Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 509 del 17/9/2004
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(Misure a favore dei lavoratori socialmente utili impiegati in Basilicata n. 2-01248)

PRESIDENTE. L'onorevole Lettieri ha facoltà di illustrare l'interpellanza Molinari n. 2-01248 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 3), di cui è cofirmatario.

MARIO LETTIERI. Signor Presidente, in Basilicata attualmente i lavoratori impegnati in lavori socialmente utili sono 816 (si tratta ovviamente di lavoratori che si trovano in una particolare fascia di disagio ed è un aspetto che bisogna tenere presente). In base all'ultimo riparto effettuato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali alla Basilicata sono state attribuite, per il finanziamento di detti progetti, risorse pari a 1 milione e 300 mila euro, rispetto ai 2 milioni e mezzo dell'anno scorso ed ai 6 milioni di euro per il 2002 (vi è stato, pertanto, un drastico ridimensionamento).
È evidente che una decurtazione così rilevante dei finanziamenti mette a rischio da subito il mantenimento ed il prosieguo dell'attività in cui attualmente sono impiegati i lavoratori socialmente utili. La ragione di questo taglio è rappresentata dall'esclusione dei lavoratori socialmente utili cosiddetti autofinanziati dal conteggio effettuato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, tant'è che i lavoratori socialmente utili riconosciuti alla Basilicata sono solamente 425, a fronte degli 816 affettivi. Siamo pertanto in presenza, da parte del Governo, di un riconoscimento del solo 50 per cento dell'intera platea che si traduce in un dimezzamento delle risorse.
Vorrei però sottolineare al rappresentante del Governo che la regione Basilicata (è stata l'unica regione a farlo) è riuscita a stabilizzare il 70 per cento degli iniziali 3.024 lavoratori socialmente utili (quella del 70 per cento in un anno è la quota necessaria per accedere ai finanziamenti del ministero). Eppure, non è bastato il rispetto della legge affinché la Basilicata ottenesse quanto dovuto per il prosieguo dei progetti e dello svuotamento del bacino dei lavoratori socialmente utili, a differenza, invece, di quanto avvenuto in altre regioni meridionali. Non voglio, per carità, citare le regioni, anche perché qualcuna probabilmente potrebbe avere un legame più vicino alla sua, onorevole sottosegretario.
Le organizzazioni sindacali della Basilicata si sono dette preoccupate per il futuro degli esclusi e dei programmi di stabilizzazione per i lavoratori socialmente utili in Basilicata (vi è un certo stato di tensione). A rendere, inoltre, ancora più critica la situazione è la necessità di aggiungere gli oneri previsti per l'attribuzione delle contribuzioni figurative ai lavoratori socialmente utili autofinanziati che gli enti titolari dovrebbero far confluire nelle casse dell'INPS.
Il quadro, quindi, diventa poco chiaro anche per i lavoratori già stabilizzati, primi tra tutti coloro che hanno un contratto di collaborazione coordinata e continuativa.
Per le collaborazioni, infatti, non si prevede alcun tipo di occupazione stabile al termine dei 60 mesi previsti dalla legge. La diminuzione delle risorse rischia, quindi, di mettere a rischio oltre il 50 per cento dei lavoratori socialmente utili impegnati nei progetti.
Quindi, con l'interpellanza che abbiamo presentato chiediamo al Governo di aumentare le risorse attribuite per l'anno 2004 a favore della Basilicata, al fine di garantire la piena tutela dei lavoratori socialmente utili attualmente impiegati, in particolare comprendendo nel computo anche quelli che siano impiegati nei cosiddetti progetti autofinanziati.
Mi auguro che il sottosegretario disponga di tutti i dati per offrire elementi di tranquillità su questo punto, non solo


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per rispondere ad un'esigenza personale, ma soprattutto avendo riguardo alla situazione di questi lavoratori e delle loro famiglie.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, senatore D'Alì, ha facoltà di rispondere.

ANTONIO D'ALÌ, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, vorrei preliminarmente ricordare che l'articolo 78, comma 2, della legge n. 388 del 2000 autorizza il Ministero del lavoro a stipulare, nei limiti delle risorse preordinate allo scopo nell'ambito del fondo per l'occupazione, convenzioni con le regioni in riferimento a situazioni straordinarie che non consentono di esaurire il bacino dei lavoratori socialmente utili già finanziati con oneri a carico del fondo per l'occupazione (articolo 2, comma 1, del decreto legislativo n. 81 del 2000).
Il Ministero del lavoro ha stipulato con la regione Basilicata le seguenti convenzioni: per l'anno 2002, convenzione n. 2289, del 10 giugno 2002, per un importo pari ad euro 13.977.839,94; per l'anno 2003, convenzione n. 2960, del 18 novembre 2003, per un importo pari ad euro 5.134.636,34.
Tali risorse, ai sensi di quanto stabilito nell'articolo 2 delle convenzioni, devono agevolare prioritariamente, in coerenza con la legislazione regionale in materia, i processi di stabilizzazione e di fuoriuscita dal bacino regionale dei lavoratori socialmente utili ancora non fuoriusciti e assicurare la copertura dell'assegno per prestazioni socialmente utili e dell'assegno al nucleo familiare.
Nelle convenzioni la regione firmataria individua l'entità del bacino regionale, cioè del numero di lavoratori socialmente utili, di cui all'articolo 2 del decreto legislativo n. 81 del 2000, ancora non fuoriusciti dal bacino. Nel caso della regione Basilicata, nel 2002, il bacino è stato individuato in 1857 unità, mentre nel 2003 il bacino si quantificava in 796 unità.
Per l'anno 2004, il Ministero del lavoro ha predisposto una bozza di convenzione, attualmente all'analisi dell'assessorato al lavoro della regione Basilicata, per un importo pari ad euro 2.795.458,31, a fronte di 425 unità ancora nel bacino.
È evidente che la progressiva riduzione delle risorse finanziarie convenzionate dipende dalla riduzione del numero dei lavoratori socialmente utili della regione Basilicata. Infatti, al fine di una equa distribuzione delle risorse finanziarie tra le regioni tramite le convenzioni, l'assegnazione delle risorse medesime non può non tenere conto del numero effettivo di lavoratori posti nel progetto.
Con riferimento alla premialità per l'azione di svuotamento, la stessa è inserita nelle risorse aggiuntive da concordare e da trasferire alla regione medesima. Infatti, in data 21 ottobre 2002, il Ministero del lavoro ha assegnato e trasferito alla regione Basilicata ulteriori risorse finanziarie, pari ad euro 1.465.536,64, per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili nelle regioni caratterizzate da situazioni di straordinarietà.
Con riferimento poi alle ulteriori misure per i lavoratori socialmente utili, vorrei precisare che, con l'articolo 50 della legge n. 289 del 2002 (legge finanziaria per il 2003), il Ministero del lavoro ha promosso alcune misure finalizzate a favorire la fuoriuscita dal bacino dei lavoratori socialmente utili di cui all'articolo 2 del decreto legislativo n. 81 del 2000 ed in particolare: «prepensionamento» per i soggetti che hanno diritto all'assegno ASU a carico del Fondo per l'occupazione ed ai quali, alla data del 31 dicembre 2003, mancavano meno di cinque anni al raggiungimento dei requisiti per il pensionamento di anzianità o di vecchiaia; capitalizzazione dell'assegno per quei lavoratori che ne abbiano fatto richiesta per intraprendere un'attività lavorativa autonoma, dipendente o che abbiano stipulato contratti di collaborazione coordinata e continuativa che si siano associati in cooperativa; mutui a tasso agevolato per i comuni a fronte di progetti finalizzati alla stabilizzazione lavorativa dei lavoratori socialmente utili. Tutta la procedura attuativa è stata completata ed il Ministero ha


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trasmesso alla Cassa depositi e prestiti la graduatoria per la concessione dei mutui.
Inoltre, l'articolo 3, comma 82 della legge 350 del 2003 (legge finanziaria per il 2004) ha autorizzato il Ministero del lavoro a stipulare, nel limite complessivo di un milione di euro e solo per l'esercizio 2004, direttamente con i comuni nuove convenzioni per lo svolgimento di attività socialmente utili e per l'attuazione di politiche attive del lavoro riferite a lavoratori impegnati in attività socialmente utili da almeno un quinquennio, nei comuni con meno di cinquantamila abitanti. Con decreto direttoriale in data 31 marzo 2004 sono stati definiti i criteri per l'assegnazione delle risorse.
Infine, il Ministero del lavoro continua a garantire l'erogazione di tutti gli incentivi all'assunzione dei lavoratori socialmente utili previsti dalla vigente normativa.
Vorrei sottolineare quindi che tutte le azioni sopra indicate hanno comportato l'individuazione di ingenti risorse finanziarie a valere sul fondo per l'occupazione, che hanno comportato un incremento della spesa per interventi in favore dei soggetti svantaggiati.
Da ultimo, vorrei precisare che nel corso degli incontri tenutisi per l'assegnazione delle risorse del fondo per l'occupazione alla regione Basilicata, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha già dichiarato la propria disponibilità a valutare l'assegnazione di ulteriori risorse in favore della regione Basilicata stessa. Tali risorse potranno essere assegnate a fronte di progetti di politica attiva del lavoro proposti dalla regione Basilicata e indirizzate ai lavoratori socialmente utili ed ai lavoratori svantaggiati.
L'entità di tali risorse sarà commisurata all'efficacia del progetto in termini di stabilizzazione occupazionale. L'individuazione dei lavoratori svantaggiati è demandata alla regione.

PRESIDENTE. L'onorevole Lettieri ha facoltà di replicare.

MARIO LETTIERI. Signor Presidente, intanto, mi dichiaro parzialmente soddisfatto e resto in attesa di verificare se gli impegni annunciati dal sottosegretario nell'ultima parte del suo intervento saranno effettivamente mantenuti. Fino a prova contraria, ho il dovere di essere ottimista.
Vorrei invitare il rappresentante del Governo a farsi carico di assecondare gli sforzi che la piccola regione Basilicata compie nel tentativo di accelerare il cammino della crescita economica e sociale. Non dimentichiamo che in tutto il Mezzogiorno, ma soprattutto in Basilicata, il cuore di tutti i problemi è rappresentato da una diffusa, grave e pesante disoccupazione. Stiamo parlando di lavoratori che rappresentano la fascia più debole e precaria e che abbiamo il dovere di aiutare per fare in modo che essi diventino lavoratori stabili, autonomi o dipendenti pressi gli enti locali o altre realtà economiche.
Vorrei poi fare un'ulteriore considerazione; stiamo parlando di lavoratori socialmente utili, figure create con un provvedimento adottato per alleviare, appunto, il problema della disoccupazione. Ma il Mezzogiorno e la Basilicata stanno subendo gli effetti negativi di una crisi economica nazionale assai grave; la mancanza di una politica industriale seria da parte del Governo sta quotidianamente manifestando i suoi pesanti e negativi effetti con la messa in mobilità e in cassa integrazione di migliaia di lavoratori.
Presso la Camera dei deputati è stata trattata la questione FIAT, ma ora gli effetti di tale crisi si fanno avvertire in maniera pesante su tutte le aziende dell'indotto, sorte nell'area di San Nicola di Melfi a seguito dell'insediamento della FIAT Sata. Tale argomento forse non è direttamente inerente con i lavoratori socialmente utili, ma ho voluto dipingere uno scenario complessivo per rappresentare la pesantezza della situazione dal punto di vista occupazionale.
Qualche giorno fa ho letto che il Governo avrebbe intenzione di rivedere, dopo avere sostanzialmente smantellato il credito di imposta, norme che peraltro avevano ben funzionato, intervenendo pesantemente anche sulla legge n. 488 del 1993. La stessa Civiltà Cattolica, autorevolissima


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rivista che credo tutti quanti noi leggiamo, è intervenuta per sollecitare il Governo a non proseguire su tale strada.
Lo smantellamento di queste due leggi - quella sul credito d'imposta e la legge n. 488 del 1993 - che hanno funzionato bene nel Mezzogiorno e i cui effetti positivi iniziano a manifestarsi, costituirebbe certamente una scelta sbagliata che non contribuirebbe a risolvere i problemi della disoccupazione, bensì ad aggravarli. Per tali motivi, ho ritenuto di porre la questione.
Prendo comunque atto della risposta del Governo e mi dichiaro parzialmente soddisfatto.

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