Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 501 del 29/7/2004
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Seguito della discussione del disegno di legge: Sospensione anticipata del servizio obbligatorio di leva e disciplina dei volontari di truppa in ferma prefissata, nonché delega al Governo per il conseguente coordinamento con la normativa di settore (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (4233-B).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: Sospensione anticipata del servizio obbligatorio di leva e disciplina dei volontari di truppa in ferma prefissata, nonché delega al Governo per il conseguente coordinamento con la normativa di settore.
Ricordo che nella seduta del 26 luglio si è svolta la discussione sulle linee generali.

(Esame di una questione pregiudiziale - A.C. 4233-B)

PRESIDENTE. Ricordo che è stata presentata la questione pregiudiziale per motivi di costituzionalità Boato ed altri n. 1 (vedi l'allegato A - A.C. 4233-B sezione 1).
A norma del comma 3 dell'articolo 40 del regolamento, la pregiudiziale può essere illustrata per non più di dieci minuti da uno solo dei proponenti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti.
L'onorevole Cima ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Boato n. 1, di cui è cofirmataria.

LAURA CIMA. Crediamo che il provvedimento in esame abbia un grave vizio costituzionale, soprattutto all'articolo 16 del testo modificato dal Senato rispetto a quello approvato dalla Camera in prima lettura.
Questo provvedimento prevede che, a decorrere dal 1o primo gennaio 2006 e sino al 31 dicembre 2020, per il reclutamento del personale delle carriere iniziali delle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare e della Croce Rossa, la totalità dei posti messi a concorso siano riservati ai volontari in ferma prefissata di un anno o in rafferma annuale. È proprio questo il punto critico sotto il profilo costituzionale, perché ciò significa che per accedere alla Polizia si deve necessariamente fare un anno di militare volontario.
Non mi voglio dilungare in questa sede sull'inopportunità politica di fare un'inversione di 180o sul processo di riforma della Polizia che riporta alla militarizzazione dei Corpi, ma voglio proprio fare riferimento all'articolo 51 della Costituzione sulla parità di accesso ai pubblici uffici, che, secondo noi, è palesemente violata da questo progetto di legge. Il danno maggiore, peraltro, derivante dall'articolo 16 del disegno di legge, sarà subito dalle donne. Infatti, sappiamo che l'accesso al servizio militare è limitato in percentuale per le donne, cosa che non avviene per la Polizia di Stato. Inoltre, sono molto più restrittivi i parametri di idoneità fisica, come, ad esempio, il limite di statura.
Oltre alle donne, subiranno ovviamente una pesante discriminazione i giovani che decidano di aderire al servizio civile nazionale. Peraltro, la recente sentenza della


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Corte costituzionale ha ribadito che anche i volontari del servizio civile rispondono al dovere di difendere la patria, come chi sceglie il servizio militare volontario. Tuttavia, con il provvedimento in esame, mentre ai primi è consentito di accedere ad alcuni concorsi, ai secondi gli stessi sono preclusi, creando una palese disparità e discriminazione rispetto ai giovani.
Bisogna ricordare che, per accedere al servizio civile nazionale, oggi non è necessario dichiararsi contrari all'uso delle armi e quindi nessuno dovrebbe poi impedire ad un giovane di partecipare al concorso nelle Forze di polizia.
Un'altra discriminazione avviene anche per chi svolge o ha svolto il servizio civile da obiettore in base alla legge n. 230 del 1998. Costoro, in seguito a questa scelta, garantita dalla Costituzione, si trovano la strada sbarrata verso Corpi non armati. Questo problema non è di poco conto perché, ad esempio, i giovani che hanno svolto il servizio civile come obiettori rischiano di non poter accedere al Corpo dei vigili del fuoco. Ci sembra questa una grandissima discriminazione. Non si capisce per quale motivo con un provvedimento dobbiamo avallare queste differenze di trattamento tra giovani che hanno scelto delle strade che, peraltro, sono garantite dalla nostra legge e dalla Costituzione, nonché ribadite dalla recente sentenza della Corte costituzionale che la nostra questione pregiudiziale ricorda.
La seconda preoccupazione, già accennata in premessa - ma voglio ora ribadirla - è soprattutto politica; la conseguenza di siffatte scelte, da noi ritenute incostituzionali, recate dall'articolo 16 del provvedimento in esame porteranno, necessariamente, ad una militarizzazione delle Forze di polizia e dei corpi separati (quali ad esempio, come riferivo prima, i vigili del fuoco). Ciò, invalidando un processo di riforma che ha visto anni e anni di battaglie e che, a nostro avviso, ha dato un ottimo risultato nel paese; quindi, non si comprende perché dovremmo invertire il processo, rischiando di ritrovarci nella situazione che è stata molto opportunamente modificata. Dunque, condizionare la scelta di tutti i giovani che vogliono accedere alle Forze di polizia ad un periodo obbligatorio di servizio nelle Forze armate - ciò è quanto, infatti, determinerebbe la previsione di cui all'articolo 16 - implica che la loro formazione necessariamente diventa strettamente militare, il che è diametralmente opposto a quanto previsto dalla riforma delle Forze di polizia.
Il servizio civile concorre alla difesa del nostro paese; si tratta di un principio che, come ricordavo, è stato riconosciuto dalla legge e dalla giurisprudenza. L'effettività di detto principio, però, finisce, di fatto, per essere inficiata dalle disposizioni recate dall'articolo 16. Se, all'interno del provvedimento in esame, non si modificasse l'articolo e se, al contrario, il provvedimento venisse approvato definitivamente così come pervenuto dal Senato, si anticiperebbe la sospensione della leva obbligatoria, sicché anche il servizio civile degli obiettori, di fatto, verrebbe meno.
Il provvedimento non reca una sola disposizione in ordine al ruolo del servizio civile sostitutivo. Sappiamo bene che, per la difesa militare, occorrono 190 mila uomini; il costo relativo non viene messo in discussione nel senso che, quand'anche lievitasse, il paese dovrebbe necessariamente sostenerlo. Per il servizio civile, invece, si stanzia una cifra minima, peraltro vieppiù ridotta. Dunque, gli spot ed i francobolli del ministro Giovanardi servono a ben poco. Quest'anno, per il servizio civile di 30 mila obiettori e 38 mila volontari si spenderanno 270 milioni di euro solo perché abbiamo aggiunto ai 119 milioni previsti dalla finanziaria altri 150 milioni. Altrimenti, non sarebbe stato possibile svolgere tale servizio. Ma il prossimo anno, probabilmente, non si stanzieranno neppure i 119 milioni di euro che, peraltro, si son dovuti più che raddoppiare per consentire lo svolgimento del servizio; infatti, verrà addirittura dimezzato il fondo relativo, così come è già stato annunciato. Dunque, il servizio verrà totalmente affossato, perché con un simile stanziamento si potrebbero impegnare solo poche migliaia di giovani. Tutto ciò avviene proprio


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quando, svoltasi una sperimentazione positiva con le ragazze, siffatta possibilità dovrebbe aprirsi anche per i ragazzi esentati dagli obblighi di leva; quindi, i danni conseguenti sarebbero incalcolabili per i giovani, ma anche per tutte quelle associazioni del no-profit e degli enti locali che, in questi anni, si sono avvalsi del loro impegno, nonché per la nostra politica internazionale, in coerenza con l'articolo 11 della Costituzione (che, come sapete, prevede che i conflitti non vengano risolti con le armi).

PRESIDENTE. Onorevole Cima...

LAURA CIMA. Signor Presidente, concludo. Abbiamo basato la nostra pregiudiziale sull'articolo 51 della Costituzione ma voglio ricordare che anche gli articoli 2, 3, 4, e 52 vengono sotto qualche profilo violati (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-L'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Rifondazione comunista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lavagnini. Ne ha facoltà.

ROBERTO LAVAGNINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la questione pregiudiziale di costituzionalità, presentata sul disegno di legge n. 4233-B, solleva gli stessi problemi evidenziati nella pregiudiziale presentata il 4 novembre 2003 in quest'aula; problemi poi rivelatisi inesistenti e pretestuosi.
A tale proposito, potremmo fare un elenco delle pregiudiziali presentate e calcolare le ore dedicate al dibattito in tre anni di legislatura; probabilmente, sorprenderemmo anche i presentatori delle pregiudiziali!
In quella che discutiamo oggi sono stati elencati alcuni articoli della Costituzione che, secondo i presentatori, sarebbero stati violati: l'articolo 51, che prevede l'accesso agli uffici pubblici in condizioni di eguaglianza; l'articolo 3, che prevede la pari dignità dei cittadini di fronte alla legge; l'articolo 4, che riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro; l'articolo 52 per il quale la difesa della patria è sacro dovere del cittadino.
Ad un esame attento di tutti gli articoli del disegno di legge n. 4233-B, nulla contrasta con gli articoli della Costituzione testé elencati. La legge cerca solo di porre rimedio a problemi di reclutamento che si sarebbero determinati nel passaggio dalla leva al servizio cosiddetto professionale, per la rilevanza del numero di arruolamenti richiesti nella fase iniziale della riforma.
L'incentivazione agli arruolamenti è transitoria e rivedibile nel 2010; anche l'immissione del personale femminile deve avvenire gradualmente per poter adattare le strutture militari, come previsto dalla legge n. 380 del 1999.
Vorrei ricordare all'onorevole Cima, per quanto riguarda i vigili del fuoco, che si tratta di una parte stralciata dal provvedimento sei mesi fa durante l'iter al Senato. La preclusione nei confronti di coloro dichiaratisi obiettori di coscienza fa parte di un provvedimento votato anche da quanti oggi presentano la pregiudiziale; si tratta, peraltro, dello stesso provvedimento che prevedeva l'impunibilità dei renitenti al servizio civile, misura che davvero determinava una diseguaglianza rispetto a chi era chiamato al servizio militare.
Secondo quanto asserito dalla I Commissione, l'attuale disciplina che regola i concorsi per l'arruolamento nelle Forze armate, nelle Forze di polizia - sia ordinamento militare sia ordinamento civile - e in qualsiasi altro impiego che preveda l'uso delle armi, già prevede che lo svolgimento del servizio militare costituisca requisito per l'accesso a tali professioni.
Per tutte queste ragioni, Forza Italia e la Casa delle libertà voteranno contro l'approvazione di questa pregiudiziale in modo convinto (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deiana. Ne ha facoltà.

ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, a suo tempo, quando il provvedimento è stato affrontato in prima lettura alla Camera,


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abbiamo espresso un giudizio negativo complessivo che ribadiamo in questa sede.
Tale giudizio si basa non tanto, o non soltanto, sulla eliminazione dell'obbligo di leva; si tratta di una scelta, infatti, come qualsiasi altra che poteva ben essere discussa, salve però alcune condizioni di contesto che, a nostro giudizio, avrebbero dovuto essere totalmente diverse da quelle occorse quando si è avviata, ed è giunta poi a compimento, la decisione di cambiare il meccanismo del servizio di leva.
Il contesto che noi critichiamo e nell'ambito del quale collochiamo il giudizio negativo di base - poi aggiungerò qualcosa sulle ragioni maggiormente inerenti al testo - è segnato da negative trasformazioni in ordine ad aspetti di fondo, del ruolo delle Forze armate, del concetto della difesa e degli impegni politico-militari del nostro paese.
Abbiamo assistito ad una trasformazione radicale del concetto di difesa del paese, sempre più coincidente con le nuove strategie militari di proiezione delle Forze armate, non soltanto limitata ai territori ed ai luoghi che presiedono alla difesa del territorio nazionale, ma diretta più in là delle configurazioni precise di un compito di difesa del territorio nazionale. Sempre più l'uso delle Forze armate prescinde dai vincoli e dagli obblighi costituzionali e sempre più le scelte che il nostro paese compie sono scelte di sostegno attivo alle strategie militari e politiche che considerano i conflitti militari e le guerre strumenti per dirimere le controversie internazionali o per affermare gli interessi del nostro paese al seguito della superpotenza americana.
Questo è il contesto intorno a cui bisognerebbe ragionare per affrontare le trasformazioni che il provvedimento in esame predispone per la formazione delle Forze armate del nostro paese.
Inoltre, per sopperire alla necessità di reclutare giovani leve, di fronte ad una situazione in cui è molto decaduto, per le contingenze storico-sociali del nostro paese ed i processi che lo hanno attraversato, il fascino del servizio militare, il provvedimento in esame predispone determinati elementi - materia della questione pregiudiziale presentata - profondamente lesivi di alcuni principi egualitari nella concezione e nella predisposizione del diritto di cittadinanza. Ne ha parlato precedentemente la collega Cima ed intendo ora ricordare gli aspetti più incongrui dal punto di vista costituzionale.

PRESIDENTE. Onorevole Deiana, deve avviarsi alla conclusione...

ELETTRA DEIANA. Nella questione pregiudiziale di costituzionalità è scritto che il provvedimento in esame «all'articolo 16 prevede che, a decorrere dal 1o gennaio 2006 e fino al 31 dicembre 2020» - il periodo che riguarda la fase di sperimentazione - «per il reclutamento del personale nelle carriere iniziali delle Forze di polizia ad ordinamento civile, militare e del Corpo militare della Croce Rossa, la totalità dei posti messi a concorso siano riservati ai volontari in ferma prefissata di un anno ovvero in rafferma annuale». Si tratta di un elemento di grave discriminazione rispetto ai diritti civili ed a quelli di cittadinanza, che si collegano poi alla cancellazione del diritto ad accedere a queste stesse professioni da parte dei giovani che svolgono il servizio civile e...

PRESIDENTE. Onorevole Deiana, deve concludere.

ELETTRA DEIANA. Vi è anche una preclusione nei confronti del personale femminile, che subisce limitazioni nelle Forze armate, che si trasformano in vere e proprie discriminazioni nell'accesso alle altre carriere dello Stato.

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