Allegato B
Seduta n. 500 del 28/7/2004

TESTO AGGIORNATO AL 29 LUGLIO 2004


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COMUNICAZIONI

Interrogazioni a risposta scritta:

MARTELLA. - Al ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
anche quest'anno la Filiale delle Poste Italiane s.p.a. di Venezia ha provveduto


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a chiudere il turno pomeridiano degli uffici postali, per poter garantire le ferie del personale. Il dato eclatante è che rispetto alla scorsa estate 2003 l'ufficio postale di S. Donà di Piave di fatto chiude, con il solo intervallo dovuto a maggior apertura per legge della scadenza ICI, dal 14 giugno all'11 settembre, chiusura che penalizza fortemente non solo il comune di S. Donà di Piave, ma l'intero territorio del Veneto Orientale;
questo ufficio è l'unico del territorio della Venezia orientale rimasto anche nel turno pomeridiano, escludendo l'ufficio di Lido di Jesolo che nel periodo estivo è impraticabile, in quanto caricato dalle presenza stagionali, e difficilmente raggiungibile per l'ovvio aumento di traffico su strada;
negli ultimi anni abbiamo assistito alla chiusura dei turni pomeridiani degli uffici di Concordia Sagittaria, S. Stino di Latenza, Portogruaro e perfino di quelli di località balneari come Carole e Bilione, con enorme difficoltà per gli utenti che si trovano costretti a spostare le loro richieste di servizi in uffici limitrofi delle province di Pordenone, Udine e Treviso;
da quando l'ufficio sopra ricordato è stato chiuso nel turno pomeridiano ci sono state diverse proteste da parte dei cittadini, soprattutto per il fatto che la chiusura non ha garantito un livello di servizio reso al pubblico nemmeno minimamente accettabile, con pochi sportelli aperti e continue code -:
di quali informazioni disponga il ministro circa le motivazioni del provvedimento di una chiusura estiva così lunga all'interno di un territorio vasto e quali iniziative intenda adottare presso Poste Italiane S.p.A., nell'ambito delle proprie prerogative e competenze, perché si ponga termine al disservizio che risulta essere fortemente penalizzante per i cittadini e le attività produttive del territorio della Venezia orientale.
(4-10609)

MARTELLA. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
le istituzioni locali, le categorie economiche e produttive, l'Associazione degli Albergatori, dei commercianti sono intervenute nel corso delle ultime settimane per protestare sulla qualità del servizio reso dall'Ufficio postale di Bibione. Oggetto delle proteste sono le code continue e i tempi di attesa snervanti e eccessivi, il ritardo di consegna della corrispondenza in una spiaggia tra le più importanti d'Italia;
l'ufficio postale di Bibione, fino a qualche tempo fa era aperto su doppio turno sia d'estate che d'inverno. Successivamente, è stato soppresso durante l'inverno il turno pomeridiano, e negli ultimi anni lo stesso turno è stato chiuso durante il periodo estivo definitivamente. Poste Italiane S.p.A. ha quindi razionalizzato l'arco temporale di apertura dell'ufficio al ribasso ma non ha provveduto ad istituire un unico turno di lavoro con tutti i necessari sportelli aperti, anzi il personale di sportelleria è ormai ridotto a 4 unità più un part time. Inoltre, per quanto riguarda il settore recapito ci sono solo quattro portalettere ed è stata tolta l'unità addetta allo smistamento ed avvio della corrispondenza proprio in questi ultimi mesi;
la quantità di personale addetto sia per il servizio di recapito che di sportelleria è la stessa per tutto l'anno. Elemento questo, secondo l'interrogante inconcepibile soprattutto se si pensa all'aumento di presenze legate alla stagione estiva e alla necessità di prevedere in particolare per gli uffici balneari un «doppio regime» di personale legato alle esigenze stagionali;
rispetto alla situazione del personale addetto sia alla sportelleria che al recapito nella provincia di Venezia, le organizzazioni sindacali da tempo hanno segnalato situazioni gravi ed insostenibili, che hanno determinato scioperi e mobilitazioni -:
se il Ministro sia a conoscenza di questa situazione e se non ritenga necessario


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intervenire, nell'ambito delle proprie competenze e prerogative, nei confronti delle Poste Italiane S.p.A., affinché sia posto termine al disservizio che risulta essere fortemente penalizzante per i cittadini, i turisti e le attività economiche e produttive della località di Bibione.
(4-10618)

MARTELLA e PANATTONI. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
il documento di Poste Italiane S.p.A. «Progetto Nuova Rete di Corrispondenza», consegnato alle organizzazioni sindacali di categoria in data 1o aprile 2003, rappresenta il piano strategico dell'azienda pubblica, da realizzarsi entro il 2007, con il quale il gestore, attraverso l'installazione di nuove tecnologie, intende adeguare la rete postale nazionale «a quella delle migliori Amministrazioni Postali Europee». Tale documento afferma che «il gap di Poste Italiane con le altre realtà Europee è elevato per la meccanizzazione e l'automaticità dei processi e la qualità della tecnologia utilizzata, che risultano determinanti sia per il conseguimento degli obiettivi di qualità, sia per assicurare la necessaria economicità alla gestione dei cicli di lavorazione» e prevede quindi un piano di investimenti per 931,2 milioni di euro (dei quali il 46 per cento già impegnato), per realizzare un programma temporale di installazione di nuovi impianti tecnologici in tutti i centri meccanizzati postali con il quale aumentare le potenzialità di smistamento della posta, accelerare il processo, assorbire i volumi lavorati manualmente. L'investimento per la ristrutturazione ed il potenziamento del C.M.P. di Venezia, era stabilito con l'inizio dei lavori nel 2004;
il 16 marzo del 2004 è stato consegnato alle organizzazioni sindacali un nuovo documento, da parte della Divisione Corrispondenza di Poste Italiane, sulla stessa materia, a titolo di modifica del precedente piano, nel quale però l'unica novità sostanziale consiste nella riduzione da 24 a 23 dei centri di smistamento, con la soppressione del C.M.P. di Venezia, per il quale era stato già approvato il progetto di ristrutturazione ed erano stati stanziati i fondi;
il 30 marzo 2004 l'Amministratore delegato Massimo Sarmi ha consegnato alle organizzazioni sindacali un documento che delinea le strategie aziendali, con il Piano d'impresa 2004-2006, il bilancio 2003, gli obiettivi e risultati per il 2004 e il Progetto rete logistica, nel quale riappare il C.M.P. di Venezia fra quelli per i quali sono «completate le attività di progettazione»;
il 28 aprile 2004 la Direzione affari istituzionali e regolamentari di Poste Italiane riscontrando la richiesta di incontro avanzata dal comune di Venezia, ha confermato il mancato potenziamento degli impianti del C.M.P. di Venezia e il trasferimento delle «lavorazioni di smistamento della posta ordinaria, registrata e stampe dal C.M.P. di Venezia al C.M.P. di Padova», motivandolo con le esigenze manifestate dalla società aeroportuale di Venezia di ampliamento dell'aeroporto, precisando peraltro che «è stata realizzata la terza corsia della tangenziale di Mestre ed è in fase di progetto una nuova bretella autostradale che migliorerà la viabilità tra Venezia e Padova»;
il 7 giugno 2004 nell'incontro con i Segretari generali delle confederazioni CGIL CISL UIL, Epifani, Pezzotta ed Angeletti, è stato consegnato dall'amministratore delegato un ulteriore documento titolato «Il "Progetto Poste". Un'Azienda di servizi al servizio del Paese» nel quale viene ribadito il concetto che per il C.M.P. di Venezia sono state completate le attività di progettazione;
risulta all'interrogante che il terreno su cui è sito il C.M.P. sia di proprietà del Ministero dei trasporti, in concessione permanente a Poste Italiane S.p.A.;
il sito nel quale è ubicato il C.M.P. di Venezia è particolarmente funzionale all'attività svolta e alla movimentazione


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della posta per l'intero Triveneto in quanto logisticamente strategico per le linee di trasporto delle corrispondenze riferite a Trieste, Pordenone, Udine, Gorizia, Treviso, Belluno e con la contiguità con l'aeroporto che consente lavorazione e smistamento di più del 60 per cento della posta aerea diretta in Veneto;
risulta incomprensibile agli interroganti il disinteresse di Poste Italiane ad investire nell'ambito di un impianto che si è affermato fra i primi in campo nazionale per risultati di qualità, ma anche in un'area per la quale si prevede una forte infrastrutturazione (costruzione dello stadio, Casinò, metropolitana di superficie, snodi autostradali);
le organizzazioni sindacali provinciali di categoria, congiuntamente alla R.S.U., hanno indetto una protesta per la mancata ristrutturazione tecnologica, edilizia ed impiantistica del C.M.P., conclusasi negativamente, a seguito della quale è stata dichiarata una prima giornata di sciopero con manifestazione il 30 aprile 2004; la R.S.U. ha svolto volantinaggi alla popolazione e sit-in di protesta davanti agli edifici direzionali regionali e nazionali di Poste Italiane S.p.A., non ottenendo una sede di confronto di merito adeguata, né alcuna risposta sulle sorti del centro né un atteggiamento di chiarezza da parte dell'Azienda;
il futuro dei lavoratori nel caso in cui si dovesse ridurre il personale risulta essere molto incerto sia a causa della riduzione occupazionale nell'intero territorio veneziano, sia per l'età media dei 280 lavoratori di Venezia, (intorno ai 48 anni) che vede le persone già impegnate in progetti di vita e di lavoro consolidati e condivisi con altri soggetti, sia per la tipologia di professionalità specialistica ma non riconvertibile, sia perché l'Azienda Poste per quanto riguarda il territorio della provincia di Venezia dichiara ulteriori esuberi negli altri settori. Inoltre stanti queste condizioni, i lavoratori si troverebbero a sostenere costi per spostamenti su nuove sedi economicamente sostanziosi, con indubbi disagi in ordine alla propria organizzazione familiare e personale -:
quali iniziative intenda assumere il Governo, nell'ambito delle proprie prerogative e competenze, affinché Poste Italiane S.p.A. confermino le scelte progettuali assunte in precedenza dando luogo alla realizzazione degli impianti previsti e progettati per il C.M.P. di Venezia, confermando quindi l'offerta di un servizio pubblico di qualità necessario alla vita economica e sociale dell'area veneziana ed evitando lo scadimento della qualità del servizio postale e ridimensionamento occupazionale nell'area.
(4-10620)