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PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (vedi l'allegato A - A.C. 2145-B sezione 1).
Avverto che procederemo, ai sensi dell'articolo 88 del regolamento, in questo modo: dopo l'illustrazione degli ordini del giorno, il parere del Governo su di essi e la manifestazione da parte dei presentatori della loro volontà di insistere o meno per la votazione, avranno luogo le dichiarazioni di voto sul complesso degli ordini del giorno da porre in votazione, cui seguiranno infine le votazioni.
Avverto che l'ordine del giorno Fiori n. 9/2145-B/5 è stato sottoscritto anche dall'onorevole Landolfi.
L'onorevole Pennacchi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2145-B/38.
LAURA MARIA PENNACCHI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'ordine del giorno di cui sono prima firmataria pone la questione della mancata riforma degli ammortizzatori sociali, in conseguenza della quale, nonché delle misure contemplate nella delega previdenziale su cui è stata posta la questione di fiducia, non si verifica alcuna estensione delle tutele per i lavoratori più giovani, per i lavoratori atipici e per i parasubordinati.
Va altresì ricordato che per la promessa riforma degli ammortizzatori sociali era stata predisposta una dotazione finanziaria modestissima e risibile. Tuttavia, il Governo, e in particolare il ministro Maroni, è riuscito a superare se stesso, utilizzando una parte cospicua di quell'esiguo stanziamento per finanziare i tagli alla difesa nel decreto-legge sul quale abbiamo votato la fiducia la settimana scorsa. Usando gli slogan che piacciono tanto alla cosiddetta Casa delle libertà, potremmo dire: più armamenti, meno sostegno ai disoccupati.
Il centrodestra si era presentato alle elezioni del 2001 con la duplice promessa di diminuire le tasse e di aumentare le pensioni. Oggi viene posta la questione di fiducia su un drastico taglio alla ricchezza pensionistica degli italiani, perché di questo si tratta. Viene operata infatti la soppressione di fatto del pensionamento di anzianità: i requisiti di età anagrafica e di anzianità contributiva significano, tradotti in un linguaggio più esplicito, che resterà la possibilità di andare in pensione prima di 65 anni soltanto una volta che si siano raggiunti 62 o 63 anni di età. Ciò va chiamato con nome e cognome: soppressione di fatto del pensionamento di anzianità.
La fiducia, dunque, viene posta su misure che prevedono la soppressione di fatto del pensionamento di anzianità e la soppressione del differenziale di età che era stato fin qui mantenuto, a ragion veduta, per le donne. Questo differenziale viene soppresso: alcuni colleghi si sono giustamente chiesti cosa dirà la Lega alla
classe operaia del nord e alle donne del nord, che rappresentano una parte cospicua della popolazione attiva.
Queste misure non creano affatto le condizioni per l'espansione della previdenza complementare, anzi, c'è una possibilità molto reale di contrasto allo sviluppo della stessa, perché le misure su cui è stata posta la questione di fiducia mettono sullo stesso piano i fondi chiusi su base negoziale, i fondi aperti ed i conti individuali assicurativi, creando anche qui una fattispecie di conflitto di interessi molto seria. Indovinate quale gruppo assicurativo ha venduto di più nell'ultimo anno polizze assicurative che verranno equiparate ai fondi negoziali? La risposta è facile: il gruppo assicurativo in questione si chiama Mediolanum, che ha partecipato all'80 per cento del totale delle maggiori vendite di polizze assicurative.
La soppressione del pensionamento per anzianità pone un problema molto serio, un rischio - che è una certezza - di incremento possibile della disoccupazione per le fasce di età anziana quando arriveremo al 2008 e per quelle fasce di età che hanno superato i 55 anni. Le ricerche empiriche documentate - quelle che abbiamo per la verità sono poche, ma molto argomentate - ci dicono che in primo luogo sono le imprese a liberarsi per la necessità di operare il turn over, il rinnovamento della forza lavoro, non appena i lavoratori raggiungono i requisiti richiesti per andare in pensione, anche anticipata, al fine di ridurre così le spese di retraining, di formazione, di istruzione e di educazione permanente, quelle doverose spese che sarebbero le vere misure per operare in direzione dell'invecchiamento attivo. Le stesse ricerche ci dicono che i lavoratori, specialmente delle piccole e medie imprese, cambiano vorticosamente occupazione nella fase finale della loro vita lavorativa e rimangono senza lavoro...
PRESIDENTE. Bisogna che concluda, collega. Io non tolgo mai la parola, però conto sulla sua collaborazione.
LAURA MARIA PENNACCHI. Concludo, Presidente. Sappiamo quante sono le leve che andranno in pensione, quindi dal 2008 ci troveremo con numerosissime persone che non potranno più andare in pensione e che saranno state comunque «espulse»; quindi potremmo trovarci di fronte alla necessità di fronteggiare problemi di disoccupazione fino a due milioni di unità...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Pennacchi.
L'onorevole Motta ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2145-B/37.
CARMEN MOTTA. Signor Presidente, l'ordine del giorno di cui sono prima firmataria intende rappresentare al Governo e all'Assemblea la necessità di estendere taluni diritti ai nuovi lavori e quindi ai nuovi soggetti che svolgono questi lavori, i cosiddetti parasubordinati, cioè quei lavoratori iscritti alla gestione separata di cui all'articolo 2 della legge n. 35 del 1995. Il testo su cui è stata posta la questione di fiducia, infatti, non contiene alcuna specifica norma che preveda l'estensione di forme di sostegno al reddito e di tutela nel caso di disoccupazione o di sospensione del rapporto di lavoro per quei lavoratori che attualmente ne sono privi.
Non è stata prevista in sostanza alcuna specifica misura che preveda l'estensione dell'indennità di disoccupazione per i lavoratori parasubordinati che siano attualmente privi non solo di questo ma di qualsiasi forma di sostegno al reddito in caso di perdita o di interruzione dell'attività lavorativa.
Sappiamo bene che vi è una difficoltà di questo Governo e di questa maggioranza a mantenere gli impegni assunti con il paese. In concreto, nell'ultimo triennio il Governo ha tolto dalla disponibilità dei disoccupati circa 2 mila e 200 milioni di euro, dovuti al mancato aumento dell'indennità di disoccupazione, e altri 479 milioni di euro, tolti perché dirottati per altri scopi - così come ricordava la collega Pennacchi prima - cioè per le spese del Ministero della difesa, attraverso l'emendamento presentato dal Governo al disegno
di legge di conversione del decreto-legge n. 168 del 2004, su cui è stata posta la fiducia alcuni giorni fa, una delle tante di cui abbiamo avuto 'notizia' in quest'ultimo periodo, avendovi anche noi partecipato, ovviamente con un voto contrario.
Per questi lavoratori, i parasubordinati, non è più tollerabile che non siano previste quelle tutele sociali minime di cui sono totalmente privi: sono privi della copertura figurativa dei periodi di maternità e di malattia, privi di permessi retribuiti per le lavoratrici, ad esempio, nel periodo di allattamento. Non credo che l'importanza della famiglia e dei figli possa valere soltanto per i lavoratori a tempo indeterminato; a tale scopo, ad esempio, sarebbe quanto mai opportuno prevedere una forma di indennizzo al datore di lavoro per eventuali assenze facoltative connesse alla maternità o alla paternità.
Per questi lavoratori parasubordinati, non tutelati in caso di malattia, che dovrebbero potersi costruire il proprio futuro pensionistico, devo dire ormai alquanto incerto, non solo per loro ma per tutti, in quanto privi di copertura di altre forme obbligatorie di previdenza, il Governo deve impegnarsi ad adottare iniziative normative volte ad estendere la tutela assicurativa contro la disoccupazione involontaria.
L'attuale Governo, attraverso la riforma del mercato del lavoro, ha introdotto una pletora di fattispecie di lavori flessibili, che sono veramente troppi, tanto che per alcuni tipi di contratto vi è addirittura difficoltà ad applicarli in quanto comportano maggiori costi per le imprese.
Questo Governo non ha proceduto alla riforma degli ammortizzatori sociali, che dovevano essere una parte così importante della riforma del welfare e che dovevano tutelare proprio coloro che svolgono lavori flessibili e che non possono usufruire delle tutele di chi ha un lavoro a tempo indeterminato.
A fronte, quindi, di tutti questi problemi (così sentiti da una categoria di lavoratori cosiddetti flessibili, che vivono sulla loro pelle le contraddizioni di una flessibilità perlopiù non scelta), l'ordine del giorno in esame, di cui sollecitiamo vivamente l'accoglimento da parte del Governo, sarebbe un primo segnale per un impegno nei confronti di lavoratori e di lavoratrici per i quali sono state spese molte parole ma compiuti pochi fatti, e ai quali si continua a chiedere di adattarsi ad un mercato del lavoro che poco lascia alle aspettative positive per costruire il proprio futuro.
Ritengo - e concludo, Presidente - che debbano essere date a questi lavoratori, con misure non certo assistenzialistiche, garanzie minime per il presente, al fine di riconoscere la dignità di chiunque svolga un'onesta attività lavorativa, in particolar modo se giovane.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Motta.
Colleghi, attesa la necessità di contenere gli interventi nel tempo previsto conto sulla vostra collaborazione, perché vorrei evitare di togliere la parola mentre un deputato interviene. Pertanto, quando ci si appresta a concludere, lo si faccia, come si suol dire, con una previsione tempestiva dell'evento.
L'onorevole Cordoni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2145-B/39.
ELENA EMMA CORDONI. Signor Presidente, con gli ordini del giorno presentati cerchiamo di fare quanto non siamo riusciti a fare a causa della posizione della questione di fiducia, che ci ha impedito di illustrare le nostre proposte e di dare conto delle misure alternative che ritenevamo necessarie sul terreno dei temi della previdenza.
Gli ordini del giorno sono stati presentati con l'obiettivo di segnalare le misure adottate, che riteniamo sbagliate, nel provvedimento che vi apprestate a votare, le questioni non affrontate ed i problemi critici che ne deriveranno per il paese.
Il provvedimento in esame, dopo le due letture effettuate dalla Camera e dal Senato, propone novità che noi respingiamo.
Anzitutto, dopo molti anni nel corso dei quali noi avevamo lavorato per approvare
norme che non facessero distinzioni, nell'ambito dei lavoratori, tra figli e figliastri, che non prevedessero privilegi e che fossero in grado di cogliere differenze che sono ben visibili agli occhi dell'opinione pubblica, il cosiddetto «scalone» introduce un'altra iniquità nel sistema previdenziale (anche molti giornali, oggi, sbagliano; e spero che, da domani, essi correggano le cose che hanno scritto).
Le norme che avete elaborato non tengono conto delle peculiari situazioni dei lavoratori precoci e di quelli che sono stati addetti a lavorazioni usuranti: tutti andranno in pensione con 40 anni di contribuzione ed a 65 anni di età! Alla base di questa disciplina, vi è l'idea che tutti i lavori siano identici e che tutti richiedano la stessa fatica. Non è affatto così: poiché nel nostro paese vengono ancora svolti lavori faticosi ed usuranti, un elementare senso di giustizia dovrebbe indurci a dettare disposizioni di legge che differenzino la posizione dei lavoratori che vi si dedicano!
Ebbene, queste disposizioni esistevano: i lavoratori precoci, i quali, avendo cominciato a lavorare a 14 anni, non hanno potuto studiare, godevano della possibilità di andare in pensione anticipatamente. In tal modo, lo Stato riconosceva loro, al momento del pensionamento, ciò che non era riuscito a garantire prima sul terreno della scuola e della formazione. Esistevano disposizioni di favore anche per i lavoratori che svolgono lavori particolarmente pesanti (penso a quanti lavorano sulle piattaforme petrolifere, ai subacquei, ai lavoratori delle cave, ai lavoratori notturni, non solo dipendenti, ma anche autonomi). Voi cancellate tutto questo!
Pensate che tutti svolgano lavori di tipo impiegatizio e che tutti siano tenuti a rispettare orari di lavoro normali: sembra quasi che non conosciate il mondo del lavoro! Sembra quasi che non siate a conoscenza di diversificazioni che pure esistono. Avete dato forma ad una disciplina che non fa distinzioni ed avete dimostrato di non avere rispetto per il mondo del lavoro e per la fatica che lo svolgimento di molti lavori ancora richiede.
Allo stesso modo vi siete comportati quando avete eliminato ogni meccanismo di flessibilità per quanto riguarda l'uscita dal mondo del lavoro. La riforma Dini, nell'introdurre il sistema contributivo, aveva dettato una norma civile. In sostanza, si diceva ai lavoratori: da domani, da quando la riforma sarà a regime, avrete la possibilità di andare in pensione a partire dall'età di 57 anni; chi andrà in pensione a tale età sarà disincentivato, perché la pensione sarà più bassa. Inoltre, partendo dal presupposto che il punto di equilibrio e di indifferenza era a 62 anni, si era aggiunto: chi rimarrà al lavoro avrà un premio, un incentivo.
Voi cancellate tutto ciò e, così facendo, cancellate anche le storie personali dei lavoratori e togliete loro la possibilità di esercitare un'opzione ...
PRESIDENTE. Onorevole Cordoni...
ELENA EMMA CORDONI. ...che sicuramente avrà ripercussioni sulle loro vicende personali e familiari. A chi aveva un lavoro faticoso, a chi aveva familiari a carico, a chi aveva altre storie veniva data la possibilità di esercitare una facoltà: chi non la esercitava veniva premiato; chi intendeva esercitarla veniva disincentivato. Voi considerate tutti allo stesso modo, senza considerare, invece, le diversificazioni che possono connotare la vita di ciascuno di noi.
Ecco perché avete scritto norme inique! Ecco perché speriamo che, con gli ordini del giorno, si riesca a recuperare ciò che non è stato possibile garantire sul piano normativo (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. L'onorevole Carli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2145-B/83.
CARLO CARLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori rappresentanti del
Governo, sempre di più, oggi, le giovani lavoratrici ed i giovani lavoratori stipulano contratti di lavoro appartenenti ad una tipologia che non li tutela adeguatamente, in particolare nel caso di maternità.
Dunque, si impone con urgenza, per il Governo e per il Parlamento, la necessità di adottare le opportune iniziative volte ad estendere alle lavoratrici iscritte alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, i trattamenti economici previsti per le lavoratrici dipendenti. In caso di maternità è un atto di civiltà nei confronti delle lavoratrici iscritte alla gestione separata INPS di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995 n. 335.
Vorrei ricordare inoltre che da parte dei gruppi del centrosinistra sono state presentate due importanti proposte di legge; la prima, a prima firma del nostro segretario di partito, onorevole Fassino, riguarda la carta dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori; la seconda, a prima firma del leader della Margherita, onorevole Rutelli, concerne i diritti di sicurezza sociale in materia di tutela del lavoro e del reddito.
L'urgenza di affrontare il tema degli ammortizzatori sociali si lega alla centralità che lo stesso riveste nell'attuale momento storico e alla necessità di contrapporre un'organica riforma alle proposte del Governo, del tutto inadeguate nei contenuti, nelle estensioni e nelle risorse finanziarie stanziate.
Un sistema efficiente ed universale di sicurezza sociale è una priorità della nostra politica e un presupposto essenziale affinché la flessibilità del mercato del lavoro sia sostenibile. In un mercato del lavoro ove la mobilità si caratterizza come aspetto fisiologico e non come un evento eccezionale, le misure di sostegno del reddito e dell'occupazione non possono concepirsi in funzione di eventi saltuari, legati solamente al mondo del lavoro subordinato, ma devono rispondere ai bisogni ricorrenti nella vita di tutti i lavoratori. Le tutele devono pertanto applicarsi anche ai lavoratori temporanei e a quelli economicamente dipendenti, che ora ne sono privi, perché i requisiti attuali per la loro fruizione sono pensati soprattutto per i lavoratori subordinati e stabili.
Occorre, inoltre, ampliare il contenuto delle provvidenze per rispondere ai bisogni ancora largamente insoddisfatti, di chi svolge nuovi lavori o di chi ha un reddito insufficiente. In questo senso, vanno considerati meritevoli di sostegno la continuità dei versamenti previdenziali, le esigenze personali relative, ad esempio, alle tasse scolastiche o al mutuo della casa, il reddito nel periodo di disoccupazione, ancorché con requisiti ridotti che non scoraggino la ricerca e lo svolgimento di attività lavorative.
Il sistema si deve orientare verso un modello universalistico che risponda alle esigenze del lavoratore sia nel caso di disoccupazione (indennità di disoccupazione) sia nel caso di sospensione del rapporto di lavoro (trattamento di integrazione salariale).
Vorrei inoltre fare riferimento alla proposta di legge dell'onorevole Fassino riguardante la carta dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici per rilevare la diversificazione in atto fra le diverse tipologie di lavoro, che da tempo ha messo in crisi l'impostazione tradizionale incentrata sul rapporto di lavoro subordinato.
Nei confronti della miriade di forme di attività espresse dall'attuale organizzazione economica si è intervenuti sino ad ora con adattamenti parziali, in particolare preferendo rapporti di lavoro cosiddetti atipici, ossia regolati diversamente - solitamente con minori tutele rispetto a quelli tradizionali - con maggiore flessibilità e con minori costi, specie previdenziali (tipico è il cosiddetto lavoro parasubordinato).
È necessario modificare profondamente questa situazione, pena il rischio che prendano piede tendenze destabilizzanti, sia sul piano della conformazione del rapporto di lavoro e dei diritti che in esso si devono radicare sia perché i rapporti atipici sono affiancati da istituti di sicurezza sociale assolutamente frammentari ed incerti.
PRESIDENTE. Onorevole Carli...
CARLO CARLI. Sto per concludere Presidente. Essi, quindi, sono soggetti ad una corrosione surrettizia e non controllata delle tutele che punta anche ad altri rapporti e che può pericolosamente destrutturare il mercato del lavoro.
Signor Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli deputati della maggioranza, per questi motivi vi invitiamo ad approvare i nostri ordini del giorno, che indubbiamente tendono a ridurre il grave danno che attraverso il vostro provvedimento provocherete alla nostra società (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. L'onorevole Guerzoni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2145-B/33.
ROBERTO GUERZONI. Signor Presidente, sono cofirmatario di diversi ordini del giorno con i quali tentiamo di sottoporre all'attenzione del Governo alcune questioni molto importanti che riguardano il futuro di migliaia di lavoratori, di giovani e di futuri pensionati. È evidente, però, che la gran parte di tali questioni avrebbe già dovuto trovare risposta nel disegno di legge di delega in esame. Si tratta di questioni che richiederebbero interventi veri ed impegni fattivi, determinati sulla base di finanziamenti e di misure che abbiano un'immediata efficacia e attuazione.
I nostri ordini del giorno raccomandano al Governo che nella stesura dei decreti legislativi si tenga conto di tali questioni importanti. Mi auguro, quindi, che almeno possano essere accolti i nostri ordini del giorno, che prendono spunto dal fatto che questa legge delega non ha affrontato le problematiche sulle quali, all'inizio del suo lungo iter parlamentare, si era avviata una discussione anche fattiva. Ma poi, nel corso della discussione, queste tematiche sono scomparse o sono state stravolte.
Più volte il ministro - sono certo che lo ricorderà - affermò in Commissione che si sarebbe intervenuto soltanto con incentivi, in quanto non vi era bisogno di misure e interventi che incidessero in modo radicale sulla condizione pensionistica dei lavoratori. Anzi, si disse che bisognava contrastare chi allora parlava addirittura di disincentivi. L'importante era innalzare l'età pensionabile attraverso meccanismi che incentivassero la permanenza al lavoro. Ma tutto ciò poi scomparve e, accanto a meccanismi incentivanti, sono arrivate le tagliole rappresentate dallo «scalone» che colpisce pesantemente i lavoratori che andranno in pensione dopo il 2008. Ma, soprattutto, è giunto un testo che non affronta quelle questioni nei confronti delle quali la delega pensionistica oggi in esame sarebbe dovuta intervenire. Mi riferisco in modo particolare al grande tema (che evidenziamo nei nostri ordini del giorno) dei lavori discontinui, del lavoro precario.
Da parte nostra tale questione è stata più volte evidenziata nel corso del dibattito, anche perché, in questi anni di iter parlamentare, lo stesso Governo, attraverso l'approvazione di nuove regole nel mercato del lavoro, ha ulteriormente incentivato la cosiddetta flessibilità nel lavoro, aumentando così gli elementi di precarietà. Nel corso della discussione abbiamo sostenuto che sarebbe fondamentale affiancare a questa flessibilità degli elementi di tutela tali da non farla sconfinare, come sta avvenendo, nella precarietà. Ebbene, su questo fronte non abbiamo ottenuto nessuna risposta. Anzi, nel corso dell'esame dell'ultima legge finanziaria sono state aumentate le aliquote contributive, portandole al 19 per cento, ma nulla è stato fatto in termini di diritti. Né per i diritti riguardanti le malattie, né per quanto riguarda l'intervento in favore dei periodi di lavoro discontinuo, ad esempio attraverso contribuzioni figurative o interventi di sostegno al reddito.
Ebbene, chiediamo al Governo un impegno su questi temi. È evidente che sarebbe stato diverso intervenire al riguardo con norme di legge nel corso del dibattito sulla delega previdenziale. Chiediamo, però, che almeno si tenga conto
dei nostri ordini del giorno e si manifesti così l'intenzione di andare in questa direzione.
Una seconda questione riguarda la previdenza complementare. Nel corso della discussione e del lungo iter che abbiamo seguito, il Governo ha sempre affermato, anche dinanzi al tavolo con le organizzazioni sindacali, che si doveva favorire la previdenza complementare di fonte contrattuale. Ma il testo che ci è stato consegnato dal Senato fa riferimento a fondi privati assicurativi e a forme pensionistiche individuali equiparate a quelle contrattuali.
PRESIDENTE. Onorevole, la invito a concludere.
ROBERTO GUERZONI. Noi, con questi ordini del giorno vi chiediamo di mantenere fede agli impegni assunti. Se non farete nemmeno questo e non accoglierete tali ordini del giorno, confermerete che il disegno che avete in mente è quello di stravolgere la struttura previdenziale attuata con la riforma degli anni Novanta e con la legge n. 335 del 1995 (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).
PRESIDENTE. L'onorevole Gasperoni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2145-B/32.
PIETRO GASPERONI. Signor Presidente, attraverso gli ordini del giorno che abbiamo presentato ci proponiamo di acquisire almeno qualche impegno minimo, da parte del Governo, in ordine a quelle che consideriamo le principali lacune ed iniquità contenute nel disegno di legge in esame. Non possiamo certo pensare, né ci illudiamo che così possa essere, di apportare le modifiche sostanziali e radicali che il testo del provvedimento meriterebbe.
Gli ordini del giorno che abbiamo presentato intendono apportare alcune correzioni minime. Forse è utile fare chiarezza su alcune questioni che, in termini di quadro di riferimento, sono state sollevate in questa sede; mi riferisco, ad esempio, all'asserzione per cui, attraverso il provvedimento in esame, si toglie qualcosa ai padri per dare ai figli.
Vede, signor Presidente, già tale idea è aberrante in sé, ma è ancora più aberrante, come è stato già affermato nel corso della discussione svolta in questi due giorni, il fatto che con i soldi sottratti alle pensioni - perché si tratta di risorse cospicue! - verranno realizzati più porti e più strade. In ogni caso, non avverrà niente di tutto ciò: si taglieranno unicamente (anche se con qualche differimento rispetto ad oggi) quasi 9 miliardi di euro alle pensioni, per trasferirli ai ricchi e agli evasori.
Se torniamo a quanto affermato dal Presidente del Consiglio dei ministri nel corso di un suo monologo televisivo di qualche mese fa, ricordiamo bene quali furono le ragioni alla base della necessità di un intervento sulla previdenza che egli indicò. Infatti, il Presidente del Consiglio affermò in quella circostanza, senza contraddittorio, che l'attuale sistema previdenziale costa troppo, e a questo riguardo vorrei subito rispondergli che non aveva evidentemente letto il cosiddetto rapporto Brambilla (che prende il nome dal qui presente sottosegretario che presiedeva la commissione ministeriale di studio), il quale, invece, testimonia esattamente il contrario, vale a dire come il sistema goda attualmente di buona salute e sia in sostanziale equilibrio. Il Presidente del Consiglio aggiunse che occorreva chiedere un sacrificio ai padri per fare in modo che anche i figli potessero avere una pensione garantita. Ebbene, per i giovani e per le nuove generazioni, impegnate soprattutto in lavori precari, non c'è un solo euro messo a disposizione!
Il Presidente del Consiglio aggiunse, inoltre, che i pensionati dovevano stare tranquilli: guardate, con voi al Governo, nessuno, tanto meno i pensionati, può stare tranquillo! È falso, quindi, affermare che il nostro sistema costa troppo; ciò non è assolutamente vero, così come non è vero sostenere che costa troppo rispetto agli altri paesi europei: anche questo, infatti, è falso!
È vero, invece, che il nostro sistema pensionistico va migliorato nella sua capacità di soddisfare la realtà in continuo mutamento. Se si pensa ai giovani, al precariato, al futuro aumento delle forme di lavoro precario e marginale, soprattutto a causa dell'approvazione della legge n. 30 del 2003, ebbene vorrei dirvi che togliete ai padri non per dare ai figli, ma per ridurre le tasse ai ricchi! State minando il miglior sistema pensionistico d'Europa, e dunque del mondo, pur senza nascondere le sue esigenze di miglioramento e di attualizzazione, ma che meritano interventi in direzione esattamente opposta a quella che vi proponete di intraprendere!
PRESIDENTE. Onorevole Gasperoni, concluda!
PIETRO GASPERONI. Concludo, signor Presidente, dicendo al Governo che, in questo modo, sta facendo saltare il perno del sistema costruito con la riforma varata nel 1995, vale a dire la flessibilità su cui si basa, la quale garantisce le esigenze diverse delle persone in carne ed ossa e rende certo l'equilibrio finanziario dei conti pubblici.
Gli italiani, comunque, non disperino: sappiano che, molto presto, il centrosinistra salverà loro e le loro pensioni (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. L'onorevole Trupia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2145-B/43.
LALLA TRUPIA. Signor presidente, abbiamo presentato alcuni ordini del giorno tentando di esprimere, almeno con essi, ciò che, con la fiducia, la maggioranza ci ha impedito di dire in quest'aula.
Questo provvedimento, com'è stato ricordato, introduce - anziché sanare - tante, troppe disparità in materia di previdenza. Innanzitutto, una disparità molto grande tra lavoratori pubblici e lavoratori privati. In secondo luogo, una disparità - come ricordava testé l'onorevole Gasperoni - tra genitori e figli, ma che non attribuisce di meno ai figli rispetto ai genitori. Voi siete riusciti a compiere un miracolo: a danneggiare entrambi, i figli ed i genitori. I giovani, in modo particolare - già condannati dalla legge n. 30 del 2003, che purtroppo avete approvato qualche mese fa -, non potranno costruirsi una pensione decente; già condannati da tale legge alla precarietà a vita, dovranno lavorare non so fino a quando - probabilmente, fino a tardissima età - e la loro pensione sarà almeno la metà di quella che oggi percepiscono i loro genitori e che non è poi una grande pensione, se si tiene conto che questi ultimi non riescono, in molti casi, ad arrivare alla fine del mese.
Inoltre, chi, tra gli adulti, ha la sventura di compiere 57 anni d'età il 1o gennaio 2008, dovrà aspettare quattro anni per andare in pensione, a differenza di chi li compie il 31 dicembre 2007. È pazzesco, ma vero. Voi non vi rendete conto che, con una norma come questa, mandate all'aria progetti di vita di milioni di lavoratori e di lavoratrici. Discriminate peraltro - su ciò voglio soffermarmi in modo particolare - in modo ingiusto le donne lavoratrici. Con questo ordine del giorno, tentiamo di impegnare il Governo a presentare almeno una relazione annuale al Parlamento, in previsione di una modifica della normativa prevista dall'articolo 1, comma 9, di questo provvedimento. Che cosa prevede tale disposizione? Semplicemente la possibilità di togliere alle donne italiane, sotto l'ipocrita proposta di un falso beneficio o vantaggio, un terzo del valore della loro pensione rispetto ai colleghi uomini. In sostanza, a differenza dei lavoratori, le lavoratrici potranno andare in pensione con 57 anni d'età e 35 anni di contributi anche dopo il 2008, ma vi è un piccolo particolare: se sceglieranno tale vantaggio, la pagheranno cara, e molto. La loro pensione sarà calcolata solo con il sistema contributivo e, quindi, sarà il 30 o 40 per cento in meno di quella che percepirebbero se non vi fosse tale norma.
Cara ministra Prestigiacomo - che questa sera non è presente - me lo lasci dire: oggi mi sono chiesta, vedendola sul banco del Governo felice, sorridente e giuliva, se
i suoi colleghi di Governo si siano ricordati di avvisarla che, con questa norma, si colpiscono i pari diritti delle donne e le pari opportunità che lei finge di difendere e di promuovere, ma che - in realtà - non persegue mai quando si presenta l'occasione opportuna. Questa era una di quelle occasioni per fare davvero il ministro delle pari opportunità, ma lei non l'ha fatto, né nel Governo, né qui in Parlamento. Lei è, in qualche modo, il ministro più inutile - o uno dei più inutili, se non dannosi - del Governo in carica.
Mi verrebbe da chiedere - qualcuno lo riferisca al ministro Prestigiacomo - se lei non sappia o non legga i provvedimenti (ed allora sono in discussione le sue capacità di ministro) o se sappia e faccia finta di non sapere (ed allora è in discussione la sua carica).
Allora, ritengo che le discriminazioni e le disparità siano molte. Con la disposizione che ho ricordato e che riguarda le donne, si premiano ancora una volta i forti e si rendono le donne più deboli.
Colleghi del Governo, smettetela di rivolgere appelli - con quella retorica che ormai dà fastidio - alla famiglia. Rispetto ad essa - e concludo, signor Presidente - mettete in discussione prima i servizi, poi la sanità e il diritto alla scuola ed oggi la previdenza. Allora, cari colleghi, lasciate che di famiglia parli chi, invece, fa politiche familiari serie, chi non fa rimanere i giovani a casa fino a quarant'anni, con i genitori costretti a mantenerli con le pensioni da fame che percepiranno con la vostra proposta (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Trupia. Lei ha utilizzato 40 secondi in più e ci sarà chi mi rimprovererà, giustamente, per questo.
L'onorevole Benvenuto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2145-B/10.
GIORGIO BENVENUTO. Signor Presidente, intendo illustrare l'ordine del giorno n. 9/2145-B/10, di cui sono primo firmatario e che è sostanzialmente analogo agli ordini del giorno Delbono n. 9/2145-B/9 e Di Giandomenico n. 9/2145-B/48. Ho dovuto presentare questo ordine del giorno perché non è stato possibile esaminare un emendamento riferito ad alcune parti del provvedimento modificate al Senato. Mi riferisco alle importanti modifiche introdotte dall'altro ramo del Parlamento per quanto concerne l'utilizzo del trattamento di fine rapporto e, soprattutto, l'introduzione del meccanismo del silenzio-assenso.
La norma introdotta al Senato stabilisce che, se il lavoratore non esprime espressamente una volontà contraria all'utilizzo del trattamento di fine rapporto e, contemporaneamente, non esprime una scelta, il Governo, nell'attuazione della delega, deve individuare modalità tacite per il conferimento del trattamento di fine rapporto a forme pensionistiche completamente realizzate su base contrattuale collettiva.
Sempre nel provvedimento di delega, si dice che questo meccanismo dovrebbe essere attuato da parte del Governo, prevedendo soggetti possibili istitutori di forme pensionistiche complementari anche da realizzarsi su base contrattuale collettiva: ciò senza che venga operata una distinzione in ordine ai reciproci rapporti tra gli stessi.
Questo, a nostro avviso, pone problemi interpretativi rispetto alle opzioni di scelta che possono essere espresse. Ecco il motivo per cui nell'emendamento ed ora nel mio ordine del giorno si chiede che il Governo, nell'attuazione della delega, mantenga un'interpretazione che sia maggiormente favorevole alla tutela degli interessi collettivi dei lavoratori. Ciò può avvenire consentendo la destinazione prioritaria delle quote di accantonamento annuale del trattamento di fine rapporto alle forme pensionistiche complementari realizzate comunque su base contrattuale collettiva.
È importante che non vi siano ambiguità e riteniamo particolarmente importante che l'utilizzo del trattamento di fine
rapporto vada a favorire la previdenza integrativa. Ne avvertiamo fortemente la mancanza.
Vorrei ricordare che nel corso dell'indagine conoscitiva che abbiamo svolto sulla tutela del risparmio in questi ultimi due anni, i fondi contrattuali sottoposti alla vigilanza della Covip e i fondi gestiti da Assogestione hanno avuto risultati di eccellenza. Non sono stati coinvolti nelle operazioni speculative, come ad esempio è accaduto per i bond argentini, per la Parmalat e per la Cirio: vi è stata, cioè, un'oculata vigilanza.
Devo dare atto al ministro del welfare di aver trovato una soluzione condivisa, per quanto riguarda il comitato di vigilanza della Covip, rinnovando il suo presidente, integrando il consiglio di amministrazione in modo condiviso, ovvero tenendo anche conto delle osservazioni e delle proposte che sono intervenute: è stato così evitato che potessero passare pericolose soluzioni di inglobamento della Covip nell'Isvap. Tengo particolarmente a sottolineare l'importanza che vi sia questa interpretazione. In conclusione, penso che i fondi integrativi su base contrattuale collettiva possano rappresentare finalmente nel nostro paese una grande occasione per la stabilità dei mercati e per il loro sviluppo (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. L'onorevole Giacco ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2145-B/52.
LUIGI GIACCO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la funzione del Parlamento viene «svuotata» dai continui voti di fiducia che non consentono un confronto democratico. Su questo provvedimento l'opposizione aveva presentato 120 emendamenti, su alcuni dei quali il relatore aveva espresso parere favorevole.
Poiché non è possibile emendare il testo, ho presentato un ordine del giorno che mi auguro il Governo possa accogliere e tenere presente nella stesura dei decreti legislativi attuativi. L'ordine del giorno impegna il Governo a riconoscere ai lavoratori genitori di soggetti disabili gravi, così come previsto dall'articolo 3, comma 3, della legge n. 104 del 1992, benefici previdenziali in funzione dell'anzianità contributiva e dell'età anagrafica, riconoscendo la facoltà di procedere al riscatto, fino ad un massimo di tre anni, dei periodi mancanti al raggiungimento del massimo pensionistico non coperti da contribuzione obbligatoria, volontaria o figurativa, presso forme di previdenza obbligatoria. Si possono utilizzare anche, per la copertura di maggiori oneri, i fondi di cui al contributo di solidarietà previsto nel disegno di legge in oggetto.
Il mio ordine del giorno, già presentato sotto forma di emendamento durante l'esame in prima lettura in quest'aula, ha raccolto l'intervento di altri deputati di diversi gruppi, anche di maggioranza. Lei, signor ministro, ha chiesto di trasfondere il contenuto di quell'emendamento in un ordine del giorno, impegnandosi a farlo approvare nel corso della seconda lettura presso il Senato. Purtroppo, questo Governo, al di là degli spot pubblicitari e al di là delle false promesse che non vengono mantenute, non dà alcuna risposta in termini positivi.
In pratica, le chiedo, con questo ordine del giorno, di poter portare da due a cinque anni i contributi figurativi, perché riteniamo che chi assiste i disabili per 24 ore al giorno e per 365 giorni all'anno, per un periodo paragonabile agli arresti domiciliari, sconti, oltre che il peso dell'attività lavorativa, la fatica che comporta l'assistenza e la cura del familiare disabile.
Questo Governo elimina le tasse sui grandi patrimoni e approva condoni edilizi e fiscali; premia chi ha esportato capitali all'estero e, con la legge Gasparri, premia i grandi gruppi quali Mediaset, facendo chiudere invece Telestreet, che è una cooperativa gestita da disabili di Senigallia. Non riesce quindi a dare una riposta positiva a questi genitori di disabili gravi, che, tra l'altro, con la loro disponibilità ad assistere i familiari in modo continuativo, fanno risparmiare alle casse dello Stato
notevoli risorse. Signor Presidente, signor ministro, penso sia importante prendere in considerazione tutto questo.
Abbiamo anche chiesto di prevedere nell'ambito dell'istituto della pensione di reversibilità misure specifiche di tutela, in sede di ripartizione dell'assegno di reversibilità, per i figli dei portatori di handicap grave.
Un sistema efficiente ed universale di sicurezza sociale è una priorità della nostra politica, è un presupposto essenziale per una società coesa. È quindi necessario realizzare una tutela attiva della continuità del reddito che abbia caratteristiche di adeguatezza e sia finalizzata al mantenimento ed al miglioramento della qualità della vita, soprattutto delle fasce più deboli.
L'attuale Governo è pericoloso non solo per le politiche economiche e sociali, ma anche sul terreno della democrazia. Per tale motivo, questo Governo se ne deve andare a casa quanto prima (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. L'onorevole Bellini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2145-B/44.
GIOVANNI BELLINI. Signor Presidente, signor ministro, onorevoli colleghi, la discussione su questo provvedimento ci è stata impedita. Il voto di fiducia - lo abbiamo detto più volte - ha impedito un reale confronto parlamentare. Il testo presentato all'XI Commissione è diverso da quello che avevamo esaminato per la prima volta tre anni fa: nel corso di questi tre anni è stato completamente modificato ed un voto di fiducia al Senato lo ha definitivamente portato alla nostra attenzione con soluzioni assolutamente nuove. Devo dire che alcune soluzioni che ritenevamo negative sono state definitivamente abbandonate. Mi riferisco, ad esempio, alla decontribuzione - che era un chiaro patto politico tra il Governo, la maggioranza e la Confindustria presieduta da D'Amato - ed all'obbligo del conferimento del TFR ai fondi, che è stato modificato nel silenzio-assenso, su cui continuiamo ad esprimere preoccupazione e riserve soprattutto per la parte che concerne l'equiparazione dei fondi pensione contrattuali aperti e chiusi ai fondi assicurativi, ai piani privati pensionistici. Di questo abbiamo parlato molto anche durante la discussione sulle linee generali.
Rimane un problema, a nostro avviso, concernente l'impianto complessivo del provvedimento. Si tratta di un provvedimento iniquo, perché colpisce le categorie più deboli e perché è stato realizzato senza il consenso delle organizzazioni sindacali e senza il confronto attivo con le parti sociali. Per la prima volta, una riforma di così grande impatto sociale nel nostro paese verrà approvata senza un accordo con le organizzazioni sindacali. Insomma, quello che sta per essere deliberato rimane, a nostro avviso, un provvedimento sbagliato, non giustificato e, per molti aspetti, iniquo e contraddittorio.
Oggi non ci è stato consentito di entrare nel merito, ma abbiamo presentato alcuni ordini del giorno che in modo propositivo cercano di modificare, laddove possibile, le parti peggiori del provvedimento. Mi riferisco, in particolare, al mio ordine del giorno 9/2145-B/44, sottoscritto anche da altri colleghi del centrosinistra, che riguarda la questione della pensione dei lavoratori dello spettacolo. Si tratta di un tema molto sentito in quest'aula, visto che altri ordini del giorno, presentati anche da colleghi di Alleanza nazionale, insistono sullo stesso argomento. Ad esempio, il collega Strano, che stasera non vedo, è il primo firmatario di un ordine del giorno che concerne analoghe valutazioni generali sulla questione della pensione del personale dipendente degli enti lirici ed, in particolare, dei ballerini e dei tersicorei. Con il comma 54 dell'articolo unico del provvedimento si prevede che, a decorrere dalla data di entrata in vigore dello stesso, il diritto alla pensione di vecchiaia per il personale artistico dipendente dagli enti lirici e dalle istituzioni concertistiche assimilate è subordinato al compimento dell'età indicata nella tabella A allegata al decreto legislativo 30 dicembre
1992, n. 503, e successive modificazioni, cioè le donne potranno andare in pensione a 60 anni, gli uomini a 65 anni.
È un innalzamento dell'età pensionabile dei ballerini e dei tersicorei dipendenti dagli enti lirici e dalle istituzioni concertistiche assimilate che costringerà i medesimi a continuare, senza averne più le capacità fisiche, un'attività lavorativa che, per sua natura, presuppone forza fisica, agilità e vigore. Attualmente, costoro vanno in pensione a 47 anni (le donne) e a 52 anni (gli uomini). Se ci sarà tempo, cercherò di entrare meglio nel merito per spiegare come si è giunti ad individuare quel tetto di età.
Tutti sanno che le ore di continuo allenamento (quotidiano) da parte di questi lavoratori agiscono sull'apparato muscolo-scheletrico come veri e propri elementi di usura, con la conseguenza che, giunto ad un'età avanzata, il ballerino svolge con grande difficoltà la propria attività lavorativa. Ci chiediamo quindi se non sia il caso di prevedere per questa categoria di lavoratori una deroga ai limiti previsti dal comma 54. Pertanto, nell'esercizio delle deleghe legislative da parte del Governo, chiediamo che sia previsto per tali lavoratori il collocamento a riposo così come esso è attualmente, considerandoli appunto appartenenti a categorie usuranti.
Ci sembra sia estremamente intelligente accogliere questa indicazione, anche perché ciò riporterebbe la questione su un aspetto inerente la parità dei diritti tra i dipendenti degli enti lirici e i dipendenti degli altri enti, che invece continuerebbero ad avere il vecchio trattamento. D'altronde...
PRESIDENTE. Onorevole Bellini, dovrebbe concludere.
GIOVANNI BELLINI. ... l'accettazione di questo ordine del giorno significherebbe che anche il Governo e la maggioranza effettivamente capiscono che quando le cose sono sbagliate devono essere corrette (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. L'onorevole Nannicini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2145-B/54.
ROLANDO NANNICINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, con l'ordine del giorno in esame - non avendo potuto discutere gli emendamenti presentati - l'obiettivo è quello di chiarire il contenuto della delega, con particolare riferimento a quanto previsto dal comma 31 dell'articolo 1 del provvedimento. Riteniamo che tale disposizione normativa sia troppo generica, una sorta di delega in bianco al Governo, mentre il sistema di gestione e di organizzazione del sistema previdenziale, con la sua dualità prevista dalla legge n. 88 del 1999, ha attribuito agli enti previdenziali funzioni da realizzare con criteri di economicità e di imprenditorialità, con la previsione di un comitato di indirizzo e di vigilanza (CIV) e di un consiglio di amministrazione con forti compiti di gestione.
Dunque, ci crea preoccupazione una delega in bianco, anche seguita da alcune circolari del ministro, che vuole vistare tutte le circolari che l'INPS (ossia il CIV e il consiglio di amministrazione) invia nell'interpretazione e nell'attuazione delle leggi previdenziali. Invitiamo quindi il Governo, pur nel rispetto della delega di cui al comma 31 dell'articolo 1, a non considerare tale delega in bianco, bensì ad esercitarla rispettando i livelli di autonomia degli enti previdenziali. Peraltro, tale autonomia rappresenta un elemento anche giusto, se consideriamo l'effettivo meccanismo finanziario del sistema previdenziale: della fiscalità generale va, infatti, al sistema previdenziale circa il 2,5 per cento del PIL. Se compariamo questo dato a quello di altri sistemi europei, ci rendiamo conto che non è così il livello di intervento dello Stato.
L'Italia continua ad essere un paese in cui la spesa sociale è la più bassa, nei vari elementi di quantificazione, rispetto a quella degli altri paesi europei.
Se poi consideriamo la contribuzione operata dallo Stato, senza l'intervento diretto
sul lavoratore, si prefigura un certo livello di assistenza (penso alla cassa integrazione, alle pensioni al minimo e ad altre forme di integrazioni in generale).
A tale sistema, nel corso degli anni Novanta, sono state apportate alcune opportune modifiche: pensiamo agli interventi posti in essere con il Governo Amato, successivi alla legge n. 355 del 1995, approvata con il Governo Dini, che ha riportato il sistema italiano ad un rapporto tollerabile fra contribuzione e pensioni erogate. È, quindi, incomprensibile che da parte del Governo vi sia la volontà costante di togliere autonomia al sistema previdenziale. E ciò, anche per quanto riguarda il sistema della cartolarizzazione degli immobili, con riferimento al quale non si sono avuti interventi diretti legislativi o da parte dei consigli di amministrazione degli enti di indirizzo. Questo ci preoccupa, perché il sistema previdenziale verrebbe visto come un «tappabuchi» dei conti pubblici.
In tale contesto, la delega verrebbe attribuita per sanare i conti pubblici (che non sono stati sottoposti a controllo da parte del Governo) e ciò comporterebbe la necessità di intervenire successivamente sul sistema previdenziale. Alcuni dati lo evidenziano: in Europa, per quanto riguarda l'accesso al sistema previdenziale e pensionistico, vi è una media di 59 anni e 9 mesi, mentre in Italia quella di 59 anni e 4 mesi.
Ricordo che prima degli anni Novanta, prima degli interventi dei Governi Amato e Dini, si poteva andare in pensione dopo 15 anni, sei mesi ed un giorno. Addirittura, non computando la laurea, si poteva lavorare 11 anni e poi andare in pensione.
Quando il Presidente del Consiglio fa presente che il nostro sistema previdenziale non si è aggiornato all'evoluzione della popolazione e non ha trovato, anche negli anni Novanta, i dovuti adeguamenti, credo dica delle menzogne. Anche abbandonare il sistema della concertazione significa porre fine ad un sistema che ha dato alcuni risultati sul fronte previdenziale italiano. Quindi, spero che il Governo faccia in modo da rafforzare l'autonomia degli enti previdenziali e la rappresentanza dei lavoratori nel comitato di indirizzo e, successivamente, nell'azione del consiglio di amministrazione (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. L'onorevole Lucidi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2145-B/197.
MARCELLA LUCIDI. Signor Presidente, intendo intervenire per illustrare l'ordine del giorno che reca la mia prima firma e che è sottoscritto anche dai colleghi Pistone, Tocci e Buontempo. Preannuncio, inoltre, la mia intenzione di sottoscrivere l'ordine del giorno, che verte sulla stessa materia, presentato dall'onorevole Buontempo.
Più volte, in quest'aula è stata richiamata l'attenzione su una norma estranea alla materia della delega previdenziale, furbescamente introdotta dal Governo, che è stato impossibile discutere, stralciare o emendare, a causa della questione di fiducia posta prima al Senato e ora qui alla Camera. Mi riferisco al comma 38 dell'articolo 1 del disegno di legge di delega di riforma del sistema previdenziale, nel quale si afferma che vengono esclusi dall'applicazione del decreto legislativo n. 104 del 1996 gli enti privatizzati, ai sensi del decreto legislativo n. 509 del 1994, ancorché la trasformazione in persona giuridica di diritto privato sia intervenuta successivamente alla data di entrata in vigore del decreto legislativo n. 104 del 1996.
Si tratta di una norma che, dietro il carattere della generalità, cela una precisa scelta di salvaguardare gli interessi dell'unico ente privatizzato al quale la norma fa riferimento, l'ENPAF. È una norma ritagliata ad hoc per questo ente, una norma ingiusta, faziosa, servile ad un interesse di parte, quello di un ente che,
dall'entrata in vigore del decreto legislativo n. 104 del 1996, si è sempre rifiutato di sottoporsi alla disciplina dello stesso decreto legislativo e ciò nonostante questo ente - lo ricordo ai colleghi - percepisca ancora contributi pubblici dalle ASL e dalle farmacie per conto del Servizio sanitario nazionale, per circa 130 milioni di euro.
Proprio la norma stabilisce che gli inquilini dell'ENPAF avevano ragione a richiedere l'inserimento dei loro immobili nelle procedure di dismissione previste dal decreto legislativo n. 104 del 1996. Non si tratta infatti di una norma interpretativa, ma di una vera e propria riforma del dettato normativo precedente ed è sempre più triste constatare come questo Governo si pieghi agli interessi di una parte economicamente forte, pagando senza ritegno il prezzo del sacrificio di diritti già maturati che i cittadini sono stati costretti a portare all'attenzione dei giudici, sostenendo anche gli oneri economici dei relativi contenziosi per contraddire quell'arroganza che oggi qui si intende difendere.
E la riprova che tale arroganza è stata difesa in passato sta anche nel fatto che il ricorso degli inquilini delle case dell'ENPAF al Capo dello Stato ha registrato il parere favorevole del Consiglio di Stato. Tale parere, successivamente, è stato contraddetto attraverso un ulteriore passaggio, vale a dire il «contrario avviso» - è qui presente il ministro interessato - con il quale lei, ministro Maroni, si è presentato nella riunione del Consiglio dei ministri, favorendo così la decisione finale negativa del Capo dello Stato, attraverso un comportamento procedurale del quale non abbiamo precedenti nella storia repubblicana, vale a dire il «contrario avviso» del ministro su un parere del Consiglio di Stato.
Dunque, vi era già una volontà di penalizzare questi inquilini, vi era già una chiara volontà di schierarsi dalla parte dell'ENPAF per tutelarne le ragioni che, all'epoca, non erano scritte da nessuna parte e che, oggi, invece sono scritte qui e che, probabilmente, saranno addotte da tale ente nei giudizi per sostenere che il Parlamento - in realtà, solo questa maggioranza - le ha appoggiate.
L'ordine del giorno in esame intende dunque riparare il danno, chiedendole, signor ministro, di far sì che ciò che non è scritto nella legge consenta comunque, attraverso un tavolo, di prevedere un percorso nel quale siano tutelati gli interessi degli inquilini. Le chiedo pertanto di accettare il mio ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Comunisti italiani).
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Francesca Martini n. 9/2145-B/1, accetta l'ordine del giorno Dario Galli n. 9/2145-B/2, nonché l'ordine del giorno Guido Giuseppe Rossi n. 9/2145-B/3, a condizione che venga riformulato, nel senso di sostituire, nel dispositivo, la parola: «agganciato» con le seguenti: «tutelato con riferimento», altrimenti il parere è contrario.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Biondi 9/2145-B/4, il Governo lo accetta, a condizione che sia riformulato, nel senso di sostituire, alla terz'ultima riga del dispositivo, la parola: «rivalutazione» con la seguente: «adeguamento» e, alla penultima riga, le parole: «parzialmente collegati con» con le seguenti: «con riferimento anche alla».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Fiori 9/2145-B/5, a condizione che sia riformulato nel senso di sostituire, nel dispositivo, le parole: «ad assumere periodicamente i provvedimenti e le iniziative necessari» con le seguenti: «ad assumere le iniziative necessarie per impedire».
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Daniele Galli 9/2145-B/6, Molinari 9/2145-B/7 e Pasetto 9/2145-B/8, mentre accetta gli identici ordini del giorno Delbono
9/2145-B/9, Benvenuto 9/2145-B/10 e Di Giandomenico 9/2145-B/48, a condizione che siano riformulati, eliminando l'ultimo periodo da: «a tal fine, la disposizione dovrà essere volta» fino a: «su base contrattuale collettiva», esprimendo altrimenti parere contrario.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Castagnetti 9/2145-B/11 e Camo 9/2145-B/12.
Il Governo accetta, invece, l'ordine del giorno Strano 9/2145-B/13 (Nuova formulazione), a condizione che sia riformulato, eliminando il secondo periodo della parte motiva e, nel dispositivo, l'avverbio: «notevolmente», esprimendo altrimenti parere contrario.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Perrotta 9/2145-B/14, mentre invita il presentatore a ritirare l'ordine del giorno Santori 9/2145-B/15, altrimenti il parere è contrario.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Bottino 9/2145-B/16, a condizione che venga riformulato, nel senso di aggiungere alla fine la frase: «ai quali è stato attribuito il 100 per cento di invalidità», altrimenti il parere è contrario; accetta, altresì, l'ordine del giorno Duilio 9/2145-B/17, a condizione che sia riformulato nel senso di sostituire alle ultime tre righe le parole: «in particolare provvedendo a compensare minori periodi» con le seguenti: «in particolare provvedendo ad individuare opportune modalità di copertura contributiva per i minori periodi utilizzati per accudire i soggetti disabili».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Squeglia 9/2145-B/18, gli identici ordini del giorno Lusetti 9/2145-B/19 e Montecchi 9/2145-B/67 e l'ordine del giorno Castaldi 9/2145-B/20.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Annunziata 9/2145-B/21, Carbonella 9/2145-B/22, Ruggieri 9/2145-B/23, Santino Adamo Loddo 9/2145-B/24, Tonino Loddo 9/2145-B/25 e Marino 9/2145-B/26, mentre invita il presentatore a ritirare l'ordine nel giorno Fusillo 9/2145-B/27, altrimenti il parere è contrario.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Rocchi 9/2145-B/28, Reduzzi 9/2145-B/29, Banti 9/2145-B/30, Ladu 9/2145-B/31, Gasperoni 9/2145-B/32, Guerzoni 9/2145-B/33 e Agostini 9/2145-B/34, mentre accetta come raccomandazione l'ordine del giorno Di Serio 9/2145-B/35, a condizione che venga riformulato nel senso di eliminare, nel dispositivo, le parole da: «in particolare la riduzione dell'età anagrafica» sino alla fine, altrimenti il parere è contrario.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Sciacca n. 9/2145-B/36, in quanto estraneo alla materia oggetto del disegno di legge in esame, Motta n. 9/2145-B/37, Pennacchi n. 9/2145-B/38, Cordoni n. 9/2145-B/39, Diana n. 9/2145-B/40, Lulli n. 9/2145-B/41, Battaglia n. 9/2145-B/42 e Trupia n. 9/2145-B/43.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Bellini n. 9/2145-B/44, a condizione che venga soppresso il secondo capoverso della premessa; in caso contrario, l'ordine del giorno non è accettato.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Anna Maria Leone n. 9/2145-B/45, a condizione che nel dispositivo le parole «di carattere normativo» siano soppresse e le parole da «i cui piani di gestione» fino alla fine siano sostituite con le seguenti: «soggette a programmi o piani di riorganizzazione o di ristrutturazione aziendale»; qualora non sia accolta tale riformulazione, l'ordine del giorno non è accettato.
Il Governo invita l'onorevole Ranieli a ritirare il suo ordine del giorno n. 9/2145-B/46, il cui contenuto è già previsto nella delega; in caso contrario, l'ordine del giorno non è accettato.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Peretti n. 9/2145-B/47, a condizione che venga soppresso il secondo capoverso del dispositivo; qualora non sia accolta tale riformulazione, l'ordine del giorno non è accettato.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Mereu n. 9/2145-B/49, a condizione che le parole «anche per quei lavoratori collocati in mobilità» vengano sostituite dalle seguenti: «a tutti i lavoratori collocati in mobilità» e che le parole «oltre la data indicata dal presente disegno di legge»
vengano sostituite dalle seguenti: «entro la data indicata dal presente disegno di legge, anche oltre il limite numerico di cui al comma 18 dell'articolo 1»; qualora non sia accolta tale riformulazione, l'ordine del giorno non è accettato.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cristaldi n. 9/2145-B/50, a condizione che siano soppressi il secondo, il terzo e il quarto capoverso delle premesse.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Marinello n. 9/2145-B/51 e accetta l'ordine del giorno Giacco n. 9/2145-B/52.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Buontempo n. 9/2145-B/53, a condizione che nel terzo capoverso delle premesse vengano soppresse le parole «il Governo ha inteso avallare una situazione di palese legittimità», che, nel dispositivo, le parole: «attivando un tavolo di trattativa» siano sostituite dalle seguenti «attraverso un tavolo di trattativa», al fine di garantire l'autonomia dell'ente che deve istituire il tavolo di trattativa, e le parole «delle quali il Governo si rende garante» siano soppresse.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Nannicini n. 9/2145-B/54, a condizione che venga soppresso il terzo capoverso della premessa; in caso contrario, l'ordine del giorno non è accettato.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Nan n. 9/2145-B/55.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Boato n. 9/2145-B/56, a condizione che nel dispositivo le parole «stabilendo per essi una tassazione inferiore di 1, 5 punti percentuali» siano sostituite dalle parole «stabilendo per essi una tassazione più favorevole» e siano soppresse le parole da «e definendo a tal fine come fondi etici» alla fine. I temi contenuti in questa ultima parte dell'ordine del giorno sono già presenti nell'articolo 1, comma 2, lettera l), della delega. Qualora sia accolta tale riformulazione, l'ordine del giorno è accettato; in caso contrario, esso non è accettato.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bulgarelli n. 9/2145-B/57, mentre non accetta gli ordini del giorno Cento n. 9/2145-B/58, Cima n. 9/2145-B/59 e Pecoraro Scanio n. 9/2145-B/60.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Zanella n. 9/2145-B/61 e Riccio n. 9/2145-B/63, mentre non accetta gli ordini del giorno Lion n. 9/2145-B/62, Crisci n. 9/2145-B/64, Magnolfi n. 9/2145-B/65, Ruzzante n. 9/2145-B/66, Bettini n. 9/2145-B/68, Roberto Barbieri n. 9/2145-B/69, Bandoli n. 9/2145-B/70 e Angioni n. 9/2145-B/71.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Amici n. 9/2145-B/72, il Governo lo accoglie come raccomandazione, a condizione che nel dispositivo vengano eliminate le espressioni «ampliandoli» e «prevedendo in particolare l'aumento al doppio del reddito individuale dei limiti del reddito familiare per poter usufruire del beneficio». Lo stesso dicasi per l'ordine del giorno Albonetti n. 9/2145-B/73.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Adduce n. 9/2145-B/74 e Abbondanzieri n. 9/2145-B/75, mentre accetta gli ordini del giorno Coluccini n. 9/2145-B/76, Chiti n. 9/2145-B/78 e Chiaromonte n. 9/2145-B/79. L'ordine del giorno Cialente n. 9/2145-B/77 è accolto come raccomandazione.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Chianale n. 9/2145-B/80, Cennamo n. 9/2145-B/81, Cazzaro n. 9/2145-B/82, Carli n. 9/2145-B/83, Carboni n. 9/2145-B/84, Capitelli n. 9/2145-B/85, Calzolaio n. 9/2145-B/86 e Caldarola n. 9/2145-B/87, mentre accetta l'ordine del giorno Cabras n. 9/2145-B/88.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Burlando n. 9/2145-B/89, Buglio n. 9/2145-B/90, Bova n. 9/2145-B/91, Borrelli n. 9/2145-B/92, Bonito n. 9/2145-B/93, Bolognesi n. 9/2145-B/94, Boiardi n. 9/2145-B/95, Bogi n. 9/2145-B/96 e Bielli n. 9/2145-B/97.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Dameri n. 9/2145-B/98, il Governo lo accetta, a condizione che, alla fine del dispositivo, vengano aggiunte le parole «è stato attribuito il cento per cento di invalidità»; altrimenti, il parere è contrario.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno da Crucianelli n. 9/2145-B/99 a Grandi n. 9/2145-B/119.
Il Governo, infine, non accetta gli ordini del giorno da Grignaffini n. 9/2145-B/120 a Bindi 9/2145-B/202 (Applausi).
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli ordini del giorno.
Ricordo ai colleghi che le dichiarazioni di voto avranno luogo sul complesso degli ordini del giorno.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molinari. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE MOLINARI. Signor Presidente, la riforma in oggetto penalizza tutti; è il conto salato che presentate ai cittadini per la vostra dissennata politica economica; è una riforma che toglie ai padri per non dare ai figli; è una controriforma di una riforma come quella Dini, che invece ha funzionato, come dimostrano inevitabilmente i dati forniti dalla commissione Brambilla, istituita all'inizio della legislatura.
I risparmi ci sono stati e i conti sono in ordine; i sindacati chiedevano di attendere il 2005 per una verifica della previdenza in termini complessivi, così come previsto dal calendario della legge Dini, ma il dialogo sociale è una chimera, visto che non riuscite a dialogare neppure tra di voi e che siete costretti a chiedere un voto di fiducia per approvare i provvedimenti più delicati, una fiducia che ormai i cittadini vi hanno tolto e che non vogliono concedervi.
State compiendo un atto ingiusto ed iniquo, privo di ogni principio di solidarietà generazionale, volto solo a fare cassa e a coprire i vostri buchi, creati con la creatività di un ex ministro che non avete esitato a defenestrare.
Occorre analizzare a fondo i contenuti di questa delega: si colpiscono fasce di lavoratori che, magari per un giorno, una settimana o un mese, saranno costretti a lavorare per tre anni; siete ingiusti e poco flessibili, perché a voi la flessibilità piace quando si traduce in precarietà, e siete rigidi quando si tratta di colpire i più deboli.
Dite di preoccuparvi per le nuove generazioni, ma in questa delega non vi è una sola riga dedicata al problema della copertura previdenziale per i giovani lavoratori atipici, che avranno in futuro una pensione da fame, perché il calcolo contributivo e la precarietà contrattuale costituiscono davvero un mix micidiale per le aspettative di vita.
In assenza di una vera riforma degli ammortizzatori sociali, questo Governo punta solamente a colpire la spesa previdenziale. Voglio fare qualche esempio. Sono persone vere i lavoratori in mobilità, i quali saranno estromessi, non per loro volontà, da fabbriche e da aziende in crisi. Dopo il ricorso alla mobilità lunga, tanti lavoratori si trovano, adesso, nella più completa incertezza. Quanti di essi rientreranno tra i famosi diecimila fortunati che potranno andare in pensione con i vecchi requisiti?
Quello che proponete non è certo un modo corretto di affrontare un tema di così vasta portata! Come può valere, per questi lavoratori estromessi, il principio di incentivazione alla permanenza al lavoro? Nel nostro paese, il lavoratore ultracinquantenne è un anziano da rottamare, da mandare via, da estromettere dal mondo del lavoro! L'incentivo non sarà certo una soluzione e, anzi, aggraverà le problematiche esistenti, accrescerà le vertenze, costituirà un elemento discriminante. Allora, è inutile dire che, con gli incentivi, resteranno più persone al lavoro: lo potranno fare soltanto coloro i quali potranno esercitare il diritto e potranno compiere una scelta volontaria; quindi, il fenomeno sarà limitato a particolari professionalità e qualifiche ed a determinati ambiti (come quello del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche).
Ma gli ammortizzatori sociali quando li riformerete? Nel sud, la situazione sarà esplosiva. Gli incentivi di certo non freneranno l'emorragia di posti e l'estromissione dal mondo del lavoro degli ultracinquantenni.
Noi chiediamo che il Governo si impegni ad assicurare a tali lavoratori il mantenimento dei requisiti previsti dalla legge
Dini ed a consentire loro di ricevere una pensione dignitosa. Purtroppo, questo diritto viene posto a rischio da tale disegno di legge e dall'assenza di un'adeguata politica attiva per il lavoro finalizzata a far rimanere al lavoro gli ultracinquantenni il più a lungo possibile. Non è possibile continuare ad ignorare questa emergenza!
Ogni anno, in attesa di programmi di rilancio e di investimenti che possano consentire il rientro di tanti lavoratori esclusi dal ciclo produttivo, vengono previste proroghe di indennità di mobilità ed altre forme di assistenza. I lavoratori interessati si trovano, spesso, in aree nelle quali è difficilissimo trovare una nuova occupazione nel caso di perdita del posto di lavoro. Lo chiamano assistenzialismo, ma non vi è altro, non vi è alternativa!
Dove sono gli investimenti? Dov'è l'impegno per il rilancio dell'economia? Cosa è stato fatto, in questa legislatura, per lo sviluppo del sud? L'abolizione dell'automatismo del credito di imposta? I tagli alla programmazione negoziata, ai patti territoriali, ai contratti d'area, ai contratti di programma? La cosiddetta Tremonti-bis è servita soltanto ad alcuni imprenditori del nord per fare qualche acquisto, ma non per elaborare una strategia imprenditoriale. È fermo l'autoimpiego; è ferma qualsiasi politica attiva per il lavoro, soprattutto per i lavoratori ultracinquantenni, esclusi dai cicli produttivi nel Mezzogiorno.
Ma come si fa ad ignorare tutto ciò? Lo chiediamo ai colleghi della maggioranza, a quelli che sono stati eletti nel Mezzogiorno. Credo che anche voi dobbiate essere interpellati per il declino produttivo, per le chiusure di fabbriche, per le estromissioni di lavoratori che debbono accontentarsi degli ammortizzatori sociali. Ma come pensiamo di garantire un'esistenza dignitosa - per sé e per la famiglia - a colui che è prossimo alla pensione se proprio noi che legiferiamo lo penalizziamo e gli diciamo che il suo bisogno non ha diritto di cittadinanza? Davvero si può pensare di giocare con il destino delle persone, magari fissando un tetto di diecimila lavoratori che potranno usufruire del mantenimento dei vecchi requisiti per il pensionamento? Una lotteria per i poveri! E per gli altri, per coloro che sono costretti a ricominciare a lavorare a 52 o 53 anni, come si fa? Li abbandoniamo al loro destino?
Ecco perché, colleghi, vi invito a sostenere il mio ordine del giorno n. 9/2145-B/7, che ho presentato per le fondate ragioni che vi ho testé esposto (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Signor Presidente, siamo stati costretti da un atteggiamento di chiusura ad illustrare i nostri ordini del giorno e, ora, ad esprimere su di essi le nostre dichiarazioni di voto.
Come ho già detto quando ho manifestato il mio dissenso in occasione delle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia, ciò che state facendo dimostra la vostra incapacità di dialogare non soltanto con l'opposizione, ma anche con la società civile, cioè con coloro che si attenderebbero una maggiore capacità di dialogo da parte dei rappresentanti delle istituzioni proprio sui temi che più incidono sul futuro del nostro paese.
Tagliate la spesa previdenziale in modo rilevante senza disporre di un quadro complessivo e senza convertirla in una spesa sociale. Il nostro paese - lo hanno ricordato anche altri colleghi - si colloca al di sotto della media europea per quanto riguarda la spesa sociale. Non comprendiamo, dunque, il senso di questi sacrifici. Infatti, non c'è una politica nella quale queste scelte possano collocarsi in maniera logica. Questi sacrifici servono forse a tagliare le tasse con riferimento agli altri redditi? Servono forse a finanziare il taglio delle tasse sulle successioni, sui grandi patrimoni? Voi, oggi, state consentendo la nascita dei nuovi poveri, dei poveri di domani, di coloro che, con una pensione non adeguata ai livelli di sopravvivenza, non potranno soddisfare i bisogni primari.
Nel vostro programma elettorale c'era scritto che avreste aumentato le pensioni e diminuito le tasse. Non solo non avete aumentato le pensioni, ma state lavorando per diminuire quelle del futuro; non solo non avete tagliato le tasse, ma state lavorando alacremente per aumentarle. Il decreto «taglia spese» su cui è stata posta la questione di fiducia pochi giorni fa ne è la dimostrazione.
Critichiamo non solo il metodo utilizzato, che elimina ogni confronto, ma anche il merito. Gli obiettivi da condividere nel paese e in questo Parlamento erano tanti, anche con riferimento alle questioni previdenziali, come ha dichiarato chiaramente il collega Delbono nella sua dichiarazione di voto sulla fiducia. La liberalizzazione dell'età pensionabile, l'armonizzazione dei sistemi previdenziali, un sistema di fondi pensionistici complementari potevano essere temi di confronto per cercare soluzioni adeguate. Invece, avete scelto altre strade, valorizzando solo gli effetti negativi, incerti, tesi a contrapporre giovani e anziani. Avete ricevuto un giudizio critico da tutte le organizzazioni sindacali, sia dei lavoratori sia delle imprese. Avete costruito un sistema di fondi pensionistici complementari carente negli strumenti di controllo, negli elementi qualitativi che dovevano differenziarlo, in cui lo Stato doveva essere lo strumento di garanzia rispetto alla qualità e ai rendimenti garantiti. Avete percorso strade diverse e sbagliate, che conducono ad una delega al Governo che credo non sarà esercitata pienamente e che porterà ad una pesante discriminazione nel mondo del lavoro.
La cosiddetta riforma al nostro esame è unicamente il frutto di uno scambio politico, una merce per mantenere in piedi questa maggioranza. Non è una priorità del paese, non lo è soprattutto per il modo in cui è stata impostata. Se l'intenzione fosse stata di valorizzare questa priorità, sarebbe stato utilizzato un metodo diverso.
Cari colleghi, avete imboccato una strada sbagliata, contraria agli interessi di sviluppo del paese e agli interessi dei nostri concittadini. Il nostro atteggiamento, dunque, è la presa d'atto di una scelta che è tutta vostra, una scelta di divisione nel paese, di divisione nelle classi sociali. Una scelta che punta al passato, e non allo sviluppo del nostro paese e della sua popolazione (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delbono. Ne ha facoltà.
EMILIO DELBONO. Signor Presidente, nell'accogliere la proposta di riformulazione del mio ordine del giorno n. 9/2145-B/9, ricordo che la nostra volontà di esprimere, come ha già fatto l'onorevole Benvenuto, una priorità, un favor legis nei confronti dei fondi contrattuali deriva da una posizione non banale.
Innanzitutto non le sfuggirà, ministro Maroni, che i fondi negoziali si caratterizzano per un principio di solidarietà tra datore di lavoro e lavoratore nella costruzione del secondo pilastro, il che ovviamente non si riscontra nei piani pensionistici individuali; in secondo luogo, questo rappresenta un ulteriore incentivo alla contrattazione.
Le parti, com'è a tutti noto, contrattano tenendo conto di un aspetto fondamentale come la costruzione della previdenza complementare. Se togliamo loro questo fondamentale strumento di contrattazione per il bene dei lavoratori, verrà meno una parte assai rilevante dell'autonomia negoziale delle parti sociali. Quindi, è chiaro che il favor non è privo di una giustificazione anche nell'ambito della logica di una sempre maggiore autonomia contrattuale e negoziale e di una sempre minore intromissione del legislatore nella disciplina dei contratti.
Vi è poi una terza questione. Chi come noi proviene da una tradizione economica democratica sa che la costruzione dei fondi pensionistici, frutto di contrattazione, permette una presenza, seppure indiretta, dei lavoratori nella gestione o, perlomeno, nella vigilanza e controllo degli stessi fondi. Ciò secondo un sistema duale che la riforma del diritto societario ha
ulteriormente introdotto in relazione alla presenza dei lavoratori nella gestione dei fondi. Si tratta di una garanzia per i lavoratori, come ha dimostrato nel corso degli anni persino il rendimento di questi fondi, ovviamente superiore a quello dei fondi aperti non negoziali. E anche questo vorrà dire pur qualcosa. Ciò significa, infatti, che quando i lavoratori, sia pure in modo indiretto, sono presenti nella gestione dei fondi la migliorano anche sotto il profilo finanziario e degli investimenti. Insomma, il fiato sul collo della conduzione è superiore se vi è una presenza dei lavoratori nella gestione.
Inoltre, vi è un tema che non va sottovalutato: i fondi negoziali, com'è del tutto evidente, non solo sono i fondi chiusi, ma possono essere anche i fondi aperti, sempre che ovviamente siano frutto di contrattazione e, quindi, di negoziazione.
Ministro, vorrei gentilmente chiederle di valutare con maggiore attenzione, sia pure con una diversa formulazione, l'ordine del giorno Reduzzi n. 9/2145-B/29. Mi rendo conto che esso affronta un tema assai rilevante e difficilmente comprimibile in un ordine del giorno, quale il tema dei lavoratori che svolgono attività usuranti. Forse, il riferimento al decreto legislativo in oggetto non è puntuale e può apparire non pertinente, ma il tema esiste: si prevedono disposizioni per alcune categorie di lavoratori, quelli dei fondi di solidarietà e coloro che si trovano in mobilità. Ma sarà difficile applicare tali norme ai soli 10.000 beneficiari previsti. Certamente, sarebbe opportuno estendere la platea di lavoratori cui non si applicherà lo «scalone» nel 2008. È un tema, ministro, che meriterebbe una maggiore attenzione da parte del Governo, magari con un provvedimento ad hoc; il tema dei lavori usuranti, infatti, è ancora del tutto insoluto, e credo sia oggetto di un confronto con le parti sociali non ancora concluso.
Infine, vorrei segnalarle l'ordine del giorno Ruggieri n. 9/2145-B/23, relativo al sistema di totalizzazione dei contributi. Nella delega in esame tale sistema è previsto con una sorta di tagliola per cui, per usufruire della totalizzazione, bisogna aver versato contributi per almeno cinque anni in ogni gestione. Anche in questo caso, non le sfuggirà il futuro problema delle collaborazioni coordinate e continuative, che generalmente hanno durata anche più breve di cinque anni e rischiano di essere assolutamente inutilizzabili da parte dei giovani che magari vi fanno ricorso per avvicinarsi al posto del lavoro.
Quindi, il limite di cinque anni ci appare assolutamente ingiustificato. Chi ha versato contributi dovrebbe vedersi garantito il meccanismo della totalizzazione, a prescindere dal numero minimo di anni in cui si sono versati dei contributi nella singola gestione. Non viene chiarito, all'interno della delega, quale sarà il sistema con cui si realizzerà la totalizzazione; quindi, la valutazione tecnica di come questa totalizzazione verrà attuata è affidata al Governo. Ecco perché il termine di cinque anni non ha giustificazione. Certo, se si fosse decisa una opzione sul meccanismo, sulla metodologia, forse tutto ciò avrebbe avuto un significato, ma così non è.
In conclusione, signor ministro, attendiamo una sua risposta anche sui due ordini del giorno sopra richiamati (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo e del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.
LINO DUILIO. Signor Presidente, desidero intervenire tenendo conto di quanto affermato dal signor ministro a proposito del mio ordine del giorno n. 9/2145-B/17. Vorrei svolgere preliminarmente una considerazione, che supporta quanto sosterrò successivamente nel corso del mio intervento, a proposito del tema oggetto del mio ordine del giorno.
Signor ministro, abbiamo presentato una serie di ordini del giorno non solo, come accade nell'ambito della dialettica parlamentare, per porre in essere pratiche più o meno ostruzionistiche, bensì, come
lei comprenderà, come forma più o meno surrettizia di proposte emendative. Infatti, non avendo potuto presentarle, essendo stata posta la questione di fiducia (circostanza sulla quale ci siamo già intrattenuti preliminarmente), abbiamo presentato una serie di ordini del giorno su questioni che riteniamo rilevanti (alcune delle quali, peraltro, sono state già illustrate dai colleghi Molinari e Delbono).
Desidero ringraziare innanzitutto il signor ministro per l'attenzione che ha rivolto a tali ordini del giorno, poiché ho osservato che non si è limitato a non accettarli a prescindere dal loro contenuto. Tuttavia, per quanto concerne alcuni di essi, vorrei che il ministro Maroni considerasse che - nell'ambito di una pratica parlamentare che, al di là delle valutazioni politiche che si possono formulare, ha visto porre la questione di fiducia, non consentendo, pertanto di esercitare un'attività emendativa che, dal nostro punto di vista, era volta a migliorare il disegno di legge di delega in esame) - occorre tener conto del merito dei nostri ordini del giorno (perché, come ho già detto, costituiscono una forma surrettizia di proposte emendative), senza valutarli acriticamente.
Quanto detto mi spiana la strada per potermi soffermare sul mio ordine del giorno, che il ministro ha accettato se riformulato nel senso da egli proposto. Accedo a tale proposta di riformulazione, e ringrazio il ministro Maroni per quanto ha affermato, tuttavia vorrei evidenziare che il mio ordine del giorno segnala, l'esigenza che il nostro sistema di welfare mostri uno Stato dal volto umano.
Ciò perché, sia per quanto concerne il fatto che la contribuzione debba aiutare, in qualche modo, la famiglia a sostenere i portatori di handicap, sia su altri temi su cui potremmo soffermarci, occorre considerare che il disabile è tuttora considerato una persona come tutte le altre; pertanto, il welfare non interviene per aiutarlo e per sostenere la sua famiglia in modo che possa essere inserito più organicamente all'interno della nostra società.
Per questo motivo, vorrei semplicemente segnalare che il mio ordine del giorno - e ribadisco il mio ringraziamento al ministro per averlo accettato, seppur riformulato - intende sostanzialmente evidenziare l'esigenza di predisporre un sistema di welfare che affronti alcuni problemi particolari. Infatti, una famiglia - e vorrei ricordare che celebriamo la retorica della famiglia molto spesso - che abbia al suo interno un portatore di handicap non è certamente nelle stesse condizioni di una famiglia che non soffre di questo tipo di problemi.
Pertanto, riteniamo che in quella formula un po' più sfumata che il ministro, dal suo punto di vista, ha comprensibilmente formulato, vale a dire individuare modalità di copertura per i parenti che si dedicano a curare i familiari in tali condizioni, vi sia il riconoscimento - non nutro dubbi, al riguardo, sulla sensibilità del ministro Maroni - di una situazione del tutto particolare, e vi sia altresì, nella solennità dei lavori di questa Assemblea, un accoglimento che non sia solo formale. Nella pubblicistica e nella vulgata ricorrente a proposito dei lavori parlamentari, infatti, si afferma sempre, con una battuta, che una sigaretta ed un ordine del giorno non si negano a nessuno!
Pertanto, sia per quanto affermato prima, vale a dire che non abbiamo potuto presentare proposte emendative a causa della posizione del voto di fiducia, sia per il fatto che stiamo facendo riferimento a questioni sostanziali, vorrei che l'accettazione da parte del Governo, sia pure con una riformulazione, del mio ordine del giorno, che impegna l'esecutivo ad adottare certe misure...
PRESIDENTE. Onorevole Duilio, concluda!
LINO DUILIO. ...avvenga non perché un ordine del giorno non si nega a nessuno, ma affinché, in sede di attuazione della delega, i problemi particolari dei portatori di handicap e delle relative famiglie trovino, anche in ambito previdenziale, un trattamento ed una trattazione
adeguati ai problemi drammatici che tali famiglie presentano (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lusetti. Ne ha facoltà.
RENZO LUSETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor ministro, ho molto apprezzato la meticolosità con cui lei ha espresso il parere sugli ordini del giorno presentati. È evidente che li ha analizzati bene e ha dato un parere ponderato. Su alcuni di essi il parere è stato favorevole, su altri contrario, su altri ancora lei ha chiesto un ripensamento o, comunque, una modifica.
Penso che questo suo lavoro, apprezzabile anche dall'opposizione, sia dovuto al grande senso di colpa che lei avverte a fronte del Governo di cui fa parte. Poiché il Governo di cui lei fa parte ha obbligato sia lei, signor ministro, sia gli altri componenti - mi dispiace che il ministro Giovanardi se ne sia andato nel momento più importante - a porre la questione di fiducia, costringendo tutti i parlamentari a rimanere in quest'aula fino a tarda notte a discutere su questo tema; lei sa, infatti, che gli emendamenti dell'opposizione erano circa un centinaio e, quindi, non vi erano intenti ostruzionistici. Immagino che il suo lavoro sia stato rivolto a porre rimedio a quanto di male ha fatto il Governo nel porre la questione di fiducia. Noi apprezziamo l'impegno; però, vede, signor ministro, noi non abbiamo presentato più di duecento ordini del giorno per fare ostruzionismo (Dai banchi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e di Forza Italia si esclama: «nooo!»). Non siamo arrivati a questo punto.
Noi abbiamo presentato gli ordini del giorno perché vogliamo discutere, sul piano politico e parlamentare di un provvedimento strutturale così importante, qual è quello di cui lei si sta occupando, ossia la delega sulla riforma del sistema pensionistico italiano.
Per di più, la nostra preoccupazione, signor ministro, è legata al fatto che in questo provvedimento sono contenute deleghe «oceaniche», per alcuni versi anche molto pericolose. Infatti, signor ministro, se noi pensiamo alla legge n. 30 del 2003, che lei ricorda molto bene, quella sul mercato del lavoro...
ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. La legge Biagi.
RENZO LUSETTI. ...possiamo affermare che si è passati dalla legge al decreto legislativo, ai decreti ministeriali, alle circolari e a molti altri provvedimenti, e vi è stato un preoccupante decalogo di contenuti in tali vari passaggi. Alcuni di tali contenuti sono forse anche al limite dell'illegalità.
La nostra preoccupazione è che la delega eccessiva che ha il Governo in materia pensionistica possa essere nociva per i lavoratori. Pertanto, con gli ordini del giorno che voteremo probabilmente tra qualche ora, dette deleghe «oceaniche» non possono essere sotto il controllo arbitrario del ministro di turno. Le auguro, signor ministro, di continuare a svolgere la sua funzione ancora nei prossimi governi; non ho capito bene se la verifica si è conclusa oppure no, se è rinviata a settembre, ma questo è un problema che riguarda la maggioranza e non sicuramente l'opposizione.
Noi cerchiamo di far fronte al grave atto compiuto dal Governo nel porre la fiducia su un provvedimento molto importante, con alcuni ordini del giorno, molto semplici, ma anche molto articolati, che diano un indirizzo al suo Ministero, onorevole Maroni, e che non diano un arbitrio al ministro del lavoro - chiunque egli sia - per poter emanare decreti legislativi o circolari o altre iniziative di carattere amministrativo che possano essere lesive nei confronti dei diritti che i lavoratori hanno maturato in molti anni di duro lavoro.
Per questo motivo, onorevole ministro, onorevoli colleghi, stiamo discutendo molto pacatamente, con molta serenità, di argomenti importanti affrontati in questi ordini del giorno.
Onorevoli colleghi, vi chiedo veramente un'attenzione che non avete avuto durante l'espressione del voto di fiducia, dal momento che vi hanno imposto di votare la fiducia al Governo. Vi chiedo un'attenzione forte su tutti gli ordini del giorno presentati. Votando a favore degli ordini del giorno - anche a favore di quelli sui quali il ministro ha espresso parere contrario - si potrebbe realizzare ciò che non siamo riusciti a fare con gli emendamenti, ossia migliorare questo bruttissimo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carbonella. Ne ha facoltà.
GIOVANNI CARBONELLA. Signor Presidente, se in altre occasioni abbiamo stigmatizzato con forza la scelta del Governo di porre la questione di fiducia, in questa particolare circostanza non possiamo fare a meno di esprimere, con grande veemenza e convinta determinazione, la nostra più netta condanna sul metodo adottato in ragione della importante rilevanza che riveste il provvedimento in esame.
Consideriamo assolutamente inaccettabile, infatti, che su una materia che afferisce ai progetti di vita e alle prospettive di milioni di cittadini si possa decidere con un «sì» o un «no» imposti al Parlamento. Una riforma previdenziale non si liquida in questo modo. La riforma delle pensioni non può essere né sacrificata a giochi politici e trattata come merce di scambio, né strumentalmente utilizzata per meschine esigenze economiche e finanziarie al fine di accontentare soggetti terzi, pur se denominati Ecofin. Fare cassa sulle spalle e sulla pelle di milioni di pensionati, di pensionandi e di lavoratori precari non è socialmente sopportabile. Negare al Parlamento la possibilità di emendare, migliorare ed integrare il testo del Governo significa mortificare sensibilità sociali e tensioni ideali in esso presenti.
Emarginare l'opposizione e ridurre al minimo il confronto è sintomo di grave debolezza democratica. Questo modo di governare ed usare le istituzioni non può non suscitare allarme e mobilitazione sociale, così come confermato già dalle organizzazioni sindacali.
Colleghi, le questioni innanzi sollevate non afferiscono a questioni di carattere formale. Esse sono tutt'uno con l'esigenza di mantenere saldo il vincolo tra cittadini e istituzioni, che si estrinseca tramite il confronto, l'informazione, il coinvolgimento soprattutto dei soggetti che hanno la rappresentanza sociale, politica e istituzionale. Con la predisposizione di provvedimenti come questi, che rendono nebuloso il presente e incerto il futuro, non fate altro che accrescere preoccupazioni e inquietudine e diventa difficile avere fiducia nella prospettiva.
Ma non era il Presidente del Consiglio che esortava alla fiducia, all'ottimismo, a pensare positivo? Dopo questa ennesima stangata, andate voi a far sorridere gli italiani, i lavoratori, i pensionati, i pensionandi, i giovani, le donne e milioni di famiglie che non arrivano più alla fine del mese con lo stipendio che si ritrovano e non sanno più cosa significa fare le ferie perché non possono permettersele!
Signor Presidente, onorevoli colleghi, il giudizio che esprimiamo su questa riforma è fortemente negativo. Pensavamo ad una riforma che migliorasse la precedente, la quale - checché ne possiate pensare - ha prodotto ottimi risultati e lo avete verificato. Voi ci presentate una pessima riforma, il cui testo scardina uno dei principi fondamentali della riforma Dini. Determinate, infatti, una rottura generazionale, rimuovendo il vincolo solidaristico su cui essa si reggeva.
Avete innalzato l'età pensionabile in modo iniquo e repentino; avete reso impraticabile l'età pensionabile flessibile, elemento cardine del sistema contributivo; avete cancellato le pensioni di anzianità, mentre vi sono norme penalizzanti per le donne, i lavoratori in mobilità e i prosecutori volontari. Non sono coperti i lavoratori atipici, sono insoddisfatti quelli autonomi ed infine avete smantellato gli ammortizzatori sociali.
Cari colleghi, questa riforma di fine luglio prevede solo «tagli» allo Stato sociale. Una volta le riforme si facevano per far star meglio la gente: si vede che con questo Governo non è più vero. Gli italiani sapranno come ricambiare (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo - Congratulazioni)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Meduri. Ne ha facoltà.
LUIGI GIUSEPPE MEDURI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la riforma previdenziale contenuta in questa legge delega penalizza in particolare i lavoratori giovani, quelli flessibili interessati dai contratti atipici che la legge Biagi ha purtroppo contribuito a rendere ancora maggiormente precari.
Qualcuno aveva affermato che chi scendeva in piazza lo faceva contro i figli; in verità, chi ha scioperato - e vi sono stati ben due scioperi generali sulle pensioni! - e chi ha manifestato e protestato contro questa controriforma, lo ha fatto proprio per l'esatto motivo opposto. Lo ha fatto perché ha ben presente il valore della solidarietà e della necessità di un vero patto generazionale; non è che togliendo al padre o al nonno si tuteli il figlio o il nipote precario.
Si tratta assolutamente di una delega iniqua che non affronta i problemi delle categorie marginali. Oggi abbiamo un problema che riguarda il futuro del nostro assetto previdenziale e le nuove generazioni. Siete voi che li condannate alla povertà: voi siete in grado di considerare privilegio un assegno previdenziale di un lavoratore andato in pensione dopo 35 anni di lavoro e di contrapporre a lui il figlio. Dai dati INPS, su 14 milioni e 400 mila vitalizi in pagamento al 1o gennaio 2003, più di 12 milioni, pari all'84 per cento, sono sotto i mille euro al mese. Altri 7,3 milioni, il 50, 6 per cento, sono addirittura sotto i 500 euro. All'opposto, a ricevere dai duemila euro in più sono appena 260 mila persone, l'1,82 per cento del totale.
Stiamo parlando di pensioni calcolate per la maggior parte con il sistema retributivo. In base ai dati Istat, resi noti il 18 maggio 2004, 590 mila pensionati vivono con meno di 400 euro al mese, nonostante risultino beneficiari dell'aumento delle pensioni minime fino a 516 euro al mese, disposto con la legge finanziaria per il 2002.
Il 50,1 per cento dei beneficiari usufruisce di una pensione di 516 euro al mese, ma per il 37 per cento la pensione integrata ha raggiunto un importo lordo mensile compreso fra i 400 e 516 euro e il 12,9 per cento percepisce, nonostante l'aumento, una pensione di 400 euro al mese. Di questi, quasi il 4 per cento, vive con una pensione tra i 100 e i 300 euro mensili.
Questo è il quadro della previdenza oggi e questo quadro sarà ben più grave domani, quando ad andare in pensione saranno i giovani della gestione separata: la loro tutela appare limitata ed il combinato disposto con il sistema del calcolo contributivo farà esplodere nel prossimo futuro il problema della povertà, ovvero dei futuri pensionati con assegni previdenziali da fame.
L'assenza di forme di tutela e l'impossibilità di potersi fare una pensione integrativa pongono a questi lavoratori l'incognita del proprio futuro previdenziale. È un paradosso: dopo aver lavorato per una vita, come fa un giovane precario, a cui non spetta nemmeno il trattamento di fine rapporto a costruirsi una pensione integrativa? Come farà ad investire in un fondo i suoi soldi, se è fuori da ogni previsione contrattuale? Come potrà esercitare il suo silenzio-assenso se per la normativa non esiste?
La delega che state approvando con un voto di fiducia ignora assolutamente questa emergenza; la omette, ma non è omettendo che si risolvono i problemi.
Voi chiedete i sacrifici a persone che guadagnano poco e sono precarie; fingete poi di non cogliere quale sia la situazione nel Mezzogiorno d'Italia.
Invece di puntare a sconfiggere il lavoro nero, la piaga del sommerso e dell'assenza
dei diritti, si punta a ridurre le prestazioni alle fasce deboli della popolazione. Non sorprende la preoccupazione dei sindacati. Avete perso un anno e mezzo dietro la modifica dell'articolo 18 e ne siete usciti sconfitti. Avete fallito sul patto per l'Italia, ma la riforma degli ammortizzatori sociali non l'avete fatta. Addirittura, nel decreto di aggiustamento dei conti pubblici avete tagliato dal bilancio del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ben 800 miliardi delle vecchie lire che sarebbero dovute andare alla riforma degli ammortizzatori sociali: è evidente che anche su questo punto avete fallito, la riforma non si farà perché non vi sono le risorse.
PRESIDENTE. Onorevole Meduri...
LUIGI GIUSEPPE MEDURI. Sto concludendo, signor Presidente.
Ora il conto sta arrivando un po' per volta: avete iniziato con una manovra da 15 mila miliardi di vecchie lire e proseguirete con una finanziaria da 60 mila miliardi delle vecchie lire.
Per tali motivi ci opponiamo a questa ingiusta riforma ed abbiamo presentato numerosi ordini del giorno (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole sugli ordini del giorno presentati dai colleghi del centrosinistra che non sono stati accettati dal Governo e, credo, saranno sottoposti a votazione. Si tratta di ordini del giorno che non hanno l'obiettivo di segnare una bandierina, un risultato poco utile, ma hanno il significato di dare un orientamento al Governo per rendere meno ingiusta la riforma che tra poco sarà approvata con il voto della maggioranza di centrodestra.
Vorrei aggiungere due considerazioni. In primo luogo, il Governo ha dichiarato una raffica di «no» agli ordini del giorno presentati. Sono pochi, infatti, gli ordini del giorno che hanno ricevuto una disponibilità da parte del Governo. Ho voluto fare alcune verifiche e devo dire che sono rimasto particolarmente colpito da alcune scelte operate dal Governo.
Il Governo ha accettato, purché riformulato, un ordine del giorno presentato da alcuni parlamentari di Alleanza nazionale che impegna il Governo ad adottare le opportune iniziative, anche normative, volte a ridurre notevolmente il limite di età per il collocamento a riposo della categoria dei ballerini dipendenti dagli enti lirici e dalle istituzioni concertistiche assimilate. Nel contempo, però, sono rimasto colpito dal fatto che l'ordine del giorno Di Gioia n. 9/2145-B/144, che prevede la possibilità di introdurre un limite all'età pensionabile per coloro che svolgono lavori usuranti, non sia stato accettato dal Governo. Ancor più grave il «no» espresso dal Governo su un ordine del giorno presentato dal collega Battaglia che impegna il Governo ad individuare ulteriori forme di agevolazione, anche contributive e previdenziali, in favore di coloro che assistono un familiare convivente con disabilità grave che consentano il raggiungimento del massimo del trattamento pensionistico anche a fronte di una riduzione del periodo lavorativo svolto.
Signor Presidente, non ho nulla contro la categoria dei ballerini, ma ci saremmo aspettati un'eguale sensibilità da parte del ministro anche per le altre categorie di lavoratori impiegati in lavori usuranti. Purtroppo, verifichiamo che di fronte a questioni rilevanti dal punto di vista sociale, se indicate dall'opposizione, il Governo non ha alcuna disponibilità.
La seconda considerazione si riferisce all'ordine del giorno da me presentato e trae spunto dalle difficoltà produttive in cui versano alcune aziende. Sono, infatti, tanti i siti industriali in crisi, soprattutto nelle aree meridionali del paese. Conoscendo quelle della Sicilia, mi riferisco in particolare al petrolchimico di Priolo e di Gela, ma anche alle difficoltà in cui si trova la Cesame, per la quale proprio
stamani c'è stato un incontro presso il Ministero delle attività produttive, nel corso del quale sono stati messi in evidenza i problemi di numerosi lavoratori di quella realtà, i quali temono di perdere il posto di lavoro.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Ebbene, queste condizioni di recessione sono in larga parte determinate dalla mancanza di risorse per l'innovazione, per la ricerca, per il rilancio produttivo. Sono situazioni di crisi che sono state finora sottovalutate dal Governo, che non ha percepito la gravità del fenomeno.
A seguito di queste difficoltà lavorative potrebbero perdere il loro posto di lavoro migliaia di lavoratori ultracinquantenni. Si tratta di lavoratori padri di famiglia che non troveranno sostegno adeguato negli ammortizzatori sociali, né saranno facilmente ricollocabili e che saranno penalizzati da questa riforma, che il centrodestra vuole approvare.
Chiediamo quindi al Governo di impegnarsi per tutelare anche gli ultracinquantenni che potrebbero perdere il posto di lavoro (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lettieri. Ne ha facoltà.
MARIO LETTIERI. La cosiddetta delega sulle pensioni è un ulteriore colpo inferto allo Stato sociale e alle persone che vivono non di rendite parassitarie o di speculazioni finanziarie, bensì di duro quotidiano lavoro. Verso costoro il Governo con la delega richiesta agisce violando ogni criterio di equità e di giustizia. Del tutto assente è, inoltre, il principio di solidarietà generazionale: si toglie ai padri - è stato detto - e non si dà nulla ai figli. Si ignora in fondo che il vero problema di questo nostro paese è quello di un lavoro sicuro e duraturo. L'altro giorno l'ISAE rivelava, in un suo rapporto, come da un'indagine effettuata risulti che circa il 70 per cento degli intervistati si senta più insicuro, laddove l'insicurezza dipende ovviamente dalla mancanza di una prospettiva per il proprio futuro e, per i giovani, dalla mancanza di prospettiva di trovare un lavoro stabile, che consenta loro di avere una retribuzione adeguata e di versare quindi anche i giusti contributi per avere la pensione al momento opportuno.
Si eleva l'età pensionabile prevedendo quarant'anni di contributi, ma il Governo sa che oggi i giovani entrano nel mercato del lavoro con difficoltà e spesso dopo aver superato i trent'anni. Per non dire poi delle difficoltà che incontrano gli ultratrentaduenni ad inserirsi o a reinserirsi nel mercato del lavoro, perché le aziende ormai preferiscono persone più giovani, magari utilizzando i vari contratti cosiddetti atipici, che stanno accentuando il carattere di provvisorietà e precarietà del lavoro nel nostro paese.
Il Governo si sarebbe dovuto preoccupare anzitutto del rilancio dell'economia, di una seria politica industriale e di una politica di sostegno alla ricerca e all'export, per vendere meglio e in quantità maggiore i prodotti italiani e l'immagine del nostro paese, al fine di attrarre più turisti ed investitori. Di previdenza, signor Presidente, si parla da troppo tempo e spesso a sproposito, signor ministro. Si drammatizza la situazione dei conti previdenziali, sapendo che essi sono pesanti soprattutto per la mancata separazione tra quanto è realmente previdenza e quanto invece è assistenza o Stato sociale, quale l'indennità di disoccupazione, la cassa integrazione guadagni e così via.
Con questa riforma, o pseudo tale - non me ne voglia il ministro Maroni - forse si eviterà per il momento la bocciatura dei conti pubblici in sede europea, però il problema di avere pensioni dignitose, nonché una giusta redistribuzione del reddito nel nostro paese, resta tutto per intero. Io forse non sarò moderno, ma la penso così. Ecco perché avrei voluto che il Governo si preoccupasse prioritariamente
del lavoro che non c'è, ma che andrebbe creato per i nostri giovani, anche per poter ampliare la massa contributiva a favore dei fondi pensione e quant'altro.
Il Governo, invece, più che pensare ai giovani ed ai pensionandi, evidentemente ha pensato e pensa alle grandi compagnie di assicurazione. A tale proposito, Luca Pagni su la Repubblica di oggi scrive: ci sono leggi dello Stato e ci sono quelle della borsa: per le prime, la questione del conflitto di interessi non c'è più. Piazza affari, però, continua a pensarla diversamente. Basta ricostruire cosa è accaduto ieri nel breve volgere di un paio d'ore. Alle 15, il valore delle azioni di Mediolanum era dell'1,6 per cento; poi, dopo le 15,30, al termine del vertice di maggioranza convocato dal Presidente del Consiglio, le agenzie battono la notizia che sulla riforma delle pensioni verrà posta la fiducia. La reazione degli operatori finanziari e dei mercati è immediata. Il titolo Mediolanum prende la rincorsa e chiude con un più 4,87 per cento. La riforma delle pensioni, com'è noto, stabilisce che il TFR, pari ad oltre 14 miliardi di euro ogni anno, venga destinato ai piani pensionistici ed alle varie assicurazioni.
Ognuno ne tragga le sue conclusioni, ma sono certo che i pensionati italiani e tutti i cittadini le trarranno al momento opportuno (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mosella. Ne ha facoltà.
DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, gli ordini del giorno che abbiamo presentato sono un mosaico, anche parziale, di quanto l'opposizione ha da dire e da suggerire sulla materia pensionistica. Il ricorso alla fiducia non ci ha consentito di sviluppare il dibattito come avremmo voluto e di esercitare a pieno il nostro compito. Tuttavia, siamo qui a quest'ora a spiegare all'Assemblea, ma anche al paese, le nostre ragioni, il motivo per cui siamo preoccupati del merito (a tale riguardo, svolgeremo alcune considerazioni), ma anche del metodo da voi scelto per trattare una materia che, per le sue ricadute sulle persone, avrebbe meritato maggiore rispetto.
In una situazione demografica caratterizzata da un progressivo invecchiamento della popolazione, è naturale che una forza politica che si candida a governare il paese non possa esimersi dall'affrontare una seria riforma del nostro sistema sociale, per adattarlo alle esigenze dei tempi nuovi.
Noi abbiamo elaborato ed avanzato alcune proposte anche in sede parlamentare per evitare che qualcuno possa immaginare che, nella foga di fare opposizione, ci si dimentichi ciò che abbiamo costruito in termini di contributo ponendoci in un atteggiamento costruttivo che è doveroso, in particolare quando si affrontano temi che riguardano così da vicino la vita di milioni di cittadini.
Siamo per una riforma complessiva che disegni un nuovo Stato sociale moderno ed efficace. Il nuovo welfare per noi vuol dire sostenere concretamente i figli e le famiglie, attraverso risorse economiche e la diffusione di servizi di cura, innescando meccanismi virtuosi di integrazione tra pubblico, privato e no profit. Nuovo welfare per noi significa avanzare proposte concrete per la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro. Nuovo welfare vuol dire dare una nuova centralità alla famiglia da promuovere come soggetto sociale attivo, sostenere ed accompagnare i giovani, i soggetti più svantaggiati e disabili, i non autosufficienti e gli immigrati. Nuovo welfare è la carta dei diritti di tutti i lavoratori che raccoglie le nostre proposte per conciliare flessibilità e sicurezza. Nuovo welfare è quello che promuove un servizio sanitario pubblico che non abdica alle proprie responsabilità di fronte ai cittadini che ad esso si affidano.
Per ognuno di questi temi, potremmo citarvi puntualmente le proposte che abbiamo avanzato nelle sedi parlamentari e presso i tavoli di discussione con tecnici, politici e cittadini.
Ma veniamo al tema in discussione: la riforma del sistema pensionistico. Tanto credibili e concrete erano le nostre proposte che, su alcuni punti, neppure il Governo ha potuto negarne la validità, modificando il suo progetto iniziale; non abbastanza, però, da renderlo accettabile per noi, forze del centrosinistra, né per i sindacati, né tantomeno per i lavoratori.
La nostra proposta è alternativa a quella del centrodestra, in quanto si pone l'obiettivo di riequilibrare e potenziare il nostro sistema previdenziale, attraverso una riforma equa e moderna e non di intervenire sulle pensioni per finanziare i buchi delle pubbliche finanze, come state facendo voi.
Riformare il sistema pensionistico per noi significa adeguamento delle pensioni al costo della vita, rafforzamento delle pensioni minime, incentivi al lavoro degli anziani, promozione della vecchiaia attiva, assicurazione di pensioni dignitose ai lavoratori precari e discontinui, soprattutto giovani, sviluppo della previdenza complementare, abolizione dei residui regimi pensionistici speciali, separazione della previdenza dall'assistenza, accelerazione della riforma Dini.
Si tratta, insomma, di armonizzare il sistema pensionistico per far fronte alle esigenze di un paese come il nostro in cui la vita media è aumentata di due anni negli ultimi dieci. Il problema delle pensioni dunque esiste, non lo neghiamo, ma la ricetta proposta dal Governo non aiuta a risolverlo in modo duraturo e strutturale e ancora una volta, nel metodo e nel merito, non si preoccupa di salvaguardare i diritti dei cittadini, come un Governo serio avrebbe il dovere di fare (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bottino. Ne ha facoltà.
ANGELO BOTTINO. Signor Presidente, signori ministri, onorevoli colleghi, il Presidente del Consiglio, per giustificare questa forzatura, afferma: era nei patti, l'ho promesso all'Ecofin. Ma, era nei patti o c'era uno scontro nella Casa delle libertà? Lo scontro c'era, era palese; era uno scontro di posizione: io voglio questo, tu me lo devi dare, poi il Presidente interviene...
Intanto, l'Italia va male, sempre più male e tanti sono i segnali. Sono d'accordo con quanto rileva l'ANCI in ordine alle preoccupazioni dei sindaci sul futuro delle amministrazioni. Tagliando risorse ai comuni per recuperare soldi per motivi contabili, insomma per fare cassa, si realizzeranno meno asili, meno assistenza agli anziani, meno servizi ai cittadini. E, quando i comuni comunicano di disporre di risorse in più, il Governo dice di non spendere.
L'esecutivo ha posto la questione di fiducia sulla riforma delle pensioni e il ministro ha spiegato che la decisione è una necessità, in quanto il paese ha bisogno di certezze. Appare chiaro che, probabilmente, il problema non è quello evidenziato dal ministro, ma il fatto che una maggioranza schiacciante, sempre in lite su qualsiasi questione, si rifugia in un sistema ormai istituzionalizzato volto a porre la fiducia su qualunque provvedimento.
Tale fiducia, ultimamente un po' abusata, non permette al Parlamento di discutere, come invece sarebbe necessario. In un momento così difficile per l'economia, invece di costruire un dibattito serio sui problemi, si raccontano frottole, si sparge ottimismo, si dice che tutto va bene e che il Governo gode di ottima salute. Sappiamo che non è così, che la maggioranza lo è solo sulla carta e che quell'ottimismo su tutto, soprattutto sui conti pubblici, è fuori luogo.
La politica di Tremonti, quella politica che si basava sulle invenzioni, sui condoni, sul Governo che non regola, comincia a dare i suoi frutti. Non si può continuare a mentire, ad utilizzare il solito tono da imbonitori: i conti non sono proprio a posto e l'entità prevista dalla manovra dimostra la difficoltà del debito e del deficit. Questi numeri non devono indurre
ottimismo: gli imprenditori chiedono rigore ma anche iniziativa per lo sviluppo e l'esecutivo sottovaluta e svaluta anche il patto di stabilità. Esistono delle regole ma, a quanto pare, non vengono rispettate. È il momento della concertazione, delle discussioni, del confronto; dunque, non si può rispondere con la chiusura e con la fiducia obbligata.
Sarebbe bello sapere in questo momento come verranno applicati i tagli per reperire le risorse, se si vogliono mantenere le promesse fatte.
L'esecutivo attuale non ha ancora fatto chiarezza al suo interno e penso che sia difficile, in questa situazione, trovare il modo di agire. Da qui la necessità di far cassa; e la rapidità con cui si deve arrivare al risultato genera confusione istituzionale e sfiducia, anche perché vengono a mancare alcuni correttivi che avrebbero procurato benefici, soprattutto per quanto riguarda il Mezzogiorno.
In un momento in cui si taglia o si modifica, si blocca lo sviluppo di progetti che assicurano un certo progresso. Forse esiste un modo per far cassa e per destinare risorse alla previdenza, alla sanità e in generale alle necessità di uno Stato che continua ad indebolirsi. Forse, per far cassa, il Governo avrebbe dovuto impostare una più efficace lotta all'economia sommersa, difficile però da applicare da parte di chi ha portato avanti la politica dei condoni e del perdono fiscale, da parte di chi ha sempre detto che è giusto non pagare le tasse e ritiene poco furbo chi invece le paga (Commenti di deputati del gruppo di Forza Italia)
Questa riforma delle pensioni, che vede la sua conclusione in Parlamento con il voto di fiducia, dà l'impressione, al contrario, di creare ancora maggiore sfiducia in un esecutivo che ormai arranca a stento e in salita, verso risultati opposti a quelli prefissati. Così non si riuscirà a rilanciare la competitività, né a mettere ordine nelle finanze pubbliche, per evitare l'aumento, già pesante, del carico fiscale.
PRESIDENTE. Onorevole Bottino, la invito a concludere.
ANGELO BOTTINO. In economia non si possono aggirare leggi e numeri né rinviare decisioni su riforme che hanno bisogno di attenzione e buonsenso.
Ci vorrebbe forse maggiore senso dello Stato, ma chi lo fa questo annuncio?
PRESIDENTE. Porto a conoscenza dei colleghi che l'onorevole Bottino non aveva ancora esaurito il tempo a sua disposizione e avrebbe potuto usufruire ancora di 30 secondi. Ho avvertito l'onorevole con un po' di anticipo. Lo sottolineo perché è inutile protestare quando un collega esercita un suo diritto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bindi.
Faccio presente che il tempo a disposizione del gruppo Margherita, DL-L'Ulivo è esaurito, ma le concedo comunque due minuti per svolgere il suo intervento.
Ha facoltà di parlare, onorevole Bindi.
ROSY BINDI. Signor Presidente, la ringrazio, ma due minuti non sono sufficienti e quindi rinuncio all'intervento.
PRESIDENTE. Mi rincresce, onorevole Bindi. Pensavo che la sua capacità di sintesi fosse pari all'eloquenza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crisci. Ne ha facoltà.
NICOLA CRISCI. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, il miracolo annunciato tre anni fa è svanito. La riduzione delle tasse è sempre più confinata nella fantasia del Presidente del Consiglio: lo attendono un autunno denso di nubi ed una legge finanziaria dura e severa.
La lunga e paludosa verifica ha un sapore antico. La crisi di Governo non è stata chiusa e le soluzioni adottate ci riportano indietro nel tempo, all'epoca dei Governi balneari.
Il paese è più diviso, più debole, più insicuro, ed oggi, con la ventunesima fiducia posta su un provvedimento che riscrive il sistema previdenziale italiano nella generale insoddisfazione e con un diffuso dissenso, è ancora più difficile
credere nell'azione positiva di un Governo che non si fida più neanche della sua stessa maggioranza. È un Governo che legifera sul sistema pensionistico incidendo, nell'immediato e nei prossimi anni, sul destino di milioni di donne e di uomini. Il Governo legifera chiedendo un voto di fiducia e privando ancora una volta il Parlamento delle proprie prerogative costituzionali. Impedisce una discussione doverosa su un tema delicatissimo come quello delle pensioni. Il Governo conferma ancora una volta, in un mix di arroganza e debolezza, il suo disprezzo verso un'istituzione democratica come il Parlamento e, incurante delle posizioni dei rappresentanti dei lavoratori, chiede ai suoi parlamentari di non parlare, ma di votare in silenzio e di avere fiducia nel loro capo.
Ma la crisi di Governo non si chiude, la crisi del berlusconismo è sotto gli occhi di tutti. Con la manovrina correttiva prima, pari a 7, 5 miliardi di euro, e poi con l'annuncio di un DPEF corrispondente ad almeno 24 miliardi di euro, si è celebrato ufficialmente il tramonto di Tremonti e della sua dannosa finanza creativa. E se il Governo ha la fiducia della sua maggioranza, certamente non ha più la fiducia del paese.
Il paese chiede altro, ha bisogno di un'altra politica e di un altro Governo. L'opposizione tutta dovrà e - ne sono certo - saprà rapidamente e responsabilmente aprire con il e nel paese un confronto serio per definire un programma credibile e condiviso, che dovrà essere il programma del prossimo Governo Prodi. È questo che ci chiedono, è questo che chiedono alle opposizioni, è questo che le opposizioni faranno e, credo, sapranno fare.
Tali considerazioni sulla preoccupante situazione del paese, sul merito del provvedimento e, ancor più, sul metodo seguito per la sua approvazione, rafforzano la mia valutazione fortemente negativa sulla controriforma delle pensioni approvata dalle destre. Tuttavia, voglio sperare nel buonsenso e nella libera decisione dei colleghi della maggioranza e chiedo loro di valutare e sostenere l'ordine del giorno con cui si impegna il Governo ad assumere idonee misure di tutela previdenziale per i lavoratori che sono e sono stati impegnati per periodi prolungati in attività produttive classificate a rischio di incidente rilevante, e che hanno quindi lavorato in condizioni di particolare disagio e pericolosità per la loro salute. Si chiede pertanto di assumere per questi lavoratori misure analoghe a quelle a suo tempo disposte per i lavoratori dell'area Seveso. Ritengo si tratti di un problema serio e meritevole di attenzione e voglio sperare che questa Assemblea, per una volta, sappia differenziarsi dal parere del Governo che, ottusamente, anche in questo caso è stato negativo (Applausi dei deputati del gruppo dei democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maura Cossutta. Ne ha facoltà.
MAURA COSSUTTA. Signor Presidente, signor ministro, il nostro ostruzionismo continua di fronte all'arroganza del Governo e della maggioranza. Avete infatti impedito una discussione seria e la votazione di emendamenti seri, da noi presentati. Avete impedito la discussione in Parlamento, così come avete rotto il confronto con i sindacati: tutti i sindacati sono contro questo provvedimento.
L'ostruzionismo continua, perché è giusto che il paese sappia e che si lanci un allarme: in questa Assemblea, infatti, sta avvenendo uno scempio. Si tratta di un provvedimento odioso, che decide la vita e il futuro di milioni di lavoratori, tanto iniquo quanto assolutamente non necessario. È iniquo, onorevole Galli, ed è considerato tale anche dai lavoratori della Lombardia e della Padania, dai numerosi lavoratori del cosiddetto vostro popolo padano, che capiranno da che parte sta la Lega. La devolution ha un prezzo da pagare? La devolution in cambio della pelle di questi lavoratori e di questi futuri pensionati? Andate a dirlo ai lavoratori dipendenti del cosiddetto popolo padano!
Un provvedimento tanto iniquo, dunque, quanto assolutamente non necessario.
Vi è stato un allarmismo ingiustificato e falso: i dati evidenziano che la spesa previdenziale del nostro paese è cresciuta molto meno di numerosissimi altri paesi europei. Insistiamo nei nostri ordini del giorno, in quanto riteniamo che i problemi del sistema previdenziale siano ben altri (e a tale considerazione erano altresì ispirati i nostri emendamenti). Mi riferisco, in primo luogo, alla lotta all'evasione, che costituisce la vera, grande anomalia del nostro paese: altro che la spesa pensionistica!
Ma la vostra è un'altra linea e un'altra scelta, ispirata alla cultura - si fa per dire - dei condoni (fiscale, ambientale e via dicendo). Questo Governo incentiva e premia - ricordiamo le parole del Presidente Berlusconi - chi non paga il dovuto (i contributi e le tasse). Si tratta della linea del vostro capo, del premier, del padrone della coalizione, del padrone di Mediaset.
Perché la famiglia Berlusconi - che ha il 51 per cento delle azioni Mediaset ed è l'azionista di maggioranza - ha risparmiato 130 milioni di euro, una cosa come 260 miliardi di vecchie lire, mentre 9 milioni e mezzo di pensionati vivono, anzi sopravvivono, carissimi colleghi della Lega, con dieci milioni di lire l'anno! Questa è la vergogna che continuate a portare avanti! Contro queste evasioni, contro queste anomalie servirebbero ispettori del lavoro, assunzioni straordinarie a tempo indeterminato.
Anche sulla lotta al sommerso, i dati, quelli veri, dicono che è almeno il 17 per cento del PIL: altro che spesa previdenziale che rimane al 14, 32 per cento! Serviva rivalutare le pensioni, soprattutto di fronte all'inflazione. I conti non ci sono, sono tutti fasulli; adesso presenterete un DPEF - non sappiamo quando - presenterete una manovra finanziaria, ma avete avuto il coraggio di non indicare neppure il tasso di inflazione programmata. Ma di che parla, onorevole Maroni? Tutti gli impegni, gli ordini del giorno accettati, non accettati, le riformulazioni... Di che parlate se non saprete indicare al paese neppure il tasso di inflazione programmata? E come si difenderanno i salari e le pensioni di milioni di lavoratori? È una vergogna!
Dovevamo tutelare i lavoratori più fragili, i più deboli, i genitori dei disabili gravi, i lavoratori senza continuità lavorativa, i lavoratori che svolgono lavori usuranti, quelli che aspettano le tutele garantite, i lavoratori esposti all'amianto, servivano forme di aiuto al reddito; ma per voi l'emergenza demografica c'è soltanto per tagliare le pensioni e non quando bisogna stanziare le risorse per il fondo per la non autosufficienza. Gli anziani li mandate nei supermercati, ma non aumentate le pensioni per permettere loro di comprare magari un condizionatore.
È una vergogna, ed è contro questa vergogna che tutta l'opposizione sta facendo ostruzionismo. E il paese è con noi, protesterà, sciopererà! Questo non è soltanto un provvedimento iniquo e pernicioso, ma è un provvedimento che porterà uno scontro...
PRESIDENTE. Bisogna che concluda, onorevole Maura Cossutta (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale)...
MAURA COSSUTTA. ...un conflitto sociale che pagherete pesantemente (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Comunisti italiani, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Verdi-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Cossutta (Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia). Ha superato di 13 secondi il tempo a sua disposizione: non è la morte di nessuno!
MAURA COSSUTTA. I secondi sono come le fiducie!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Riccio. Ne ha facoltà.
EUGENIO RICCIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, dopo tante doglianze,
desidero brevemente ringraziare il Governo per il pieno accoglimento del mio ordine del giorno n. 63, che non è altro che il naturale secondo tempo di un mio precedente ordine del giorno già accettato dal Governo. L'ordine del giorno affronta ancora una volta l'annoso problema del computo dei contributi versati dai lavoratori atipici - i Co.Co.Co - presso l'assicurazione generale obbligatoria INPS.
Oggi i Co.Co.Co hanno la facoltà di chiedere il computo di detti contributi solo nell'ambito della gestione speciale alla quale sono iscritti, mentre non possono farlo nell'ambito dell'assicurazione generale obbligatoria, e ciò è una palese ingiustizia oltre che una discriminazione a danno di una categoria di lavoratori che è divenuta in questi anni di alcuni milioni e probabilmente oggi costituisce il riferimento principale del mercato del lavoro. I Co.Co.Co hanno ricevuto una adeguata attenzione dalla riforma Biagi ed anche per l'adeguamento dell'aliquota contributiva di cui all'articolo 45 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269.
In sede di finanziaria 2004 ebbi a presentare un ordine del giorno che impegnava il Governo ad adottare apposita iniziativa legislativa volta a colmare la lacuna denunciata. Il Governo accolse molto favorevolmente l'iniziativa. Ora si fa un passo in avanti, impegnando il Governo ad adottare, nell'ambito dei decreti legislativi che saranno emanati in attuazione della legge di delega, misure che consentano ai Co.Co.Co di chiedere il computo dei citati contributi nell'ambito dell'assicurazione generale obbligatoria. Si colmerà in tal modo una ingiustizia; si compirà un vero atto di socialità. La particolare natura del lavoro atipico imponeva il riconoscimento di questa facoltà (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).
PRESIDENTE. Voglio far presente ai colleghi del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo che il tempo a loro disposizione è di quindici minuti. Non è colpa mia! I colleghi Pennacchi, Carli, Benvenuto e Lucidi sono quattro e se si accordano tra loro il problema non sussiste; mi dispiace poi dover togliere la parola.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pennacchi. Ne ha facoltà.
LAURA MARIA PENNACCHI. Signor Presidente, queste misure sul sistema pensionistico italiano, su cui il Governo ha posto la questione di fiducia, provocano effetti molto gravi e seri, perché costituiscono un taglio alla ricchezza pensionistica degli italiani, sopprimendo di fatto il pensionamento di anzianità, senza creare le condizioni affinché la previdenza complementare si sviluppi, anzi ostacolando questo sviluppo, visto che i fondi pensione su base negoziale vengono equiparati ai conti assicurativi individuali.
Abbiamo molto discusso di tutti questi temi, anche se la posizione della fiducia espropria il Parlamento delle sue funzioni e blocca la possibilità che la discussione abbia degli esiti, ma ormai è il momento di chiederci anche il perché tutto ciò accade, compreso questo esproprio.
È certo che questo non accade per ragioni di sostenibilità finanziaria, come invece spesso si è detto. E basta a dimostrare che non vi sono ragioni di sostenibilità finanziaria il fatto che le misure che verranno adottate saranno poi concretamente applicate dal 2008: vi è un rinvio della loro effettività e questo vuol dire che non c'è alcuna emergenza finanziaria, altrimenti le misure stesse verrebbero applicate immediatamente.
Inoltre, noi sappiamo da tutti i dati che regolarmente ormai da molti anni la Ragioneria mette a nostra disposizione che le riforme - quelle sì vere riforme, non come questa controriforma pensionistica di cui stiamo discutendo - adottate negli anni Novanta hanno realizzato la stabilizzazione della spesa pensionistica rispetto al PIL, una spesa che sarebbe cresciuta arrivando al 23 per cento del prodotto interno lordo senza le riforme adottate, e che, secondo le previsioni della Ragioneria, è oggi intorno al 14 per cento del PIL, mentre alla fine del periodo di previsione sarà addirittura al di sotto del 14 per cento
del PIL: vi si è realizzata quindi una stabilizzazione.
Non vi è dunque alcuna emergenza finanziaria; nemmeno possiamo ritenere che tutto questo accada per ragioni di equità o per dare maggiore flessibilità al nostro sistema pensionistico; anzi, al contrario, le misure, che sono anche state adottate con notevole caoticità e contraddittorietà, distruggono uno dei requisiti più importanti del sistema pensionistico messo in atto dalla legge n. 335 del 1995, cioè la possibilità di scegliere, ad esempio, l'età di pensionamento nell'arco di vita tra i 57 e i 65 anni (come allora previsto). Tale flessibilità era anche un grande vantaggio per le imprese, le quali, come abbiamo a lungo motivato, hanno a volte, per ristrutturazioni o per turnover, motivi per spingere i lavoratori, appena raggiunti i requisiti per il pensionamento di anzianità, ad andare in pensione: non potranno avvalersi di questo canale di flessibilità.
Le ragioni, dunque, per cui tutto questo accade sono altre; sono, in primo luogo, ragioni di utilizzo della materia pensionistica come oggetto di ricatto generalizzato: la materia pensionistica viene usata come uno scalpo.
Peccato che lo scalpo in questione - da offrire a Bruxelles, all'Unione europea - appartenga alle lavoratrici ed ai lavoratori italiani, ai cittadini italiani. Del resto, il Presidente del Consiglio l'ha ricordato quando ha ricattato i suoi alleati: per far accettare alla Lega, ad esempio, di votare la fiducia.
Tutto ciò avviene perché è stata distrutta la finanza pubblica italiana e, con essa, il risanamento attuato dai Governi di centrosinistra. Oggi, si è totalmente incapaci di porre rimedio alla distruzione che è davanti ai nostri occhi (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carli, al quale raccomando la sintesi che ho invano richiesto poco fa. Ha facoltà di parlare, onorevole Carli.
CARLO CARLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è molto grave che il Governo ed il ministro Maroni non abbiano voluto accettare il mio ordine del giorno n. 9/2145-B/83, con il quale propongo, in sostanza, di estendere i diritti assicurati alle lavoratrici dipendenti, alle lavoratrici che, sempre di più, vengono assunte tramite tipologie contrattuali che non le tutelano adeguatamente in caso di maternità.
Il Governo e la maggioranza hanno blindato il provvedimento in esame ed hanno impedito, in tal modo, che avesse luogo un confronto parlamentare (non solo tra maggioranza ed opposizione, perché anche all'interno della stessa maggioranza è stato impedito ai deputati di esprimere opinioni e valutazioni e di dare un contributo).
Inoltre, signor ministro Maroni, cosa le ha fatto cambiare idea rispetto alla dichiarazione secondo la quale sulle pensioni la fiducia non serviva?
ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Non ho cambiato idea!
CARLO CARLI. Come abbiamo visto, signor ministro, così non è stato. Sarebbe interessante che lei ci esponesse le ragioni per le quali ha cambiato così profondamente e radicalmente la sua opinione.
Inoltre, signor ministro, tengo a dirle - ma lei lo sa già - che, nel nostro paese, ci sono condizioni estese di povertà: dai dati dell'INPS risulta che oltre otto milioni e mezzo di pensionati vivono con un reddito inferiore a 750 euro mensili e che la metà non raggiunge i 516 euro al mese!
Quindi, le questioni della povertà e dell'emarginazione sociale dei pensionati al minimo si sono aggravate per effetto della forte spinta inflazionistica e dei rincari che hanno colpito pesantemente proprio i settori in cui i pensionati sono più sensibili (generi alimentari e tariffe).
Il provvedimento in esame è profondamente ingiusto e profondamente sbagliato! Sono convinto che esso sarà senz'altro modificato: ciò accadrà quando noi -
presto - andremo al Governo. Le stesse organizzazioni sindacali hanno affermato che, prima del 2008, la loro forza e la mobilitazione parlamentare porteranno a modificare un provvedimento che è profondamente ingiusto e dannoso per la nostra società (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ringrazio l'onorevole Carli per avere espresso la sua dichiarazione di voto in tre minuti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benvenuto. Ricordo che restano a disposizione del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo otto minuti. Ha facoltà di parlare, onorevole Benvenuto.
GIORGIO BENVENUTO. Signor Presidente, anzitutto, dichiaro di voler aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Lucidi n. 9/2145-B/197, sostanzialmente identico all'ordine del giorno Buontempo n. 9/2145-B/53.
Inoltre, insisto sulle precisazioni fornite dal ministro. Richiamo altresì l'attenzione del Governo e di tutti i colleghi su una modifica che è stata introdotta al Senato di «soppiatto» e che non è stato possibile discutere perché il Governo ha posto la questione di fiducia prima al Senato e poi alla Camera.
Quanto è avvenuto è particolarmente grave perché a favore degli inquilini dell'ENPAF, l'ente di previdenza dei farmacisti, si era espresso, in maniera molto argomentata, anche il Consiglio di Stato. Il parere del Consiglio di Stato è stato cancellato da un'interpretazione inserita nel testo su cui è stata chiesta la fiducia al Senato e confermata alla Camera.
Il ministro ha proposto alcune modifiche dell'ordine del giorno, aggiungendo che il Governo non può farsi garante della salvaguardia dei diritti degli inquilini. Il ministro ha affermato, inoltre, che si deve rispettare l'autonomia dell'ENPAF. Più che salvaguardare l'autonomia dell'ENPAF (capisco quali possano essere le pressioni), inviterei il Governo a rispettare l'autonomia del Consiglio di Stato e del TAR di esprimere giudizi. Sarebbe auspicabile, parlando di autonomia, che fosse salvaguardata l'autonomia del Governo rispetto a pressioni esterne, lobbistiche, che anche l'onorevole Buontempo ha duramente stigmatizzato (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Misto-Verdi-L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucidi. Ne ha facoltà.
MARCELLA LUCIDI. Signor Presidente, precedentemente ho illustrato le ragioni che sottendono il mio ordine giorno n. 9/2145-B/197 (si tratta di una grave analisi illustrata, poco fa, anche dal collega Benvenuto) ed ho esposto gli auspici rispetto al voto finale sul provvedimento in esame.
Chiedo al ministro di rivedere il parere espresso sul mio ordine del giorno. Se lei confermasse tale parere, il suo, più che un giudizio, sembrerebbe un pregiudizio sul merito dell'ordine del giorno stesso. L'ora tarda potrebbe aver indotto il ministro a non accorgersi che il contenuto del mio documento di indirizzo è molto simile a quello dell'ordine del giorno del collega Buontempo, accettato dal Governo. Oltretutto, nel mio ordine del giorno manca quella parte che il ministro ha chiesto al collega Buontempo di eliminare.
Tornando al mio ordine del giorno, ricordo ancora una volta, ad un'aula che gradualmente si sta riempiendo, che l'oggetto è davvero importante e riguarda la vita di molte famiglie ed in particolare un diritto importante, essenziale, ormai difficile da ottenere nel nostro paese: il diritto alla casa. Vorrei invitare il ministro Maroni ad una riflessione. Oggi, il diritto alla casa non può rimanere estraneo alle politiche di welfare di uno Stato. Non possiamo concepire modelli di welfare e confrontarci su di essi senza sapere che attraverso questo diritto si misura davvero la possibilità di una persona, di una famiglia di vivere nella società.
In questo ordine del giorno si affronta anche una questione di giustizia sociale
che non interessa soltanto le famiglie degli inquilini dell'ENPAF, che hanno atteso e auspicato, attraverso la precedente previsione legislativa, di acquistare le case, ma tutti i cittadini ai quali dobbiamo lanciare il messaggio che non ci si schiera dalla parte di chi, con arguzia, perché ha più potere economico, può incidere su un percorso legislativo o sulle scelte del Governo.
Questo sarebbe molto grave. Pertanto, rinnoviamo l'invito al Governo a voler tener conto, nel dispositivo, della gravità della situazione e a favorire le trattative. Non conosco la sua formulazione, signor ministro; noi comunque auspichiamo che il Governo mantenga uno sguardo vigile su ciò che accadrà dopo l'approvazione di questo provvedimento. Se dagli inquilini sarà richiesta la sede opportuna per una trattativa e se questa potrà essere avviata, auspichiamo che la stessa ottenga dal Governo la massima attenzione affinché si possa procedere e andare avanti (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Cristaldi. Ne ha facoltà.
NICOLÒ CRISTALDI. Signor Presidente, intervengo brevemente per chiedere al Governo una riconsiderazione del parere espresso sul mio ordine del giorno n. 9/2145-B/50, che porta la firma anche di tutti i parlamentari di Alleanza nazionale.
In fin dei conti, l'ordine del giorno non prevede altro che l'attivazione di procedure già previste dalla legge, e in particolare dal decreto legislativo n. 374 del 1993. Si chiede di intraprendere delle iniziative per convocare il tavolo previsto dalla legge, che prevede di sottoporre al consiglio sindacale e agli altri componenti dello stesso consiglio la valutazione dell'inserimento della categoria dei pescatori, dei marittimi imbarcati tra le categorie usuranti. La stessa categoria, mi permetto di ricordarlo al ministro, era già prevista nella tabella A dello stesso decreto legislativo n. 334 del 1993. Soltanto successivamente questa indicazione fu inspiegabilmente abolita. Vorrei pregare il ministro di approfondire questo tema.
Insistiamo affinché venga espresso un parere positivo sul mio ordine del giorno n. 9/2145-B/50.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, il sistema previdenziale italiano è sicuramente influenzato dalla rivoluzione demografica in corso (caratterizzata sia dall'abbassamento della natalità sia da quello della mortalità) e richiede quindi maggiori risorse per essere alimentato.
Il problema delle pensioni esiste. L'invecchiamento della popolazione riduce la redditività dei nostri sistemi pensionistici al punto che, a parità di aliquote contributive, non sarà più possibile erogare le pensioni per le prossime generazioni. La riforma Dini ha già affrontato i nodi strutturali che rischiavano di provocare una vera e propria implosione della spesa previdenziale, introducendo un sistema di calcolo contributivo che gradualmente avrebbe dovuto sostituire il vecchio sistema retributivo, salvo apportare, in fase di verifica, aggiustamenti da attuare nel periodo dal 2001 al 2005.
Ebbene, in seguito alla pubblicazione dei dati definitivi del censimento ISTAT del 2001 sulla struttura demografica della popolazione, il numero degli italiani risulta stabile. Ciò che è cambiato, invece, è il rapporto fra bambini ed anziani: per ogni bambino ci sono 3,4 anziani; sono, inoltre, raddoppiati gli ultracentenari. Questi fenomeni porteranno ad un netto peggioramento del trattamento pensionistico dovuto alla riduzione dei contributi versati e ad un aumento del costo delle prestazioni previdenziali per l'allungamento della vita media. Soltanto in pochi casi si supererà il 50 per cento dell'ultimo compenso o dell'ultima retribuzione. Il Governo, però, ha scelto di fare questa riforma, in questo momento e in tempi
brevissimi, perché ha urgenza di regolarizzare i conti interni, modificando le regole delle pensioni.
Questa riforma, com'è stata presentata dal Governo, e nei tempi con cui è stata presentata, non c'entra nulla con i problemi della previdenza, né mira a risolverli: serve solo a far quadrare i conti del bilancio interno, con i parametri richiesti dall'Europa.
Non sorprende, dunque, che Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti abbiano enfatizzato l'assoluta necessità di intervenire sul sistema pensionistico per garantire la sua sostenibilità finanziaria, la valenza europea di tale riforma e la sua presunta equità, evitando ogni riferimento allo scontro generazionale.
In realtà, l'attuale riforma è tutt'altro che socialmente equa: di tutto si può parlare, ma sicuramente non di equità della riforma delle pensioni! Infatti, l'aumento delle aliquote contributive e l'irrigidimento dei criteri di accesso al sistema pensionistico accollano i costi della riforma ai lavoratori, mentre la riduzione della generosità delle prestazioni danneggia i pensionati. Si tratta di una riforma concepita per incidere a danno dei lavoratori e dei pensionati, e pertanto è una riforma che deve essere assolutamente rivista e modificata.
A ben vedere, anche l'equiparazione dei fondi pensione contrattuali a quelli aperti, gestiti quasi sempre dalle assicurazioni, mina alla base la finalità sociale del sistema previdenziale. Le compagnie e le assicurazioni, infatti, premevano da tempo per la completa equiparazione, anche fiscale, dei fondi pensione. Non bisogna dimenticare, tuttavia, che i fondi pensione hanno una finalità sociale che sicuramente non rientra in quella delle compagnie assicurative, le cui prestazioni, infatti, non formeranno oggetto di negoziazione con le parti sociali, rappresentate dalle organizzazioni sindacali.
In questa riforma, inoltre, si trascura totalmente il problema dei contributi dei lavoratori autonomi, che risulterebbero estremamente danneggiati dalla nuova disciplina e per i quali si prevede la possibilità di aumentare la contribuzione, attualmente intorno al 17 per cento, con la conseguenza che, per tale categoria, a seguito della riforma si manifesterà comunque la necessità di ricorrere sempre alla previdenza integrativa.
D'altra parte, il progetto del Governo di dirottare verso i fondi pensione, attraverso il meccanismo del silenzio-assenso, gli accantonamenti futuri del trattamento di fine rapporto è una soluzione che riguarda solo 11 milioni di lavoratori, tralasciando i restanti 11 milioni di lavoratori autonomi, che più di tutti avranno bisogno della pensione integrativa. Infatti a regime, dopo la riforma, con una contribuzione obbligatoria del 33 per cento, i dipendenti potranno contare su un rapporto tra pensione ed ultima retribuzione pari al 61 per cento. Per gli 11 milioni di lavoratori autonomi, invece, sui quali grava una contribuzione effettiva del 10-16 per cento, tale rapporto sarà compreso...
PRESIDENTE. Onorevole Di Gioia...
LELLO DI GIOIA. ...tra il 22-23 ed il 31 per cento.
È inevitabile, come già detto, che si debbano integrare i contributi obbligatori...
PRESIDENTE. Onorevole Di Gioia, il tempo a sua disposizione è esaurito e le sarei grato se concludesse!
LELLO DI GIOIA. Tento di concludere rapidamente...
PRESIDENTE. Non deve tentare, lo deve fare!
LELLO DI GIOIA. Tento di tentare di concludere rapidamente (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale)...
LUIGI MURATORI. Basta!
LELLO DI GIOIA. Egregio Presidente, credo che le proteste siano un atto di grande inciviltà, perché ogni volta noi
ascoltiamo con dovuta pazienza gli interventi, anche inconcludenti, che sistematicamente fate da quella parte! Vergognatevi anche per questo (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-socialisti democratici italiani, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, Misto-Comunisti italiani, Misto-Verdi-L'Ulivo e Misto-Minoranze linguistiche - Vivi commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale)!
PRESIDENTE. Ora però concluda, perché altrimenti fa vergognare me di non averla interrotta!
LELLO DI GIOIA. Io concludo...
PRESIDENTE. Ed io ho dei doveri verso tutti, anche verso di lei!
LELLO DI GIOIA. Concludo dicendo questo, signor Presidente: che la riforma andrà ad incidere tra i più deboli e sui più deboli e noi saremo con le organizzazioni sindacali per difendere i diritti dei cittadini e dei lavoratori italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-socialisti democratici italiani, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, Misto-Comunisti italiani, Misto-Verdi-L'Ulivo e Misto-Minoranze linguistiche - Vivi commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale)!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vorrei rilevare che, quando si pratica l'ostruzionismo, si crea un problema che riguarda non solo l'esercizio di un diritto, ma anche la limitazione dello stesso nei tempi previsti. Pertanto, quando si va oltre, non si commette qualcosa di cattivo, ma si fa qualcosa che non corrisponde agli impegni che si sono assunti nel momento in cui si è scelto questo tipo di battaglia (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale)!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pistone, alla quale ricordo che ha 5 minuti di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.
GABRIELLA PISTONE. Signor Presidente, le misure assunte con il provvedimento in esame sono assai gravi, come hanno già spiegato, in maniera eccelsa, i miei colleghi. Siamo in tanti a dirlo, ma sono in tanti a pensarlo nel popolo italiano e tra i cittadini italiani.
Non ci sono misure di tutela di natura previdenziale specifica. Sono misure contro i più deboli. Noi staremo dalla parte dei più deboli. Penso che sarebbero stati ben altri i provvedimenti da prendere, a partire, ad esempio, da quelli contenuti in alcuni nostri ordini del giorno, come l'esigenza di avere più ispettori del lavoro, con una specifica competenza: verificare gli evasori contributivi. Si tratta di una misura molto importante ed utile. Si potevano e dovevano colpire coloro che danneggiano la previdenza, ed i lavoratori in particolare.
Vorrei, inoltre, parlare a proposito di due ordini del giorno che vorrei sottoscrivere: sono, rispettivamente, gli ordini del giorno Bellini n. 9/2145-B/44 e Buontempo n. 9/2145-B/53. Sottoscrivo il primo, assolutamente analogo per materia a quello a mia prima firma n. 9/2145-B/199, e che, sostanzialmente, pone il problema relativo ai ballerini ed ai tersicorei. Riguardo a queste categorie, nel provvedimento sono previste misure assolutamente incomprensibili e quasi risibili.
GABRIELLA PISTONE. Sottoscrivo anche l'ordine del giorno Buontempo n. 9/2145-B/53, poiché anche il nostro ordine del giorno Lucidi n. 9/2145-B/197 riguarda il problema dell'ENPAF, sollevato in aula - in maniera molto calorosa - dal collega Buontempo, con il quale ci siamo trovati mille e una volta a sostenere le stesse identiche ragioni presso i comitati degli inquilini dell'ENPAF. Vorrei dire al collega Buontempo che questa era un'occasione d'oro per dimostrare il suo dissenso verso la propria maggioranza rispetto a tale tema ed a tanti altri che, evidentemente, non sono da lui condivisi.
Vorrei poi sommessamente suggerire al ministro Maroni di rivedere la propria posizione sull'ordine del giorno Lucidi n. 9/2145-B/197, che riguarda una questione molto delicata e sulla quale sia il TAR sia il Consiglio di Stato si sono espressi. Non accettarlo significa dare un giudizio contrario a ciò che una parte della magistratura ha già espresso, con giudizi assolutamente netti e condivisibili, dal nostro punto di vista.
Chiedo anche che sia espresso un giudizio positivo su ordini del giorno specifici, come quello riguardante l'amianto, perché ritengo sia assolutamente nostro dovere, come parlamentari, essere custodi di alcuni lavoratori che hanno solo pagato nella propria vita lavorativa e che non hanno bisogno di subire ulteriori atteggiamenti negativi (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Comunisti italiani e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bielli, al quale ricordo che ha a disposizione un minuto e venti secondi di tempo. Ne ha facoltà.
VALTER BIELLI. Signor Presidente, domando un po' di attenzione al ministro Maroni, perché credo che non abbia letto attentamente il mio ordine del giorno n. 9/2145-B/97, volto a chiedere che si rispetti ciò che Berlusconi ha detto in una trasmissione televisiva di fronte a Bruno Vespa, quando ha siglato il «contratto con gli italiani». Vi era l'impegno a dare un milione di lire a tutti i pensionati. È un impegno che avete sottoscritto. Chiedo che il Governo si impegni a tener conto degli accordi sottoscritti!
Qualora il ministro Maroni non avesse letto il mio ordine del giorno n. 9/2145-B/97, lo invito a chiedere il parere al ministro Giovanardi o ad altri ministri, perché si tratta di affermazioni che avete fatte ed è strano che ciò che avete affermato non siete neanche in grado di accoglierlo come ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà. Ricordo all'onorevole Boato che ha cinque minuti di tempo a disposizione.
MARCO BOATO. Signor Presidente, cercherò di essere più sintetico e di svolgere il mio intervento in un tempo più breve.
Vorrei ringraziare il ministro Maroni che, in sede di formulazione puntuale dei pareri, al di là dei dissensi e dei consensi che possiamo manifestare, ha attirato la nostra attenzione sul mio ordine del giorno n. 9/2145-B/56, sottoscritto anche dai colleghi Bulgarelli, Cento, Cima, Lion, Pecoraro Scanio e Zanella, riguardante i cosiddetti fondi pensione etici. Tale ordine del giorno - che fa riferimento all'articolo 1, comma 2, del provvedimento in esame, concernente le forme pensionistiche complementari, collettive e individuali a cui conferire il trattamento di fine rapporto - impegna il Governo ad adottare opportune iniziative per incentivare la diffusione dei fondi pensione etici socialmente ed ecologicamente responsabili. Mi sembra che il ministro Maroni accetti questa parte dell'ordine del giorno e proponga una riformulazione per la restante parte. Si stabilisce, infatti, per essi una tassazione più favorevole, senza quantificarla - come noi facciamo - rispetto al regime tributario previsto per i fondi pensione stabiliti dal decreto legislativo n. 124 del 1993 e successive modificazioni.
Il ministro ci ha chiesto anche di stralciare dal dispositivo dell'ordine del giorno la parte in cui cerchiamo di specificare meglio le caratteristiche di questi fondi etici. Vorrei ringraziarlo dell'attenzione che ha prestato e vorrei ricordare che, in sede di espressione del parere, ha fatto riferimento all'articolo 1, comma 2, lettera l), della delega, nella quale (ho svolto un controllo anche per rispetto alle sue osservazioni) si fa riferimento all'obbligo di specificare, per le forme pensionistiche complementari, se e in quale misura siano presi in considerazione aspetti sociali, etici ed ambientali nella
gestione delle risorse così come nell'esercizio dei diritti legati alla proprietà.
Vorrei solo ricordare - almeno affinché ne resti traccia negli atti dell'Assemblea - che, in modo pienamente compatibile con quanto scritto nella lettera l), del comma 2, dell'articolo 1, il nostro ordine del giorno, nella parte che il ministro ci chiede di riformulare, intendeva definire a tal fine come etici quei fondi che dichiarano, tra i criteri guida degli investimenti, criteri morali orientati su imprese che in primo luogo adottano politiche virtuose in tema di rispetto dell'ambiente; in secondo luogo, rispettano i diritti umani e, in particolare, bandiscono lo sfruttamento del lavoro minorile e infantile; in terzo luogo, favoriscono lo sviluppo dell'occupazione; in quarto luogo, rispettano l'etica professionale nella conduzione degli affari; in quinto luogo, non investono nel settore degli armamenti, del gioco d'azzardo e della pornografia ed infine non praticano sperimentazioni non rispettose della salute e del benessere degli animali.
Poiché miriamo alla sostanza e prendiamo atto positivamente del fatto che il ministro ha accettato l'ordine del giorno, purché riformulato, accogliamo la richiesta di riformulazione e non insisteremo per la votazione. Però, ci tenevo che rimanesse traccia nel nostro dibattito, pur così difficile, e nel nostro resoconto stenografico di quali fossero le esplicitazioni delle finalità che fanno riferimento alla lettera l) del comma 2 dell'articolo 1, in modo che, in sede di esercizio della delega, il Governo ne possa comunque tenere conto. La ringrazio, signor Presidente, anche per l'attenzione prestata all'ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gasperoni. Ne ha facoltà. Ricordo all'onorevole Gasperoni che ha 30 secondi di tempo a disposizione.
PIETRO GASPERONI. Signor Presidente, intervengo solo per chiedere al ministro Maroni di riconsiderare il parere espresso sul mio ordine del giorno n. 9/2145-B/32, in considerazione del fatto che poche decine di ex funzionari dell'INPS attendono la realizzazione di un impegno teso a sanare una situazione di stridente disparità. Si tratta, signor ministro, di far sì almeno che l'INPS soprassieda alla richiesta di restituzione di somme pensionistiche del passato in termini di sanatoria.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare per dichiarazione di voto, chiedo ai colleghi se insistano o meno per la votazione degli ordini del giorno.
LUCIANO VIOLANTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, dal momento che alcuni colleghi hanno chiesto al Governo se intendeva riconsiderare il parere è espresso, vorremmo sapere qual è la posizione del ministro: può anche non accettarli!
PRESIDENTE. Il Governo si esprimerà in sede di votazione.
Prendo atto che l'onorevole Francesca Martini non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/1, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che gli onorevoli Dario Galli e Guido Giuseppe Rossi accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dei loro ordini del giorno n.9/2145-B/2 e n.9/2145-B/3. Prendo altresì atto che gli onorevoli Biondi e Fiori accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dei loro ordini del giorno n. 9/2145-B/4 e n. 9/2145-B/5.
Prendo atto, infine, che l'onorevole Daniele Galli non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/6.
Chiedo all'onorevole Molinari se acceda all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/7.
GIUSEPPE MOLINARI. No, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Molinari n. 9/2145-B/7, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 497
Maggioranza 249
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 287).
Chiedo all'onorevole Pasetto se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/8.
GIORGIO PASETTO. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pasetto n. 9/2145-B/8, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 494
Maggioranza 248
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 285).
Prendo atto che i presentatori degli identici ordini del giorno Delbono n. 9/2145-B/9, Benvenuto n. 9/2145-B/10 e Di Giandomenico n. 9/2145-B/148 accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione.
Chiedo all'onorevole Castagnetti se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/11.
PIERLUIGI CASTAGNETTI. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Castagnetti n. 9/2145-B/11, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 495
Maggioranza 248
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 284).
Chiedo all'onorevole Camo se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/12.
GIUSEPPE CAMO. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Camo n. 9/2145-B/12, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 494
Maggioranza 248
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 284).
Prendo atto che l'onorevole Strano accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo del giorno n. 9/2145-B/13.
Prendo atto che l'onorevole Perrotta non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/14.
Chiedo all'onorevole Santori se acceda all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/15.
ANGELO SANTORI. No, signor Presidente, vorrei chiedere al Governo di riconsiderare questo ordine del giorno, soprattutto nella lettera a), dove si chiede di rivedere le disposizioni concernenti la determinazione induttiva del fabbisogno di manodopera, sulla base di criteri oggettivi. Per quanto riguarda la lettera d), si invita il Governo a recepire le indicazioni contenute nell'avviso comune per l'emersione del lavoro irregolare nel settore dell'agricoltura.
ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Santori n. 9/2145-B/15 modificando il parere precedentemente espresso.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Bottino accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno 9/2145-B/16.
Prendo altresì atto che l'onorevole Duilio accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/17.
Prendo atto infine che i presentatori degli ordini del giorno Squeglia n. 9/2145-B/18, Lusetti n. 9/2145-B/19, Montecchi n. 9/2145-B/20 e Gastaldi n. 9/2145-B/21 non insistono per la votazione.
Chiedo all'onorevole Annunziata se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/21.
ANDREA ANNUNZIATA. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Annunziata n. 9/2145-B/21, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 495
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 285).
Chiedo all'onorevole Carbonella se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/22.
GIOVANNI CARBONELLA. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Sta bene.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carbonella n. 9/2145-B/22, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 504
Votanti 501
Astenuti 3
Maggioranza 251
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 289).
Prendo atto che l'onorevole Ruggeri insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/23.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ruggeri n. 9/2145-B/23, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 497
Astenuti 2
Maggioranza 249
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 287).
Prendo atto che l'onorevole Santino Adamo Loddo insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/24.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Santino Adamo Loddo n. 9/2145-B/24, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge(Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 497
Astenuti 2
Maggioranza 249
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 282).
Prendo atto che l'onorevole Tonino Loddo insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/25.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tonino Loddo n. 9/2145-B/25, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 287).
Prendo atto che l'onorevole Marino insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/26.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marino n. 9/2145-B/26, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 498
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 286).
Chiedo all'onorevole Fusillo se acceda all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/27.
NICOLA FUSILLO. No, signor Presidente e insisto per la votazione.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fusillo n. 9/2145-B/27, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 501
Maggioranza 251
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 290).
Prendo atto che l'onorevole Rocchi insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/28.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rocchi n. 9/2145-B/28, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 493
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 286).
Prendo atto che l'onorevole Reduzzi insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/29.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Reduzzi n. 9/2145-B/29, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 500
Maggioranza 251
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 289).
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Banti n. 9/2145-B/30 e Ladu n. 9/2145-B/31, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Banti n. 9/2145-B/30, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 284).
Prendo atto che l'onorevole Fusillo non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ladu n. 9/2145-B/31, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 500
Maggioranza 251
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 286).
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno Gasperoni n. 9/2145-B/32.
ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, a condizione che nel dispositivo, dopo le parole «al fine di» vengano inserite le parole «impegnare l'INPS a», il Governo accetta l'ordine del giorno Gasperoni n. 9/2145-B/32.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Gasperoni accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Guerzoni n. 9/2145-B/33 e Agostini n. 9/2145-B/34, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guerzoni n. 9/2145-B/33, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 502
Maggioranza 252
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Agostini n. 9/2145-B/34, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 501
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 288).
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Di Serio D'Antona n. 9/2145-B/35 non accettano la riformulazione proposta dal Governo ed insistono per la votazione dell'ordine del giorno.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Serio D'Antona, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 495
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 285).
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Sciacca n. 9/2145-B/36, Motta n. 9/2145-B/37, Pennacchi n. 9/2145-B/38, Cordoni n. 9/2145-B/39, Diana n. 9/2145-B/40, Lulli n. 9/2145-B/41, Battaglia n. 9/2145-B/42 e Trupia n. 9/2145-B/43, non accettati Governo, insistono per la votazione dei loro ordini del giorno.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sciacca n. 9/2145-B/36, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 499
Maggioranza 250
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Motta n. 9/2145-B/37, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 499
Maggioranza 250
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pennacchi n. 9/2145-B/38, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 495
Maggioranza 248
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 285).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del
giorno Cordoni n. 9/2145-B/39, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 493
Maggioranza 247
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 284).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Diana n. 9/2145-B/40, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 498
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 286).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lulli n. 9/2145-B/41, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 495
Maggioranza 248
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 281).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Battaglia n. 9/2145-B/42, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e Votanti 497
Maggioranza 249
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 285).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Trupia n. 9/2145-B/43, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 500
Astenuti 2
Maggioranza 251
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 290).
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Bellini n. 9/2145-B/44 e Anna Maria Leone n. 9/2145-B/45 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dei loro ordini del giorno, accettati dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Ranieli accede all'invito al ritiro avanzato dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/46.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Peretti n. 9/2145-B/47 e Mereu n. 9/2145-B/49 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dei loro ordini del giorno, accettati dal Governo.
Passiamo all'ordine del giorno Cristaldi n. 9/2145-B/50
ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, se riformulato come avevo precedentemente chiesto, cioè eliminando i tre paragrafi della premessa, il Governo accetta l'ordine del giorno Cristaldi n. 9/2145-B/50.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Cristaldi accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, essendo il mio ordine del giorno n. 9/2145-B/51 di contenuto analogo all'ordine del giorno Cristaldi n. 9/2145-B/50, chiedo al Governo l'opportunità di riformularlo perché possa essere accettato.
ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Marinello n. 9/2145-B/51, a condizione che venga riformulato.
PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo accede alla richiesta di riconsiderare il parere precedentemente espresso sull'ordine del giorno Marinello 9/2145-B/51 e che i presentatori non insistono per la votazione.
Prendo atto che l'onorevole Giacco non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/52, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Buontempo n. 9/2145-B/53 e Nannicini n. 9/2145-B/54 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dei loro ordini del giorno, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Nan n. 9/2145-B/55, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nan n. 9/2145-B/55, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 489
Astenuti 8
Maggioranza 245
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 274).
Prendo atto che l'onorevole Boato accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/56, accettato dal Governo.
Prendo, altresì, atto che l'onorevole Bulgarelli accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/57, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Cento n. 9/2145-B/58, Cima n. 9/2145-B/59 e Pecoraro Scanio n. 9/2145-B/60, non accettati del Governo, insistono per la votazione dei loro ordini del giorno.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cento n. 9/2145-B/58, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 498
Astenuti 3
Maggioranza 250
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 291).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cima n. 9/2145-B/59, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 504
Votanti 493
Astenuti 11
Maggioranza 247
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pecoraro Scanio n. 9/2145-B/60, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 495
Astenuti 5
Maggioranza 248
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 297).
Prendo atto che l'onorevole Zanella non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/61, accettato dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Lion insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/62, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lion n. 9/2145-B/62, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 497
Astenuti 4
Maggioranza 249
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 286).
Prendo atto che l'onorevole Riccio non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/63, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Crisci n. 9/2145-B/64, Magnolfi n. 9/2145-B/65, Ruzzante n. 9/2145-B/66, Bettini n. 9/2145-B/68, Roberto Barbieri n. 9/2145-B/69, Bandoli n. 9/2145-B/70 e Angioni n. 9/2145-B/71, non accettati del Governo, insistono per la votazione dei loro ordini del giorno.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crisci n. 9/2145-B/64, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 503
Votanti 502
Astenuti 1
Maggioranza 252
Hanno votato sì 215
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Magnolfi n. 9/2145-B/65, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 493
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 285).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ruzzante n. 9/2145-B/66, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 497
Astenuti 5
Maggioranza 249
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 290).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bettini n. 9/2145-B/68, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 496
Astenuti 4
Maggioranza 249
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 286).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Roberto Barbieri n. 9/2145-B/69, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 493
Astenuti 8
Maggioranza 247
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 290).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bandoli n. 9/2145-B/70, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 492
Votanti 484
Astenuti 8
Maggioranza 243
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 277).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Angioni n. 9/2145-B/71, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 498
Astenuti 3
Maggioranza 250
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 287).
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Amici n. 9/2145-B/72 e Albonetti n. 9/2145-B/73 accolgono la riformulazione dei loro ordini del giorno, accettati dal Governo, e non insistono per la loro votazione.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Adduce n. 9/2145-B/74 e Abbondanzieri n. 9/2145-B/75, non accettati del Governo, insistono per la votazione dei loro ordini del giorno.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Adduce n. 9/2145-B/74, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 491
Astenuti 7
Maggioranza 246
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 300).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Abbondanzieri n. 9/2145-B/75, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 504
Votanti 500
Astenuti 4
Maggioranza 251
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 289).
Prendo atto che l'onorevole Coluccini non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/76, accettato dal Governo.
Prendo, altresì, atto che l'onorevole Cialente non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/77, accolto dal Governo come raccomandazione, e che i presentatori degli ordini del giorno Chiti n. 9/2145-B/78 e Chiaromonte n. 9/2145-B/79, accettati dal Governo, non insistono per la votazione.
Prendo atto inoltre che i presentatori degli ordini del giorno Chianale n. 9/2145-B/80, Cennamo n. 9/2145-B/81, Cazzaro n. 9/2145/82, Carli n. 9/2145-B/83, Carboni n. 9/2145-B/84, Capitelli n. 9/2145-B/85, Calzolaio n. 9/2145-B/86 e Caldarola n. 9/2145-B/87, non accettati del Governo, insistono per la votazione dei loro ordini del giorno.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Chianale n. 9/2145-B/80, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 503
Votanti 499
Astenuti 4
Maggioranza 250
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cennamo n. 9/2145-B/81, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 498
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 290).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cazzaro n. 9/2145-B/82, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 503
Votanti 498
Astenuti 5
Maggioranza 250
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 286).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carli n. 9/2145-B/83, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 495
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 288).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carboni n. 9/2145-B/84, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 489
Astenuti 9
Maggioranza 245
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Capitelli n. 9/2145-B/85, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 496
Astenuti 3
Maggioranza 249
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 288).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Calzolaio n. 9/2145-B/86, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 490
Astenuti 11
Maggioranza 246
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 286).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caldarola n. 9/2145-B/87, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 489
Astenuti 5
Maggioranza 245
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 286).
Prendo atto che l'onorevole Cabras non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/88, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Burlando n. 9/2145-B/89, Buglio n. 9/2145-B/90, Bova n. 9/2145-B/91, Borrelli n. 9/2145-B/92, Bonito n. 9/2145-B/93, Bolognesi n. 9/2145/94, Boiardi n. 9/2145-B/95, Bogi n. 9/2145-B/96 e Bielli n. 9/2145-B/97, non accettati del Governo, insistono per la votazione dei loro ordini del giorno.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Burlando n. 9/2145-B/89, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 489
Astenuti 5
Maggioranza 245
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Buglio n. 9/2145-B/90, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 484
Astenuti 12
Maggioranza 243
Hanno votato sì 154
Hanno votato no 330).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bova n. 9/2145-B/91, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 493
Astenuti 9
Maggioranza 247
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 292).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borrelli n. 9/2145-B/92, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 488
Astenuti 10
Maggioranza 245
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bonito n. 9/2145-B/93, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 496
Astenuti 4
Maggioranza 249
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bolognesi n. 9/2145-B/94, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 502
Votanti 491
Astenuti 11
Maggioranza 246
Hanno votato sì 188
Hanno votato no 303).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Boiardi n. 9/2145-B/95, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 489
Astenuti 5
Maggioranza 245
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bogi n. 9/2145-B/96, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 505
Votanti 502
Astenuti 3
Maggioranza 252
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bielli n. 9/2145-B/97, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 489
Astenuti 6
Maggioranza 245
Hanno votato sì 172
Hanno votato no 317).
Prendo atto che l'onorevole Dameri accoglie la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/98, accettato dal Governo, e non insiste per la votazione.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno da Crucianelli n. 9/2145-B/99 a Volpini n. 9/2145-B/196 insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crucianelli n. 9/2145-B/99, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 484
Astenuti 15
Maggioranza 243
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Innocenti n. 9/2145-B/100, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 496
Astenuti 4
Maggioranza 249
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 294).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Brasi n. 9/2145-B/101, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 488
Astenuti 9
Maggioranza 245
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 286).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Manzini n. 9/2145-B/102, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 497
Astenuti 4
Maggioranza 249
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 292).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Maran n. 9/2145-B/103, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 491
Astenuti 9
Maggioranza 246
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 298).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Raffaella Mariani n. 9/2145-B/104, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 488
Astenuti 9
Maggioranza 245
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 284).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marone n. 9/2145-B/105, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 500
Votanti 492
Astenuti 8
Maggioranza 247
Hanno votato sì 179
Hanno votato no 313).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Martella n. 9/2145-B/106, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 489
Astenuti 10
Maggioranza 245
Hanno votato sì 190
Hanno votato no 299).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mazzarello n. 9/2145-B/107, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 490
Astenuti 6
Maggioranza 246
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 290).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Minniti n. 9/2145-B/108, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 493
Astenuti 8
Maggioranza 247
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 294).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mussi n. 9/2145-B/109, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 491
Astenuti 6
Maggioranza 246
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nigra n. 9/2145-B/110, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 484
Astenuti 12
Maggioranza 243
Hanno votato sì 178
Hanno votato no 306).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Olivieri n. 9/2145-B/111, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 485
Astenuti 13
Maggioranza 243
Hanno votato sì 184
Hanno votato no 301).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ottone n. 9/2145-B/112, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 492
Astenuti 3
Maggioranza 247
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Petrella n. 9/2145-B/113, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 486
Astenuti 10
Maggioranza 244
Hanno votato sì 160
Hanno votato no 326).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Panattoni n. 9/2145-B/114, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 489
Astenuti 7
Maggioranza 245
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 297).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Piglionica n. 9/2145-B/115, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 491
Astenuti 5
Maggioranza 246
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Alberta De Simone n. 9/2145-B/116, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 481
Astenuti 12
Maggioranza 241
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 286).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Filippeschi n. 9/2145-B/117, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 492
Votanti 487
Astenuti 5
Maggioranza 244
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Folena n. 9/2145-B/118, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 487
Astenuti 10
Maggioranza 244
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 281).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grandi n. 9/2145-B/119, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 486
Astenuti 11
Maggioranza 244
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 288).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grignaffini n. 9/2145-B/120, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 498
Astenuti 3
Maggioranza 250
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 285).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grillini n. 9/2145-B/121, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 494
Astenuti 7
Maggioranza 248
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 277).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Luca n. 9/2145-B/122, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 489
Astenuti 4
Maggioranza 245
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 282).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Duca n. 9/2145-B/123, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 489
Astenuti 6
Maggioranza 245
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 284).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Finocchiaro n. 9/2145-B/124, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 493
Astenuti 5
Maggioranza 247
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 281).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fluvi n. 9/2145-B/125, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 488
Astenuti 6
Maggioranza 245
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 283).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fumagalli n. 9/2145-B/126, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 484
Astenuti 10
Maggioranza 243
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 283).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gambini n. 9/2145-B/127, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 492
Votanti 485
Astenuti 7
Maggioranza 243
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 281).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giulietti n. 9/2145-B/128, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 492
Astenuti 3
Maggioranza 247
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 292).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tocci n. 9/2145-B/129, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 490
Astenuti 8
Maggioranza 246
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 280).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luongo n. 9/2145-B/130, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 492
Astenuti 5
Maggioranza 247
Hanno votato sì 176
Hanno votato no 316).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nieddu n. 9/2145-B/131, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 488
Astenuti 7
Maggioranza 245
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 285).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Labate n. 9/2145-B/132, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 492
Votanti 487
Astenuti 5
Maggioranza 244
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 279).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Leoni n. 9/2145-B/133, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 491
Astenuti 7
Maggioranza 246
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 285).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pinotti n. 9/2145-B/134, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 482
Astenuti 14
Maggioranza 242
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 284).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lucà n. 9/2145-B/135, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 480
Astenuti 7
Maggioranza 241
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 282).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lumia n. 9/2145-B/136, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 489
Astenuti 5
Maggioranza 245
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 285).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mancini n. 9/2145-B/137, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 485
Astenuti 8
Maggioranza 243
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paola Mariani n. 9/2145-B/138, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 491
Votanti 483
Astenuti 8
Maggioranza 242
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 288).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mariotti n. 9/2145-B/139, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 486
Astenuti 4
Maggioranza 244
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 280).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Maurandi n. 9/2145-B/140, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 482
Astenuti 8
Maggioranza 242
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 279).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Melandri n. 9/2145-B/141, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 487
Astenuti 6
Maggioranza 244
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 291).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vertone n. 9/2145-B/142, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 493
Astenuti 6
Maggioranza 247
Hanno votato sì 169
Hanno votato no 324).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sgobio n. 9/2145-B/143, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 491
Astenuti 3
Maggioranza 246
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 288).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Gioia n. 9/2145-B/144, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 488
Astenuti 5
Maggioranza 245
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 282).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pappaterra n. 9/2145-B/145, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 480
Astenuti 5
Maggioranza 241
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ceremigna n. 9/2145-B/146, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 493
Astenuti 5
Maggioranza 247
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 286).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Diliberto n. 9/2145-B/147, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 491
Votanti 481
Astenuti 10
Maggioranza 241
Hanno votato sì 170
Hanno votato no 311).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Buemi n. 9/2145-B/148, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 492
Astenuti 3
Maggioranza 247
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 299).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grotto n. 9/2145-B/149, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 489
Astenuti 6
Maggioranza 245
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 284).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Burtone n. 9/2145-B/150, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 489
Votanti 484
Astenuti 5
Maggioranza 243
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 284).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mosella n. 9/2145-B/151, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 490
Astenuti 3
Maggioranza 246
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Meduri n. 9/2145-B/152, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 492
Astenuti 4
Maggioranza 247
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Morgando n. 9/2145-B/153, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 501
Votanti 500
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato sì 218
Hanno votato no 282).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Monaco n. 9/2145-B/154, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 492
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 293).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Milana n. 9/2145-B/155, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 491
Astenuti 8
Maggioranza 246
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 290).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Merlo n. 9/2145-B/156, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 493
Astenuti 5
Maggioranza 247
Hanno votato sì 200
Hanno votato no 293).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Micheli n. 9/2145-B/157, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 496
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 288).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Franceschini n. 9/2145-B/158, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 488
Astenuti 11
Maggioranza 245
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 290).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mattarella n. 9/2145-B/159, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 493
Astenuti 4
Maggioranza 247
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 284).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marini n. 9/2145-B/160, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 476
Astenuti 10
Maggioranza 239
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marcora n. 9/2145-B/161, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 491
Votanti 483
Astenuti 8
Maggioranza 242
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 276).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mantini n. 9/2145-B/162, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 482
Astenuti 8
Maggioranza 242
Hanno votato sì 136
Hanno votato no 346).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Maccanico n. 9/2145-B/163, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 470
Astenuti 6
Maggioranza 236
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 279).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Loiero n. 9/2145-B/164, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 484
Astenuti 9
Maggioranza 243
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lettieri n. 9/2145-B/165, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 489
Votanti 484
Astenuti 5
Maggioranza 243
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/2145-B/166, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 492
Votanti 484
Astenuti 8
Maggioranza 243
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 286).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giachetti n. 9/2145-B/167, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 482
Astenuti 13
Maggioranza 242
Hanno votato sì 135
Hanno votato no 347).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gentiloni Silveri n. 9/2145-B/168, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 489
Votanti 488
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 291).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gambale n. 9/2145-B/169, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 487
Astenuti 7
Maggioranza 244
Hanno votato sì 164
Hanno votato no 323).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Frigato n. 9/2145-B/170, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 489
Astenuti 5
Maggioranza 245
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 286).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fistarol n. 9/2145-B/171, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 481
Astenuti 9
Maggioranza 241
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 284).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fioroni n. 9/2145-B/172 , non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 491
Votanti 476
Astenuti 15
Maggioranza 239
Hanno votato sì 112
Hanno votato no 364).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fanfani n. 9/2145-B/173, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 472
Astenuti 7
Maggioranza 237
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 276).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Colasio n. 9/2145-B/174, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 484
Votanti 470
Astenuti 14
Maggioranza 236
Hanno votato sì 163
Hanno votato no 307).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ciani n. 9/2145-B/175, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 489
Astenuti 4
Maggioranza 245
Hanno votato sì 205
Hanno votato no 284).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carra n. 9/2145-B/176, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 482
Votanti 475
Astenuti 7
Maggioranza 238
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 286).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bressa n. 9/2145-B/177, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 484
Votanti 479
Astenuti 5
Maggioranza 240
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 285).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bimbi n. 9/2145-B/178, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 486
Astenuti 11
Maggioranza 244
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 283).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Realacci n. 9/2145-B/179, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 481
Votanti 471
Astenuti 10
Maggioranza 236
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 273).
Prendo atto che l'onorevole Volontè non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Piscitello n. 9/2145-B/180, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 488
Astenuti 5
Maggioranza 245
Hanno votato sì 116
Hanno votato no 372).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pinza n. 9/2145-B/181, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 488
Astenuti 5
Maggioranza 245
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Papini n. 9/2145-B/182, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 482
Astenuti 12
Maggioranza 242
Hanno votato sì 169
Hanno votato no 313).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gerardo Bianco n. 9/2145-B/183 , non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 488
Astenuti 10
Maggioranza 245
Hanno votato sì 230
Hanno votato no 258).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ruta n. 9/2145-B/184, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 494
Astenuti 4
Maggioranza 248
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 291).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rusconi n. 9/2145-B/185, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 495
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 288).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rosato n. 9/2145-B/186, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 492
Astenuti 3
Maggioranza 247
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 284).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Enzo Bianco n. 9/2145-B/187, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 474
Astenuti 22
Maggioranza 238
Hanno votato sì 145
Hanno votato no 329).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Santagata n. 9/2145-B/188, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 498
Votanti 485
Astenuti 13
Maggioranza 243
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 290).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sinisi n. 9/2145-B/189, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 496
Votanti 487
Astenuti 9
Maggioranza 244
Hanno votato sì 193
Hanno votato no 294).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Soro n. 9/2145-B/190, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 499
Votanti 492
Astenuti 7
Maggioranza 247
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tanoni n. 9/2145-B/191, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 497
Votanti 484
Astenuti 13
Maggioranza 243
Hanno votato sì 186
Hanno votato no 298).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giovanni Bianchi n. 9/2145-B/192, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 482
Astenuti 11
Maggioranza 242
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 271).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tuccillo n. 9/2145-B/193, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 484
Astenuti 9
Maggioranza 243
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vernetti n. 9/2145-B/194, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 494
Votanti 483
Astenuti 11
Maggioranza 242
Hanno votato sì 95
Hanno votato no 388).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Villari n. 9/2145-B/195, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 478
Votanti 472
Astenuti 6
Maggioranza 237
Hanno votato sì 181
Hanno votato no 291).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Volpini n. 9/2145-B/196, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 495
Votanti 487
Astenuti 8
Maggioranza 244
Hanno votato sì 201
Hanno votato no 286).
Prendo atto che l'onorevole Pinto non è riuscita a votare.
Passiamo all'ordine del giorno Lucidi n. 9/2145-B/197.
ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO MARONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, il testo dell'ordine del giorno in oggetto corrisponde grosso modo all'ordine del giorno Buontempo n. 9/2145-B/53, accettato dal Governo a condizione che fosse riformulato. Rettifico quindi il mio precedente
parere, accettando l'ordine del giorno Lucidi n. 9/2145-B/197 a condizione che sia riformulato nel senso di sostituire nel dispositivo le parole «ad attivare» con la parola «attraverso» e sopprimendo le parole «delle quali lo stesso Governo si rende garante».
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Lucidi accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2145-B/197.
Prendo altresì atto che i firmatari degli ordini del giorno Bellillo n. 9/2145-B/198, Pistone n. 9/2145-B/199, Maura Cossutta n. 9/2145-B/200, Armando Cossutta n. 9/2145-B/201 e Bindi n. 9/2145-B/202 insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bellillo n. 9/2145-B/198, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 481
Astenuti 5
Maggioranza 241
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pistone n. 9/2145-B/199, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 491
Votanti 487
Astenuti 4
Maggioranza 244
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 276).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Maura Cossutta n. 9/2145-B/200, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 482
Astenuti 3
Maggioranza 242
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 290).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Armando Cossutta n. 9/2145-B/201, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 477
Votanti 475
Astenuti 2
Maggioranza 238
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 290).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bindi n. 9/2145-B/202, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 491
Votanti 488
Astenuti 3
Maggioranza 245
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 291).
È così esaurita la trattazione degli ordini del giorno presentati.
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