporto di lavoro non era stabilito direttamente ma tramite un associazione;
infatti, per rispondere, negli anni passati ad un problema di legislazione francese e italiana in merito alla lunghezza e alla tipologia dei contratti di lavoro fino ad allora stipulati, dal 1998 l'istituto - per non avere rapporti lavorativi diretti con i professori - ha adottato l'escamotage di far costituire ai professori una associazione e di stipulare il contratto con quest'ultima e non con i professori stessi; un escamotage adottato in realtà non con grande entusiasmo da parte dei professori che sono stati obbligati ad iscriversi all'Urssaf, l'ente che regola i contributi per i liberi professionisti;
in seguito al fatto che l'Urssaf si è accorto, in occasione di due nuove iscrizioni, che gli insegnanti non fornivano prestazioni saltuarie da liberi professionisti, ma avevano un rapporto continuativo di lavoro, che per la legge francese avrebbe richiesto un'assunzione di natura diversa,


Pag. IX

l'associazione, trovandosi in una condizione di illegalità per la legge francese, ha invitato la direzione dell'istituto a trovare una soluzione;
l'istituto ha risposto decidendo di annullare l'attività didattica a partire da febbraio;
l'istituto italiano di cultura di Parigi è anche sede di una prestigiosa biblioteca, molto importante per la diffusione in Francia della lingua e della cultura italiana, costituitasi per la lunga e attenta dedizione dei direttori dell'istituto e arricchita dal fondo donato dalla vedova di Italo Calvino;
corre voce che la biblioteca Italo Calvino (40 mila volumi, in parte lasciati dalla vedova dello scrittore, più una videoteca e una raccolta di cd musicali) verrà spostata anch'essa in altra sede - sulla base di indiscrezioni sembrerebbe che al suo posto verrà costruita una cucina, per i ricevimenti e le feste che, nel programma del nuovo direttore costituiranno parte fondamentale della proposta dell'istituto così come affermato nell'articolo pubblicato sul quotidiano La Stampa in data 8 gennaio 2004, in occasione della messa in scena martedì 6 gennaio, presso l'Ambasciata d'Italia a Parigi, di un dialogo teatrale tra Gabriele D'Annunzio ed Eleonora Duse, che ha segnato l'esordio dell'attività del regista Giorgio Ferrara come nuovo direttore dell'istituto italiano di cultura di Parigi e che ha visto la partecipazione, secondo l'articolo, del fior fiore della nobiltà e dell'intellettualità parigina;
in tale articolo, l'autore, riferisce della «filosofia» del nuovo direttore («Penso di fare un lungo racconto dell'Italia e degli italiani, con i nostri pregi e i nostri difetti. Un racconto scandito per temi e rivelato attraverso lo spettacolo, e cioè immagini, suoni e parole, musica, canzoni, teatro per dire chi siamo e come siamo. Non c'è bisogno di far venire dei professori a spiegare l'Italia perché qui, di professoroni, ce ne sono già tantissimi. [...] l'intera sede dell'istituto diventerà il guscio di installazioni ed eventi che saranno suddivisi in cicli di un mese e mezzo due mesi, con serate ad inviti, tipo quella di martedì sera») da cui secondo l'interrogante, si può desumere che alcune attività saranno decentrate e depotenziate -:
se corrisponda al vero che i corsi di italiano dell'Istituto italiano di cultura di Parigi saranno sospesi nella primavera 2004 e spostati di sede;
in caso affermativo, quali iniziative adotteranno le nostre autorità diplomatiche al fine di evitare l'improvvisa chiusura di corsi già programmati e che si manifestano a legittime proteste da parte di coloro che si sono già iscritti ai corsi o programmavano di farlo, nonché degli insegnanti dei corsi medesimi;
quali iniziative intenda assumere per evitare che ciò finisca col gettare in Francia un'ombra di discredito nei confronti dell'Italia;
quali iniziative intenda intraprendere affinché la biblioteca dell'istituto continui a svolgere il prestigioso ruolo fin qui svolto, che ne sia arricchito il patrimonio con acquisti e donazioni e garantita la più ampia e costante fruizione da parte di tutti coloro che sono interessati alla lingua e alla cultura italiana anche al di fuori degli eventi mondani.
(4-08749)

Risposta. - Dal 1998 l'Istituto italiano di cultura di Parigi ha organizzato, presso la sua sede, i corsi di lingua e di cultura italiane sulla base di un accordo stipulato con la Vitalia, un'associazione culturale a statuto francese che si occupava della gestione dei professori, del loro reclutamento e dei loro compensi.
Il ricorso ad un'associazione esterna consentiva di evitare controversie tra l'Istituto italiano di cultura e gli insegnanti richiedenti l'assunzione a tempo indeterminato, come era accaduto in passato. Un contratto applicativo veniva rinnovato ogni 3 mesi. I docenti non figuravano in tale contratto, e di conseguenza essi venivano qualificati come lavoratori autonomi.


Pag. X


Tuttavia, nell'ambito dell'insegnamento, la figura di libero professionista non è prevista dalla vigente legislazione francese, ed i contributi previdenziali fino ad allora versati dai docenti non corrispondevano a quelli dovuti. Il presidente dell'Associazione Vitalia, resosi conto dell'irregolarità della situazione, in data 29 settembre 2003 ha inviato all'Istituto di Cultura, per conto dell'associazione Vitalia una lettera di disdetta formale del contratto di collaborazione con l'Istituto stesso.
Date le circostanze, l'Istituto italiano di cultura, d'intesa con l'Ambasciata d'Italia a Parigi, ha avviato le procedure per una gestione diretta dei corsi di lingua e cultura italiane, utilizzando le disposizioni di cui alla legge 296/98, che prevede, per l'organizzazione di corsi di lingua la possibilità di impiegare neolaureati in lettere con votazione non inferiore a 110/110, da assumersi per la durata massima di un anno scolastico, rinnovabile per un ulteriore anno. Questa situazione ha posto l'Istituto nella condizione di dovere sospendere la sessione primaverile dei corsi, in quanto le nuove procedure richiederanno dei tempi tecnici per l'attivazione. I corsi potranno comunque riprendere dopo l'estate.
Per ciò che concerne la logistica, nel riprendere l'attività didattica, l'Istituto ha ritenuto opportuno, d'intesa con l'Ambasciata, spostare la sede dei corsi nelle aule del Liceo italiano di Parigi «Leonardo da Vinci». I locali del Liceo sono molto spaziosi e quindi più adatti di quelli dell'Istituto all'attività didattica.
D'intesa con il Comitato Dante Alighieri e la Camera di commercio italiana a Parigi si cercherà di offrire un programma integrato, diversificato e di alta qualità, al fine di potenziare l'offerta culturale dell'Istituto. La prestigiosa biblioteca dell'Istituto rappresenta un centro molto importante per la diffusione in Francia della lingua e della cultura italiane. In considerazione di ciò, il suo mantenimento ed arricchimento, che costituiscono una voce importante del bilancio dell'Istituto, vengono perseguiti mediante l'impiego di mezzi idonei.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Mario Baccini.

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
i risultati concretamente realizzati dalla azienda pubblica Rai sembrano dimostrare una netta ripresa dell'azienda stessa in rapporto alla quotidiana battaglia concorrenziale con le agguerrite emittenti private facenti capo al gruppo Mediaset;
sembra potersi affermare, a parere dell'interrogante senza tema di smentite, che i governi che hanno occupato le legislature sino alla XIII hanno seguito l'azienda pubblica in modo tale da favorire - nessuno sa se colposamente o dolosamente - il sistema delle televisioni private che fa capo all'onorevole Silvio Berlusconi;
la XIV legislatura, occupata dal Governo presieduto dall'onorevole Silvio Berlusconi, ha favorito la struttura dell'azienda in modo tale che essa ha riconquistato primati perduti, stimolando il servizio pubblico ad essere vittoriosamente concorrenziale nei confronti delle reti televisive berlusconiane -:
quali siano i settori nei quali la nuova dirigenza della Rai ha conseguito i maggiori successi, con particolare riferimento alla raccolta pubblicitaria, ai risparmi nei costi di gestione ed agli investimenti nel digitale terrestre.
(4-08370)

Risposta. - Al riguardo, si fa presente che allo scopo di disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato nell'atto parlamentare in esame si è provveduto ad interessare la concessionaria RAI, la quale ha comunicato che i dati di ascolto annui, aggiornati al 16 dicembre 2003, mostrano nella fascia oraria 07,00-02,00 la conferma della leadership della RAI rispetto a Mediaset (+1,04 punti di share) e di Raiuno su Canale 5 (+0,50).
In particolare la concessionaria ha reso noto che i dati di ascolto relativi alla stagione autunnale 2003 confermano la ripresa del gruppo RAI realizzatasi sia nella fascia oraria 07,00-02,00, sia nell'importante fascia di prima serata (20,30-22,30).


Pag. XI


Secondo quanto riferito il divario tra RAI e Mediaset è pari rispettivamente a +2,95 e +2,40 punti di share, mentre «Raiuno» risulta in vantaggio su «Canale 5» di +0,95 punti di share, nella fascia 07,00-02,00, e di +0,39 nella prima serata, ritornando così, dopo quattro anni, a prevalere sul citato canale Mediaset.
La medesima concessionaria ha, inoltre, comunicato che, in relazione alla raccolta pubblicitaria sui mezzi RAI, le quote relative al primo semestre 2003 hanno registrato una flessione del 9,9 per cento rispetto all'analogo periodo dell'anno 2002, mentre quelle relative al secondo semestre 2003 hanno segnato un incremento del 6,5 per cento rispetto al secondo semestre del 2002.
In riferimento ai costi di gestione la stessa RAI ha fatto presente che, nel corso della prima parte del 2003, in concomitanza con il deterioramento delle prospettive a breve termine della raccolta pubblicitaria, sono stati rafforzati ed estesi i progetti di «cost saving» - implementati già a partire dal 2002 - realizzando significativi risparmi sui costi generali per alcune categorie merceologiche.
Efficaci interventi sono stati attuati, secondo quanto precisato, per ridurre i costi di produzione dei programmi.
A completamento d'informazione la RAI ha fatto presente che gli investimenti approvati dal consiglio di amministrazione per la realizzazione della rete televisiva digitale terrestre (infrastrutture e frequenze), ammontano a circa 180 milioni di euro.
La concessionaria ha, infine, sottolineato che i contratti finora stipulati per l'acquisizione delle frequenze hanno consentito di registrare apprezzabili risparmi rispetto alle previsioni attraverso la fissazione di un prezzo vantaggioso per utente raggiunto (inferiore in media a 1 euro).
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.

DI GIOIA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
sono a tutti note le difficoltà in cui si dibattono gli operatori della giustizia nella città di Foggia vista la carenza, oltre che di personale, di strutture efficienti e di spazi;
tra le tante difficoltà vi è quella degli avvocati che per registrare e mettere i bolli agli atti sono costretti a recarsi al centro della città, percorrendo oltre otto chilometri in mezzo al traffico -:
se non si ritenga necessaria l'apertura di una sede distaccata dell'Ufficio provinciale del registro all'interno del tribunale di Foggia per evitare che questo grave disservizio continui a penalizzare gli operatori della giustizia e tutti i cittadini.
(4-02116)

Risposta. - L'interrogante ha chiesto l'attivazione, presso la sede degli uffici giudiziari di Foggia, di uno sportello per la registrazione dei provvedimenti giudiziari, al fine di evitare ai professionisti di quella città i disagi connessi alla distanza (oltre 8 chilometri) tra gli uffici giudiziari e l'ufficio del registro.
Al riguardo l'Agenzia delle entrate fa presente che a Foggia, da maggio 2002, opera un nuovo ufficio che ha assorbito le competenze dei vecchi uffici delle imposte dirette, dell'IVA e del registro.
Detto ufficio, che è ubicato in via Francesco Marcone, dista poco più di due chilometri dal Tribunale.
Inoltre, rappresenta la citata Agenzia, anche le modalità di registrazione degli atti giudiziari sono ormai semplificate. L'ufficio riceve dall'Autorità giudiziaria gli atti da registrare, li tassa e rende disponibili gli importi da pagare e i codici tributo sul sito
www.finanze.it cui l'interessato può conoscere l'importo da pagare collegandosi al predetto sito senza doversi recare presso gli uffici.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Maria Teresa Armosino.

GIORDANO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che nel Comune di Pietrelcina, in provincia di Benevento,


Pag. XII

il Consigliere Egidio Cavalluzzo, capogruppo di minoranza, da gennaio 2003 sarebbe vittima di alcune irregolarità da parte degli amministratori del medesimo Comune;
il suddetto Consigliere avrebbe incontrato innumerevoli difficoltà nell'espletamento del proprio mandato elettorale, in particolare sul rilascio delle copie degli atti, non ricevendo le copie richieste;
il Consigliere di minoranza più volte si sarebbe adattato alle esigenze della segreteria del Comune modificando le modalità di richiesta dei documenti, ma il risultato non sarebbe cambiato: ancora oggi le copie richieste vengono negate;
tutto ciò è in palese contrasto con la legge n. 241 del 1990 sul diritto di accesso agli atti amministrativi, che prevede un termine di 30 giorni per il cittadino privato, mentre il consigliere comunale, che nell'esercizio del suo mandato riveste una posizione qualificata e riconosciuta, tale termine di 30 giorni viene considerato eccessivo;
per tutto l'anno 2002 la segreteria comunale avrebbe consegnato le copie richieste senza alcuna obiezione;
tra l'anno 2002 e l'anno 2003 non è intervenuta nessuna nuova normativa in merito -:
se non ritenga che, con opportuna modifica della legislazione sulla trasparenza degli atti amministrativi e del testo unico sugli enti locali, si possano rimuovere gli ostacoli all'esercizio del diritto delle minoranze all'interno dell'assemblea elettiva.
(4-07363)

Risposta. - In merito alla questione rappresentata, relativa alle difficoltà lamentate da un Consigliere di minoranza nell'esercitare il diritto d'accesso agli atti del comune di Pietrelcina (Benevento) ed in particolare nell'ottenere il rilascio di copie di alcuni documenti, richiesti ai fini dell'espletamento del proprio mandato, si fa presente quanto segue.
Il sindaco di quel comune, all'uopo interpellato dal competente Ufficio territoriale del Governo, ha preliminarmente chiarito che il consigliere Egidio Cavalluzzo inoltrava le richieste con modalità errate, nonostante fosse stato sensibilizzato dal segretario comunale sulla necessità di attenersi alla procedura prevista, presentando le richieste ai responsabili dei servizi, redattori e depositari delle determinazioni. Ciò nonostante gli sono state rilasciate comunque le copie di tutte le determinazioni richieste.
Al riguardo si osserva che sulla problematica si è espressa la Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi, istituita ai sensi dell'articolo 27 della legge 241/90, e si è da tempo consolidato in giurisprudenza l'orientamento secondo il quale l'accesso dei consiglieri agli atti dell'ente presso il cui Consiglio esercitano il mandato, pur essendo il più ampio possibile, non si configura come un diritto generalizzato ed indiscriminato ad ottenere qualsiasi tipo di atto dell'Ente (Consiglio di Stato, sezione V, sentenze n. 438 del 6 aprile 1998, n. 2046 del 6 dicembre 1999 e n. 6293 del 13 novembre 2002).
In particolare il consiglio di Stato ha precisato che «... il diritto di accesso ai documenti amministrativi non può concretarsi nell'obbligo per la Pubblica amministrazione di svolgere attività di ricerca, di indagine o di ricostruzione storica ed analitica dei procedimenti con un aggravamento dello svolgimento delle attività istituzionali» (sentenza sezione V n. 438 del 6 aprile 1998).
Tuttavia, il diritto del consigliere comunale, riconosciuto dall'articolo 43, comma 2, del T.U.E.L. n. 267/2000, di ottenere dal Comune tutte le notizie per l'espletamento del proprio mandato, trova come corrispondente il dovere dell'ente territoriale di porre in essere le condizioni affinché lo stesso venga esercitato completamente, senza incontrare ostacoli o atteggiamenti ostruzionistici.
Nondimeno, in conformità all'orientamento consolidatosi in giurisprudenza ed in dottrina, per non ostacolare lo svolgimento dell'attività amministrativa, la documentazione


Pag. XIII

oggetto del diritto deve essere concretamente individuata oppure facilmente individuabile, in modo tale da non rendere eccessivamente gravoso l'adempimento da parte dell'ente locale e non incidere sul regolare funzionamento degli uffici comunali (cfr. Consiglio di Stato sentenza n. 504 del 14 dicembre 1992).
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.

LEONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel territorio di Anzio e Nettuno sono attive da anni agguerrite consorterie criminali;
il dottor Luigi De Ficchy, sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia, nel corso di una recente audizione innanzi alla Commissione parlamentare antimafia ha riferito di una massiccia concentrazione di gruppi della criminalità organizzata in tali zone;
recentemente l'associazione coordinamento antimafia Anzio-Nettuno ha inviato alla procura di Roma, Direzione distrettuale antimafia, un dossier sugli attentati incendiari compiuti nelle città di Anzio e Nettuno ai danni di politici, imprenditori e commercianti;
lo scorso 18 giugno 2003 il sindaco di Nettuno ha presentato la sua nuova giunta, nella quale figura come assessore Vincenzo Guidi;
secondo quanto emerso dal processo contro Gaetano Baio, elemento vicino al clan dei Corleonesi, ed altri soggetti condannati per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, Guidi avrebbe fornito, nel 1993, a Francesco D'Agapiti, elemento di spicco della malavita organizzata locale e condannato a 14 anni di carcere per aver diretto e costituito un'associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga, un passaporto, come risulta dalla sentenza del tribunale di Velletri depositata il 28 giugno 1996, pagina 36 -:
quali valutazioni il Ministro interrogato intenda fornire circa i fatti suesposti;
se non ritenga opportuna la nomina, da parte del prefetto di Roma, di una commissione di accesso ai sensi dell'articolo 15, comma 5, della legge n. 55 del 1990 per verificare se sussistano i presupposti di cui all'articolo 15-bis, comma 1, della citata legge.
(4-07036)

LEONI e RUGGHIA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nel comprensorio di Anzio e Nettuno da tempo sono presenti agguerrite consorterie criminali di stampo mafioso;
il procuratore aggiunto della direzione distrettuale antimafia di Roma, dottor Italo Ormanni, e il dottor Luigi De Ficchy hanno riferito alla Commissione parlamentare antimafia, nel maggio scorso, di una forte presenza di organizzazioni criminali nell'area in questione;
in una intervista a Il Messaggero (9 febbraio 2004) il senatore Centaro, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare, ha dichiarato che «sul litorale e in altre zone fuori Roma ci sono presenze di clan di tipo mafioso» e, riferendosi alla zona di Anzio e Nettuno, che i boss appartengono ai clan calabresi Gallace e Novella»;
la relazione del Ministro dell'interno pro tempore sulla situazione della criminalità organizzata presentata al Parlamento nel 1996 segnalava la presenza della cosca Gallace della 'ndrangheta nelle città in questione, ribadita anche dalla recente relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia;
l'interrogante, in data 22 luglio 2003, con l'atto ispettivo n. 4-07036, denunciava i rapporti tra l'assessore alle attività produttive del comune di Nettuno, Vincenzo Guidi, e Franco D'Agapiti, condannato a 14 anni per aver diretto e costituito un'associazione


Pag. XIV

a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti;
nel maggio 2003 è stata inaugurata in Nettuno la struttura «Oikos 2 - Una casa per vivere», sita in via Acquapendente 18;
alla cerimonia di inaugurazione del suddetto centro, finanziato dalla Regione Lazio con 650.000 euro, sono intervenuti il Presidente della Giunta regionale Francesco Storace e il consigliere regionale Luigi Celori (Alleanza Nazionale);
la struttura in questione risulta di proprietà di Franco D'Agapiti, esponente di spicco della malavita organizzata (che peraltro - risulta all'interrogante - era presente alla cerimonia di inaugurazione), come certificato dai registri dell'Ufficio del territorio di Roma, nei quali risulta registrato un contratto di durata ultranovennale tra il suddetto pregiudicato e il presidente dell'associazione «Oikos» Francesca Trionfi;
nell'attuale Consiglio comunale di Nettuno figura Claudio Dell'Uomo, eletto nelle file di Alleanza Nazionale e raggiunto nel 1994 da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, insieme a Massimo Ludovisi di Nettuno, persona strettamente legata ad Enrico Paniccia (come risulta dall'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari distrettuale di Roma dottor Pier Francesco De Angelis il 23 giugno 1998) ed elemento di spicco della criminalità organizzata;
l'assessore Stefano Di Magno (Alleanza Nazionale) ha subìto, tra il 2000 e il 2001, vari attentati intimidatori, come incendi dolosi al cancello della sua villa ed esplosioni di arma da fuoco all'indirizzo della sua abitazione;
nel mese di aprile scorso, inoltre, l'allora presidente del Consiglio comunale Domenico Kappler (Alleanza Nazionale) ha rinvenuto un proiettile calibro 357 Magnum sotto la porta del suo studio professionale;
alla luce di questi fatti, emergono elementi in merito a collegamenti diretti e indiretti di alcuni amministratori e consiglieri comunali di Nettuno ed elementi della criminalità organizzata, mentre gli attentati suesposti potrebbero costituire forme di condizionamento esercitate nei confronti degli stessi amministratori -:
se il Ministro dell'interno non intenda sollecitare il Prefetto di Roma, ove ne ricorrano gli estremi, a nominare una commissione d'accesso per verificare se vi siano gli elementi per lo scioglimento del consiglio comunale di Nettuno, ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del decreto legislativo n. 267 del 2000;
se il Ministro della giustizia non intenda verificare se la Direzione distrettuale antimafia della Procura di Roma abbia aperto indagini in ordine ai fatti in questione.
(4-09010)

Risposta. - Il fenomeno della criminalità organizzata, presente sul territorio del litorale pontino e dedita prevalentemente al traffico di stupefacenti, è oggetto di particolare attenzione investigativa da parte delle Forze dell'ordine, in considerazione anche delle caratteristiche della zona di Anzio-Nettuno, che affaccia sul Mar Tirreno e, attraverso il porto, è transito di imbarcazioni e luogo di continui scambi commerciali.
In particolare, è riscontrata, nei comuni di Anzio e Nettuno, la presenza, da circa un ventennio, di alcuni nuclei familiari di origine calabrese e campana di indubbio spessore criminale, quali i Fallace di Guardavalle (Catanzaro), con ramificazioni in Calabria, Lazio e Lombardia e gli Abbate, operanti soprattutto nel comune di San Giorgio a Cremano (Napoli).
È stata altresì ipotizzata la possibilità che tali «presenze» possano costituire un supporto almeno logistico per le organizzazioni locali nel quadro di attività criminali, incentrate in primo luogo sul traffico di sostanze stupefacenti, incentrato in altri territori, ma che potrebbe, comunque, interessare anche la provincia romana.


Pag. XV

Le risultanze informative e investigative non consentono - tuttavia - di avvalorare la tesi di una attuale operatività di «mafie» tradizionali (nazionali), né l'esistenza di un effettivo controllo del territorio, implicante capacità di intimidazione e di condizionamento delle realtà sociali ed economiche locali.
Il fenomeno è, in ogni caso, costantemente monitorato ed è oggetto di attività d'indagine condotta, sotto la direzione della magistratura ordinaria, da organi di polizia giudiziaria.
In relazione alle specifiche vicende richiamate dall'onorevole, si evidenzia, in particolare, che un consigliere comunale del gruppo di Alleanza nazionale è stato arrestato nel 1994, in esecuzione di ordine di custodia cautelare emesso dall'A.G. di Genova per traffico internazionale di stupefacenti, e che nei confronti dello stesso è stata formulata richiesta di rinvio a giudizio, con udienza fissata per il prossimo 30 settembre.
Va anche detto che nei confronti degli amministratori del comune di Nettuno non risultano sussistere cause ostative di cui all'articolo 58, nonché eventuali provvedimenti giudiziari di cui all'articolo 59 del decreto legislativo 267/2000, che comportino la sospensione e la decadenza di diritto dalla carica ricoperta.
Sulla base di tali elementi non si ritiene che sussistano i presupposti per la nomina della apposita Commissione d'accesso prevista dalla vigente normativa antimafia ai fini delle conseguenti valutazioni ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del decreto legislativo n. 267 del 2000.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Antonio D'Alì.

LUCCHESE. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
le inefficienze del servizio postale sono sempre più evidenti;
negli uffici postali delle grandi città si riscontrano lunghe file, mentre nei piccoli centri il servizio postale si svolge una o due volte a settimana;
il recapito della posta - in particolare dei giornali - avviene con ritardi notevoli -:
quali iniziative si intendano adottare di fronte alle inefficienze sopra menzionate affinché il servizio postale venga svolto in modo efficiente e dignitoso.
(4-09827)

Risposta. - Al riguardo si ritiene opportuno rammentare che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, la gestione aziendale rientra nella competenza degli organi statutari della società.
Il Ministero delle comunicazioni - quale Autorità nazionale di regolamentazione del settore postale - ha tra i propri compiti quello di verificare il corretto espletamento del servizio universale erogato da Poste Italiane.
Tale attività è volta ad accertare che la qualità del servizio svolto su tutto il territorio nazionale risponda ai parametri fissati dalla normativa comunitaria e nazionale, recepiti nel contratto di programma, e ad adottare idonei strumenti sanzionatori nel caso in cui si dovesse verificare il mancato rispetto degli standard qualitativi fissati.
Poste Italiane S.p.A. interessata in merito a quanto rappresentato dall'interrogante ha riferito che la genericità delle segnalazioni relative alle lamentate «inefficienze» non ha consentito all'azienda di effettuare specifici accertamenti.
In linea generale, tuttavia, si fa presente che i rilevamenti inerenti alla verifica della qualità del servizio postale, espletati nei confronti del fornitore del servizio universale, svolta ai sensi dell'articolo 12 del decreto legislativo 261/99, non hanno evidenziato per il 1o e il 2o semestre 2003, indici difformi dallo standard prefissato (le relative deliberazioni dell'Autorità sono state pubblicate nella
Gazzetta Ufficiale n. 93 del 21 aprile 2004).
A completamento d'informazione si fa presente che i risultati della verifica svolta sulla qualità del servizio postale da parte del fornitore del servizio universale, per il


Pag. XVI

periodo 1o gennaio 2004-30 giugno 2004, confluiranno nel dato globale del 1o semestre 2004 e, nel caso in cui si dovesse verificare il mancato rispetto degli standard qualitativi fissati, saranno adottati idonei strumenti sanzionatori.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.

LUCCHESE. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
le spedizioni postali che hanno ad oggetto i giornali ed i piccoli settimanali avvengono con eccessivo ritardo, le spedizioni da Roma a Palermo, ad esempio, impiegano una settimana;
tutto ciò ha come diretta conseguenza quella di creare un danno all'editoria, in particolare alla piccola editoria, la quale non facendo capo a grossi gruppi finanziari si pone come voce indipendente e costituisce la vera voce della libertà -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare presso Poste SpA affinché il servizio di spedizione postale sia esplicato secondo criteri di tempestività ed efficienza.
(4-09828)

Risposta. - Al riguardo si ritiene opportuno precisare che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, la gestione aziendale rientra nella competenza degli organi statutari della società.
Il ministero delle comunicazioni - quale Autorità nazionale di regolamentazione del settore postale - ha tra i propri compiti quello di verificare il corretto espletamento del servizio universale erogato da Poste Italiane.
Tale attività è volta ad accertare che la qualità del servizio svolto su tutto il territorio nazionale risponda ai parametri fissati dalla normativa comunitaria e nazionale, recepiti nel contratto di programma, e ad adottare idonei strumenti sanzionatori nel caso in cui si dovesse verificare il mancato rispetto degli standard qualitativi fissati.
Ciò premesso, allo scopo di disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato dall'interrogante si è provveduto ad interessare la società Poste Italiane la quale, in merito al lamentato eccessivo ritardo delle spedizioni postali aventi per oggetto i giornali ed i piccoli settimanali, ha comunicato che tale segnalazione non trova alcun elemento di riscontro dai controlli di qualità effettuati dalla società di certificazione.
Ciò posto, si comunica che i rilevamenti inerenti alla verifica della qualità del servizio postale espletati nei confronti del fornitore del servizio universale ai sensi dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 261 del 1999, non hanno evidenziato per il 1o e il 2o semestre 2003, indici difformi dallo standard prefissato (le relative deliberazioni dell'Autorità sono state pubblicate nella
Gazzetta Ufficiale n. 93 del 21 aprile 2004).
A completamento d'informazione si evidenzia che i risultati della verifica svolta sulla qualità del servizio postale da parte del fornitore del servizio universale, per il periodo 1o gennaio 2004-30 giugno 2004, confluiranno nel dato globale del 1o semestre 2004 e, qualora dovesse emergere il mancato rispetto degli standard qualitativi fissati, saranno adottati idonei strumenti sanzionatori.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.

GIANNI MANCUSO, GHIGLIA e DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro della salute, al Ministro per gli affari regionali. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo 30 dicembre 1992 n. 533 ha dato attuazione alla direttiva 91/629/CEE che stabilisce le norme minime per la protezione dei vitelli, fissando un termine di tempo massimo per la utilizzazione degli impianti di allevamento a box singoli e posta fissa, costruiti prima del 1 gennaio 1994, al 31 dicembre 2003;
con nota prot. n. 600.10/24495/PA/4073 del 22 gennaio 1999 la Direzione


Pag. XVII

Generale del Dipartimento Alimenti, Nutrizione, Sanità Pubblica Veterinaria del Ministero della salute, aveva a suo tempo chiarito ufficialmente a regioni e province autonome, oltre che alle categorie interessate, che alla data ultima citata del 31 dicembre 2003 «non sono ammissibili deroghe sulla base delle norme vigenti»;
questo sistema d'allevamento è stato ritenuto già a suo tempo particolarmente cruento dal Comitato Scientifico Veterinario europeo per le sue condizioni di immobilizzazione e per l'anemia indotta ai vitelli cosiddetti «a carne bianca»; in Italia - terzo produttore europeo dopo Francia e Olanda - vengono allevati circa 470 mila di questi animali ogni anno;
con nota n. 33533/50.03.62 del 14 luglio 2003 la regione Veneto-Dirigente del Servizio Sanità Animale ed Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche, ha diffuso un «atto d'indirizzo» con il quale si «ribadiva che non si debba procedere all'applicazione delle sanzioni previste (da 1.500 a 9.000 euro, sospensione dell'attività da uno a tre mesi in caso di reiterazione) per quegli allevatori che stanno finendo il ciclo produttivo di animali introdotti prima del 31 dicembre 2003, e che dimostrano di aver iniziato i lavori di adeguamento di quelle strutture non a norma»;
con nota dell'Assessore alla Sanità datata 7 ottobre 2003, la regione Lombardia «in riferimento alle numerose istanze inoltrate da parte delle Associazioni di categoria "per evitare battute d'arresto alla economia agro-zootecnica", ritenute valide le motivazioni addotte», impartisce le seguenti disposizioni: «di concludere il ciclo di allevamento entro il 31 agosto 2004» per gli allevamenti che entro il 1 dicembre 2003 hanno dichiarato alla Asl «la loro volontà di adeguare l'allevamento» oppure «la loro volontà di cessare l'attività di allevamento al termine del ciclo di allevamento in atto». Secondo una stima questa deroga interessa il 21 per cento degli allevamenti ovvero quasi 800 impianti;
la regione Piemonte, altrettanto importante per questo tipo di produzione, non ha concesso alcuna deroga alla normativa nazionale ed europea, informando a tempo dovuto gli allevatori delle modifiche necessarie ma non riuscendo ad evitare, di fatto viste le decisioni delle vicine regioni, una distorsione della concorrenza;
già due anni fa secondo stime, in Germania era stato adeguato al 100 per cento degli impianti mentre in Italia si era ad appena il 20 per cento -:
quali iniziative intendano adottare per garantire uniforme applicazione al decreto legislativo n. 533 del 1999 sul territorio nazionale.
(4-09531)

Risposta. - L'articolo 3 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 533, citato nell'interrogazione in esame, ha previsto un termine ultimo di tempo (31 dicembre 2003) per l'utilizzazione degli impianti di allevamento dei vitelli, costruiti anteriormente al 1o gennaio 1994 (box singoli per vitelli, poste, recinti per la stabulazione di gruppo), che non soddisfano i requisiti di spazio per la stabulazione degli animali, sia in gruppo che singolarmente, previsti dal comma 1 dello stesso articolo.
La durata di utilizzazione degli impianti suddetti, pertanto, si è conclusa il 31 dicembre ultimo scorso, non prevedendo la vigente normativa ulteriori proroghe.
Al fine di evitare difformità nell'interpretazione delle disposizioni contenute nel citato decreto, che ha recepito direttive comunitarie, il Ministero della salute ha inviato, in data 22 gennaio 1999, una nota di chiarimento alle istituzioni regionali e ai propri Uffici territoriali.
A seguito dell'acquisizione di informazioni su talune proroghe al prescritto termine del 31 dicembre 2003, disposte da alcune regioni, la competente direzione generale ha comunicato il proprio orientamento in merito alla necessità di richiedere alle autorità regionali le necessarie delucidazioni, al fine di monitorare l'applicazione della norma sul territorio nazionale, evitando,


Pag. XVIII

altresì, fenomeni distorsivi della corretta concorrenza tra gli allevatori.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.

MANTINI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
con il decreto legislativo n. 59 del 2004 si dà attuazione alla riforma del sistema scolastico di cui alla legge n. 53 del 2003 per il primo ciclo;
lo stesso decreto disciplina, oltre ed al di fuori del vigente contratto scuola, l'organizzazione del lavoro scolastico, come ad esempio la figura del tutor, con ampliamento indeterminato dei momenti di valutazione ora non più solo connessi alle classi affidate al docente ma anche ai gruppi formandi e relativi alle ore opzionali/facoltative;
il citato decreto, per gli aspetti concernenti gli organici, non appare secondo l'interrogante dare certezza per gli anni a venire;
l'articolo 43 del contratto scuola (CCNL 24 luglio 2003), prevede la riapertura della trattativa allorquando, in conseguenza dell'attuazione della riforma, vi siano ricadute sull'organizzazione del lavoro docenti -:
in quale modo si intenda risolvere il problema delle incongruenze tra il decreto attuativo e la disciplina contrattuale, specificamente circa la mobilità del personale scolastico;
quale garanzia vi sia di copertura degli organici (e conseguente mantenimento dei posti di lavoro) per gli anni a venire e non solo per il prossimo;
entro quali tempi e con quale atto di indirizzo all'ARAN voglia dar corso alle previsioni di cui all'articolo 43 del contratto scuola.
(4-09697)

Risposta. - Come già noto all'interrogante, gli articoli 7 e 10 del decreto legislativo 19 febbraio 2004 n. 59, hanno previsto l'istituzione del docente tutor, rispettivamente, nella scuola primaria e in quella secondaria di primo grado.
In merito alla preoccupazione espressa riguardo alla circostanza che tali norme possano regolare gli aspetti che attengono anche all'organizzazione del lavoro degli insegnanti, travalicando la riserva riconosciuta in materia al contratto scuola, si precisa che il problema è all'attenzione dell'amministrazione fin dal momento dell'entrata in vigore del decreto legislativo in questione.
L'amministrazione, infatti, nelle istruzioni applicative emanate con circolare n. 29 del 5 marzo 2004, tenendo conto prioritariamente dell'esigenza di assicurare l'attuazione della riforma del primo ciclo a partire dal prossimo anno scolastico, ha precisato che l'attività tutoriale «non comporta l'istituzione di una nuova figura professionale», concretandosi invece in una funzione «rientrante nel profilo professionale del docente». Ma parimenti, la consapevolezza che le concrete modalità di svolgimento della nuova funzione possono determinare riflessi sulla prestazione lavorativa da parte del docente incaricato, ha fatto sì che, contestualmente, si formalizzasse nella medesima circolare anche l'impegno ad avviare appositi approfondimenti e confronti nelle sedi competenti, quindi anche con le parti sindacali.
Per quanto riguarda la possibilità che l'istituzione del tutor possa portare all'ampliamento indeterminato della valutazione degli alunni, si ritiene che questa possibilità sia stata già esclusa dallo stesso legislatore che agli articoli 7 e 10 già richiamati enuncia, nei rispettivi commi 5, la contitolarità educativa e didattica di tutti i docenti, impedendo esplicitamente che l'incarico di tutor possa estrinsecarsi in un rapporto di sovraordinazione sugli altri insegnanti.
Concetto già fortemente espresso nel recente contratto collettivo del comparto scuola che riconosce a tutti i docenti pari dignità e responsabilità nell'esercizio della loro attività.


Pag. XIX

Va osservato, inoltre, che gli articoli 6 e 13 del decreto legislativo già citato, prevedendo la facoltà di anticipare le iscrizioni anche dei bambini che compiono i sei anni di età entro il 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento (per gli anni scolastici 2003/2004 e 2004/2005 la possibilità di iscrizione anticipata è stata consentita ai bambini che compiono i 6 anni di età entro il 28 febbraio degli anni scolastici di riferimento), hanno determinato un incremento del contingente di posti in organico pari a 2.000 unità. Inoltre l'introduzione generalizzata della lingua straniera ha consentito di attivare ulteriori 900 posti di insegnamento. Saranno poi attivati circa 1.000 posti per l'introduzione dell'insegnamento della seconda lingua comunitaria nelle prime classi della scuola secondaria di I grado.
Si ricorda, ancora, che per effetto della disciplina transitoria dettata dagli articoli 14 e 15 sono stati confermati gli assetti organici vigenti nella scuola secondaria di primo grado fino alla messa a regime della riforma (anno scolastico 2006/2007) e i posti attivati a livello nazionale per l'anno scolastico 2003/2004 relativamente alle attività di tempo pieno e di tempo prolungato.
Per quel che concerne, infine, gli effetti della riforma sulla mobilità, occorre rilevare che le medesime disposizioni transitorie hanno espressamente previsto, per la scuola secondaria di primo grado, che ai fini dell'espletamento dell'orario di servizio obbligatorio, il personale docente interessato ad una diminuzione del suo attuale orario di cattedra venga utilizzato per le finalità e per le attività educative e didattiche individuate, rispettivamente, dall'articolo 9 e dall'articolo 10 (in particolare, quelle facoltative/opzionali).
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.

MANZINI, GUERZONI, SANTAGATA e SGOBIO. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
fino all'aprile 2002 le pulizie del C.P.O. e della sede centrale di via Emilia erano affidate alle ditte Centrogest di Bologna e Sapir di Roma;
il 1 maggio 2002 subentra nel servizio pulizie il Consorzio Hiram di Napoli, che si è aggiudicato l'appalto. Lo stesso consorzio affida il servizio a due ditte consorziate, la Octava Service sas di Napoli e la Green & Service sas di Torre del Greco. In questo modo, i lavoratori addetti al servizio pulizie sono diventati, contemporaneamente, dipendenti di due ditte e sono costretti a dividere le ore di lavoro prestate tra le due aziende;
nell'aprile 2003 Poste Italiane disdetta l'appalto, prima della sua scadenza naturale, ed affida temporaneamente il servizio pulizie nelle citate sedi alla ditta Progetto Lavoro di Modena, fino al 29 luglio 2003;
nel luglio 2003, Poste Italiane completa l'espletamento di una gara d'appalto per tutte le sedi della provincia di Modena: vincitore di questo appalto risulta il Consorzio Hiram di Napoli, vale a dire lo stesso consorzio che tre mesi prima era stato allontanato da Poste Italiane;
in aggiunta a questo ritorno ad un passato già giudicato insoddisfacente da Poste Italiane, si assiste ad un nuovo cambio della ditta affidataria del servizio: il 29 luglio 2003, infatti, il Consorzio Hiram affida il servizio pulizie alla consorziata Quaserpul srl di Napoli;
come se tutto questo disordine gestionale non bastasse, il 1 ottobre 2003 il Consorzio Hiram decide di affidare nuovamente il servizio pulizie di una parte delle sedi postali modenesi alla sopra nominata Green & Service sas di Torre del Greco;
in particolare, vengono affidate a Green & Service sas tutte le piccole sedi postali della provincia, mentre a Quaserpul srl rimangono le sedi più grosse;
il 1 febbraio, infine, tutte le sedi affidate a Green & Service sas sono nuovamente passate a Quaserpul srl;


Pag. XX


a fronte di questa discutibilissima gestione amministrativa del servizio, il 6 aprile scorso 5 delle 6 lavoratrici addette alle pulizie nella sede del C.P.O. sono state sospese dal lavoro. Tra queste lavoratrici, nessuna delle quali aveva in passato ricevuto contestazioni in ordine alla qualità del lavoro prestato, una è in malattia ed un'altra, addirittura, è in astensione dal lavoro per maternità -:
se sia a conoscenza dei fatti suesposti, i quali costituiscono, ad avviso degli interroganti, un esempio scandaloso di cattiva gestione e di progressivo scadimento del livello di tutela del lavoro nel settore degli appalti, pubblici e privati;
se non ritenga, a fronte di questa inaccettabile situazione, di dover intervenire, adottando tutte le iniziative in suo potere, affinché siano garantiti in concreto i diritti delle lavoratrici modenesi e la corretta gestione amministrativa del servizio pulizie.
(4-09735)

Risposta. - Al riguardo, allo scopo di disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato dall'interrogante, si è provveduto ad interessare la società Poste Italiane la quale, in merito al lamentato «progressivo scadimento del livello di tutela di lavoro nel settore degli appalti pubblici e privati», ha comunicato che il servizio di pulizia del CPO e della filiale di Modena è stato attribuito per il periodo 1o maggio 2002/30 aprile 2003, a seguito dell'espletamento di specifica gara comunitaria, al consorzio «Hiram».
Alla scadenza naturale di tale contratto - stando a quanto riferito dalla società Poste Italiane - è stata esperita una nuova gara d'appalto avente per oggetto un settore di lavoro più ampio, comprensivo di tutti gli immobili appartenenti all'azienda nell'intera provincia (uffici postali, CPO, edificio di filiale, etc.); nelle more della definizione della gara il servizio in questione, sia per i locali del CPO sia per quelli relativi alla filiale di Modena, è stato svolto dalla ditta CICLAT (socia della cooperativa progetto lavoro di Modena) che ha presentato l'offerta migliore.
Secondo quanto riferito, successivamente al completamento della citata gara comunitaria, il relativo appalto è stato affidato a far data dal 29 luglio 2003, al consorzio «Hiram» che, fin dalla decorrenza contrattuale, ha dichiarato di volersi avvalere della consorziata «Quaserpul» che, a tutt'oggi, risulta essere l'unica affidataria del servizio come si evince dalla documentazione relativa ai pagamenti.
A completamento d'informazione, la società Poste Italiane ha comunicato che in data 1o ottobre 2003 il consorzio «Hiram» ha trasmesso all'azienda una comunicazione d'intenti per l'affiancamento alla «Quaserpul» della consorziata «Green & Service».
In conclusione, secondo quanto comunicato, la società Poste ha chiesto, avvalendosi della possibilità offerta dall'articolo 15 punto
d) del vigente contratto di appalto, la sostituzione e non la sospensione, del personale operante presso la struttura del CPO di Modena, a causa delle reiterate mancate prestazioni giornaliere e periodiche, in precedenza comunicate e contestate al consorzio «Hiram», ciò al fine di garantire la continuità delle prestazioni.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.

MATTARELLA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il Governo italiano, com'è noto, ha presentato, a partire dal 2000, al Governo del Nicaragua richieste di estradizione di Alessio Casimirri;
il Casimirri faceva parte del commando delle brigate rosse che ha rapito Aldo Moro e assassinato i cinque uomini della sua scorta ed è stato condannato a numerosi ergastoli;
l'autorità giudiziaria italiana non ha mai avuto la possibilità di interrogare il Casimirri;
la completa verità sul sequestro e l'assassinio di Moro continua a costituire una delle più importanti esigenze della società e della politica italiana;


Pag. XXI


la comunità internazionale si trova in piena emergenza di lotta contro il terrorismo di qualunque tipo e denominazione;
le motivazioni addotte dalle autorità del Nicaragua - che definiscono delitto politico o delitto comune commesso a motivi politici quegli orribili assassinii - sono a giudizio dell'interrogante, assolutamente inaccettabili -:
se non ritenga necessario, alla luce di quanto esposto in premessa, richiamare, temporaneamente, per consultazioni, l'Ambasciatore italiano in Nicaragua.
(4-09963)

Risposta. - In merito al quesito posto dall'interrogante si segnala che l'Ambasciatore d'Italia in Nicaragua Maurizio Fratini, ha cessato dall'incarico del suo mandato il 2 maggio 2004, lasciando la reggenza dell'Ambasciata all'incaricato d'affari Giuseppe Gentili, in attesa dell'assunzione in sede del nuovo ambasciatore a Managua Alberto Boniver, che ha avuto luogo il 10 maggio 2004. Pertanto, quando l'Ambasciata d'Italia - retta dall'incaricato d'affari - è venuta informalmente a conoscenza - il 30 aprile - della sentenza emessa dalla Corte Suprema di Giustizia con cui si respingeva la richiesta di estradizione di Alessio Casimirri, presentata il 16 febbraio 2004 dalle Autorità italiane, la competente direzione generale del ministero degli affari esteri, ha ritenuto opportuno inviare in missione a Managua l'ex Ambasciatore in Nicaragua Niccolo Goretti dè Flamini - allora a capo dell'ufficio che si occupa del Centro America - allo scopo di prendere gli opportuni contatti in loco ed in particolare per reperire un avvocato penalista, in vista della presentazione di un ricorso alla predetta sentenza. Il ricorso è stato poi presentato, entro i termini previsti, venerdì 14 maggio 2004.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Mario Baccini.

MIGLIORI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che il Presidente dell'istituto Magistrale Don Bosco di Colle Val d'Elsa (Siena) avrebbe rifiutato di far svolgere un'assemblea studentesca sul tema delle Foibe cui doveva partecipare l'onorevole Roberto Menia;
ad opinione dell'interrogante risultano inadeguate le motivazioni addotte secondo le quali in tale istituto non è prevista la presenza di politici che invece si è registrata più volte nei precedenti anni scolastici;
dovrebbe invece essere garantito, all'interno delle istituzioni scolastiche, un pieno e compiuto pluralismo -:
alla luce di quanto esposto in premessa, quali iniziative urgenti intenda assumere in merito.
(4-09564)

Risposta. - In merito a quanto richiesto con l'atto ispettivo in esame, si rappresenta che il Dirigente scolastico dell'istituto Magistrale Don Bosco di Colle Val d'Elsa (Siena) ha riferito di aver convocato, a seguito della richiesta di organizzare l'iniziativa in parola, il comitato studentesco, all'interno del quale erano state manifestate perplessità sulla partecipazione di un esponente politico.
All'interno del comitato medesimo era stata, peraltro, avanzata la proposta di sviluppare l'iniziativa con l'intervento di un esperto che avrebbe inquadrato le vicende delle Foibe nel momento storico in cui si svolsero i fatti.
La proposta era stata accolta senza dissensi, anche perché lo studente promotore dell'iniziativa aveva dichiarato che suo scopo principale era richiamare l'attenzione su un importante avvenimento della storia del Novecento.
In ogni caso la richiesta di far partecipare all'assemblea un esponente politico, fu respinta dal Consiglio d'istituto.
Infine, il dirigente scolastico, invitato a riferire sulla vicenda dal Direttore generale dell'ufficio scolastico regionale per la Toscana, ha dichiarato che la presenza di parlamentari alle assemblee studentesche presso l'Istituto «Don Bosco» non ha precedenti.


Pag. XXII

Solo in occasione di un progetto di geografia economica e cultura del territorio furono coinvolti, in ore curriculari, alcuni amministratori locali.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.

MILANESE. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la soppressione della leva militare obbligatoria renderà necessaria, tra l'altro, una riorganizzazione degli uffici territoriali del ministero della difesa;
nella regione Campania, in particolare, è prevista la costituzione di un distretto militare principale regionale e di un centro di selezione regionale per l'arruolamento dei volontari;
la città di Napoli è sede di numerose strutture ed uffici militari;
la città di Caserta ospita un comando brigata che costituisce un punto di riferimento importante per il territorio;
la città di Salerno, proprio a seguito della predetta riorganizzazione, vedrebbe l'eliminazione del distretto militare - destinato a trasformarsi in agenzia - e del consiglio di leva, dell'ufficio di leva e del gruppo selettori -:
se non ritenga opportuno che la città di Salerno possa ospitare il distretto militare principale regionale della Campania ovvero il centro di selezione per l'arruolamento volontario (o una sezione staccata del medesimo) al fine di mantenere attive sul territorio le strutture già esistenti - e quindi senza alcun costo aggiuntivo - non accentrando così tutte le attività nei centri che già ospitano strutture militari di rilevo.
(4-10274)

Risposta. - L'intero quadro dei provvedimenti di riassetto della Difesa è tuttora in fase di studio al fine di rendere la componente addestrativa dell'Esercito rispondente alle effettive esigenze nello specifico settore.
È opportuno, inoltre, precisare che nell'ambito delle esigenze di natura addestrativa, oltre ai Reggimenti Addestramento Volontari, attualmente preposti all'incorporazione ed all'addestramento dei Volontari in Ferma Breve, sono già esistenti quattro Reparti che svolgono compiti addestrativi.
Peraltro, in virtù della conversione del decreto legge 28 maggio 2004, n. 136, recante «Disposizioni urgenti per garantire la funzionalità di taluni settori della pubblica amministrazione» in data 27 luglio 2004, il termine temporale entro il quale il Governo dovrà emanare i decreti legislativi per procedere alla riorganizzazione delle Forze Armate scadrà dopo 12 mesi a decorrere dall'entrata in vigore del nuovo provvedimento di delega (luglio 2005).
Com'è consuetudine della Difesa nell'affrontare le delicate tematiche connesse alla riorganizzazione delle proprie realtà periferiche, la questione sollevata dall'interrogante sarà oggetto di attenta valutazione nella fase decisionale preliminare alla stesura dei provvedimenti in parola.
Infine, si soggiunge che i decreti legislativi che saranno elaborati in applicazione del dispositivo della legge delega verranno trasmessi ad entrambe le Commissioni parlamentari per l'acquisizione del relativo parere.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nonostante l'importanza strategica della Città di Gioia Tauro (Reggio Calabria), Trenitalia continua ad operare scelte dannose per la locale stazione ferroviaria e per i viaggiatori del vasto bacino d'utenza;
infatti, nonostante nel territorio insita il porto, primo nell'area del mediterraneo per attività di transchipment, ed i relativi lavoratori superino abbondantemente


Pag. XXIII

le mille unità, si è costretti a registrare continue soppressioni di fermate dei treni presso la città di Gioia Tauro e la struttura della locale stazione ferroviaria progredisce nello stato di abbandono;
iviaggiatori pendolari lamentano il mancato provvedimento del ripristino della fermata del treno 3667 che transita da Gioia Tauro intorno alle ore 6,52, orario utile non solo per i lavoratori portuali, ma anche per docenti e studenti che nel corso dell'anno scolastico, si recano nelle scuole delle Città e dei centri della relativa Piana;
a questo si è aggiunta ultimamente la soppressione dell'espresso 35891 Roma-Reggio Calabria, divenuto periodico (si effettua solo il sabato), e del corrispondente Reggio Calabria-Roma (anch'esso divenuto periodico e si effettua solo la domenica);
in seguito alla soppressione dei citati espressi, Trenitalia ha provveduto a fare effettuare le fermate in altre stazioni ai treni IC 35793 E 35792, ignorando Gioia Tauro ed i relativi lavoratori portuali pendolari;
disagi maggiori derivano anche dalla chiusura del reparto movimento, ridotto ad un funzionamento part-time funzionante solo dalle ore 6.00 alle ore 13.00 e, dopo tale orario i viaggiatori non hanno la possibilità di vedere alcun dirigente di movimento;
la struttura della stazione ferroviaria di Gioia Tauro è in assoluto stato di degrado, riscontrabile in ogni punto; persino i fondi annunziati per la installazione di un moderno sistema tecnologico di sicurezza sono stati dirottati o distratti -:
quali urgenti iniziative intenda attuare affinché Trenitalia recuperi la stazione ferroviaria di Gioia Tauro e garantisca le fermate soppresse per riparare ai danni che da troppo tempo vengono riversati sui viaggiatori dell'intero bacino d'utenza.
(4-07069)

Risposta. - In merito all'atto parlamentare cui si risponde, con riferimento alla stazione di Gioia Tauro, Ferrovie dello Stato spa ha rappresentato che il fabbricato viaggiatori nel corso del 2003 è stato interessato da un intervento di restyling parziale.
I livelli di pulizia rilevati rispettano gli
standard per quanto riguarda il fabbricato viaggiatori ed i marciapiedi.
La stazione di Gioia Tauro è abilitata al sistema controllo traffico centralizzato (CTC) ed è telecomandata a distanza dal posto centrale di Reggio Calabria.
Tale sistema informatizzato costituisce uno dei più moderni ed evoluti sistemi tecnologici per la gestione della circolazione ferroviaria.
In questo contesto gli operatori addetti alla supervisione della circolazione operano dal posto centrale remoto.
L'impianto in questione è controllato e gestito da risorse di Rete Ferroviaria Italiana spa che presiedono a tutte le attività legate ai servizi al pubblico (informazioni decoro sicurezza aree verdi eccetera).
La Polfer è presente con servizio attivo per tutte le ventiquattro ore.
La perdurante inattività del posto di ristoro è originata da un contenzioso instaurato con l'aggiudicatario del servizio in corso di soluzione.
Nell'intento di porre fine a tale ultimo disservizio si sta procedendo all'affidamento dell'esercizio della ristorazione ad un nuovo gestore.
Per quanto riguarda i collegamenti, Ferrovie dello Stato ha fatto presente che relativamente ai treni eurostar, ICN ed EXPN l'attuale offerta non ha subito variazioni rispetto all'orario precedente.
L'offerta intercity invece si amplia con il nuovo collegamento su Roma rappresentato dalla coppia di IC 539/536 Reggio Calabria-Roma che nell'orario precedente copriva la relazione Reggio Calabria-Torino e che a partire dal 14 dicembre 2003 è stata attestata a Roma Termini. Alla stazione di Gioia Tauro inoltre è stata assegnata la fermata della coppia di IC 529/540 reintegrando così l'offerta diretta tra il capoluogo calabrese e Torino.


Pag. XXIV

Di seguito sono riportati in forma sintetica gli attuali collegamenti giornalieri di media e lunga percorrenza nonché quelli periodici da/per la stazione di Gioia Tauro.
I collegamenti giornalieri sono:
Eurostar n. 7 collegamenti, Roma-Napoli-Reggio Calabria, treni nn. 9371 (9381), 9373, 9375, 9377 (9387), 9372, 9374 (9384), 9378 (9388);
Intercity n. 4 collegamenti, Reggio Calabria-Bari, treni nn. 689 - 699/680 - 690;
Intercity n. 2 collegamenti, Milano-Reggio Calabria, treni nn. 588 (1588)/589 (1589);
Intercity n. 2 collegamenti, Torino-Reggio Calabria, treni nn. 529/540;
Intercity n. 2 collegamenti, Roma-Napoli-Reggio Calabria, treni nn. 539/536;
ICN n. 2 collegamenti, Reggio Calabria-Milano, 752 (1552)/751 (1551);
ICN n. 2 collegamenti, Reggio Calabria-Torino, 761/768;
Espressi n. 2 collegamenti, Roma-Napoli-Reggio Calabria, treni nn. 895/896;
Espressi n. 2 collegamenti, Venezia-Sicilia, treni nn. 1930/1931.

I collegamenti periodici sono:
Milano n. 4 collegamenti, treni nn. 1628/1629-1632/1633;
Torino n. 2 collegamenti, treni nn. 1662/1663;
Roma n. 6 collegamenti, treni nn. 891/892-895/894-897/898;
Bolzano n. 2 collegamenti, treni nn. 1594/1595.

Per quanto riguarda i servizi regionali è opportuno evidenziare che, a seguito dell'attuazione del decreto legislativo n. 422 del 1997, come modificato dal decreto legislativo n. 400 del 1999, questi sono regolati direttamente ed in tutti i loro aspetti dalle Autorità regionali mediante Contratti di Servizio stipulati con l'impresa ferroviaria.
Purtuttavia, allo scopo di consentire una risposta più efficace alla domanda collettiva di mobilità, il ministero delle infrastrutture e dei trasporti è disponibile ad intervenire, insieme alle regioni, nelle decisioni che hanno ricadute sia sui servizi a media e lunga percorrenza sia regionali.
In merito quindi agli specifici collegamenti regionali evidenziati nell'interrogazione, Ferrovie dello Stato spa ha riferito quanto segue.
Il treno regionale 3667 nella città di Gioia Tauro parte da Paola alle ore 5.20 e, passando da Mileto, arriva a Reggio Calabria alle ore 7.40 effettuando poche fermate per evitare sia un sensibile ritardo in arrivo a Reggio Calabria sia un sensibile anticipo in partenza da Paola con conseguenti disagi per la clientela.
Tuttavia la Direzione regionale Calabria di Trenitalia s.p.a. ha assicurato nella fascia oraria interessata l'arrivo a Gioia Tauro di ulteriori 2 treni:
il regionale 3665 che parte da Lamezia Terme alle ore 5.25 e passando da Mileto arriva a Reggio Calabria alle ore 7.13 con fermata a Gioia Tauro alle ore 6.16;
il regionale 3669 che parte da Lamezia Terme alle ore 5.05 e passando da Tropea arriva a Reggio Calabria alle ore 7.50 con fermata a Gioia Tauro alle ore 6.56.

Si fa comunque presente che la Direzione regionale Calabria ha incontrato in numerose occasioni i sindaci interessati e le associazioni di pendolari raggiungendo un accordo sull'attuale offerta che risponde a tutte le esigenze della clientela ed a quelle di circolazione.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Nino Sospiri.

NESI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
sabato 27 marzo 2004, nel Liceo Statale «Flacco» di Bari, un pregiudicato,


Pag. XXV

tale Alberto Savarese già sotto inchiesta per reati di associazione mafiosa ha potuto tenere una lezione sulla violenza negli stadi -:
quale autorità scolastica abbia autorizzato la concessione di un'aula di una scuola dello Stato e quali provvedimenti il Ministro dell'istruzione ritenga prendere nei confronti dell'autorità stessa;
quale autorità di pubblica sicurezza sia stata preventivamente informata dell'utilizzo di un'aula di una scuola dello Stato e quali provvedimenti il Ministro dell'interno intende prendere nei confronti dell'autorità stessa;
se i Ministri interrogati non ritengano necessario adottare iniziative normative volte a vietare in modo definitivo che aule scolastiche vengano utilizzate per iniziative che nulla hanno a che fare con l'insegnamento.
(4-09661)

Risposta. - In relazione all'atto di sindacato ispettivo relativo ad un episodio verificatosi presso il Liceo classico statale «Orazio Flacco» di Bari in data 27 marzo 2004, si rappresenta quanto segue.
L'evento che ha dato origine all'interrogazione concerne un incontro svoltosi nel suddetto Liceo, che ha suscitato polemiche per la partecipazione di una persona con precedenti penali e per il contenuto di alcune sue dichiarazioni in assemblea che erano sembrate assolutorie nei riguardi del fenomeno della violenza negli stadi.
A tale riguardo, si ritiene di dovere prima di tutto precisare che il 27 marzo 2004, nell'aula magna del suddetto Liceo, si è svolta un'assemblea degli studenti, richiesta dal Comitato studentesco d'Istituto, con l'ordine del giorno «La violenza negli stadi» e con la partecipazione di esperti.
Non si è quindi trattato di lezione, come affermato nell'interrogazione, né di concessione di aule ad istituzioni esterne, bensì di assemblea di studenti.
Si evidenzia che le assemblee degli studenti a livello d'Istituto sono previste dall'articolo 13 del decreto legislativo n. 297 del 16 aprile 1994 (Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione), in base al quale le assemblee studentesche nella scuola secondaria superiore costituiscono occasione di partecipazione democratica per l'approfondimento dei problemi della scuola e della società in funzione della formazione culturale e civile degli studenti. Tali assemblee sono inoltre previste dal decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249 (Regolamento recante lo statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria) e precisamente nella parte riguardante i
Diritti (articolo 2).
Nelle sopra citate disposizioni non è previsto che si informino preventivamente le Autorità di Pubblica Sicurezza.
Ciò premesso, in merito ai fatti di cui trattasi il Dirigente scolastico ha presentato una relazione, che contiene ampi chiarimenti sulle circostanze che hanno determinato il verificarsi della vicenda precisando che la presenza all'assemblea degli studenti del capo ultras biancorosso menzionato nell'interrogazione non è stata determinata da volontà in tal senso, bensì da una serie di circostanze fortuite.
In particolare, il dirigente scolastico ha precisato che le persone intervenute a sua insaputa all'assemblea d'istituto del 27 marzo 2003 fecero credere di essere al seguito dei dirigenti della Società sportiva «Bari Calcio», a cui era stata affidata la scelta del personale da far intervenire all'incontro con gli studenti (era prevista la partecipazione del responsabile del marketing dell'Associazione Sportiva Bari/Calcio, dell'allenatore e di un giocatore).
Il medesimo dirigente scolastico ha aggiunto che l'assemblea in questione si svolse con toni pacati e comunque senza che si fossero manifestati schiamazzi, toni alterati né applausi entusiasti, evidenziando, tra l'altro, che i giornalisti presenti all'incontro, da lui salutati al termine dell'incontro stesso, non segnalarono la presenza di quell'«Ultras» con precedenti penali, della cui partecipazione diedero però ampio risalto nell'edizione del giorno successivo.
Ed è stato il giorno successivo che la locale questura, attraverso organi di stampa, ha appreso la notizia dell'assemblea


Pag. XXVI

d'istituto in questione e del tema in essa dibattuto, non essendone stata preventivamente informata.
È da aggiungere che, su indicazione fornita dal prefetto di Bari al dirigente scolastico, presso il Liceo in parola si è successivamente svolto, in data 22 aprile 2004, un incontro-dibattito, coordinato da un giornalista RAI, cui hanno partecipato, oltre che rappresentanti dell'Associazione Sportiva Bari/Calcio, il Procuratore Capo della Repubblica, un funzionario in rappresentanza del Prefetto, un funzionario in rappresentanza del questore nonché un rappresentante della direzione generale dell'Ufficio scolastico regionale per la Puglia. L'incontro si è svolto con una larga partecipazione di studenti (circa 800, a fronte dei soli 50 che avevano presenziato alla prima assemblea). In tale occasione i rappresentanti delle istituzioni hanno sottolineato la necessità che la passione sportiva non travalichi mai i confini della sana competizione ed, inoltre, è stato posto l'accento sull'esigenza di improntare la propria vita ai principi della legalità anche nei piccoli atti quotidiani.
Il successivo dibattito ha fatto registrare numerosi interventi dei ragazzi i quali si sono mostrati molto interessati allo stesso e non hanno mancato di sottolineare l'enfasi, secondo loro eccessiva, data da certa stampa alla prima assemblea, che comunque aveva fatto registrare scarsissima partecipazione.
Infine, si fa presente che precisazioni su quanto accaduto il 27 marzo 2004 sono state fornite anche nel corso di una riunione dell'Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive che, su iniziativa del Direttore dell'Ufficio dell'Ordine Pubblico - Dipartimento della Pubblica Sicurezza - del Ministero dell'interno, si è svolta in data 30 aprile 2004, in Roma, presso la sala Azzurra del Compendio Viminale; alla riunione hanno partecipato, oltre all'ufficio scolastico regionale per la Puglia, la Federazione Italiana Giuoco Calcio e le questure pugliesi. In tale occasione si è deciso di incrementare, con ulteriori iniziative da concordare e realizzare in partnerariato, l'attività di sensibilizzazione e formazione svolta, sull'argomento in questione, nei confronti degli studenti.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.

ONNIS. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
un articolo pubblicato il 30 gennaio 2004 sul quotidiano nazionale di maggiore diffusione evidenziava che tra i duecentocinquantamila giovani sottoposti alla visita di leva nell'anno 2003 ben centoventimila sarebbero stati giudicati non idonei, in quanto «rivedibili o riformati»;
pertanto, la percentuale di giovani risultati inidonei al servizio militare corrisponderebbe, nel 2003, al 48 per cento, mentre lo stesso dato, riferito all'anno 1993, non avrebbe superato il 20 per cento;
nel contesto dell'articolo sopra citato, tale incremento della percentuale dei giovani esonerati, temporaneamente o definitivamente, dagli obblighi di ferma, era spiegato con il riferimento alla maggiore indulgenza nelle valutazioni affidate ai competenti organi della Sanità militare, in considerazione della prossima abolizione (gennaio 2005) della leva obbligatoria;
secondo il commentatore, in virtù del predetto orientamento delle autorità militari, anche patologie banali, vere o addirittura simulate, avrebbero consentito di ottenere l'esenzione dal servizio militare;
infine, sempre in base alle notizie fornite nell'articolo in questione, nell'anno 2003, ventiseimila giovani sarebbero stati comunque avviati all'assolvimento degli obblighi di leva;
quindi, si potrebbero verificare intollerabili disparità di trattamento, tra quanti sono riusciti a conseguire l'esonero dal servizio militare, grazie agli accorgimenti e ai giudizi di maggior indulgenza sopra richiamati, e quanti invece sarebbero comunque costretti a prestare quel servizio;


Pag. XXVII


in effetti, l'esigenza di gestire senza alcun inopportuno irrigidimento il passaggio dal reclutamento obbligatorio a quello volontario deve a ogni costo armonizzarsi con il rispetto della legalità e, specialmente, con la preventiva adozione di criteri di valutazione generali e omogenei, per evitare che i giovani sottoposti alla ferma, in questo periodo o in quelli immediatamente precedenti, possano sentirsi pregiudicati da ingiustificate difformità di giudizio -:
se i dati riportati nell'articolo di stampa in questione, e prima riferiti, siano esatti;
se il numero dei giudizi di inidoneità (definitiva o temporanea) al servizio militare risulti variato, rispetto al passato, in tutte le aree geografiche interessate dal reclutamento ed eventualmente in quali termini;
se consta quanto riferito dal commentatore, a proposito della maggiore indulgenza palesata dagli uffici sanitari militari, in previsione della prossima abolizione della leva obbligatoria;
se siano stati adottati accorgimenti, ed eventualmente quali, diretti a scongiurare il rischio di disparità di trattamento tra coloro che hanno effettivamente fatto il servizio militare e quelli che ne sarebbero stati esonerati solo grazie al più benevolo atteggiamento degli organi preposti alla selezione;
se disponga di elementi di conoscenza e se, in mancanza, non ritenga di promuoverne l'acquisizione, a proposito della denunciata possibilità di ottenere, in questo periodo, l'esenzione dagli obblighi militari adducendo, pretestuosamente, patologie di minima rilevanza o addirittura inesistenti.
(4-08777)

Risposta. - L'Amministrazione della Difesa ha sempre posto grande attenzione al settore della selezione del personale soggetto agli obblighi di leva, nell'ottica di soddisfare le esigenze quantitative e qualitative degli Enti e Reparti delle Forze Armate a salvaguardia della funzionalità ed operatività dell'intero strumento militare.
Ciò premesso, in relazione ai dati forniti dall'interrogante, occorre precisare che il 48 per cento dei soggetti risultati non idonei alla visita di leva comprende anche i «rivedibili», nei confronti dei quali l'emissione del giudizio definitivo di idoneità/non idoneità è rimandata ad una successiva visita da effettuarsi entro un anno.
Pertanto, la percentuale effettiva di coloro che sono stati valutati definitivamente non idonei («riformati») non è del 48 per cento ma solo del 24 per cento).
Si conferma, comunque, che il numero dei giudizi di inidoneità (definitivi e temporanei) risulta effettivamente aumentato rispetto al passato.
Ciò è dovuto alla maggiore età dei visitati che, a partire dal 1999 - dalla classe 1981 compresa - sono, in prevalenza, giovani con un'età anche di 26, 27 e 28 anni che hanno usufruito del rinvio della visita per motivi di studio.
Infatti, l'aumento della percentuale dei non idonei è da attribuirsi soprattutto a patologie correlate alla maggiore età dei visitati (visus, costituzione, nevrosi, eccetera).
Sui restanti chiarimenti richiesti dall'interrogante, si precisa che:
a) gli accertamenti effettuati per verificare alcune risultanze sensibilmente disallineate rispetto alla media hanno evidenziato l'assoluta regolarità degli esami effettuati. È da escludersi, quindi, la presunta ipotesi di una disparità di trattamento;
b) altresì è da escludersi la presunta maggiore indulgenza, in sede di visita di leva, da parte dei preposti Ufficiali sanitari militari, i quali si limitano ad applicare con puntualità le disposizioni vigenti in materia (decreto ministeriale 4 aprile 2000, n. 114 «Regolamento recante norme in materia di accertamenti dell'idoneità al servizio militare»).
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.


Pag. XXVIII

PAPPATERRA. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
nel periodo 2003-2005 il gruppo Poste Italiane, completato il processo di riorganizzazione e risanamento, si proietta verso una nuova fase di investimenti e progetti destinati a rilanciare lo sviluppo dell'azienda e a ridefinirne il posizionamento sul mercato;
fra le linee strategiche del gruppo per il triennio suddetto vi sono una maggiore integrazione dei servizi, una valorizzazione dei molteplici canali di contatto con la clientela (sportelli, call center, addetti al recapito, internet, rete commerciale), nuovi servizi per i privati, le imprese e la pubblica amministrazione;
nel comune di Cariati (10.000 abitanti circa), provincia di Cosenza, esistono due uffici postali ubicati uno nella frazione marina (ufficio principale), l'altro nel borgo antico;
questo ultimo ufficio, nel quale viene impiegata una sola unità lavorativa, serve una consistente utenza costituita per lo più da pensionati;
in caso di assenza del dipendente (per ferie o malattia) l'ufficio è rimasto chiuso arrecando notevoli disagi all'utenza;
ilsuddetto ufficio per volume di affari e per operazioni supera abbondantemente il budget annuale stabilito da Poste Spa per l'ufficio stesso;
con l'arrivo della stagione estiva la popolazione presente nel comune di Cariati si quadruplica con un aumento significativo dell'utenza per l'ufficio suddetto -:
se non ritenga necessario richiedere alla società Poste Italiane l'assegnazione all'ufficio postale di Cariati centro di una seconda unità lavorativa al fine di garantire con continuità i servizi di Poste Spa offerti all'utenza.
(4-09315)

Risposta. - Al riguardo si ritiene opportuno precisare che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, la gestione aziendale rientra nella competenza degli organi statutari della società.
Il ministero delle comunicazioni - quale Autorità nazionale di regolamentazione del settore postale - ha tra i propri compiti quello di verificare il corretto espletamento del servizio universale erogato da Poste Italiane.
Tale attività è volta ad accertare che la qualità del servizio svolto su tutto il territorio nazionale risponda ai parametri fissati dalla normativa comunitaria e nazionale, peraltro recepiti nel contratto di programma, e ad adottare idonei strumenti sanzionatori nel caso in cui si dovesse verificare il mancato rispetto degli
standard qualitativi fissati.
Ciò premesso, allo scopo di poter disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato dall'interrogante si è provveduto ad interessare la società Poste Italiane la quale, in merito al richiesto potenziamento di personale dell'ufficio postale di Cariati, in provincia di Cosenza, ha comunicato quanto segue.
Nel comune di Cariati, in cui risiedono circa 2.888 famiglie sono posti due uffici postali: l'ufficio postale di Cariati e l'ufficio postale di Cariati Marina.
L'ufficio postale di Cariati - secondo quanto precisato dalla stessa societa - non è mai rimasto chiuso per assenza dell'unico operatore preposto in quanto le ultime chiusure risalgono una al 26 marzo 2004, in occasione di uno sciopero generale durante il quale il dipendente in parola ha espletato servizio presso l'ufficio postale di Cariati Marina, maggiormente frequentato dalla clientela, e l'altra chiusura, verificatasi il 9 febbraio 2004, è stata determinata dall'interruzione dell'erogazione dell'energia elettrica su tutto il territorio.
Secondo quanto riferito, non risulta neppure che nel periodo estivo l'ufficio postale di Cariati necessiti di un potenziamento di personale in quanto, in tale arco di tempo, si verifica una significativa contrazione delle attività per lo più limitate


Pag. XXIX

anche nel resto dell'anno che ha indotto l'azienda ad intervenire con un provvedimento di razionalizzazione che, nei mesi di luglio e agosto, ne ha ridotto l'apertura a giorni alterni impegnando l'operatore dell'ufficio postale di Cariati a prestare attività di supporto presso l'ufficio postale di Cariati Marina dove, invece, si registra un contestuale effettivo aumento dei flussi di traffico.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.

PERROTTA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
in seguito a numerose interrogazioni presentate da esponenti sia di maggioranza che di opposizione, il Governo nel 1998 ha stanziato del denaro pubblico per restituire la stele di Axum e favorire la sua collocazione nel Parco di Axum, suo luogo d'origine;
nonostante sia ancora collocata a Roma per motivi tecnici, legati al noto incidente del fulmine che si schiantò sulla stele qualche mese fa, l'impegno assunto dal Governo italiano nei confronti del Governo etiope è avviato a pronta esecuzione, una volta risolti i complicati problemi di trasporto;
dal quotidiano Libero pubblicato giovedì 26 settembre 2002, si evince che il colonnello Gheddafi ha fatto richiesta al Governo italiano di restituire alla Libia la famigerata statua di «Afrodite al bagno», ritrovata a Cirene, ma data in regolare pagamento alle autorità italiane per la collaborazione agli scavi archeologici eseguiti in Cirenaica, adducendo che tale controvalore fu del tutto inadeguato e frutto di un'evidente speculazione a danno delle povere popolazioni nordafricane;
coi predetti precedenti diplomatici, si è avviata una nuova stagione che rende del tutto inadeguata la normativa contenuta nelle convenzioni del 1954 e del 1970, in quanto esse vincolano soltanto le parti, contraenti di allora, e non sono retroattive per fatti antecedenti alla loro approvazione -:
se intenda avviare un monitoraggio volto a rintracciare opere di matrice italiana nei vari musei delle maggiori nazioni europee, a cui il nostro paese avrebbe diritto alla restituzione in virtù delle Convenzioni internazionali del 1954 e del 1970, a condizioni di reciprocità;
se intenda avviare, in particolare, data la famigerata quantità e qualità delle opere italiane in loro possesso, delle richieste ufficiali alle Autorità francesi, austriache e tedesche in merito alla restituzione dei beni predetti;
se intenda promuovere una rivisitazione della Convenzione di Parigi del 1970, affinché le sue disposizioni possano avere efficacia retroattiva, in modo che si possano recuperare i beni del patrimonio artistico italiano sparsi e disinvoltamente esposti in tutti i maggiori musei internazionali, in quanto frutto di bottini di guerra, illeciti trasferimenti, furti, appropriazioni indebite, senza alcuna remora alla mancata restituzione del maltolto.
(4-04206)

Risposta. - L'interrogante, in merito ai quesiti, concernenti il quadro multilaterale di riferimento per l'azione di restituzione e di recupero di opere d'arte, disperse fuori dal territorio nazionale per illeciti, rileva l'inadeguatezza delle Convenzioni internazionali (Convenzioni Unesco 1954, sulla tutela dei beni culturali in caso di conflitto armato, e 1970 contro gli illeciti in materia di esportazione, importazione e trasferimento di proprietà di beni culturali), che in quanto applicabili dalle parti contraenti solo dal momento della ratifica e, comunque non retroattivamente, possono soccorrere le rivendicazioni da parte dell'Italia limitatamente a pochi beni. Di conseguenza viene richiesto: Il monitoraggio delle opere italiane sparse nei vari musei europei e rivendicabili in applicazione delle Convenzioni citate; che siano avanzate eventuali richieste ufficiali alle autorità francesi, austriache


Pag. XXX

e tedesche per la restituzione di dette opere; la promozione di una revisione delle norme convenzionali citate con l'obiettivo di ottenere la retroattività e quindi l'applicabilità anche per rivendicazioni oggi insostenibili.
Al riguardo, mentre si rinvia al competente ministero per i beni e le attività culturali una valutazione circa la fattibilità del monitoraggio proposto e la definizione di specifiche richieste di restituzione ai Paesi segnalati, si rileva che né la Germania né l'Austria hanno aderito alle Convenzioni citate e che, pertanto, le rivendicazioni ipotizzate sarebbero improponibili sotto il profilo degli obblighi convenzionali multilaterali.
Quanto a perseguire la retroattività di dette Convenzioni, si fa presente che si è trattato sempre di un obiettivo di fatto impraticabile nei negoziati preliminari alla loro adozione, proprio perché avrebbe inevitabilmente ristretto ulteriormente la platea dei possibili e più attesi aderenti, cioè di quelli che preme maggiormente impegnare nelle azioni di restituzione. Dal limitato numero di Stati Parte sono infatti già esclusi quasi tutti i maggiori destinatari - europei e occidentali - del traffico illecito o di bottini di guerra, a causa anche delle resistenze opposte dalle potenti
lobby interne legate al mercato dell'arte.
Un'iniziativa per promuovere tale retroattività rischierebbe, per esigenze procedurali, tempi lunghi ed avrebbe, comunque, remote possibilità di sviluppo e successo, rischiando anzi di irrigidire i nostri
partner in eventuali più fruttuosi negoziati diplomatici bilaterali, fondati su specifici obiettivi di reciproco interesse, come quello che ha condotto nel 2001 alla sottoscrizione del Memorandum d'intesa con gli Stati Uniti sulle restrizioni all'importazione in quel Paese di reperti archeologici di epoca romana e quello che si intende avviare con la Svizzera per arrivare ad analogo accordo.
Sul piano dell'azione multilaterale, appare in prospettiva più concretamente possibile e produttiva l'azione per incrementare le adesioni agli strumenti internazionali vigenti. Più ampio in effetti sarà il numero dei nostri
partner in tali Convenzioni, maggiori saranno le possibilità di cooperazione internazionale nelle azioni di prevenzione, contrasto e repressione del traffico illecito.
In tal senso si segnala l'azione già sviluppata a favore della Convenzione dell'Unidroit del 1995, sui beni culturali o illecitamente esportati, che integra la Convenzione Unesco del 1970 con norme molto più impegnative, di diritto internazionale privato uniforme e che ha già dato qualche risultato (con la ratifica, in ambito OCSE di Spagna, Portogallo e Norvegia e, al di fuori di tale ambito, con la ratifica di Argentina e Cambogia), favorendo indirettamente anche nuove importanti adesioni alla Convenzione dell'Unesco fra quei Pesi maggiormente «resistenti» ai più vincolanti impegni previsti dalla Convenzione Unidroit (esempio: Regno Unito e Giappone).
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Mario Baccini.

PERROTTA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
come si evince da un articolo a firma di Mattias Mainiero, di martedì 28 ottobre 2003, su Libero, il precedente Governo rilasciò al presunto terrorista Marco Mezzasalma, arrestato per l'omicidio D'Antona, il nullaosta per accedere ai documenti riservati dei servizi segreti;
questo lasciapassare si chiama «Nos». Dà accesso ai dossier riservati. Fu consegnato al presunto terrorista, Marco Mezzasalma, dall'Ucsi, l'Ufficio centrale per la sicurezza che dipende dal Cesis, organo che coordina il Sismi e il Sisde e che fa capo alla presidenza del Consiglio. L'ideologo delle nuove Br, 5 anni fa, fu ritenuto persona affidabile dall'allora struttura dei servizi -:
se il Ministro intenda accertare chi fu a rilasciare il nullaosta, in base a quali criteri e chi dette le informazioni;


Pag. XXXI


cosa intenda fare per evitare il ripetersi di simili episodi e quali provvedimenti saranno presi nei confronti dei responsabili.
(4-07877)

Risposta. - Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in discorso la Segreteria generale del CESIS ha fatto presente quanto segue.
Il signor Marco Mezzasalma era in possesso di «abilitazione di sicurezza» rilasciata dall'Ufficio centrale per la sicurezza, su richiesta della società di cui era dipendente e presso la quale lavorava da oltre venti anni senza aver dato luogo a formali rilievi.
Per quanto riguarda il rilascio del nulla osta di segretezza sono state eseguite tutte le procedure abilitative previste dalla normativa che regola la materia dalle quali è sempre emerso che il signor Mezzasalma conduceva una vita, risultata ai riscontri, priva di controindicazioni e non poneva in essere comportamenti contrari ai doveri da tenere nei confronti della collettività.
Si precisa, comunque, che detta abilitazione autorizza il titolare ad accedere unicamente ai documenti connessi all'incarico ricoperto.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento: Carlo Giovanardi.

PISTONE, BENVENUTO, BELLILLO e ARMANDO COSSUTTA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'Unione Nazionale per la Lotta contro l'Analfabetismo, nel quadro delle sue periodiche rilevazioni, ha dato alle stampe, nelle settimane scorse, una ricerca che ha contribuito a riaprire il dibattito sulle inadeguatezze delle politiche pubbliche perseguite nel corso dell'ultimo cinquantennio, per la promozione del capitale umano del Paese;
tale iniziativa ha destato ampio interesse nei media, tanto che RAI TRE ha inteso promuovere un confronto-dibattito con esponenti della sopra menzionata Associazione e del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, e ben 90 organi di stampa italiani ed europei hanno ripresa con servizi e commenti favorevoli di noti opinionisti;
è di vitale interesse per lo sviluppo del Paese attivare strategie per il superamento delle profonde disparità presenti nel corpo sociale in ordine alla distribuzione delle conoscenze, tant'è che rispetto al 5 per cento di cittadini forniti di diploma di laurea ancora ne permane un 39,2 per cento in possesso appena dei rudimenti del sapere e non sempre del titolo di licenza elementare;
si rende improcrastinabile ai fini della ripresa di competitività del sistema industriale in una economia sempre più dominata dalla tendenza alla globalizzazione - provvedere all'incremento del numero dei ricercatori attualmente al 2,78 per cento su mille unità di lavoro, (il più basso su 19 Paesi individuati nel Terzo Rapporto Europeo su ST del 2003) nonché all'elevazione della spesa in RS per la quale - secondo IMD, World Competitiveness Year Book 2003 - il nostro Paese si trova collocato al quart'ultimo posto in rapporto ai sedici Paesi considerati -:
se, ed in quale modo, il Ministro interrogato intenda avvalersi degli apporti scientifici della sopramenzionata Associazione che, sorta per iniziativa di Francesco Saverio Nitti nel 1947, da circa un sessantennio esplica un'opera altamente meritoria nel settore dell'educazione degli adulti, attraverso la rete dei suoi Centri di cultura e di educazione permanente e l'Università di Castel Sant'Angelo e quale punto alto di aggregazione e di scambi di esperienze con numerosi Enti operanti nel settore sia in Italia che nella Unione europea.
(4-10114)

Risposta. - Nell'atto parlamentare cui si risponde, l'interrogante, facendo riferimento alle attività svolte dall'Unione Nazionale per la Lotta contro l'Analfabetismo (UNLA) nel settore dell'apprendimento permanente


Pag. XXXII

e alla rilevanza che l'educazione degli adulti riveste per lo sviluppo del Paese, chiede di conoscere se il ministero interrogato, nell'ambito delle specifiche competenze, intenda avvalersi degli apporti scientifici della suddetta associazione in considerazione dell'opera fin qui svolta dalla stessa nel settore.
In proposito, si fa innanzi tutto presente che il tema della lotta all'analfabetismo, e più in generale dell'educazione degli adulti, è oggetto di nuova attenzione da parte delle istituzioni pubbliche in relazione agli obiettivi fissati per il 2010 dal Consiglio europeo di Lisbona.
Una ricognizione dei risultati conseguiti negli ultimi anni è contenuta nel documento, denominato «
Follow up della risoluzione del Consiglio dell'Ue sul lifelong learning, predisposto nel 2003, nel quadro degli indirizzi dell'Unione europea, dal gruppo tecnico istituzionale coordinato dal ministero del lavoro e delle politiche sociali e dal ministero interrogato.
Tale gruppo si è avvalso del coordinamento tecnico delle regioni, dell'Unione delle province italiane e dell'Associazione nazionale dei comuni italiani, con l'assistenza tecnica dell'ISFOL. Il documento è stato definito nel confronto con le Parti sociali.
Nella impostazione e nella stesura del rapporto si è adottato un metodo di lavoro che tiene conto del mutato quadro istituzionale definito dalla legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001.
In tale contesto le funzioni delle amministrazioni centrali competenti sono svolte con il metodo della concertazione istituzionale definito con l'Accordo in sede di Conferenza unificata il 20 giugno 2002, a seguito del quale è stato assunto l'impegno dal ministero interrogato e dal Ministero del lavoro, d'intesa con la Conferenza dei presidenti delle regioni, l'UPI e l'ANCI, di costituire un apposito Comitato tecnico nazionale, che potrà avvalersi della consulenza di tutti quei soggetti che possano offrire qualificati contributi per la loro documentata competenza ed esperienza.
In questa sede potranno essere valorizzati gli eventuali contributi scientifici che l'UNLA potrà offrire.
Va aggiunto che il ministero interrogato ha sempre intrattenuto con l'UNLA rapporti di intensa e proficua collaborazione, come prova il fatto che il citato ente è tra i soggetti ritenuti indispensabili in relazione alla specifica funzione strumentale esercitata e, in quanto tale, è destinatario di apposito contributo annuale che, per il 2004, è pari ad euro 181.290,00.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.

RAISI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il maresciallo capo Armando Fiorelli, nato a Spello (Perugia) il 4 aprile 1954, a seguito di domanda di collocazione in congedo, riceveva in data 5 ottobre 1999 un messaggio di cessazione dal servizio;
con tale lettera gli veniva comunicata la collocazione in congedo a decorrere dal 1 gennaio 2000, ai sensi dell'articolo 34 legge 31 luglio 1954, n. 599 e del decreto interministeriale 30 marzo 1998;
in data 6 novembre 1999 lo stesso Fiorelli con lettera indirizzata al II reparto - 5 divisione del ministero della difesa chiedeva la revoca della domanda di cessazione dal servizio;
successivamente con lettera notificata il 6 dicembre 1999, gli veniva negata la revoca del congedo in quanto - secondo il ministero - prodotta successivamente alla data di emanazione del decreto di cessazione dal servizio;
contro tale provvedimento, produceva ricorso al Tar competente ai sensi dell'articolo 21 della legge 6 dicembre 1971, n. 1034;
il Tar del Lazio con provvedimento del 7 febbraio 2000, concedeva all'amministrazione un termine di 15 giorni dalla


Pag. XXXIII

comunicazione o notificazione dell'ordinanza per pronunciarsi espressamente sull'istanza di revoca;
dopo l'intervento del Tar il ministero dell'interno, con lettera del 29 novembre 2000, comunicava all'interessato che il riesame sarebbe stato possibile solo in sede di definizione del gravame stesso dalla competente autorità;
non si spiega il comportamento degli uffici preposti, anche alla luce del regolamento emanato successivamente in data 29 dicembre 1999, che prevede che le istanze di revoca dovranno essere presentate almeno 30 giorni prima della data per l'invio in congedo, termine rispettato dall'interessato;
la situazione rappresentata non è riferibile solo al maresciallo Fiorelli ma è una condizione in cui si trovano molti altri soggetti -:
quali provvedimenti intenda adottare per risolvere l'incresciosa vicenda del maresciallo Fiorelli e delle altre persone che versano nella stessa difficile situazione.
(4-07713)

Risposta. - Il Maresciallo Capo CC Fiorelli Armando, in data 29 gennaio 1997, ha presentato istanza di cessazione anticipata dal servizio permanente a decorrere dal 18 settembre 1997.
Con successiva istanza in data 3 settembre 1997, ha chiesto di differire la suddetta cessazione al 31 dicembre 1997.
Nel frattempo è intervenuto il decreto interministeriale 30 marzo 1998, che ha disciplinato l'accesso al pensionamento d'anzianità dei militari, (ex articolo 59, comma 55, della legge n. 449 del 27 dicembre 1997).
La Direzione generale per il personale militare, nell'accogliere la domanda ha disposto il collocamento in congedo del sottufficiale nella categoria della riserva a decorrere dal 1o gennaio 2000 (decreto dirigenziale in data 23 luglio 1999 notificato il 12 ottobre 1999) sulla base delle norme all'epoca vigenti.
In data 6 novembre 1999 il sottufficiale ha formulato un'ulteriore istanza, intesa ad ottenere la revoca definitiva della domanda di collocamento in congedo già presentata.
L'istanza è stata rigettata, in quanto presentata successivamente alla data di notifica del relativo decreto di collocamento in congedo (12 ottobre 1999).
Il sottufficiale avverso il provvedimento di rigetto dell'istanza di revoca definitiva ha proposto ricorso, con contestuale domanda di sospensiva, al TAR del Lazio che ha accolto l'istanza cautelare proposta (ordinanza n. 183 in data 7 luglio 2000).
Avverso quest'ultimo provvedimento la Direzione generale ha adito il Consiglio di Stato-IV Sezione (ordinanza n. 5327/2000), il quale ha disposto l'annullamento del provvedimento cautelare reso in primo grado dal tribunale amministrativo regionale.
Il giudizio, invece risulta ancora pendente per quanto attiene al merito del ricorso proposto dal ricorrente.
Il Fiorelli in data 6 novembre 2000, ha presentato ulteriore istanza per la riammissione in servizio, che è stata rigettata, non essendo prevista la riammissione in servizio del personale cessato dal servizio permanente (ex articolo 8, comma 4, del decreto legislativo n. 198 del 1995).
Il militare ha proposto ulteriore ricorso - con sospensiva - presso il TAR del Lazio che, lo ha rigettato (ordinanza n. 6288/2001).
Anche quest'ultimo gravame risulta ancora pendente nel merito.
In conclusione, l'operato della Direzione generale è risultato conforme alle norme e alle disposizioni impartite.
Tali disposizioni, infatti, pur stabilendo che le istanze di revoca devono essere presentate almeno 30 giorni prima della data di richiesta per collocamento in congedo, sanciscono, altresì che «la facoltà di revocare la domanda di collocamento in congedo o di procrastinare la data, può essere esercitata dagli interessati, solo finché agli stessi non sia stata notificata l'emanazione del relativo decreto (di congedo)».


Pag. XXXIV

Nel caso in esame, invece, il provvedimento di cessazione dal servizio e di collocamento in congedo era stato notificato all'interessato in data 12 ottobre 1999, prima, quindi, della domanda di revoca presentata in data 6 novembre 1999.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.

REALACCI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nella notte del 24 ottobre 2003, una nave battente bandiera libanese con a bordo un equipaggio di egiziani e siriani, dopo aver tentato una inutile manovra, si è incagliata nelle acque antistanti il litorale di Rosignano-Castiglioncello;
la nave Venus, vecchia di oltre trent'anni, è tuttora arenata sul bagnasciuga a pochi metri dal lungomare, dalle case e dal porto turistico di Crepatura;
in questi mesi non è stato messo a punto nessun progetto o intervento concreto di rimozione o messa in sicurezza, tranne lo svuotamento - forse nemmeno completo - del serbatoio contenente gasolio;
secondo un rapporto del RINA (Registro Italiano Navigazione), una delle principali società di certificazione navale, la nave Venus rappresenta una concreta minaccia ambientale per i seguenti motivi:
tutte le lamiere ed i componenti strumentali risultano in pessime condizioni; tra l'altro sono presenti nello scafo almeno tre falle di circa 30 centimetri di lunghezza per 5 di apertura;
serbatoi e sentine, sebbene svuotati del loro contenuto, non sono mai stati bonificati, per cui permangono residui di nafta ed oli lubrificanti;
le parti verniciate della nave risultano in pessimo stato di conservazione, potendo quindi riversare in mare componenti potenzialmente tossiche;
risulta inoltre pessimo lo stato di conservazione delle parti coibentate in amianto, quali motori, generatori di bordo e tutte le tubazioni;
a tutto quanto sopra va inoltre aggiunta la minaccia ambientale costituita dalla presenza nei doppifondi del mercantile di sedimenti e fanghi, che potrebbero introdurre nell'habitat marino costiero specie di flora e fauna non autoctone e di cui si ignora la provenienza;
oltre al grave rischio per l'ambiente marino altrettanto grave appare il rischio per l'incolumità pubblica. Infatti il relitto è incagliato sullo scoglio a poche decine di metri dalla costa ed è tra l'altro facilmente raggiungibile da terra, costituendo pertanto una meta facilmente accessibile per qualunque bagnante. Va inoltre considerato che le recinzioni ed i cartelli di divieto, diligentemente esposti dal comune di Rosignano, sono facilmente aggirabili essendo impossibile tenere costantemente sotto controllo l'area da parte dei Vigili urbani e della Guardia costiera;
inoltre il relitto blocca l'uso di uno dei pochi tratti di spiaggia libera della zona di Caletta e rende pericolosa la passeggiata a mare fra Rosignano Solvay e Castiglioncello;
da sottolineare infine che essendo questa un'area dove è alta la fruizione turistica, la presenza del relitto Venus da un lato aumenta il problema della sicurezza della popolazione e dall'altro costituisce un elemento negativo per l'economia turistica locale;
nonostante le ripetute richieste da parte del sindaco di Rosignano Gianfranco Simoncini agli enti competenti per sollecitare interventi di rimozione del relitto, cui è seguito un atto congiunto tra sindaco, prefetto e comandante della capitaneria di Porto per chiedere al Presidente del Consiglio dei ministri un provvedimento straordinario, ancora nulla è stato


Pag. XXXV

fatto per stabilire le regole ed avviare la rimozione della nave Venus -:
se si intenda attivare uomini e mezzi della protezione civile, anche ai sensi dell'articolo 5 della legge 225 del 1992 e successive modificazioni relativo all'istituzione della protezione civile, affinché il relitto venga rimosso in tempi certi, così da garantire la sicurezza della popolazione e dei bagnanti;
se sia possibile attivare fin da ora sull'area in questione un monitoraggio costante, così da evidenziare eventuali problemi recati all'ambiente ed all'habitat marino costiero per la presenza da ormai circa otto mesi del relitto Venus.
(4-06363)

Risposta. - Nella notte rea il 23 ed il 24 ottobre 2002 la motonave Venus, battente bandiera libanese, si è incagliata ed è naufragata sulla costa di Castiglioncello.
A seguito del verificarsi di una situazione di grave rischio ambientale, in data 8 maggio 2003, è pervenuta, presso il dipartimento della protezione civile, una nota della prefettura di Livorno che, congiuntamente con il comune di Rosignano Marittimo e la capitaneria di porto di Livorno, ha chiesto la dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell'articolo 5, della legge n. 225 del 1992.
Successivamente anche la regione Toscana, in data 13 maggio 2003, sulla base delle segnalazioni inviate dagli organi competenti, ha rappresentato la medesima esigenza.
Il successivo 4 giugno i rappresentanti della prefettura di Livorno, del comune di Rosignano Marittimo, del dipartimento della protezione civile, della capitaneria di porto di Livorno e dell'Ufficio locale marittimo di Castiglioncello hanno effettuato un sopralluogo per verificare l'effettivo stato di pericolosità del relitto della Venus, confermando la necessità del ricorso alla dichiarazione dello stato di emergenza.
Quest'ultimo è stato, pertanto, deliberato dal Consiglio dei Ministri, in data 31 luglio 2003, relativamente al territorio del comune di Rosignano Marittimo fino al 31 gennaio 2004, e la successiva ordinanza di protezione civile, n. 3324 del 7 novembre 2003, ha posto in essere misure urgenti di carattere straordinario per la rimozione e la demolizione della motonave.
In seguito alla predetta ordinanza, il comandante della capitaneria di porto di Livorno è stato nominato commissario delegato alfine di realizzare interventi urgenti e di pubblica utilità per il superamento dell'emergenza, anche in deroga alla normativa nazionale e regionale. È stato, inoltre, autorizzato ad avvalersi di un soggetto attuatore che potrà agire sulla base di specifiche direttive ed indicazioni impartite dal commissario stesso, ricorrendo, ove non sia possibile l'utilizzo di strutture pubbliche, a liberi professionisti.
Infine il commissario può avvalersi della collaborazione di un comitato, con funzioni consultive, composto, oltre che dallo stesso commissario, anche dal sindaco del comune di Rosignano Marittimo, dal prefetto di Livorno, dall'assessore alla protezione civile della regione Toscana, da un rappresentante del ministero dell'ambiente e della tutela del territorio nonché da un rappresentante del dipartimento della protezione civile.
La copertura finanziaria degli oneri derivanti dall'applicazione dell'ordinanza n. 3324 è stata prevista dall'articolo 4 dell'ordinanza stessa che ha provveduto a stanziare 250.000,00 euro a carico del fondo della protezione civile ed altrettanto a carico del ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, autorizzando, altresì, il ministero delle infrastrutture e dei trasporti, gli enti locali territorialmente competenti e la regione Toscana ad assegnare ulteriori risorse finanziarie. Inoltre sono state aggiunte le somme ricavate dalla vendita dei materiali ferrosi derivanti dalla rimozione e dalla demolizione del relitto.
In data 13 febbraio 2004, il Consiglio dei ministri ha deliberato la proroga dello stato di emergenza, fino al 31 maggio 2004, al fine di completare le procedure per l'affidamento, mediante appalto concorso, del servizio di rimozione e demolizione del relitto.


Pag. XXXVI

Queste ultime sono state aggiudicate alla società Teseco s.p.a. che ha presentato un cronoprogramma dei lavori da effettuare.
È stato allestito un cantiere, la nave è stata «puntellata» da una cintura di grossi massi per evitare che lo scafo, danneggiato dal movimento del mare ed attaccato da ruggine e salsedine, si spezzasse nel corso dell'opera di smantellamento e sono state eseguite le operazioni di bonifica e di rimozione del materiale non ferroso, in particolare di circa 50 chilogrammi di amianto, concentrato principalmente nei rivestimenti di alcune tubazioni, e di olii ed altri liquidi residuati nei motori. Infine si è proceduto alla demolizione del relitto che è stato «tagliato» sul posto ed alla rimozione del materiale ferroso di risulta che è stato inviato alle acciaierie di Piombino.
Attualmente sono in procinto di essere completati i lavori di smantellamento delle opere approntate per la rimozione della Venus e la struttura commissariale sta espletando, in regime ordinario, tutte le operazioni finalizzate alla chiusura delle attività amministrative e contabili effettuate in regime straordinario.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento: Carlo Giovanardi.

RIZZO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
gli enti gestori delle attività di promozione ed insegnamento della lingua italiana a Parigi, Lione, Metz e Grenoble hanno annunciato ai Consolati di riferimento, alla nostra Ambasciata a Parigi, al Direttore Generale del DGIEPM del MAE ed all'Ufficio II DGIEPM, la grave situazione finanziaria che li obbliga alla sospensione dei corsi e delle attività;
nell'immediato, la possibilità di credito degli istituti bancari si sono esaurite e per far fronte agli stipendi gli enti gestori dovranno prorogare il pagamento degli oneri sociali con una penalità del 10 per cento sull'ammontare dovuto;
i contributi ministeriali per l'esercizio in corso (oltre un terzo di attività già effettuata) sembrerebbe che non potranno essere accreditati prima del 15 luglio prossimo e ciò comporterebbe la presa in carico da parte degli enti gestori dei due terzi dei costi di attività programmata e realizzata;
all'inizio dell'anno scolastico in corso gli enti gestori hanno sottoscritto con l'istituzione scolastica francese precisi impegni iscritti nella programmazione scolastica; un vero e proprio contratto che viene siglato in presenza di precisi impegni politici ed amministrativi dello Stato italiano nel quadro della propria politica di intervento all'estero;
gli enti gestori, inoltre, hanno stipulato contratti a termine con il necessario personale docente dovutamente accreditato, contratti che gli enti gestori non sono in grado di onorare per le ragioni sopra esposte;
il blocco dei finanziamenti provocherà dunque non solo la rottura dei contratti a termine del personale docente, ma anche la rottura del contratto con una istituzione dello Stato francese, nel caso l'Ispection de l'Academie de l'Education National -:
quali misure urgenti intende adottare per risolvere tale incresciosa situazione che reca danno alle famiglie dei cittadini emigrati in Francia, le quali non potranno più usufruire dei corsi di lingua e cultura italiana;
quali misure intende adottare per onorare i contratti a termine del personale docente attualmente in servizio.
(4-10057)

Risposta. - In merito ai quesiti posti dall'interrogante si segnala che l'intervento del Ministero degli affari esteri è attuato dalla direzione, generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie attraverso l'erogazione di contributi gravanti sul cap. 3153. Tale intervento si configura come azione di supporto rispetto alle risorse proprie di cui devono disporre gli enti


Pag. XXXVII

gestori delle attività di assistenza scolastica per le collettività italiane residenti all'estero, conformemente alla natura del capitolo di bilancio, che prevede la destinazione delle somme ad esso afferenti a titolo di contributo e non di finanziamento.
Gli enti beneficiari di tali contributi si costituiscono sulla base delle norme di diritto locale. Conseguentemente, anche i contratti stipulati tra gli enti gestori e gli insegnanti alle loro dipendenze sono regolati dalla normativa vigente
in loco e non sono subordinati all'effettiva erogazione del contributo ministeriale, sebbene tale contributo possa essere utilizzato anche per il pagamento degli stipendi agli insegnanti.
Relativamente ai tempi di accreditamento dei contributi citati, si segnala che questi sono scanditi da un complesso
iter procedurale.
Il ministero degli affari esteri è consapevole delle difficoltà di funzionamento di alcuni enti e pertanto si è già fattivamente adoperato, per quanto di propria competenza, per snellire i tempi di erogazione dei contributi sopra menzionati. Proprio nel corrente anno si è provveduto a ridurre i tempi di emanazione dei decreti e ad anticipare considerevolmente le comunicazioni ai Consolati dell'avvenuta assegnazione dei fondi, in modo da consentire ai beneficiari di fare ricorso, ove necessario, al credito bancario.
D'altra parte, la liquidazione dei contributi è subordinata a tempi tecnici che, come noto, sono condizionati dalla complessità dell'
iter amministrativo di tutte le procedure connesse con il bilancio dello Stato, in particolare con il passaggio delle pratiche al controllo dell'Ufficio centrale del bilancio presso il MAE e al successivo inoltro alla Banca d'Italia dell'ordine di pagamento.
Il Ministero degli Affari esteri ha seguito costantemente l'andamento di tali procedure al fine di assicurarne un più celere disbrigo. Tuttavia, tenuto conto di quanto sopra, non è stato possibile portare a termine i pagamenti prima dei 15 luglio 2004.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Mario Baccini.

RODEGHIERO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da notizie ufficiose si è potuto apprendere che l'Ente Poste s.p.a. ha intenzione di chiudere il servizio di sportello postale presso il Comune di Foza (Vicenza), mandamento di Bassano del Grappa, per tenerlo aperto solo tre mattine la settimana;
la normativa prevista dalla legge 31 gennaio 1994, n. 97, i cui principi sono costituzionalizzati, stabilisce che gli uffici decentrati dello Stato non possono essere chiusi senza aver prima sentito la popolazione interessata;
in ogni caso l'Anno Internazionale della montagna da poco concluso ha messo in evidenza l'importanza dei servizi fondamentali nelle aree di montagna, nelle quali la presenza di comunità è fondamentale per il presidio di un territorio che costituisce un elemento equilibratore naturale degli effetti negativi della diffusa urbanizzazione;
a tutti i livelli, sia internazionali che nazionali, si è in più sedi e da tutte le parti politiche affermata la volontà di tutelare la popolazione di montagna garantendo i servizi sociali, sanitari, assistenziali, pubblici -:
quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro intenda adottare, per garantire che l'Ufficio Postale di Foza (Vicenza) rimanga aperto tutti i giorni nel suo fondamentale servizio, soprattutto per le persone anziane.
(4-09850)

Risposta. - Al riguardo, nel far presente che si risponde per incarico della Presidenza del Consiglio dei ministri si ritiene opportuno rammentare anzitutto che a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, il governo non ha il potere di intervenire sulla gestione aziendale che, com'è noto, rientra nella competenza specifica degli organi statutari della società la quale, pertanto, organizza secondo le logiche imprenditoriali ritenute più opportuno le risorse di cui dispone, al fine di raggiungere il duplice


Pag. XXXVIII

obiettivo di assicurare condizioni di operatività compatibili con una gestione economicamente equilibrata, nonché il garantire un efficiente servizio all'utenza.
Tuttavia allo scopo di disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato dall'interrogante nell'atto parlamentare in esame non si è mancato di interessare la predetta società Poste la quale ha precisato che nel comune di Foza - ove risiedono circa 800 abitanti - è operativo un ufficio postale in cui è applicata una sola unità che svolge l'attività giornaliera con orario 8.30/14.00 dal lunedì al venerdì e con orario 8.30/13.00 il sabato.
L'analisi dei dati di traffico relativa all'ufficio in parola riguardante il 2003 ed i primi quattro mesi del 2004, ha evidenziato un numero piuttosto esiguo di operazioni giornaliere svolte (mediamente 15).
Ciò ha indotto l'azienda - nell'ottica del contenimento dei costi e del raggiungimento dell'equilibrio finanziario - ad intervenire con un provvedimento di razionalizzazione (
part-time verticale) che, a partire dal mese di giugno 2004, ne ha ridotto l'apertura ai soli giorni di martedì, giovedì e sabato, giorno quest'ultimo, scelto proprio nell'intento di agevolare quella parte di clientela che non svolge attività lavorativa in tale giornata.
Nei giorni di chiusura dell'ufficio di Foza la cittadinanza può recarsi nei comuni viciniori di Enego, Gallio e Asiago, dove, ad una distanza di circa 2 chilometri, sono situati altri quattro uffici postali: tale decisione è stata anticipata alla locale autorità comunale attraverso un colloquio diretto con il responsabile del servizio sportelli del territorio.
Il servizio di recapito stando a quanto riferito dalla società Poste, non è interessato da alcun intervento e continua ad essere espletato quotidianamente.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.

RUGGERI. - Al Ministro della salute, al Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che:
nelle nostre città e nei centri storici, come è il caso di Mantova, la popolazione residente è composta da numerosissime persone anziane, donne, pensionate che sopravvivono con pochi euro al mese;
quasi sempre questi anziani vivono soli, sono deboli e indifesi e trovano nella televisione un legame con la società e con la vita;
troppo spesso, tramite telepromozioni, gli anziani entrano fiduciose in contatto con personaggi di ditte venditrici di pentole e prodotti vari, i quali si approfittano pesantemente della buona fede, dell'ingenuità e della debolezza di questi nostri anziani;
quasi sempre, dopo che i venditori hanno ottenuto la firma su contratti capestro con rateizzazioni ad interessi veramente da «usura», lasciano gli anziani allo sbando con conseguenze tragiche finanziarie, psicologiche e sulla stessa loro salute, per l'impossibilità a rispondere agli impegni sottoscritti -:
quali iniziative intendano adottare per aiutare gli anziani, con particolare riferimento a coloro che vivono soli e indifesi.
(4-08030)

Risposta. - Al riguardo, nel far presente che si risponde per incarico della Presidenza del Consiglio dei ministri si osserva che il fenomeno cui l'interrogante fa riferimento nell'atto parlamentare in esame comprende più vicende collegate fra loro ed alcune conseguenze che possono derivare: dal fatto che molti cittadini anziani, in seguito alla trasmissione di telepromozioni, sarebbero più facilmente disponibili ad incontrare i venditori dei prodotti pubblicizzati e quindi a sottoscrivere contratti di compravendita contenenti clausole di rateizzazione del prezzo e condizioni onerose.
In proposito si ritiene opportuno distinguere fra pubblicità ingannevole - che può indurre in errore le persone alle quali è rivolta con conseguente possibile pregiudizio economico - in merito alla quale è competente l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, nonché le telepromozioni e le televendite.


Pag. XXXIX

Per telepromozione, infatti, si intende la pubblicità consistente nell'esibire prodotti nell'ambito di un programma al fine di promuovere la fornitura, dietro compenso, dei beni o dei servizi presentati o esibiti; lo scopo di tale forma di pubblicità è quello di rendere possibile un contatto fra l'operatore commerciale ed il potenziale acquirente che può essere disponibile ad accettare un incontro presso il proprio domicilio.
Va tuttavia sottolineato che gli anziani non costituiscono una categoria particolare di soggetti per la quale il legislatore abbia ritenuto di introdurre forme specifiche di tutela, rafforzate rispetto a quelle previste per la generalità dei consumatori, per cui, in merito a quanto prospettato, trovano applicazione le norme generali in materia di commercio a distanza, tra cui rientrano le telepromozioni.
Queste ultime sono regolate dal decreto legislativo n. 50/92 che attribuisce al consumatore - nei casi di contratti di compravendita della natura più diversa (vendite televisive, per corrispondenza, su catalogo, durante gite turistiche e simili) - una serie di diritti fra i quali, in particolare, il diritto di recesso contenuto nella cosiddetta clausola di ripensamento
Nel settore delle telepromozioni, la possibilità di intervento della menzionata autorità garante della concorrenza e del mercato, sono limitate all'individuazione ed alla repressione della pubblicità ingannevole di cui al decreto legislativo n. 74 del 1992 e, nel corso degli anni, gli interventi della medesima autorità nel settore in parola hanno riguardato i profili di ingannevolezza legati alla prospettazione dell'offerta, alla descrizione inadeguata o ingannevole dei beni, alle condizioni di contratto relativamente ai prezzi, alle spese di spedizione, alle condizioni di credito e di consegna.
La televendita consiste non soltanto nella trasmissione di messaggi pubblicitari, ma in una proposta contrattuale: attraverso il mezzo televisivo, infatti, viene comunicata un'offerta diretta al pubblico allo scopo di fornire beni e servizi dietro pagamento; il contratto può essere concluso immediatamente con l'adesione del consumatore, nel quale caso vi è il cosiddetto «contratto a distanza».
Le numerose disposizioni che si occupano specificamente di «telepromozioni», in materia di esercizio dell'attività radiotelevisiva, oltre a disciplinare le modalità di messa in onda delle stesse - e quindi il rispetto di tetti di durata e di intervalli tra una trasmissione e l'altra e di caratteristiche idonee a renderle riconoscibili - hanno fissato, sotto il profilo dei contenuti, princìpi diretti ad evitare comportamenti pregiudizievoli per gli spettatori.
In proposito si rammenta che di televendite e di trasmissioni pubblicitarie si occupa la recente legge n. 112 del 2004 che espressamente prevede la diffusione di trasmissioni pubblicitarie e di televendite leali ed oneste, cime rispettino la dignità della persona, non evochino discriminazioni di razza, sesso e nazionalità, non offendano convinzioni religiose o ideali, non inducano a comportamenti pregiudizievoli per la salute, la sicurezza e l'ambiente, non arrechino pregiudizio morale o fisico a minorenni, non siano inserite nei cartoni animati destinati ai bambini o durante la trasmissione di funzioni religiose e siano riconoscibili come tali e distinte dal resto dei programmi con mezzi di evidente percezione con esclusione di quelli che si avvalgono di una potenza sonora superiore a quella ordinaria dei programmi.
La citata legge n. 112 del 2004, in riferimento all'attività delle emittenti radiofoniche e televisive locali, prevede, inoltre, la revoca di contributi, provvidenze o incentivi, nel caso che le stesse diffondano messaggi pubblicitari ingannevoli.
Il codice di autoregolamentazione in materia di televendite, richiamato nella suddetta legge n. 112 del 2004 contiene norme a tutela degli utenti alle quali le associazioni di emittenti nazionali e locali si sono volontariamente assoggettate al fine di adottare cautele dirette ad evitare ambiguità, esagerazioni ed abusi.
Un apposito Comitato di controllo si è insediato presso il ministero delle comunicazioni il 12 settembre 2002, con il


Pag. XL

compito di raccogliere le segnalazioni e verificare la sussistenza di violazioni ai princìpi del «codice»; tale comitato dopo aver avviato l'istruttoria nei confronti dell'emittente nazionale o locale eventualmente responsabile di una violazione del codice, invitata la stessa a fornire giustificazioni nel merito e ricevutene le controdeduzioni, può archiviare il caso oppure disporre che l'emittente desista dalla trasmissione, invitandola, nei casi di urgenza, a sospendere la televendita o lo spot già nelle more della decisione.
Per quanto concerne la programmazione della RAI nel contratto di servizio 2003-2005 e dedicata molta attenzione all'esigenza di una diffusa qualità dell'offerta radiotelevisiva che si riflette nella formulazione di princìpi generali e nell'avvio di un sistema di verifica, che applica appositi indicatori e parametri di valutazione e si avvale di un campione rappresentativo dell'utenza e di un apposito centro di ascolto.
Si ritiene, pertanto, che la normativa richiamata consenta di fornire adeguate risposte al complesso fenomeno denunciato.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.

RUTA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
quindici cittadini sono stati interessati da intossicazione botulinica dopo aver consumato dei pasti in un agriturismo del basso Molise;
il numero sempre crescente di fruitori degli agriturismo in Italia e nel Molise ed il numero sempre crescente di tali attività che risultano il «fiore all'occhiello» dell'intero Paese;
la normativa vigente prevede e impone una programmazione efficace dell'attività di controllo da parte del ministero e delle regioni utile a garantire l'integrità fisica dei cittadini;
non esistono o comunque non sono ancora operativi i relativi piani per il controllo in alcune ASL del Molise -:
come intenda attivarsi per le proprie competenze, e nei confronti della regione Molise, anche avvalendosi dei Nuclei Antisofisticazioni e sanità dell'Arma dei carabinieri, perché sia garantito e reso efficace il contenuto della normativa vigente a tutela della sicurezza e della salute dei cittadini anche per non pregiudicare la straordinaria offerta qualitativa dei tanti agriturismo presenti in Molise ed in Italia, agli occhi degli italiani e dei tanti turisti che da anni e sempre più numerosi scelgono questa offerta gastronomica.
(4-09240)

Risposta. - Dai dati pervenuti al Ministero della salute dal Comando carabinieri per la sanità (NAS), risulta che dal 28 febbraio al 1o marzo 2004 sono state ricoverate, in diversi ospedali delle regioni Molise, Abruzzo, Campania e Puglia, 24 persone con diagnosi di «sospetta infezione da botulismo».
La tossinfezione era dovuta al consumo di pasti, avvenuto tra il 22 ed il 24 febbraio 2004, presso l'azienda agrituristica «Dolci grappoli» di Larino (Campobasso).
Il 29 febbraio 2004, i carabinieri NAS di Campobasso procedevano al sequestro dei locali dell'azienda adibiti a cucina, in quanto risultavano sprovvisti della prescritta autorizzazione sanitaria e con gravi carenze igienico-sanitarie.
Venivano sequestrati, inoltre, 257 vasetti contenenti ortaggi sott'olio, di produzione casalinga, in cattivo stato di conservazione; venivano prelevati 9 reperti e 4 campioni di tali alimenti, inviati per gli accertamenti di laboratorio all'Istituto superiore di sanità.
Nella regione Molise, operano 42 attività agrituristiche (33 nella provincia di Campobasso e 9 in quella di Isernia), nelle quali, periodicamente, sono effettuate ispezioni dai Carabinieri dei NAS.
Nel corso dell'anno 2003, in ambito nazionale, sono state eseguite 617 ispezioni con i seguenti risultati: n. 201 persone segnalate all'autorità giudiziaria e/o amministrativa; n. 363 infrazioni accertate, di cui 29 penali e 334 amministrative; sequestri di strutture per un valore di 1,9 milioni di euro.


Pag. XLI

A seguito del focolaio di botulismo, il Ministero della salute ha provveduto a richiamare l'attenzione degli assessorati alla sanità delle regioni e province autonome di Trento e Bolzano e a richiedere all'assessorato delle politiche sanitarie della regione Molise notizie in merito ai provvedimenti cautelativi adottati, nei confronti dell'azienda agrituristica in questione e dei prodotti alimentari sospetti, nonché ai risultati analitici riguardanti la ricerca di spore e tossine botuliniche.
Riguardo alla problematica delle intossicazioni botuliniche di natura industriale, il Ministero della salute, già con la circolare 21 luglio 1997 in materia di «Conserve vegetali di produzione industriale. Sicurezza sanitaria nei confronti del
Clostridium Botulinum nella produzione di olive da tavola», ha ritenuto opportuno definire in forma schematica i requisiti minimi che le conserve vegetali devono presentare, al fine di garantire la sicurezza alimentare dal punto di vista della intossicazione botulinica.
In tale circolare, indirizzata agli assessorati alla sanità delle regioni e province autonome di Trento e Bolzano e alle Associazioni di categoria, vengono, in particolare, definiti i requisiti necessari [ph, AW (attività dell'acqua) e sterilizzazione] che l'impresa alimentare deve, costantemente tenere sotto controllo, per prevenire il rischio derivante da contaminazione da spore di
Clostridium Botulinum nelle conserve vegetali industriali.
Tali prescrizioni trovano applicazione nell'attività di autocontrollo che le aziende produttrici, comprese le aziende agrituristiche, sono tenute ad effettuare, ai sensi del decreto legislativo 26 maggio 1997, n. 155 recante l'attuazione delle direttive 93/43/CEE e 96/3/CEE concernenti l'igiene dei prodotti alimentari.
Il Ministero della salute si sta attivando per predisporre ulteriori misure cautelative relative alla preparazione delle conserve alimentari.
È intendimento, altresì, attuare un piano di monitoraggio per la verifica e il controllo dei requisiti igienico-sanitari delle aziende agrituristiche e dell'efficacia del relativo sistema di autocontrollo, con particolare riguardo alle procedure di sicurezza individuate per prevenire il rischio del
Clostridium Botulinum nelle conserve alimentari.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.

SERENA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 26 settembre 1944 un gruppo di persone (tre ufficiali e 42 legionari del Battaglione «Venezia Giulia», ed un numero imprecisato, pare 11, di civili), mentre si apprestavano ad attraversare il Lago Maggiore a bordo del battello «Milano» vennero mitragliati ed affondati da aerei angloamericani;
il battello colpito andò ad arenarsi davanti a Villa Eremitaggio, sulla punta della Castagnola, tra Intra e Pallanza, dove, incendiandosi, andò a fondo col suo carico umano;
i corpi di alcuni caduti vennero identificati e tumulati individualmente, mentre quelli trovati carbonizzati ed irriconoscibili, vennero sepolti come ignoti nel cimitero di Intra;
i corpi di molte vittime giacciono ancora sul fondo del Lago Maggiore, nella bara di lamiera formata dallo scafo del battello -:
se non si ritenga, ad ormai sessant'anni da quella tragedia, di dover provvedere a portare a termine i rilevamenti per localizzare il relitto ed accertare la presenza di salme, opera già a suo tempo avviata dal Comando regionale vigili del fuoco e dai sub di Verbania.
(4-08457)

Risposta. - Preliminarmente corre l'obbligo di precisare che per tradizione immemore, la Marina militare considera i relitti delle proprie unità affondate come sepolcri inviolabili delle spoglie dei militari che ne formavano gli equipaggi.
Per questo motivo non sono state avviate, a tutt'oggi, iniziative tese al recupero delle spoglie dei propri caduti in mare, fatta eccezione per l'intervento operato nel 1984


Pag. XLII

sul sommergibile «Scirè», con conseguente recupero dei resti di 42 dei 60 membri d'equipaggio, a seguito di accertati atti di sciacallaggio perpetrati al suo interno.
Ciò detto, con riferimento all'auspicata operazione di recupero del battello «Milano» - peraltro non appartenente al naviglio della Marina Militare - e delle spoglie di quanti rimasero imprigionati all'interno dello scafo, si deve sottolineare che i compiti istituzionali dei reparti subacquei della Marina Militare si sostanziano nel soccorso a sommergibili sinistrati ed allo sminamento o neutralizzazione di ordigni situati in mare, nella zona compresa tra la linea di battigia ed il limite delle acque territoriali, ovvero, oltre detto limite, solo in caso di pericolo per la pubblica incolumità, circostanza questa che non risulta sussistere per la vicenda in esame.
In tale quadro, duole dover comunicare che, pur comprendendo il senso dei nobili intenti che muove l'interrogante, gli interventi auspicati non risultano attuabili da parte della Marina militare che, tra l'altro, non è dotata di mezzi tecnici idonei ad operare il recupero in sicurezza di relitti o per eseguire interventi all'interno degli stessi. Ciò anche in presenza dell'apprezzabile collaborazione da parte del Comando regionale Vigili del fuoco e dell'Associazione «Sub Verbania».
In ultimo, per completezza di informazione, si rappresenta che qualsiasi operazione finalizzata alla ricognizione e/o all'eventuale recupero delle salme o del relitto, dovrà essere preventivamente concordata con la regione e con l'ente locale competenti per territorio, a cui è stata conferita, ai sensi del decreto legislativo 31 marzo 1998 n. 112, la gestione del demanio idrico.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.

SERENA. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante riceve continue proteste di cittadini che lamentano ritardi e disservizi postali;
uno, ma non ultimo, è il caso denunciato dal signor Giovanni De Silva che ha spedito mesi fa una busta contenente un libro e due riviste da Frascarolo Lombardo (Pavia) ad Alessandria (14 chilometri di distanza tra i due centri), busta che non è mai arrivata;
lo stesso De Silva denuncia l'invio di una «posta prioritaria» Pavia-Bologna che avrebbe impiegato 18 giorni per giungere a destinazione -:
se il Ministero competente non intenda attivarsi per predisporre una nuova serie di controlli sul territorio nazionale al fine di verificare tali inadempienze secondo l'interrogante, inaccettabili anche alla luce degli attuali costi dei servizi postali.
(4-09730)

Risposta. - Al riguardo si fa presente che la società Poste Italiane, interessata in merito ai due casi segnalati dall'interrogante nell'atto parlamentare in esame ha anzitutto precisato che la mancanza di elementi dettagliati non ha consentito lo svolgimento di indagini mirate.
Riguardo al mancato recapito di «una busta contenente un libro e due riviste», la medesima società Poste ha fatto presente che qualora l'avvio fosse stato effettuato come corrispondenza ordinaria o prioritaria, attualmente, non è possibile risalire al momento in cui si è verificato il disservizio, atteso che non è previsto un sistema di tracciatura elettronica che consenta il controllo del percorso di ogni singolo oggetto nelle diverse fasi delle lavorazioni.
Nel caso che la stessa busta fosse stata inviata come pacco ordinario Poste Italiane ha precisato che in tale ipotesi, esiste la possibilità di effettuare controlli a partire dal decimo giorno (e non oltre tre mesi) successivo a quello di spedizione, previa presentazione di reclamo da parte del mittente come, del resto, indicato nel decreto ministeriale 26 febbraio 2004, recante «la carta della qualità del servizio pubblico postale» (
Gazzetta Ufficiale n. 74 del 29 marzo 2004).


Pag. XLIII

In merito al secondo caso rappresentato la società Poste ha reso noto di non aver potuto effettuare nessuna verifica per la mancanza di qualsiasi specifico riferimento.
In linea generale, si fa, tuttavia, presente che la verifica della qualità del servizio, relativa al 1o e 2o semestre del 2003, effettuata ai sensi dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 261 del 1999, non ha evidenziato indici difformi dallo
standard prefissato (le relative deliberazioni dell'autorità sono state pubblicate nella Gazzetta Ufficiale, n. 93 serie generale, del 21 aprile 2004).
I rilevamenti effettuati per la verifica della qualità del servizio inerente al periodo 1o gennaio 2004-30 giugno 2004, confluiranno nel dato globale del 1o semestre 2004 e qualora si dovesse riscontrare uno scostamento in negativo dagli
standard di qualità prefissati il ministero delle comunicazioni, quale autorità di regolamentazione del settore postale adotterà i correttivi ritenuti necessari ai sensi dell'articolo 12, comma 4, del citato decreto legislativo n. 261 del 1999.
Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.

SERENI, GIOVANNI BIANCHI, CALZOLAIO, SPINI e INTINI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro per gli italiani nel mondo. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 368 del 6 novembre 1989, successivamente modificata, che regola la costituzione del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero, prevede all'articolo 4, la nomina di ventinove componenti di fonte governativa;
questi componenti sono nominati secondo ripartizioni, relative rispettivamente ai rappresentanti delle associazioni di emigrazione, dei partiti, dei sindacati e patronati;
per i dieci rappresentanti delle associazioni in emigrazione la legge indica il carattere nazionale delle stesse come criterio di individuazione; per i sette rappresentanti dei partiti si è consolidata la prassi di indicare in ordine decrescente quelli dotati di maggiore consistenza parlamentare; per i nove rappresentanti dei sindacati e dei patronati la legge stabilisce il criterio della maggiore rappresentatività a livello nazionale di tali organizzazioni e la presenza nel Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro;
gli atti preparatori che si stanno succedendo segnalano scelte che a parere degli interroganti, contraddicono palesemente i criteri indicati: tra i patronati sarebbero stati esclusi l'ITAL-UIL, l'INAS-CISL e altri patronati, a beneficio di organizzazioni delle quali è provata la minore rappresentatività in termini organizzativi e di servizio. Tra le associazioni sarebbero state estromesse alcune di provata storicità e autorevolezza, come il Santi, l'AITEF, il Circolo Mazzini, a beneficio di associazioni il cui maggiore merito è quello di essere collocate nell'area politica più vicina a quella dell'attuale maggioranza di governo. Tra le associazioni, inoltre, sarebbero state introdotte secondo gli interroganti, con discutibile criterio, quelle più vicine a specifici partiti, già rappresentati nella quota di nomina governativa, come il CTIM e Azzurri nel Mondo, mentre sarebbe stato escluso il Forum per gli Italiani nel Mondo per l'evidente ragione di essere poco organico agli orientamenti politici dei responsabili dei dicasteri interessati -:
se non intendano porre rimedio all'esclusione che agli interroganti appare contraria alla legge, dei patronati ITAL-UIL e INAS, prima che la tutela del legittimo interesse di quelle organizzazioni sia affidata a iniziative di ordine giurisdizionale, che finirebbero con l'avere negative ripercussioni sull'insediamento e il lavoro del CGIE;
se intendano considerare l'opportunità di tutelare le storiche associazioni già presenti in tale organismo, che sono certamente più significative e consolidate rispetto ad altre appena costituite e di incerta proiezione nazionale e internazionale;


Pag. XLIV


se non pensino di dare priorità per la quota delle associazioni solo ai rappresentanti di quelle che abbiano natura e funzione di servizio o, in caso contrario, di estendere la presenza a tutte le associazioni collegate a forze politiche, senza discriminazioni e parzialità.
(4-10376)

Risposta. - In relazione alle questioni sollevate dall'interrogante in merito alla nomina dei ventinove componenti del CGIE di fonte governativa, si precisa anzitutto che il decreto cumulativo del Presidente del Consiglio dei ministri non è stato ancora finalizzato.
La legge istitutiva del Consiglio generale degli italiani all'estero prevede per quanto riguarda la quota di nomina governativa, alcuni criteri da seguire in ordine alla scelta dei singoli enti, ma non per tutte e sei le aree di rappresentanza previste.
In particolar modo, mentre indica il principio della maggiore rappresentatività per quanto concerne sindacati, patronati e organizzazioni dei lavoratori frontalieri, nulla dice in merito alle associazioni nazionali dell'emigrazione.
Ciononostante, nella scelta delle 10 associazioni nazionali che si occupano dell'emigrazione si è inteso seguire il criterio della massima apertura possibile verso questo variegato mondo, includendo nella scelta oltre alle «organizzazioni di servizio», anche quelle culturalmente e politicamente orientate, sempre nel rispetto delle esigenze del pluralismo e di un'equilibrata rappresentanza.
In merito ai criteri di selezione delle associazioni da coinvolgere nelle elezioni del CGIE, il Ministero degli esteri ha dato istruzioni alle sedi all'estero di procedere in due fasi: 1) valutazione di tutte le associazioni operanti da almeno 5 anni nelle rispettive circoscrizioni, in consultazione con i locali Com.It.Es.; 2) selezione delle stesse, in via definitiva, in consultazione con i membri ancora in carica del CGIE del rispettivo Paese.
Tale operazione di scelta non è sempre obbligatoria, ma si rende necessaria solo nel caso in cui le associazioni censite nell'apposito registro consolare risultino in numero superiore ai posti spettanti. Motivi di preferenza saranno, allora, il livello di rappresentatività e la rilevanza qualitativa e quantitativa.
Per quanto riguarda i patronati, si precisa che la scelta del Ministero degli Esteri si è basata sui dati ufficiali governativi riguardanti la loro diffusione e l'attività svolta.
Per i partiti politici, infine, il testo della legge richiama i partiti che hanno rappresentanza parlamentare. Nel caso specifico, l'amministrazione si è mossa nel solco della tradizione, adottando un criterio di scelta orientato verso i sette partiti che presentavano la maggiore consistenza numerica nei rispettivi gruppi parlamentari, considerando sia il Senato della Repubblica che la Camera dei deputati.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Roberto Antonione.

SGOBIO, BULGARELLI e ALFONSO GIANNI. - Al Ministro delle politiche agricole e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'UNIRE, «Unione nazionale incremento razze equine», è un ente di diritto pubblico che sovrintende a tutta l'attività ippica e ai settori connessi come quelli delle corse e dell'allevamento dei cavalli ed è sottoposto alla vigilanza del ministero delle politiche agricole;
i collaboratori impiegati nell'Ente (circa 400 quasi tutti negli ippodromi come addetti al controllo e disciplina corse) stanno subendo un grave peggioramento delle loro condizioni di lavoro;
l'Ente ha infatti emanato una determinazione del Segretario Generale che stabilisce assieme all'abbassamento del 30 per cento dei compensi a vario titolo precedentemente definiti, anche una serie di provvedimenti peggiorativi e di clausole vessatorie presenti nel contratto di collaborazione;


Pag. XLV


al momento in cui è stata emanata unilateralmente la determinazione delle nuove condizioni di lavoro la stessa non è stata discussa con i collaboratori e con le organizzazioni sindacali, nonostante sia stato più volte sollecitato un confronto, e il provvedimento sia stato emesso pur in presenza di un esplicito diniego anche delle Associazioni di categoria;
solo dopo numerosi interventi e solleciti si è avuto il primo incontro in data 27 aprile, dove su mandato dei propri associati, le organizzazioni sindacali NIdiL CGIL - ALAI CISL - CPO UIL hanno incontrato la dirigenza dell'UNIRE sottoponendo ad essa alcune esigenze di cambiamento della determina del Direttore Generale relativa ai rapporti di collaborazione degli addetti al controllo e disciplina corse tale da modificarne la sostanziale caratteristica unilaterale del provvedimento;
nel corso di tale incontro si è concordata la presentazione, da parte sindacale, di alcune proposte nel merito della regolamentazione di detti rapporti di collaborazione inviate in data 18 maggio e presentate verbalmente in data 10 giugno e che tali proposte erano tese sia a tutelare i collaboratori ma anche sensibili alla creazione di regole certe, trasparenti e condivise nella gestione dell'Ente la qual cosa, a parole, era anche un obiettivo dell'Unire;
dopo tale incontro le organizzazioni sindacali del lavoro atipico hanno concordato che l'Unire le avrebbe esaminate ed avrebbe risposto nell'incontro del 24 giugno -:
se sia a conoscenza del rifiuto da parte del Segretario Generale dell'Unire di tutte le proposte presentate dalle organizzazioni sindacali senza discuterle, e senza motivarne il diniego, dichiarando che «il ruolo del sindacato non è esercitabile in quanto giunti dopo il traguardo» e dell'atteggiamento pregiudiziale e negativo della Dirigenza dell'Ente che, incomprensibilmente, non lascia spazio ad alcuna soluzione negoziata all'interno di un percorso iniziato da diversi mesi;
se sia a conoscenza che l'Unire non ha saldato i compensi arretrati e le spese anticipate dai collaboratori per conto dell'Ente per alcuni da marzo, per altri da febbraio 2004, e in qualche caso da novembre 2003 e se sia a conoscenza che per le nomine degli addetti al controllo e disciplina corse oggi effettuate si usano criteri discrezionali, che le stesse non sono legate a criteri riferiti all'esperienza e alla professionalità e che sono realizzate senza applicare le delibere in vigore;
se sia altresì a conoscenza che nel contratto proposto agli addetti al controllo e disciplina corse si chiede una disponibilità annuale senza chiarire quante giornate d'impegno fornisce l'Ente; non vi è menzione della natura dell'incarico sottoposto; la clausola di responsabilità può creare un improprio contenzioso e che non si fa riferimento alla clausola compromissoria del regolamento corse e gioco; non sono definite le modalità e tempi di rimborso delle spese sostenute per conto dell'Ente; è stata sottoposta la stipula di un contratto di lavoro inviato per posta prioritaria e non controfirmato dall'Ente stesso;
quali iniziative si intendano adottare affinché l'ente operi sui binari della correttezza amministrativa-contabile e di normali relazioni sindacali.
(4-10440)

Risposta. - Con riferimento all'atto parlamentare cui risponde preme, innanzi tutto, sottolineare che le problematiche ivi rappresentate esulano dall'attività di vigilanza dell'amministrazione, che, pur tuttavia, è intervenuta sull'Ente affinché fossero fornite risposte ai quesiti posti nell'atto.
L'Unire ha precisato, innanzi tutto, che parlando di addetti al controllo ed alla disciplina delle corse è improprio fare riferimento ad un «organico», in quanto il numero degli incarichi conferiti dipende dalle specifiche esigenze tecniche dell'Ente in relazione al numero delle corse programmate su tutto il territorio nazionale.


Pag. XLVI

L'Ente, comunque, ha ritenuto necessario procedere ad un ampliamento dell'attuale numero degli addetti al controllo delle corse, in considerazione dell'esigenza di presidiare l'intero territorio nazionale attraverso professionalità qualificate da utilizzare secondo criteri di territorialità ed economicità.
La pubblicità della selezione è stata assicurata attraverso la pubblicazione del relativo avviso di indizione su due dei principali quotidiani a diffusione nazionale, come il
Corriere della sera ed il Sole 24 ore, sui quali è stato, altresì, pubblicato l'avviso di proroga, al 30 giugno 2004, del termine di scadenza per la presentazione delle domande di partecipazione, con ciò garantendone la più ampia diffusione.
In merito, poi, alle asserite «anomalie e violazioni della correttezza amministrativa già registrate nel 2002», preme sottolineare che la predetta selezione non è stata oggetto di alcuna iniziativa in sede amministrativa e/o giurisdizionale.
Inoltre, non si ritiene configurabile alcuna ipotesi di danno per l'UNIRE a fronte dell'espletamento di selezioni necessitate dalla esigenza di garantire la regolarità e la qualità delle attività di controllo e vigilanza delle corse nel rispetto dei criteri di efficienza ed economicità.
L'Ente è intervenuto in materia di gestione dei collaboratori addetti al controllo ed alla disciplina delle corse con provvedimenti volti nel loro complesso alla riorganizzazione dello specifico settore, sia attraverso interventi diretti a garantire la professionalità di tali collaboratori (come la stessa indizione del predetto corso), sia attraverso la contrattualizzazione dei rapporti in questione (in vista della regolarizzazione dei profili giuridici e di responsabilità delle prestazioni rese), sia attraverso la razionalizzazione del sistema di remunerazione.
In tale contesto, la proposta di contratto che l'UNIRE ha ritenuto di sottoporre a ciascun collaboratore, al fine prioritario di garantire, attraverso lo strumento contrattuale, certezza dei diritti e degli obblighi reciproci, ha formato oggetto di confronto con le Associazioni di categoria rappresentative dei funzionari addetti al controllo e disciplina delle corse.
Le organizzazioni sindacali, purtroppo, sono intervenute solo successivamente al confronto con le Associazioni di categoria, per cui non è stato possibile riaprire una trattativa conclusa e suggellata dalla sottoscrizione del contratto dalla maggior parte dei collaboratori.
Per quanto concerne i compensi, si precisa che con la determinazione n. 1814 del 20 marzo 2004, è stata operata solo una revisione della tipologia dei compensi, al fine di semplificare ed escludere le incongruenze del precedente sistema delle indennità, caratterizzato da una molteplicità di voci e da complessi meccanismi di quantificazione; non una riduzione del 30 per cento dei compensi.
Effettivamente, invece, si sono verificati dei ritardi nella corresponsione dei compensi e dei rimborsi spese, a causa della revisione delle procedure informatiche relative alla gestione dei collaboratori, resa necessaria al fine di assicurarne l'adeguamento alle normative fiscale.
Tale disagio, però, con l'entrata a regime del nuovo sistema è stato superato; infatti, già nello scorso mese di giugno l'Ente ha potuto provvedere alla corresponsione delle somme dovute.
Infine, in ordine alle nomine degli addetti al controllo disciplinare delle corse, si evidenzia che è in atto un processo di riorganizzazione che riguarda l'intero comparto corse ed in particolare la funzionalità degli ippodromi e la relativa qualificazione, i criteri di efficienza e razionalizzazione del calendario, l'armonizzazione della regolamentazione tecnica delle corse, l'unificazione delle funzioni trotto, galoppo e sella, l'organizzazione, la selezione, la formazione e l'aggiornamento degli addetti al controllo delle corse.
In tale contesto generale, l'Ente sta operando al fine di acquisire tutti gli elementi che consentiranno di valutare le professionalità esistenti e di applicare, quindi, correttamente e compiutamente i criteri approvati con la deliberazione commissariale n. 64 del 27 giugno 2003.


Pag. XLVII

L'UNIRE, infine, provvede alle nomine degli addetti al controllo ed alla disciplina delle corse nell'ambito degli elenchi approvati dall'Ente con appositi provvedimenti, regolarmente pubblicati sulla base di criteri di rotazione, territorialità, efficienza ed economicità senza mai trascurare l'esperienza e le competenze necessarie all'esercizio delle specifiche funzioni.
Il Ministro delle politiche agricole e forestali: Giovanni Alemanno.

SORO, REALACCI, LADU, MAURANDI, CABRAS, CARBONI e TONINO LODDO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
il comandante della marina militare russa, ammiraglio Vladimir Kuroyedov, come riferito da agenzie di stampa locali, ha lanciato un grido d'allarme sullo stato dell'incrociatore a propulsione atomica Pietro il Grande, operante nel mare del Nord;
l'incrociatore, fiore all'occhiello della marina russa varato nel 1996, sarebbe in condizioni così drammatiche da poter esplodere da un momento all'altro;
la presenza di due reattori nucleari a bordo ha indotto l'ammiraglio ad ordinarne il tempestivo rientro in porto;
anche un incidente di tipo convenzionale probabilmente legato a problemi di cattiva manutenzione può, in presenza di tali reattori, dare luogo alla liberazione di radioattività con conseguenze nefaste per l'ambiente;
la manutenzione ordinaria e straordinaria necessaria per garantire nel tempo livelli di sicurezza adeguati richiede costi elevatissimi, che pochi Paesi sono in grado di sostenere;
al di là delle smentite, più o meno attendibili, che accompagnano incidenti coperti dal segreto militare, resta il fatto che tutte le località occidentali in cui sono situate navi e sommergibili nucleari sono esposte a grandissimi rischi;
nell'arcipelago de La Maddalena, in virtù di un accordo tra il governo italiano e quello americano, è presente dal 1972 un punto di approdo per sommergibili statunitensi che l'attuale Governo vorrebbe trasformare in una vera e propria base, con annessi servizi logistici e residenze, per un totale di 52 mila metri cubi di cemento;
il 25 ottobre 2003 il sottomarino statunitense Hartford a propulsione nucleare ha urtato il fondale marino a circa 30 chilometri a sud di Bonifacio;
le relative informazioni non hanno mai seguito i canali istituzionali;
le analisi del laboratorio del CRIIRAD, effettuate allo scopo di verificare se l'incidente potesse aver condotto ad un inquinamento radioattivo, hanno fatto registrare valori di tono 234 incredibilmente più elevati rispetto a quelli solitamente ottenuti dal CRIIRAD e da altri laboratori lungo le coste francesi;
anche il sindaco de La Maddalena, Rosanna Giudice (AN), ha recentemente evidenziato come il presidio militare statunitense stia diventando un problema per l'isola, arrivando a dichiarare: «se la radioattività fosse fuori dalla norma, non avrei dubbi: fuori gli americani»;
la presenza di sommergibili a propulsione nucleare rende la zona de La Maddalena obbiettivo di possibili attentati terroristici -:
quali iniziative il Governo intenda prendere per:
monitorare costantemente ed efficacemente il livello di radioattività presente nell'arcipelago de La Maddalena, sito di straordinario pregio ambientale destinato dalle nostre leggi ad un regime speciale di tutela; 7
limitare il transito di sommergibili a propulsione nucleare da e verso La Maddalena, così da ridurre al minimo le probabilità che incidenti analoghi, o peggio


Pag. XLVIII

più gravi, di quello al sottomarino Hartford possano ripetersi;
assicurare adeguate misure di sicurezza ed efficaci piani di emergenza a fronte di possibili nuovi incidenti ed anche di possibili attacchi terroristici.
(4-09504)

Risposta. - Il Governo ha già avuto modo di riferire sulle questioni sollevate dall'interrogante, rispondendo ad analoghi atti di sindacato ispettivo.
Le affermazioni circa l'ampliamento dell'attuale base d'appoggio di Santo Stefano sono destituite di ogni fondamento.
Il progetto non prevede ampliamenti dell'area attualmente in uso e gli interventi previsti riguardano, soprattutto, opere di bonifica ambientale rispetto a manufatti che, realizzati circa 30 anni fa, sono ormai obsoleti.
L'esecuzione dei lavori è stata giudicata urgente per assicurare l'improcrastinabile adeguamento dei manufatti alle norme in vigore in materia di sicurezza del personale militare e civile che lavora nell'area, nonché a garantire la necessaria protezione anti-terrorismo.
Per quanto concerne il volume delle infrastrutture, le contenute variazioni da apportare sono ampiamente ricomprese nel recupero di superfici oggi destinate, in una situazione di profondo degrado, a depositi di materiali a cielo aperto.
Inoltre, le realizzazioni non comporteranno né incrementi dell'attività operativa né del personale destinato alla struttura.
Con specifico riferimento al controllo ambientale, nell'area operano complessivamente 3 reti fisse di monitoraggio appartenenti alla Marina Militare italiana, all'Azienda sanitaria, locale di Sassari ed ai Vigili del Fuoco.
In particolare, le prime due sono specificatamente dedicate al monitoraggio radiologico dell'arcipelago.
Le reti sono così configurate:
a) Marina Militare italiana: si compone di tre stazioni per l'analisi dell'aria con centro di monitoraggio ubicato presso la Centrale Operativa della Capitaneria di Porto di La Maddalena, sita in località Guardia Vecchia. La rete è gestita, sotto i profili tecnico, amministrativo e manutentivo, da personale appartenente alla Marina Militare;
b) ASL di Sassari: si compone di sette stazioni, cinque per l'analisi dell'aria e due per l'analisi dell'acqua di mare, con proprio centro di monitoraggio a La Maddalena, in località Mongiardino e diramazione della lettura presso la centrale Operativa della Capitaneria di porto di La Maddalena;
c) Vigili del Fuoco: nel quadro della gestione della rete di rilevazione nazionale, le stazioni più prossime, ubicate nelle località di La Maddalena, Palau, Arzachena e Santa Teresa di Gallura, concorrono a monitorare l'area dell'arcipelago. La rete che comprende le citate stazioni è monitorata presso il Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Sassari.

Con specifico riferimento all'incidente del sottomarino Hartford e al conseguente controllo ambientale:
a) il Presidio Multizonale di Prevenzione (PMP) di Sassari (Area Fisica Geologica Ambientale dell'Azienda Unità Sanitaria Locale (AUSL) n. 1 - Sassari - Agenzia Regionale Protezione Ambientale Sardegna) ha confermato che i risultati del monitoraggio sistematicamente effettuato indicano l'assenza di pericolo sia per la popolazione che per l'ambiente e portano ad escludere che l'incidente abbia provocato un qualche inquinamento radioattivo;
b) per quanto riguarda la presenza di Torio-234, misurato dalla Commissione per la Ricerca e l'Informazione Indipendente sulla Radioattività (CRIIRAD) nell'alga rossa, è stato ipotizzato un fenomeno di bioaccumulo e la stessa Commissione in una nota ha sottolineato l'origine naturale del Torio che non è, quindi, ricollegabile a reazioni nucleari di fissione, nonché la difficoltà dell'interpretazione dei dati raccolti; inoltre, le analisi effettuate dal personale del Presidio Multizonale di Prevenzione (PMP) su campioni di sedimenti prelevati mensilmente non hanno indicato valori di attività del Torio-234 superiori a quanto riportato nei testi scientifici;


Pag. XLIX


c) lo spettro accumulato dalle centraline acqua viene monitorato durante la giornata e memorizzato alle ore 24.00: pertanto, la comparsa di picchi anomali di tutti gli isotopi gamma emettitori, naturali o artificiali, sarebbe prontamente segnalata ed indagata;
d) l'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i servizi Tecnici (APAT), in collaborazione con l'Istituto Culturale per la Ricerca scientifica e tecnologica applicata al Mare (ICRAM) e con l'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPAS) ha recentemente redatto un rapporto tecnico nel quale si esclude che la presenza di Torio e di Uranio siano da mettere in relazione alla presenza di sommergibili nucleari nella Base di Santo Stefano e all'incidente occorso al sottomarino americano;
e) l'Istituto di Radioprotezione e di Sicurezza Nucleare (IRSN) francese, il quale effettua nella zona interessata controlli mensili su mitili ed acqua di mare, non ha segnalato attività radioattiva anormale.

A conferma dell'attenzione con cui la Difesa segue la problematica ambientale, essa ha siglato in data 14 gennaio 2004, un documento di accordo con la Regione Sardegna in seno alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento Coordinamento Amministrativo, con il quale è stato determinato di consentire a tutti gli Enti pubblici territoriali interessati di poter effettuare analisi concernenti la qualità dell'aria, dell'acqua e del fondale marino della rotta di transito delle unità navali statunitensi all'interno del comprensorio militare in questione.
Il Centro Interforze Studi ed Applicazioni Militari (CISAM), organismo tecnico-scientifico della Difesa, ha prelevato campioni ambientali per accertare, come peraltro già in atto semestralmente ed ininterrottamente sin dal 1974, l'eventuale presenza di elementi inquinanti nell'area in questione.
In particolare, si tratta di campioni di acqua di mare, sedimenti, organismi marini vegetali ed animali (mitili), dal cui esame è emerso che il Torio 234 era già presente, con concentrazioni paragonabili alle attuali, anche nei campioni di alghe e sedimenti prelevati ed analizzati nel corso della precedente campagna semestrale (luglio 2003), tre mesi prima dell'incidente in cui è rimasto coinvolto il sottomarino Hartford.
Inoltre, la Marina Militare continua ad assicurare a favore della Provincia di Sassari una fattiva collaborazione fornendo il necessario supporto per lo svolgimento delle periodiche attività di prelievo di campioni di flora, fauna e sedimenti da sottoporre ad analisi di laboratorio, nel più generale contesto del monitoraggio ambientale dell'area in questione che è, da anni, costantemente monitorata mediante diverse reti di rilevamento della radioattività.
Peraltro, in data 23 febbraio 2004, presso il PMP di Sassari si è tenuta una riunione alla quale hanno partecipato rappresentanti dell'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i servizi Tecnici (APAT), dell'Istituto Culturale per la Ricerca scientifica e tecnologica applicata al Mare (ICRAM), del Presidio Multizonale di Prevenzione (PMP) di Cagliari, nonché docenti universitari di Sassari, per definire un programma di monitoraggio straordinario della radioattività ambientale nel parco di La Maddalena.
Si può dunque escludere che l'incidente occorso al sottomarino abbia causato danni all'ambiente. Così come non vi è alcuna ragione che possa destare una situazione di allarmismo.
Per la salvaguardia e la tutela dei residenti, esiste un «Piano di emergenza», dell'agosto 2003, predisposto dal Comando Militare Marittimo Autonomo Sardegna, relativo alle attribuzioni e competenze dei Comandi militari interessati.
Il Piano, oltre a contenere la descrizione dell'organizzazione militare
in loco:
a) contempla le misure di emergenza più idonee da attuarsi al verificarsi di incidenti;
b) fissa i posti di ormeggio più indicati in relazione all'orografia ed alle condizioni ambientali della base;
c) prevede i controlli ambientali e detta le norme di sicurezza da adottarsi in caso di incidente.


Pag. L

Le misure e le azioni descritte nel Piano sono state preventivamente coordinate con l'Autorità Territoriale di Governo di Sassari, competente per gli aspetti legati alla salvaguardia della popolazione civile.
Il Piano, infatti, fa parte integrante del più generale Piano di emergenza, recentemente rielaborato dalla prefettura di Sassari, in perfetta aderenza a quanto previsto dal decreto legislativo n. 230 del 1995.
I moduli di intervento previsti nel Piano assicurano la piena applicazione di tutte le misure di protezione finalizzate a garantire l'incolumità della popolazione civile e del personale militare che opera presso la base di Santo Stefano.
In conclusione, la Difesa ha posto in essere ogni possibile misura per prevenire eventuali incidenti.
Il Ministro della difesa: Antonio Martino.

VALPIANA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che presso l'ospedale infantile Regina Margherita di Torino sono state ricoverate per telarca una ottantina di bambine di età compresa tra i due e gli otto anni;
il telarca è una disfunzione ormonale che provoca lo sviluppo anomalo della ghiandola mammaria, le cui cause, secondo la letteratura medico-scientifica, possono essere messe in relazione con l'assunzione, attraverso il cibo, di carni trattate con anabolizzanti;
è stato riscontrato che nella dieta delle bambine colpite erano presenti omogeneizzati di carne, la cui analisi ha rivelato irregolarità relativamente a tre marche distribuite su tutto il territorio nazionale;
le irregolarità riguardano etichette che riportano diciture errate, la presenza, nelle carni, di sostanze vietate, test parziali effettuati sulla qualità dei prodotti;
attualmente in Italia operano otto ditte che producono omogeneizzati, tra cui le tre che risultano aver prodotto omogeneizzati irregolari, che, da quanto risulta, vengono tuttora venduti e distribuiti, mettendo in pericolo la salute di bambine e bambini -:
se intenda, a titolo cautelativo e per evitare nuove gravi conseguenze sulla salute dei piccoli consumatori, sospendere, in attesa dei risultati dell'inchiesta avviata dalla procura di Torino, la commercializzazione degli omogeneizzati in questione;
se intenda informare i cittadini, anche a scopo precauzionale, su quali siano le marche degli omogeneizzati sui quali sono state riscontrate le irregolarità;
se intenda avviare una campagna di informazione ai cittadini, ai genitori e ai responsabili di mense della scuola dell'infanzia in particolare, sulla sana alimentazione necessaria soprattutto nei primi anni di vita e sulla preferenza da accordare a cibi sani e controllati preparati al momento, rispetto a prodotti industriali a lunga conservazione.
(4-05734)

Risposta. - In merito alla problematica segnalata nell'interrogazione parlamentare in esame, si ritiene di dover preliminarmente riportare quanto comunicato dalla prefettura ufficio territoriale del Governo di orino sulla base di elementi forniti dal presidente della giunta regionale.
«Il problema del telarca di origine alimentare in bambine prepuberi, è stato oggetto di particolari attenzioni da parte dei servizi veterinari pubblici piemontesi. Le prime indagini sono state avviate agli inizi degli anni '90, quando, a seguito di un episodio di telarca bilaterale complicato da metroraggia in una bambina in cura presso l'ospedale Regina Margherita di Torino sono stati avviati stretti rapporti di collaborazione: tra l'assessorato regionale alla sanità ed il centro di ginecologia dell'infanzia e dell'adolescenza dell'ospedale S. Anna di Torino.
Dai flussi informativi e dalle indagini epidemiologiche che ne sono derivate, è emerso come, nel periodo 1989-2002, di 1010 bambine in età prepubere visitate


Pag. LI

presso il Centro, 46 presentavano telarca mono o bilaterale (4,5 per cento). In seguito agli approfondimenti clinici eseguiti, si arrivò ad individuati la causa nel consumo di alimentari di origine animali contenenti residui di sostanze estrogene. A questi primi riscontri ne seguirono altri alla fine degli anni '90 in provincia di Cuneo casi denunciati dal servizio, veterinario locale ed oggetto di approfondite indagini da parte della competente Procura delle Repubblica. Anche da questo episodio emerse un traffico illecito di carri estrogenate di provenienza straniera (Spagna) commercializzate attraverso grosse catene di ristorazione collettiva. Interessante notare la relazione clinica della direzione di pediatria dell'ospedale civile di Cuneo dopo l'esame di una delle bambine di sei anni coinvolte nel caso. Nel referto si legge «l'età ossea e l'assetto ormonale della bimba ci tranquillizzano circa una possibile pubertà precoce. Resta il referto ecografico dei follicoli ovarici, inusuale per l'età».
Oltre questi episodi, che ponevano sul banco degli imputati le carni bovine, ve ne sono stati altri che hanno coinvolto il settore avicolo. È il caso degli episodi di ginecomastia (ingrossamento del seno dei maschi) segnalati dal Ministero della salute in mense scolastiche, a seguito del consumo di carni di pollame provenienti dal Brasile. Gli accertamenti disposti dall'autorità sanitaria agli inizi degli anni novanta misero in evidenza la contaminazione delle carni con sostanze estrogene (17 beta-estradiolo).
In epoca recente il fenomeno è riemerso in tutta la sua gravità per l'interessamento della Procura della Repubblica presso il tribunale di Torino che, titolare di alcune indagini sul fenomeno, ha attivato un sistema informativo diretto con la pediatria di base pubblica e privata. Sulle indagini in corso non possono essere forniti chiarimenti perché coperte da segreto d'ufficio, si può solo dire che «osservati speciali» sono anche in questo caso, prodotti destinati alla prima infanzia sospettati di contenere residui tossici per la salute pubblica.
Dalle indagini emerge come il fenomeno non sia limitato al Piemonte ma coinvolga anche altri regioni italiane (in particolare Lombardia e Toscana).
Il controllo di salubrità dei prodotti di origine animale, affidato ai servizi veterinari pubblici, ha come obbligo istituzionale l'applicazione del «Piano nazionale residui». È infatti dalla fine degli anni '80 che, nei rispetto del divieto imposto dal legislatore comunitario, viene annualmente elaborato dal Ministero della salute un programma nazionale di controllo volto a verificare la presenza, negli animali allevati e nelle loro produzioni, di residui pericolosi per la salute pubblica.
Il piano nazionali residui viene poi trasmesso alle regioni e province autonome che si avvalgono, per la pratica attuazione, dei servizi veterinari della ASL.
Tra le verifiche previste vi è il controllo sull'uso illecito di sostanze anabolizzanti e vietate negli allevamenti zootecnici, con particolare riferimento agli allevamenti bovini da carne».
Per quanto riguarda le irregolarità riscontrate a carico di alcune marche di omogeneizzati distribuite sul mercato, si segnala che nel mese di luglio 2003 è stato reso operativo un piano straordinario di campionamenti per la ricerca di residui di sostanze ad attività ormonale negli alimenti, a base di carne, per la prima infanzia, e nelle materie prime carnee utilizzate per la loro produzione.
I campioni sono stati prelevati ad opera dei carabinieri NAS negli stabilimenti di produzione e consegnati all'Istituto superiore di sanità (ISS), incaricato dell'effettuazione delle analisi chimiche.
Il 28 aprile 2004 l'Istituto superiore di sanità ha comunicato gli esiti dell'indagine analitica, dalla quale non è emersa la presenza di sostanze di sintesi ad effetto anabolizzante, specificando, tuttavia, che, essendo stato rilevato in alcuni campioni il progesterone, ormone endogeno, erano in torso ricerche al fine di valutare la rilevanza dei risultati ottenuti.
Per quanto riguarda le campagne di comunicazione ai cittadini sulla corretta alimentazione, si segnala che per gli anni 2002-2003 il Ministero della salute ha avviato, nell'ambito della promozione degli


Pag. LII

stili di vita salutari, la campagna «Vivi sano mangia bene», rivolta a tutta la popolazione in generale e, in particolare, ai giovani, alle donne, alle mamme ed ai soggetti a rischio.
I messaggi della campagna hanno avuto diffusione attraverso la televisione, la radio ed i
new media (internet, Rainews, Rai Sat, Televideo nazionale).
Alla luce degli esiti positivi riscontrati, il Ministero della salute, anche per il 2004, ha deciso di promuovere il tema degli stili di vita salutari, realizzando una campagna stampa (spazi pubblicitari tabellari, publiredazionali, redazionali su quotidiani e periodici) incentrata sulla sensibilizzazione ad una corretta alimentazione e sulla promozione dell'attività fisica.
Anche questa campagna, rivolta alla popolazione generale, riserva particolare attenzione ai giovani e alle donne, per il loro ruolo fondamentale nella gestione dell'alimentazione familiare.
È in atto, inoltre, la campagna di comunicazione on line (sito internet del Ministero della salute) denominata «Una dieta equilibrata migliora la vita», con lo scopo di favorire il consumo di frutta e verdura rispetto a quello di cibi grassi o ipercalorici, richiamando, altresì, l'importanza di una dieta variata, di una regolare attività fisica e dell'attenzione alla quantità delle porzioni di cibo consumate.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.

VENDOLA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
sabato 27 marzo si è svolta all'interno del liceo classico «O. Flacco» di Bari l'assemblea mensile degli studenti con all'ordine del giorno il tema scottante della violenza negli stadi;
alla suddetta assemblea ha partecipato, essendone stato autorizzato e «calorosamente accolto dalla Preside» (così come egli stesso afferma sulla Gazzetta dei Mezzogiorno del 30 marzo 2004), tale Alberto Savarese, invitato nella sua qualità di «capo degli ultras» della locale tifoseria calcistica, un personaggio noto alle cronache non solo «sportive» della città di Bari con il soprannome di «Parigino»;
il suddetto Savarese, da quanto si apprende dagli organi di informazione, era stato arrestato assieme ad altre sessanta persone il 25 ottobre del 2001 e risulta tuttora indagato per i reati di associazione mafiosa, detenzione di armi e tentato omicidio;
tra i tanti reati ipotizzati sul conto del Savarese, vi sarebbe quello di aver costituito una società che garantiva ai clan mafiosi la gestione degli esercizi commerciali e dei parcheggi che ruotano attorno allo stadio di Bari;
alla summenzionata assemblea scolastica il Savarese avrebbe pronunciato frasi inneggianti alla violenza fisica nei confronti dei tifosi di squadre avversarie, nonché nei confronti dei calciatori della propria squadra rei, a insindacabile giudizio del medesimo Savarese, di «scarso impegno» durante la partita (così come viene ampiamente documentato dal resoconto apparso su la Repubblica del 28 marzo 2004);
tale assemblea si è tenuta dopo una serie di episodi di violenza gratuita ed inaccettabile avvenuti dentro e fuori gli stadi del nostro Paese e culminati nelle vicende aberranti dello stadio Olimpico di Roma della sera del 21 marzo 2004;
compito delle Istituzioni scolastiche deve, insieme alle altre cose, essere quello di educare alla legalità, alla tolleranza e alla non violenza -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti suddescritti;
come sia stato possibile che - al di là delle responsabilità non istituzionali dei rappresentanti di un numero assai minoritario di studenti del liceo Flacco che in circa 50 hanno assistito e partecipato a questo avvilente spettacolo a


Pag. LIII

fronte di una popolazione scolastica di più di mille studenti - sia stata concessa l'autorizzazione all'ingresso nella scuola del Savarese da parte della dirigente scolastica, professoressa Amelia Conte che, tra l'altro, non risulta che abbia concesso analoga autorizzazione a rappresentanti politici e di partito di qualsiasi orientamento e collocazione, forse, ad avviso dell'interrogante, considerandoli portatori di valori «minori» e meno importanti di quelli di cui si fa espressione il «Parigino»;
se non ritengano che l'episodio descritto abbia determinato un vero e proprio vulnus per gli studenti, per il corpo docente e gli operatori tutti del liceo Flacco di Bari, nonché per l'intera città - vulnus causato dalla condotta di chi aveva il dovere di impedire che avvenisse ciò che è avvenuto durante la suddetta assemblea - e in caso affermativo quali iniziative intendano adottare perché non si verifichino mai più a Bari e nell'intero Paese, episodi simili di tale gravità.
(4-09725)

Risposta. - Si risponde all'atto parlamentare presentato, relativo ad un episodio verificatosi, in data 27 marzo 2004, nell'aula magna del Liceo classico statale «Orazio Flacco» di Bari, in occasione di un'assemblea degli studenti richiesta dal Comitato studentesco d'Istituto, con l'ordine del giorno «La violenza negli stadi» e con la partecipazione di esperti.
La questione sollevata concerne la partecipazione alla suddetta assemblea di una persona con precedenti penali ed, in particolare, il contenuto di alcune sue dichiarazioni in assemblea che erano sembrate assolutorie nei riguardi del fenomeno della violenza negli stadi.
Si evidenzia che le assemblee degli studenti a livello d'Istituto sono previste dall'articolo 13 del decreto legislativo n. 297 del 16 aprile 1994 (Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione), in base al quale le assemblee studentesche nella scuola secondaria superiore costituiscono occasione di partecipazione democratica per l'approfondimento dei problemi della scuola e della società in funzione della formazione culturale e civile degli studenti. Tali assemblee sono inoltre previste dal decreto 24 giugno 1998, n. 249 (Regolamento recante lo statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria) e precisamente nella parte riguardante i Diritti (articolo 2).
Ciò premesso, in merito ai fatti di cui trattasi il dirigente scolastico ha presentato una relazione, che contiene ampi chiarimenti sulle circostanze che hanno determinato il verificarsi della vicenda precisando che la presenza all'assemblea degli studenti del capo ultras biancorosso menzionato nell'interrogazione non è stata determinata da volontà in tal senso, bensì da una serie di circostanze fortuite.
In particolare, il dirigente scolastico ha precisato che le persone intervenute a sua insaputa all'assemblea d'istituto del 27 marzo 2003, fecero credere di essere al seguito dei dirigenti della Società sportiva «Bari Calcio», a cui era stata affidata la scelta del personale da far intervenire all'incontro con gli studenti (era prevista la partecipazione del responsabile del marketing dell'Associazione Sportiva Bari/Calcio, dell'allenatore e di un giocatore).
Il medesimo dirigente scolastico ha aggiunto che l'assemblea in questione si svolse con toni pacati e comunque senza che si fossero manifestati schiamazzi, toni alterati né applausi entusiasti, evidenziando, tra l'altro, che i giornalisti presenti all'incontro, da lui salutati al termine dell'incontro stesso, non segnalarono la presenza di quell'«Ultras» con precedenti penali, della cui partecipazione diedero però ampio risalto nell'edizione del giorno successivo.
Ed è stato il giorno successivo che la locale questura, attraverso organi di stampa, ha appreso la notizia dell'assemblea d'istituto in questione e del tema in essa dibattuto, non essendone stata preventivamente informata. D'altra parte nelle sopra citate disposizioni, riguardanti le assemblee di istituto, non è previsto che si informino preventivamente le Autorità di Pubblica Sicurezza.


Pag. LIV

È da aggiungere che, su indicazione fornita dal prefetto di Bari al Dirigente scolastico, presso il Liceo in parola si è successivamente svolto, in data 22 aprile 2004, un incontro-dibattito, coordinato da un giornalista RAI, cui hanno partecipato, oltre che rappresentanti dell'Associazione Sportiva Bari/Calcio, il Procuratore Capo della Repubblica, un funzionario in rappresentanza del Prefetto, un funzionario in rappresentanza del questore nonché un rappresentante della Direzione generale dell'Ufficio scolastico regionale per la Puglia. L'incontro si è svolto con una larga partecipazione di studenti (circa 800, a fronte dei soli 50 che avevano presenziato alla prima assemblea). In tale occasione i rappresentanti delle istituzioni hanno sottolineato la necessità che la passione sportiva non travalichi mai i confini della sana competizione ed, inoltre, è stato posto l'accento sull'esigenza di improntare la propria vita ai principi della legalità anche nei piccoli atti quotidiani.
Il successivo dibattito ha fatto registrare numerosi interventi dei ragazzi i quali si sono mostrati molto interessati allo stesso e non hanno mancato di sottolineare l'enfasi, secondo loro eccessiva, data da certa stampa alla prima assemblea, che comunque aveva fatto registrare scarsissima partecipazione.
Infine, si fa presente che precisazioni su quanto accaduto il 27 marzo 2004, sono state fornite anche nel corso di una riunione dell'Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive che, su iniziativa del direttore dell'ufficio dell'ordine pubblico - Dipartimento della Pubblica Sicurezza - del ministero dell'interno, si è svolta in data 30 aprile 2004, in Roma, presso la Sala Azzurra del Compendio Viminale; alla riunione hanno partecipato, oltre all'Ufficio scolastico regionale per la Puglia, la Federazione Italiana Giuoco Calcio e le Questure pugliesi. In tale occasione si è deciso di incrementare, con ulteriori iniziative da concordare e realizzare in partnerariato, l'attività di sensibilizzazione e formazione svolta, sull'argomento in questione, nei confronti degli studenti.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.

ZACCHERA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
l'immagine all'estero del nostro paese è legata anche alla presenza ed alla attività della nostra rete consolare e diplomatica;
questa presenza è assicurata all'estero anche da numerosi consoli onorari;
nello stato di New York sono giunte personalmente all'interrogante alcune lagnanze circa il ruolo svolto da alcuni consoli onorari e precisamente sulla localizzazione dei consolati onorari di Buffalo e Rochester dove i locali consolari sarebbero rispettivamente ospitati nella canonica di una chiesa e nel retro di un ristorante;
viene inoltre segnalato che al consolato generale di New York il personale addetto alla portineria ed accoglienza non avrebbe una sufficiente conoscenza della lingua italiana -:
quali siano le attuali strutture del consolato generale di New York e se si ritenga che la rete consolare onoraria da esso dipendente sia qualificata e sufficiente per rappresentare gli interessi dei cittadini italiani e l'immagine dell'Italia in quella importante zona degli Stati Uniti d'America.
(4-08929)

Risposta. - L'organico del Consolato Generale d'Italia a New York comprende, attualmente, quattro funzionari diplomatici, ventinove impiegati di ruolo e venti impiegati a contratto. Tale organico risulta il più ampio nella rete degli uffici presenti negli Stati Uniti d'America.
Gli impiegati di ruolo in servizio presso la Sede sono tutti di nazionalità italiana. Gli impiegati a contratto, ivi compresi gli addetti alla portineria e all'accoglienza e smistamento del pubblico, hanno tutti sostenuto


Pag. LV

un regolare concorso all'interno del quale è tra l'altro previsto un esame scritto ed orale in lingua italiana.
Peraltro, oltre al personale sopra citato, operano nel Consolato Generale a New York alcuni addetti ai controlli di guardiania e di sicurezza per l'accesso alla Sede che, come autorizzato da apposite disposizioni ministeriali, sono dipendenti di una società locale specializzata nel settore.
Tale struttura risulta essere idonea - secondo quanto riferito dalla sede - a prestare un'efficiente opera di assistenza alla numerosa comunità di connazionali residenti, alle delegazioni e ai cittadini italiani di passaggio. Il Consolato Generale a New York, inoltre, rientra nella categoria dei Consolati Generali di I classe, categoria che costituisce il rango di più elevato profilo istituzionale tra quelli previsti dalle vigenti disposizioni.
La rete consolare dipendente dal Consolato Generale a New York è particolarmente articolata. Essa comprende, infatti, oltre all'Ufficio di categoria costituito dal Vice Consolato d'Italia a Newark, anche sei Uffici consolari di II categoria: il Consolato onorario a Mineola (NY), il Consolato onorario a Hamilton (Bermuda), il Vice Consolato onorario a Buffalo (NY), il Vice Consolato onorario a Hartford (Connecticut), il Vice Consolato onorario a Rochester (NV) ed il Vice Consolato onorario a Yonkers (NY).
I funzionari consolari onorari dipendenti dal Consolato Generale a New York sono stati scelti, in base a quanto previsto dall'articolo n. 47 del decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 1967, tra persone che godono di stima e prestigio e che danno pieno affidamento di poter adempiere adeguatamente alle funzioni consolari. Lo stesso Consolato Generale d'Italia a New York assicura la funzionalità ed il decoro degli Uffici consolari onorari da esso dipendenti mediante una costante supervisione.
In relazione ai due Vice Consolati onorari menzionati nell'interrogazione in oggetto, il funzionamento degli stessi non ha finora dato luogo a segnalazioni o lamentele da parte degli utenti né di segnalazioni da parte dell'Ufficio consolare di prima categoria sovraordinato; si provvederà comunque a condurre le opportune verifiche circa la persistenza dei requisiti indicati al precedente paragrafo, anche con riferimento alla localizzazione dei predetti Uffici onorari, al fine di assicurare - come giustamente indicato dall'interrogante - le esigenze di decoro e funzionalità degli uffici in questione.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Mario Baccini.

ZANELLA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il 5 maggio 2004, a Zelarino, in occasione della manifestazione dedicata alla giornata di Educazione Stradale, alcuni agenti di Polizia, spiegando a un gruppo di studenti delle scuole medie inferiori come vengono svolti i controlli con l'etilometro, hanno fatto provare ad alcuni ragazzi la macchina;
uno dei ragazzi è risultato positivo al controllo con un tasso alcolico molto alto (1,08 milligrammi di alcol per litro); se fosse stato maggiorenne e alla guida di un'auto, il ragazzino avrebbe perduto dieci punti, gli avrebbero sospeso la patente e inflitto una multa minima di 258 euro;
la spiegazione a tale fatto è presto emersa, quando il ragazzo ha riferito di aver appena mangiato una merendina, tra i cui ingredienti è risultato esserci del liquore -:
se non ritenga che sia indispensabile effettuare controlli più rigidi su prodotti alimentari di consumo prevalentemente infantile, come le merendine, per evitare che i bambini assumano sostanze, come l'alcool, dannose per la propria salute;
se non ritenga necessario, quindi, intervenire affinché siano definiti i requisiti di composizione per quanto concerne la produzione delle merendine e di tutti quegli alimenti di uso corrente e prevalentemente infantile;


Pag. LVI


se non ritenga necessario attivare un'efficace sorveglianza sulle etichettature che devono riportare informazioni chiare e non generiche;
se non ritenga che si debba porre un'attenzione particolare e continua perché ci sia una produzione alimentare di qualità e salubrità sempre più elevate in modo da limitare gli impatti negativi che la cattiva alimentazione e gli errati stili di vita possono esercitare sulla salute pubblica.
(4-09975)

Risposta. - L'etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari è una materia disciplinata a livello comunitario e in continua evoluzione; attualmente è regolamentata dal decreto legislativo del 25 gennaio 1992, n. 109, modificato - da ultimo - con il decreto legislativo n. 23 giugno 2003, n. 181. L'articolo 3 del decreto sopra indicato sancisce l'obbligo di comprendere l'elenco degli ingredienti tra le indicazioni da riportare sui prodotti preconfezionati destinati al consumatore finale.
È consentito l'utilizzo di alcool etilico quale supporto/diluente di aromi nella produzione di prodotti dolciari da forno, con finalità e dosi esclusivamente tecnologiche di solvente di aroma.
Tale tipo di utilizzo non prevede l'indicazione, in etichetta, della presenza di etanolo, che, invece, è prescritta quando si tratta di ingrediente alimentare.
Conformemente ad un parere del Consiglio superiore di sanità, un corretto utilizzo dell'alcool etilico, con la finalità sopra descritta, può giustificare la presenza residua di alcool etilico, in quantità non superiore all'1 per cento nel prodotto finito; nella formulazione del parere è stata considerata anche l'accettabilità, sotto il profilo sanitario, di tale quantità in relazione alla destinazione dei prodotti a particolari fasce di consumatori, quali i bambini.
Si ritiene opportuno riportare il suddetto parere, reso, nella seduta del 15 luglio 1998, anche sulla base di valutazioni tecniche dell'Istituto superiore di sanità: «Si esprime parere che sia giustificato ed accettabile, per finalità esclusivamente tecnologiche (nell'aroma e non nell'alimento), la presenza residua di alcool etilico in quantità non superiore all'1 per cento nel prodotto finito e si auspica che in prospettiva l'industria sviluppi, attraverso la ricerca, soluzioni tecnologiche idonee per ridurre ulteriormente tanto le dosi utilizzate di etanolo quanto il relativo residuo nel prodotto finale».
Il parere è stato trasmesso all'Associazione industrie dolciarie italiane, la quale aveva formulato un quesito in proposito.
Sulla questione in esame sono stati svolti approfondimenti tecnico scientifici, con particolare riguardo all'accettabilità, sotto il profilo sanitario, della quantità di alcool etilico dell'1 per cento nel prodotto da forno per particolari fasce di consumatori, quali i bambini: non si hanno elementi per ritenere che la tolleranza sopraindicata (presenza residua di alcool etilico in quantità non superiore all'1 per cento nel prodotto finito) venga superata nel prodotto industriale, comprese le merendine di uso corrente.
Appare poco probabile che tale limitata quantità di alcool, assorbita insieme ad altri nutrienti, possa aver determinato la positività del minorenne ai controlli con l'etilometro, come nel caso denunciato nell'interrogazione.
In merito alle problematiche in esame, il
Nutrition foundation of Italy (NFI) di Milano ha formulato una serie di considerazioni, che si ritiene utile riportare.
Un'alcolemia di 1,08 mg/litro non è da ritenere assolutamente elevata, e non da luogo ad alcun provvedimento se riscontra in un soggetto alla guida di un autoveicolo, il limite fissato dalla legge e di 0,5 grammi/litro (500 mg/litro), e l'alcolemia, riscontrata nel caso sposto dall'interrogazione, e, quindi, circa 500 volte inferiore a tale valore.
Se si immagina, invece, che il dato sia stato erroneamente riportato, e che si tratti in realtà di un'alcolemia di 1,08 grammi/litro, emerge una incongruenza di carattere più tecnico.
Si consideri un ragazzo che, di età compresa fra 11 a 13 anni, pesi circa 35 chilogrammi; consumando una merendina


Pag. LVII

aromatizzata al liquore (peso: 40 grammi, tenore in alcool 3,5 ml per 100 grammi) introduce, tenendo conto del peso specifico dell'alcool (0,789), circa 1,1 grammi dell'alcool stesso.
Impiegando la formula di Widmark, che permette di stimare l'alcolemia di un soggetto in base al sesso, al peso corporeo ed alla quantità di alcool ingerito, si può stimare che l'alcolemia stessa, al termine del consumo della merendina, avrebbe dovuto essere di circa 0,045 g/litro: quindi ben al di sotto (circa 10 volte) dell'alcolemia limite per la guida fissata dalla legge (così come del limite di sensibilità del test utilizzato, il cosiddetto «palloncino»).
Per raggiungere un'alcolemia: pericolosa per la guida, il ragazzo avrebbe dovuto consumare circa 11 merendine; all'età del conseguimento della patente, immaginando che il suo peso sia aumentato a 65 chilogrammi, il numero di merendine necessarie salirebbe a circa 20. Per raggiungere l'alcolemia di 1,08 grammi litro il consumo dovrebbe essere ulteriormente raddoppiato (circa 42 merendine).
Va sottolineato, inoltre, che l'alcolemia calcolata è quella immediatamente conseguente al consumo di alcool a stomaco vuoto: essa sarebbe, in realtà, sicuramente inferiore, per il rallentamento dell'assorbimento dell'alcool, dovuto agli altri componenti della merendina.
Per quanto riguarda gli aspetti presi in esame dall'interrogante, non bisogna sottovalutare il fatto che in età adolescenziale, grazie alla maggiore libertà di movimento, esistono nella giornata una o più occasioni per compiere scelte alimentari autonome, al di fuori dell'ambito domestico e scolastico.
È, pertanto, all'attenzione del Ministero della salute la promozione di corretti stili di vita.
Nel 2002-2003 è stata avviata la campagna di comunicazione ai cittadini sulla corretta alimentazione «Vivi sano mangia bene», rivolta alla popolazione in generale e, in particolare, ai giovani, alle donne ed ai soggetti a rischio.
I messaggi di informazione e sensibilizzazione hanno avuto diffusione attraverso la televisione, la radio ed i
new media (internet, Rainews, Rai Sat, Televideo nazionale).
Alla luce degli esiti positivi riscontrati, il Ministero della salute, per l'anno in corso, ha deciso di promuovere il tema degli stili di vita salutari, realizzando una campagna stampa (spazi pubblicitari tabellari pluridirezionali, redazionali su quotidiani e periodici) incentrata sulla corretta alimentazione e sulla promozione dell'attività fisica.
Anche questa campagna, rivolta alla popolazione generale, riserva particolare attenzione ai giovani e alle donne, per il loro ruolo fondamentale nella gestione dell'alimentazione familiare.
È in atto, inoltre, la campagna di comunicazione
on line (sito internet del Ministero della salute) denominata «Una dieta equilibrata migliora la Vita», con lo scopo di favorire il consumo di frutta e verdura rispetto ai cibi grassi o ipercalorici, sottolineando, altresì, l'importanza di una dieta equilibrata, di una regolare attività fisica e dell'attenzione alla quantità delle porzioni di cibo consumate.
Il Sottosegretario di Stato per la salute: Cesare Cursi.

ZANELLA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
i genitori del circolo didattico veneziano Diaz hanno denunciato, attraverso una lettera aperta, la prevista riduzione del numero di collaboratori scolastici decisa dalla direzione regionale scolastica attraverso i vari centri amministrativi provinciali;
il circolo Diaz è composto da otto plessi, quattro materne e quattro elementari, tutte piuttosto distanti tra di loro, il cui numero di collaboratori scolastici verrebbe ridotto da 19 a 16 con la conseguenza che in ogni plesso saranno in servizio solo due lavoratori, uno la mattina e uno il pomeriggio;
i collaboratori scolastici sono coloro che aprono le scuole al mattino e le


Pag. LVIII

chiudono il pomeriggio e con la riduzione prevista in caso di malattia di uno o più di loro è possibile che la scuola non possa aprire;
il ruolo di sostegno di questi lavoratori all'attività dei docenti è molto importante, infatti bambini molto piccoli, come è il caso delle scuole materne ed elementari, hanno bisogno di essere seguiti, ad esempio in bagno o quando mangiano, e non sempre gli insegnanti possono occuparsi di tutti -:
se il Ministro sia a conoscenza di questa situazione;
se non ritenga che i bambini abbiano diritto ad avere una scuola funzionale, con personale sufficiente per poter svolgere al meglio tutte le attività;
se non ritenga opportuno, viste le circostanze, verificare la possibilità di concedere quanto richiesto dai genitori e mantenere il numero di collaboratori scolastici così come è stato durante questo anno scolastico;
se non ravvisi nella situazione in oggetto una violazione del diritto costituzionale all'istruzione aperta, gratuita, funzionale per tutti.
(4-10227)

Risposta. - Si risponde all'atto parlamentare presentato con il quale l'interrogante manifesta preoccupazioni e chiede iniziative per «...la prevista riduzione del numero dei collaboratori scolastici...» presso il circolo didattico «A. Diaz» di Venezia.
Al riguardo si fa presente che le preoccupazioni espresse dai genitori dei bambini che frequentano il Circolo didattico «A. Diaz» di Venezia non hanno ragion d'essere.
Infatti, il Centro servizi amministrativi di Venezia ha assegnato i posti di collaboratori scolastici che spettano all'istituzione medesima, senza alcuna riduzione, e cioè n. 16 posti come peraltro si legge nel testo dell'interrogazione.
Si chiarisce che, tenuto conto del numero degli alunni iscritti ed del numero delle sedi, sarebbero spettati all'istituzione scolastica, in base alle tabelle ministeriali n. 21 posti di collaboratore scolastico, da ridurre però, così come prescritto, del 25 per cento in quanto presso la medesima scuola è in atto una convenzione con ditta esterna per la pulizia dei locali.
La riduzione del 25 per cento della consistenza organica è pari a 5 e, pertanto, l'organico spettante alla Direzione didattica «A. Diaz» è di n. 16 posti di collaboratore scolastico, tanti quanti sono stati assegnati.
Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, per l'università e per la ricerca: Valentina Aprea.