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di Reggio Calabria da parte di chi ha dimostrato di ben operare in un territorio cosi difficile -:
le organizzazioni sindacali in una recente manifestazione pubblica della polizia penitenziaria calabrese hanno manifestato il profondo stato di disagio per l'acuirsi delle disfunzionalità e per i turni massacranti degli agenti e l'abbassamento dei livelli di sicurezza di istituti importanti come ad esempio la casa circondariale di Reggio Calabria e quella di Catanzaro. Nel carcere catanzarese i quotidiani hanno reso noto che di recente sono stati rinvenuti telefoni cellulari in possesso anche di boss;
in particolare per il carcere di Reggio Calabria dove i sindacati denunciano una situazione di invivibilità lavorativa e di rischio che mai si era registrata, la direzione del penitenziario resta affidata ad un direttore non titolare, trasferito a quella sede mentre il direttore titolare, del quale è nota l'azione riorganizzativa e migliorativa condotta sul penitenziario reggino, è da quasi un anno e mezzo in missione in altri istituti della Repubblica nonostante abbia richiesto il rientro nella sua sede;
la direzione della casa circondariale di Reggio Calabria è stata affidata al dottor Rosario Tortorella dal gennaio 1999 ed egli dal 2000 ne tiene la titolarità;
da subito furono avviate numerose iniziative per il miglioramento dell'organizzazione sotto il profilo anzitutto della sicurezza penitenziaria e del funzionamento amministrativo;
tra le iniziative per migliorare le condizioni di vita e lavorative del personale aventi come primo obiettivo quello della sicurezza per i detenuti ed operatori, infatti:
era stato richiesto intervento peritale al provveditorato per l'adeguamento ed innalzamento della caserma agenti;
era stato richiesto il miglioramento degli impianti di sicurezza attraverso la realizzazione di una nuova sala regia con più moderni impianti fuori dal perimetro murario del carcere (come negli istituti di moderna costruzione) utilizzando uno dei tre alloggi demaniali servizio (la legge prevede l'alloggio gratuito solo per il direttore ed il comandante del reparto), quello occupato dal ragioniere non avente titolo;
era stata sollevata la necessità di realizzare gli impianti antiscavalcamento ed antintrusione;
era stata richiesta la realizzazione di un adeguato impianto antincendio ad anello;
erano state formulate proposte per la realizzazione di più adeguati reparti transito ed isolamento;
erano state formulate proposte per realizzare ulteriori ambienti per lo svolgimento di attività trattamentali che garantissero la separatezza dei diversi circuiti detentivi (alta o media sicurezza);
era in corso pratica per la realizzazione presso gli ospedali Riuniti di un più adeguato, sotto il profilo igienico e della sicurezza, reparto ospedaliero detentivo;
era in corso pratica per la realizzazione di un campo da calcetto per il personale con oneri a carico del comune;
era stata avviata una pratica per la realizzazione del lido balenare della polizia penitenziaria a Bocale;
erano effettuati sopralluoghi del direttore e del comandante e fornite indicazioni utili sotto il profilo funzionale e della sicurezza per la costruzione del nuovo carcere di Arghillà;
erano in corso contatti con l'aeroporto e la Sogas per un posto fisso della polizia penitenziaria all'Aeroporto Tito Minniti;
era stata avviata la pratica per il collegamento diretto dell'Ufficio Matricola con l'anagrafe del comune per gli accertamenti di parentela dei detenuti ai fini del rilascio dei colloqui;
la gestione del dottor Tortorella è stata oggetto di apprezzamento pubblico da parte del Procuratore Generale della Repubblica, dottor Giovanni Marletta nella relazione annuale per l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2002;
i problemi della casa circondariale di Reggio Calabria sono stati più volte segnalati al Provveditore Regionale, ma nulla è stato fatto per risolverli. Sono stati anzi consentiti trasferimenti e distacchi in uscita, con conseguente diminuzione della forza lavoro e con una decisa ricaduta in negativo sulla sicurezza dei detenuti e dal personale di polizia;
in questo contesto il direttore chiede di essere allontanato temporaneamente dalla Regione Calabria. Anche il comandante del reparto formula richiesta di essere allontanato dalla Calabria;
il Comandante viene inviato in missione al carcere di Sollicciano-Firenze e successivamente a Spoleto dove è stato trasferito;
il Direttore Tortorella viene prima inviato in missione a Viterbo e successivamente a Porto Azzuro dove, nel febbraio 2004 assume la Direzione «in missione» del locale penitenziario;
in entrambi i casi il ministero comunica al direttore Tortorella l'intenzione di trasferirlo prima nell'una e poi nell'altra sede, per entrambe egli assicura solo la propria disponibilità al servizio temporaneo di missione;
la missione a Porto Azzurro è stata varie volte prorogata ed a fronte di tutto ciò il dottor Tortorella chiede di rientrare alla casa circondariale di Reggio Calabria per ricoprire la funzione di cui è ancora titolare motivando tale richiesta con oggettive esigenze familiari;
non si vede per quale ragione sia stato trasferito il direttore titolare di Porto Azzurro pur in assenza di disponibilità al trasferimento del direttore Tortorella a quella sede, tanto più alla luce dell'impegno da lui profuso nel passato a Reggio Calabria;
la presenza della criminalità organizzata e della 'ndrangheta oggi è più forte e pericolosa sul territorio anche se meno visibile ed è quindi rilevante garantire una adeguata direzione, con titolarità piena, anche alla casa Circondariale
quale valutazione il Ministro della giustizia dà ai fatti sopraesposti e quali iniziative ritiene di dover assumere nell'ambito delle proprie competenze per accogliere la domanda di rientro avanzata dal dottor Tortorella.
(4-10816)
il boss della 'ndrangheta, Francesco Muto, capo dell'omonima cosca, è tornato in libertà nel mese di marzo del 2003, dopo aver scontato una condanna a dieci anni di reclusione per associazione mafiosa;
è nota la supremazia con la quale il citato boss e gli uomini della sua cosca operano sull'intero territorio del versante tirrenico casentino;
nei giorni scorsi la polizia di Stato e la Guardia di finanza hanno eseguito, con una brillante operazione coordinata dal sostituto procuratore distrettuale di Catanzaro, Vincenzo Liberto, ben 70 ordinanze di custodia cautelare emesse contro Francesco Muto ed altri componenti dell'organizzazione criminale collegata alla cosca capeggiata dallo stesso;
gli arrestati sono indiziati, oltre che dei reati di usura e di estorsione, anche di quelli di associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti e riciclaggio;
la stessa inchiesta ha portato anche all'identificazione dei responsabili di alcuni omicidi, tra i quali quello del giovane venticinquenne, Francesco De Nino, ragioniere della cosca Muto, ucciso e sciolto nell'acido come «punizione» per uno «sgarro» commesso direttamente ai danni del famigerato boss;
dalla stessa indagine è emerso che la cosca, negli ultimi anni, avrebbe esteso il proprio potere nel territorio della città di Cosenza, inserendosi nelle estorsioni ai danni degli imprenditori edili del capoluogo e gestendo direttamente un'attività nel settore delle costruzioni;
sempre dall'inchiesta condotta dal sostituto procuratore Liberto, Francesco Muto avrebbe continuato a gestire gli affari della sua cosca, in particolare nei settori dell'usura, delle estorsioni e del traffico di droga, persino nel corso del precedente periodo di detenzione;
durante la citata ultima operazione, denominata «Starprice 3-Azimut», che ha visto coinvolti anche due figli del Muto, è però sfuggito all'arresto lo stesso boss -:
se non ritenga necessario ed urgente avviare un'adeguata inchiesta per accertare se il mancato arresto del boss Francesco Muto, colpito dal mandato di custodia cautelare, sia dovuta a qualche fuga di notizie.
(4-10817)
il problema della spesa sanitaria assilla Governo e cittadini;
spesso la mala sanità è determinata anche con il concorso di alcuni medici, attraverso forme di comparaggio;
questo reato è difficilmente punibile, poiché trattandosi di una contravvenzione è prevista una prescrizione triennale a decorrere dalla data di commissione del fatto -:
se il Ministro intenda adottare iniziative normative volte a classificare il reato in questione come delitto, e non più contravvenzione, onde prolungare i tempi di prescrizione a 5 anni.
(4-10827)